Ma prima che io dica questo perchè, convenite Voi meco in pensare, che da genere a genere corra la proprietà delle due linee che prolongate infinitamente non mai si toccano? […] Calderòn ha forse coltivato questo medesimo genere? […] Volete che da queste Sacre Farse, che contro le Bolle Pontificie narrano prodigj immaginarj, e mettono in bocca del Demonio mille bestemmie contro il Creatore, volete che in questo torbido fonte beva un Metastasio? […] E questo artificio (ne siano poi bene o male preparati gli ordigni) non può convenire a patto veruno a un’ Opera musicale limitata a un’ azione, a un giorno, a un luogo, benchè variato per alcune particolari vedute di esso. […] Ma egli o s’infinge, o non si avvede, che questo sagace Impostore non dice già de’ vostri Poeti, ma de’ vostri Attori.
Or questa è l’opera musicale; a giudizio di tutta l’ Europa; e questo lavoro nella nostra lingua non s’inventò prima degli ultimi tre anni del cinquecento148. […] Di questo parere è stato ancora il dottissimo lodato Algarotti nel Saggio sopra l’opera in musica. […] Da certi pensatori oltramontani in questo secolo chiamato filosofico si è tentato di annientar la poesia a forza di analizzarla e ridurla a un certo preteso vero che gli fa inviluppare in un continuo ragionar fallace. Ma sottilizzino pure a loro posta per confinar la dramatica a questo vero immaginario, che essi dureranno la vana fatiga delle Danaidi, e nol conseguiranno, o rinunzieranno al teatro. […] E di ciò contento, non si sovviene della musica che accompagna questo sentimento.
Di molte lor favole occorrerammi di ragionare nel decorso di questo paragone. […] Né possonsi assolvere da questo difetto alcune italiane. […] Certo anche in questo non è lieve il vantaggio de’ Francesi. […] A tale proposito avvertirò che non mancano vari esempli di vane acutezze anche in questo poeta, benché ne fosse più parco di Pietro suo fratello. […] Lo stile di questo dramma per frasi poetiche ed espressioni strane non si distingue punto da quello ch’è consueto a’ tragici francesi.
Quanto agli studi teatrali divennero sempre più comuni in questo secolo, e ne sieno testimoni parlanti le tante produzioni erudite che presentiamo a’ poco instrutti dell’italica letteratura. […] Parlando ora delle commedie, veggiamo che parecchie trovansene fino alla metà di questo secolo scritte in latino da i nostri più accreditati Letterati. […] In Portogallo si coltivava nel declinar di questo secolo la poesia latina, e Luigi De la Cruz compose varie tragedie latine. […] Nelle Fiandre troviamo a fatica in questo tempo quel genere di rappresentazione muta che solea praticarsi ne’ giorni delle gran Festività nelle chiese oltramontane, e ne’ pubblici ingressi de’ sovrani nelle città principali. […] Chi desidera esatta notizia delle rappresentazioni de’ sacri misteri fatte in questo XV secolo, legga il Tiraboschi tom.
chi era questo Azampamber ? […] Leggere questo nome, e riafferrare tutte la sparse e isvariate buffonerie che aveva udite sul famoso guitto, fu un baleno. […] È il solito dialogo tra pubblico e Stenterello, in cui questo chiede a quello la somma per soddisfare agli assunti impegni. […] …………… e giù di questo passo fino al compimento della somma, concludendo : con altri scudi dodici che fan la somma in punto, ho da pagar l’alloggio dal giorno che son giunto. […] Ma ecco senz’altro il programma : primo trattenimento Grandioso spettacolo, non mai più esposto su queste scene, decorrato (sic) di numerosa Truppa, Banda militare, combattimento a fuoco vivo ed arma bianca con apposito scenario, Vestiario analogo, Marcia figurata, Assalti di fortezza, e per ultimo fuoco generale di gioja per la riportata vittoria : questo porta per titolo LA GRAN SPEDIZIONE DEI FRANCESI IN AFFRICA ovvero La conquista di Algeri nell’ultima battaglia data nel giorno 5 luglio 1830 sotto il comando del Luogo Tenente Generale Comandante in capo la spedizione.
Del novenario non mancheranno esempi in questo paragrafo. […] E però questo saggio basti sulle arie. […] In questo stato è ben malagevole imbrecciar giusto. […] Non per questo però si creda, che nulla resti da badare al cantante. […] Non sono tali considerazioni da questo luogo.
E tutte le nazioni che si sono avvicinate più o meno a questo termine, non hanno trascurato né potevano trascurare questo metodo. […] Ma questo non basta all’esercizio dell’arte sua. […] Or qual è questo bello? […] E questo è il genere drammatico. […] In tutti i monumenti più insigni delle belle arti si osserva questo accordo e questo disegno; ma non sempre e sì facilmente nella declamazione.
dunque conuiene Ch’ami quello in altrui, che’n questo altero Fù la sola cagion de le mie pene ? […] Et per questo piu che per altro cred’ io, che gl’ antichi haueuano gl’ habiti appropriati, Et i colori assegnati, a tutte le qualità de i recitanti. […] Sotto questo nome di nimphe uoi non comprendete gia tutte le sorti di donne, che in tali spettacoli s’ intropongono ? […] A questo modo, non è periglio, che possi restar da una scena all’ altra, il Theatro uoto. hora ueniamo al mandar giu della cortina o sipario che se la chiamassero gl’ antichi. […] Vogliamo noi, o signor Massimiano accettar questo cortese inuito ?
Egli era dunque il Fregoli d’allora, preceduto dall’arlecchino Gabbriele Costantini, che fu il primo inventore di questo trasformismo che il Goldoni chiama novità incantatrice. […] A questo Gandini dedica il Calendrier historique des Thèâtres de l’ Opéra et des Comèdies Française et Italienne et des Foires à Paris (Cailleau, 1751) la seguente quartina : L’air, la mine, la gravité tout réjouit dans Scaramouche et chacun en est enchanté même avant qu’il ouvre la bouche. […] E come mai di questo non è cenno in alcuna opera teatrale francese, compresa quella del Campardon ?
Giunto alla vecchiaja (1735), nè potendo più resistere alle fatiche del teatro, pensò d’alienarsi dalla Professione, e di sostituire invece sua il comico Francesco Rubini, e fecelo in questo modo. […] Qualche circostanza di questo fatto ci riserbiamo a narrarla sotto l’articolo del mentovato Rubini. […] Formerà le lodi di questo eccellente comico la lettera dedicatoria in quarta Rima Veneziana, che Antonio Franceschini (V.), detto Argante, volle presentargli in occasione di dare alle stampe la Tragicommedia col titolo : La clemenza nella vendetta, in altri luoghi da noi mentovata ; e come si disse sotto l’articolo del prenominato Franceschini.
In effetto non ne hanno avute altre sino a questo secolo, e si rappresentavano ne’ monisteri in occasione di qualche festa, concorrendovi tal volta il sovrano con i grandi della corte. […] Intorno a questo tempo si tradussero le migliori commedie francesi, danesi e tedesche; ma la nazione non approva che tre o quattro commedie originali scritte in quel genere di comico grossolano che si avvicina alla farsa. […] Pur non sembrami questo solo il mezzo opportuno a conseguir l’intento. Incoraggite i poeti, cercate ogni via perchè si sollevino dalla turba de’ versificatori, ed essi che sono l’anima delle scene, inspireranno il proprio entusiasmo agli attori, e questo spirito farà che essi rappresentino con tanta energia-naturalezza e sensibilità, con quanta durezza, stento e freddezza rappresenteranno copiando unicamente gli attori stranieri.
… Rammentalo e molto nel tuo libro ; ci tengo che lo si sappia. » E questo fervore di riconoscenza non genera meraviglie nella bocca di Claudio Leigheb, che con la rettitudine scrupolosa dell’uomo, con il culto profondo dell’artista si acquistò la benevolenza e la stima di quanti lo conobbero. […] Anche la scoltura delle castagne d’india entra ne' suoi pregi di artista ; e il Boutet nella Tribuna della Domenica gli dedicò a questo proposito un grazioso articolo illustrato. Di lui scrisse anche Tommaso Salvini : e credo di non poter finir meglio questo breve cenno, che riferendo qui le sue parole : Claudio Leigheb è l’attore comico più castigato e più preciso ch'io m’abbia conosciuto ! […] È un artista che non pone mai il piede in fallo, sia che tratti il genere totalmente burlesco, sia che a questo si congiunga alcun che di serio : coscienzioso esercita la sua arte religiosamente, e l’unico appunto che mi permetto di fargli è quello di mostrarsi talvolta, nella movenza della fisonomia, nell’intonazione di qualche frase, troppo imitatore del non mai abbastanza compianto egregio artista Bellotti-Bon.
