A dare un saggio dell’arte sua poetica, metto qui il principio e la fine dell’ode ch'ella dettò nel '64 per la malattia del fratello Luigi : Sorgi, suonò di Naim in su le porte l’Eterna voce onde l’inferno è vinto ; e tosto dal feral sonno di morte surse l’estinto. Ed or la stessa sua voce sovrana, all’ orecchio de' fisici eccellenti, Destatelo, suonò con legge arcana d’alti portenti : e ispirati di Cristo alla parola, sommessi a Lui che l’ Universo ha in pugno, obbedian gli educati all’alta scuola del gran Cotugno. […] E poichè immenso don di sua pietade ti pose il fido Beniamin d’appresso, che, conforto a' tuoi mali, or la metade è di te stesso ; appena il potrai tu, fa ch'ei ti guidi al tempio di Maria, madre di Cristo, se delle offese membra ti confidi riaver l’acquisto ; e udrem, nuovo miracolo di Cielo, la stessa di Gesù voce divina, ripeterti col suon dell’ Evangelo : Sorgi e Cammina.
Il suo pregio maggiore è un gran tuono di voce da spaventare un’armata, tuono che mai non si cangia, e che stordisce l’udienza. […] Uno, che nel Foro Romana parla da Dottore, l’altro che urla, senza poter mai piegare quella voce da bufalo, formano una coppia galante da far ridere anche quando si ammazzano. […] Con coloro, chi grida più ha più merito, e dove trovare tra i comici una voce da stali e premi più sonora di quella ?
Eranvi dunque in Grecia nel XII secolo musici castrati ma dal non trovarsene poscia fatta menzione può argomentarsi che fosse cessata si bella usanza di assottigliar la voce per l’ordine de’ cantori. […] Forse gli Arabi soggiogata la Spagna ed acquistatane la naturalità, ed oppressa la Sicilia ed alcune terre della Puglia e delle Calabrie, colla voce de’ loro laidi eunuchi Affricani ne poterono risvegliar l’idea. […] Possiamo dunque con molta probabilità affermare che almeno sino a i primi dieci anni del secolo XVII i teatri italiani non risonarono delle note di siffatti cigni infelici che mercano a si gran prezzo l’inutile acutezza della voce. […] Soprattutto quale concepibile superiorità non avea Angelica Bilington sopra il castrato Mattucci sul nostro teatro di San Carlo, tutto che questi avesse una voce eccellente? […] La voce di lei è soprana distesa, giusta, sonora, armoniosa.
Senza parlare adunque quanto disdirebbe a una picciola terra un teatro grande, è da considerare che ciò che determina la lunghezza della platea e, per conseguente, la grandezza del teatro è la portata della voce, e non altro. […] Perché, oltre ai vasi di bronzo che rinforzavano le voci, le bocche delle maschere che usavano i loro attori, erano quasi una foggia di tromba parlante; e cosi veniva la natural portata della voce ad accrescersi di assai. Dove a noi, che siam privi di tali aiuti, ne convien stare dentro a più ristretti termini; se già non si voglia alzar la voce a guisa di banditore ed isforzarla; che tanto è a dire se travisare non si voglia ogni verità nella rappresentazione. […] Dovrà la voce del cantore, posto quasi nella bocca della campana del teatro, fare gli stessi effetti nelle interne parti di essa? […] L’architettura che, ad ornare come si conviene l’interno del teatro, si ha da pigliare per modello, è una maniera di grottesco, come se ne vede nelle antiche pitture, ed anche una maniera di gotico il quale ha col grottesco un’assai stretta parentela; se già da una tal voce non verranno ad esser offesi gli orecchi moderni.
Il Richiedei ne'suoi Fiati d’Euterpe (Venezia, Sarzina, 1635) ha in lode di lei, rappresentante Arlanda condotta in trionfo da Papiro, questo SONETTO Spiega sul gran Teatro i suoi martiri questa del mio martir ministra atroce, nè spira accento pur, nè forma voce che amor non formi, e crudeltà non spiri. […] E con nuovo amoroso alto stupore e lega l’alme, e le sue note scioglie, slega la voce, e fa prigione il core.
