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6. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO V. Produzioni comiche di Commediani di mestiere nel secolo XVI. » pp. 256-264

Per le commedie non v’ha tra tanti e tanti commedianti chi uscisse dalla mediocrità, ove se n’accettui il solo Moliere, che colse le palme prime, ed il Dancourt assai debole attore, che pur dee contarsi tra’ buoni autori; là dove contansi fuori della classe de’ commedianti di mestiere tanti stimabili scrittori comici, come Des Touches, Regnard, Du-Freny, Saint-Foi, Piron, Gresset e cento altri Qual commediante nelle Spagne (senza eccettuarne Lope de Rueda, che fu il Livio, Andronico di quella penisola) si è talmente accreditato che contar si possa tra’ migliori scrittori al pari del Vega, del Calderòn, del Moreto, del Solis, del Roxas, di Leandro, de Moratin?

7. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo II. In quali cose si rassomigli ogni teatro. » pp. 8-13

Una catena d’idee, uniformi fece spuntar la poesia rappresentativa in tanti paesi che non comunicavano insieme; e ’l concorso di altre simili idee sopravvenute a moltissime società pur senza bisogno d’esempio, le condusse a produrre alcuni fatti comuni a tutti i teatri. […] Troviamo perciò nella storia anteriori ad ogni altra produzione profana gli oracoli composti da’ sacerdoti gentili, le greche poesie nomiche e ditirambiche, i versi saliari del del Lazio, gl’inni peruviani al Sole, quelli de’ germani alle loro guerriere divinità, e tanti altri. Pieni adunque i popoli di tali idee religioso, le trasportano molto naturalmente eziandio ne’ loro piaceri, i quali in tal guisa quasi consacrati si cangiano in una spezie di rito; ond’é, che per primo fatto generale osserviamo, che in tanti paesi tutte le prime rappresentazioni furono sacre.

8. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 195-196

raffrenar tanti guai, e bandir sto martell : vorave governarlo, e restorarlo con un regal de sbrusadei, lasagne, e macaron, e vorria de formai darghe un gratton. Bagolino No sastu donca, cruda, se cotto son per ti, e za mai nol se muda pensier notte, nè dì, anzi a quei che nol crede, ghe ne fa fede i miei sospir, che tanti per dessotto va scappand, che i me rompe i calzon de quando in quand.

9. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 388

Dopo tanti anni di sicuro cammino sulle scene, ornata dei pubblici elogi, tal Donna è superiore a qualsiasi linguaggio di maldicenza.

10. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »

La Didone del Dolce è da lui dedicata al senatore Tiepolo con queste parole : « avendo il padre mio questo carnevale passato (1546), aperto in Venezia la strada ad altrui di avvezzar le orecchie, corrotte per tanti anni dai giuochi inetti di certi moderni comici, alla gravità tragica, ed essendo io stato il primo che, secondo la debolezza de’miei teneri anni, sotto abito di Ascanio rappresentai la Didone di messer Lodovico Dolce, ecc. » A lui virtuoso fanciullo dedicò poi il Dolce la sua commedia Il Capitano (Venezia, Giolito, 1545).

11. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Uno dei tanti Arlecchini del secolo xviii.

12. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

ma …. » È la prima volta che ci occorre questo nome in tanti documenti veduti.

13. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Discorso preliminare premesso alla prima edizione »

