Tutta la scena è un puro cicalamento. […] Carlo nella scena 4 siede sul trono. […] Ella ha manifestato il suo disegno al marito nella scena 5; è venuto il re che è presente, ed ella se n’è con lui spiegato nella scena 6: or chi l’ha detto ad Orgando che arriva nella 7 scena? […] Ciarla dunque, e scena inutile. […] Viene Almonte nella scena 12 con fretta, e dice che morì Adallano.
A lui toccò di aprir la scena col famoso innamorato Vitalba. […] Il Fiorilli s’ accinse a risponderli, e fecelo con tanta grazia, e con si bel modo, che spiegando a poco a poco i suoi sentimenti con quella ridicola balbuziente pronunzia, ora tenendo la voce sommessa, ed ora strepitosa innalzandola, e contorcendo la bocca, e dimenando le braccia, ed il tutto eseguendo co’ più naturali movimenti di un uomo, che tale difetto avesse in propria natura, e aggiungendo il Fiorilli in quell’ istante tutto ciò che l’arte seppe insegnarli, svegliò nell’uditorio per sì fatto modo il picchiar delle mani, che confondendosi co’ ripetuti evviva tenne per lunga pezza i due Comici in sulla scena ammutoliti. E a proposito dell’ arte sua, lo stesso Bartoli aggiunge : Il Fiorilli è sulla scena un gran Comico, e per tale fu adottato da tutta l’Italia.
Anche vi sono frasi e parole di una volgarità un po’cruda, come in tutte le altre del tempo, nella scena specialmente tra il servo Mastica e la balia di Angelica, una, del resto, delle più belle per vivezza di dialogo. Notevole è anche la scena tra il Capitano e Mastica, il quale si profonde in adulazioni di ogni maniera per ottener finalmente un buon pasto. […] Magnifica teatralmente è la scena settima dell’atto secondo, quando Fulvio venuto a cognizione delle nozze di Angelica col Capitano, si dispone a cimentarlo con offese di ogni specie. A quali Rodomontate allude il Cataldo nella prefazione alla sua commedia Gli amorosi inganni, edita il 1609 a Parigi, là dove dice : T’auiso Candido Lettore, che molti mesi sono, son uenute in luce alcune rodomontate Spagnuole, non solo qui, ma quasi per tutta la Francia vendute poco accortamente da colui (perdonami Sua Signoria) che le diceua e recitaua sopra la scena, le quali hanno forse auuilite quelle che ’l vostro Cataldo vi fa leggere…… ?
Nell’alto della scena eravi il Θεολογειον, cioè il luogo onde parlavano le divinità. […] Dietro della scena era il βροντειον, il luogo, in cui con otri ripieni di selci che si agitavano, imitavasi lo strepito de’ tuoni. […] Ponevangli a tal fine in un luogo vuoto rivolti verso la scena e sostenuti da cunei che si ponevano sotto di essi, perchè non toccassero le pareti. L’ultima gran curva della scalinata terminava in un portico che pareggiava l’altezza della scena ed era anche coperto da un tetto, rimanendo il resto alla scoperto. Formavano ancora una parte del teatro alcuni gran portici edificati dopo la scena, i quali servivano al popolo per ricoverarvisi quando le piogge dirotte interrompevano la rappresentazione.
Tragica e degna del gran Sofocle é pure l’ultima scena. […] Che spettacolo Edipo acciecato nella scena II! […] ; il III terminerebbe col suddetto coro della scena IV dell’atto V; e ’l IV comincerebbe dalla scena V. […] Lo spettacolo della prima scena dovea far somma impressione. […] E così é condotta tutta la scena.
Nella quarta scena nobili sono i sentimenti di Timandro e de’figli. […] Sin dalla prima scena Bibli interessa e commuove. […] Buona è la scena settima in cui Bibli apre il suo cuore ad Eurinoe. […] Veramente la ben lunga scena della tragedia inglese in mezzo ad alcune nojosità presenta varie bellezze che avrebbero potuto entrare nella scena di Uberto e Romeo. […] Per saggio dello stile rechiamo un frammento della seconda scena dell’atto I.
