alla sublime attrice la signora CAROLINA CAVALLETTI TESSARI che in giovanile età sostenendo il carattere di prima donna su le scene del teatro valle nel carnevale dell’anno 1815 ha riscossi plausi veraci ed universali per la rara maestria nella difficil arte della declamazione ODE Qual su i mattin d’Aprile Vola di fiore in fior La breve Ape gentile Formando il suo tesor ; Su la vetta Dircea Talìa rivolge il piè La Primavera Ascrea A impoverir per te. […] Su la Dircea Collina La Musa i fior trecciò, Poi disse : a CAROLINA E verso te volò.
Je ne saurais t’en dire davantage. […] Non, non ; il y a quelque autre cause que je saurai pénétrer : je saurai tout d’Arcas, de cet esclave fidèle que m’a donné Tyndare mon père, et qui a suivi Agamemnon à l’armée. […] Et vous, Madame, Thétis ne saurait que s’applaudir que j’associe à une déesse la femme du roi des rois.
Una larghissima vena di comicità, che gli zampilla su dal cuore, è entrata per modo nelle sue consuetudini, che non sappiam più se in iscena reciti, o se fuor della scena discorra, tanto si fondono e confondon l’uomo e l’artista. […] Fino a qual grado ha egli esercitata la pazienza nelle discipline degli studj per fondere il comico e il drammatico in modo da far piangere e ridere il pubblico in su lo stesso punto, con una perfetta musicalità d’inflessione, con un atto, con uno sguardo ? […] Novelli è venuto su…. da sè, come a un dipresso vengon su tutti i genj. […] Una commozione viva lo agitava tutto…. le braccia, li occhi, le labbra si movevano…. e ogni tanto afforzava l’espressione del gesto colle parole su ! […] — » il pubblico sconoscente sì, ma perdonabile nella sorpresa, saltò su a dire : « Tu farci piangere ?
Il Sacco, al quale il Barsanti premeva davvero, avutane domanda di scioglimento, montò su tutte le furie. […] Questo a riprova delle parole del Bartoli su ’l Barsanti, che il Gozzi qualifica per valente comico, utilissimo attore, buon uomo e semplice.
Tu sai tutte le vie del core, e in noi risvegliar sai tutti gli affetti, ma più di tutti ammirazione e amore.
Artista celebre nella maschera milanese del Meneghino, giudicato dal Vestri la verità personificata ; ammirato e stimato da Gustavo Modena (V.) che gli diresse lettere su argomenti d’arte, capocomico famoso, a cui fecer capo nel loro inizio artisti sommi ed egregi, quali la Ristori, la Sadowski, la Robotti, la Lipparini, Bellotti-Bon, Gaspare Pieri, Ernesto Rossi, Carlo Lollio ed altri, nacque a Reggio d’Emilia il 4 luglio del 1781 da Carlo, dentista chirurgo milanese, e da Antonia Cianici. […] Ma queste diventavan quasi una celia, confortate dall’ammirazione sconfinata per l’incomparabile artista, la quale su tutti gli profuse in privato epistolario e su per le gazzette Angelo Brofferio, di cui, metto qui il brano seguente : Ti ringrazio, o mio buon Moncalvo, lume e splendore dei Meneghini, ti ringrazio dell’oblio che spargi sulle mie pene, del sorriso che chiami sulle mie labbra, della serenità che trasfondi nel mio cuore. […] Comunque sia, il Meneghino personaggio comico, ed esclusivamente milanese, apparve la prima volta su le scene in compagnia di Donna Quinzia, Beltramina e Taresca, per opera di Carlo Maria Maggi, al cader del secolo xviii.
Di Agamennone si dice che gli eroi della Grecia si gloriano di essergli soggetti, nivelando su conducta por su prudencia , livellando la sua condotta dalla sua prudenza. […] Dopo alenni soporiferi discorsi di Briseida e Crisia, Achille partecipa a questa la di lei libertà, ed ella grata gli augura una corona di lauro che Apollo idolatra; ma immediatamente poi nell’aria gliene augura un’ altra di mirto, nè le basta, se non vede su i di lui capelli fiorire i rami di tal mirto, e nella seconda parte di essa (che conviene alla prima come il basto al bue) si dice : Y de nuestras vidas con afectos nobles aprehendan los robles à permanecer. Achille nella scena quarta dice a Briseida, Al beneficio de los ayres puros Nuestras naves y tropas veràs luego A su primer vigor restituidas. […] Ecco come le diffinisce nel poema della Musica Tommaso Yriarte : Canzoneta vulgar breve y sencilla, Y es hoi a’ veces una escena entera, A veces todo un acto, Segùn su duracion y artificio. […] La Nitteti del Cesareo poeta Romano, in cui il viluppo interessante, e le patetiche situazioni vengono arricchite da maravigliose decorazioni tutte ricavate dalla natura, su espressamente composta pel teatro ispano a richiesta del suo amico Farinelli.