Giacinta Pezzana Gualtieri (sposò Luigi Gualtieri, scrittore di romanzi e di drammi assai noti quali L'Innominato e La voce della coscienza, mentr' era in Compagnia Rossi e Dondini) formò con Virginia Marini e Adelaide Tessero quella gloriosa trinità, che per circa un trentennio tenne lo scettro dell’arte in Italia. […] La sua voce maschia e vigorosa nella tragedia, trovava nel dramma moderno note di dolcezza ineffabile. […] E la recitazione di Giacinta Pezzana, con tutte le armonie di quella voce dolcissima, con tutta l’eccellenza dei suoi effetti immediati, con tutte le profondità del sentimento che sa destare, con tutte le sue gradazioni di comicità e di drammaticità, con tutto ciò che in altri artisti della scena può essere il risultato di magistero magnifico, ha avuto sempre, per me, quel carattere di vera sincerità e di congenita bellezza che esclude ogni supposizione di sforzo, di ricerche, di lavorio cerebrale e di attività volitiva. […] Eleonora Duse, ricordando le sue primissime armi fatte accanto a Giacinta Pezzana – l’ unica attrice da cui traesse qualche alimento la meravigliosa genialità dusiana, – mi raccontava come in una scena dolorosa d’ un dramma del quale le sfuggiva il titolo, Giacinta Pezzana, una sera, all’ improvviso, prendesse a ripetere una parola camminando concitatamente e mettendo in ogni ripetizione un suono di voce strano, intenso, irresistibile.
A Leontina Papà — attrice drammatica — che con la voce ricca d’affetti — e con l’eloquente atteggiar della persona — richiamò sulle scene labroniche — le glorie della Marchionni e della Pasta — i livornesi — augurando alla giovane artista — trionfi maggiori — porgono tributo d’ammirazione. […] La vostra bocca è il calice d’un fiore, e con la voce fate innamorare.
Di faccia espressiva, di voce bellissima, fu anche attore egregio nelle parti di tragedia, sebbene pel fisico alcun po'deficiente, era piccolo di statura, non gli si attagliassero troppo. […] A facilitare l’interpretazione di quel carattere concorrevano ad esuberanza le sue facoltà fisiche : imperocchè, giovane, bello del volto e della persona, con una voce fresca, limpida, armoniosa, tonante, pareva fatto e tagliato a posta per allettare e sedurre la sensuale madre di Oreste. […] quell’alzata rapida, acuta di voce all’ultimo mia, con rapido abbassarsi a corona. […] Nè si creda ch'egli sia stato artista colossale soltanto per quelle parti in cui specialmente occorrevano la colossale persona e la voce poderosa ; chè accanto alle frasi in cui si richiedevan quella persona e quella voce, altre ve ne avean di sommesse consacrate dal pubblico e dalla critica. Salvini ha potuto della sua voce far tutto ciò che ha voluto.
La naturale facondia, il maestoso e vago sembiante, la chiara e sonora voce e la rara grazia nel porgere, tutto in lui concorreva ; onde, qualunque personaggio ei facesse in scena, o ridicolo o grave, tutto faceva a meraviglia. […] Se rise, riser seco i bei notturni teatri degli scherzi e delle frodi, ed insieme ammiraro il mastro e l’arte : or le scene bramar, bramar le carte sembran l’alta sua voce e i dolci modi, e sdegnar altri piè socchi e coturni.
Dopo alcun tempo uno del pubblico ad alta voce gli disse : Mo avanti dunque ! […] Ma quando la febbre dell’arte lo coglieva, quando la sua mente era intera nel personaggio che egli rappresentava, quando si mostrava al pubblico sicuro di sè, padrone assoluto della sua voce, del suo gesto, della sua concezione, quale artista !
Il Fiorilli s’ accinse a risponderli, e fecelo con tanta grazia, e con si bel modo, che spiegando a poco a poco i suoi sentimenti con quella ridicola balbuziente pronunzia, ora tenendo la voce sommessa, ed ora strepitosa innalzandola, e contorcendo la bocca, e dimenando le braccia, ed il tutto eseguendo co’ più naturali movimenti di un uomo, che tale difetto avesse in propria natura, e aggiungendo il Fiorilli in quell’ istante tutto ciò che l’arte seppe insegnarli, svegliò nell’uditorio per sì fatto modo il picchiar delle mani, che confondendosi co’ ripetuti evviva tenne per lunga pezza i due Comici in sulla scena ammutoliti. […] Una buona voce, un personale vantaggioso, un lazzo spiritoso, e pronto, sono i capitali in lui meno stimabili.