Dovendo Diana e Buffetto Comici passarsene á Parigi per rappresentare a quella Corte e convenendogli transitare per questo Stato habbiamo voluto accompagnarli con la presente. […] in questo ponto io receuo ordine dala S.ra Donna olimpia di recitare in gracia sua, e questo e broio che ha fato fare l’Angela perche la detta S. […] r Don Cornelio la me ne sia protetore acio io non receua questo danno che li prometto da uero seruitore che mio socero non si deporta male, et in fiorenza e stato piaciuto : mia moglie scriue ancora lei due reghe in detta letera a V. […] A. che sò che non uorà comportare questo danno alla mia povera casa : Scriuendo à mio socero V.
Ma il diletto che sebbene grossolano recava a tutti questo spettacolo, mosse alcuni comici sagaci a migliorarne la forma togliendo ad esemplare la Tragedia. Ed osservando poi che questa si arricchiva ne’ poemi eroici di Omero, vollero anch’essi giovarsi delle fatiche di questo gran padre della poesia, e presero ad imitare l’aria urbana salsa e graziosa del di lui Margite. […] Lasciò questo comico dieci favole, una delle quali s’intitolava Pasifae, e con essa, secondo l’interprete di Aristofane nell’argomento del Pluto, contese con questo comico riputato nel quarto anno dell’olimpiade XCVII. […] Osò per questo un poema così straordinario internarsi impunemente nel segreto dello stato, trattar di pace, di guerra, di alleanze, beffeggiare ambasciadori, screditar magistrati, manifestare i latrocinii de’ generali, e additare i più potenti e perniciosi cittadini, non solo con una vivace imitazione de’ loro costumi, ma col nominarli e copiarli al naturale colle maschere. […] Atene che trovavasi in si alto punto di prosperità e per conseguenza di moral corruzione, mirò senza orrore il fiele che sgorgava da questo fonte; si compiacque della indecenza che vi regnava vedendovi il ritratto fedele de’ suoi costumi; e applaudì a quella malignità che mortificava i potenti che essa abborriva e i virtuosi che la facevano arrossire.
Osserviamo solo che questo principio è fabbricato sulla rena. […] Se così bene di drento muore, non sentirà cosa che io gli faccia, e conoscerollo a questo. […] O come può star questo? […] Oh che dolore è questo! […] Nè per questo si scemerà punto dell’amor che io vi porto.
Or questa è l’opera musicale, a giudizio di tutta l’Europa; e questo lavoro nella nostra lingua non s’inventò prima degli ultimi tre anni del Cinquecento. Fu di questo parere ancora il dottissimo prelodato Algarotti nel Saggio sopra l’opera in musica. […] Non per tanto osserva il Baile che Giacomo Rilli nelle Notizie intorno agli uomini illustri dell’Accademia Fiorentina, non fa motto di questa Aretusa, tuttochè così diligente si fusse mostrato in quanto riguarda questo scrittore. […] Ma sottilizzino pure a loro posta per confinar la drammatica a questo vero immaginario, che essi dureranno la vana fatica delle Danaidi, e nol conseguiranno, o rinunzieranno al teatro. […] E di ciò contento, non si sovviene della musica che accompagna questo sentimento.
Ma non composero gl’Italiani altro che farse e componimenti latini in questo secolo? […] Nel V potè tornare la mutazione de’ primi tre atti, accennandovisi eziandio il monte, questo monte gira intorno , ovvero cangiarsi il teatro in una foresta su questo monte destinata dalle Baccanti alla celebrazione de’ loro riti. […] Nel V atto Orfeo vaneggiando per lo dolore risolve di non mai più innammorarsi di donna veruna; ed era questo un sentimento naturale per la disperazione in cui si trovava. […] Ma questo difetto e qualche altro che possa notarsi in questo dramma, faranno si che ne venga a perdere la natura drammatica? […] Due altre azioni teatrali volgari leggonsi nelle rime del Notturno poeta napoletano appartenente a questo periodo.
S. sopra di questo cento ottave e quaranta sonetti del Cavalier Marino, l’ udrà sicuro, poi ch’ io faccio mia cura acciò che le capitino alle mani. Mi farà favore di parlar di costei con questo S. […] Io per sopportare questo humoraccio faccio quanto posso, ma credo che non durerò. […] qualcosellina più, della Signora Cecchini : questo dev’ essere stato il pernio su cui s’ aggiravan di conseguenza tutte le altre cagioni della reciproca animosità. […] Orsù non parliamo di questo che la materia c’ è amplissima.
Non è questo un dramma da gareggiar punto colla grande e vera tragedia reale da Platone tenuta per più malagevole della stessa epopea, e fatta per ammaestrare ugualmente i principi e i privati. […] Senza qualche tratto troppo comico e malizioso ne’ caratteri di Anito, Melito e Drixa, e de’ pedanti Grafio, Como e Bertillo giornalista, sarebbe questo dramma il modello di tale specie di tragedia. […] Il prenominato Lemercier pubblicò in questo genere varii drammi che la Francia ha chiamati pessimi. […] Ecco come questo innamorato si esprime con naturalezza e calore: Elle pleure, elle soupire, elle songe à s’èloigner, et si elle s’èloigne, je suis perdu. È ben vago questo pronome elle posto prima di nominar Sofia ad imitazione di Terenzio.
Del resto simil difetto è generale in questo romanzo in dialogo. […] Si sapesse almeno quando nacque questo Tanco? […] Ma questo componimento poco merita il nome di tragedia. […] Ognuno che sappia la storia teatrale, vedrà che ei s’inganna anche in questo. […] Or che puerilità affastella egli in quattro pagine intere su questo punto?
Era questo teatro capace di circa novemila persone, secondo il calcolo fattone dal dotto Decano di Alicante Don Manuel Martì tanto amico del nostro Gravina, nella lettera scrittane a Monsignor Zondadari. […] Una lega distante da Calpe, venendosi da Algecira, si osservano i vestigii di un teatro e di un anfiteatro con altre rovine dell’antica città di Tarteso (differente da Cadice che pure portò questo nome) detta da’ Greci Carteia. […] Si sa per quali infami vie ottenne il favore di questo medesimo imperadore un altro famoso attore tragico chiamato Apelle, che giunse ad essere noverato tra’ suoi consiglieri. […] Per quanto i dotti compilatori del Giornale de’ Letterati stampato in Pisa ci fecero sapere nel volume pubblicato nel 1779, questo Delirus vien chiamato commedia da M. […] Noi sinora non abbiamo veduto questo trattato per accertarcene su i frammenti istorici che l’autore ne avrà addotti.
Or questo non è tutto l’opposto di quanto Voi asserite, e pretendete fortificar con questo passo? […] Or chi si offende con osservar questo fatto? […] E’ questo un sommario sincero della Storia scenica del passato secolo. […] Riflettete poi, che questo è un puro effetto di esercizio, e di vivacità non difficile ad acquistarsi. […] Or questo Teatro, che mai ha di comune con quello di Lope?
Intanto questo Popolo non è mica il vostro diletto Volgo, Signor Lampillas mio. E a questo Popolo rischiarato non fia gloria il piacere? […] Or non è questo il vero scopo, a cui dee aspirare il Poeta Drammatico? […] E dove ha studiate sì pellegrine notizie questo Apologista? […] E questo ha che fare nulla con quel che io dico?
