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76. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 169

Gli sopravvissero la moglie Annetta e un figlio, Luigi, dimoranti a Perugia.

77. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 294

Sono da aggiungersi il figlio Gaetano e la nuora, e la figlia Marianna.

78. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Fu poi il primo attore della Compagnia di Giovanni Internari, figlio della celebre Carolina, e ricordo di aver sentito da lui la prima volta I nostri buoni villici di Sardou, in cui con molta perizia sosteneva il personaggio del Conte.

79. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 362

Si diede per due anni agli studi musicali in Mantova colla famosa Lotti, sotto la direzione del maestro Antoldi ; studi, i quali ella dovette abbandonare quando più le arrideva l’avvenire, per la decisa avversione che i parenti avevano al teatro ; ma i quali furono a lei di non poca utilità nell’arte comica, giacchè trovo ne’giornali del tempo, come essendo l’autunno del ’54 serva nella Compagnia diretta da Luigi Robotti, in società con Gaetano Vestri, a vicenda con Carlotta Diligenti, ella cantando al Gerbino di Torino in una commediola di Federigo Robotti figlio della celebre Antonietta, riportasse un compiuto trionfo.

80. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 683

Amputata a lui una gamba per tumor bianco nella clinica di Bologna, il 1844, e recatosi per ordine di medici a Pisa, vi stette mantenuto dal figlio Antonio fino all’ anno della sua morte che fu il 1859.

81. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 810

Venuta questa grandicella, e mostrate chiare attitudini all’arte, dovè l’Elisa dividersi dal marito (che seguiva la figlia, scritturata nella Compagnia Ceresa e Cuniberti) formando una piccola compagnia col figlio del capocomico Barnato.

82. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1035-1036

Mortole il marito, avrebbe potuto condurre vita agiatissima fuor dalle scene, ma suo nipote, Luigi Riva, figlio di Francesco e della sorella sua maggiore, buon attore, ma rotto a’ vizj, la consigliò e persuase a continuar l’impresa, offrendolesi compagno nel condur la compagnia, che si chiamò appunto Goldoni e Riva.

83. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 578-579

In un articolo del Fanfulla della Domenica del 1° gennajo 1888, Giuseppe Costetti lo dice non figlio d’arte, mentre il Colomberti lo fa nascer da genitori oriundi napoletani che esercitavan l’arte drammatica.

84. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 530

Il 1819-20 fu servetta in Compagnia di Vestri e Venier, col marito Francesco e il figlio Gustavo, generici.

85. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1034

Fratello, o figlio, del precedente, e per non esser con lui confuso, detto in arte il Gnudin, fu per varj anni primo attore e primo amoroso in compagnie di grido, quali del Goldoni e del Perotti ; morì il 1827.

86. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 56

Majani Giuseppe, figlio del precedente, e più noto in arte col diminutivo di Majanino, sostituì il padre, vecchio, nelle parti di primo innamorato, in cui riuscì a perfezione per la eleganza della persona, la pieghevolezza della voce, la facilità della memoria.

87. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 484-498

Non poche sortirono buon successo, come La Spia, L'unico figlio, Le ragazze scherzano, ecc. […] Nel carnovale '90-'91 interpreta per la prima volta la parte di Jago al Niccolini di Firenze con Andrea Maggi, Otello : poi torna in Russia, acclamatissimo come a' primi tempi, poi si aggrega a questa o a quella Compagnia per dar di quando in quando alcuna rappresentazione in pro della Cassa di previdenza per gli artisti drammatici, di cui egli è Presidente ; poi, finalmente, nell’anno di grazia in cui scrivo (1903), egli crede di dare un addio alle scene a fianco di suo figlio Gustavo, recitando l’Otello, la Morte Civile, e l’Oreste (Pilade), e mostrando ancora, (tranne forse ne'rari momenti, in cui ricordavano i suoi ammiratori di altri tempi il cannoneggiar d’una frase), tutta la freschezza e la musicalità della recitazione, tutto l’impeto della passione, tutta la profondità dell’interpretazione. […] — Eh, nientemeno…. tuo figlio ha rubato…. » Sia Ammiraglio, sia Principe, sia Re, sia Dio…. in terra, io gli dirò : non è vero !!!!! […] E Il figlio delle selve ?

88. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1021-1022

Giaratoni o Geratoni Giuseppe, ferrarese, nato verso il 1639, figlio, forse, del precedente, si recò a Parigi come stipendiato nella Compagnia italiana.

89. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 125

.° 2, nella quale recitò la prima volta a fianco del figlio Belli-Blanes (V.).

90. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 326

Rasi Giulio, Gaspare (il secondo nome assunto all’ entrar nell’arte per ammirazione grande verso l’attore Lavaggi), figlio di Antonio e di Maria Berghinzoni, nacque a Ravenna il 29 ottobre 1845.

91. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 109-112

Celebre capocomico, figlio di Abramo, piccolo possidente, nacque in Casal Pusterlengo verso il 1785, ed ebbe una mediocre educazione, nonostante gli anni trascorsi al seminario di Lodi, ove fu testimonio di sul campanile della chiesa della battaglia data sul ponte della città agli austriaci dal generalissimo Bonaparte. […] A complemento di questi cenni, metto qui l’elenco della Compagnia per la quaresima del 1842, secondo la distribuzione dell’ originale, e il suo repertorio : Prima amorosa Matilde Chiari Servetta Amalia Colomberti Prima attrice Adelaide Ristori Madre nobile Adelaide Fabbri Attrici generiche Angela Buccinieri Rosa Rizzoli Maria Leigheb Maria Mascherpa Altra amorosa Argenide Dondini Caratteristica Teodora Dondini Primo attore assoluto Antonio Colomberti Primo amoroso Giovanni Leigheb Altro amoroso Agostino Buccinieri Generici Ettore Dondini Enrico Ristori Giuseppe Bignami Francesco Paolini Parti brillanti Cesare Dondini Parti d’aspetto Luigi Cardarelli Parti ingenue Augusta Ristori Cesare Ristori Suggeritore Astorre Rizzoli Poeta Iacopo Ferretti Caratterista e Promiscuo Luigi Gattinelli Tiranni e Padri Paolo Fabbri Primo generico di riguardo Achille Dondini Generici Giorgio Vismara Antonio Ristori Paolo Riva Macchinista — Trovarobe — Due Traduttori — Apparatore repertorio Torquato Tasso di Goldoni – La discordia di quindici anni – Il figlio assassino per la madre – La fedeltà alla prova – Il diadema di Nota – Ditta Scaff e Clerambeau di Scribe – Un fallo – La finta ammalata di Goldoni – Il mulatto – Un matrimonio in Francia sotto Luigi XV – Rifiuto e vendetta – Il custode della moglie altrui – Il galantuomo per transazione di Giraud – Un bicchier d’acqua – Il dominó nero – Pamela nubile di Goldoni – Una catena di Scribe – Gl’ innammorati di Goldoni – Il flagrante delitto – Eulalia Granger – La calunnia di Scribe – Maria Stuarda – Don Cesareo Persepoli – La lettrice – La Pia de' Tolomei – La fuga dal forte di Sant’Andrea di Venezia – Il testamento di una povera donna – La cognata – Don Marzio alla bottega del caffé di Goldoni – Il proscritto – Malvina – Felice come una principessa – Filippo – Papà Goriot – I due Sergenti – Marion de l’Orme.

92. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 382-383

Dallo studio del barone ö Byrn sui Comici italiani alla Corte di Polonia e di Sassonia, si apprende come, nel 1748, la sola Marianna Bertoldi col figlio Antonio, l’Arlecchino, prendesse parte alle rappresentazioni straordinarie di Varsavia per l’inaugurazione del nuovo teatro, che fu il 3 agosto, onomastico del Re.

93. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 312

Figlio di Luigi, impiegato postale, nacque a Venezia il 27 settembre del 1826 : e nel’48 fu soldato sotto il Governo provvisorio, assieme a Paulo Fambri, e al figlio di Daniele Manin.

94. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 404

Continuò egli a recitare scritturato in compagnie di ordine vario, finchè, divenuto il figlio Luigi primo amoroso della Compagnia Perotti, carico d’anni, si ritirò dalla scena.

95. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 680-681

Vuolsi ch'egli dovesse la sua rovina a una perdita di 4000 ducati, cagionatagli da false speculazioni di suo figlio.

96. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 706

Corsini Alceste, figlio di Ludovico Corsini, Stenterello di pregio, nacque a Firenze, e si diede giovanissimo all’arte di suo padre, esordendo con una Compagnia da lui accozzata alla meglio a Piombino nella maschera di Stenterello, e peregrinando poi con incerta fortuna da Piombino a Cecina, da Cecina a Montecatini, da Montecatini a Pontedera, poi a Pistoia, poi…. poi…. fino a Nizza, lottando colla fame, affrontando privazioni di ogni specie, senza che mai lo prendesse lo sconforto.

97. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 385

Passò per un triennio nella Compagnia Mascherpa al servizio dell’Arciduchessa Maria Luigia, per rientrar nella Reale di Torino, prima attrice assoluta, al fianco sempre del marito, amoroso, a vicenda con Carlo Romagnoli, fino a tutto l’anno '52, dopo il quale fe'compagnia col maggior figlio di Luigi Vestri, Gaetano, lanciando prima attrice giovine la figlia Luigia, che del Vestri doventò poscia la moglie.

98. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — (Sabato 7 giugno 1659).(Sabato 28 giugno 1659). » pp. 420-423

Delle poesie di lei vider la luce alcune Poesie musicali composte in diversi tempi, aggiunte alla prima edizione dell’Inganno fortunato, e una raccolta di rime, intitolata : Rifiuti di Pindo, edita in Parigi nel 1666, in 12°, sotto’l nome di Aurelia Fedeli, a proposito del quale si levaron dispute e contese fra’letterati : quello sostenendo che fu per semplice error di proto stampato Fedeli e non Fedele, cioè Aurelia, comica fedele ; questo immaginando che il nome di Fedeli sia quello d’un secondo marito, dovendosi escludere l’error del proto, il quale sarebbe stato continuato da lei e dal figlio di lei, che nelle sue liriche indirizza una poesia a Brigida Fedeli sua madre, a cui tien dietro subito la risposta della signora Brigida Fedeli, madre dell’autore. […] Che altri la chiamasse pel suo nome di guerra, capisco : ma non capirei che altri potesse chiamarla col nome del secondo marito (e il figlio specialmente), giacchè sappiam per uso come un’attrice porti con sè oltre la tomba il nome col quale diventò famosa.

99. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — (Corriere di Napoli, 19 febbraio 1899). » pp. 270-274

Basti che intanto se ne citino alcuni, i quali, nella lor varietà dànno un’ idea ben chiara della morbidezza e vigorìa del suo talento : Stuarda di Schiller – Medea di Legouvé – Norma di D' Ormeville – Messalina di Cossa – Amleto di Shakspeare – Maria Antonietta di Giacometti – Suor Teresa di Camoletti – Teresa Raquin di Zola – La Signora dalle Camelie di Dumas figlio –  Fernanda di Sardou – Adriana Lecouvreur di Scribe – Il Signor Alfonso di Dumas figlio – Le Gelosie di Lindoro di Goldoni – La Casa Nuova di Sardou – La Donna e lo Scettico di Ferrari – La Giorgina di Sardou – Il Casino di Campagna di Kotzebue – Antony di Dumas – La Vecchia e la Nuova Società di Feuillet – Il Codicillo dello Zio Venanzio di Ferrari – Giuditta di Giacometti…. ecc., ecc., ecc.

100. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 608

Morto Vizentini, il celebre Thomasin del Teatro italiano, Catolini tentò di sostituirlo, riapparendo la sera dell’8 ottobre 1739 nella parte di Arlecchino Hulla ; ma anche ’sta volta fu poco più che tollerato, e dove cedere il posto ad Antonio Costantini, figlio natural di Costantino Costantini, il rinomato Gradelino.

101. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 75-76

Del repertorio di Achille Torelli, e specialmente di Fragilità che fu scritta per lei, fu a'bei tempi antiqui interpetre eccellente, unica : in quello di Dumas figlio, Francillon, Moglie di Claudio, Diana di Lys, non ebbe rivali, fuorchè Eleonora Duse.

102. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 286

Fu il '71-'72 seconda donna della Compagnia Sadowski, diretta da Cesare Rossi, al Re Vecchio di Milano e il 3 dicembre '71 vi creò per sua beneficiata la parte di Lidia nella Visita di Nozze di Dumas figlio.

103. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 347-348

Benini Ferruccio, figlio del precedente, nacque a Genova il 1854.

104. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 689

Coltellini Giuseppe, figlio di un intraprenditore di lotto, nacque a Cortona verso il 1800.

105. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 17

Se tu lo avessi veduto nelle parti di Balandar, nella Catena di Scribe, nel Marchese Ciabattino e nel Bruno filatore, nel Capitano Carlotta, nelle Damigelle di Saint-Cyr, come l’ho veduto e udito io, comprenderesti come abbia potuto trasfondere il suo brio e la sua vivacità al figlio Claudio, che molto rammenta il padre suo.

106. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 180

Cintio era Giovanni Battista Costantini, fratello di Mezzettino e figlio di Domenica.

107. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Piacenza li 4 marzo 1640. » p. 287

Nacque a Firenze il 24 marzo 1830 da Vincenzo Petrotti (e non Pietrotti come fu chiamato in arte il figlio Santi) e da Rosa Gentilini.

108. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Milano, 1°Aprile 1803. » pp. 318-327

Belli Paolo (Blanes Pellegrino), figlio di Vincenzo Belli e di Maria Romei, fu trascinato dall’ amore dell’ arte comica, tenuta in non troppo alto conto al suo tempo, a fuggire di casa per iscritturarsi non sappiamo più in quale compagnietta di zingari. […] Giuseppe, e di tutti i Santi protettori ed Avvocati, acciò lo assistano nel punto estremo di sua vita, si apprende come dopo aver lasciato alla Carlotta Corazzi sua diletta consorte (sic) (era una nobile signora veneziana che sposò nel 1817, e dalla quale poi visse diviso) il medesimo trattamento che riceveva vivente il marito, e di avere nominato erede universale il figliuolo Alessandro ch’egli ebbe legittimamente dalla moglie, lasciasse otto scudi fiorentini al mese sua vita natural durante a Coriolano figlio naturale ch’ egli ebbe dalla signora Margherita della Rose, dimorante a Milano e presso un farmacista Cataneo, il quale prega vivamente di cure e assistenze speciali a detto figlio sinchè non sia pervenuto all’età maggiore.

109. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 969-973

Egli entrò, si può dir, nella vita vissuta con una lieta avventura, ch’egli così ci racconta : Il giorno della partenza per Napoli si presentò una vecchierella dicendoci piangendo che da 3 anni non aveva notizie di un figlio che stava in Sicilia, comico, e pregandoci di ricercarlo e fargli pervenire una sua lettera. […] Va da Palermo a Caltanissetta e da Caltanissetta a Piazza, ed il mulo davanti alla lettiga ov’è l’Adelaide Vitaliani col figlio Cesare cade ; la lettiga esce dalle stanghe e rotola nel vallone ; e l’Adelaide ne ha tal commozione viscerale che muor poco dopo a Palermo. […] La signora Valery mi mandò della biancheria e un abito di lana nera ; la cosa fece chiasso in città ; furono fatte solenni esequie, e baciata un’ultima volta la povera morta, la deposi nella tomba vicino al figlio ed al fratello.

110. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 850-853

Generici : Simeni – Civili minore – Appelli – Sacchetto figlio – Civili maggiore – Pertica figlio.

111. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 995-998

Francesco di Paola a Torino, gli furon fatte solenni esequie a cura del figlio Gaetano, comico al servizio di S. […] Al dolore del figlio suo Gaetano Gattinelli cosi diletto alle scene torinesi col più profondo sentimento del cuore sinceramente partecipiamo.

112. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 732-736

Ferrarese, figlio di Zanone Zanoni (nell’ediz. de'Motti brighelleschi, pubblicata a Torino nel 1807 dal figliuolo Alfonso è Zannoni coll’n doppia), dopo di avere con buona riuscita recitato tra' dilettanti della città natale, si diede per le non floride condizioni di famiglia all’arte drammatica, scritturandosi subito con Gerolamo Medebach, e passando poi con Antonio Sacco, del quale sposò nel 1750 la sorella maggiore Adriana, vedova di Rodrigo Lombardi (V.), e col quale andò il '53 in Portogallo. […] Nella raccolta di Torino 1807, aumentata dal figlio, figura fin anco il sonetto per la Malloni (V.) di Fra Ciro di Pers Celia e Maria, voi siete mare e cielo, un de' più begli esempj di achillinismo, che in bocca di Brighella avrà destato il risolino di compiacenza, Dio sa di quante svenevoli ascoltatrici.

113. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 914

Napoletano, figlio di Antonio, primo innamorato, e capocomico egregio, morto il 1733, e di Isabella, prima donna, morta in età cadente il 1778, si diede all’arte dei parenti, recitando con mediocre successo le parti d’innamorato.

114. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 625-626

Vedova Nicola, di Venezia, figlio di Pietro (V.

115. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO I » pp. 116-223

Ma poco stante Seleuco rileva da Ircano, che Artamene è Demetrio suo figlio, e ne manda a sospendere l’esecuzione. […] L’agnizione di un figlio di Manasse salvato dal sommo sacerdote, forma gran parte del bello di questa tragedia. […] Or che mi cale Di scettro e regno, se mi togli un figlio? […] Si ode un gran romore, si distinguono gemiti e lamenti, Penelope teme pel figlio. […] Ella intanto l’ascolta, ed al fine si sovviene del figlio.

116. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 17

Ecco come il figlio Adamo ne’suoi Quarant’anni di Storia del Teatro de’Fiorentini (Napoli, 1878, pag. 66) ci racconta la cosa.

117. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 185-186

Le due Compagnie partirono da Blois per far ritorno a Parigi, quando Enrico il bearnese, figlio della Albret, si promise sposo a Margherita, la figlia di Caterina De Medici.

118. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 386

Fu, il ’57, prima attrice della Compagnia Pisenti ; e, non levatasi a grandi altezze, pensò bene di scritturarsi qual prima attrice giovine, il ’60 con Giovanni Boldrini (aveva già sposato nel ’58 Luigi Beseghi comico, figlio della precedente), il ’61 con Francesco Coltellini, il ’62 con la Pieri-Tiozzo, e il ’63 con la Compagnia Romana, in cui stette sino a tutto il ’69, passando alle parti di seconda donna.

119. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 549

Calloud Gian-Paolo, figlio d’un negoziante di cappelli, nacque a Parma verso il 1810.

120. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 649-650

Dal figlio Luigi nacque Tebaldo, Michele, Amalia e Giulia.

121. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 788-789

Altro figlio di Carlo e Teodora, che seguì l’arte dei parenti, nacque nel 1818 a Ragusa Sicula, e fu attore di pregio per le parti di brillante e di caratterista.

122. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 150-151

La Fragilità e la Verità del Torelli, il Romanzo di un giovane povero del Feuillet, il Giovanni Baudry del Vacquerie, i Sogni d’amore dello Scribe, il Figlio di Giboyer di Augier, il Figlio naturale, il Demimonde e l’Amico delle donne di Dumas figlio, e altri molti lavori d’indole più disparata, uscivan dall’arte di Luigi Monti, di Pia Marchi, di Alamanno Morelli, trasfigurati.

123. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — [Dedica] »

Ma dopo qualche lavoro intrapreso ad ottener un tal fine, mi ritrovai per mancanza degli opportuni letterari sussidi, come il Dedalo della favola allorché adagiava le piume sugli omeri del figlio «Bis conatus eram… Bis patriae cecidere manus.»

124. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — 1759 – 16 Settembre. » pp. 258-259

Eustacchio ; il quale ci ha detto che giovedì passato, verso le nove di sera, fu chiamato dal signor Balletti figlio, comico italiano, ch’egli trovò nel suo letto, per medicargli la ferita prodotta da un colpo di fuoco : che, avendolo visitato, trovò una piaga non lieve nella carne, alla parte esterna della coscia destra, che egli medicò, e che gli parve causata da una palla, che il Balletti disse di aver ricevuta alla Commedia, mentre recitava nella Camille Magicienne, in cui si sparan colpi di fucile contro una torre, ove il signor Balletti stava rinchiuso con altri comici : che si presume esser causa della ferita uno dei soldati, il quale, sostenendo una parte nella commedia, e dovendo sparare a polvere soltanto, prese nell’intermezzo, inavvertitamente, il fucile carico a palla del soldato in fazione sul palcoscenico, anzichè quello che doveva esser carico a sola polvere ; che se il detto artista non venne subito a far la sua dichiarazione, si fu perchè egli credette non valerne la pena, essendo il fatto accaduto in pubblico, e, com’era da credersi, per semplice inavvertenza o errore ; non per cattiva volontà.

125. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 446-447

Il Bartoli al nome di Biancolelli Domenico, a cui dedica appena due righe, scrive che fioriva nel 1680 ; lo suppone figlio di Niccolò, e lo dice fratello di Orsola.

126. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 652

Beolco), la comica, forse improvvisa, dal Cimadori, il figlio di Zan Polo o Zuan Pollo (Gian Paolo), buffone.

127. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 709-710

Il 13 maggio del 1688, il Duca di Modena scriveva al Conte Marco Verità a Verona, pregandolo di far partir subito per Modena Costantini e suo figlio Gio.

128. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 936-937

« Mi dispiace il dover trattare simil facenda in pregiudicio di quest’altro Comico, ma per Dio il star seco senza notabil danno è impossibile ; vi sia pure per me meno conscienza e guadagno migliore. » Fortunati Giovanni, figlio del precedente, e più conosciuto in teatro col nome di Toto, che gli venne, quasi diminutivo di trotola, per la piccola statura, fu egregio attore come caratterista e come arlecchino.

129. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 45

Che abbia poi questi che vedere con Bernardino Lombardi, del quale il Belgrano non sarebbe alieno dal crederlo figlio o fratello, e suo successore nella maschera di Pedrolino, non mi riesce di capire.

130. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 83

La madre, furiosa contro del figlio, cagione innocente della morte della sorella, lo cacciò di casa.

131. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 227-235

A ben sostenere la parte di Pantalone nella commedia a soggetto, il Perucci dà questo insegnamento : Chi rappresenta questa parte ha da avere perfetta la lingua veneziana, con i suoi dialetti, proverbi e vocaboli, facendo la parte d’un vecchio cadente, ma che voglia affettare la vioventù ; può premeditarsi qualche cosa per dirla nell’occasioni ; cioè, persuasioni al figlio, consigli a' Regnanti o Principi, maledizioni, saluti alla donna che ama, ed altre cosuccie a suo arbitrio, avvertendo che cavi la risata a suo tempo con la sodezza e gravità, rappresentando una persona matura, che tanto si fa ridicola, in quanto dovendo esser persona d’autorità e d’esempio e di avvertimento agli altri, colto dall’amore, fa cose da fanciullo, potendo dirsi : puer centum annorum, e la sua avarizia propria de'vecchi, viene superata da un vizio maggiore, ch'è l’Amore, a persona attempata tanto sconvenevole ; onde ben disse colui : A chi in Amor s’invecchia, oltre ogni pena si convengono i Ceppi e la catena. Dopo di che l’autore dell’Arte rappresentativa dà alcuni esempi di Consiglio, di Persuasiva al figlio, di Maledizione al figlio….

132. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo V. Teatro greco. » pp. 26-81

Emone figlio del re che l’ama, si ammazza, ed Euridice di lui madre che ne intende il racconto, istupidita dal dolore, parte senza parlare, e si uccide come Dejanira. […] Tale era Xenocle (figlio di Carcino, tragico anteriore a Euripide), il quale gli fu preferito da’ giudici, come dice Eliano, sciocchi, o subornati. […] e giudiziosamente s’appiglia a quelle parole: Conosci tu il figlio dell’amazone? […] In Racine Fedra stessa confessa una passione vergognosa, la confessa innanzi a tutti gli spettatori sposa del padre al figlio, e nel primo istante, che se ne crede la morte. […]      A che sei tu d’Ettore figlio, io sposa?

133. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 279-281

Barsi Giuseppe figlio del precedente.

134. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 356

Francesco Antonio Valentino Riccoboni, noto in teatro col nome di Lelio figlio, morì a Parigi il 14 maggio 1772, e fu sepolto due giorni dopo nella chiesa di San Lorenzo.

135. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO IV. LIBRO V » pp. 67-93

Polonio in sua casa spedisce un messo al figlio in Parigi con tante ammonizioni mischiate d’inezie e minutezze, che dimostra la dipintura di un vecchio che cinguetta in tuono famigliare, basso talvolta, e proprio della scena comica. […] Arriva Polonio, il quale gravemente ragiona sulla di lui follia, dicendo: Vostro figlio è pazzo, e tale lo chiamo perchè (a ben riflettere) altra cosa non è la follia se non che uno è interamente matto. […] Vieni forse a riprendere la negligenza di tuo figlio, che indebolito dalla compassione e dalla tardanza obblia l’importante esecuzione del tuo terribil precetto? […] La madre stima tutto ciò illusione pura della disordinata fantasia del figlio. […] La regina vuol bere alla salute del figlio; il re cerca impedirlo; ella si ostina, e bee; il re si contrista . . .

136. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE II — LIBRO X ed ultimo » pp. 161-344

oh figlio! […] Romeo moribondo abbraccia il figlio e la sposa e spira. […] Iroldo soldato alemanno narra le parole di una madre lontana tanto dal figlio. […] Io di Cesare figlio? […] Oh figlio!

137. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 42-49

Andolfati Pietro, milanese, e figlio de’ precedenti, studiò da avvocato per desiderio dello zio prete, citato più su, ma poi volle seguire la professione de’ suoi genitori. […] ), nella Compagnia drammatica di suo figlio Giovanni. « Nel 1788 — scrive Benedetto Croce ne’ suoi Teatri di Napoli (Ivi, Pierro, 1891) — venne una nuova compagnia di comici lombardi, capo Giuseppe Grassi veneto, che già era stato a Napoli.

138. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — 1754, a dì 17 Luglio.Die16 Julii 1754. » pp. 159-160

Giuseppe Antonio Angeleri, di anni 37, figlio del fu Giovanni Angelo Angeleri, assalito da accidente apoplettico, è morto senza ricevere alcun sacramento, e fu sepolto in duomo con sei sacerdoti.

139. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 931-932

Il discorso a’lettori sui Pazzi corretti, commedia scritta per fanciulli, ci racconta come in essa avesse parte il maggior suo figlio di anni dieci, il quale, recitata la Commedia nella villeggiatura di Sala a Parma, vi diede anche un concerto di violino, tal chè fu ammesso alla prova nel concerto di musica del Reale Infante, dal quale si ebbe poi patente di suo Virtuoso di camera.

140. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 988-990

Ne’ dialoghi famigliari cogl’ innamorati e colle donne, sentivasi raziocinando persuaderli a non seguire gli stimoli dell’amore, quando non acconsentiva che un suo figlio, o una sua figlia in matrimonio s’accoppiasse con un oggetto a lui medesimo dispiacente.

141. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 657-659

Sin dall’infanzia gli amici di Luigi solevano dire che suo figlio sarebbe divenuto o un grande ingegno, o un grande zuccone : frase ch'egli andava poi spesso ripetendo, ma pare che da giovine Gaetano desse molto filo da torcere al povero padre che non sapeva come porre un rimedio alle scelleratezze di lui (vedi al nome di Luigi la lettera autografa), nelle quali forse era il germe dell’esquilibrio mentale.

142. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Pisa, li 13 agosto 1745. » pp. 192-197

Il figlio del direttore della Posta del Friuli, quel figlio che si credeva perduto, di cui s’erano fatte tante ricerche, e che si era così amaramente pianto ?

143. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Venetia, 23 di marzo 1675. » pp. 351-354

Batta, detto Pantalone, che in una lettera allo stesso ministro tocca del Beretta ; la scrittura del quale, dice, non sa come possa conciliarsi con quella di suo figlio Virginio, che gli raccomanda vivamente. Il figlio Virginio è quegli che l’Allori chiama inetto al recitare, e di cui dice che ha tanto poca fortuna da per tutto che la compagnia patisce pur assai).

144. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 915-921

O generoso popolo d’Antenòr, tu sol tu puoi la tua speme avverar : se tutti i frutti, quali ei si sian, dell’arte mia son opra del tuo favor, se un tal favore è figlio d’ una felice illusïon cortese del tuo bel cor, tu me la serba, e forse tal ti parrò qual mi fingesti. […] Nella Compagnia di Giuseppe Pellandi, sul finire del ’95, sposò il figlio di lui, Antonio.

145. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 254-257

Un amico di suo figlio, il Casanova, che la conobbe nel 1751, ne fece un ritratto evidente con pochi tratti di penna : dopo di avere parlato del fisico (non era nè bella, nè brutta, ma aveva un non so che, che saltava subito agli occhi, e affascinava), dopo di avere parlato delle sue maniere gentili, dello spirito fine e abbondante, concludeva : …. non s’è potuto trovare sin qui un’attrice che ne prenda il posto, poichè è poco men che impossibile trovare un’attrice la quale riunisca in sè tutte le doti ond’era ornata la Silvia nell’arte difficile del teatro : azione, voce, spìrito, fisonomia, portamento, e una grande conoscenza del cuore umano.

146. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 379-381

Il nonno, orefice, non avuto in troppo odore di santità, dovette abbandonare Roma, sua patria, col figliuolo, giovanissimo, e rifugiarsi a Buje nell’ Istria, dove continuò a esercitar l’arte sua, e dove Augusto, era il nome del figlio, si unì con Antonietta Mazzari, istriana, in matrimonio, dal quale nacque il maggio del 1841 Florido Bertini.

147. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 684-685

Viveva ancora alla pubblicazione delle sue Notizie istoriche e aveva un solo figlio per nome Costanzo (il nome della madre ?)

148. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Teatro di Sofocle. » pp. 104-133

Questi come re de’ re irritato per la resistenza di Teucro gli rinfaccia l’aver egli, che pur non è che un figlio di una cattiva, σὲ… τόν ὲκ της αιχμαλώτιδος, osato ricalcitrare agli ordini de’ supremi capitani. […] Teucro mostra di esser nato di Telamone e di una regina, e si meraviglia come a lui favelli a quel modo Agamennone nipote del barbaro e Frigio Pelope, figlio di Atreo famoso per la scellerata cena e di Cressa colta con uno straniero. […] Dopo un contrasto di Edipo e Creonte, Giocasta nel l’atto terzo cercando di consolare il consorte con iscreditare le predizioni racconta come andò a voto un’ oracolo di Apollo, il quale presagiva che un di lei figlio dovea essere l’uccisore del padre; imperciocchè essendo stato il bambino esposto sul monte Citero, il padre cadde per altra mano, avendolo ucciso alcuni ladroni in un trivio. […] Edipo sicuro di essere egli quel figlio colpevole additato dal l’oracolo, chiude con passione ed energia tutte le sue sventure in queste brevi querele: Terribile destino, ecco una volta Tutti svelati i tuoi decreti!

149. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 566-567

E gl’inviti son passati di Stenterello in Stenterello, come di padre in figlio, eredità incomprensibile di guitteria in quel costante ripetersi di spropositi sciocchi e di versi che non tornano.

150. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 28-29

Dovè recarsi a Parigi verso il 1644, perchè il 9 gennaio dell’anno seguente fe'battezzare nella chiesa di Saint Germain-l’Auxerrois, un figlio per nome Carlo Francesco, ch'egli ebbe dalla moglie Luisa Gabrielli (comica anch'essa, sotto nome di Lucilla, che recitò molto applaudita nella Finta pazza di Giulio Strozzi), tenutogli a battesimo da Francesco di Bassompierre, maresciallo di Francia, e da Anna Dufay per conto dell’alta e potente principessa Carlotta-Mar- gherita di Montmorency, principessa di Condè.

151. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 57-58

Era figlio dell’arte.

152. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 347-348

Delle cinque creature non abbiam notizia che di due : Luigi, Lelio, del quale s’ avrà da discorrer lungamente, e Bartolomeo, soldato di fortezza di Modena, che il giugno dell’ '83, provocato da altro soldato di fortezza, figlio di Carlo Curti della guardia del Duca, e seco lui costretto a battersi con la spada, lo distese morto, passandogli il fianco.

153. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 44-148

Tale era Senocle (figlio del tragico Carcino anteriore ad Euripide) che più di una volta venne a lui preferito da’ giudici, al dir di Eliano, sciocchi o subornati. […] e giudiziosamente si appiglia subito a quelle parole, Conosci tu il figlio dell’Amazone? […] A che sei tu d’Ettore figlio, io sposa? […] Nell’atto terzo un Messo riferisce la venuta d’Illo figlio di Ercole con un esercito a favore de’ congiunti. […] Vedete quì il figlio di Giove che colla dorata falce ammazza l’idra di Lerna.

154. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 88-136

Polonio in sua casa spedisce un messo al figlio in Parigi con tante ammonizioni miste ad inezie e minutezze che spiegano il carattere di un vecchio che ciancia in tuono famigliare, basso di tratto in tratto, e proprio della scena comica. […] Viene Polonio, che prende gravemente a favellare sulla di lui follia, dicendo: Vostro figlio è pazzo, e tale lo chiamo, perchè (a ben riflettere) altra cosa non è la pazzia, se non che uno è interamente matto. […] Vieni forse a riprendere la negligenza di tuo figlio, che indebolito dalla compassione e dalla tardanza obblia l’importante esecuzione del tuo orribile precetto? […] La madre stima tutto ciò illusione pura della disordinata fantasia del figlio. […] La regina vuol bere alla salute del figlio; il re cerca impedirlo; ella si ostina, e bee; il re si contrista… Tornano i competitori all’assalto; si colpiscono entrambi, e restano feriti.

155. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 130-141

La robustezza del suo petto era tale, ch'egli potè a sessantacinque anni replicar più sere il Saul e l’Aristodemo ; quel Saul, nel quale egli fu sommo, e pel quale vuol la leggenda di palcoscenico ch'egli si mostrasse geloso del figlio Gustavo. […] Morì a Treviso fra le braccia del figlio e della moglie, in tardissima età. […] No, della gloria il palpito non è figlio dell’or, nè quel desio ch'erge al Genio teatri e templi a Dio.

156. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 432-442

Da una memoria, scritta a posta per me, del figliuolo avvocato Alessandro, riferisco le notizie dei primi anni di sua vita : Il povero papà è nato a Fano alli 19 novembre 1829 da Nicola Rossi e Caterina Lombardi, loro decimo figlio. […] Giunsero a Fano le prime voci dei moti di Lombardia e del Veneto, si formò segretamente una compagnia di volontari organizzata dal conte Annibale di Montevecchio, figlio di quel Giulio che fu amico del Foscolo, e i fratelli Rossi, fra i quali era mio padre, scapparono da Fano per recarsi a Vicenza. […] Alla fine di quell’anno, stanco, sfiduciato, povero, ammalato, desolato per la morte della moglie, mio padre decise di dare un addio alle scene, e col figliuolo in braccio, ritornò a Fano, ove la madre Caterina aveva già ottenuto il perdono del marito per quel figlio che ritornava da lontano, avendo fatto il viaggio più a piedi che in diligenza, e portando tutto il suo bagaglio, dentro una calsetta.

157. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori.  » pp. 245-317

Un figlio svenato, una madre in atto di trapassare il cuore all’altro, un padre trafitto dallo spettacolo del primo e spaventato dall’irrevocabil morte imminente dell’altro. Egli prega, piagne, smania, vuol morire in vece del figlio, e la madre disumenata insultandolo risponde: Hac qua recusas, qua doles ferrum exigam. […] Porta l’ultimo colpo all’infelice madre il pensiero che sopravviene ad Ulisse di spargere al mare almeno le ceneri di Ettore abbattendo la di lui tomba, quando non si possa avere il di lui figlio per ucciderlo. […] Parlando palesa il figlio, e tacendo, senza salvarlo, soffre che si profanino e dispergano le amate reliquie del gran consorte. […] figlio, e nipote Olinto!

158. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO I. Tragedie. » pp. 4-67

L’effetto di questa favola è l’ ammirazione che risulta dall’eroismo di Gusmano il quale preferisce la propria fede alla vita di suo figlio. […] Una contessa di Castiglia cieca d’amore per un principe Moro appresta il veleno al proprio figlio per rendere l’ambizioso amante signore di se stessa e del suo stato. […] Dulcidio annunzia al figlio Aluro che dee morire essendo il di lui nome uscito dall’urna. […] Megara ti attende, dice Dulcidio al figlio, e questi differisce di obedire per ammazzar prima Giugurta. […] Salva entrambi, Ma se il figlio non puoi, Roma almen salva.

159. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Vicenza, 24 novembre 1587. » pp. 308-309

Co’ secondi Gelosi no certo : chè non si recarono in Francia fuorchè nel ’99…. e nel ’79 eran molto probabilmente a Firenze, dove Isabella Andreini diede alla luce il figlio Giambattista.

160. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 444-445

Il Biancolelli scrisse grandissimo numero di produzioni in verso e in prosa, con e senza musica, ora solo, ora in società con Legrand, Riccoboni padre e figlio, e Romagnesi, così per l’Opéra comique, come pei teatri di provincia e pel Teatro italiano.

161. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 547-549

Antonio Stacchini ebbe, fra altri, un figlio, Paolo, stato artista alcun tempo ; e morì a Firenze il 19 marzo 1893.

162. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « LIBRO VIII. Teatri settentrionali del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 232-294

Misera libertà, patria infelice, Ingratissimo figlio! […] Savage sventurato figlio dell’inumana contessa di Macclsfields, la cui memoria eccita il fremito dell’umanità, privo d’ogni umano soccorso coltivò fralle miserie la poesia. […] Nuova Medea l’Imperatrice trafigge il proprio figlio. […] Mi ha superato, dice, nell’arte mia; di me più fiera ha trucidato il figlio; me ’l porgi, lascia che me ’l divori. […] «Ah, dice Comala, altri esser non può che il nemico di Comala, il barbaro figlio del re del Mondo… O spirito di Fingal, vieni, e dalla tua nube regola l’arco di Comala, sì che il tuo nemico cada come una lepre nel deserto… Ma che vedo!

163. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori. » pp. 172-221

Un figlio svenato, una madre in attodi trapassare il cuore all’altro, un padre trafitto dallo spettacolo del primo e spaventato dall’irreparabil morte imminente dell’altro. Egli prega, piagne, smania, vuol morire in vece del figlio, e la madre disumanata insultandolo risponde: Hac quà recusas, quà doles, ferrum exigam. […] Porta l’ultimo colpo a questa infelice madre il pensiero che sopravviene ad Ulisse di spargere al mare almeno le ceneri di Ettore, abbattendo la di lui tomba, quando non si possa avere il di lui figlio per ucciderlo. […] Parlando palesa il figlio, e tacendo, senza salvarlo, soffre che si profanino e dispergano le amate reliquie del gran consorte. […] figlio e nipote Olinto!

164. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 999-1001

Gattinelli Gaetano, figlio del precedente, nacque a Lugo l’ 11 dicembre 1806.

165. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO II. Tragedia Cittadina, e Commedia Lagrimante. » pp. 112-127

Ne cangiò lo scioglimento aggiungendovi il fanciullo Tomi figlio del giocatore, che occupa la maggior parte dell’atto V. […] Parve però a molti che l’orrore giungesse a lacerare oltremodo il cuore, che dal compiangere uno sventurato è costretto a passare ad inorridire al furioso attentato di Beverlei, che in considerare a quale stato di miseria ha egli ridotto il figlio, per liberarnelo se gli avventa con un pugnale.

166. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 349-355

V. humilmente li narra, come ha esercitato l’arte comica per il spatio d’anni quatro, e ciò ha fatto per esser figlio d’Antonio che ha seruito tant’anni la Ser. […] Luigi Riccoboni fu naturalizzato francese con lettera del giugno 1723, insieme alla moglie, e al figliuolo Antonio Francesco Valentino ; il 5 aprile '27 ottenne il permesso per due mesi di recarsi a recitare in Inghilterra, e il 25 aprile '29 l’autorizzazione di ritirarsi dalle scene insieme alla moglie e al figlio con l’annua pensione di lire 1000 per sè e per la moglie.

167. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Teatro di Euripide. » pp. 134-207

e giudiziosamente si appiglia subito a quelle parole, conosci tu il figlio del l’Amazone? […] A che sei tu d’Ettore figlio, io sposa? Per dominar sul l’Asia Non per morir tra’ barbari sì tosto Credei produrti, o figlio…. […] Nel l’auto III un messo riferisce la venuta d’Illo figlio di Ercole con un esercito a favore de’ congiunti. […] Vedete quì il figlio di Giove che colla dorata falce ammazza l’idra di Lerna.

168. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VIII. Commedia turca. » pp. 422-425

In assenza del padre se n’invaghisce il figlio ancora, manifesta la sua passione, ed é ascoltato e corrisposto.

169. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Bologna, 23 dicembre 1639. » pp. 5-7

Diedi fede al tuo riso, e il pensier stolto si riscaldò nel simulato ardore : e quando a imitar Venere t’hai tolto, per figlio avesti il mio verace amore.

170. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 616-618

Il Regli, dopo di aver detto che all’ultima recita di Alberto Tessari, e a quella di sua moglie (a’ Fiorentini di Napoli), il pubblico piangeva, e applaudiva con quello spontaneo trasporto, che è figlio della convinzione, scrisse di lei : Tessari Carolina era sorprendente per la robustezza de’suoi polmoni, per la voce maschia ed insinuante.

171. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 674-675

Volata la fama della sua grandezza artistica a Parigi, i comici del Re lo invitarono a recarsi colà, dove esordì il 20 settembre 1759, succedendo a Carlo Antonio Veronese, sotto la maschera di Pantalone in una commedia di Sticotti figlio e Moramberg, intitolata : Le avventure della caccia.

172. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1024-1026

È ricordato da Carlo Trautmann nel suo eccellente studio sui comici italiani in Baviera, come artista, il quale, insieme a Silvestro Trevisano e a Barbetta Alessandro e figlio, andò a unirsi l’anno 1574 nel Castello di Trausnitz presso Landshut, a due saltatori, che vi furon chiamati un anno prima, dopo la fuga di Massimo Trojano, il famoso cantante, suonatore e dilettante comico.

173. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 283-285

Di taluna di esse (del Padre Prodigo di Dumas figlio) affidò la direzione a Paolo Ferrari, il quale, traeva tale gagliardìa dalla disciplinatezza, dalla sommissione, dal volere di noi giovani, che a volte restava in teatro a dirigere dalle dieci di mattina alle quattro di sera.

174. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO X. Ultima Epoca della Tragedia Greca. » pp. 208-215

Secondo Efestione la Plejade Tragica si componeva di Omero il giovane figlio di Mira poetessa Bizantina, di Sositeo, di Alessandro, Anantiade, Sosifane, Filisco e Licofrone. quest’ultimo è il più noto per l’erudito quanto oscuro poema di Cassandra, e per le varie tragedie, delle quali se ne trovano venti rammentate da Suida.

175. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 954-957

Il Cardinale Caetani, raccomandando il 12 aprile 1611 il figlio Scapino al Duca di Mantova, dice che il Siuello era suo amorevole.

176. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 18-21

Dove però mi son fatto onore fu nel figlio nei Due Sergenti, e nel paggetto milanese nel Parini.

177. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 395-399

Aveva sposato, morta sua madre, Maria Anna Richard (da cui ebbe un unico figlio, Giovan Antonio) la quale, rimasta vedova, passò a seconde nozze col signor Duret tireur d’or di Lione, che poi si fece comico.

178. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 401-403

 » Molte sono le opere ch'egli diede al teatro, vuoi solo vuoi in società con Davesnes, Niveau, Laffichard, Dominique, Riccoboni figlio, ecc. ; ma quella che par gli dèsse maggior grido fu una traduzione, o meglio, una trascrizione in versi francesi del Sansone, tragedia italiana in prosa di Luigi Riccoboni, che l’aveva recitata con grande successo la prima volta il 28 febbrajo 1717, sostenendovi la parte principale.

179. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO V. Teatro Spagnuolo Tragico. » pp. 56-148

L’effetto primario di questa favola è l’ammirazione che risulta dall’eroismo di Gusmano, il quale preferisce la propria fede alla vita di suo figlio. […] Una Contessa di Castiglia cieca d’amore per un principe Moro appresta il veleno al proprio figlio per rendere l’ambizioso amante signore di se stessa e del suo stato. […] Per prova di amore egli esige da una madre la morte dell’unico di lei figlio; ed in che fonda la speranza di conseguirlo? […] Dulcidio annunzia al figlio Aluro che dee morire essendo il di lui nome uscito dall’urna. […] Salva entrambi, Ma se il figlio non puoi, Roma almen salva.

180. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 142-145

Eteocle fu ucciso dal fratello, Agamennone fu ucciso dalla consorte, Edipo ha ucciso il padre, Filippo ha ucciso il figlio, e Meneghino non ebbe mai altro nemico che la mestizia de'suoi uditori.

181. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 759-763

Dopo un lungo pellegrinaggio di città in paese, di paese in borgata, di borgata in città, arrivò l’onesto padre alla fine del '96, dopo di che, per desiderio del figlio Vincenzo, allora capitano in Africa, lasciò per sempre il teatro, andando a stabilirsi a Rocca San Casciano, direttore di quella Società filodramatica, a cui diede tutto il suo ingegno e tutto il suo affetto, e da cui fu amato e venerato fino all’estremo giorno (30 marzo 1899) come un babbo.

182. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 570-583

A. come nostro Signore et patrone, e qui umilmente se li inchiniamo con Profonda Riverenza et le bacciamo le sacre uesti — il mio figlio magiore Dio l’inspira di essere frate nella religione Domenicana doue con bona licenza di S. A. me ne paserò a bologna con mia moglie per farlo la figlio de quel monastero che cosi e il gusto di sua madre. — Per mio socero suplico di tutto core insieme con mia moglie di qualche resolezione in bologna per lui suplichiamo dico S. […] r marchese del Buffalo acciò ci fauorischa di entercedere la licenza per noi me ha promesso di fare apresso a Donna Olimpia ogni posibile ma che lassi passare un giorno o dua, cossi hò promesso di recceuere la Gratia ma domandato come sarà la Compagnia io li hò risposto che sarà meglio de quello è adesso, e cossi lui e restato satisfatto et io in conformita del comando ci tornerò e poi ne darò minuto raguaglio. — Me sono informato ch’ el mio figliolo lucha tanto io lo posso far uestire da frate in Roma col farlo figlio del monestero in bologna come se lo uestisse là non sò però a che me resoluerò perche uoglio el gusto del figliolo el quale più aderisse a essere prete che frate. — Suplichiamo S. 

183. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 189-231

É condotto in iscena il corpo di Marco, e Catone gli va incontro dicendo, welcome my son, ben venuto mio figlio; ponetelo alla mia vista, lasciate ch’io conti le sue ferite; chi non torrebbe esser questo giovane? […] Misera libertà, patria infelice, Ingratissimo figlio! […] Savage figlio sventurato dell’inumana contessa di Macclesfields, la cui memoria eccita il fremito dell’umanità, privo di ogni umano soccorso coltivò fralle miserie la poesia. […] “Ah (dice Comala) altri esser non può che il nemico di Comala, il barbaro figlio del re del mondo . . . […] È accolto cortesemente, ma parlandosi di un figlio che hanno perduto mostrano essi tanto dolore, che il giovane intenerito temendo di cagionarli una commozione troppo viva col palesarsi in quel momento, si ritira per riposare, consegnando prima alla madre la cassetta con dire che contiene cose preziose.

184. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Ferrara il dì 27 febraro 1618. » pp. 519-525

Dalle Fatiche comiche sappiamo che fu figlio di un artista della Compagnia de’Gelosi, e che nacque…. ma lasciamo che cel dica egli stesso. […] Ottenutolo, ed inteso da me quello che dimandavo, con la scorta d’una serva mi mandò sopra in un camerino dove trovai il Padre, col quale non occorsero molte parole, per dirgli ch’io fossi ; poi che in vedendomi, benchè non mi raffigurasse per figlio, sentendosi commuovere, gli vennero le lagrime a gli occhi ; ed accertatosi dell’esser mio, abbracciatomi e di li a poco fattomi vedere a’suoi compagni : date le sue sottocalze allo Speziale, e mutato il pelliccietto in un vestito di panno il Sig.

185. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 54-87

Così il suo pensiero era quasi costantemente volto al teatro, al quale avviava il figlio Giambattista. […] « Egli — aggiunge il Bevilacqua in una nota al citato studio, pag. 88, 4 — pubblicò ancora Alcune Rime, fra quelle di diversi altri, In morte di Camilla Rocha Nobili, comica confidente, detta Lelia (Venezia, Ambrogio Dei, 1613) ; due Sonetti ed un Madrigale, premessi fra versi d’ altri autori, al Mincio ubbidiente di suo figlio G. […]  » Quando a Vincenzo figlio del Duca di Mantova piacque di formare una sola ottima Compagnia di tre non compiutamente buone, ebbe in mente l’Andreini come direttore, il quale non accettò le proposte del Principe, perchè legato a’Gelosi, ed in particolare ad Alvise Michiele, padrone della stantia di Venetia. […] Essi sono figli legittimi, o piuttosto variazioni più o meno accentate di un tipo, figlio legittimo del suo tempo e del suo ambiente, dovute alla fantasia e alla perizia de’varj attori che ne assunsero la maschera. […] E se insieme con lor fosse Pompeo, fra i Greci Achille, & il suo figlio Pirro, ancor di Troja Ettòr quel Semideo.

186. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VII. Teatro Latino. » pp. 109-171

Egli prega, piange, smania, vuol morir per lo figlio e Medea disumanata risponde: Hac quà recusas, quà doles, ferrum exigam. […] La visione del consorte apporta con molta naturalezza la comparazione del padre col figlio somministrata da Virgilio, «Sic oculos, sic ille manus etc. […] Dice appresso, che in cambio del di lei figlio morto, bisognerà spargere al mare le ceneri di Ettore, abbattendo la di lui tomba; nuovo terrore per l’infelice, mentre parlando palesa il figlio, e tacendo noi salva dalla morte, e soffre che si profanino, e dispergano l’amate reliquie del consorte. […] Anfitrione infirma al figlio d’implorar da Giove il termine delle sue fatiche, ed egli risponde: ……………… Ipse concipiam preces Jove, meque dignas. […] figlio e nipote Olinto!

187. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 526-529

A questa faccio seguire il sonetto in morte di un suo figlio, il quale ci dà ancor più chiara l’idea delle sue qualità poetiche, e del suo amore a' classici : Come candido fior, che nato appena, del vomere al passar cade reciso, Carlo, moristi, onde perpetua vena di pianto a me bagna le gote e il viso : C'ho sempre avante i tuoi dolci atti, e il riso, e i cari vezzi ; e per maggior mia pena, la Suora tua, ch'or vedi in Paradiso, la tua partita a ricordar mi mena.

188. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 556-560

Ed ebbe un figlio che recitasse : quello che vediamo il 1659 con una compagnia a Vienna, in cui era il famoso Dominique ?

189. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO V. LIBRO VII » pp. 107-140

Da prima, a quel che ci dicono i suoi nazionali, avea egli dato un figlio a Toante, facendolo innamorato d’Ifigenia; ma il sig. […] Ne cangiò lo scioglimento aggiungendovi il fanciullo Tomi figlio del giocatore, che occupa la maggior parte dell’atto quinto. […] Mirabile effetto partorì il quinto su gli animi degli spettatori; ma a molti parve che l’orrore giugnesse a lacerare oltremodo il cuore, che dal compiangere uno sventurato è costretto a passare ad inorridire al furioso attentato di Beverlei che in considerare a quale stato di miseria ha egli ridotto il figlio, per liberarnelo, se gli avventa con un pugnale.

190. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 478-485

E voi non siete figlio di santa Prudenziana. […] Dal registro 326 del Municipio di Perugia (ufficio dello stato civile), sappiamo che Luigi, Giuseppe, Pietro Bonazzi, professore e cavaliere, nato e domiciliato a Perugia, figlio del fu Giuseppe, cuoco, domiciliato in vita ivi, e della fu Celeste Carattoli, donna di casa, domiciliata in vita ivi, marito di Maria Rocchi, morì d’idropisia all’una pomerid. del 2 aprile 1879 nella casa posta in via Sapienza vecchia al numero 2.

191. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 705-716

E la duttilità dell’ingegno egli ha mostrato fino a qui, e mostrerà pur sempre, passando maestrevolmente dalla vasta tragedia shakspeariana alla inguantata commedia di Dumas figlio ; dal fosco dramma nordico dell’Ibsen, dello Strindberg, del Hauptmann alla saltellante comicità del Goldoni ; dall’aurea scoltura della terzina dantesca alle mute contrazioni spasmodiche di Al Telefono ; imperocchè non una parte lo alletti più di un’altra ; e, purchè l’opera sia elevata e umana, egli abbia provato e provi egual godimento intellettuale recitando la tragedia o la commedia : Shakspeare o Beaumarchais. […] Come delle squisitezze di cesellamento nella Resa a discrezione di Giacosa, nell’Amico delle donne, nel Demi-monde e Padre prodigo di Dumas figlio, nel Duello di Ferrari ?

192. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO IV. Stato presente degli spettacoli teatrali. » pp. 293-299

Quanto all’Italia, lasciando a parte que’ melici allori colti dal Zeno ed a piena mano dal figlio dell’armonia e delle grazie Metastasio emulo illustre de’ Rasini e de’ Cornelj, essa ha ben dati nella tragedia e nella commedia e lieti frutti e speranze più liete ancora.

193. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 260-263

Dal suo matrimonio col Riccoboni nacque un figlio, Anton-Francesco Valentino, detto Lelio in Commedia, come suo padre.

194. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 617-622

CORO Sacrosanto Himeneo, Che alberghi in Helicona Con la tua casta madre, Là doue il Pegaseo Fonte, le dotte squadre De i Cigni a bere inuita, Per c’habbin la corona Dal figlio di Latona, Di quella fronde, ch'ha perpetua uita, E d’essa ornati poi, Cantin la gloria de gli eccelsi Heroi.

195. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 2 pp. 2-245

Viene Warton cui Annetta chiede di Prosperino che sopraggiunge col padre che domanda per suo figlio Lucrezina, ed Agostino che arriva a tempo conchiude l’affare stabilendole 10 mila scudi di dote. […] Beato voi, gli dice il padre, figlio, mio caro figlio, abbracciami, sei salvo. […] Torna Tramezzino, e dice che Settimio ed il figlio sono già lontani molte miglia fuori di Genova, e consegua ad Agostino una lettera di Settimio. […] Questo vero figlio della natura (disse il dotto scrittore sulla Musica il sig. […] Ed il buon vecchio mentendo un poco gli dice che del primo suo rifiuto fu causa un cieco errore ; e dice ad Elvira che Adallano sia suo consorte e di lui figlio, illustre figlio e degno di me, di te, degli avi miei.

196. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Teatro di Eschilo. » pp. 75-103

Tali riguardi, sospensioni e cautele erano indispensabili per disporre l’uditorio ad uno spettacolo oltremodo atroce di un figlio che si bagna del sangue di una madre. […] Euforione figlio di Eschilo, oltre ad alcune tragedie da lui composte, vinse secondo Suida e Quintiliano quattro volte con alcune favole del padre, alle quali diede novella forma.

197. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Pistoia, questo dì 21 di ottobre 1589. » pp. 405-415

Se dunque l’ottava maccaronica riferita dal Banchieri ha qualche fondamento nella tradizione, se il comico che la fece, ed è quasi impossibile credere il contrario, verificò una genealogia del dottore da Francolino accettata ed ammessa nel teatro e nelle sue tradizioni, questo Graziano figlio di una Bambagi ed il dottor Graziano de’ Bambagiuoli potrebbero avere vincoli di parentela così stretta da scambiarla per identità. […] Graziano era dunque figlio di un Messer Tommaso e di una Caterina Ferrarese di casa Bambagi ?

198. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 333-339

Serbo una vaga, pallida idea di quegli artisti, tranne più quà, più là, di Cesare Rossi, grandissimo nella parte di Cesare ; ma una assai chiara ne serbo di Luigi Bellotti-Bon, del quale una intera scena mi si confisse nel cervello, e colla scena l’impressione profonda che n’ebbe il pubblico : ….. la scena VIII dell’ atto I, in cui il Conte Carlo insegna al figlio Paolo il modo di salutar da cavallo una signora.

199. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO I. Teatro Tragico Italiano. » pp. 228-273

Lo stile in generale è nobile naturale e vivace, benchè non manchi di varii tratti lirici lontani dal vero e dal naturale sulla morte del valoroso Mustafà condannato da Solimano re de’ Turchi suo padre per gli artificii di Rusteno e della Regina, la quale con tale ammazzamento si lusinga di salvare il proprio figlio Selino e serbarlo alt Impero. […] Solimano per tali insinuazioni, e per una falsa lettera dell’indegno Rusteno, crede traditore il figlio, e a se lo chiama. […] Corradino giovinetto figlio di eroi di re d’imperatori, legittimo signore di Napoli, ucciso su di un palco come un reo volgare per ordine dell’usurpatore del suo regno, è un personaggio tragico che nella storia stessa commuove ed invita a piangere; or che non farebbe in mano di un ottimo tragico?

200. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Alemanno. » pp. 4-31

Il monologo di lei nella seconda scena dell’atto II n’ esprime con vivacità il fatale amore per Mortimero che la predomina, e la memoria del re suo sposo che languisce ne’ ferri, e del figlio ch’ella tiene lontano dal trono. […] Interessa grandemente il di lei dialogo col figlio.

201. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO II. Teatro Alemanno. » pp. 232-252

Il monologo di lei nella seconda scena dell’atto II n’esprime con vivacità il fatale amore per Mortimero che la predomina e la memoria del re suo sposo che languisce ne’ ferri e del figlio ch’ella tiene lontano dal trono. […] Interessante è pur il di lei dialogo col figlio.

202. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo I. Teatro Italiano nel Secolo XVII. » pp. 268-275

Giambatista la Porta, Marco Aurelio Severino, Fabio Colonna, Ferrante Imperato, Giovanni Fabbro, Luca Valerio, Mario Guiducci, Giovanni Terenzio, Cintio Clemente, l’immortal Galileo Galilei figlio prediletto d’Urania, il gran Borelli, il Cavalieri, il Torricelli, il Viviani, Antonio Oliva, Carlo Rinaldini, Niccolò Stenone, Paolo e Candido del Buono, Carlo Dati, Francesco Redi, Lorenzo Magalotti, Tommaso Cornelio, Lionardo di Capua, Sebastiano Bartoli, il Cassini, il Malpighi, il Castelli, il Montanari, il Guglielmini, il Manfredi, Giacinto Gimma, e gli altri illustri membri dell’Accademia de’ Segreti, de’ Lincei 175, del Cimento 176, degl’Investiganti 177, degl’Inquieti 178, de’ Fisiocritici 179, della Società scientifica Rossanese 180 ec., in vece d’inventar parole e di far sistemi181, presero ad esaminar una per una le parti t di quest’ammirando edificio, e colla face dell’esperienza diradarono in gran parte le tenebre, che ne coprivano il magisterio.

203. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XI. Primi passi della Commedia Antica. » pp. 2-15

Alceo comico figlio di Micco era di Mitilene, e rinunziò alla patria per dirsi Ateniese.

204. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 96-104

La Compagnia allora era composta di : Tristano Martinelli, Arlecchino ; Federigo Ricci, Pantalone ; Ricci, suo figlio, Leandro ; Giovanni Pellesini, Pedrolino, che aveva allora ottantasette anni ; Baldo e Lidia Rotari ; Gio.

205. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 245-250

Ma ancora due anni di pazienza, e avrà lasciato per sempre la galera comica, com’ella dice in altra sua da Roma del 20 luglio '44 allo stesso Niccolini, al quale si raccomanda perchè sia dato un impiego a suo figlio, alla cui sussistenza non può pensare, avendo appena il pane per sè.

206. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 724-729

Dopo quell’anno, desideroso di abbandonare le scene, si ritirò nella sua Bologna ov'era ancora la madre più che settantenne, vivente con un figlio, maggiore di Petronio, parroco di un villaggio non molto lungi da Bologna.

207. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO II. Prima epoca del teatro Latino. » pp. 9-90

„Io amo mio figlio (gli dice) e voglio esserne amato. […] Or dunque, Libano amato, ricorro a te, trova queste venti mine, usa del tuo ingegno, ingannami, aggirami, inganna mia moglie e ’l fattore Saurea, fa di tutto; purchè mio figlio abbia questo danajo, mi chiamerò di ogni cosa contento”. […] Il vecchio si abbocca col figlio, gli parla della schiava, dicegli non esser propria per faticare nella loro casa, ma volerla comperare a conto di un amico che gliel’ha chiesta. […] Disegna adunque il vecchio di proporre a’ nemici la permuta del proprio figlio per Filocrate; e per trattarla concede al creduto Tindaro l’andare in Elide, stimandosi abbastanza sicuro avendo in mano, com’ egli crede, un pegno importante nella persona di Filocrate. […] Questi osserva con attenzione uno schiavo venuto in compagnia di Filocrate, e lo riconosce per lo stesso malvagio schiavo che rubò e vendè l’altro suo figlio di quattro anni, e nel ricercarsi le particolarità del ratto e della vendita, trovasi che il servo Tindaro è l’altro figlio di Egione.

208. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda guerræ Punica. » pp. 91-171

Fu questi Cajo Giulio figlio di Lucio e contemporaneo di P. […] Ambivio Turpione e di Attilio Prenestino colla musica di un certo Flacco figlio di Claudio o di lui liberto, come vuole Madama Dacier, benchè non apparisca donde l’abbia ricavato. […] La proposta di una madre sì buona aumenta il dolore del figlio. […] Valerio Flacco colla musica di Flacco di Claudio figlio o liberto. […] Però nel modo stesso a’ miei conservi Che al figlio tu comandi, io pur comando.

209. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Padova, 28 luglio 1674.Venetia, 16 marzo 1675.Venetia, 23 marzo 1675.Venetia, 30 marzo 1675.Venetia, 13 ap.le 1675.Venetia, 20 ap.le 1675. » pp. 28-35

no in particolare per la sua parte et per i travestimenti spagnoli ne è oltre modo desideroso che sia in compagnia, perchè il figlio di pantalone per queste parti non è bono, et poi ha tanto poca fortuna da per tutto che la compagnia patisce pur assai.

210. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 801-806

Recatasi a Padova la Compagnia di Angelo Rosa, il Duse (aveva già sposato una Elisabetta Barbini, padovana, e ne aveva avuto il figlio Eugenio), vi si scritturò in qualità di primo attore giovine per un triennio, formando poi la famosa compagnia (che dal suo nome s’intitolò Compagnia Duse), colla quale, a Padova specialmente e a Venezia, passò di trionfo in trionfo, sia per la prontezza dell’ingegno e i pregi artistici, sia per la fortuna che gli arrise sempre e dovunque.

211. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Venezia il 31 10bre 1837.E il 14 novembre : » pp. 389-402

Dottore Raffaele figlio del fu Pasquale Minardi e della vivente signora Maria Pilati della Parrocchia di S. […] Serafino del vivente Francesco Giorgi abitante in via Castiglione N. 345 e 7, e Giovanni figlio del fu Giuseppe Cerioli abitante in via Castiglione N. 345 e 7.

212. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 23-39

E il tuo figlio adottivo, il cavriuolo, che feritosi nella bocca colle acute punte del cusa, venne da te curato stropicciandovi l’olio salutare del l’incudi; non vuole abbandonare la sua liberatrice» «Sac.

213. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda Guerra Punica. » pp. 129-244

Fu questi Cajo Giulio figlio di Lucio e contemporaneo di Publio Cetego. […] Ambivio Turpione e di Attilio Prenestino colla musica di un certo Flacco figlio di Claudio o di lui liberto, come vuole Madame Dacier, benchè non apparisca donde l’abbia ricavato. […] La proposta di una madre sì buona aumenta il dolore del figlio. […] Valerio Flacco colla musica di Flacco figlio o liberto di Claudio. […] Però nel modo stesso a’ miei conservi Che al figlio tu comandi, io pur comando.

214. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO PRIMO. Risorge in Italia nel secolo XVI la tragedia Greca, ed il teatro materiale degli antichi. » pp. 86-174

O figlio mio, tu non avrai più madre; Ella già se ne va, statti con dio. […] Qual dio, qual legge è che consenta al figlio Farsi consorte de la madre, e nasca Di lor chi sia fratello e figlio al padre, Ed a la madre sia nipote e figlio? […] Preparata con tal maestria sì pressante angustia alla fortuna di Nino e Dirce, per le nozze detestabili del figlio colla madre, e per quelle di Anaferne con Dirce, riesce nell’atto II interessantissimo l’ abboccamento di Dirce oppressa dal dolore con Nino che cerca consolarla. […] In somma se un movimento più vivace rendesse l’azione di questa tragedia meno riposata e più teatrale: se le robuste sentenze non fossero talvolta quasi ravviluppate in una soverchia verbosità: se Merope tentasse di uccidere il figlio, tale non credendolo, con una situazione più verisimile e più vigorosa: se Polifonte col most arsi un innamorato sì fido e costante, a segno di attendere dieci anni la conchiusione delle nozze, non venisse a combattere colla propria ambizione, affetto in lui dominante, e a debilitare il suo carattere essenziale di usurpatore avido di sangue: finalmente se Merope dopo il sommo odio mostrato contro Polifonte in tutta la tragedia non iscendesse fino a piangerlo nella di lui morte e a dirgli, Fosti leal, fosti fedele amante: se tutto ciò, dico, non contrastasse con tanti pregi che ha, potrebbe questo componimento contarsi fra gli eccellenti.

215. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo V. Teatro Francese nel medesimo Secolo XVIII. » pp. 355-388

Serse par che avvilisca il monarca e ’l padre, quando si adopera a favor d’un figlio favorito per sedurre una principessa innamorata dell’altro ch’egli non ama. […] Non ha essa altri mezzi e più certi e più efficaci per liberare il figlio e punire Asur? […] Il Figlio naturale del medesimo autore é tolto in gran parte dal Vero Amico del Goldoni; ma per dirla vi si vede peggiorata la favola italiana, e annegata fra varie situazioni semi-tragiche prese in prestito altrove; e soprattutto vi si trova cotal assettata ristucchevole saviezza in tutti i personaggi, e specialmente nel figlio naturale e in Costanza, che farà sempre sbadigliare chi, pensando di leggere una produzione comica, si trova per le mani un noioso componimento serioso.

216. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO VII [IV]. Teatro Lirico: Opera Comica: Vaudeville. » pp. 192-230

Zoe vede gli ostacoli che si oppongono a tale unione, e prende il partito di partecipare alla di lui madre stessa il disegno del figlio, e ne implora ajuto e consiglio. […] Madama ne ammira la delicatezza e la riconoscenza, e permette che sposi suo figlio.

217. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO II. Tragedie Italiane del XVI secolo. » pp. 28-131

Qual Dio, qual legge è che consenta al figlio Farsi consorte de la madre, e nasca Di lor chi sia fratello e figlio al padre, Ed a la madre sia nipote e figlio? […] Preparata con tal maestria sì pressante angustia alla fortuna di Nino e Dirce, per le nozze detestabili del figlio colla madre, e per quelle di Anaferne con Dirce, riesce nell’atto II al sommo interessante l’abboccamento di Dirce oppressa dal dolore con Nino che cerca consolarla. […] In somma se un movimento più vivace rendesse l’azione di questa tragedia meno riposata e più teatrale: se le robuste sentenze non fossero talvolta quasi ravviluppate in una soverchia verbosità: se Merope tentasse di uccidere il figlio, tale non credendolo, con una situazione più verisimile e più vigorosa: se Polifonte col mostrarsi un innamorato sì fido e costante, a segno di attendere dieci anni la conchiusione delle nozze, non venisse a combattere colla propria ambizione, affetto in lui dominante, e a debilitare il suo carattere essenziale di usurpatore avido di sangue: finalmente se Merope dopo l’odio sommo mostrato contro Polifonte in tutta la tragedia non iscendesse sino a piangerlo nella di lui morte e a dirgli, Fosti ledi, fosti fedele amante: se tutto ciò, dico, non contrastasse con tanti pregi che vi si osservano, potrebbe questo componimento contarsi tra gli eccellenti.

218. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VII. Opera musicale nazionale ed italiana. » pp. 195-212

Che Achille non solo voglia chiamarsi figlio, ma primogenito di Teti, è buona scoperta genealogica per gli antiquarii.

219. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « NOTE E OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 281-290

Pur della tragedia di Seneca parlando per incidenza Luigi Racine, dotto figlio dell’immortal tragico Francese Giovanni, parmi che troppo severamente ne giudichi, quando nelle sue osservazioni sopra la Fedra del Padre, e l’Ippolito di Euripide, fassi a dire: Cet auteur s’écartant entierement d’Euripide, n’observe ni conduite, ni caractére.

220. (1732) Paragone della poesia tragica d’Italia con quella di Francia

Nota al testo Del Paragone esistono due differenti edizioni: la prima, uscita in poche copie su interessamento del Bodmer a Zurigo nel 1732 per i tipi di Rordorf, lo stesso editore che in quell’anno stamperà la traduzione in prosa del Paradise Lost di Milton curata proprio dal Bodmer9; la seconda, postuma, del 1770, pubblicata a Venezia presso Zatta, e allestita per volontà del figlio Galeazzo. […] Taccio que’, ch’al germano, al padre, al figlio per sue voglie appagar dier cruda morte. […] Corneille prosegue mostrando come, ad esempio, il pubblico possa provare pietà per Antiochus, protagonista della Rodogune, figlio della perfida Cléopâtre e innamorato della principessa Rodogune che la madre gli impone di uccidere, oppure per Nicomède, eroe eponimo di un’altra tragedia corneilliana, osteggiato da Arsinoe, seconda moglie del re suo padre, Prusias, al quale vorrebbe succedesse il proprio figlio Attale. […] Allo stesso modo invece questi non proveranno alcuna compassione per la crudele Cléopâtre, ma la paura di incorrere in un pericolo simile, benché più tenue, spingerà una madre a moderare l’arbitraria benevolenza nei confronti del proprio figlio, un marito a non essere troppo deferente nei confronti di una moglie di secondo letto, e il pubblico intero a non tentare di sottrarre ricchezze od onori a terzi attraverso l’uso della forza (ivi, p. 147).

221. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO III. Della vera Commedia Francese e della Italiana in Francia. » pp. 128-191

Di questo genere sono le seguenti: l’Oracolo impressa nel 1740, in cui intervengono tre personaggi, cioè una Fata, Alcindoro di lei figlio e Lucinda, il cui carattere è un tessuto leggiadro di vezzi: le Grazie rappresentata nel 1744, ed impressa nel seguente anno, il cui soggetto si trasse dall’ode III di Anacreonte di Amore immollato dalla pioggia, e dalla XXX dell’istesso. […] Trasse l’Abate da ciò indizio che potesse essere figlio o parente prossimo di qualche magistrato. […] L’Abate ricorre al migliore avvocato di Tolosa, per cui mezzo vien confuso l’usurpatore, e costretto da più testimoni, e dal medesimo suo figlio, a cui Giulio avea salvata la vita.

222. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO I. Teatro tragico Italiano. » pp. 98-130

Lo stile in generale è nobile, naturale e vivace, benchè non manchi di varj tratti lirici lontani dal vero e dal naturale sulla morte del valoroso innocente Mustafà condannato da Solimano re de’ Turchi suo padre per gli artificj di Rusteno e della regina, la quale con tale ammazzamento si lusinga di salvare il proprio figlio Selino e serbarlo all’impero; ma sventuratamente questo caro suo Selino si nasconde appunto nel da lei abborrito Mustafà; per la qual cosa ella disperata si avvelena. […] Solimano per tali insinuazioni, e per una falsa lettera dell’indegno Rusteno, crede traditore il figlio, e a se lo chiama.

223. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 619-638

Morì d’aneurisma il 1838 in una locanda, ove s’era fermato col figlio maggiore per riposarsi la notte. […] Quand’era a’ Fiorentini di Napoli, nel ’65, Alessandro Dumas figlio, recatosi dopo la rappresentazione della Signora dalle Camelie, sul palcoscenico, disse alla Cazzola : « Io mi inginocchio dinanzi a voi.

224. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 881-887

Leandro poteva essere il Ricci figlio del Pantalone.

225. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 958-966

Gabbrielli Francesco, figlio maggiore del precedente, celebre sotto il nome di Scapino, « fu – dice il Barbieri – il miglior Zanni de’tempi suoi ; inventor de’fantastici instrumenti, & di canzonette, & arie gustevoli ; maestro di chitarra alla Spagnuola del Re Cristianissimo, della Reina Regnante, di Madama Real di Savoja, dell’Imperadrice, mentr’era a Mantova, e di tant’altri Principi e Principesse della Francia, e fu sempre accettato tra’grandi come virtuoso, e non come buffone. » E aggiunge ch’ ebbe figli tenuti a battesimo da serenissimi Principi.

226. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo undecimo »

Là senti le disperazioni d’un genitore, che lacerato da più crudeli rimorsi crede di vedersi ad ogni passo l’ombra insanguinata del figlio morto per cagion sua, che l’inacerbisce e l’incalza; qua vedi le smanie di una madre, la quale per comando di disumana legge condotta a morire, niun pensiero si prende del proprio destino, ma sollevando verso il cielo i non contaminati sguardi, chiede ai numi che accrescano al figlio ed allo sposo quegli anni di vita che a lei barbara sorte contende. […] «Prenditi il figlio… Ah no:         È troppa crudeltà. […]         L’empio dimanda amor:         Lo sposo fedeltà,         Soccorso il figlio[…] La fedeltà alla memoria dello sposo, la tenerezza per il figlio, l’odio per il tiranno, lo smarrimento, l’abbandono, l’agitazione dell’una, l’inflessibilità, la ferocia e il despotismo dell’altro.

227. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO II. Prima Epoca del Teatro Latino. » pp. 16-128

«Io (gli dice) amo mio figlio e voglio esserne amato. […] «Or dunque, Libano amato, ricorro a te, trova queste venti mine, usa del tuo ingegno, ingannami, aggirami; inganna mia moglie ed il fattore Saurea; fà di tutto, purchè mio figlio abbia questo danajo, mi chiamerò di ogni cosa contento.» […] Disegna dunque il vecchio di proporre a’ nemici la permuta del proprio figlio per Filocrate; e per trattarla concede al creduto Tindaro l’andare in Elide, stimandosi abbastanza sicuro avendo in mano al suo credere un pegno importante nella persona di Filocrate. […] Osserva questo vecchio con attenzione uno schiavo venuto in compagnia di Filocrate, e lo riconosce per lo stesso malvagio schiavo che rubò e vendè l’altro suo figlio di quattro anni, e nel ricercarsi le particolarità del ratto e della vendita, trovasi che il servo Tindaro è l’altro figlio di Egione.

228. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 164-168

r Carlo (Ricci, figlio), mes.

229. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 646-656

Sempre gli stessi intrighi : è in tutte una scena di riconoscimento, un figlio perduto, ecc.

230. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo primo »

Una madre introdotta da Metastasio in simili circostanze si spiega in poche parole: «Rendimi il figlio mio: Ahi! […] Non ho più figlio[…] Ma è naturale bensì, che Artabano compreso da smoderato desiderio di regnare, al quale ha le sue mire indirizzate, si spieghi col figlio in tali termini: «È l’innocenza, Arbace, Un pregio che consiste Nel credulo consenso Di chi l’ammira, e se le togli questo In nulla si risolve: Il giusto è solo Chi sa fingerlo meglio, e chi nasconde Con più destro artificio i sensi sui Nel teatro del mondo agli occhi altrui.»

231. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO III. Commedie del secolo XVII. » pp. 292-313

Le reciproche tenerezze, il pianto che produce naturalmente quest’incontro, vien dal figlio creduto pietoso artificio della madre affettuosa.

232. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VI. Teatro inglese, alemano, e spagnuolo del medesimo nostro secolo. » pp. 389-417

Savage troppo infelice figlio dell’inumana contessa di Macelesfield, la cui memoria, eccita il fremito dell’umanità. […] Alonso il Dotto, figlio di San Fernando, compose molti versi alessandrini, a imitazion di Berceo, nel dialetto di Galizia; che nel Cisne de Apolo, o sia arte poetica di Carvallo, impresso nel 1602, si novera questo verso di quattordici sillabe tra’ castigliani; e ultimamente che D.

233. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO I. LIBRO I » pp. 12-33

E’ il tuo figlio adottivo, il cavriuolo, che feritosi in bocca colle acute punte del cusa, venne da te curato stropicciandovi l’olio salutare dell’incudi; non vuole abbandonare la sua benefattrice”.

234. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 461-471

Altro figlio del precedente, nacque a Vienna il 3 di luglio del 1708.

235. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo III. La Poesia Drammatica nel Secolo XV fa maggiori progressi in Italia. In Francia cominciano i Misteri. » pp. 194-209

Nell’anno 1486 cominciarono ad imitazione di Roma, e con maggior magnificenza, a rappresentarsi in Ferrara feste e spettacoli teatrali sotto la direzione dell’infelice Ercole Strozzi, figlio di Tito Vespasiano Strozzi Ferrarese146 e niuno vi ebbe (dice l’eruditissimo Tiraboschi) che nella pompa di tali spettacoli andasse tant’oltre quanto Ercole I duca di Ferrara, principe veramente magnifico al pari di qualunque più possente sovrano147.

236. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo nono »

Ma fintantoché il compositore resterà fra cotai cancelli, la musica non avrà né vita né spirito, l’accento spontaneo e naturale delle passioni si convertirà in un intervallo armonico, il quale, appunto perché è figlio dell’arte, non produrrà il menomo effetto sul cuore, che mai non vien mosso da proporzioni astratte o da semplici ragioni numeriche, restringerà ad un picciolissimo numero di modi le varie e moltiplici inflessioni delle quali è capace il linguaggio dell’uomo appassionato, impoverirà di molto l’eloquenza musicale parte escludendo una folla di suoni attissimi a commuovere unicamente perché non entrano nel sistema arbitrario dell’armonia, parte levando a quelli che restano il mezzo più possente della espressione, che è quello di parlar all’anima nostra un qualche linguaggio, e di rappresentarle un oggetto determinato. […] Non solo gli fu negato un impiego onde poter miseramente campare, non solo si vide vicino a perir di fame, ma (ciò che fa.fremere ogni cuor sensibile) in Italia, in quella città stessa, che dovrebbe andar più superba d’averlo avuto per figlio che de’ trionfi, che ne adornano il suo Campidoglio, ebbe egli a soffrire un ignominioso processo.

237. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 137-226

Un Romano chiamato Pomponio ha un figlio ammaliato dalle arti di una cortigiana e dal di lei servaggio cercano ritrarlo il Padre colle ragioni e colla propria autorità, e la Madre per via di devozioni, mezzi che riescono ugualmente infruttuosi, perchè la cortigiana chiamata Aurelia seguita a governare a suo modo il giovine Cesarino. […] Ma le sue opere si pubblicarono quaranta anni dopo che cessò di vivere, cioè nel 1598 da Michele suo figlio che lasciato aveva fanciullo. […] Ah me salvando, Salva il tuo figlio; ed io ne andrò raminga Dove nuova di me quì mai non giunga.

238. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Della musica »

[2.11] Potrà ancora ciascuno avere assai volte avvertito che il sentimento dell’aria sarà concitato e furioso; ma scontrandosi in essa le parole di padre o di figlio, non manca quivi giammai il compositore di tener le note, raddolcendole il più ch’ei può, e di rallentare a un tratto l’impeto della musica.

239. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XV. Satiri: Ilarodie: Magodie: Parodie: Mimi: Pantomimi. » pp. 171-200

Sofrone Siracusano figlio di Agatocle e di Dannasillide contemporaneo di Euripide si esercitò felicemente in questi piccioli onesti mimi, che si chiamavano ηθολογοι, morali.

240. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 269-289

Sofrone Siracusano figlio di Agatocle e di Dannasillide contemporaneo di Euripide si esercitò felicemente in questi piccioli onesti mimi, che si chiamavano ηθολογοι, morali.

241. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 149-268

Alceo comico figlio di Micco era di Mitilene, e rinunziò alla patria per dirsi Ateniese. […] Strepsiade dice di aver bene un figlio, ma che non vuole imparare. […] Non meno piacevole è la scena di Strepsiade col figlio. […] Strepsiade parlando al figlio impiastriccia alla rinfusa tutto quello che ha udito da Socrate di gallo, di gallina, di Giove che non esiste, del turbine che regna in sua vece ecc.; di sorte che il giovane crede che il padre sia diventato matto, e sta pensando, se debba farlo legare e menare in casa a forza. […] Portò il di lui figlio natogli in Siracusa il nome di Filemone il minore, e fu contemporaneo di Menandro, e più volte con lui contese per la corona scenica, e quasi sempre il vinse.

242. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo sesto »

Bo era un ardito guerriero figlio d’Oddino, il cui nome profferivano i soldati all’entrar in battaglia sicuri di riportarne vittoria.

243. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 148-185

Con maggior magnificenza ancora cominciarono nel 1486 a rappresentarsi in Ferrara feste e spettacoli teatrali sotto la direzione dell’infelice Ercole Strozzi figlio di Tito Vespasiano ferraresea; e niuno vi ebbe (dice Girolamo Tiraboschi) che nella pompa di tali spettacoli andasse tant’oltre quanto Ercole I duca di Ferrara principe veramente magnifico al pari di qualunque più possente sovrano.

244. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO IV. La drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 47-73

Con maggior magnificenza ancora cominciarono nel 1486 a rappresentarsi in Ferrara feste e spettacoli teatrali sotto la direzione dell’infelice Ercole Strozzi figlio di Tito Vespasiano Ferrarese63, e niuno vi ebbe (dice il Tiraboschi) che nella pompa di tali spettacoli andasse tant’oltre quanto Ercole I Duca di Ferrara principe veramente magnifico al pari di qualunque più possente sovrano.

245. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO III. Opera musicale Spagnuola e Italiana e Teatri materiali. » pp. 89-108

Che Achille non solo voglia chiamarsi figlio ma primogenito di Teti, è buona scoperta genealogica per gli antiquarj.

246. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 811-

Dumas figlio che in una nota alla Moglie di Claudio e nell’incomparabile preludio alla Principessa di Bagdad ha parole di ammirazione e di gratitudine profonda per l’intelletto eccezionale di lei, che, più che interprete fedele, fu, nella Bagdad specialmente, maravigliosa collaboratrice.

247. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO II. Tragedie di Pietro Cornelio, di Racine e di altri del XVII secolo. » pp. 8-35

Ma l’eccessiva crudeltà di Cleopatra, che qual altra Medea trucida Seleuco suo figlio e perseguita gli altri, fa fremere lo spettatore ed irrita l’ indignazione.

248. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Pastorali: Teatri materiali. » pp. 224-253

Il Teatro Nuovo chiamato, costruito al di sopra della strada di Toledo alle vicinanze della chiesa di Monte Calvario, fu opera nel suo genere mirabile del Napoletano Domenico Antonio Vaccaro figlio dell’eccellente scultore ed architetto Lorenzo Vaccaro.

249. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Di Milano, il dì 28 agosto 1620. » pp. 140-157

Non Mario Antonio Romagnesi (V.) il figlio di Orazio e dell’ Aurelia (V.), il quale esordì a Parigi nel 1667.

250. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 37-96

Un Romano chiamato Pomponio ha un figlio ammaliato dalle arti di una cortigiana, e dal di lei servaggio cercano ritrarlo il padre colle ragioni e colla propria autorità, e la madre per via di devozioni; mezzi che riescono ugualmente infruttuosi, perchè la cortigiana chiamata Aurelia seguita a governare a suo modo il giovane Cesarino. […] Egli scrisse in più di un genere in maniera che si novera tra’ primi poeti Portoghesi; ma le sue opere si pubblicarono quaranta anni dopo la di lui morte, cioè nel 1598 da Michele suo figlio che lasciato avea fanciullo.

251. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 118-139

Battista Andreini, degno figlio di così degna madre, non si può dire a bastanza, poichè se Cleante mendicava la notte il vivere per potere poi il giorno impiegarlo nell’ udire i filosofi di Atene ; questo ne’ travagli della sua gioventù, tra le maggiori avversità, tenendo sempre in pronto la penna, ha fatto con le sue opere chiaro che il vero comico deve affaticarsi, se vuole giungere al termine d’onoredove egli è arrivato.

252. (1715) Della tragedia antica e moderna

[1.12ED] Sfògati, figlio, ch’egli è di ragione, e benché forse non meriti d’esser deriso da un poeta italiano un greco filosofo che oltre all’avere scritti non infelici versi nel proprio idioma, lasciò ricco il mondo di sopra trecento volumi fra’ quali si contano delle Omeriche quistioni sei libri, due dell’Arte poetica, uno delle tragedie, uno della Locuzion de’ poeti e tre de’ Poeti medesimi, il ridere nondimeno ti sia permesso per l’amore di quella verità che tu cerchi e che un mio invincibil genio mi ha posto in animo di scoprirti. [1.13ED] Fa dunque conto che io sia un impostore, ma attendi alle mie ragioni.  […] [2.88] E susseguentemente, ragionando del tenero figlio, conferma lo stesso: Ma quanto prima prendi questo fanciullo, e conducilo fuori; né pianger nel padiglione. […] Condanno il dar troppo ad un affetto che da se stesso se ne usurpa dipoi altrettanto. [3.83ED] Nell’Ifigenia hai posta in scena una vergine innamorata, ma che però preferisce il pregio della verginità alla sua passione lusinghiera. [3.84ED] Nell’Alceste la fé maritale precede nella donna all’amor della vita, nell’uom all’amore di un’altra bellezza eguale a quella ch’ei già credeva defunta. [3.85ED] Nel Gesù perduto gli amori sono affatto celesti fra madre, figlio e parenti: per questa tua condotta ne’ quattro drammi accennati hai tu sentito che ti si facciano le fischiate? […] — [4.90ED] Sorrise nuovamente Aristotile, e replicò: [4.91ED] — Se ben tu mi chiami a palesar con franchezza il mio sentimento, ti dorrebbe però (lo conosco) che fosse contrario a cotesto tuo; ma fatti pur animo, oh figlio, e sta di buon cuore che non è; e non è non per adulazione, ma per ragione. [4.92ED] Tu dei sapere che la tragedia è fatta per esser udita, io parlo de’ versi, perché rispetto allo spettacol, egli è fatto per esser veduto. [4.93ED] L’epopeia ha conseguito il suo fine letta che sia; non l’ha conseguito già la tragedia quando non venga rappresentata, cioè, rispetto a’ versi ascoltata, e rispetto all’apparato veduta. […] — [5.217ED] — Bel bello, oh figlio — replicava Aristotile — nel condannar le nazioni. [5.218ED] Io teco mi accordo, siccome ho detto di sopra, che molto più di pensiero in ciò si richieda a far male che bene; e che non sia così agevole il contrariar la natura che il secondarla, e per questa ragione pochi sono i mostri e gli animali son molti; ma pochissimi poi fra li mostri son quelli che con piacere congiunto alla meraviglia si mirino. [5.219ED] Quindi anche avviene che pochissime fra tante di queste mostruose tragedie, si possan leggere con diletto disgiunte che sian dalle note e dalla modulazion delle voci.

253. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo ottavo »

Con questa bizzarria Tutti di casa mia Padre, figlio, fratel, nonno e bisavolo Van cercando le risse a casa il dia-dia dia-dia-dia.

254. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO V. Teatro Tragico Francese nel XVII secolo. » pp. 166-211

Ma l’eccessiva crudeltà di Cleopatra, che qual altra Medea trucida Seleuco suo figlio, e perseguita gli altri, fa fremere lo spettatore ed ispira indignazione.

255. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VII. Della vera commedia Francese e dell’Italiana in Francia. » pp. 144-176

Di questo genere sono le seguenti: l’Oracolo impressa nel 1740, in cui intervengono tre personaggi, cioè una Fata, Alcindoro di lei figlio e Lucinda il cui carattere è un leggiadro tessuto di vezzi: le Grazie rappresentata nel 1744 ed impressa l’anno che seguì, il cui soggetto si trasse dall’ode III di Anacreonte di amore immollato dalla pioggia, e dalla XXX dell’istesso amore annodato con una catena di fiori dalle Muse secondo Anacreonte, o dalle Grazie secondo la vaga cantata del Metastasio recitata in Vienna nel 1735: gli Uomini vivace azione drammatica allegorica rappresentata nel 1753, in cui intervengono Mercurio, Prometeo, la Follia e le Statue animate dal fuoco celeste, le quali formano alcuni pantomimi allusivi a i caratteri e alle passioni degli uomini.

256. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »

Il vecchio sen duole amaramente della codardia del figlio. […] Il popolo può giudicare bensì del proprio diletto e compiacersi d’una cosa piuttosto che d’un’altra, nel che i filosofi non gli faranno contrasto, ma non è, né può esser mai, giudice opportuno del bello, il quale non viene così chiamato quando genera un diletto qualunque, ma allora soltanto che genera un diletto ragionato figlio della osservazione e del riflesso.

257. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO III. Melodrammi. » pp. 254-292

Questo caro figlio della natura (diceva il dotto sig.

258. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IV. Teatro Italiano nel Secolo XVIII » pp. 316-354

«Il Metastasio (dice il signor Eximeno), questo caro figlio della natura ha accordati insieme estremi che niun filosofo avrebbe mai pensate di potersi combinare, quali sono le dolcezze della lira greca co’sentimenti romani.

259. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO III. Continuazione del teatro Italiano. Commedie: Opera in musica: Attori accademici ed istrioni e rappresentazioni regie: teatri materiali. » pp. 144-195

Le reciproche tenerezze, il pianto che produce naturalmente quest’incontro, vien dal figlio creduto pietoso artificio della madre affettuosa.

260. (1772) Dell’opera in musica 1772

Rende anzi quanto può amabile il carattere di quel giovane, e dispregevole quello di Simone suo genitore, affinché la colpe del primo, non solo compariscano indifferenti, ma belle e desiderabili; e molesta, ed odiosa la cura che prende il saggio vecchio per distogliere il figlio da quel criminoso attacco. […] [commento_Sez.I.1.0.13] • parecchi ne compose: Alessandro Striggio (o Strigio) senior (Mantova 1540-1592), compositore e suonatore di liuto e di viola, fu al servizio dei Medici prima e dei Gonzaga poi (da non confondere con l’omonimo figlio, 1573-1630, cantante e poeta, autore del libretto dell’Orfeo monteverdiano): uno dei primi a cimentarsi con la commedia madrigalesca, è ricordato principalmente per Il cicalamento delle donne al bucato, a quattro e a sette voci (1567). […] • la quarta parte dell’interludio compose: Cristofano Malvezzi (Lucca 1547 – Firenze 1599), figlio d’arte, organista nella chiesa fiorentina di Santa Trinita, poi maestro di cappella nel Battistero di San Giovanni, scrisse vari intermezzi per la corte medicea, tra cui (oltre all’Amico fido) quelli per Le due Persilie di Giovanni Fedini (1583) e per La pellegrina di Girolamo Bargagli (1589); apprezzato madrigalista e allievo dello Striggio, fu maestro di Jacopo Peri: servendo in questo modo quasi da ideale anello di congiunzione nella preistoria dell’opera in musica (vedi Dizionario biografico degli italiani, vol. 68, 2007, pp. 310-313, ‘voce’ di C. […] • il Crebillon e ‘l Lazzarini: Prosper Jolyot de Crebillon (1674-1762, detto anche Crebillon père, per distinguerlo dal quasi omonimo figlio (il romanziere erotico degli Égarements du coeur et de l’esprit), ebbe fortuna nel primo Settecento soprattutto con la tragedia Rhadamiste et Zénobie (1711); il menzionato maceratese Domenico Lazzarini (1688-1734) insegnò a lungo eloquenza greca e latina all’Università di Padova. […] Sull’argomento scrisse tra gli altri il medico, figlio di musicista, Pierre-Jean Burette, tradotto anche in Italia: Paragone dell’antica colla moderna musica.

261. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 88-117

Il figlio Giovanbattista (V.) la pone tra’ più noti scrittori de suoi tempi : L’Arïosto famoso e l’Aretino, Torquato Tasso, il buon Giraldi, il Caro, lo Sforza d’Oddi, il Cremonin facondo, il leggiadro Guarini, il Bracciolino, di Partenope il Porta, e in un la dotta Isabella Gelosa….

262. (1878) Della declamazione [posth.]

Viene inoltre posto l’accento sui silenzi significativi, sottolineando il valore che la pausa è chiamata ad assumere, come avviene nella didascalia «Resta immobile per qualche tempo quasi considerando gli occulti moti del suo cuore 40», che indica il momento in cui Idomeneo è assalito dal dubbio di poter incontrare sul lido la moglie e il figlio, ed essere costretto a sacrificarli. […] L’interlocutrice del Riccoboni figlio era un’anonima dama coinvolta dallo spirito di generica teatromania che dominava la società francese di allora: Signora, il gusto che avete per la commedia è divenuto in voi una passione poiché, non potendovi limitare al piacere di vederla rappresentare sui teatri pubblici, la vostra più grande soddisfazione è di rappresentarla voi stessa97. […] Merope facea palpitare gli spettatori, allorché si accingeva ad uccidere il figlio fino ad obbligare alcuno ad avvertirnela in tempo i Greci prigionieri in Siracusa talmente commosse declamando i vincitori, che ne ottennero la libertà se gli Abderiti nel loro delirio febbrile declamavano l’Andromeda di Euripide, era in gran parte dovuta a l’arte di Archelao che l’avea declamata prima con foga straordinaria. […] Consorte infida Io di Filippo, di Filippo il figlio Oso amar, io?

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