Se tratta Armi e Bandiere, agile e snella, Con gratia ardita, e leggiadria guerriera, Scerner non sai se sia Folgore o Stella, E non sai se più alletti, o se più fera. […] Così con vaghe sue sembianze e sole Mentre si aggira il ferro in varie rote Di Marte e Citerea rassembra prole ; Poichè tiene ne gli occhi, e su le gote Con le rose dell’alba i rai del sole, Ond’è che intorno Amor l’ale vi scote.
I palchetti del teatro nominato di Venezia non bastando al gran concorso che cresceva, ebbero indi un aumento di altri tre per ciascun ordine su i lati del proscenio. […] Giacomo Torelli ed altri cinque cavalieri di Fano vollero supplire alla spesa di un teatro nella patria e su i disegni dello stesso Torelli verso il 1670 fecero costruire il bel teatro di quella città. […] Quello di Modena detto della Spelta, su opera del cavalier Vigarani distrutto nel 1767. […] Vi su un Teatro in Pavia.
La figura di questo teatro non è un semicircolo, ma una semiellissi: ha una scalinata di quattordici scaglioni di legno senza precinzioni, senza aditi, senza vomitorii: su di essa pose una loggia di colonne Corintie con una balaustrata ornata di statue: la scena è di pietra a tre ordini, e mostra nel prospetto tre uscite e due laterali. […] Vide ancora la famosa città di Venezia eretti nel medesimo secolo teatri semicircolari ideati su gli antichi modelli, e costruiti da più chiari ingegneri, il Sansovino ed il Palladio, i quali perchè furono formati di legno già più non esistono.
Egli venne su con la fioritura del teatro italiano a metà del secolo, e interpretò, primo, i grandi lavori del tempo come Prosa, Goldoni di Ferrari, e tante altre che i giovani d’oggi non sanno neppure immaginare. […] E tanta arte e tanta verità mise poi nel punto in cui a Nerone si affiochisce la voce, che l’Autore e gli amici che gli facevan corona su la scena, temetter per un istante che il Diligenti non potesse per afonia improvvisa continuar la rappresentazione.
Quando andai con lui era maritato, e aveva una figlia ; per dire la verità, le prime particine andarono bene, ma mio fratello scrisse a mia madre di non calcolare su di me, perchè in arte non potevo far nulla, priva affatto di avvenenza, e troppo piccina…. […] Era su me sola che lei poteva fare assegnamento : si trovava presso una sua sorella, aspettando che mio fratello avesse trovato per me una scrittura. […] Metteva su una compagnia veneta. […] Qualunque sia l’artista che reciti con la Zanon, o per piena che sia la scena, i sensi dello spettatore son vòlti su di lei.
Nessuna notizia, per quante ricerche fatte, mi fu dato di avere su questo comico, tranne la lettera che riproduco, alcun po’ ridotta.
A dare un’idea della guitteria e sudiceria di codesto Bassi, trascrivo qui l’aneddoto che traggo dalle memorie del Casanova, inesauribile e interessante fonte di notizie su i comici italiani. […] Un gran vaso di birra passava di convitato in convitato, e nel bel mezzo di questa miseria, si mostrava la gioja su tutti i volti ; il che faceva chiedere a me stesso, che cosa fosse davvero la felicità….
Recatosi il poeta improvvisatore Pistrucci a Viterbo, a darvi accademie alternate con le rappresentazioni della Compagnia Taddei, invitò una sera la Rosa a svolger con lui di su la scena l’ultimo tema datogli. […] A dare un saggio dell’arte sua poetica, metto qui il principio e la fine dell’ode ch'ella dettò nel '64 per la malattia del fratello Luigi : Sorgi, suonò di Naim in su le porte l’Eterna voce onde l’inferno è vinto ; e tosto dal feral sonno di morte surse l’estinto.
Yriarte: Canzoneta vulgar breve y sencilla, Y es hoi à veces una escena entera, A veces todo un acto, Segùn su duracion y artificio. […] Del real teatro che prende il nome dal Ritiro su l’architetto Giacomo Bonavia; ma il Bolognese Giacomo Bonavera in compagnia del Pavia lo ridusse nella forma presente tanto per farvi maneggiare le mutazioni delle scene non sopra del palco ma sotto di esso nel comodo e spazioso piano che vi soggiace; quanto per agevolare l’apparenza delle macchine ch’egli inventava. […] Ma il leggitore su di ciò vegga l’art. […] Huerta, il quale contro questa mia breve narrazione su i teatri di Madrid ha diretta una tremenda batteria fluttuante di undici pagine ed otto versi del suo gran Prologo, cui nulla manca che un morrion. […] Huerta ignorando l’idioma in cui sono scritti i miei libri teatrali che pur volea mordere, cadde ne’ riferiti errori su le parole e sul sentimento che ne attaccò.