Ogni suo sforzo tende a questo : ad esser più efficace, più vera….. […] Le sue lettere dicon questo spesso, che recitare è per lei una gran gioja, ma è anche un martirio. […] finalmente : Irma Gramatica, intellettuale, colta, riuscì a comprendere il vero e, nell’ estrinsecazione di questo, rivelò tutte le virtù in un solo difetto che non cessa tuttavia di essere un pregio, nell’ esuberanza della passione ; riusci, affrontando ardue battaglie, a crearsi da sè senza eclettismi o plagi, senza emulazioni grette e fatali, studiando i proprj mezzi non in correlazione con quelli degli altri, ma accontentandosi di tradurli in atto equilibrandosi e interpretando ciò che è consentaneo alla sua tempra nervosa d’artista, al suo carattere di moderna, in una parola alle convulsioni della sua anima.
Ma qual pro da questo? […] Dove sarà questo vecchiaccio disgraziato? […] questo mi avviene per voi. […] Detestabile adunque è per questo il Comico. […] E perchè questo?
Morto il Ristori a Firenze il 3 settembre 1861, fu tumulato nel Cimitero del Monte alle Croci, ove la figliuola desolata fe' erigere, alla morte della madre, una cappella, co' medaglioni degli estinti, opera dello scultore Cambi, e con le seguenti epigrafi : AD ANTONIO RISTORI nato il 5 marzo del 1796 | mancato ai vivi il 3 settembre del 1861 || o mio dilettissimo padre | a te che mi fosti esempio | delle più belle virtù | che per generosità di cuore | e spirito di santa carità verso i miseri | fosti sempre benedetto dalla sventura | che fra gli stenti al lavoro | consacrasti tutta la tua vita | la tua figlia adelaide | che amavi tanto e che sì presto ti ha perduto | questo monumento | debole segno d’incancellabile affetto | tuttora in pianto poneva. A MADDALENA RISTORI | modello delle madri | nata il 20 ottobre del 1795, mancata ai vivi il 26 maggio 1874 | i suoi desolatissimi figli | inalzavano questo monumento | tributo di lagrime e di dolore.
Di grazia in che mai essi discordano da Eschilo su questo punto? […] Or non sarebbe questo il finale di un atto? […] o questo è inganno. […] Ma questo dubbio corrisponde al senso ed alla lettera dell’originale? […] Or perchè cambiar questo pensiero in peggio?
Uno di essi, il dottore Niccolò Schiattini di Genova, rispose bizzarramente : « morì Lavinia e duolmene ; tormento già di questo cuore grandissimo, e della borsa. […] r Fulvio senti questo disse e fece ciò che da altri haurà inteso, nè giovò humiltà di alcuna sorte, e protesti dal Sig. […] E. li comanderà, da questo m’acorgo che à gusto e che desidera di essere con lei, cioè con Nespola : ma che il Sig.r Flavio non tenga concerto di questo con mio marito, perchè ne succederà qualche gran rovina ; però torno a suplicare V. […] Ma, a dir vero, questo monologo di Arianna mi mette un gran dubbio nel cervello.
Osserviamo solo che questo principio è fabbricato sulla rena. […] E stà sicuro, Calandro mio, che chi fa questo, non è mai morto. […] Oh come può star questo? […] Oh che dolore è questo! […] Nè per questo si scemerà punto dell’amor che io vi porto.
Non era al fine questo dramma se non una traduzione in parte corretta nella quale si cercava il ridicolo negli eventi immaginati con arte anzi che nel cuore umano che ne abbonda. […] I tre primi atti di questo componimento si rappresentarono sin dal 1664, e se n’era sospesa la rappresentazione, Compiuta, corretta, riveduta e approvata, sulla permissione verbale ottenutane dal sovrano. […] Il solo Luigi XVI ne giudicò in Versailles più favorevolmente de’ suoi cortigiani, la qual cosa manifesta il buon gusto di questo monarca e la stima che faceva di Moliere. […] Alla quarta rappresentazione che se ne fece il di 17 di febbrajo, morì in sua casa questo principe della commedia francese, essendovi stato trasportato dal teatro moribondo. […] In essa un eremita vestito da frate monta di notte per una scala sulla finestra di una donna maritata, e poi ricomparisce, dicendo: questo è per mortificar la carne .
Non mi è riuscito di veder traccia di questo Rubini in Italia. […] In due lettere del Goldoni all’Albergati del gennajo '63 e del febbrajo '64 da Parigi, si accenna alla moglie di questo Federico, Anna, rimasta a Bologna, poverissima, e pregante l’Albergati col mezzo del Goldoni di farle avere una limosina.
Dei balli [4.1] Ma che cosa è finalmente questo nostro ballo, dietro al quale va così perduta la gente? […] Ma lasciando star questo, che nella odierna licenza potrà parere una troppo grande sofisticheria, cotesto ballo, che tanto pur diletta, non è poi altro, a considerarlo in sé medesimo, che un capriolare sino all’ultimo sfinimento, un saltar disonesto che non dovrebbe mai aver l’applauso delle persone gentili, una monotonia perpetua di pochissimi passi e di pochissime figure. […] [4.3] Su questo andare è per esempio il ballo del giocatore composto sopra una bellissima aria del Iomelli; nel quale vengono mirabilmente espressi gli avvenimenti tutti del grazioso intermezzo che porta quel nome.
Il giornale Lo Scaramuccia del 22 novembre ’56, parlando del teatro in cui recitava il Cannelli scrive : A questo teatro si vedono e si sentono cose, che non si son mai, ch’ io mi sappia, vedute nè sentite in nessun paese del mondo. […] Il cartellone annunzia una compagnia drammatica e delle produzioni drammatiche, ma potrei giurarvi che al teatro Leopoldo non si recita davvero ; qualcuno dirà che vi si canta, ma non è vero nemmen questo ; chi dicesse che vi si urla, vi si strepita, vi si fa un baccano da taverna, sarebbe il narratore più esatto. […] Fortunatamente ognuno è padrone di andarsene quando più gli aggrada ; ed invero questo è il solo mezzo che rimane, quando si è nauseati di vedere un pubblico, che fra le più volgari bassezze, dimentica interamente la sua dignità, fino al punto di far credere a chi non lo conosce, che esso non ha più nè buon senso, nè gusto, nè moralità, nè pudore.
In fatti in questo ruolo esordì il '47 colla Fusarini, passando poi socio con Lottini il '48 e '49, a fianco della Nardi prima attrice e della Cazzola amorosa, con cui si trovò, sciolta la società, nella Compagnia di Antonio Giardini. […] Se molto bene egli fece altrui (il beneficio è più presto scordato) molto male egli fece a sè ; e questo il mondo dell’arte non gli ha perdonato. […] , 164), come contrapposto alle tante accuse : « In questo lasso di tempo furono aggregati alla mia Compagnia la signora Santoni, la signora Baracani e Papadopoli, da tutti proclamato irrequieto, stravagante di carattere, sregolato negli interessi, e da me rinvenuto buono, compiacente, e persino economo e parco nel cibo, che è tutto dire…. »
Un po'appunto per questo, e molto per la fibra che appariva più tosto debole a sostener le lotte e le fatiche della scena, il padre gli fu sempre avverso a che si facesse comico ; ma egli, malgrado tutto, complice lo zio Alessandro, entrò il '78 nella Compagnia di Achille Dondini come generico, e il '79 in quella di Marazzi-Diligenti come generico primario. […] Ma ormai egli aveva una spina nel cuore, che gli dava spasimo forte e continuo : all’applauso del pubblico mancava quello di suo padre, il quale risentitolo a Roma e a Firenze (non ne aveva più l’idea dall’'89 a Ferrara), non solamente gli die' col bacio del perdono il suo assenso a continuare, ma si mostrò con lui nel Saul e nell’Otello, lasciandogli in quello la parte del Protagonista, e in questo la parte di Jago. […] Gli ostacoli non lo impacciano, lo studio non lo prostra, purchè quelli affronti, si dia a questo per l’arte sua, nella quale, e ciò forse gli nocque veramente a conseguir la purezza classica delle linee, si gittò a capo fitto, troppo presto liberato dalla man forte del guidatore.
