/ 144
124. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 118-139

Oggi che l’ arte è giunta a tanta eccellenza, che ci fa vedere ciò che appena l’occhio può credere, e si fa con tanta sollecitudine e destrezza, che sembra farsi per arte magica ; io queste belle stravaganze non escluderei da’ teatri, essendo fatte usuali e tanto comuni che fanno stupire lo stesso stupore : anzi l’arte supplitrice della Natura, tante ne va di giorno in giorno inventando, che per tante stravaganze può dirsi l’Arte della Natura più bella.

125. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo ottavo »

[25] Tuttavia la maniera di cantare che regnava nell’universale, non sembra che meritasse cotanti applausi.

126. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO X. » pp. 112-139

Quando così parlate degl’Italiani del secolo scorso, sembra che abbiate la fantasia riscaldata, e ingombra tutta di Cafri, Utentotti, Eschimali, e Topinambù.

127. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VI. Teatro Spagnuolo Comico e Tramezzi. » pp. 149-194

La venuta di donna Monica nell’atto III in casa di don Cristofano dopo essere stata ravvisata per la stessa Granatina, sembra poco verisimile, e con un solo di lei biglietto poteva invitarsi don Mariano al giuoco e rimetterglisi le lettere falsificate di Fausto e Flora.

128. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VII. Della vera commedia Francese e dell’Italiana in Francia. » pp. 144-176

Gli autori francesi che a me sembra di essersi contenuti alcune volte in questa specie di commedia senza cadere nella lagrimante, sono la Chaussée, madama di Graffigny, Voltaire e Collet.

129. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo secondo »

A me sembra però, che la lite rimanga assai dubbia esaminandola imparzialmente.

130. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quinto »

Che appunto per l’indicata cagione il volgo degli uditori ascolta spesso con trasporto una musica, che sembra cattiva, ed è tale pei veri intelligenti; dovechè gli uomini anche più idioti s’accorgono subito se una pittura od una facciata d’un palazzo mancano di quella unità che richiede la simmetria.

131. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VI. Teatro inglese, alemano, e spagnuolo del medesimo nostro secolo. » pp. 389-417

Le passioni della contessa sono bene espresse; ma sembra che avrebbe dovuta esser meglio apparecchiata e colorita la richiesta del moro che pretende da una madre per prova d’amore la morte del di lei figliuolo.

132. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 88-136

Io tanto più di buon grado ne trascriverò qualche osservazione, quanto più mi sembra conducente a far meglio conoscere per mezzo di un nazionale il carattere del poeta drammatico inglese.

133. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 2 pp. 2-245

Tornando al Gernand dico che mi sembra più condannabile del Don Alonso, per la mescolanza delle tinte comiche ad un tragico affatto orribile. […] Nato in tal città il celebre avvocato Carlo Goldoni l’anno 1707, sembra che ben per tempo egli fosse tratto alla poesia, teatrale. […] Talvolta l’azione in questo dramma sembra che retroceda in vece digire innanzi, o che avanzi a passi di testudine(a). […] Il poeta sembra essere in dubbio del suo disegno.

134. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XII. Confronto Apologetico della Opera Italiana, e della Commedia Spagnuola. » pp. 149-181

Pure a me sembra, che in questo esempio state in termini troppo generali, ed armeggiate alla larga.

135. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO III. Della vera Commedia Francese e della Italiana in Francia. » pp. 128-191

Gli autori francesi che a me sembra che siensi contenuti alcune volte in questa specie di commedia senza cadere nelle lagrimanti, sono: La Chaussèe, madama di Graffigny, Voltaire, e Collet.

136. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO III. Continuazione del teatro Italiano. Commedie: Opera in musica: Attori accademici ed istrioni e rappresentazioni regie: teatri materiali. » pp. 144-195

Gli altri teatri Veneti per lo più inalzati sopra rovine di antichi edifizj, appartengono parimente al secolo XVII (a riserba di quello di San Benedetto); ma niuno di essi sembra degno di sì cospicua città, la quale può gloriarsi di aver prima di ogni altra avuti teatri costruiti a norma del compasso immortale de’ Palladj e de’ Sansovini.