Le commedie metteva in scena e dirigeva da sè : e tutto faceva con una semplicità, con una ingenuità indescrivibili. […] A poco più che dieci anni, la piccola grande artista abbandonò per sempre il teatro della scena per darsi con gran fervore a quello degli studj classici, nel quale anche riuscì, dicono, attrice preclara.
Nella tragedia del Teseo cantata nel 1675 è teatrale l’angustia di Egle nella quarta scena dell’atto IV, che per salvar la vita a Teseo promette a Medea di sposare il re, e rinunziare all’amor di Teseo; come ancora nella scena quinta è delicato lo sforzo di Egle stessa per apparire infedele, e far credere a Teseo che più non l’ami. […] Pur vi si trova una bella scena di Jerace ed Io. […] Il poeta tornava a scrivere la scena criticata cercando di soddisfare al maestro. Lulli allora metteva tale attenzione alle parole che leggendo più volte la scena recatagli la mandava a memoria, la cantava a l’cembalo e vi metteva un basso continuo. […] Egli copriva le sue cantilene di stromenti quando non aveva ricevuta scena veruna dal poeta.
Semi primitivi della scena in Roma. […] Patetico è poi il congedo che Carino prende dalla patria nella prima scena dell’atto quinto. […] Rimane qualche dubbio sul luogo della scena. […] Or nell’uno e nell’altro supposto si conserverebbe l’unità del luogo senza mutazione di scena. […] Il prologo fatto dal dio Ausilio non trovasi premesso all’ azione ma in essa inserito, e collocato nella terza scena dell’atto primo.
Nè della scena nè delle colonne e de’ fregi che l’adornavano, rimane alcun vestigio. […] Nell’alto della scena era ancor situata la macchina versatile, dalla quale Giove lanciava i suoi fulmini, come dinota la voce Κεραυνοσκοπειον che le diederoc Dietro della scena era il Βροντειον, il luogo, in cui con otri ripieni di selci che si agitavano, imitavasi lo strepito de’ tuoni. […] Si collocavano a tal fine in un luogo voto rivolti verso la scena e sostenuti da cunei ad essi sottoposti perchè non toccassero le pareti. L’ultima gran curva della scalinata terminava in un portico che pareggiava l’altezza della scena ed era anche coperto da un tetto, rimanendo il resto allo scoperto. Formavano ancora una parte del teatro alcuni grandi portici edificati dopo la scena, i quali servivano al popolo per ricoverarsi quando le piogge dirotte interrompevano la rappresentazione.
La scena dal muro alla bocca del proscenio ha di lunghezze 125 piedi parigini e 93 di larghezza. […] I lati retti della platea congiunti alla strettezza della bocca del palco occultano a chi siede lateralmente buona parte della scena. […] Non pertanto per la medesima vastità (per cui ha potuto un tempo servire per una specie di naumachia, come dimostrano le antlie e i sifoni, per li quali ascendeva l’acqua per inondare l’orchestra) esso non è più in uso, e solo rimane esposto alla curiosità de’ viaggiatori ed incresce il vedere che sin dal 1779 quando io lo vidi, mostrava talmente i danni del tempo e dell’abbandono che non senza qualche ritegno si montava sulla scena per osservarsi minutamente. […] La costruzione fu nella nuova maniera con palchetti sostituiti modernamente alle antiche scalinate, cioè con più ordini di stanzini collocati a guisa di gabbie l’un sopra l’altro, i quali avendo l’uscita a’ corridoi, lasciano il passaggio alla voce per dissiparvisi, in vece di essere rimandata alla scena. […] Il teatro di Marco Contarini in Piazzuola nel Padovano fu di tal vastità che nel 1680 si videro in esso girar nella scena tirate da superbi destrieri sino a cinque carrozze e carri trionfali, e comparire cento Amazzoni e cento Mori a piedi e cinquanta a cavalloa: Ed è questa la storia scenica Italiana del secolo XVII.