Ma non composero gl’ Italiani altro che farse e componimenti latini in questo secolo? […] Nel V potè tornare la mutazione de’ primi tre atti, accennandovisi eziandio il monte, questo monte gira intorno, ovvero cangiarsi il teatro in una foresta su questo monte destinata dalle Baccanti alla celebrazione de’ loro riti. […] Nel quinto atto Orfeo vaneggiando per lo dolore risolve di non mai più innamorarsi d’ alcuna donna; ed era questo un natural sentimento nella disperazione in cui si trovava. […] Due altre azioni teatrali volgari leggonsi nelle Rime del Notturno poeta Napoletano, le quali appartengono a questo periodo. […] Ma questo difetto e qualche altro che possa notarsi in questo dramma, faranno sì che ne venga a perdere la natura di dramma?
Stefano, questo Ancatoni, spagnuolo, comico di S. […] Il lungo periodo della loro unione aveva afforzata, fissata ormai un’omogeneità di tinte, una armonia di toni, una geniale spontaneità, un tale affratellamento insomma nella concezione ed espressione delle varie scene, che non si acquista, pur troppo, se non coll’esercizio congiunto a un forte spirito di assimilazione. — Sotto questo rispetto, la separazione artistica di Eleonora Duse e di Flavio Andò non può essere stata che di nocumento all’arte.
Altro di lui non sappiamo : a meno che (le date concorderebber a un dipresso) in questo comico non dobbiam ravvisare quel Fabrizio che nel 1664 desiderava di unire al servizio delle LL. […] Chi si nascondesse sotto questo importantissimo personaggio non ho potuto trovar finora.
Figlio di un ciabattino di Udine, dove nacque verso il 1780, fu allevato nel mestiere del padre, morto il quale, vagando di paese in paese, or questo or quello frecciando, s’ imbattè in una piccola compagnia di comici che lo accolsero in qualità di socio, e da cui fu licenziato, dopo la prima sua comparsa in pubblico. […] Non vi fu Piazza, nella quale, al momento della partenza, non trovasse che dire pei debiti fatti con questo e con quell’oste.
Abbiamo in molte lettere dell’Archivio di Modena precise notizie di questo comico, il quale fu rinomatissimo artista sotto la maschera del Dottore, e col nome teatrale di Dottor Brentino, a differenza del suo omonimo Giovan Angiolo Lolli che sotto la stessa maschera fu celebre in Francia col nome di Dottor Baloardo. […] ma Prottetrice è Padrona, cento cinquanta Pezze, è si die[de] tredici Pezze per uno ; beuanda, che serui non per smorzare ma per accendere maggiormente là sete à questo Idropico corpo di Compagnia ; Potati che furono à pena i Rami dei Vechio debito, ripulullorno in breue in tanta copia che mossa di nouo à Pietà là Prodiga mano di Sua Altezza Reale hà ritrouato il modo di sradicare questa infruttuosa Pianta. […] A questo viaggio di Londra si riferisce l’altra sua lettera da Lione al comico Francesco Delli Angioli (V.).
L’annotatore dice di lui : Di questo vecchio non si può dir male ; mentre essendo vecchio nell’arte sapeva stare sulle scene ed era sicuramente il meglio che fosse in compagnia. […] E per dare un’idea del repertorio e dell’ambiente di essa, ecco, a titolo di curiosità, un premuroso (sic) AVVISO TEATRALE Per la sera di sabbato 5 corrente Premurosa tutta la rispettosa Comica Truppa nel voler dar prova del suo costante impegno per ben servire questo erudito, e dotto PUBBLICO, ha scelto per detta Sera una nuovissima Rappresentazione Spettacolosa, quale porta per titolo L’INCONTRO DI VENTI REGI all’assedio di troja ossia andromaca, e pirro.
Ecco una delle epigrafi : A CAROLINA CARACCIOLO AJUDI che nell’arte drammatica potentissima somma sublime vaga nel riso terribile nell’ira pietosa nel pianto soavemente a voler suo ogni animo rapiva con ingegno precoce sulle scene del teatro valle i romani ammirando plaudendo questo ricordo tenue compenso a tale valore offrivano l’autunno 1856 Anche sapeva cantare con molto garbo ; e nella commedia Clelia o La Plutomania di Gaetano Gattinelli, il caratterista della compagnia, eseguendo la romanza del maestro Lafon, destava l’ammirazione di ogni pubblico. […] Nel Trovatore del ’57 si legge al proposito della Caracciolo, dopo un lungo articolo di lodi sperticate : « questo registriamo per amore di verità e per rispondere alle stolte e villane critiche di un giornale senza credito che si stampa a Torino.
Di lei non abbiamo notizia che in questo documento inedito, che trovo tra le carte del Mariotti alla Biblioteca Nazionale di Firenze. […] Bianchi (De) Ludovico e Bagliani Pietro) l’opera seconda ha questo titolo : Aspramonte, Tom. 2 con l’allegorie di Zan Frignocola.
Ma le più pregevoli tragedie latine di questo secolo uscirono da Cosenza. […] Io non debbo dissimulare questo neo della tragedia del Tilesio; ma non è giusto poi lo spregiarla tanto, come al tri ha fatto, per questo episodio. […] Alzate il viso a questo che vi bacia. […] forse Calcante Vi esorta questo, e vi minaccia questo? […] Assiste veramente a questo racconto l’infelice Nino, ma coll’ interromperlo tratto tratto, ne aumenta il patetico.
Del resto tal difetto è generale in questo romanzo drammatico. […] Si sapesse almeno quando nacque questo Tanco? […] Ma questo componimento poco merita il nome di tragedia. […] Delle favole sceniche di questo gesuita favellò con somma lode Antonio Possevino. […] Ognuno che sappia la storia teatrale, vedrà ch’ei s’ inganna eziandio in questo.
Or non sarebbe questo il finale di un atto? […] o questo è inganno? […] Ma questo dubbio corrisponde al senso ed alla lettera del l’originale? […] Or perchè cambiar questo pensiero in peggio? […] Ahi non è questo Più un asilo per te.
Ma poi che questo mi deve avvenire, io voglio aver questo avvertimento di esser sempre nelle compagnie migliori e più onorate ; perchè, oltre lo imparar da quelle, non avrò timore di essere biasimato come molti, nè per ignorante, nè persona infame. […] Tu musa, ai grandi amica alma Calliope, prestami il tuo favore, acciò che i ritimi, habbiano qual che forza in questo genere. […] E più, pascomi ancor di tigri e lupi, questo è per me quel delicato pasto. […] E va continuando in questo tenore per tredici terzine. […] Ch’egli si vanti di generalissimo in Fiandra, questo si è veduto in altri a’ quali per ischerzo sono state appresentate Patenti false.
Ch’ei faccia questo, ed è suo amico Cato. […] lascia i libri, rinunzia alla filosofia, studia gli uomini; questo solo studio ti basterà. […] Mira questo tesoro . . . […] Ma la più celebre in questo genere è quella del sig. […] Si concorre a questo spettacolo senza trasporto.
Che è questo? […] A questo passo il Re Danese commosso e colpito dice ad Amlet: Re. Ti sei bene informato dell’azione di questo dramma? […] Ma questo gran tragico inglese studiando la natura mancò di giudizio nell’imitar ciò che in società si riprenderebbe. […] Ma questo merito tutto appartiene al teatro, nè senza ridicolezza si metterebbe in confronto colle orazioni de’ Tullii e dei Demosteni.
E pure il Cueva di questo si vale per encomiare il Malara. […] Io cedo volentieri questo campo agli Apologisti. […] Ma di questo chi mai l’accusa? […] Or questo è osservar le regole? […] Anzi questo Critico Spagnuolo ci assicura tutto l’opposto”.
Cornelio nella tragedia del Mairet, egli novera il contrasto di Scipione con Massinissa, e la disperazione di questo principe. […] In essa un eremita vestito da frate monta di notte per una scala sulla finestra di una donna maritata, e vi ricomparisce dicendo, questo è per mortificar la carne. […] Sedaine, Falbaire, Mercier hanno coltivato questo genere comicolugubre con particolar riuscita. […] Nè questo nè il buon senno di uno scrittore francese ha punto giovato a richiamar su quelle scene l’opera eroica all’imitazione degli uomini da quella de’ demoni e delle furie ballerine. […] Si ritenga la nota (1) impressa nella pag. 6, che incomincia Voltaire negò questo &c.
