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31. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO I. Drammi Latini del XVI secolo. » pp. 7-27

Egli stesso vi si avvicina (e ciò dinota di aver egli mutato luogo senza lasciare di esser presente agli spettatori) e vede alzata una gran torre di bronzo opera istantanea di Vulcano, in cui è rinchiusa Danae con la sua Nutrice. […] Seguì l’originale nell’economia della favola; ma si permise nel dialogo di dar talvolta nuovo ordine alle stesse idee, di sopprimerle in un luogo se in un altro si erano accennate, di rendere con più precisione in latino ciò che in greco si disse con copia. […] Ciascuno (dice in Euripide nell’atto I il Pedagogo alla Nutrice) ama più se stesso che gli altri, e chi ciò fa per giustizia e chì per proprio comodo. […] No (quella risponde) io ciò non insinuo ma sì bene di cedere ai potenti (Αλλʹ ου διδασκω τοις κρατουσι δʹεικαθειν). […] Dovrà tutto ciò coprirsi d’ingrato obblio, perchè più di un secolo dopo surse Racine in Francia?

32. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO II. LIBRO II » pp. 34-49

E’ inutile accumulare argomenti ed autorità su ciò che finora niuno ha posto in dubbio. […] Ora tutto ciò si oppone perfettamente all’idea che della latina tragedia aveasi formato il sig. […] Quel pregevole ufficioso letterato mi avvertì che le reliquie indicate sono opera de’ bassi tempi; e ciò si rileva dal lavoro troppo minuto nelle cornici di alcune basi di colonne colà rimaste. […] Al medesimo Capo I, pag. 4, lin. 13, dopo le parole, nella VI Olimpiade, si aggiunga ciò che segue, che non si rimise a Venezia. […] Al Capo IV, art. 1 pag. 176 in fine, dopo le parole, montarono essi medesimi sul pulpito a recitarla, si aggiunga ciò che segue.

33. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE II — LIBRO X ed ultimo » pp. 161-344

Ma Erbele che ciò riferisce, come il seppe? […] Non è ciò noto a Gerbino? […] perchè il poeta volea far ciò sentire ad Erbele. […] ciò non si esamina punto. […] , e si aggiunga da capo ciò che segue.

34. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquinto »

Da ciò deriva lo spirito d’imitazione e il ricopiarsi l’un l’altro necessario nella massima parte perché la massima parte scarseggia di ricchezze proprie. […] E ciò perché? […] Benché vi si scorga correzione di lingua e qualche aria ben lavorata, ciò nonostante non si ritrova in essi spezzatura né concisione nel recitativo, né rapidità nelle scene, né calore nell’azione, né contrasto negli incidenti, nulla insomma di ciò che rende interessanti e vive cotali produzioni. […] Il sostituire poi a ciò che a lei manca le altrui fanfaluche o le mie è cosa, che pute un cotal poco di prosunzione. […] Mi direte che ciò non si conviene, e che anzi l’ultimo atto dovrebbe essere il più vivo e incalzante.

35. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO VI. Teatro Materiale. » pp. 32-37

Tutto ciò che osservammo nella costruzione del teatro Greco, videsi ne’ teatri Romani innalzati estemporaneamante. […] Oltre a ciò pose Augusto nel sedere un ordine diverso dall’antico. […] Merita di leggersi ciò che il Mazzocchi scrisse nel Teatro Campano al capo VI, nota 72 e 73 intorno all’errore di Giusto Lipsio, il quale fondandosi in un passo di Calfurnio nell’ecloga VII confuse le donne colla plebe pullata.

36. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 414-417

Humili inchinan voi tutti coloro, nei quali spirto di ragion si vede ; et chi più v'alza al Ciel, chi più vi cede, più di ciò che far dee serua il decoro. […] Primo a sè stesso, a null’altro secondo, fia 'l vostro spirto, et ciò tener per vero, è uffitio et degl’huomini, et del mondo. […] andriano per levar il ferro a Marte, pur che ciò fusse grato al suo Signore.

37. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO PRIMO. Risorge in Italia nel secolo XVI la tragedia Greca, ed il teatro materiale degli antichi. » pp. 86-174

Dovrà tutto ciò coprirsi d’ingrato obblio, perchè più di un secolo dopo surse Racine in Francia? […] Non insegnarono essi tutto ciò che poi si è ripetuto in altre e simili guise di là da’ monti? […] Ma quante e quante fiate si è ciò ripetuto a sazietà intorno a tre o quattro secoli prima che nascesse il Signor Don Saverio! […] Vedi ciò che ne dice il Conte Calepio nell’articolo V del capo I. […] Di ciò vedasi il Temanza nella Vita del Palladio presso il Tiraboschi.

38. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO II. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 80-124

Ma ciò tralasciando, la Compagnia del Gonfalone istituita nel XIII secolo per rappresentare i Misteri, ne’ tempi più a noi vicini ciò fece con parole a tenere del suo istituto. […] Verisimilmente ciò che continuò a farsi nel XV e XVI, praticossi nel XIV, e venne dal XIII quando surse la Compagnia. […] Con tutto ciò debbono entrare nella storia drammatica come primi saggi che ricondussero a poco a poco in Europa la poesia scenica. […] Bettinelli, se questo scrittore ha ciò affermato dell’Italia. […] Da tutto ciò che si è ragionato in questa nota può comprendere il sig.

39. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 88-136

A ciò il re si alza. […] Che vuol dire ciò, Amlet? […] E che vuol dire ciò, madre? […] La regina l’assicura che ciò non farà mai. […] Oltre a ciò la falsa ragione che si adduce, non distrugge l’accusa di ambizioso data a Cesare.

40. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO X. » pp. 112-139

E da ciò che ne avvenne secondo il Gravina? […] Ed io in ciò convengo con Voi; gl’Istrioni le sfigurarono, come per ignoranza sfigurano quanto tocccano. […] Forza è che dica lo spettatore ciò vedendo, se ciò accade in luogo praticato dagli altri della Casa, che avverrà in parte più secreta! […] Io non mi fermerò gran fatto su di ciò. […] Ma ciò è più chiaro del giorno a chi apra qualunque delle Commedie Spagnuole.

41. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XIV. Commedia Nuova. » pp. 151-170

Niuna cosa pruova più pienamente ciò che sul bel principio ragionammo ne’ fatti generali della scenica poesia, quanto il nuovo rigore usato contro Anassandride ed il silenzio imposto al Coro, onde furono atterriti e incatenati i poeti della commedia mezzana. […] Anzi per ciò che si osserva nel parlarsi di una delle di lui commedie smarrite intitolata il Cocalo, da essa dee prendersi la vera sorgente ed il modello della commedia nuovaa. […] In pruova di ciò Gellio adduce la nominata commedia Plotium recata in latino da Cecilio. […] Da ciò che ad un rinfaccio, ogni altro impari. […] E se ciò avvenne, in una republica popolare allora gelosissima, si tollerò di buon, grado?

42. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO V. LIBRO VII » pp. 107-140

Non increscerà a chi legge, che per dare una idea de’ teatri francesi del tempo del Mairet, io accenni una parte di ciò che ne disse ne’ suoi Dialoghi il sig. […] Può vedersi di ciò la nota apposta a’ Giudizj ed Aneddoti sopra la Sofonisba del Mairet nella Biblioteca teatrale francese pubblicata in Venezia dalla tipografia Pepoliana. […] Al capo medesimo, pag. 29, lin. 8, dopo le parole, alla gloria della posterità, si ponga in nota ciò che siegue. […] I, pag. 179 alla nota (1) posta in piè di pagina, dopo le parole, quand on y sçut representer les hommes, si aggiunga ciò che segue. […] si scriva ciò che segue.

43. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 148-185

Secondo ciò che ne scrive lo stesso Sulpizio nella dedicatoria delle sue Note sopra Vitruvio al cardinal Raffaello Riario nipote di Sisto IV, essa fu la prima veduta in Roma dopo molti secoli. […] Trattasi nel quarto atto di ciò che avvenne ad Orfeo nell’inferno. […] Sembra che dopo ciò dovesse chiudersi la porta ferrata della reggia. […] Ripeto quì dunque che le ariette del Notturno interruppero il recitativo del dramma, nè ciò fecero ne’ soli cori, ma nel corso dell’atto; ed aggiungo che ciò accadde verso la fine del XV, cioè a dire un secolo e mezzo prima del Cicognini. […] Di tutto ciò che quì si accenna si vegga il citato volume III della Coltura delle Sicilie, pag. 364 ecc.

44. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « NOTE E OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 316-325

Il celebre Hennino Medico Tedesco riferisce che nella China si mette a una certa distanza dagli Attori un Coro di Musica, che regola da lungi le variazioni delle loro voci, e che, quantunque non si sentisse ciò che dicono, pure fa sì, che l’ascoltatore a forza di quel suono sia commosso dalle passioni, ch’essi vogliono destare. […] Da ciò che il dotto le Fevre e M. […] Giano Parrasio, o sia il dotto Cosentino Gio: Paolo Parisio, nell’epistola 64 così rapporta ciò che il Signorelli asserisce sull’autorità dello Scoliaste di Aristofane: Qui Atticæ pagos habitabant, injuria a divitibus affecti, noctu peragrantes urbem querebantur. […] Tullio, e più da ciò che il nostro Signorelli osserva nelle commedie di Aristofane, si scorge chiaramente che S. […] Platone per mostrare più particolarmente la stima, ch’egli faceva di questo poeta, gli diede il miglior luogo nel suo Convito, ch’è uno de’ suoi più belli dialoghi, e mette sotto il di lui nome il bel discorso, ch’egli fa dell’amore, dando con ciò ad intendere che Aristofane era il solo che potesse con vaghezza e diletto parlare di questa passione.

45. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « LETTERA » pp. 3-14

Da ciò può inferire, se mai io abbia voluto formare un mistero di ciò che sono ‘per pubblicare, e sottoporre al medesimo suo giudizio. […] Ella già non mi scrisse privatamente ciò che le dispiaceva nella mia Storia de’ Teatri. […] A lei forse piace nell’abito tenebroso e bizzarro, che tolse nelle Solitudini di Gongora: a me colle nobili e care e ricche spoglie che usava al tempo di Garcilasso de la Vega; e quel che mi rallegra si è che in ciò meco convengono tutti gli Spagnuoli illuminati de’ tre ultimi secoli. […] Stranissimo poi ciò sarebbe in bocca del Sig.

46. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAP. V. Tracce di rappresentazioni sceniche in Ulieteia e in altre isole del l’Emisfero australe nel Mar Pacifico. » pp. 59-65

La scarsa cognizione della lingua toglieva al l’equipaggio di Cook l’opportunità di distinguere per mezzo delle parole ciò che poteva essere un canto accompagnato dal ballo, da ciò che avrebbe potuto chiamarsi specie di dramma ancorchè informe. […] Chi non vi ravvisa una copia esatta di ciò che per introduzione ai loro pas-de-deux i ballerini Europei hanno a sazietà rappresentato sulle nostre scene?

47. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO II. Tragedie Italiane del XVI secolo. » pp. 28-131

Non sapete ancora Che ciò che nasce a morte si destina? […] Non pensò, ciò scrivendo, a quello che erano nel XVI secolo nella drammatica i snoi nazionali? […] Non insegnarono essi tutto ciò che poi si è ripetuto in altre o simili guise al di là da’ monti? […] Ma quante e quante fiate si è ciò ripetuto a sazietà intorno a tre o quattro secoli prima che nascesse don Saverio! […] Vedi ciò che ne dice il conte di Calepio nell’articolo V del capo I.

48. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori.  » pp. 245-317

e ciò è tratto dalla Medea di Euripide. […] E si accende, e si dà moto per eseguire ciò che le rimane a fare. […] Queste riflessioni menano a conchiudere l’opposto di ciò che sostenne Voltaire. […] Ma ciò serve punto a fare avanzar l’azione? […] Vedi ciò che ne dissero Giraldi nel trattato della Tragedia, ed il Conte Pietro da Calepio nell’Esame della Poesia Tragica.

49. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO III. Continuazione del teatro Italiano. Commedie: Opera in musica: Attori accademici ed istrioni e rappresentazioni regie: teatri materiali. » pp. 144-195

A noi par di vederlo; e ci dispiace di non essere stati in ciò prevenuti da verun critico. […] Dico ciò perchè altri suol prendere queste due voci indifferentemente l’una per l’altra. […] E’ ciò in essi mala fede o ignoranza? […] Di ciò non ha lasciato di far menzione l’eruditissimo sig. […] Andres applicava a tutto ciò che si compose pel teatro Italiano in quel secolo.

50. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 21-36

Studiando egli la natura mancò di giudizio nell’ imitarne ciò che nelle società si riprenderebbe. […] Oltre a ciò la falsa ragione che si adduce non distrugge l’accusa di ambizioso data a Cesare. […] Orsù facciamogli udire alcune voci sonore al pari di quella di Stentore uscite dall’Isole Britanniche contro di Shakespear per instruirlo anche in ciò che ignora de’ suoi stessi compatriotti. […] Ecco intanto ciò che ne scrisse M. […] Tale è il privilegio del genio; egli corre senza guida, senz’arte, senza regola per incognite strade; si smarrisce alle volte, ma lascia dietro di se tutto ciò che non è se non esattezza e ragione”.

51. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo terzo »

Guido Aretino monaco della Pomposa, che fiorì dopo il mille, è in que’ tempi tenebrosi ciò che nel mare agli occhi de’ naviganti smarriti è una torre, che veggasi biancheggiar da lontano. […] Niuno, cred’io, pretenderà che mi trattenga a tutte narrarle minutamente, potendosi ciò ampiamente vedere in altri autori che ne parlano più di proposito; aggiugnerò bensì, che gran parte di esse scoperte non hanno altro fondamento se non quello appunto della comun tradizione. […] Fu dunque necessario trovar la maniera di significar non solo la differenza del tono, ma anche la durazione dei tempo in una nota rispetto all’altra, e ciò si fece colla diversa figura, che si diè ad esse note, la quale segnava il loro rispettivo valore; dal che ebbero origine la massima, la lunga, la breve, la semibreve, e la minima. […] Di ciò due ne veggo esser state le cagioni. […] Da ciò ne risultava altresì che il popolo da una banda, e i migliori spiriti dall’altra disgustati dal misero strazio che si faceva della poesia, della musica, e del buon senso, preferivano all’armonia destinata al culto dell’Altissimo le voluttose cantilene del secolo, le quali a poco a poco ebbero in chiesa la preferenza.

52. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 137-226

Di grazia poteva ciò essersi immaginato per rappresentarsi? […] E ciò abbiamo trovato di notabile fra’ Portoghesi. […] Poteva, sì, accordiamolo; è ciò un possibile benchè troppo raro; ma un possibile gioverà mai contro il fatto? […] I venticinque volumi impressi contengono appena una parte di ciò che scrisse pel teatro. […] Con tutto ciò il Nasarre volle a gran torto avvilire il merito di Lope.

53. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO IV. La drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 47-73

Secondo ciò che ne scrive lo stesso Sulpizio nella dedicatoria delle sue Note sopra Vitruvio al cardinal Raffaello Riario nipote di Sisto IV, essa fu la prima veduta in Roma dopo molti secoli. […] Trattasi nel quarto di ciò che avvenne ad Orfeo nell’inferno. […] Sembra che dopo ciò dovesse chiudersi la porta ferrata della reggia. […] Di tutto ciò che quì si accenna si vegga il citato volume III della Coltura delle Sicil. […] Ma io che penso di avere una coscienza un po’ più delicata di cotesto gazzettiere, torno quì a ripetere che le ariette del Notturno interruppero il dramma, nè ciò fecero ne’ cori, ma nel corso dell’atto; ed aggiungo che ciò accadde verso la fine del XV, cioè a dire un secolo e mezzo prima del Cicognini.

54. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO IV. Teatro Francese prima della Medea di P. Corneille. » pp. 157-165

Nato in Besanzone nel gennajo del 1686, dotato d’ingegno e di sagacità, e studiando i tragici Italiani, si attenne alle regole prescritte dal verisimile quasi in tutto ciò, che compose. […] Pria però che di lui si parli diamo uno sguardo allo stato de’ teatri francesi del tempo di Giovanni Mairet e di Rotrou e di Scudery, accennando una parte di ciò che ne disse ne’ suoi Dialoghi m. […] Il sig. di Voltaire ciò negò in un luogo delle sue opere e lo confessò in un altro con queste parole: Mairet fut le prèmier, qui en imitant la Sophonisbe du Trissino introduisit la règle des trois unites.

55. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1009-1013

Ma io protesto che lungi dall’esser mai montato in superbia per si rare qualità, io le ho sempre considerate effetti della mia buona stella, piuttostochè del mio merito ; e se alcuna cosa ha potuto lusingar l’animo mio in tali congiunture, ciò non fu che il piacere di sentirmi applaudito dopo l’inimitabile signor Domenico, il quale ha portato si alta l’eccellenza della goffaggine nel carattere di arlecchino, che chiunque l’abbia visto recitare, troverà sempre alcun che da osservare ne’ più famosi arlecchini del suo tempo. […] Non vi ha chi non possa imparare a memoria e recitar da la scena, ciò ch’egli ha imparato a memoria : ma dal comico italiano si richiede ben altro. Chi dice buon comico italiano, dice un uomo di fondamento, che esercita assai più la fantasia che la memoria, che compone, recitando, ciò che dice, che sa coadiuvare il suo interlocutore, vale a dire ch’egli sposa così bene le parole e l’azione con quelle del suo compagno, ed entra di punto in bianco in tutto il movimento drammatico dall’altro richiesto, di tal maniera da far credere agli ascoltatori che tutto sia stato anticipatamente combinato.

56. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quinto »

Quindi s’introdusse nell’armonia un bello puramente di convenzione, un gusto arbitrario, il quale consisteva nel rivolgere verso ciò ch’era stravagante e artifizioso l’attenzione, che dovea unicamente prestarsi a ciò che è semplice e naturale. […] Si parla in castigliano, in bolognese, in italiano, e persino in ebraico: lascio pensare qual armonico guazzabuglio risultar ne debba da tutto ciò. […] Non so, che alcun metafisico abbia data una spiegazion convenevole a questo fenomeno, ne io sono da tanto che speri di poterlo fare: abbiano, ciò nonostante, le seguenti conghietture il peso che meritano. […] Da ciò si ricavano le seguenti deduzioni: I. […] Che l’essenza di ciò che si chiama bello nella musica e nelle arti liberali è riposta nella felice contemperazione del vario e dell’uniforme.

57. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO I. Stato della poesia scenica in Francia. » pp. 65-76

Fe la legge ciò che ormai era tempo che facesse il gusto. […] Chechesia di tutto ciò Ronsardo attribuisce al suo amico Stefano Jodelle la gloria di aver composte le prime tragedie e commedie francesi. […] Con tutto ciò questa favola si rappresentò la prima volta avanti al re Errico II con indicibile applauso, e si replicò sempre con grandissimo concorso. […] Quel secolo (osserva su di ciò m.

58. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO I. Stato della poesia scenica in Francia. » pp. 3-12

Fe la legge ciò che ormai era tempo che facesse il gusto. […] Che che sia di tutto ciò Ronsardo attribuisce al suo amico Stefano Jodelle la gloria di aver composte le prime tragedie e commedie francesi. […] Con tutto ciò questa favola si rappresentò la prima volta avanti al re Errico II con indicibile applauso, e si replicò sempre con grandissimo concorso. […] Quel secolo (osserva su di ciò M. de Fontenelle) non era dilicato su tal materia, e professava apertamente la dissolutezza che in altri tempi si cerca dissimulare.

59. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Della maniera del cantare e del recitare »

Egli ha segnate con ciò le vie tutte che ha da tenere; non può metter piede in fallo quanto alle differenti inflessioni e durate delle voci sopra le parole della parte sua; che a lui esattamente le prescrive il compositore. […] E in ciò principalmente consiste quel fior di espressione che scolpisce le parole nella mente e nel cuore di chi ascolta. […] Pensano in contrario che tutta la scienza stia nello isquartar la voce, in un saltellar continuo di nota in nota, non in isceglier quello che vi ha di migliore, ma in eseguire ciò che vi ha di più straordinario e difficile. […] A considerare il bene e il male che da ciò ne risulta, sembra che sia da preferirsi il costume dei Francesi, che non permettono a’ loro cantori quegli arbitri de’ quali troppo sovente sogliono abusare i nostri, riducendogli ad essere meri esecutori, e non più, de’ pensamenti altrui. […] Per cento rapsodisti di luoghi comuni, o d’infarcitori di ciò che meno conviene, ne riesce a gran fatica un solo che con la dottrina riunisca il gusto, con l’eleganza la naturalezza, e in cui la propria discrezione imbrigli la fantasia.

60. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 149-268

In ciò consisteva la parodia che fu l’anima della commedia antica. […] Senza ciò qual commedia piacerà mai? […] Di ciò non v’ha pruova nè verisimiglianza. […] E se ciò avvenisse, replica il Torto, che mal sarebbe? […] Il creditore risponde che nulla sa di ciò, nè cura saperlo.

61. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VIII ultimo. Primi passi del Dramma Musicale. » pp. 42-62

Appigliamoci al partito più proprio per la loro capacità rimandandogli a leggere ciò che in tal quistione scrisse giudiziosamente il signor Diderot uno senza dubbio de’ più rinomati ragionatori moderni della Francia. […] Ovvero di tutto ciò contento passandovi sopra con indulgenza, ancorchè ne riconosca la falsità, e se ne sovvenga ad ogni istante, si trasporta, si fa sedurre, piange, freme, si adira, seguendo i movimenti, e le passioni de’ personaggi imitati? […] Chiunque voglia far uso della propria ragione, ciò leggendo, dirà fra se: Conviene ad Aquilio quest’immagine? […] E di ciò contento, non si sovviene della musica che accompagna questo sentimento. […] Sulzer taccia a torto di puerilità il più grand’uomo che abbia illustrato il teatro musicale, non ha poi torto allorchè afferma, che l’opera merita d’essere riformata; e tengo anch’io per fermo (nè ciò pregiudicherà punto alla gloria del gran poeta Romano) che il melodramma non ha tuttavia la sua vera e perfetta forma.

62. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « A CHI AMA LA POESIA RAPPRESENTATIVA. » pp. -

Ma per sì bella impresa, oltre di un raro ingegno affinato dal senno e dal gusto, vi bisognerebbe quel lieto nido, quell’ esca dolce, quelle aure soavi che bramano i cigni per elevarsi al Parnaso, ed a me di ciò invece sovrabbondano solo cure mordaci che me ne respingono. […] Che se gergone rassomiglia anche al jargon de’ Francesi, quale in ciò è la mia colpa? […] Esse si collocheranno alla fine di ciascun volume, così per non alienar troppo spesso il leggitore dalla catena delle idee del testo, come per evitar gli equivoci e per non far che a me talvolta si arroghi il merito di ciò che avrà detto il mio dotto amico 14. […] A quello però ch’ egli aggiugne, cioè che ciò sia per non aver io letto gli autori, o per non avergli intesi, dirò che la continuata approvazione del pubblico par che abbia deciso contro di questa sua gentile asserzione. […] Soria; ciò che è un’ altra pruova o che non sempre si legga bene, o che si giudichi con ingiustizia e mala fede.

63. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Nella lettera, tra Aurelio di Secchi e Vittoria Amorevoli è la firma : « Io Oratio landi Afermo quanto in ciò si contiene, » che fu omessa per errore.

64. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VI. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 82-108

Si osservi come Strepsiade nell’atto IV indirizza la parola agli spettatori, e ciò fassi ancora dal coro in questa e nelle precedenti commedie. […] Egli vedendo mancar di casa la moglie e ’l proprio pallio, costretto da un bisogno naturale prende la vesta della moglie, e fa in piazza ciò che la natura gli comanda. […] Anche M. de Marmontel ha interloquito su di ciò, ridendosi di madama Dacier che avea encomiato Aristofane. […] Niuna cosa prova più pienamente ciò che abbiamo di sopra ragionato ne’ fatti generali della scenica poesia, quanto questo novello rigore, che incatenò i poeti. […] Ecco ciò che ne dice il signor Palissot: «La Poétique de M. 

65. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO V. Teatro Tragico Francese nel XVII secolo. » pp. 166-211

Si abbassa altresì il perdono di Augusto, perchè il poeta fa che Livia, personaggio affatto ozioso, sia quella che esorti Augusto ad esser clemente, togliendoli con ciò il merito di quel perdono magnanimo. […] Ma subito prestano attenzione a ciò che rassomiglia a quel che sentono in se stesse; e vanno agevolmente seguitando il poeta nelle commozioni che disviluppa, e ne favellano con vivacità e conoscimento. […] A ciò che fra’ Greci e gl’Italiani chiamasi poesia, trovasi ne’ drammi francesi sostituito certo parlar poetico particolare. […] Per simile Aristarco l’Atalia è un testimonio irrefragabile dell’imbecillità del Racine; e ciò per quali ragioni? […] Il suo Gionata e l’Assalonne non hanno veruna digressione amorosa che le deturpi, in ciò preferendo con senno la sola Atalia di Racine a tutto il teatro tragico francese.

66. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Della musica »

Della musica [2.1] Che se niuna facoltà o arte a’ giorni nostri di ciò abbisogna, la musica è dessa; tanto ha ella degenerato dall’antica sua gravità. […] E con ciò la musica vocale era quale ha da essere secondo la vera instituzione sua: una espressione più forte, più viva, più calda dei concetti e degli affetti dell’animo. […] Si pose a notare con ogni minutezza di quali modi ci serviamo ed accenti nel dolore, nell’allegria e negli altri affetti da cui siam presi: e ciò per far muovere il basso al tempo di quelli, ora più ed ora meno. […] E ciò non tanto in riguardo alla vastità del teatro, dove la lontananza si mangia la diligenza, ma in riguardo ancora alle voci, a cui debbono soltanto servire. […] Da qualunque causa ciò venga, a cagione appunto della verità che in sé contiene, ha la voga e trionfa un tal genere di musica, benchè riputata plebea.

67. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Ferrara, li 4 marzo 1618.Ferrara, li 3 marzo 1618. » pp. 170-184

E. permette che ogniuno possa spiegarle così le pretensioni come i disgusti particolari, non mancherò anch’ io, sì come gli altri àn fatto, scriverli ciò che l’animo mio sente, sì per discolparmi di quanto mi viene aposto, come per godere di quel privilegio che agli altri miei compagni V. […] r Flavio a compiacere le mie honeste dimande, ha fatto in mio servitio ciò che V. […] r Fulvio senti questo disse e fece ciò che da altri haurà inteso, nè giovò humiltà di alcuna sorte, e protesti dal Sig. […] Con tutto ciò mi sono achetato, sperando in Dio e in V. […] Sì che veda ciò che da un animo preparato al male si può sperare.

68. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO III. Maschere materiali moderne. » pp. 263-266

Da ciò si deduce che non vi è altro modo di rettificar le maschere moderne che col bandirle d’un colpo dal teatro istrionico ancora, ciò che si fece nelle accademie che coltivarono la commedia.

69. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosettimo, ed ultimo »

Pure a ciò sono diretti i miei tentativi. […] E di ciò appunto io ne feci serio esame. […] E ciò mi torna a mente un tratto singolare, che mi fia permesso di farvi noto. […] Di ciò non può dubitarsi in verun conto. […] Io farò che tutto ciò comparisca più evidente per mezzo di esempi; e siccome non parlo a prima giunta che della sola melodia francese: così li traggo dalle opere de’ nostri più rinomati autori.

70. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo primo »

Quindi lo stile figurato, e traspositivo de’ poeti lirici, quantunque paia strano a prima vista, è nondimeno assai conforme alla natura; imperocché, supponendo che e’ cantino ciò che dicono, si suppone parimenti, che siano invasi, o sorpresi. […] La possanza dell’una e dell’altra a risvegliar idee grandi, sublimi, e fuori dell’ordinario si vede da ciò che spesso i sacri Profeti avanti di proferir i vaticini ispirati loro da Iddio, richiedevano il suonatore, che risvegliasse loro lo spirito. […] [22] L’errore di tal opinione è nata al mio avviso dal non aver penetrato abbastanza nella filosofia delle passioni, e dall’avere stabilito come regola generale ciò che dovrebbe essere una eccezione soltanto. […] Ora cotal fine si distruggerebbe, se ciò che si vede, fosse in contradizione con ciò che si sente, se godendo l’orecchio della varietà successiva de’ suoni, l’occhio fosse condannato all’uniformità costante de’ medesimi oggetti, e se obbligassimo lo spettatore a sentire una musica di guerra negli appartamenti d’una fanciulla, o un’arietta d’amore in un campo di battaglia. […] Inoltre, dovendosi escludere dalla musica tutto ciò che non commuove, e non dipinge, e dovendosi in essa sfuggire le situazioni, ove l’anima rimanga, per così dire, oziosa, sembra, che ciò non s’ottenga così bene negli argomenti di storia, ne’ quali la verosimiglianza seguitandosi principalmente, ci entrano per necessità discussioni, moralità, ed altre circostanze che legano un accidente coll’altro, e che sostituiscono la lentezza alla passione.

71. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 37-96

Di grazia poteva ciò essersi immaginato per rappresentarsi? […] E ciò abbiamo trovato di notabile fra’ Portoghesi. […] I 25 volumi impressi contengono appena una parte di ciò che scrisse pel teatro. […] Con tutto ciò il Nasarre volle a gran torto avvilire il merito di Lope. […] Vedasi anche su di ciò il mio Discorso Storico-Critico.

72. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 17-27

Tutto ciò si deduce agevolmente dalle storie particolari di ogni teatro. […] Oltre a ciò vengono dalla musica accompagnate tutte le cerimonie fatte negli appartamenti delle Imperatrici. […] Non solo ha fatto parte del dramma Cinese, ma essendo negli ultimi tempi caduta in disistima29 (siasi ciò avvenuto per l’ introduzione della musica Europea che pretese fare nel paese l’Imperadore Kam-hi per mezzo del Portoghese Pereira e del P. […] Di ciò vedasi la Storia naturale, civile e politica del Tunkin pubblicata in Parigi nel 1778 dall’Ab.

73. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimoterzo »

E ciò nel breve spazio d’un quarto d’ora che a fatica s’impiega nell’apertura. […] Checché ne sia di ciò siamo pervenuti alla fine del nostro viaggio? […] Contro a ciò che richiede l’indole della passione? […] E ciò per due volte consecutive. […] [51] Da ciò è derivato un’altro inconveniente.

74. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Di Venezia, 21 marzo 1620.Venezia, 16 di giugno 1618. » pp. 513-520

) se davvero figurasse in quella Compagnia più tosto questo che quel comico, e se davvero ne fosse capo lo Scala, non essendovi di ciò prove di sorta. […] Spinola. » Del 1610 abbiamo una lettera da Ravenna in data 24 marzo, che il Cardinale Caetani scrive al Duca di Modena, pregandolo di dar ordine che capitando Flaminio Scala nel suo Stato con Compagnia di comici li sia prohibito per questo anno il recitar comedie, e ciò perchè gli era stato dato da lui il maggior disgusto che potesse dargli huomo della sua conditione. […] Egli dice : Il suo teatro non è scritto in dialogo, ma solamente esposto in semplici scenarj, che non sono così concisi come quelli di cui facciamo noi uso, e che esponiamo attaccati ai muri del teatro dietro le quinte, ma che pure non sono tanto prolissi da poterne trarre la minima idea del dialogo : essi spiegano soltanto ciò che l’attore deve fare in scena, e l’azione di che si tratta, e nulla più. […] Vedasi ciò che dice Evaristo Gherardi, ottant’anni più tardi, di coloro che recitan le commedie a soggetto. […] Certo, com’ egli avverte nel Proemio al rappresentare all’ improvviso, bellissima quanto difficile e pericolosa è l’ impresa, nè vi si devono porre se non persone idonee ed intendenti, e che sappiano che vuol dire regola di lingua, figure Rettoriche, tropi, e tutta l’ arte rettorica, avendo da fare all’ improvviso ciò che premeditato fa il poeta….

75. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO I. Tragedie. » pp. 4-67

se uniti non diranno più una parola di ciò che hanno incominciato? […] Gareggiano su di ciò; ma tutto dee sospendersi, perchè Scipione viene a trattar di pace. […] Vedrà ancora se alla Numanzia dell’Ayala convenga ciò che ne disse il sig. […] Non so se ciò dica l’autore come storico o come poeta. […] Ora se tutto ciò è storia non contrastata, perchè il sig.

76. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »

E ciò mentrecchè la meschineria Eponina si sfiata per muoverlo a compassione. […] Dovrebbe egli interpretare colla evidenza del gesto ciò che la voce non esprime abbastanza, perché trovasi, a così dir, soffogata dall’affollamento delle idee. […] Quando si dice che l’arte debbe aiutar la natura, si viene a dire che l’artificio è un supplemento di ciò che a lei manca. […] Dove questi si prende ad ogni passo la libertà d’uscire da ciò che gli prescrive la composizione costringendo l’orchestra a seguitarlo negli sciocchissimi suoi ghiribizzi? […] Io non posso trattenermi a dir tutto ciò che mi somministrerebbe un argomento così fecondo, il quale non potrebbe trattarsi a dovere senza lo scioglimento di molte questioni preliminari.

77. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « NOTE E OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 281-290

Orazio, giudiciosissimo poeta e precettore (scrive Anton Maria Salvini) rende ragione, perchè i Comici Latini non abbiano aggiunto all’ eccellenza de’ Greci, zoppicando in questa parte la commedia Latina, per usare in questo proposito la frase di Quintiliano, uomo di squisito giudicio, seguito in ciò dal Poliziano nell’erudita Selva de’ poeti, dice, che di questa infericrità n’è cagione, che i Latini non hanno amata la fatica della lima, e stati sono impazienti d’indugio, mandando fuori troppo frettolosamente i lor parti, ne’ quali più ingegno che studio si scorge. […] VI, epist. 17, che allor quando alcuno de’ suoi amici esortavalo a far qualche cambiamento nelle sue tragedie, e che egli nol giudicasse opportuno, soleva provocare al giudizio del popolo, e ritenere ciò che esso col suo applauso approvasse. […] In fatti sono assai pochi coloro che sanno, spezialmente in teatro, discernere e distinguere in un dramma gli errori di lingua, i versi cattivi, i pensieri falsi, e ciò che non conviene, e quell’ incantesimo che fin anco nelle cose non buone possono e sogliono produrre gli abili e destri rappresentatori e le decorazioni. […] L’eloquente Ferrarese Bartolommeo Riccio, insigne Gramatico della lingua Latina, il quale morì d’anni 79 nel 1569, è di sentimento nel libro I de Imitatione, che Seneca ne’ suoi Cori, non solo per l’ abbondanza e per la gravità delle sentenze ch’essi contengono, ma per aver saputo formarli a cantare di ciò che, come dice Orazio, proposito conducat & hæreat aptè, abbia superato tutti i tragici Greci. […] Erano così destri e maravigliosi in ciò fare, che Manilio d’un d’essi ebbe a dire: Omnis fortunæ vultum per membra reducet, . . . . . . .

78. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 94-95

Ecco in fatti ciò ch'egli ne dice alla pagina 18 del secondo volume : Il Brighella di quella Compagnia era un bolognese nasuto che faceva il sartore di professione, e cangiata l’aveva in quella di commediante. […] … Forse, alcun po' delle lodi togliendo all’uno, e alcun po' de' biasimi all’altro, avremo nel Martelli un bravo artista per le parti comiche, non essendosi egli mai spacciato, e in ciò conviene anche il Bartoli, per attore tragico.

79. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 684-685

Ecco il fondamento d’un diabolico manupolio concertato, di cui non posso accusare che la comica abborribile venalità favorita ; manupolio che legato alle anteriori disseminazioni, e con un’illusione anticipatamente fissata da' passi sconsigliati del Gratarol, ha dato corpo solido a ciò che non era nemmeno un’ombra. […] Da ciò nacque il traditore artifizio del baratto di parte.

80. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XV. ed ultimo. Conchiusione con pochi Avvisi amorevoli agli Apologisti. » pp. 214-236

Or quanto più ciò conviene a’ privati, i quali altro capitale non posseggono, che l’onestà? […] E come ciò si conseguisce? […] Riflettiamo alquanto su di ciò. […] Da ciò risulta, che più recente ancora fu lo stabilimento de’ Fenici in quella Costa, mentre i successi narrati de’ Cartaginesi coincidono col III. secolo, prima dell’Era Cristiana. […] Infelice gioventù” (ciò riferito esclama l’ingenuo Autore della Lettera lodata) “che impari Critica da tale Storia capace di corrompere i più solidi, e acuti ingegni!

81. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO V. Primi passi del dramma musicale. » pp. 295-309

Appigliamci al partito più proprio per la loro capacità, rimandandogli a leggere ciò che in tal questione scrisse giudiziosamente M. […] Ovvero di tutto ciò contento, passandovi sopra con indulgenza, ancorchè lo riconosca per falso e se ne sovvenga ad ogni istante, si trasporta, si fa sedurre, piange, freme, si adira, seguendo i movimenti e le passioni de’ personaggi imitati? […] Chiunque voglia far uso della propria ragione, ciò leggendo, dirà fra se: Conviene ad Aquilio quest’immagine? […] E di ciò contento, non si sovviene della musica che accompagna questo sentimento. […] Sulzer taccia a torto di puerilità il più grand’uomo ch’abbia illustrato il teatro musicale, egli poi non ha torto quando afferma che l’opera merita di essere riformata; e tengo anch’io per fermo (nè ciò pregiudicherà punto alla gloria del gran poeta Romano) che il melodramma non ha tuttavia la sua vera e perfetta forma.

82. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO IV. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 47-55

A tutto ciò si aggiunga quanto riferimmo sin dal 1789 nel tomo V di questa istoria sulla fede dell’ab. […] Per ciò che propriamente appartiene alla nostra storia teatrale, osserviamo che lo spirito imitatore, fecondo da per tutto, ha prodotto ancor fra Turchi uno spettacolo scenico. […] Si vegga ciò che se ne dice nel tomo I della Gazzetta letteraria dell’Europa, dove si parla delle Lettere di Miledy Maria Worthley.

83. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO VI. Stato della Commedia Francese prima e dopo di Moliere. » pp. 212-244

Tutto ciò si conobbe nella recita del Cocu immaginario scritto più correttamente delle prime favole. […] Da ciò si vede la difficoltà di esser critico e pensatore senza cognizione della storia. […] Da ciò venne quella verità di carattere che costituisce il talento maggiore di quell’ingegno grande, e che lo rende superiore a tutti gli altri comici. […] Ella è una donna attempata che si belletta e vuol passare alle seconde nozze; ma basta ciò per caratterizzarla per coquette? […] Egli in ciò s’ingannò, come anche nel credere sì buona tal favola.

84. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Dei balli »

[4.2] Chiunque, in ciò che si spetta alla danza, se ne sta alle valentìe di cotesta nostra e non va col pensiero più là, ha da tenere senz’altro per fole di romanzi molte cose che pur sono fondate in sul vero: quei racconti, per esempio, che si leggono appresso gli scrittori, degli tragicissimi effetti che operò in Atene il ballo delle Eumenidi, di ciò che operava l’arte di Pilade e di Batillo, l’uno de’ quali moveva col ballo a misericordia e a terrore, l’altro a giocondità e a riso, e che a’ tempi di Augusto divisero in parti una Roma.

85. (1772) Dell’opera in musica 1772

Tre invenzioni soprattutto contribuirono a rendere in ciò sì diverse queste due spezie di musica. […] Ma il freno maggiore por si dovrebbe alle cadenze, per allontanar le quali del teatro basta, s’io non fallo, ciò che si è detto intorno al gorgheggio, e ciò che in questo paragrafo abbiamo osservato. […] Ma qualora non si attende questa dal teatro, tutto ciò diviene inutile. […] Dovrà perciò il pittore posseder bene li segreto di far apparir vasto ciò che in realtà non è tale. […] Niuno meglio dell’autore del dramma può conoscere ciò che più unisca un atto all’altro, e ciò, ch’egli finge, o si può fingere, che tra l’uno e l’altro intervenga.

86. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XII. Teatro di Aristofane. » pp. 16-140

Senza ciò qual commedia piacerà mai? […] Ma a ciò Eschilo risponde. […] E se ciò avvenisse, replica il Torto, che mai sarebbe? […] Il creditore risponde che nulla sa di ciò, nè cura saperlo. […] Vuolsi a ciò aggiugnere: e della politica conveniente alla repubblica Ateniese, e di ciò che poteva in que’ tempi e su quelle scene dilettare.

87. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VIII. Teatro Lirico: Opera Comica: Teatri materiali. » pp. 177-187

Supplirono essi co’ cartelloni, ne’ quali scriveano in prosa ciò che non si poteva dir colla voce, ma in fine questo spettacolo fu totalmente abolito. […] Servano per pruova di ciò il Vello d’oro rappresentata nel 1786 la piggiore delle cattive opere musicali, e quelle rappresentate nel 1787 come l’Alcindoro di Chabannes, il Re Teodoro a Venezia del sig. […] Lo spirito di rappresentazione che anima i Francesi, i gran modelli nazionali che riempiono le loro scene, il gusto di cui credonsi tutti con privilegio esclusivo in possesso, tutto ciò non basta ad obbligarli a volgere un solo sguardo alla meschinità de’ loro pubblici teatri. […] Non è vero ciò che diceva Voltaire che solo in Francia prevale l’impertinente costume di fare assistere allo spettacolo la maggior parte dell’uditorio all’erta.

88. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « AL LETTOR CORTESE  » pp. 201-202

Spera con ciò e di rendere questo volume a un di presso di giusta mole, e di soddisfare ad un tempo alle gentili richieste di alcuni compatriotti e di qualche imparziale straniero.

89. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « CORREZIONE AL TOMO IV. »

Chiesa dell’Incarnazione pur di Madrid allevasi altro simil coro di evirati, e ciò abbisogna di dichiarazione.

90. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Bergamo, Lancellotti, m. dcc lix) : Dimorava in quel tempo in Fossano una Compagnia di Comici assai faceti, capo de'quali era uno chiamato Toscano, che si tirava dietro un gran numero di sfaccendati, pure sonando un giorno, giusta l’ordine di Giovenale (Santo Prelato Giovenale Areina), la campanella, che dava il segno, che si principiavano gli esercizi dell’oratorio, restò solo co' suoi compagni abbandonandolo tutta l’udienza, con sua gran confusione e scorno, per andare ad udir Giovenale, che ragionava ; ciò che essendogli poi più d’una fiata succeduto, stimò meglio il ciarlone di mutar paese, e nel partirsi ebbe a dire : « In Fossano non vi è guadagno per esservi un altro Saltinpergamo.

91. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 28-41

Tutto ciò contenevano le danze Messicane chiamate mitotes, nelle quali i nobili e i plebei si trasformavano, e divisi in cori saltavano, cantavano, gestivano e beveano33. […] Ma ciò dee privarlo dell’onore di essere stato uno de’ primi viaggiatori in quei paesi? […] Ma ciò che pruova? Il Lampillas che trionfandone fa ciò osservare, può addurre qualche pruova di non essere stato il Cabotto impiegato a cagione d’insufficienza e d’imperizia nella nautica? […] Tutto ciò e peggio fanno i rigiri degl’ invidiosi, da’ quali viene il merito conculcato.

92. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 1 pp. 2-271

A ciò per avventura si opposero le loro letterarie querele. […] Con tutto ciò molta ingiustizia gli fecero i contemporanei e fangli alcuni semidotti di ultima data. […] Ma con ciò (chiedere potrebbe un giovane desideroso di apprendere l’arte) che ho io imparato ? […] L’amor dell’arte lo rende rigido censore di se stesso, e meritevole anche per ciò di somma lode. […] Possibile che ciò non interessi ?

93. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO IV. Opera Musicale. » pp. 314-344

Le Nazioni settentrionali aliene da questo obbrobrio in ogni tempo, nel venire a dominare ne’ paesi occidentali del Romano Impero, non poterono comunicar loro ciò che esse detestavano o felicemente ignoravano. […] Fu ciò in essi mala fede o ignoranza? […] Sì nota solo dagl’intelligenti che i teologi moralisti del XVI secolo non muovono la questione, se lecito sia castrare per formare un musico  nè pare che ciò prendesse ad investigarsi prima del secolo XVII. […] Di ciò fe pur menzione l’esgesuita Arteaga. […] Pietro Bayle che ciò rapporta, afferma di averlo tratto da un Discorso sulla Musica Italiana impresso colla Vita di Malherbe a Parigi nel 1672.

94. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO III. Stato della Commedia Francese prima e dopo di Moliere. » pp. 36-58

Tutto ciò si conobbe nella recita del Cocu immaginaire scritto più correttamente delle prime favole. […] Da ciò si vede la difficoltà di esser critico e pensatore senza cognizione della storia. […] Ella è una donna attempata, che si belletta e vuol passare alle seconde nozze; ma basta ciò per caratterizzarla per coquette? […] Egli in ciò s’ ingannò, come anche nel credere sì buona cotal favola. […] V. ciò che ne additò il marchese Maffei nelle Osservazioni letterarie.

95. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 596

« La Toscani – egli dice – sa chiacchierare ; ma ciò non basta : bisogna nascere Colombina.

96. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VII. Pastorali. » pp. 4-41

E se mai se ne volesse un esempio forestiere, el Musico por amor commedia spagnuola è tutta recitata, fuorchè ciò che cantasi da colui che si finge musico. […] Vana cura sarebbe ancora metterne in vista più questa che quella bellezza, men bello di ciò che si sceglie non sembrando quello che si tralascia. […] Ma possono sentire le umane passioni, e ragionarne colla penetrazione naturale, non come filosofi, ma come uomini che le stanno soffrendo, ed esprimono al vivo ciò che sentono. […] A messer Isacchino prescrisse la qualità di ballo richiesta nelle quattro canzonette che s’interpongono negli atti; insegnando con ciò la convenienza che dovrebbero avere la danza e l’azione. […] Odasi ciò che delle due pastorali italiane più celebri disse il signor di Voltaire: Enfin le goût de la Pastorale prèvalut.

97. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « NOTE DEL FU D. CARLO VESPASIANO. » pp. 270-273

Tutto ciò che contiene questa scena di Augusto e di Cinna trovasi presso Seneca il filosofo lib.  […] Egli è troppo vero ciò che quì si dice.

98. (1715) Della tragedia antica e moderna

[2.29ED] Ma niente è più difettuoso che il voler ridurre le cose istesse alla perfezion dell’idea, perché ciò è sovra le nostre forze, e sovra le leggi della natura. […] [2.43ED] E qual utile verrebbe per ciò alla repubblica ed a’ costumi dalla tragedia, abborrendo allora il popolo da’ teatri come gli schiavi dalla galea? […] Io feci aprirne la rappresentazione in una satirica, e in ciò pure credei seguire la mente di Sofocle, e lo toccherai tu con mano, se me ne ricorderò alcuni passi. […] [2.107] Vorrei sapere se ho errato a far ciò rappresentare dentro la reggia. […] Ma ciò separatamente è distinto, essendo che alcune parti sono del solo metro contente; alcune vogliono inoltre la melodia.

99. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « NOTE DI D. CARLO VESPASIANO. » pp. 301-306

Avrebbe certamente quel bibliotecario parlato con maggior circospezione, se si fosse anche ricordato di ciò che si narra da tanti scrittori (V. il P. […] Del resto pur troppo vero si scorge in non pochi Spagnuoli ciò che di essi generalmente afferma M. […] Poteva, sì, accordiamolo; è ciò un possibile, benchè troppo raro; ma un possibile gioverà mai contro il fatto?

100. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 774-779

Ma ciò non toglie – conchiude il Minghetti, saggiamente e pur troppo in vano, – che sia corruzione adulare il pubblico, lusingandone le inclinazioni men buone, o rifiutando di ritemprarlo a gusto migliore. […] Se Ella conserva le mie ultime lettere, ella potrà vedere ciò che più o meno produsse effetto. Io ho sempre seco lei fatto uso della verità, e non potrei mai ingannarla ; ciò che le ho sempre detto, lo replico.

101. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO II. Prima Epoca del Teatro Latino. » pp. 16-128

Pure da quale classico scrittore ciò si ricava? […] In ciò mai abbastanza i moderni non si allontaneranno dagli antichi. […] Tossilo gli dice ch’egli mangerà, purchè si ricordi di ciò che jeri gli disse. […] A ciò sol pensa. […] Vedasi ciò che si dice da Giacomo Guitero lib. 

102. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Il sao ruolo è di un giovane amoroso che ha poca intelligenza, ed è ciò che gii si conviene.

103. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Bartoli, contemporaneo, ha per lei parole di alto encomio e come attrice e come donna. « È la Martorini molto commendabile — egli dice — nelle parti tenere ed amorose, mostrando coll’ espressione della voce gl’ interni affetti dell’anima ; distinguendosi in singolar modo con attenzione indefessa anche nelle più minute cose, senza ommetterne alcuna, e tutto volendo che giovi, e contribuisca alla perfezione di ciò che ella rappresenta. » E più giù : « nel nubile suo stato, al fianco d’una vecchia tutrice, esposta agli occhi del mondo, fornita di bellezza e di grazia, ella ha saputo schermirsi dall’insidie del secolo. »

104. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 669

Infatti, assicurato che la Ricci non sarebbe in alcun modo partita, dice aver saputo dopo « che la Vinacesi da lui conosciuta giovine di molta abilità, ma di costume riservato, contenta di ciò che guadagnava in Italia, aveva rifiutato a' tumulti di Parigi, e a quelle fortune irregolari che alcune femmine teatrali si promettono in quella metropoli. » In una mia raccolta di elenchi della fine del secolo xviii un Giovanni Vinacesi figura come Pantalone nella Compagnia di Gregorio Cicucci.

105. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO I » pp. 116-223

Con tutto ciò molta ingiustizia gli fecero i contemporanei e fangli alcuni semidotti de’ giorni nostri. […] Sovvenghiamoci di ciò che so n’è ragionato nel tomo precedente. […] Se ciò dicesse spinta da disperazione e da tedio di vivere, sarebbero espressioni convenienti: ma ella ciò dice pensando in fatti di eseguirlo per far la sua vendetta, senza riflettere all’impossibilità della riuscita. […] Ma di ciò in altro tempo. […] Dico ciò per certi nuovi autorelli subalterni che ripetono le altrui voci senza afferrarne le idee.

106. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO III. Della vera Commedia Francese e della Italiana in Francia. » pp. 128-191

Non si dovea stampare tutto ciò che produsse pel teatro. […] E che sia ciò vero, odasi ciò che disse di tal commedia colla solita ingenuità l’eloquente filosofo Gian Giacomo Rousseau. […] Con tutto ciò la donna riconvenuta di stare al patto ricusa e nega di consentire alle nozze della figliuola con Dami. […] Trasse l’Abate da ciò indizio che potesse essere figlio o parente prossimo di qualche magistrato. […] Si assicurò con ciò che era venuto da una delle principali città della Francia.

107. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Venezia il 31 10bre 1837.E il 14 novembre : » pp. 389-402

quanto meglio ciò conta che il vedere provetta attrice con tre dozzine d’anni alle spalle affibbiati rappresentarci talora l’ingenua ragazza, o la spiritosa sposina ! […] Ecco ciò che ti offro : Posto assoluto di Iª donna – onorario annuo Franchi Italiani novemila ed una serata intera nell’appalto ad uso comico. […] Bazzi : se dunque ciò fosse, ecc. […] Mi è stato supposto che ella faccia Compagnia per quel tempo : se ciò fosse vero desidererei combinare per l’autunno stesso del 42 col dargli il teatro Valle. […] Io chino il capo alle circostanze : fa ciò che credi, quello che il cuore ti detta.

108. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 744

Io Aurelio di Secchi A fermo quanto in ciò si contiene.

109. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 311

Ai primi tempi della sua vita artistica, egli recitò nelle commedie all’improvviso con le maschere, riuscendo attore di gran pregio : e ciò gli fu di gran soccorso più tardi nella recitazione del Bugiardo, il quale rappresentava in modo vario, ogni sera, sì da esser reputato in quella parte superiore al gran De Marini.

110. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 533-536

Tutto ciò esprime naturalmente nelle opere serie ma spec. […] Di tutto ciò ne dà compito saggio.

111. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 23-39

Tutto ciò si deduce agevolmente dalle storie particolari di ogni teatro. […] Oltre a ciò vengono dalla musica accompagnate tutte le cerimonie fatte negli appartamenti delle imperatrici. […] Non solo ha fatto parte del dramma cinese, ma essendo negli ultimi tempi caduta in disistimab (siasi ciò avvenuto per l’introduzione della musica europea fatta in que’ paesi dal l’imperadore Kamhi per mezzo del portoghese Pereira e del p. […] Di ciò vedasi la Storia naturale, civile e politica del Tunkin pubblicata in Parigi nel 1778 dal l’ab.

112. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 202

Stando a ciò, cade di pianta la probabilità che il nome di Arlecchino venga dall’essere stato uno zanni protetto da Achille di Harlay, primo presidente al Parlamento sotto Enrico III.

113. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Del libretto »

Una assai fedele immagine di tutto ciò si può vedere tuttora nel teatro di Francia, dove l’opera vi fu trapiantata dal cardinal Mazzarino, quale era a’ suoi tempi in Italia. […] A ciò contribuirono ancora moltissimo le paghe che convenne dare a’ musici; le quali di picciole che erano da prima, a segno che una cantatrice fu sopranominata la Centoventi per aver avuto altrettanti scudi un carnovale, montarono ben presto a prezzi strabocchevoli. […] Da ciò deriva che buona parte delle opere francesi, per non parlare delle prime nostre, danno quasi soltanto pascolo agli occhi, ed hanno piuttosto sembianza di mascherata, che di dramma.

114. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XIV. Intorno alla descrizione de’ Teatri materiali di Madrid, fatta nella Storia de’ Teatri. » pp. 207-213

Dite voi ciò per vostro, o per mio sentimento? […] Certamente nulla di ciò vi ha scorto il Sig. […] Gli avesse fatto qualche impressione ciò che vi accennai delle ritirate, e delle oscuritá visibili de’ Corridoj?

115. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 869-873

Se ciò potesse non essere, se Edoardo Ferravilla fosse corporalmente immortale, i Massinelli, il Pànera, il Pastizza, e gli altri personaggi da lui generati, troverebbero il lor posto accanto ai Don Abbondj e alle Perpetue. […] ecco ciò che costituisce tal grandezza e finezza di arte da collocar lui fra i primissimi nostri ! […] E con tutto ciò non siete forse un grande igienista ?

116. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Teatro di Euripide. » pp. 134-207

Segue a ciò una scena assai patetica, in cui Ifigenia rassegnata a morire prende congedo dalla madre che le và rammentando i suoi più cari. […] Non è così della tragedia greca, la quale sembra odiare tutto ciò che può distrarre dal dolore. […] E perchè narrare al servo ciò che era pubblico e noto a ogni Tebano? […] È ciò avvenuto per miracolo? […] A ciò ne determinò qualche incoerenza che nasceva dalle antiche divisioni.

117. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosesto »

E ciò sotto pretesto di esatta rassomiglianza fra l’imitazione e l’imitato. […] La perspicuità vuole che ogni gesto esprima con nettezza e precisione ciò che vuol rappresentare affinchè lo spettatore non sia indotto in abbaglio. […] Così fecero ancora i Romani in ciò che appartiene a non mischiare la pantomima colle azioni musicali. […] È bensì da stupire ch’ei non conosca la difficoltà d’eseguire ciò che promette, oppur conoscendolo, abbia il coraggio d’accingersi a così malagevole impresa. […] Privi per mancanza d’educazione e di studio d’ogni idea filosofica dell’arte propria, i ballerini non sanno distinguere ciò che vuole una danza artifiziosa da ciò che vorrebbe una facoltà imitativa, ma mischiano l’una coll’altra, e la confondono in guisa che tu sei costretto a non vedere che il danzatore colà dove non cercavi che il pantomimo.

118. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO II. Prima epoca del teatro Latino. » pp. 9-90

Pure da quale classico scrittore ciò si ricava? […] Ma agli antichi, e spezialmente a Plauto, forse ciò farebbe sembrato una spezie di povertà. […] In ciò mai abbastanza i moderni non si allontaneranno dagli antichi. […] Tossilo gli dice ch’ei mangerà, purchè si ricordi di ciò che jeri gli disse. […] A ciò sol pensa.

119. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 615

Quando si dovesse cambiare, piuttosto la parte della Majani converrebbe alla Cavalieri, ma anche ciò meriterebbe la critica.

120. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

A richiesta del Duca di Modena, rispose accettando di far parte della di lui Compagnia, di cui eran principale ornamento i Calderoni Silvio e Flaminia, con lettera da Roma del 19 aprile 1679, nella quale si lagna acerbamente del malo trattamento de' capocomici verso di lui, che non sa nè dove spedire la condotta, nè chi la riceverà, nè in che piazze andrà, nè come sia composta la Compagnia, e che soprattutto s’è visto, con suo danno e rossore, metter fuori una seconda donna già scritturata d’accordo con lui, certa Angiola Paffi : « danno, hauendo seco un antico, e non poco concerto (cosa mendicata, e ricercata da ogni Moroso), e rossore per esser tenuto un parabolano, et un falso ; e dopo essermi consumato in Venetia ad aspettare la certezza et unione di questa donna, si ritratta al presente ciò che si deve per debito, essendo stata accettata e corrisposta da tutti. » E si raccomanda al Duca di ordinare che i comici gli scrivano, perchè egli possa con loro più apertamente discorrere. « Alla Paffi – conclude – in cuscienza et appresso Dio et al mondo non si deve mancare. »

121. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO IV. Memorie drammatiche d’oltramonti nel medesimo secolo XIV. » pp. 140-147

Ma come dedurre da ciò che la lingua provenzale derivi dalla catalana? L’amor del dialetto nativo fe dire all’abate Lampillas a che sin dal nono secolo i conti di Barcellona introdussero in quella provincia di Francia, in cui dominarono col titolo di duchi di Septimania, il loro nativo idioma ; e crede ciò provato a meraviglia coll’epitafio del conte Bernardo avvelenato nell’anno 844.

122. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO VI. Teatro Materiale. » pp. 243-247

Tutto ciò che osservammo nella costruzione del teatro Greco, videsi ne’ teatri Romani innalzati estemporaneamente. […] Oltre a ciò pose Augusto nel sedere un ordine diverso dall’antico.

123. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO III. Memorie drammatiche d’oltramonti nel medesimo secolo XIV. » pp. 41-46

Ma come dedurre da ciò, che la lingua Provenzale derivi dalla Catalana? […] Lampillas 36 che sin dal nono secolo i conti di Barcellona introdussero in quelle provincie di Francia, in cui dominarono col titolo di duchi di Septimania, il loro nativo idioma; e credè ciò provato a maraviglia coll’ epitafio del conte Bernardo avvelenato nell’anno 844.

124. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 2 pp. 2-245

Non così di ciò che si tratta nell’atto II. […] Onde ciò avvenne ? […] Ma (osserviamo) Orgando come ciò sa ? […] Vedi ciò che ne disse m. […] Chi leggerà ciò che egli volle notare, e ciò che io dico, rileverà l’inutile sua pena.

125. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Teatro di Sofocle. » pp. 104-133

Dopo ciò arriva Ulisse, e cerca di placare Agamennone; nè in questa ultima scena trovansi punto le villanie decantate. […]ciò era troppo ne’ teatri Greci, la cui grandezza non può ravvisarsi in niuno de’ moderni, benchè alquanti assai vasti se ne contino. […] Fratelli, padre e figli produceste D’ un sangue istesso, e d’un istesso ventre E nuore e mogli e madri, in un mischiando Tutto ciò che più turpe e più nefando Tra’ mortali si stima. […] E ciò ne dimostra che certo sublime idropico e romanzesco, e che io chiamo di convenzione teatrale, perderebbe affatto il credito anche sulle moderne scene a fronte delle patetiche situazioni naturali, purchè vi fossero introdotte con garbo da un ingegno sagace che sapesse renderle, sulle vestigia di Sofocle, tragiche e grandi. […] Trovo che elegantemente in ciò si è attenuto al l’originale l’incomparabile Metastasio traducendo questo passo nel l’Estratto della Poetica d’Aristotile cap. 5, benchè siesene dipartito in qualche circostanza dei delitti: Ahi me misero!

126. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 570-583

A.) concorrendovi le nostre libere volontà, ho composto il presente Cicalamento, intorno a ciò, il quale come tributo del mio debito l’espongo alla luce del Mondo sotto il patrocinio di V. […] Prima che facci questo strabalzo il trottolante mio cuore, vi supplico cum totam coradellam meam, di farmi avere il vostro ritratto, acciò possa a quello fissare gli occhi con attenzione sviscerata, senza batter palpebra, che ciò facendo (come ne son certo) precipiterà dalle pupille qualche lagrimetta, la quale rinfrescherà alquanto il mio ardore. Fatemene dunque la grazia, che ciò facendo vi resterò obbligato tanto di là, come di qua dal sempre obbligatissimo anco con mio scomodo Buffetto. […] S. per la protecione di ciò di tutto core insieme con mia moglie me racomando restando per sempre obligatissimi a V. S. : mando la notta de ciò che auemo fatto acciò S. 

127. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo undecimo »

Qual poeta drammatico ha ottenuto ciò finora meglio di Metastasio? […] E ciò dimostra,        Che v’è Dio; non ch’è solo. […] E tutto ciò è stato egregiamente fatto dal Racine. […] Il genio a ciò far destinato sembra esser Metastasio.» […] E ciò per delle scene intiere, e senza vedersi.

128. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori. » pp. 172-221

E si accende, e si dà moto per eseguire ciò che le rimane a fare. […] Ma ciò nè anche bastando all’augure, alia, dice, tentanda est via. […] E con ciò si prepara per l’atto terzo un lunghissimo racconto dell’ evocazione delle ombre e di Lajo. […] Ma ciò serve punto a fare avanzar l’azione? […] Vedi ciò che ne dissero il Giraldi nel suo trattato della Tragedia, ed il Conte di Calepio nell’Esame della Poesia Tragica.

129. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « A CHI AMA la poesia rappresentativa » pp. -

E se la geometria, più che per le utili verità che insegna, si rende commedabile per l’attitudine che somministra agl’ingegni tutti per bene e coerentemente ragionare, essa e tutte le scienze esatte contribuiranno sempre colla loro giustezza a formare grandi legislatori morali e politici tanto per ciò che l’una società debbe all’altra, quanto per quello che debbonsi mutuamente gl’individui di ciascuna: ma esse non saranno mai nè più pregevoli nè più necessarie a conoscersi delle leggi che immediatamente gli uomini governano. […] Adunque senza tener conto veruno della rigidezza affettata di alcuni sedicenti coltivatori de’ severi studii, i quali sdegnano tutto ciò che non è algebra, nè delle meschine rimostranze di qualche bonzo o fachiro, nè delle insolenze di alcuni immaginarii ministri di non so qual filosofia arcana, e molto meno apprezzando le ciance insidiose smaltite fra i bicchieri delle tavole grandi da certi ridevoli pedantacci che ostentano per unico lor vanto l’essersi procacciati varii diplomi accademici, noi avremo sempre in pregio così amena filosofia in azione, di cui gli additati impostori ignorano il valore e la prestanza. […] Ma per sì bella impresa oltre di un raro ingegno affinato dal senno e dal gusto, vi bisognerebbe quel lieto nido, quell’esca dolce, quelle aure soavi che bramano i cigni per elevarsi al Parnaso, ed a me di ciò in vece sovrabbondarono lungo tempo solo cure mordaci che me ne respinsero, ed oggi è tempo che i ruscelli io chiuda, Poichè di bere omai son sazii i prati. […] Che se gergone rassomiglia anche al jargon de’ Francesi, quale in ciò è la mia colpa? […] A quello però che egli aggiugne, cioè che ciò sia per non aver io letto gli autori , o per non avergli intesi , dirò che la continuata approvazione del pubblico par che abbia deciso contro di questa sua magistrale se non gentile asserzione.

130. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 364-382

Allora il Righetti, che in lei sola omai vedeva l’àncora di salvezza della naufragante Compagnia Reale, tornò all’assalto ; ma ella da Castel Gandolfo rispondeva il 12 settembre del '47 : La ringrazio delle di Lei esibizioni ; ma avendo preso marito da qualche tempo, ed essendo ciò a cognizione di tutti, doveva bene immaginarsi che se rimanevo ancora sulle scene, lo facevo in riguardo di non rovinare i miei Capo-Comici con un repentino allontanamento dal Teatro. […] E la risoluzione, infatti, fu presa irrevocabilmente, e la Ristori si diede attorno con tutti i mezzi che le offrivan la sua grandezza artistica e il suo nuovo stato per « rivendicare all’estero — com’ella dice — il nostro valore artistico, mostrando che anche in ciò la nostra non era terra dei morti. […] A render tutto ciò meno difficile, mio marito pensa partire per Parigi il 20 0 25 corrente, e, corredato di lettere commendatizie, interessare l’alta società a frequentare le rappresentazioni italiane, e proteggere questo esperimento. Ella più che ogni altro può in ciò giovarci, e mandarci qualche lettera che presenti mio marito, per ora, e quindi ma alle distinte e ragguardevoli famiglie sue conoscenti, raccomandando onorare di loro appoggio quest’esperimento drammatico italiano, pel quale colà si porta mio marito (Giuliano dei Marchesi Capranica, Marchese Del Grillo)…. […] E per le intellettuali : Le sue ispirazioni sono sublimi, ella trova nelle sue parti ciò che l’autore stesso non aveva indovinato, e le sviscera in ogni più tenue gradazione di tinte : con un sol gesto, con una occhiata ella dice assai più di un’altra con cento parole.

131. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO II. In quali cose si rassomigli ogni Teatro. » pp. 12-22

Oltre a ciò gli scrittori primitivi ambivano di scostarsi dal favellar volgare, e non essendo ancor destri abbastanza per conseguirlo nella sciolta orazione che aveano comune contutti, adoperarono la meccanica de’ versi, i quali subito, e a poco costo allontanansi dal linguaggio naturale. […] Aristotile nel i de’ Politici, Può anche vedersi su di ciò l’opera di Goguet, Origine des Loix, tom. […] Giova quì rammentare ancora ciò che ragionammo nel tomo I, cap.

132. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO II. Tragedie di Pietro Cornelio, di Racine e di altri del XVII secolo. » pp. 8-35

Ma subito prestano l’attenzione a ciò che rassomiglia a quel che sentono in se stesse, e vanno agevolmente seguitando il poeta nelle commozioni che disviluppa, e ne favellano con vivacità e conoscimento. […] A ciò che chiamasi poesia fra’ Greci ed Italiani, trovasi ne’ drammi francesi sostituito certo parlar poetico particolare. […] Il suo Gionata e l’Assalonne non hanno veruna digressione amorosa che le deturpi, in ciò preferendo con senno l’esempio della sola Atalia di Racine a tutto il teatro tragico francese. […] Dopo ciò poco parmi conducente al vantaggio della gioventù il particolareggiare su i loro difetti. […] Per Huerta l’Atalia è un testimonio irrefragabile dell’imbecillità di Racine; e ciò per quali ragioni?

133. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VII. Opera musicale nazionale ed italiana. » pp. 195-212

Tutto ciò si racchiude in due piccioli atti divisi in dodici scene. […] Ma ciò sarebbe il minor male, se col misero sacrificio della poesia si servisse almeno alla musica. […] Or tocca al La Crux o al Sampere, e a tutta la turba che lo encomia, a conciliar tutto ciò colla propria lingua, colla poesia, e col senso comune. […] Veramente un rivo che sbocca in un pantano, altro non fa che impantanarsi anch’esso, e nulla può sommergere prima di vincere l’ostacolo che si oppone al suo corso; ma passi ciò.

134. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 44-148

E’ ciò picciol merito? […] Non è così della tragedia Greca, la quale sembra odiare tutto ciò che può distrarre dal dolore. […] E perchè narrare al servo ciò che era pubblico e noto ad ogni Tebano? […] Vedi ciò che dice l’Ab. […] A ciò ne ha determinato qualche incoerenza che nasceva dalle antiche divisioni.

135. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 968

E se nel testamento nominò de’figli soltanto la Diana, ciò forse fu perchè ella sola rimase in compagnia di lui sino alla morte.

136. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 27

Il di lei spirito, le grazie, la civetteria decente e gastigata, una profonda conoscenza del carattere della sua parte, e tutto ciò unito ad una figura non alta ma proporzionata perfettamente, congiunta ad un bel volto adorno da due occhi nerissimi pieni di malizia, e ad una voce, benchè un poco nasale, gratissima all’orecchio : tutte queste belle doti la rendevano la favorita del Pubblico.

137. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XIII. » pp. 182-206

Dopo avere ciò letto, gli parranno ancora incompatibili le idee del Volgo, e quelle della Gente onesta e rischiarata, sulla Poesia Scenica? […] E con qual fondamento ciò egli asserisce? […] Il Prologo dell’Ecira di Terenzio, quando non altro, poteva di ciò instruirlo. […] Ma la dimora in Italia gli avrà fatto dimenticare ciò che si fa in Ispagna. […] Aggiunse a ciò il Signorelli, che questo sarebbe bastato a Racine per essere applaudito nella Corte di Luigi XIV.

138. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VI. Teatro Spagnuolo Comico e Tramezzi. » pp. 149-194

Presolo dunque di nuovo per mano, lo purgò delle variazioni fattevi da mano aliena, ne soppresse ciò che apparteneva alla musica, ne variò il viluppo, diede all’azione più moto ed interesse, e più forza e verità a’ caratteri. […] Il significato proprio della voce sainete esprime ciò che noi diciamo condimento. Ma figuratamente si applica a tutto ciò che rende saporoso un accidente, un discorso, un trattenimento. […] Di ciò sono io stato più volte testimonio; ma sento che egli ha continuato sino alla morte nel medesimo gusto. […] Ma potè egli mai distruggere ciò che è storia pura?

139. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO II. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo. » pp. 175-262

ma di ciò nella favola seguente. […] Ogni parola è una bellezza per chi l’analizza, nè l’ analizza chi non ha il cuore fatto per ciò che i Francesi chiamano sentimento. […] Noi sin dal 1782 gli rispondemmo su di ciò nell’ articolo IX del nostro Discorso Storico-critico. […] VII del Tiraboschi, il quale ciò afferma per avviso del ch. […] Fu strana cosa che l’ enciclopedista Francese Marmontel avesse ciò pronunziato senza pensare e senza leggere.

140. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Discorso preliminare premesso alla prima edizione »

Tutto ciò con un candor d’animo, e con una tal gentilezza inesprimibile, che avranno meco divisa quanti uomini di lettere hanno la buona sorte d’avvicinarglisi, e che non suol vedersi troppo comunemente negli avari posseditori d’erudite ricchezze, i quali somiglianti al drago custode degli orti Esperidi, vietano che altri accosti la mano a quegli aurei frutti, ch’essi pur guardano da lontano senza mai toccarli1. […] Così benché il titolo del libro riguardi il solo teatro musicale, il lettore vi troverà ciò nonostante, la storia non affatto superficiale della musica italiana e de’ suoi cangiamenti, come della tragedia ancora e della commedia con molte riflessioni sugli altri rami della poesia, e su altri punti. […] Forse questa trascuratezza, e questo abbuiamento tornerà in maggior suo vantaggio, convenendo, secondo l’osservazione del gran Bacone di Verulamio, che non si tosto s’affrettino i filosofi a fissare i confini d’un’arte senza prima vedere le diverse forme, ch’essa può prendere dalle diverse combinazioni de’ tempi e delle circostanze; ma egli è vero altresì, che chiunque ne vorrà giudicare si troverà perplesso fra tante e sì contrarie opinioni, non avendo alla mano principi, onde avvalorar il proprio giudizio, Gl’Italiani, che hanno scritto fin’ora, non sono stati in ciò più felici. […] [13] Sarebbe in me imperdonabile baldanza il presumere di poter supplire a ciò che non hanno fatto gli altri, e che probabilmente non si farà così presto. […] Nel secondo s’investigherò la proporzione che ha per la musica la lingua italiana, e ciò che rimane a farsi per perfezionarla.

141. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO V. Tragedie Latine d’Oltramonti: Tragici Olandesi: Teatro Alemanno. » pp. 286-290

Pensarono poi a formarsi un’ opera nazionale; ma sia per debolezza di coloro che ciò tentarono, ovvero sia per l’indole dell’idioma, essi riuscirono così infelicemente, che atterriti dalle critiche tralasciarono di più comporre opere tedesche. […] Secondo ciò che affermò l’ab.

142. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 310-312

Gli artisti drammatici troveranno nel libro del Bazzi tutto quello che si può nel loro arringo imparare colla teoria associata alla pratica ; ma ciò che il Bazzi non potè dire con espressi insegnamenti e lasciò tuttavia non oscuramente raccomandato è questo : che le regole e le massime e gli esempi non giovano all’artista drammatico se prima egli non abbia pensato a istruirsi la mente, a educarsi l’animo, a ingentilirsi i costumi, a rendersi famigliare tutto ciò che è bello, che è grande, che è nobile, che è generoso, e, anch’esso cittadino d’Italia, abbia pensato a scaldarsi anch’esso al raggio del sole italiano.

143. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo duodecimo »

[3] Da ciò si vede naturalmente quanto la diversa maniera di prender codesti oggetti ha dovuto influire sulla loro mediocrità. […] Tutto ciò che l’arte ne aggiunge non è più il linguaggio dell’affetto, ma una circonlocuzione, una frase retorica dell’armonista. […] Nella stessa guisa che alla moderna musica, quantunque lontana assai dalle mentovate meraviglie della greca, se pur talvolta riesce di muover gli affetti, ciò non l’ottiene se non se slontanandosi dagli usati metodi per avvicinarsi alla semplicità. […] dove col solo replicar molte volte quella vocale di suono oscuro e nasale, rappresenta ciò che vuol dire con più energia che da altri non farebbesi in una intiera scena. […] Di ciò ne basti arrecar una pruova.

144. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO VI » pp. 94-106

Chi non voglia arrogarsi una magistrale autorità che infastidisce in vece di persuadere, convien che dimostri ciò che asserisce. […] Ma il leggitore sarà curioso di sapere, su qual fondamento colui ciò affermato avesse. […] Niente di ciò, come ognun vede.

145. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 745-749

Il Landini, ultimo degli Stenterelli celebri, raccontava di avere udito (e le parole sue furon riferite nella Nazione del 31 marzo ’91 da Giulio Piccini (Jarro), a cui debbo gran parte di queste notizie, e di cui uscirà presto, editore Bemporad, una particolareggiata e documentata vita del nostro artista) che il nome venisse da un faceto garzone di parrucchiere, o da un gaissimo mendicante, il quale se ne stava sugli scalini d’un portone, chiedendo l’elemosina, e attirando la gente co’suoi lazzi, destando la pietà pel suo vestito, tutto toppe e brandelli, per la sua persona, scarna, allampanata, stentata : da ciò il nome di stento o stenterello, che si dà tuttora a un mingherlino e sparuto. […] E ciò fu nel 1830 all’età di ottant’anni : e si racconta, che dovendo egli salire sur una tavola, e non riuscendovi, a uno del pubblico che gli disse forte esser quella troppo alta per lui, rispondeva : « no, sono le quattro ventine che mi pesano. […] E nel chiostro della chiesa di Ognissanti ov’egli è sepolto, si legge su di una parete il seguente epitaffio, fatto da lui stesso incidere in marmo fin dal 1826 : Luigi Del Buono fui – che da vivente destinavo questo marmo – per soprapporsi alla mia fredda salma – presso quest’ara sacra alla gran vergine – in carità prego di recitare – il De Profundis e la seguente giaculatoria – in lode della nostra avvocata – Maria Santissima – che ciò sarà di sollievo all’anima mia – e di merito a quel devoto che la suffragherà.

146. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IX. Stato presente degli spettacoli teatrali. » pp. 426-437

Alcune traduzioni di qualche commedia del Goldoni, come della Sposa Persiana e del Bourru Bienfaisant son piaciute moltissimo al popolo, e dovea esserne lodato (fuorché in alcune alterazioni fatte senza gusto agli originali) qualunque egli siasi chi ha impreso a mostrare sulle scene spagnuole queste commedie; ma sul medesimo teatro sono state motteggiate da soliti piccioli compositori di saynetes, e ricevute con freddezza da alcuni pochi, che invecchiati in un certo lor sistema di letteratura, sdegnano di approvar dopo il popolo ciò che lor giugne nuovo, Vel quia nil rectum, nisi quod placuit sibi, ducunt, Vel quia turpe putant parere minoribus, et quae Imberbes didicere, senes perdenda fateri. Ma ciò, a dirla ingenuamente, é una spezie di tradimento fatto alla nazione, il quale presso di essa ritarda l’avanzamento delle arti. […] Egli é purtroppo vero ciò che dice il signor di Voltaire: «On remarque dans les arts, que plus il y a de littérateurs dans une nation, moins il s’y trouve d’hommes de génie». Ed é ancor vero ciò che diceva l’abbate Terrasson: «L’esprit d’une nation ressemble à ces feuilles d’or, qui deviennent plus minces à mesure qu’elles s’étendent, et il perd ordinairement en profondeur ce qu’il gagne en superficie». […] L’istesso é già principiato ad avvenire a’ sedicenti filosofi francesi della nostra età, uomini per lo più di poco ingegno, di cuore freddo e di gusto depravato, che col loro pretesto spirito filosofico, e con quella loro ventosa loquacità, «quae animos juvenum ad magna surgentes (come disse Petronio) veluti pestilentiali quodam sidere afflavit» tarpano le ali alla fantasia, mettono a soqquadro le belle arti, e deprimono i gran modelli; uomini (parlo sempre per sineddoche) scostumati e sciaurati, nemici della ragione e della verità; uomini mezzanamente instruiti e superlativamente fanatici che per mostrare la loro esistenza, cospirano a distrugger tutto, e alla soddisfazione interna di essere ragionevoli antipongono la vanità di comparire straordinari e spiritosi alla moda; uomini anche in mezzo al loro vantato scetticismo dogmaticamente decisivi che presumono di essere i precettori del genere umano, e che vorrebbero a lor talento governare il mondo; uomini perversamente pensanti che disonorano il cristianesimo, la patria, l’umanità e la filosofìa tutto a un tratto; uomini solidamente audaci e feroci che quando possono scoccare qualche velenoso strale contro l’Italia, la religione, il sacerdozio e ’l principato, se la godono e trionfano e si ringalluzzano; uomini fieramente superbi e boriosi che quando veggonsi tassati nelle loro stravaganze e bestemmie, arruffano il ceffo con rabbia cagnesca, s’inferociscono, s’inviperiscono, s’imbestialiscono; uomini naturalmente maligni e astiosi che con cinica declamazione calunniano alla dirotta, sapendo che il volgo e i più, non la verità, ma l’opinione risguardano; uomini in somma che sono un composto d’ignoranza, di presunzione, di orgoglio, d’impostura, di malvagità, di demenza, e di suprema temerità, e a’ quali può anche a buona equità appropriarsi tutto ciò che il dottor del Genti nelle due epistole a’ romani e agli efesi scrisse de’ filosofi idolatri.

147. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo nono »

Ora come la melodia è per la musica ciò che la rettorica per il linguaggio, così l’armonia è per i suoni ciò che la sintassi per il discorso. […] Forse ciò deriva dalla temperatura dolce e fervida insieme dell’aria, che domina generalmente in questo paese, la quale, rendendo più ben cotti, più aridi, e conseguentemente più leggieri i legni, e più elastiche le corde, è la cagione altresì che pesino meno e che più acutamente risuonino. […] Di ciò ne può far fede l’uso ch’egli aveva prima di mettersi a comporre di leggere e meditare un qualche sonetto di quel poeta a fine di riscaldar il suo ingegno alle pure fiamme di quel platonico e sublime amatore88. […] L’arte del maestro e del sonatore altro non è infine che un linguaggio imperfetto, col quale non s’arriva a esprimere se non troppo rimotamente ciò che si vuole, laddove il canto è la più compita e più interessante imitazione che le belle arti possano proporsi per fine. […] Quantunque ciò non meriti ogni credenza, egli è tuttavia certo che Pergolesi fu il bersaglio della invidia, e che sembra essersi avverata nella sua persona quella severa e incomprensibil sentenza, che la natura, in creando gli uomini singolari ha, come dice un poeta francese, pronunziata contro di loro: «Sois grand homme, et sois malheureux.»

148. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XII. Confronto Apologetico della Opera Italiana, e della Commedia Spagnuola. » pp. 149-181

Ma che male ciò sarebbe, sempreche l’Opera fosse buona in tutte le sue parti, ed equivalesse alla buona Commedia, e alla buona Tragedia? […] Lampillas, da ciò dedurre? […] Ecco da ciò che voi presumete qual conseguenza ne scende: Che l’antico Canto degli Episodj, per essere meno figurato di quello de’ Cori, non era Canto. […] Dunque voi (sia ciò detto di passaggio) quì vi conformate co’ Criticastri, che escludono dalla Opera il Canto? […] Con tutto ciò siegue la rappresentazione, ed egli s’interessa alla di lei morte, e ne sospira.

149. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Egli è per ciò ch’ io ho fatto si che Cola entrasse nella Compagnia.

150. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 

Anche nel '54 pare vi fosse timore di smembramento della compagnia, e il Nelli avendo saputo che le carrozze eran già state licenziate, si rivolge il 3 di aprile a un famigliare del Duca per sapere se la compagnia debba andare a guadagnare, o pure aspettare in Bologna, a ciò possano tutti i compagni dipendere dai commandi dell’ A.

151. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 412

Del '46, Enrico Montazio, non sospetto certo di tenerezza verso i comici, così scrisse di lui nella Rivista : Salvator Rosa ha sopra il Vergnano (recitava questi al Nuovo in Compagnia Pezzana) il vantaggio della voce, della persona, della età ; ambedue amano l’arte non da istrioni, ma da artisti ; ambedue pongono pari amore alle piccole parti, che a quella principale e di protagonista : e da ciò, a parer mio, si distingue sopratutto l’artista ragionevole e tenero, più che d’un trionfo a carico de'suoi compagni, della totale riuscita di un’azione drammatica.

152. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 590

E per tutto ciò ella si raccomandava al Duca, acciocchè volesse degnarsi moderare a questo Signor Desiderij, quando pure già le fosse stata concessa, quell’ autorità così grande che pretendeva hauere sopra di lei….

153. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quarto »

[10] Da ciò si vede che la musica strumentale era abbastanza numerosa e variata. […] Perché ciò? […] Dopo aver esaminato le ragioni dello stimabile autore vediamo ciò ch’egli oppone alle mie. […] A che si dovrà attribuire, che il Signor Abbate non abbia veduto ciò che pur vi si trova scritto? […] Quale spirito muove adunque questo scrittore qualora mi fa dire ciò che non ho mai sognato di dire, e qualora m’intenta un processo per aver detto ciò che dice egli stesso dietro a una folla di scrittori i più accreditati?

154. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 40-58

Ma ciò dee privarlo del l’onore di essere stato uno de’ primi viaggiatori in quei paesi? […] Ma ciò che pruova? Il Lampillas che trionfandone fa ciò osservare, può addurre qualche pruova di non essere stato il Cabotto impiegato a cagione d’insufficienza e d’imperizia nella nautica? […] Tutto ciò e peggio fanno i rigiri degl’invidiosi, da’ quali viene il merito conculcato.

155. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 881-887

Brighella con Leandro prima che la Compagnia fosse stata ricompensata dall’Em.º Signor Cardinale Antonio ; han chiesto per loro particolare, un regalo per uno ; e da me risaputo, come capo della Compagnia scrissi al Signor Martinozzi, maestro di Camera di detto Em.º che anch’io pretendeuo, se gli altri domandauano, come quello che ha il carico di regger la Compagnia e metter fuori soggetti ; ma che però non era in costume di far ciò ; Brighella risapendo quanto haueuo scritto, recitando noi, in casa dell’Arcivescovo di Rodi, uno de’ Signor di Nuelara, ad’arte cominciò à motteggiare sopra à detta poliza ; ond’io : gli dissi hauerla scritta ; ma che in quella però io, non l’ingiuriauo, risposeme con tante uillanie, e minacciamenti, ch’io fui sforzato à maltrattarlo di parole, ma non uillane ; Beltrame disse, quetatevi Cintio, che basta solo, che si sappia che un Brighella ui habbia perduto così infamemente il rispetto, ed il detto Signor Arciuescouo ciò risapendo, era d’animo di far poco piacere à Brighella, ed’egli stesso si obliga attestarlo à chi che sia. Il Signor Abate Giouanni Bentiuoglio, mi faceua una riffa, ciò risaputo dall’Aurelia, e sopradetti, l’impedirono che non me la facessi, come succedè. […] mo il mio bisogno ; qual’è di sapere, s’io ho da seruirlo il Carnouale ; e non havendo l’Autunno Compagnia come mi hò da sostentar quattro e più mesi ; poi che essend’io pouer’huomo, non ho modo da sostentarmi senza il mio esercitio questo tempo, si che, hauendo da seruir cotest’ Altezza, la supplico d’alcun aiuto di costa, acciò ch’io mi possa intrattenere fin’al tempo del Carnouale ; e non uolendo seruirsi di me, darme, con sua buona gratia, licenza, acciò ch’io possa promettere à questa Compagnia ò altra la mia persona per l’Autunno, e Carnouale. ne hò scritto al Signor Toschi : ne di ciò ne hò mai hauto risposta. ricorro à Vostra Signoria Ill.

156. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo secondo »

Ma di ciò, come ancora delle cagioni morali, che contribuiscono ad alterar i linguaggi, si farà di proposito più ampiamente discorso in un saggio filosofico sull’origine della espressione poetica, e musicale, che da chi scrive si conserva inedito. […] [9] Nè dalla delicatezza, che scorgesi in questi e simili esempi si debbe argomentare, come fanno alcuni critici francesi, i quali si compiacciono di giudicare di ciò che mostrano di non intendere, che la lingua italiana sia troppo effemminata e cascante12. […] Io lontano dall’acconsentire al suo parere porto anzi opinione che ciò sia un pregio grandissimo, e maggiore ancor lo sarebbe se la declamazione poetica potesse nel canto intieramente trasfondersi cosicché la poesia fosse dalla musica inseparabile, come avvenne alla lingua greca nel suo principio. […] Potrebbe ancora farsi vedere in qual guisa sappia essa congiungere l’ordine colla vivacità e colla chiarezza la forza, imbrigliare l’immaginazione senza rallentarne la possa, accomodarsi a tutte le inflessioni, e a tuti gli stili, conservando, ciò nonostante, l’indole sua propria, e nativa: quanto vaglia a esprimer tutte le passioni, e a dipinger tutti gli oggetti, e come divenghi lo strumento egualmente dallo spirito della fantasia, e degli affetti. […] Di ciò appaiono manifesti vestigi in molti vocaboli secondo le dotte e riflessive osservazioni di Celso Cittadini, e del Muratori assai cognite agli eruditi.

157. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 21

Un riso caustico, un guardo ironico, un accento risentito anche nel rispetto, un dispettoso silenzio, una loquacità non affettata, la malizia, la civetteria, la curiosità, l’albagia, e la fedeltà delle cameriere, e dell’amore più il puntiglio che il sentimento, più l’epigramma che l’espansione, il passaggio più rapido e più spontaneo dalla indifferenza sardonica alla collera, ed una gradazione mirabile tra il sospetto e la minaccia ; ecco le forme sotto le quali abbiam veduto finora brillarla, ed ecco ciò che la rende degna della lode che qui con ingenua ammirazione le rendiamo.

158. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1037

Ma in ciò non concordano nè il Costetti, nè il Colomberti, che lo fan perire di fiero scompiglio di umori.

159. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Conchiusione » pp. 438-442

Essa sola sa discernere quel che può esser bello per un sol popolo, e quello che lo farà per moltissimi: ed egli é chiaro che ciò che si chiama buon gusto, non dipende se non dalla conoscenza di questo bello271. […] Potrebbero da ciò gl’inesperti dedurre una falsa conseguenza, e fuggir la fatica necessaria per mettersi in istato di scriver componimenti simili all’Atalia e al Misantropo, perché non furono quelli la prima volta ricevuti favorevolmente dagli spettatori.

160. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO V. Produzioni comiche di Commediani di mestiere nel secolo XVI. » pp. 256-264

Ma vedasi in margine ciò che di questi e di altri simili personaggi comici ridicoli scrisse il Gimma nell’Italia letterata a. […] E ciò vero?

161. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 337-341

Entrata nella Società Cuore ed Arte, al momento della sua formazione, vi emerse in poco tempo, mostrando assai chiare attitudini alla scena : e fu gran ventura pei parenti ai quali non volgevan troppo al bene le cose, che Virginia potesse abbracciar l’arte drammatica : ciò fu il maggio dell’ '82 con Giovanni Emanuel, che le fu poi maestro, compagno, amico fino all’anno 1894. […] Ma la Reiter è la Reiter…. ; e, grazie a Dio (anche in ciò somiglia alla sua egregia antenata), non bisogna al povero pubblico di andarle a chiedere, prima di comperare il biglietto : « Scusi : 'sta sera, ne ha voglia ?

162. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. IV. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo XVI quando fiorirono gli scrittori producendo le Commedie dette Erudite. » pp. 136-255

Ma di ciò nella favola seguente. […] Pure se ciò fosse, di grazia potrebbe tale studio essere necessaria e vicina cagione di languidezza? […] Prima che io facessi ciò che voi volete, io mi lascerei scorticare. […] Ogni parola è una bellezza per chi l’analizza, nè l’analizza chi non ha il cuore fatto per ciò che i Francesi chiamano sentimento. […] III del tomo VII del Tiraboschi, il quale ciò afferma per avviso del ch. ab.

163. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO IV. Pastorali del Cinquecento. » pp. 267-294

E se mai se ne volesse un esempio forestiere, el Musico por amor commedia Spagnuola è tutta recitata, fuorchè ciò che cantasi da colui che si finge musico. […] Vana cura sarebbe ancora metterne in vista più questa che quella bellezza, men bello di ciò che si sceglie non sembrando quello che si tralascia. […] La sua disperazione per la fuga dell’ingrata ninfa; il dolore che gli cagiona la novella di Nerina e la vista del velo dell’amata; la dipartita col disegno di finir di vivere; tutto ciò, dico, rende sommamente interessante l’atto III. […] Isacchino maestro di ballo prescrisse la qualità del ballo richiesto nelle quattro canzonette che s’interpongono negli atti; insegnando con ciò la convenienza che dovrebbero avere la danza e l’azione. […] Odasi ciò che delle due nostre pastorali più celebri disse il signor di Voltaire: Enfin le goût de la Pastorale prévalut.

164. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XI. Se il Ch. Poeta Cesareo Metastasio imitò, o poteva imitare le Opere di Pietro Calderèn de la Barca. » pp. 140-148

Replicai che ciò non appariva dalle Opere del nostro Poeta, e soggiunsi, che sebbene avesse egli succiato qualche mele dagli Antichi, da’ Francesi, e dagl’Italiani, nulla poteva aver tratto da Calderòn. […] Or come avrebbe il di lui grande Allievo cercato imitare ciò che chiamavasi dal Maestro peste teatrale? […] Oltre a ciò non so come vi possa inspirare tanta fiducia un Letterato terris jactatus, & alto vi superum, intento a corteggiare una potentissima Nazione, la quale per altro ricchissima di vere glorie non cura per risplendere nelle armi nella polizia, e nelle Lettere, di vanti immaginarj, presunti, o stiracchiati a forza di congetture apologetiche.

165. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo V. Stato de’ Teatri in Francia, Inghilterra, e Alemagna nel medesimo Secolo XVI. » pp. 242-251

Da simili rappresentazioni scorgesi che tutto ciò che comparve sulle scene francesi anche sotto Francesco I, era un misto grossolano di religione e buffoneria, che scandalezzò il pubblico talmente che i Fratelli ne perderono il teatro, il quale tornò a convertirsi in ospedale. […] Fé la legge ciò ch’era ornai tempo che facesse il gusto. […] Che ne sia di tutto ciò, Ronsardo attribuisce al suo amico Stefano Jodelle la gloria di aver composte le prime tragedie e commedie francesi.

166. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo IV. Risorge in Italia nel Secolo XVI la tragedia Greca e la Commedia Nuova, e s’inventa il Dramma Musicale. » pp. 210-241

L’autore così perito nelle greche lettere prese Sofocle per esemplare, secondo ciò ch’egli stesso disse nella dedicatoria a Carlo V della sua Italia Liberata, poema ricco di tante bellezze poetiche impercettibili ad occhi non assuefatti a contemplare Omero. […] Non ci hanno essi insegnato tutto ciò che di quello si é poi detto in altre guise di là da’ monti? […] Ma quante e quante volte ciò si é ripetuto a sazietà da tre o quattro secoli prima, che nascesse il signor D. […] Ma tutto ciò non era punto un’opera. […] Chiunque sappia far uso della propria ragione, ciò leggendo, dice fra se, conviene ad Aquilio quest’immagine?

167. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 646-656

Ogni personaggio, per quanto fosse di poca importanza nel dramma, diventava nelle sue mani importantissimo, ed ebbe in ciò una rara potenza creatrice, perchè appunto il suo recitare non era di sole parole, ma scrutando con sottilissimo accorgimento e filosofia nel costume che l’autore aveva espresso nel personaggio ch' ei prendeva a rappresentare, ogni volger di occhio, ogni movenza della persona informavasi da quello…. […] Se in generale fosse men nobile ne' suoi portamenti, le genti, avvezzate al peggio, mal saprebbero rimproverargli le alcune volte ch' ei rinnega sè stesso per seguire il mal vezzo degli' istrioni dozzinali : e ciò, perchè non si dica soverchiamente sfoggiato il mio panegirico. […] Non così Tu, che a senno tuo sapesti ciò che lice imitar, ciò che sconviene a' detti arguti, ed a' giocosi gesti.

168. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 11

Già la tromba propagatrice delle umane vicende gli dà il nome di terribile, e le opere sue singolari di beneficare i poveri, e perseguire i scellerati, sono ammirate da tutti ; ma ciò non basta a toglierli la taccia di scellerato che gli empi suoi delitti hanno scolpita a caratteri di sangue nel libro eterno delle Leggi.

169. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 250

Donna Maura Lucenia Farnese, e ciò fece in data delli 18 Febbraio 1623.

170. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 330

VI), dopo aver parlato del Tonin Bonagrazia, pel quale egli poteva a ragione esser chiamato il Demarini faceto, conchiude : « da ciò si comprenderà facilmente che quando il Bellotti assume il carattere grave ed eroico, è ben difficile che gli riesca di sopprimere negli astanti quella giuliva impressione che la sua sola presenza ridesta. »

171. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO IV. Numero delle Tragedie Spagnuole de’ Secoli XVI., e XVII. » pp. 20-25

E benchè gl’Italiani non potessero vantarsi che di due soli, ma eccellenti, con poco senno da ciò si argomenterebbe che essi non hanno conosciuta l’Epica Poesia. […] Potea egli però, come altri gentilmente ha praticato, essere in ciò indulgente, e credere, che ad onta di questo fallo corso per essersi confusi i segni di alcune giunte, che io trasmetteva in Napoli, egli non ignorasse il tempo in cui surse, e quello in cui si estinse la Compagnia.

172. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 66-74

Ma quell’abitatore d’Icaria, che ne sorprese uno nel suo podere, fu per sicurezza della sua vigna consigliato dal proprio interesse a sacrificarlo a Bacco, e quei paesani che ciò videro, ricordandosi delle proprie vigne per somigliante interesse applaudirono al colpo, si rallegrarono, e saltarono cantando in onor del nume. […] Vedi ciò che dice l’ab.

173. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 608

Più l’attore di cui parlo è ricco di grazie, di genio, di arte, di tutto ciò in somma che in altri si cercherebbe in vano, più l’accostarglisi è difficile.

174. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 858

Con ciò che il marito le avea lasciato, e, dice Fr.

175. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 862

Cardinale che i negotiati della Compagnia passavano in tale stato che se mi risolvessi di recitare oltre il pregiudicio delle due parti, di dovermi contentare di recitare da serva a vicenda con la Flaminia, ciò che è pregiudicio totale alla mia reputatione, e quello che più importa è che il negotio delle parti si renderebbe usitario per ogni anno si che si renderebbe impossibile l’haverle mai più ; si che genuflessa a’piedi di V.

176. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 335

Egli aveva in compagnia la moglie, che recitava le prime donne a vicenda con la Torri, prima nell’elenco (e forse per ciò il Rechiari o spontaneamente o stimolato dalla moglie pensò bene di liberarsi di questa), e un figliuolo, Giorgio, che recitava i terzi amorosi, sotto nome di Ottavio.

177. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 472-473

Bartoli ci fa sapere come « al suo valore non corrispondesse ancora il di lei personale, che per essere basso, e pingue di soverchio le fu di molto discapito nell’arte sua. » Di ciò fa cenno anche il Gozzi nel canto ditirambico : L'Angelina il monte assaglia, ma s’ingrassi un po' più adagio.

178. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 478-485

Egli vede e ode e sente : e rende ciò che ha veduto e udito e sentito, con una semplicità e con una evidenza, che par ch’egli discorra. Il miglior degli elogi gli fece nell’Italia di Napoli del 1865 (n. 189) Luigi Settembrini, il quale conchiudeva : « così si scrive, benedetto Iddio ; così lo scrittore ti afferra, e ti stampa nell’anima ciò ch’egli vuole. […] Di una rettitudine a tutta prova, di una mente penetrativa, di un gusto squisito, odiava tutto ciò che era, o gli pareva ingiustizia…. […] Che la Pezzana e la Tessero, anime artistiche, recitassero egualmente bene in italiano e in piemontese, lo si comprende facilmente ; ma che quegli che per anni ed anni fu sempre un attore da museruola recitando in italiano, diventi ad un tratto artista, cavaliere e milionario recitando in piemontese, ciò non si comprende, se non supponendo che chi recita in dialetto non faccia un’ arte.

179. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 228

È ben vero che il Conte di Brühl, primo ministro di Corte, sostituito al Sulkowsky, proprio quando arrivarono i comici italiani a Dresda, accordò loro ogni suo favore, accogliendo di quando in quando istanze per sussidj ; ma ciò non bastava a procacciar loro una vita tranquilla….

180. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 347-348

Animati da ciò, andaron formando una Compagnia non delle peggiori, con proprietà di abbigliamento e di allestimento scenico ; tanto che, mentre essa al suo esordire era composta di quattro attori, finì poi coll’averne ben trenta ; il pubblico scamiciato restava al di fuori a guardar le eleganti signore che scendevan di carrozza per recarsi al teatro ; e l’incasso della stagione, che durò tre mesi, fu di 37,000 lire.

181. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 985-986

Egli si poneva sulle carni sempre il cilicio, quando andava al Recitamento, ciò facendo a fine, che tal mortificazione gli fusse avegliatojo, per usar cautela di non dire alcuna oscenità, e di non cooperare a chiunque de’ Compagni ne dicesse.

182. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VIII. Degl’Inventori del Dramma Pastorale. » pp. 86-94

Che che sia di ciò, Virgilio, Calfurnio rinnovarono in Italia colle loro Ecloghe i Teocriti e i Bioni. […] Nulla di ciò sanno con sicurezza nè l’Apologista, nè i suoi compatrioti. […] Non venne ciò in mente sino a questi dì, nè a straniero, nè a nazionale veruno prima del Signor Lampillas.

183. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 349-355

V. humilmente li narra, come ha esercitato l’arte comica per il spatio d’anni quatro, e ciò ha fatto per esser figlio d’Antonio che ha seruito tant’anni la Ser. […] S. a gratiarlo che non sij sforzato a far arte di tanto suo pregiuditio, e non dubita d’ ottener ciò, sapendo quanto l’A. […] Il Principe Antonio di Parma inviò al Duca Reggente il Regolamento della Compagnia già approvato, senza che nè in esso, nè in quello del Duca d’Orléans fosse più fatta menzione della Compagnia Costantini, alla quale il Riccoboni, essendo la sua scrittura una semplice aggiunta a quella della moglie, aveva accennato : e forse la ragione di quell’accenno, sta in ciò, che trovandosi il Costantini a Parigi, ove s’era fatto impresario nel 1712 di spettacoli alle fiere di San Germano e di San Lorenzo, il Riccoboni ne temeva l’ingerenza nella nuova compagnia.

184. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda Guerra Punica. » pp. 129-244

Piacque questa terza volta, e ciò avvenne nell’anno di Roma 588, e si replicò poi nel 589. […] Scorge da ciò ognuno, non essere stata più felice l’interpretazione del Farnabio. […] Ma ciò facendo sparirà l’atto II, ed il Formione sarà composto di quattro soli atti. […] Ed a me sembra potersi ciò fare in due sole maniere ragionevoli. […] Metastasio non ha lasciato di notar ciò nel capo V del suo Estratto della Poetica.

185. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo V. Teatro greco. » pp. 26-81

Tutto ciò rende in certo modo sopportabile il gran parricidio ch’é per commettere. […] Dopo questa succinta analisi delle sette tragedie di Eschilo, ascoltiamo ciò che ne dice D. […] Ma ciò si rappresentava senza sconcezza sul teatro della savia Atene. […] Siegue a ciò una scena molto patetica, in cui Ifigenia rassegnata a morire prende congedo dalla madre, la quale le va rammentando i suoi più cari. […] Non é così della tragedia greca, la quale sembra odiare la magnificenza, e tutto ciò che può distrarre il dolore.

186. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO VI. Teatri Materiali. » pp. 357-365

Oltre a ciò si oppone al solito effetto della simmetria l’architettura dei due grandi ingressi laterali posti fra la scalinata ed il proscenio, essendo ornati di due ordini diversi dal rimanente. Ma la magnificenza, la vastità, l’artificio onde è costrutto, per cui, mal grado di tante centinature, colonne isolate, agetti e risalti, parlando ancor sottovoce da una parte si sente distintamente dall’altra  tutto ciò farà sempre ammirar questo teatro come uno de’ più gloriosi monumenti dell’amor del grande e della protezione delle arti che mostrarono i principi Farnesi.

187. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 995-998

Ecco il sonetto a stampa per le faustissime nozze, dettato da certo signor Cricca : O caro Gattinel che bravamente dell’orefice eserciti il mestiere, e conoscere sai perfettamente le gemme false dalle gemme vere ; giacchè di prender moglie immantinente ti venne il tanto natural pensiere, vuò dirti ciò che può sicuramente farti felice in tutte le maniere. […] Come quelle che leghi in oro, questa serba, e vedrai, che in ciò tutto riposa la sola Pace, che a goder ti resta.

188. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. III. Teatri materiali. » pp. 132-135

Di ciò vedasi il Temanza nella Vita del Palladio presso il cavaliere Girolamo Tiraboschi.

189. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 914

Il Fiorilli s’ accinse a risponderli, e fecelo con tanta grazia, e con si bel modo, che spiegando a poco a poco i suoi sentimenti con quella ridicola balbuziente pronunzia, ora tenendo la voce sommessa, ed ora strepitosa innalzandola, e contorcendo la bocca, e dimenando le braccia, ed il tutto eseguendo co’ più naturali movimenti di un uomo, che tale difetto avesse in propria natura, e aggiungendo il Fiorilli in quell’ istante tutto ciò che l’arte seppe insegnarli, svegliò nell’uditorio per sì fatto modo il picchiar delle mani, che confondendosi co’ ripetuti evviva tenne per lunga pezza i due Comici in sulla scena ammutoliti.

190. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Venetia, li 30 marzo 1671. » pp. 605-

ma, come così si obliga servire, mentre però quest’anno habbi compagnia, e perchè da questo vengo stimolato ogni giorno di risposta, per ciò mi conviene essere importuno a V.

191. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 889-912

Andata la compagnia a Mantova, egli riuscì coll’arte sua e co’suoi inimitabili scherzi a conquistar l’animo del Duca, che lo colmò di donativi di ogni specie : e ciò gli accadde ancora quando si recò a Firenze, ove il Gran Duca, dopo che Tiberio gli ebbe cantate sulla chitarra due canzonette, abbracciatolo a più riprese, e protestatoglisi soddisfattissimo, gli fe’dare cento zecchini. […] Ma ciò non impedì ch’ei sentisse pena di quella separazione : e lo vediam di fatti tornare in Italia il ’66, poi di nuovo il ’67, nel quale anno parve abbandonar definitivamente il Teatro italiano di Parigi. […] ma io vengo a suplicarla di farglila rechapitare in sua mano e ottenerne la risposta a ciò non (qui è parola inintelligibile) e di tanta gratia ne averò come de l’altre una eterna memoria. […] Intato o mandato una prochura al signor A[n]tonio Aveni avochato a ciò mi renda conto de 33 anni che mia moglie ha goduti i miei beni tanto delle grazie che per magaminità e bontà di S. […] ma sarà avisata della mia partenca a ciò mi onori di suoi comandi.

192. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO I. Teatro Spagnuolo. » pp. 4-134

Forse ciò avvenne ancora, perchè i primi traduttori spagnuoli delle antiche favole non ne diedero una idea capace d’invitare all’imitazione. […] Tale parmi nella giornata I ciò che Rachele risponde al padre che vuol sugerirle quel che dir debba al re. […] Lo spettatore volgare che altra scuola pubblica non suole avere che il teatro, si conferma con ciò nell’abito di abusare delle sacre espressioni. […] Da ciò si vede che Linguet ha raccolte ma non scelte le favole pel suo Teatro Spagnuolo. […] Può di ciò vedersi Nicolàs Antonio, ed il mio Discorso Storico-critico.

193. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO IV. Teatro Spagnuolo. » pp. 196-285

Con ciò egli non venne solo a mostrare il mecanismo di una versificazione straniera, come taluno si diede buonamente a credere. […] Forse ciò avvenne ancora perchè i primi traduttori Spagnuoli delle antiche favole non ne diedero una idea capace d’invitare all’imitazione. […] I ciò che Rachele risponde al padre che vuol suggerirle quel che dee dire al re. […] Lo spettatore volgare che altra scuola pubblica non suole avere che il teatro, si conferma con ciò nell’abito di abusare delle sacre espressioni. […] Da ciò si vede che M.

194. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « [Privilegio] » pp. -

Col presente Discorso il lodato Valentuomo risponde a tutte le obbiezioni del suo Censore, solidamente confutandole, senza oltrepassare neppur in menoma parte i limiti d’una disputa meramente letteraria: e questo gli somministra opportuna occcasione di arrecar maggior lume a ciò, che aveva egli scritto nella sua Storia.

195. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 658-659

5ª sera Ascoltatemi, figlia, in cortesia ; ora vi parlo con materno affetto, già siete dello sposo e non più mia, e questo è ciò che mi trafigge il petto.

196. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 664

Tuttavia, come nel Cimadori si notò un leggiero miglioramento, il Duca, dopo di aver dimostrato largamente la impossibilità di far partire Finocchio, conchiude con queste curiose e poco edificanti parole : Atteso con tutto ciò quello che Vostra Signoria ci motiua e già che pare che sia in qualche miglioramento noi facciamo speditamente partirlo, stimando minor male l’azardare la di lui persona che potesse mai questa dilazione essere interpretata costì a difetto di prontezza e di uolontà.

197. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 928

Non è stupor, se di modestia abbondi, che nascer ciò dalla Prudenza suole, a cui di pregio, e di virtù rispondi.

198. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 987

però sarete contento di cominciare a disporre la signora Flavia, a ciò la venga a questo servicio, et se lei si scusasse con dire che gli è malsana, ditegli che li farete dare delle medicine soave, chè la guarirà, et se lei dicesse che non li piace le medicine per esser dolce, ditegli che glie ne darete di brusche, essendo che a lei gli piace più il brusco che il dolce.

199. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — adi 15 Aprile 1651 in Bologna. » p. 30

ra Armellina, che per ciò ci consigliano a non andarui per non mettere a rischio la uita d’uno di noi ; le quali tre lettere se gli è ritirato a se un Cauagliere Bolognese hauendoci imposto il non palesare ne lui, ne chi ha scritto le suddette tre lettere.

200. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 405-406

La grazia sta nel contegno, negli atteggiamenti, nella naturalezza, nella disinvoltura, nella semplicità, nella perfetta armonia, e nell’intero sgombramento di tutto ciò che è superfluo, od incomodo : il linguaggio della servetta deve essere franco, e talvolta ardito ; ma in generale il modo di dire delle nostre servette è tutto pieno di tanti fiori già appassiti nel loro nascere, come quelli che hanno sulla loro gonnella.

201. (1732) Paragone della poesia tragica d’Italia con quella di Francia

Ma ciò che importa assai più, li trattati d’una scena sono non di rado diversissimi da quelli dell’altra. […] Nondimeno alcuni de’ nostri in questi ultimi tempi gli hanno anche in ciò superati. […] Però, benché nel capo precedente abbia ragionato della sentenza per ciò che riguarda lo scoprimento del costume, mi rimane ora a discorrere della medesima, considerata come idea di ciò che si sente, o si vuole dalle persone tragiche. […] Vero è che il verso esametro è più lungo del nostro, ma non può ridursi a ciò tale differenza. […] Il ricusarmi le vostre mani a ciò le mie condanna.

202. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO VII [IV]. Teatro Lirico: Opera Comica: Vaudeville. » pp. 192-230

Esige dunque che Prassitele ne scelga una parte sola, cioè o il cuore, o il cinto, ciò che fa una situazione poco decente. […] Quanto a ciò che intendesi per opera comica, ossia buffa, ecco ciò che nel secolo XVIII precedette all’epoca della Repubblica Francese. […] Allora essi si avvisarono di supplirvi con certi cartelloni, ne’ quali scrivevano in prosa ciò che non potevano profferir con la voce; ma simile spettacolo al fine venne totalmente abolito, e si riprodusse l’opera comica che dal 1724 durò sino al 1745, dopo di che alla Fiera si rappresentarono soltanto pantomimi. […] Serva per pruova di ciò il Vello d’oro rappresentato nel 1786 la piggiore tralle cattive opere musicali, e l’Alcindoro di Chabannes rappresentato nel 1787, ed il Re Teodoro a Venezia del sig. […] Non è vero ciò, che diceva il Voltaire che solo in Francia prevale l’impertinente usanza di obbligare la maggior parte dell’uditorio ad assistere all’erta allo spettacolo.

203. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Di Milano, il dì 28 agosto 1620. » pp. 140-157

Ecco ciò che scriveva Giovan Battista : Era tutta questa Compagnia in arme, ma molto più s’ offendevano con la lingua arrotata che con il ferro, ond’ io quasi stetti per tornare a dietro. […] Andreini supplicava il Duca di potere « al partire di Torino lasciar queste creature tanto odiose, poichè loro ne hanno giuramento — diceva — et io quasi voto, a ciò l’ A. […] L’Andreini non era davvero marito esemplare ; ed è ormai fuor di dubbio che l’amore fra la Rotari e lui esisteva già, vivente la Florinda, per quanto egli si scalmanasse a far credere calunnie le voci sparse intorno a ciò. […] Arlecchino non è informato di ciò facendo vita fuori del grembo dei compagni, et essendo sempre stato in casa del signor Ambasciatore e poi lui fuori de’ suoi interessi non capisce altra cosa. […] S., con tutto ciò il detto Lelio ridendo voltò via, nè volse ascoltarmi.

204. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda guerræ Punica. » pp. 91-171

Piacque questa terza volta, e ciò avvenne nell’anno di Roma 588, e si replicò poi nel 589. […] Scorge da ciò ognuno non essere stata più felice l’interpretazione del Farnabio. […] Ma ciò facendo sparirà l’atto II, ed il Formione sarà composto di quattro soli atti. […] Ed a me sembra potersi ciò fare in due sole maniere ragionevoli. […] Metastasio non ha lasciato di notar ciò nel cap. quinto del suo Estratto della Poetica.

205. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 754-756

E ciò accadeva in una farsa chiamata La finestra murata, ov’egli rappresentava un muratore di mezza età. […] Ecco ciò che fu Giuseppe De Marini.

206. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 765-771

 » Come nella vita così sulla scena soddisfa e rinvigorisce tutto ciò che è frutto della propria operosità, tanto più adorato quanto più contrastato. […] Sarà questione di tempo ma comincierà col discendere e finirà col precipitare giù giù nel buio fitto del nulla assoluto. — No : nessuno ha il diritto di togliergli tutto quell’avvicendamento di dolori e di ebbrezze, di consolazioni e di gaudi, di lagrime e di sorrisi nelle sue lotte quotidiane alla conquista dell’ideale che nell’anima gli freme : dolori ed ebbrezze, consolazioni e gaudi, lagrime e sorrisi, che nel giorno della gran vittoria, sono la sua pagina di storia, la ricordanza, che mentre soddisfa e ripaga, dà nella visione del cammino percorso l’esatta misura e il legittimo orgoglio di ciò che veramente si è. […] Ora, il fascino della donna, conservatosi uguale, è vinto dal valore dell’artista aumentato : di un’ artista perfetta per tutto ciò che è gentilezza, grazia, sentimento mite.

207. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo III. La Poesia Drammatica nel Secolo XV fa maggiori progressi in Italia. In Francia cominciano i Misteri. » pp. 194-209

Giovanni Sulpizio che sotto il pontificato d’Innocenzo VIII teneva scuola di Belle Lettere in Roma, vi fece rappresentare un’altra tragedia, e fu la prima veduta in quella città dopo molti secoli, secondo ciò che scrive l’istesso sulpizio nella dedicatoria delle sue note sopra Vitruvio fatta al cardinal Rafaello Riario nipote di Sisto IV140. […] Secondariamente si può aggiugnere, che Sulpizio avrà voluto dinotar coll’agere il rappresentar nudamente la tragedia, e col cantare il cantarne con vera musica ciò che va cantato, cioé i cori, qual cosa si direbbe acconciamente con latina proprietà agere et cantare tragoediam senza convertirla in melodramma moderno. […] Veggasi ciò che ne dicono i dotti autori dell’Efemeridi letterarie di Roma num. […] Ecco ciò che ne dicono gli autori dell’Efemeridi letterarie di Roma, parlando delle poc’anzi citate memorie: «Il trasporto che l’duca di Ferrara Ercole d’Este ebbe per le lettere benché poco le conoscesse, il favore che dispensava ai dotti, l’introduzione, che a lui si dee, della scenica poesia, coltivata con splendide teatrali rappresentanze e le provvidenze ch’ebbe per mantenere nell’università il seme di abilissimi professori, mostrano in lui un talento uguale a coloro che stimò e favorì.»

208. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo VI. Spettacoli Scenici Spagnuoli nel medesimo Secolo XVI. » pp. 252-267

I venticinque volumi impressi sono una parte di ciò che scrisse pel teatro. […]ciò si dice perché importi gran fatto l’esser primo; ché io amerei piuttosto esser ultimo come Euripide, che anteriore come Cherilo, o Senocle. […] ann. 1473), tra’ sacerdoti pochi intendevano il latino, «pauci latine scirent, ventri gaulae servientes»; e se pur anche non gli fosse stato ignoto tutto ciò che col’autorità di vari scrittori narra il P.  […] Del resto é pur troppo vero ciò che degli spagnuoli dice M. 

209. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XVII ultimo. Teatro Materiale, ove de’ più rinomati Teatri, e della condizione degli Attori Greci. » pp. 213-238

In fattinulla parmi che si possa aggiungere a ciò che adduce m. […] Concina si maraviglia di ciò che asserì Cornelio, non parendogli probabile che Plutarco nel parlare degl’Istituti Laconici avesse tralasciata tale particolarità se fosse stata vera. […] Le parti femminili, come bene osserva il medesimo Maffei, si rappresentavano solamente dagli uomini; e viene ciò con ispezialità assicurato da Platone, cui rincresceva appunto che gli uomini comparissero sulla scena da donnea Plutarco nella Vita di Focione racconta ancora di un tragedo che nell’uscire sul pulpito richiese una maschera degna di una regina e un corteggio proporzionato. […] Sul cominciar della guerra di Olinto volle Apollodoro fare un decreto che questo danajo ritornasse all’uso antico; ma egli fu per ciò accusato e punito con grossa pena pecuniaria.

210. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO V » pp. 4-31

Terenzio neppure di tal gregge fece uso; ond’è che nè anche da ciò derivare il farfallone di certo Francese, il quale, come narra Madama Dacier, lodava i cori delle commedie di Terenzio . […] Senza ciò che dovremmo pensare di Augusto, il quale, non già per pena fulminata contro di loro, ma per grandezza, secondo me, espose alcuni cavalieri e matrone Romane a rappresentare in teatrob? […] Su di ciò vedasi il mentovato trattatino de’ Teatri del Maffei, il quale con diligenza raccolse le antiche testimonianze per convincere il p Concina (se i Concini possono convincersi con ragioni ed autorità) e persuadergli che le donne non rappresentavano nelle commedie e tragedie. […] E Plinio afferma che ciò avvenne per ordine della Sibilla (v. il libro XVIII, c. 29.).

211. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — [Dedica] »

[4] Degnate non per tanto onorare dell’autorevol vostro suffragio codesto tenue saggio del mio zelo per gli studi voi, che siete solito d’accogliere con tanta benignità tutto ciò, che spetta l’avanzamento delle arti, e delle lettere; voi, che in una città maestra della religione e della politica sostenete con tanto decoro i diritti di un monarca cognito all’universo non meno per la sua pietà nella prima che per la sua prudenza nella seconda; voi, che collocato ih carica sì luminosa rarissimo esempio avete dato a’ vostri pari di sensibilità spargendo lagrime, e fiori sulla tomba d’un amico illustre; voi, finalmente, che nelle vostre sensate, profonde e per’ogni verso filosofiche riflessioni intorno alle opere di Mengs avete fatto vedere che il talento di regolare gli affari non è incompatibile con quello di conoscere le più intime sorgenti del bello, e che il più’gran genio del nostro secolo nella pittura era ben degno d’avere per illustratore de’ suoi pensieri, e confidente uno degli spiriti più elevati della Spagna nella penetrazione e sagacità dell’ingegno come nella squisitezza del gusto.

212. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « ECCELLENTISSIMO SIGNORE » pp. -

Che è ciò innanzi all’Annalista della Sicilia?

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