Discorso preliminare premesso alla prima edizione [1] Il teatro considerato come un pubblico spettacolo introdotto, o permesso dalle leggi in una nazione può considerarsi in tanti aspetti differenti quante sono le classi degli spettatori, che vi concorrono. […] Avrebbono forse desiderato, ch’io fossi stato più circospetto: cioè nella significazione che danno essi a tal parola, che non avessi osato, di profferir il mio sentimento se non colla timidezza propria d’uno schiavo, che avessi incensato gli errori e i pregiudizi del secolo, e che avessi fatto l’eco vituperevole di tanti giudizi stoltissimi, che sentonsi ogni giorno ne’ privati discorsi e nelle stampe. né vi mancheranno di quelli, i quali, ricorrendo a’ luoghi topici della ignoranza, troveranno nel titolo di straniero una suspizione d’invidia contro l’Italia. […] Basta legger soltanto di fuga i primi capitoli per vedere quanto ivi si largheggi di lodi colla Italia, come si preferiscano la musica e il melodramma italiano alla musica, e al melodramma degli altri popoli, in qual guisa si mettano, a coperto delle imputazioni degli oltramontani, ove si trovino poco fondate, e come si renda dappertutto giustizia al merito illustre de’ tanti suoi poeti e di tanti musici. […] La tragedia, la commedia e persino la pastorale hanno delle leggi fisse, con cui possono giudicarsi, cavate dall’esempio de’ grandi autori, dal consenso presso che unanime delle colte nazioni, e dagli scritti di tanti uomini illustri, i quali o come filosofi, o come critici hanno ampiamente e dottamente ragionato intorno ad esse. […] Senza far parola d’Emilio del Cavaglieri, del Salvadori, di Jacopo Martelli, del Gravina, del Maffei, del Muratori, del Crescimbeni, del Calsabigi, del Mattei, e di tanti altri, che toccarono questo punto alla sfuggita, tre sono stati gli autori, che hanno parlato più di proposito.

14. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 693

Dopo tanti mesi di agonia, fu deliberato di condurlo a Bologna…. e proposto di fargli subire una operazione pericolosissima.

15. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 598-599

L'artista per me è stato a un tempo rivelazione e ispirazione : egli è stato causa di studi profondissimi sul teatro vecchio e moderno, e nobilissimo incitamento a coltivar quell’arte, che mi diè tanti piaceri e trionfi, e pur tanti dolori nella mia povera vita artistica e avventurosa.

16. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 752

mo Padrone d’un Primo moroso hauerei caro d’intendere chi mandano in quà ; perche sè per mè Goderei che ui rimandassero uoi acciò che al’loro marcio dispetto doppo hauermi fatto tanti torti bisognasse che hauessero patienza di ripigliarui.

17. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO II. In quali cose si rassomigli ogni teatro. » pp. 10-16

Una catena d’idee uniformi fece spuntar la poesia rappresentativa in tanti paesi che insieme non comunicavano; ed il concorso di altre simili idee sopravvenute a moltissime società pure senza bisogno di esempio le condusse a produrre alcuni fatti comuni a tutti i teatri. […] Troviamo perciò nella storia anteriore ad ogni profana produzione gli oracoli composti da’ sacerdoti gentili, le Greche poesie nomiche e ditirambiche ad Apollo e Bacco, i versi saliari del Lazio, gl’ inni Peruviani al Sole, quelli de’ Germani alle loro guerriere divinità, e tanti altri. Pieni adunque i popoli di tali idee religiose molto naturalmente le trasportano eziandio ne’ loro passatempi, i quali in tal guisa quasi consacrati si cangiano in una spezie di rito; ond’è che per primo fatto generale osserviamo che in tanti paesi tutte le prime rappresentazioni furono sacre.

18. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 207

Determinare con esattezza cronologica il suo stato di servizio non è certo agevol cosa, tante sono le compagnie di vario genere, in cui militò, e per tanti anni si trovò a essere conduttor di compagnie egli stesso !

19. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO II. In quali cose si rassomigli ogni Teatro. » pp. 12-22

Una catena d’idee uniformi fece spuntar la poesia rappresentativa in tanti paesi che insieme non comunicavano; ed il concorso di altre simili idee sopravvenute a moltissime società pure senza bisogno di esempio le condusse a produrre alcuni fatti comuni a tutti i teatri. […] Troviamo perciò nella storia anteriore ad ogni profana produzione gli oracoli composti da sacerdoti gentili, le Greche poesie nomiche e ditirambiche ad Apollo e a Bacco, i versi saliari del Lazio, gl’inni Peruviani al Sole, quelle de’ Germani alle loro guerriere divinità, e tanti altri. Pieni adunque i popoli di tali idee religiose molto naturalmente le trasportanò eziandio ne’ loro passatempi, i quali in tal guisa quasi consacrati si cangiano in una specie di rito; ond’è che per primo fatto generale osserviamo che in tanti paesi tutte le prime rappresentazioni furono sacre.

20. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 159

Fra i tanti versi ch'ella ispirò, metto qui il seguente SONETTO Sì, che maggior d’ogni Apollineo canto Sono, egregia Moretti, i pregi tuoi ; Per te non arte, ma natura i suoi Vivi affetti spiegar par ch'abbia vanto : Ben sanno quale a i cor formasti incanto Di Terme Il Conte, e i Veronesi Eroi ; Corrado e Clarendon san quel che puoi Se sciogli il freno a l’ira, a i vezzi, al pianto.

21. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 591

Senza forze e senza attori, o almen pochi ed ignoranti, privi affatto degli autori che i lor parti dieno e tanti, come mai darvi piacere nel difficile mestiere ?

22. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VI. Tragici Spagnuoli, secondo il Signor Lampillas, negletti, o censurati a torto dal Signorelli. » pp. 43-68

La di lui medesima incostanza nelle lodi che dà al Malara piuttosto ci conduce a ravvisare in lui uno de’ tanti Drammatografi di quel tempo, che forse si attenne al sentiero calcato da’ compatrioti. […] Il famoso Antonio Moreto tra tanti altri, osservò che questa meccanica divisione di Atti e di Scene fu invenzione de’ Gramatici posteriori, e non degli Antichi, e nel risorgimento delle Lettere molti la trascurarono. […] Ho ciò trovato nella confessione che fa l’ingenuo Signor Montiano, cioè che “in essa si accumulano tanti e tanti fatti che eccede per la complicazione e la moltitudine . . . i quali offuscano e confondono in certo modo l’Azione senza lasciarle quella brillante chiarezza che si esige”. E sebbene l’istesso Montiano dica che vi si osservano le tre unità, non si vede offesa la più importante di esse, cioè quella di Azione dalla moltitudine e complicazione di tanti e tanti fatti che ne offuscano la necessaria chiarezza? E tanti e tanti fatti rannicchiati nel tempo concesso al Dramma, non guastano colla poca verosimilitudine l’altra unità del tempo?

23. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VI. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 82-108

E pure oggidì son tanti, i ridicoli censori dell’antichità, e pretendono giudicare e condannar severamente le commedie d’Aristofane! […] Probabilmente cotesto Gaulese, e di lingua greca, e di poesia, e della politica che conveniva alla repubblica ateniese, e di ciò che poteva in que’ tempi esser pregevole sul teatro, se ne intende meglio del popolo greco, il più illuminato dell’universo, meglio di Platone, meglio di Aristotile, meglio dell’istesso Molière, meglio di tanti e tanti grand’ingegni antichi e moderni, i quali tutti (a riserba di qualche Chamfort) hanno avuta la compiacenza di ammirare Aristofane.» […] Tanto lo spirito di Perrault, cieco e affettato ammirator de’ moderni galli, e spregiator degli antichi greci e latini ch’esso poco o nulla conobbe, passando di mano in mano per tanti e tanti criticastri, ha invasata e corrotta la maggior parte de francesi, fra’ quali oggigiorno tanto abbondano i Castilhon, e i Chamfort47! […] In mezzo a tanti magnifici spettacoli scenici ne troviamo uno assai puerile. […] Menandro che fu la delizia de’ filosofi l’oggetto di tanti elogi, il modello di Terenzio, l’intendeva in quella guisa.

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