Non era al fine questo dramma che una traduzione in parte corretta, nella quale si cercava il ridicolo negli eventi immaginati con arte anzi che nel cuore umano che ne abbonda. […] Mille pregi rendono questo dramma l’ornamento più bello della comica poesia e delle scene francesi. […] Il solo Luigi XIV ne giudicò in Versailles più favorevolmente de’ suoi cortigiani, il che dimostra il buon gusto di questo monarca e la stima che faceva di Moliere. […] Alla quarta rappresentazione che se ne fece il dì 17 di febbrajo, morì in sua casa questo principe della commedia francese, essendovi stato trasportato dal teatro moribondo. […] Di quì venne quella verità di carattere che costituisce il maggior talento di questo grand’uomo, e che lo rende superiore di genio a tutti gli altri comici.
Il Signorelli domanda perdono al Signor Lampillas di questo peccato, ora che si è avveduto, che per vivere con lui in pace bisogna tessere un continuo panegirico delle Scene Spagnuole a dispetto del buon senso. […] Ma il Lampillas mi dice che questo è un pregiudizio, ed io vi rinunzio incontanente. […] E per corollario di questo pregiudizio già distrutto, mi spoglierò di un’ altra falsa opinione, che io covava in mente. […] E perchè nel tempo stesso mi trovava fornito di notizie ulteriori sul Teatro Spagnuolo, per rendere più proporzionate le membra della mia Storia, questo parimente ho aumentato quasi al pari dell’Italiano. […] E poichè conoscevano le forze dell’ingegno di Lope, a lui si rivolsero, sperando, che, incamminato questo Poeta per la diritta via, trarrebbesi dietro tutti gli altri.
Mentre Prometeo affretta coi voti la venuta di un successore di Giove, ch’egli crede di prevedere, sopravviene Mercurio a minacciarlo da parte dello stesso Giove di più atroci pene, se non palesa questo nuovo successore. […] Tutto questo rende in certo modo supportabile il gran parricidio che è per commettersi. […] Il racconto della perdita della battaglia nell’atto secondo acconciamente interrotto di quando in quando dalle querele del Coro de’ vecchi Persi, forma una delle bellezze di questo dramma. […] Di grazia in che mai essi discordano da Eschilo su questo pnnto? […] Per questo rigore usato seco Eschilo si disgustò di Atene sua patria, tanto più quanto cominciarono ad applaudirsi le tragedie del giovane Sofocle.
S. la quale portarò quanto prima se mi appresenterà l’occasione ; et con questo humilmente me gli inchino, baciandole le invitte mani, pregandoli dal Cielo ogni felicità e contento. Di Pistoia, questo dì 21 di ottobre 1589. […] E via di questo tenore. […] Non è fuor del possibile che sia preso questo carattere dal vero. […] A questo punto io richiamo l’attenzione degli eruditi sopra una strana coincidenza di nomi, fin qui, credo, non avvertita.
) se davvero figurasse in quella Compagnia più tosto questo che quel comico, e se davvero ne fosse capo lo Scala, non essendovi di ciò prove di sorta. […] ri, ho cercato col tener questa compagnia insieme che egli possa sostentarsi cavandone utile che veramente mi rincresce che resti tolto a questo povero galanthuomo che sempre è vissuto in maniera da capir per tutto. […] A. che senza far reflessione sopra cosa alcuna accomoderò il mio desiderio al suo gusto, nè penserò più a' commedianti, et lo Scala è tanto galanthuomo che egli medesimo instantemente mi ha pregato ch' io operi in questo affare in guisa che V. […] S. et la sua molta prudenza, non ho creduto veramente ch' egli habbia a voler premere tanto in questo negozio, ch' egli habbia a voler mandare spersi questi poveri huomini senza suo servizio particolare, perchè credami V. […] A questo punto cessano le notizie della vita artistica di Flaminio Scala, di colui che, se non migliorò la commedia dell’arte, la sviluppò certo, dandole nuovi e più varj atteggiamenti.
Da questo medesimo fatto possiamo eziandio rilevare che le rappresentazioni Spartane altro non fossero che burlette, o mimi; non essendovi esempio in Grecia che le donne rappresentassero in tragedie o commedie. […] Aristodemo ambasciadore al re Filippo, e Neottolemo tanto da questo principe favorito, erano poeti ed attori sommamente stimati in Atene, i quali mirabilmente influivano nelle politiche deliberazioni, e attraversarono le mire di Demostene. […] Or per moderare alquanto questo pericoloso concorso, si emanò una legge che niuno potesse sedervi, se non pagava un picciolo prezzo fisso a favore de’ fabbricatori del teatro, perchè si rimborsassero delle spese fattevi. […] Sull’incominciar della guerra di Olinto volle Apollodoro fare un decreto che questo danajo ritornasse all’uso antico; ma egli fu per questo accusato e punito con una grossa pena pecuniaria. […] Ma quell’Atene che con tale ardore correva al teatro e fuggiva gli accampamenti, che profondeva in quello tanti tesori, e negavali ai patriotici progetti di Demostene, si corruppe170, rovinò per questo appunto, divenne schiava e poi barbara.
Fu l '85 primo attore con Verardini, e il carnovale dello stesso anno con Emanuel, con cui stette oltre un biennio, e da cui passò primo attore e direttore con Casilini per un solo anno ; dopo il quale, eccotelo un triennio primo attore con Cesare Rossi, e uno con Virginia Marini, fino al 1894 ; anno in cui si associa con Libero Pilotto, per condur finalmente compagnia da solo dopo la morte di questo ; compagnia che va innanzi trionfalmente da sette anni. […] Ed è facile capire come con questo studio del personaggio non soltanto nei fatti che si svolgono, ma ben anco nelle parole con le quali si esprime, il colorito e l’efficacia della dizione sieno una conseguenza legittima dello studio complessivo e non uno studio a parte ». […] E però il pubblico che ben ricorda l’arte magistrale e novatrice dell’Emanuel, chiama questo volentieri maestro dello Zacconi, tanto più che, come accade il più spesso per ogni attor subalterno, egli, vivendo al fianco del grande artista, ne ritrasse, certo inconsapevolmente, alcune maniere e inflessioni. […] Che vuol dire mai questo circoscrivere l’arte a un tale o tal altro sacerdote ? […] Come avrebbe potuto diventar lo Zacconi scolaro dell’Emanuel, se uguale ammirazione aveva per la forza comprensiva e l’arte profonda e cosciente di questo, per gli scatti passionali del Majeroni, per la sincerità quasi dialettale di Papadopoli, pel dire intelligente e affascinante del Cappelli, per altro di altri ?
Signor Marchese, non procuri questo per l’amor d’iddio, mancano personaggi ; domandi à tutti i Comedianti, come siano impertinenti questi due : ma caro padrone, non palesi questa lettera ad’altro che al Ser. […] Chi si nascondesse sotto questo nome non sappiamo di certo. […] Il Bruni, nato nel 1580, e che pubblicò le sue Fatiche comiche del 1623 a Parigi, dice di lui nell’introduzione : A questo (Gio. […] Dal Prologo da recitarsi dalla Compagnia accademica-toscana addetta al regio teatro degl’Intrepidi di Firenze, principiando le sue recite in Livorno l’estate dell’anno 1790 (Siena, Rossi), possiam trarre molte notizie riguardanti la vita di questo attore che recitava nella Compagnia Roffi, al tempo di Francesco Bartoli, con aggiustato sentimento, conosceva l’interesse e la situazione de’scenici fatti, e con zelo si adoperava nell’esatta esecuzione del suo proprio dovere. […] Egli adunque si ritirò per alcun tempo dall’arte, e in questo prologo si finge la Dea Melpomene che venga a scuoterlo dall’ozio vile in cui placido posa, per tornarlo alle scene.
