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11. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 4

Questa giovinetta, dotata di naturali requisiti per riescir ottima artista drammatica, imprese a studiarne i precetti dalla rinomata Ristori, la quale seppe guidare il genio della nobilissima allieva, ed infondere nella di lei azione gran parte di quella perizia che la elevarono al grado delle prime celebrità drammatiche dei nostri giorni. Nella Laboranti traluce il dire ed il gesto della Ristori………… Nella sua serata di benefizio scelse un nuovo dramma francese dei signori Scribe e Legreve (sic), Legouvé, tradotto dall’artista comico Gaetano Vestri, col titolo Adriana Lecouvreur. […] Nell’atto quinto, dove la francese commediante rimane avvelenata fiutando un mazzolino di fiori inviatole dalla sua rivale, il lento processo della venefica emanazione fu così bene dipinto dalla Laboranti, che a giudizio dei provetti frequentatori della commedia, ella ragguinse la sublimità della Ristori.

12. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 936-937

Rimasto vedovo, pensò da solo all’educazione dei figli (la maggiore, Anagilda, sposò un Francesco Arisi) alcuni dei quali seguiron l’arte dei parenti. […] Il ’97 egli non si chiama più arlecchino ma Truffaldino, e il Giornale dei teatri di Venezia dice di lui : Se al merito singolare di questo insigne attore accoppiate si fossero alcune felici combinazioni teatrali, egli solo sarebbe bastato per far riempiere ogni sera dai più intelligenti dell’arte, non che dal popolo, il vasto teatro in cui recitava.

13. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 187-190

I figli dei figli dei figli di coloro che lo videro affermano che Azampamber portava costantemente una pelliccia, due stivaloni alla Souvaroff e un cappello alla Bolivar ; e ch’egli non si separava mai, a nessun patto, da questi tre elementi che costituivano il suo abbigliamento con una esclusività così assorbente da scapitarne persino la camicia. […] Forse ci è sempre stato, e forse si aggira anche adesso nei botteghini dei teatri a controllare gli incassi, o freme sulle rupi di carta rimesse in onore dai moderni drammi. […] Medebac divinizzò la cassetta ; Azampamber fondò il regno dei guitti. […] O l’Azampamber guitto è una creazione della fantasia dei comici ? […] Atto quinto – Il Trionfale ingresso dei Francesi, con il fuoco di gioja.

14. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 850-853

Egli, il Fabbrichesi, aveva lo stipendio annuo di 50,000 franchi ; il diritto di aumentare il prezzo dei palchi e del biglietto d’ingresso, e quello di andar colla compagnia ne’varj teatri comunali del regno, senza pagar affitto di sorta. […] Il prezzo dei palchi era esorbitante per la prosa. […] Per qualche mezza fila di platea, si abbonavano degli uffiziali militari dello stesso reggimento ; per altre mezze file, dei borghesi. […] Per di più, un picchetto di granatieri era ordinato di guardia all’ingresso dei palchi reali ; e fra le quinte era mandato un caporale con tre granatieri. Appena Sua Maestà si presentasse in palco, uno dei granatieri doveva fare un passo fuori del sipario, col fucile al piede, ed immobile tener sempre fisso lo sguardo sul volto del re.

15. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Delle scene »

Delle scene [5.1] Con le tante sconvenevolezze del ballo sogliono andare quasi di compagnia non minori disordini negli ornamenti della persona e dei vestiti dei ballerini. I quali vestiti, come anche quelli de’ musici, hanno da accostarsi, il più che sia possibile, alle usanze dei tempi e delle nazioni che sono rappresentate sulla scena. […] Avea egli sotto buoni maestri studiato i principi dell’arte sua nel Vignola; e dotato di fantasia pittoresca, s’avvisò di muovere, dirò così, di atteggiar le scene a quel modo che fecero i pittori del Cinquecento delle figure dei Bellini e dei Mantegna. […] Ma dei Licini ne saltano fuori di tanto in tanto anche tra noi55 . […] Quanto ella ha di vago e di vario, boschetti, collinette, acque vive, praterie con dei tempietti, degli obelischi ed anche di belle rovine che spuntano qua e là, si trova quivi riunito dal gusto dei Kent, dei Chambers e dei Brown, che hanno di tanto sorpassato il Le Nôtre, tenuto già il maestro dell’architettura, dirò cosi, de’ giardini.

16. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 234

L’Astrodi non aveva che undici anni quando esordì, con favore del pubblico, alla Commedia Italiana, il 30 aprile 1744, colla parte di Florina, nell’Isola dei talenti, commedia in un atto di Fagan, in cui cantò un duetto insieme a Rochard. […] Si crede che il Conte d’Egmont, colonnello dei dragoni e uno dei più amabili signori della Corte, morisse a cagione della vita sregolata condotta con lei ; e che il signor Le Féron, ufficiale delle guardie, con lei finisse ogni suo avere.

17. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 469-470

La ricordo nell’Amalia dei Masnadieri di Schiller, gentile promessa di artista. Toltasi dall’Emanuel, recitò coi dilettanti, or vagando pei teatrini della capitale, ora per quelli dei paesi e città circostanti, come ad esempio Prato, ov’ella furoreggiava nelle Eleonore da Toledo, nelle Francesche, ecc., ecc. […] Esordì la sera del 19 febbraio, e piacque a segno da esser subito nel numero dei pensionarj della Comedia italiana.

18. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 52-54

Forse alle sue interpretazioni mancava .quello studio paziente, analitico, profondo che accoppiato alle naturali attitudini, innalza l’artista alle sfere più alte ; forse allo addentrarsi in esse profondità mancava in lui l’acume indispensabile ; forse…. ma lasciamo a tale proposito discorrer Tommaso Salvini, che il valoroso giovane seguì amorosamente a traverso le varie fasi : Andrea Maggi è uno dei più prestanti attori che abbiano calcate le scene nostre da mezzo secolo in qua. […] La esuberanza dei suoi mezzi fisici, con l’invidiabile suo organo vocale, credo che in luogo di giovargli gli furono dannosi, poichè, se avesse dovuto combattere qualche lieve imperfezione, si sarebbe maggiormente addentrato nello studio dei segreti, che dirò psicologici, dell’arte, e ne avrebbe ottenuto uno splendido effetto. Nuli ameno egli occupa uno dei primi posti nell’areopago dell’arte drammatica italiana.

19. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 147-149

Venuta in Torino la Real Compagnia Sarda, il giovinetto, che alla mancanza assoluta dell’istruzione sopperiva colla svegliatezza della mente e colla fierezza dei propositi, si presentò al primo attore, Camillo Ferri, offrendosegli come servitore. […] Da'secondi amorosi passò ai primi, finchè, nel 1835, sposata Giulietta Alberti, sorella del brillante Adamo (V.), entrò con lei e col cognato nella Compagnia dei Fiorentini, per sostituirvi l’egregio amoroso Giovan Battista Gottardi (V.), di cui non potè sì facilmente cancellar la memoria, a cagione, in ispecie, della voce aspra e nasale. […] Egli non era stato fatto artista dallo studio, ma creato tale da Dio ; e però di quanto il genio soprasta gl’insegnamenti delle scuole, di tanto il Monti, nel signoreggiar gli animi dei suoi spettatori, superò gli altri artisti. […] Un degli ultimi tratti di follia che determinaron la sua entrata nell’ ospedale de' pazzi de' Ponti Rossi, ci è raccontato dall’artista Luigi Aliprandi che del Monti fu lungo tempo collega : …… Cominciò a dire e sostenere che il Re Ferdinando II lo aveva nominato Direttore dei due R. […] Lo posero in una carrozza, avviandosi per quella via, ma poi lo condussero all’ospedale dei pazzi, detto de' Ponti Rossi, mentre lo sciagurato andava ognor ripetendo di voler discorrere al Re.

20. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo terzo »

Paralello fra esse, e quelle dei Greci. […] Ma il favore del suo secolo e dei posteriori verso di lui il ricompensò abbastanza delle vessazioni sofferte nel chiostro. […] Io paragonerei volentieri la storia dei secoli barbari all’orizzonte. […] Un siffatto pontefice doveva tenere presso di sé dei ministri non dissimili a lui, e questi erano i preti della stessa chiesa. […] Il progresso dei lumi ha finalmente da qualche tempo fatto andar in disuso simili divertimenti.

21. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimoterzo »

Esame dei recitativi, e delle arie. […] Si è moltiplicato all’eccesso il numero dei violini, si è dato luogo nella orchestra a gli strumenti più romorosi. […] Lo stesso dico s’egli prendesse a rappresentare i mugiti d’un mare agitato, gli urli dei mostri vaganti per le foreste, il romore del tuono, il cupo chiarore dei lampi, l’albeggiare della rosata aurora e l’armonioso canticchiare degli augelli. […] Niente in oggi di più comune che il mischiare degli strumenti, l’azione dei quali si distrugge a vicenda. […] Peggio poi quando fanno dei solecismi in armonia esprimendo colla musica un senso intieramente contrario a quello che dicono le parole.

22. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 294-295

Prima di dire di lui come artista, merita la pena di accennare alla famiglia dalla quale usci, assai nota per una specie di eccentricità rivelantesi in tutti i suoi componenti ; assai stimata per la generosità dell’animo, assai ammirata per il patriottismo ; assai temuta per il coraggio e l’eccezionale gagliardia dei muscoli. […] Essendosi incendiato presso la loro casa un fondaco di legname, tre dei quattro fratelli, ancora ragazzi, accorsero fra i primi ; e cacciandosi in mezzo alle fiamme, riuscirono a trasportare parecchie travi non ancora divampanti portandosele come fossero fusicchè togliendogli esca, il fuoco potè essere più facilmente domato. […] Pagato il suo tributo alla causa della libertà, il Pilla tornò all’arte e fu con Salvini, colla Carolina Internari, colla Ristori, per dire dei principali con cui militò. […] In una escursione all’estero ed anche in Italia (tra il 50 ed il 59) diede accademie di declamazione distribuendo agli intervenuti un elenco di titoli di un migliaio di poesie : da alcuni canti della Divina Commedia al Delenda Cartago ; da dei brani dell’Ariosto alla Secchia rapita ; da un brano della Gerusalemme liberata, a certi sonetti metà in italiano, metà in dialetto, che diceva con una comicità ed una naturalezza incantevoli, non trascurando poesie patriottiche assai compromettenti in quell’epoca ; e dal 59 al 66 fu sempre fra i primi a declamare in pubblico le cose del Dall’Ongaro, del Mercantini, del Prati, ecc., ottenendo ovunque successi invidiabili per il vivo sentimento patriottico che in esse sapeva trasfondere mercè i palpiti veri che gli venivano dal cuore. […] Con gli averi, anche la sua forza ed il suo coraggio mise al servizio degli infelici e dei deboli, sicchè di molti e non dimenticati pugni seminò la via percorsa, sempre però per giustificati motivi e non per brutale prepotenza o per vana spavalderia.

23. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 386-389

Prima attrice dei Confidenti, fu una delle più forti artiste del suo tempo, lodata in vita e pianta dopo morta da'più eletti ingegni. Il Belgrano propenderebbe a credere ch'ella, figlia o altrimenti parente di Cesare Nobili, esordisse col padre nella Compagnia dei Desiosi. […] In Venetia | appresso ambrogio dei | M.D.C.XIII. […] Precede una lettera dedicatoria dell’Antonazzoni, e un indice degli autori, tra' quali si notano il famoso Cintio Fidenzi, Comico Acceso, e il non men famoso Capitano Spaventa Francesco Andreini, dei Gelosi. […] Fu Delia de le donne onore e lume, gloria del sposo suo, pompa del mondo, e dei teatri luminosa Aurora.

24. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Recitava il 1845-46 nel teatrino di Donna Peppa, la madre dei Petito ; e come – dice S.  […] ) – il primo attore, tal Comincio, impiegato alla fabbrica dei tabacchi, lo apostrofa spesso con l’aggettivo di furbacchiotto, il lubbione ha soprannominato Fra Pacchiotto il Carbutti, ch’ è l’idolo suo.

25. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « LUIGI RASI. I COMICI ITALIANI » pp. -

L’utilità poi dell’opera è evidente, dacchè la storia dei comici è storia del Teatro ; e dacchè nei secoli scorsi, i nostri attori tennero il primato fra tutti, e diffusero la commedia italiana, specialmente nella forma detta dell’arte, in tutta Europa. E noto come la prima idea di raccogliere le notizie biografiche dei comici italiani venisse a Francesco Bartoli, marito della celebre Teodora Ricci, che le pubblicò in due volumi nel 1783 ; ma d’allora in poi molto altro era da aggiungere sia di nuovi nomi, sia di altri particolari sugli attori già noti ; e a ciò più specialmente contribuirono il Sand e il Campardon in Francia, fra noi il compianto Adolfo Bartoli e altri. […] Richiamo vivamente tutta l’attenzione dei miei lettori sopra una grande e coraggiosa pubblicazione d’un erudito coraggioso e pieno d’ingegno e d’amore per l’arte e per la storia dell’arte. […] L’edizione è magnifica : oltre allo splendore della carta e dei tipi, noto la ricchezza delle incisioni, tratte con scrupolosa fedeltà dagli antichi disegni : il testo, così vivo ed esatto, sembra più vivo ed esatto illustrato da immagini che rievocano il tempo in cui i comici, questi poveri esseri della gloria rumorosa ed effimera, vissero la loro vita agitata, fra le miserie e le gaiezze, fra gli applausi e le insurrezioni delle platee. […] …… chi si propose di scrivere la storia dei comici italiani fece opera nobile.

26. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo undecimo »

Dir dunque dei        Che ha confin l’infinito, o non son Dei. […] I vizi dei grandi artefici sono più pericolosi degli altri ai progressi dell’arte, perché autorizzati da un più eccellente esemplare. […] Così la posterità, la quale riporrà certamente Metastasio in un seggio di gloria vieppiù luminoso di quello dei Cini, dei Passavanti, dei Burchielli, dei Varchi, dei Salvini, dei Dati, e dei Salviati, o adotterà quelle formole mosse dall’autorità dell’inventore o gli perdonerà volentieri qualche neo di stile e di lingua in grazia degli affetti che sentirà strapparsi dal cuore. […] Ma questo, oltracchè l’esame riuscirebbe troppo prolisso, è stato di già felicemente eseguito da parecchi scrittori, e s’esseguisce al presente da una radunanza di letterati impiegati nel far dei commenti a ciascuno dei drammi di questo poeta, e che verranno dati alla luce dalla Società tipografica di Nizza. […] Essa è come il governo dei tiranni, i quali o regnano dispoticamente fra la strage e il sangue, o perdono il trono e la vita.

27. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Fu anche scrittore di versi, e lo stesso Bartoli riferisce un prologo, nè dei migliori, nè dei peggiori, ch'egli dettò per Luigia Lapy, quando assunse in Cremona il ruolo di prima donna, e ch'ella recitò, applauditissima, spettatrice Maddalena Battaglia, alla quale eran rivolte assai parole di lode, e la quale terminava allora di recitare su le medesime scene.

28. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 249

Recitava intorno al 1623, nella Compagnia dei Comici Uniti sotto la maschera di Dottor Graziano Forbizone da Francolino. […] (Bologna, erede dei Cocchi s. d.

29. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Mediolani 20 Iunii 1601. » pp. 242-244

Baschet 244 — a proposito dei Due Simili recitati al Louvre dai Fedeli la sera del 14 settembre 1613, dice che il Pellesini aveva allora ottantasette anni : sarebbe nato dunque il 1526), fu uno dei più grandi Zanni del suo tempo, più noto col nome di Pedrolino. […] F.) egli era a Ferrara ; e nel medesimo anno la sua Compagnia si fuse con quella dei Confidenti che aveva a capo la Vittoria (Piissimi). […] Il D'Ancona la dice dei Gelosi : ma non eran gli Uniti ? […] Del 1601 abbiamo la seguente lettera dei Comici Uniti, che ritengo inedita e che traggo dall’Archivio di Stato di Milano : Archivio di Stato in Milano.

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