Corneille, i Litiganti del Racine, il Malvagio del Gresset. […] A chi cede mai Metastasio, sia che alla maniera di Sofocle migliori i grandi uomini dell’antichità nel ritrarli, ovvero sia che gareggi di sublimità col gran Corneille dipingendo Greci e Romani, e di delicatenza coll’armonioso Racine, facendo nelle passioni che maneggia riconoscere a ciascuno i movimenti del proprio cuore ?
Essi ad altro non badano che a copiare stentatamente ciò che erasi già con genio e franchezza dipinto sul teatro da Euripide, Racine, Corneille, La Mothe, da Antonio Caracci, da Apostolo Zeno, da Pietro Metastasio, ed anche talora narrato da Giovanni Boccaccio; e quindi questi meschini mendicanti, in vece di dipingere, imbrattano di strisce di colori le tele, alla maniera della scimia di Franco Sacchetti che voleva fare come faceva il pittore.