Della maniera del cantare e del recitare [3.1] La buona composizion musica per altro, avutosi riguardo all’effetto che dee produrre, non è il tutto; questo dipende in gran parte anche dal modo con che ella viene eseguita da’ cantori. […] Diceva a tal proposito assai piacevolmente il Salvini che quella recitazione che per essere intesa ha bisogno di esser letta, è simile a quelle pitture sotto le quali faceva di mestieri scrivere, questo è un cane, questo è un cavallo; e quadrerebbe a noi assai meglio che non fece ai Francesi una caricatura che fu fatta in Parigi di un’opera senza parole, come se le parole nell’opera fossero veramente un soprappiù47. […] Ma non resta, per tutto questo, che molto ancora egli non ci abbia a metter del suo. […] Allora solamente potranno essere udite anch’esse con vero diletto, e troveranno la via del cuore; e questo pure intende di dire, come avvertiva colui, il cartello dell’opera, dove è scritto «si recita per musica», e non è scritto «si canta». […] Per questo solo, lo scrittore del presente saggio avrebbe creduto tal proposizione erronea; se non che da parecchi de’ più valenti nostri maestri di musica fu assicurato ch’ella cammina a dovere.
Non empiono questo gran vuoto i soli ignorati o negletti sei dialoghi di Rosvita monaca di Gandersheim, intitolati Commedie, che appartengono al secolo X. […] Il più antico poema di questo genere ne’ secoli bassi, che fino a noi sia giunto, é, s’io non erro, una certa o tragedia, o commedia che vogliam dirla, scritta latinamente e data alla luce dal P. […] Non si sa, se questo dramma fosse mai andato in teatro, e dove.» […] Alluse a questo teatro e ad altre antichità di Murviedro il poeta Leonardo Argensola quando scrisse. […] Vedasi intorno a questo teatro la lettera VIII del tomo IV del meritamente ben accolto Viage d’España del signor D.
Non è questo un dramma da gareggiar punto colla grande e vera tragedia reale da Platone tenuta per più malagevole della stessa epopea, e fatta per ammaestrare ugualmente i principi e i privati. […] Senza qualche tratto troppo comico e malizioso ne’ caratteri di Anito, Melito e Drixa, e de’ pedanti Grafio, Como e Bertillo giornalista, sarebbe questo dramma il modello di tale specie di tragedia. […] Sedaine, Falbaire e Mercier hanno coltivato questo genere comicolugubre con singolare felicità, il primo nel Disertore, il secondo nell’Umanità, il terzo nell’Indigente, drammi interessanti, ne’ quali però il gusto non si riposa interamente. […] É ben vago questo pronome elle posto prima di nominar Sofia ad imitazione di Terenzio. […] Ad accreditar questo genere che si allontana da’ tristi eccessi del comico larmoyant, ma che per qualche tinta soverchio tetra si diparte dalla buona commedia tenera, ha contribuito ancora il Voltaire con due buone favole malgrado di alcun difetto, cioè col Figliuol Prodigo rappresentato nel 1736, e col Caffè ovvero la Scozzese.
ma a darme licenza che piccone non stia alla porta poi che questo carneuaile ma sasinato e se bufetto non parla e flaminio perche afato camerata con loro, ma questo non lo dico per la camerata, ma perche son stato a robato et de laltri compagni sono del mio umore pero scrino la mia uolunta el dotore non parla perche a meso el pitore in compagnia bufeto non parla per la camerata e perche uole il bologna suo compare il Cap.° non dice niente per amor di Girolomo suo seruo non ce altro che me otanio et pantalone che se lamentano poi che non siamo ariuati mai alla prima sera et tante e tante sere ni è stato magior popolo et paga alterata Consideri Vostra Altezza el tutto oltre che so da bona mano che e un ladro et molti compagni dicono che Vostra Altezza Ser.
Importa saperlo convertire in proprio sangue e sostanza, ed è questo uno de’ rari pregi del Metastasio. […] ed è questo Il sembiante di Sesto? […] Dal di lei seno senza contrasto sono usciti i più celebri maestri di questo secolo. […] Uomo volgare, non profanar questo nome sublime; e che t’importerebbe il conoscerlo? […] Non debbo lasciar di avvertire che la Serva Padrona colla musica di questo insigne maestro servì di scuola a’ Francesi in questo genere.
Spagnuolo La ricchezza del teatro spagnuolo riceve in questo secolo un aumento prodigioso. […] Egli é questo perché, questo spirito elettrico che sfugge al tatto grossolano di certi freddi censori di Calderòn e degli scrittori di componimenti regolatissimi e noiosissimi che muoiono appena nati. […] Tutto questo manca alla copia che ne abbozzò Molière. Son compatibili i forestieri che hanno avanzato, non aver gli spagnuoli conosciuta la tragedia; poiché in tante migliaia di componimenti teatrali, oltre alle pochissime già mentovate del secolo precedente, appena sette od otto, e pure sregolate, se ne trovano in questo. […] In quello intitolato gli Ordini Militari Cristo viene a domandar la croce al mondo, e questo personaggio per concedergliela richiede il parere di Mosé, Giobbe, Davide, e Geremia; questi consiglieri affermano che la merita per lo quarto del padre, e ’l mondo dà la croce a Cristo, confessando che non l’ha finora concessa a veruno se non per onore.
Ma questa filososia, questo spirito giusto, accurato, esatto, basta a produrre grandi opere d’ingegno nella poesia, nell’eloquenza, nella pittura, nella musica? Al contrario, ov’esso riempia tutta l’estensione della mente per modo, che paga unicamente del metodo e dell’analisi, nulla si curi d’arricchir la fantasia e fomentar il fuoco poetico che si nutrisce d’immagini, questo spirito compassato serve per agghiacciar l’entusiasmo, snervar le passioni, e irrigidire il gusto. […] Di cambiar con pravo consiglio il sistema dell’opera italiana per quello della francese, mentre che i francesi alquanto spregiudicati si studiano d’imitar la nostra; di maniera che noi siamo in procinto di cader nelle miracolose stravaganze del teatro lirico francese, ed essi in caso di cagionare in questo una crisi favorevole, e convertir l’opera loro in tragedia confinata all’imitazione della natura, com’é la nostra. […] Io aspetto e invito un qualche altero ed elevato ingegno che imitando nobilmente, e non da servo, il nostro gran poeta imperiale, e migliorando, ove ne bisogni, il giudizioso sistema dell’opera italiana, dissipi questo nembo apportatore di manifesta decadenza. […] Si vede bene, che nel teatro di questo mondo gli attori al volger degli anni mutan faccia, lingua, e paese; ma la scena é sempre l’istessa, l’istesse passioni, gli stessi moti, quasi niuu divario.
Non, per rispetto al chiarissimo autore, non, per compiere le speranze dell’attore che l’offre ; infine, non, per onore di questo…. sì lo ripeto, di questo si colto ed iutelligente Pubblico Lucchese.
perchè ho ancora desio d’aver figliuoli ; e se io facessi tal risoluzione, mi piacerebbe questo bisciolone. […] 5ª sera Ascoltatemi, figlia, in cortesia ; ora vi parlo con materno affetto, già siete dello sposo e non più mia, e questo è ciò che mi trafigge il petto.
Tornò scritturato il ’78-’79 con Ciotti e Belli-Blanes, e l’80-’81 con Adelaide Ristori, per tornare poi al capocomicato che tenne sino al momento del suo contratto per l’America in Compagnia Cerruti e Lotti, durato dalla primavera del ’96 al novembre del’97.A questo punto cessan le note artistiche di Adolfo Drago, tornato ora alla città natale, sicuro di trovar nel seno della vecchia madre un conforto alle delusioni avute in quell’arte alla quale con ardore di amante aveva dato la mente ed il cuore. […] Fu una scena meravigliosa a cui il pubblico assistette stupefatto e quasi non credendo ai propri occhi, dinanzi a quei due uomini trasfigurati in quella stupenda manifestazione d’arte ; e quando la tela cadendo ruppe l’incanto, un applauso entusiastico, incessante li salutò, confermando all’uno la fama gloriosa, battezzando solennemente l’altro come grande e vero artista ; e questo giudizio resterà.