Osserviamo in questa favola che dopo la scena d’Ifigenia e Toante, il Coro canta solo nella scena quarta del l’atto quinto, Celebriamo le lodi di Febo e di Diana . […] Egli stesso non fece di più nel tradurre questa medesima scena in maniera, com’egli dice, diversa dalla Salviniana. […] Il Dolce non si curò di questa bellezza, e la sua scena rimane sterile. […] Così è condotta tutta la scena. […] Notabile nel medesimo atto I è la scena di Creusa e Ione che non si conoscono.
A questi dì in Italia, in Francia e nelle Spagne fremerebbe lo spettatore a una scena simile alla terza dell’atto III. […] Peggiore è la seconda scena dell’atto IV. […] Bello è pur l’altro di Dori stessa nella scena decima. […] Patetica però è la seconda scena dell’atto IV in cui Lancastro dipinge ad Edoardo il padre che geme nella prigione. […] L’idea poi della scena di Raps e Anselmo è quasi degna del pennello di Moliere.
Degna è pure di notarsi la seconda scena dell’atto quarto di Panfilo con Sostrata. […] Questa nuova giunta al di lui dolore egregiamente si maneggia in questa scena. […] Egli me ne trasmise a Madrid qualche scena. […] Splendidezza della scena Latina, e Censori teatrali. […] Senza l’approvazione di alcuno di essi non compariva sulla scena componimento veruno.
A un colpo di tosse, a una frase, a un saluto da lui appena accennato di tra le quinte, avanti d’ entrare in scena, si propagava in un attimo per tutto il teatro la più festosa allegria. Grazioso, pieno di anima e di vita, eloquente e alquanto istruito (il suggeritore non esisteva per lui), riempieva egli solo tutta la scena. […] Lo stesso Paolo Ferrari che me la pose in scena, mi fa i più lusinghieri complimenti.
Soprattutto in essa comendiamo il soliloquio di Prometeo nella 1 scena, e l’ultima sua disperazione. […] Si è provato il sig. avvocato Pagano anche a produrre una scena somigliante nel suo Agamennone, ch’egli intitola Monodramma, benchè sieno tre i personaggi che v’ intervengono, per la qual cosa con più proprietà si nominerebbe scena o favola lirica &c. […] E chi non invidierà all’Italia questa scena impareggiabile? Nella scena 6 del III non si conosce meno il maestro. […] Andres, e vorrebbe sbandirlo dalla scena, non che dall’opera di Metastasio?
Intanto per chi ne volesse un saggio recheremo quì un passo della scena quarta del I atto in cui l’autore rileva i terrori notturni della Regina, calcando le tracce di Alvida nel Torrismondo del gran Torquato. […] Ecco l’unica prova che ne ostentò con enfasi innanzi ad un componimento, in cui saccheggiò meschinamente il Caraccio; sono i due versi seguenti detti da un Messo nella scena prima del IV atto: O superbia superba, o de le menti Gonfia di vento idropisia mortale. […] Sa egli però che di tali ornamenti non sempre proprj della scena molti se ne hanno non solo nel Caraccio, ma in altri celebri Italiani del XVI e in cento Francesi, e nell’istesso P. […] Vi muojono otto interlocutori, e nello scioglimento veggonsi sulla scena cinque cadaveri; tal che lepidamente un erudito Spagnuolo soleva dire, che in vece di una tragica azione sembrava rappresentazione di una peste. […] Ella, tuttochè piena della memoria di Sicheo, promette nella prima scena di unirsi all’Affricano.
Non si vedono nel Figlio naturale se non che situazioni semitragiche prese in prestito altronde ed attaccate al piano del Vero Amico, e vi regna tale affettata nojosa saviezza in tutti i personaggi e specialmente nel Figlio naturale ed in Costanza, che farà sempre sbadigliare sulla scena. […] Nondimeno non parmi che si debba coll’ autore de’ Tre Secoli collocare senza veruna riserba la di lui Eugenia tralle favole viziose e contrarie alla scena di Talia. […] Il m’avait (dice Eugenia nella 2 scena dell’atto I) caché ces bruits dans la crainte de m’affliger . . . […] La quinta e l’ottava scena dell’atto III sono belle e teatrali. È patetica ma non terribile la terza scena del IV, ed interessante la deliberazione del Padre di Eugenia, il quale si lusinga di trovare in corte giustizia e pietà.