Se così libra il Fato, a che dolente Piegar la voce alle querele, e 'l cupo Mesto sospiro risvegliar dell’Eco ? […] Allettata da questa, in me rinasce Vigor novello a scior la voce estrema, Che spiega a Voi d’un grato core i sensi : Parte di questo cor con Voi qui lascio ; E parte meco traggo, in cui scolpita Sta l’immagine vostra, che giammai Cancellar potrà 'l tempo, che giammai Sparger d’oblio, che mai…. ma tronca i detti Un doloroso, e fra i sospiri espresso, Non dal labbro, dal cor ultimo addio.
Il Regli, dopo di aver detto che all’ultima recita di Alberto Tessari, e a quella di sua moglie (a’ Fiorentini di Napoli), il pubblico piangeva, e applaudiva con quello spontaneo trasporto, che è figlio della convinzione, scrisse di lei : Tessari Carolina era sorprendente per la robustezza de’suoi polmoni, per la voce maschia ed insinuante. […] Bernardo Giulini-Golfi di Arezzo dettò in onore di lei il seguente sonetto : Il volto, ov’ hanno Ebe e le Grazie il trono, la pura amabil voce, onde i cor tocchi, rari pregi a trovar, tuoi pregi sono, e il passo e il gesto e il balenar degli occhi. […] Dalla tua voce scende Magica non so che ; Si sente, e non s’intende ; Ma d’ogni affetto è Re.
Ciotti Francesco, nato a Firenze il 1835 da un impiegato di dogana, fu per trentasette anni il più aristocratico, è la vera parola, tra gli attori del suo tempo : aristocratico nella dizione, nei modi, nel vestire, nella persona, nella voce, in tutto. […] Molta parte della sua fortuna la dovette però, come qualche suo compagno, alla voce armoniosa, che insinuante accarezzava l’orecchio del pubblico ; e nei paesi meridionali il giudizio dell’orecchio è superbissimo, prepotente. […] Sotto quella sua dolce serenità si vedevano la risolutezza, la fermezza e la nobiltà dello stupendo carattere dell’avvocato ; e la sua voce seppe trovare inflessioni piene d’affetto gentile, di dignità profondamente sentita ma senza albagia, che improntavano al personaggio una vita dove l’arte pareva affatto estranea, e dove intanto fors’era più grande.
Con questo piccolissimo, ma notabile cangiamento, unito però ad una total mutazione della voce e del portamento, cranvi molti che non poteano persuadersi che fosse sempre egli solo, che quei tre personaggi rappresentasse. […] Una bella presenza, una buona voce, ed uno spirito inimitabile contribuivano moltissimo a renderlo maggiormente l’idolo de’suoi protettori. […] « Figli miei — dice loro il morente con un fil di voce — l’autore di questi versi non vi conosceva. »
Quali mutazioni diverse da quelle del parlar comune induce negli organi fisici della voce? […] Mi contenterò d’osservare che in qualunque sentenza a cui ci appigliamo (nè trovasi alcuna, che alla proposta quistione in ogni sua parte risponda) il canto si distingue specificamente dalla voce pei seguenti caratteri. […] Terzo: per la volontaria dimora della voce nelle rispettive vocali del discorso secondo tali determinati intervalli, che sono quelli che s’esprimono nella musica coi nomi di seconda, terza, quarta, quinta, ecc. […] Quai riposi, o quai gorgheggi netti e chiari di voce nel cupo suono di quelle “uuu” replicate? […] Lo svizzero nella collera grida egualmente e fortemente, mantenendo a un dipresso la voce nello stesso tuono.
Egli era un bell’ uomo ; la voce aveva naturalmente tremolante, molto adatta alle parti di vecchio, e piacque in quella sera a segno, che molti abbuonati reclamarono lui anzichè il Domeniconi al posto di primo attore. […] Con ripetizione di parole, occhiate espressive, alti e bassi immediati di voce, tremarelle e simili ingredienti, era sicuro di scuotere le moltitudini.
Da quel momento figure e squarci poetici si succedevan nella sua mente accesa : ora era un pezzo dell’ Otello, ora uno della Zaira che egli diceva ad alta voce con febbrile concitazione…. e da quel momento non ebbe più che uno scopo nella vita : salire sul palcoscenico. […] Egli era soldato ; di una fibra forte, robusta ; a volte aspro e rude nella voce ; ma di una fisionomia dolcissima, così dolce che tutta rispecchiava la mitezza angelica dell’indole sua.