137. (1715) Della tragedia antica e moderna

[1.82ED] Non troviamo in tutto perfetto il tuo Omero; e se ciò ti parrà nostra colpa, rispondi al Tassoni e mi quieto; ma stenterai. [1.83ED] Io non voglio dilungarmi ora sui tragici, ma so che sei persuaso come non la cederei al Tassoni. [1.84ED] Vi sono virtù insuperabili e queste imitiamo non perché noi non le avessimo sapute inventare, ma perché i vostri, nati prim di noi, sono stati in necessità d’inventarle. [1.85ED] Certo i primi hanno imitata la natura e noi, imitandola, sembra che quelli imitiamo; perché come vorresti dipingere un uom senza testa, se senza testa uom non fu mai generato? […] [6.70ED] Io non credo di aver teco a contrastar dell’azione, perché di questa nel teatro franzese veduto avrai maraviglie e maraviglie non meno nella parlante che nella muta. [6.71ED] Voi Italiani particolarmente mancate in questa seconda, non si prendendo i vostri attori veruna soggezione di sé medesimi quando non parlano, e quando ascoltano per lo più non danno il dovuto segno del movimento che in essi l’altrui parlare cagiona; e se taluno si dibatte alquanto tacendo, riporta, invece di un giusto applauso, l’ingiusta taccia di affettazione; né arriva punto a piacermi quel continuo passeggiare che per voi fassi in scena attraverso, l’un dietro all’altro; come nemmen loderei lo star ritti e piantati sempre in un canto. [6.72ED] Diasi che certi discorsi ricerchino questo movimento bizzarro in chi vuole in ogni maniera parlare a chi in nessun modo vorrebbe ascoltare, certa cosa è che in un ragionamento degno di molta attenzione e di gran premura de’ personaggi interlocutori, questo passeggio non sembra a proposito; e se gravissime materie talvolta si divisano passeggiando, ciò non è mai nella guisa che nelle scene italiane si rappresenta. [6.73ED] Si possono bensì dar movimenti alla persona dell’attore, senza che si scosti sempre o s’accosti con questo regolato e laterale passeggio, e i movimenti saranno plausibili se si troveranno uniformi all’affare che si propone o alla passione che si eccita, sien poi d’occhi, di braccia, di passi e di tutta ancor la persona leggiadramente contorta. […] [6.104ED] Primieramente tu non hai veduto i migliori attori di Francia che a’ nostri giorni sieno stati monsieur Baron e madame Duclos nel tragico, e giudichi solamente di quelli che sono i migliori fra i men perfetti. [6.105ED] Questa bell’arte del rappresentar recitando dee senza dubbio aver le sue leggi, ma come che alcune ve ne siano universali ed inevitabili, che qualsivoglia nazione dee, quando è savia, accettare, ve n’ha però alcune particolari che bene stanno ad una nazione e non ad un’altra, e tutte intanto hanno il lor pregio per sé medesime, ma molto più rispetto al luogo a cui si uniformano. [6.106ED] Vedine l’esempio nel ballo. [6.107ED] Il francese balla di modo che sembra quasi nuotare. [6.108ED] Le braccia sempre elevate e pieghevoli rompono l’onde leggiadramente, e guizza in mille rivolgimenti con la vita, quasi che ceda con le sue dolcissime piegature al moto della corrente, e di tempo in tempo saltella appunto come quel nuotatore che, secondando gl’innalzamenti dell’onda, si lascia sospingere all’alto per avanzare di viaggio. [6.109ED] Lo vedi girarsi e rigirarsi senza un cert’ordine di figura che almeno sensibilmente si faccia distinguere per quadrata, ovata o ritonda. [6.110ED] Ecco abbandonamenti, risalti là dove non gli aspettavi, ma il tutto eseguito con tanta grazia a seconda degl’instrumenti che t’innamora, e tu avrai certamente nella Medea lasciati gli occhi dietro il leggiadro danzare della piccola e più che vezzosa madame Prevoste. [6.111ED] Questa maniera di ballo piace estremamente ai Franzesi, inclinati agli atteggiamenti amorosi, e piace ancora generalmente all’altre provincie, perché l’amore è una passione che è comune a tutto il genere umano. [6.112ED] Con tutto ciò lo spagnuolo ha una maniera di ballo in sé raccolta e che, nello stesso svincolamento leggero di vita, custodisce un non so qual decoro di maestà che è indivisibile dal genio grave della nazione, dimodoché questa danza sembra più tosto un passeggio adorno di bizzarrie spiritose, di movimenti che mettono in vista la dispostezza e l’agilità della vita, alta, minuta e disciolta: doti tutte che si tengono in giusto pregio da un popolo che mai non piega a viltà. [6.113ED] L’italiano in mezzo ed a’ lati dispone ordinatamente la spiritosa sua danza: si vibra nell’aria e, trinciate in essa agilissime capriole, si restituisce in punta di piè leggerissimamente sul piano e, appena toccatolo, risale come pernice che tutta ritta si spicca nel breve suo volo di terra, a cui, agilmente rendutasi, delude il cane che se le accosta col rialzarsi. [6.114ED] Questa terza sorta di ballo che fa la maggior comparsa nell’aria, somigliasi al volo. [6.115ED] Abbonda del brio franzese, ma poscia manca di que’ soavi abbandonamenti di madame Prevoste. [6.116ED] Abbonda dell’ordine e della dispostezza spagnuola, ma poscia manca di quella altrui gravità. [6.117ED] Ora tu vedi che questi tre balli, quando siano esequisitamente eseguiti, egualmente son grati e son belli; ma gratissimi sono e bellissimi ciascheduno al genio prevenuto delle tre differenti nazioni. [6.118ED] Il vestire del ballerino italiano s’uniforma a quello del ballerino franzese, benché questo vesta più ricco e più bizzarro, ma quei più liscio e leggero. […] bizzarro: dal punto di vista metrico, essendo composto quasi esclusivamente di endecasillabi sdruccioli; strutturale, in quanto appunto generale e non introduttivo a una tragedia specifica; nonché, sembra di capire, anche argomentativo.

138. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 37-96

Migliore ancora è la seconda dell’atto IV, che nel Ferreira a me sembra veramente tragica e ricca di espressioni nobili, naturali, patetiche e convenienti al carattere d’Inès; ed il Bermudez attenendosi all’originale partecipa di questi pregi.

139. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 137-226

Migliore ancora è la seconda del IV, che nel Ferreira a me sembra veramente tragica e ricca di espressioni nobili, naturali, patetiche e convenienti al carattere d’Inès; ed il Bermudez attenendosi all’originale partecipa di questi pregi.

140. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »

In alcuni luoghi sembra indubitabile che la declamazione si cambiasse in un vero canto, o divenisse molto simile ad esso.

141. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO II. Prima epoca del teatro Latino. » pp. 9-90

Notando al nostro solito le scene più belle, ci sembra ottima fralle altre la seconda dell’atto primo di Callicle e Megaronide.

142. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO II. Prima Epoca del Teatro Latino. » pp. 16-128

Notando al nostro solito le scene più belle, ottima fralle altre ci sembra la 2 dell’atto I di Callicle e Megaronide.

143. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. IV. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo XVI quando fiorirono gli scrittori producendo le Commedie dette Erudite. » pp. 136-255

Eulalia lo rimprovera perchè le sembra che non si curi di liberarla; egli punto da ciò manifesta i suoi sensi con tale opportuna esagerazione: Ch’io non la faccia chiara del grandissimo Ben ch’io le voglio?

/ 144