Un curioso prologo è questo, composto, al dire di esso Bartoli, in occasione di dover recitare a Bologna nel carnevale del 1611…. e che qui io pubblico intero, assieme alla riproduzione del frontespizio, per dare una idea ben chiara di questa variazione (sudiciotta, se vogliamo) della maschera del Dottore, di cui, per quanto io mi sappia, non è traccia fuorchè nel nostro Aniello. […] Fama volat ; la quale non sa spifferare dalla sua sonora sampogna altro che le lodi di questo Dottore, Plusquamdottore, Archimandritta di tutti i Dottori. […] Quand’io sentii questo, mi venne voglia di piantargli in mano vn tu hai ragione tanto lungo, se non che Marte imbizarrito senza esser chiamato si fece innanzi, e disse : Potta di Giuda, ch’io non vo bestemmiare ; è possibile, che voi siate tanto sfacciata canaglia, che mi vogliate leuar la gloria delle mie fatiche ? […] Voleuano tutti quanti replicare, e mandar la cosa in infinito : anzi Saturno haueua già preso in mano la sua falce fenaja, Gioue vn buon tizzon di fuoco, Apollo la piua, Marte un’archibugetto a ruota, Venere s’era messa a parata, Minerua haueua scoperta la sua rotella, e Mercurio s’era armato del baculo ordinario ; quando questo petto informato in facto, e resoluto in jure, impostogli il debito silentio, così pronuntiò. […] E con questo vi lascio.
Io discordo da questo erudito spagnuolo. […] a questo punto ella ingannava se stessa! […] E contro questo eccesso non si espone utilmente l’infelice fine di Zaira? […] Tra’ medesimi Francesi fu egli forse il primo a calcar questo sentiero? […] In questo punto (dice Bianca)?
Ben quaranta fiate al popol denso sua recitata favola non spiacque : parte n’ebbe suo merto, io parte, e parte v’ebbe una sua già favorita attrice, che colle finte lagrime le vere sapea svegliar di chi l’udìa ne’ lumi : ma nè per questo il saziò sua lode. […] Che poi seguitasse la Compagnia di quei comici in questo senso, cioè che intervenisse in varie città d’Italia alle recite della sua Merope, è cosa assai nota, e della quale ho in mano le testimonianze e le prove. […] Bramerei bene di rappresentarne una con l’assistenza di questo gran Comico, per sentire dal suo giudizio, se trovasse la nostra maniera plausibile, e per disingannarci infine se i Comici Italiani senza declamare possino recitar tragedie. […] Concludo il mio discorso coll’assicurarla, che se la Truppa Francese, ed ogni altro Comico di qualunque Nazione si sia, vorrà farsi un esemplare di questo grand’uomo, e cercar d’imitarlo, arriverà a quel segno, ove al giorno d’oggi alcuno Attore è ancor giunto.
[1.27ED] — Or via, in grazia del tuo ragionare — io replicai — mi vo’ far questo sforzo di non crederti per ora impostore. […] [4.61ED] Di questo sillogismo negherai tu la minore e io te la provo. […] I valenti scrittori abbondano in questo secolo. Dunque dagli scrittori in verso di questo secolo si dee ricever la regola in avvenire. […] [5.214ED] E pure si dovran per questo chiudere tutti i teatri che a simili rappresentazioni son destinati?
Mori questo poeta trafitto da un colpo di freccia, siccome appare da versi di Ovidio in Ibin, Utque cothurnatum periisse Locophrona narrant, Haereat in fibris missa sagitta tuisa. […] Nuova rinomanza ha questo poeta acquistata a’ giorni nostri per l’elegante versione fatta delle sue poesie dal chiarissimo Giuseppe Maria Pagnini Escarmelitano che oggi ha ripigliato l’antico nome di Luc’Antonio e presiede al l’Accademia Imperiale in Pisa. […] Altrove ne cita un verso, il cui senso è questo; bisogna che la fortuna sia ajutata del l’industria, e che l’industria venga pur dalla fortuna ajutata .
Oh quanti che grandeggiano autorevolmente sulla scena del mondo, potrebbero invidiare il senno e il cuore di questo attore brillante, di questo Commediarolo, come si chiamava modestamente da sè, quando sentiva gli applausi degli amici rapiti dalla sua parola colta e vivace. Ma il dolore che ha colpito tutti, senza eccezione, i migliori artisti e scrittori d’Italia all’annunzio della tua morte, è il più grande elogio su questo feretro.
Tale é la Celestina, uscita ne’ principi di questo secolo, incominciata da Rodrigo de Cota e terminata da Fernando de Roxas, che nell’impressione di Siviglia del 1539 porta il titolo di tragicommedia. […] Paolo Giovio, minuto biografo di questo Pontefice, che tante particolarità ci riferisce degli Spettacoli da lui fatti rappresentar in Roma, non parla punto di commedie spagnuole ivi rappresentate. […] Ma le parole del Prologo di Cervantes hanno tutta l’aria d’ingenuità che manca alla dissertazione, e distruggono sì manifestamente le congetture del Nasarre, ch’io giudico che mai questo letterato non credé da senno egli stesso quel che si sforzava di persuadere agli altri. […] Nell’inondazione di tanti scrittori drammatici di questo tempo ne troviamo quattro, i quali scrissero undici tragedie, Fernan Perez de Oliva, Geronimo Bermudez, Giovanni de la Cueva, Leonardo de Argensola. […] Ad onta di tal’incertezza l’erudito Montiano nel secondo suo discorso sopra le tragedie vorrebbe con questo Tanco contrastare agl’italiani l’anteriorità della tragedia, dicendo che la di lui «gioventù poteva essere intorno al 1502» (epoca, com’ei crede, della prima tragedia degl’italiani), «perché non vi é specie che ripugni all’esser nato Vasco nel 1500», e in questo malfondato raziocinio fu seguito dal Compilator del Parnasso Spagnuolo.
Di fatti che cosa è mai questo mio povero presente agli occhi dell’Autor preclaro del poema de i Doveri dell’Uomo, delle auree traduzioni de’ Greci Bucolici e di Anacreonte, e delle Pescagioni? […] E che diverrà poi, se si consideri che questo Personaggio illustre congiugne all’amor sommo di ogni profonda dottrina, alla celebritá delle sue opere, la nobiltà più distinta ne’ fasti della Sicilia?
Sotto questo nome si nasconde Francesco de’Nobili lucchese, cancelliere del signor Fracasso di Sanseverino, e il più grande tra’ recitatori di commedie classiche nella prima metà del xvi secolo. […] A questo punto si arrestan le notizie di recitazioni a Venezia in cui prese parte il Cherea ; ma sappiam poi dal diarista Sanudo che il Cherea, stretta amicizia con l’oratore ungaro, di passaggio a Venezia, aveva lasciato la città, nella quale aveva raccolto tanta messe di lodi, per recarsi in Ungheria, dov’era nel 1532, non sappiam bene se per ispasso, o ad esercitar l’arte sua.
r Principe conclude esser servito da questo personaggio, mandi subito una lettera per l’ Ill. […] Il ’97 egli non si chiama più arlecchino ma Truffaldino, e il Giornale dei teatri di Venezia dice di lui : Se al merito singolare di questo insigne attore accoppiate si fossero alcune felici combinazioni teatrali, egli solo sarebbe bastato per far riempiere ogni sera dai più intelligenti dell’arte, non che dal popolo, il vasto teatro in cui recitava.
Bartoli col dato di una intera quartina non si sia ancora trovato questo intero sonetto, mi pare un po'strano : e oserei supporre esser opera inedita dello stesso buon concittadino Garzoni. […] Ma chi si nascondeva sotto questo nome di Lidia ?
Essendo in età di anni trenta calato questo gran principe in Italia nel 773, sfornito de’ rudimenti gramaticali della latina lingua, conobbe in Pavia il diacono Pietro da Pisa ed esser volle suo discepolo. […] In simil guisa pervenne questo sovrano ad inspirar ne’ suoi sudditi l’amore delle scienze3. […] Ma questo barlume passeggiero sparso per le provincie oltramontane sparì sotto i successori dell’uno e dell’altro principe, e si ricadde nell’oscurità primiera. […] Ed ecco che intorno a questo tempo cominciarono i talenti a mettersi in movimento, e fiorirono in copia i versificatori volgari Provenzali, Piccardi, Siciliani e Toscani. […] Bettinelli, se questo scrittore ha ciò affermato dell’Italia.