Andolfati Pietro, milanese, e figlio de’ precedenti, studiò da avvocato per desiderio dello zio prete, citato più su, ma poi volle seguire la professione de’ suoi genitori. […] » Gli dedicò il comico Bartoli per la sua tragica rappresentazione Le glorie della Religione di Malta il seguente sonetto : Se de’ Maltesi Eroi su finte scene le gesta vittoriose esprimi e mostri, or ben vegg’io che ne’ tuoi dotti inchiostri evvi quanta in piacer arte conviene. […] » E dopo avere esaminata e magnificata l’opera, trascrivendone un brano, riportato poi a sua volta dal Bartoli stesso nelle sue Notizie de’ Comici italiani, conclude : « noi non possiamo se non consigliar questo giovane autore a proseguire la carriera dello scrivere, in cui può avanzarsi cotanto per avventura, quanto non ha fra Comici italiani e difficilmente può avere chi lo superi nel sostenere le Parti più ardue ed interessanti, e nel produrre quell’ illusione impegnante ch’è la sola prova della perfezione. » Ecco l’elenco su citato : SIGNORE SIGNORI Anna Andolf ati Pietro Andolfati Gaetana Andolfati Luigi Delbono Antonia Andolfati Giovanni Delbono Maddalena Nencini Gaetano Michelangeli Rosa Foggi, da Serva Giovanni Ceccherini Lorenzo Pani Giulio Baroni Filippo Nencini, caratterista MASCHERE Bartolommeo Andolfati, Pantalone Giorgio Frilli, Dottore Gaspare Mattaliani, Arlecchino, e subalterni A questo elenco, ne farò succedere uno del 1820, il quale mostra chiaramente il progredire che fece l’arte nel non lungo periodo di circa trent’ anni : DONNE UOMINI Andolfati Natalina Andolfatti Pietro Garofoli Giuseppa Andolfatti Giovanni Pollina Margherita Garofoli Luigi Cappelletti Laura Cavicchi Giovanni Cavicchi Carlotta Carraro, Giovanni Bonsembiante Bianca Bonuzzi, Francesco Maldotti Adelaide Bonsembiante Giovanni Maldotti Marietta Maldotti Ermenegildo Lensi Anna Cappelletti Gaetano Astolfi Marianna Astolfi Giuseppe Coccetti Antonio Maldotti Eugenio Andolfatti Luigi Nastri Leopoldo Astolfi Tommaso, suggeritore Tommaselli Luigi, macchinista La Compagnia recitava a Bologna all’Arena del Sole, di giorno, e al Teatro del Corso, di sera ; e aveva cibo conveniente ai due palati. […] Fiorisca lieta A voi d’intorno eterna Primavera, Piovan su voi, dalla superna sfera, Fausti gli influssi del maggior Pianeta.
Scappino Per no desdire al canto de l’ombra mia paterna, va pur felice, e ’n su le scene intanto cerca lassar de ti memoria eterna. […] Essi son tutti su per giù variazioni poco sensibili del tipo di Brighella, del quale in genere conservano anche il costume. […] Del Bono), ci ha dato anche Zan Muzzina in più sonetti, uno dei quali è il seguente : Io che passo si spesso, e pur non posso se ben batto da Betta un dì far botta, comporterò s’altrui l’accatta cotta, ch’ella me sol salassi fin su l’osso ? […] Ma pur mi par, se su lo stocco attacco, o con sferza la sforzi a star a stecco, che sì la sciocca non mi secchi il sacco. […] Zan Pedral fe’ Zan Pignatta Zan Pignatta ol Moleghi Moleghi fe donna imbratta Donna Imbratta il Mescoli Che portaua un bocal Su la testa per berretta Mescoli fe Zan Zanchetta Che morì poi a panza pina.
[Dedica] ULTIME CURE ultimi tratti della penna di PIETRO NAPOLI SIGNORELLI su i fasti teatrali gia’ da lui descritti oggi in dieci volumi raccolti e consacrati alla patria sempre a se cara che la vita gli diede che dopo i suoi viaggi e le vicende fremendone la malvagita’ invano l’accolse benigna e che ne accogliera’ con materno sguardo l’ultimo vale mdcccxiii.