È questo il terzo fatto osservato in tutti i teatri. […] Ma questo freno che apparentemente avrebbe dovuto inceppare l’attività degl’ ingegni, in tutti i teatri che conosciamo bene, ha prodotto avventurosamente un effetto assai diverso. […] Ed è questo il quarto fatto da notarsi, che noi troveremo avverato in tutti i teatri Europei, e dall’analogia delle idee ci sentiamo inclinati a conchiudere, che troveremmo eziandio ne’ teatri orientali e in quello del Perù, se gli storici e i viaggiatori, da’ quali soltanto noi possiamo instruirci sulla legislazione e la poesia di tali regioni, si fossero avvisati di riguardarli nel punto di vista che quì presentiamo. […] E perchè poi la delicatezza delle arti viene colle filosofie, questo genere di poesia non tocca l’eccellenza se non quando la nazione giunta sia ad uno stato florido, e quando i vizj dell’uomo colto e del lusso, i quali sono sì complicati, e sì bene nascondono sotto ingannevoli apparenze la propria enormità o ridicolezza, apprestano al poeta drammatico una materia moltiforme e delicata, che sfugge al tatto che non è molto fine.
Ma farei peccato veramente se osassi defraudare i lettori di questo gioiello di lettera ch'ella mi scrisse or son pochi mesi, la quale rispecchia tutta la benignità della sua natura, e con essa tutta la geniale semplicità dell’arte sua : Nata…. nel '52…. brrrr ! […] Da questo matrimonio nacquero due maschi, Vincenzo e Leopoldo, e una femmina, Teresa, che stette sempre a Venezia. « Sembrava – dise nell’Avocato Venezian – che i gavese serà bottega…. » co' rispetto parlando : Signor no ! Dopo dodici anni nacque questo po' po' di personaggio (La storia non dice se vi fu luminaria !). […] (però ero simpatica, e questo ve lo dico io !).
Vedasene questo squarcio piacevole. […] La singolarità de’ cori è anche notabile in questo dramma. […] Intorno a questo periodo uscirono alla luce delle stampe tre buone tragedie latine del gesuita Bernardino Stefonio, il Crispo, la Flavia, la Santa Sinforosa. […] Tutti gli eruditi che hanno gusto tengono per buone le tragedie di questo porporato. […] L’errore di questo tenero amico aumenta il patetico dell’estremo congedo che prende da lui Corradino.
Alzate il viso a questo che vi bacia. […] L’altra cosa che non seppe veder questo critico francese, è che i costumi del l’età in cui s’immagina che abbia dominato nella Gozia questo Torrismondo, riescono pe’ moderni più verisimili di quelli degli antichi. […] forse Calcante Vi esorta questo, e vi minaccia questo? […] A questo modo Si governano i regni? […] E pure anche questo volle avanzare nel secolo XVIII l’avvocato Mattei ornamento del paese ammaestrato da Pitagora.
a questo punto ella ingannava se stessa! […] Dupuis ha tradotto il teatro di questo Greco, e M. […] Tra’ medesimi Francesi fu egli forse il primo ad aprire questo sentiero? […] E’ questo il bell’ esempio da proporsi a’ nazionali per tirar tragedie dalla storia patria? […] Sia questo un fatto tres-vrai, come dice il Belloy.
Figlio forse del precedente, fu caratterista di buon nome nella prima metà di questo secolo.
Nessuna notizia, per quante ricerche fatte, mi fu dato di avere su questo comico, tranne la lettera che riproduco, alcun po’ ridotta.
Ma questo punto dell’azione vien raffreddato dalle pedanterie del poeta. […] Nell’atto III scorso questo tempo un’ ora dopo è costretta a dargli la mano. […] Egli è questo perchè, questo spirito elettrico che sfugge al tatto grossolano di certi freddi censori di Calderòn. […] Tutto questo si desidera nella copia che ne abbozzò Moliere. […] La donna altera vinta da questo artificio è costretta a palesarsi col pianto.
Si vuol dunque in prima apporre in fine del capo I alla pagina 31 di questo tomo, dopo le parole curiosamente si rintracciano, la seguente nota: (1) Con singolar nostro compiacimento vediamo che il chiar. cavalier Tiraboschi nelle sue addizioni al tomo IV pag. 343 siasi mostrato egli stesso propenso a reputar drammatiche ed animate con parole le rappresentazioni del secolo XIII della Compagnia del Gonfalone, ed altre simili. […] Correggasi la nota (1) della pagina 5 in questa guisa: (1) Di questo puttino Etrusco trovato nell’agro Tarquiniense ed illustrato dall’ Ab.
Bassi si degnò di farmi prender parte a questo appetitosto banchetto, e glie ne fui tenuto di cuore. […] Non certo alcuno menzionato nel dizionarietto del Bartoli, poichè Domenico era già morto nella primavera del 1774, cioè quindici anni prima dell’incontro di questo col Casanova ad Ausburgo : non la Marianna morta a venti anni.
Si nasconde sotto questo nome Antonio da Molino, veneziano, attore assai pregiato non che pregiato scrittore, amico intrinseco di Andrea Calmo, il quale gli scrive la tredicesima lettera del primo libro, interessantissima per la storia del costume, coll’indirizzo : « al mio conzontao in openion, M. […] Il detto Capaccio inviò a questo Lucio la sua commedia, perchè colla sua compagnia la recitasse, come si ricava da una lettera dello stesso Capaccio posta nel Libro I del suo Segretario.
ma Altezza Non Auendo potuto Auer l’onore di seruire l’Altezza Vostra Serenissima questo Carnouale per eser io impegnato in Ferrara à Benche il male sia deriuato dà chi poteua impegnarmi Auanti di Ferrara Auendone io fatto là Ricerca ; Tutta Via esendo io disochupato quest’Autunno, se mai l’A. […] V. questo solo mi Basta, per Ottenermi Licenza è Teatro, ma quello del S.
E perchè il Signorelli, consultando il Saggio della Poesia Arabica, e la Biblioteca Arabico-Ispana dell’erudito Signore Casiri, affermò che questo Bibliografo diceva nettamente che gli Arabi non conobbero gli spettacoli teatrali, l’Apologista intoppò in quel nettamente. […] Appunto per questo (vi rifletta bene l’Apologista) essi neglessero gli spettacoli scenici, perchè pieni erano e paghi di tante loro invenzioni festive, che rendevangli sicuri coll’esperienza di piacere alle Donne. […] Molti componimenti Greci e Latini sono periti: ma tanti ne sono rimasti da provarci il loro studio in questo genere.
Così : la tale attrice, che è un gran temperamento artistico, 'sta sera è stata fredda, perchè non ne aveva voglia ; ier sera fu arruffata, perchè era nervosa, e via di questo passo ; e beati coloro cui tocca ventura di assistere a una di quelle rappresentazioni, il cui temperamento artistico si esplichi in tutta la sua pienezza. […] Così, e assai bene, il mio Ugo De Amicis comincia uno studio sull’ arte della Reiter nell’interpretazione della prima : Credo che se Sardou fosse un autore italiano il pubblico direbbe ch'egli ha scritto la Madame Sans-Gêne per la signora Reiter, ch'egli ha svolto così largamente il carattere di Caterina perchè l’illustre attrice, presentandosi nei diversi aspetti di questo personaggio storico, potesse in una sola parte spiegare tutte le sue doti ; e credo che chiunque avesse letta la commedia prima di vederla rappresentata e avesse voluto distribuire idealmente i ruoli, avrebbe scritto a fianco del nome della protagonista : Virginia Reiter. […] Con questo corredo di preparazione ho ripreso, per poco, lo studio dei versi e poi le prove lentamente, tentando di dar vita a quella figura che sapevo e che…. il pubblico solo ora può dire in quanta parte di vero abbia reso.
Egli nacque da questo mostro nel 1698, e morì in prigione nel 1743. […] 257 Le commedie di questo buono scrittore non mancano di delicatezza e di spirito. […] Il censore non ricordossi, che il monaco Gonsalvo di Berceo, di cui esistono tante poesie sacre, avea usato questo verso in Ispagna fin dal secolo XIII; che il re D. […] La commedia si trova pressoché interamente negletta in questo secolo. […] Veggasi l’Année littéraire 1772 n° 9, ed ivi troverassi una picciola analisi di questo dramma, nel fine della quale M.
A questo li risposi che non ho mai creduto che a Firenze comandasse che il Granduca e non lui. […] Carlieri le 20 mila doppie di Spagna per il suo figlio, il quale partì sabato per il Cocchio d’Arqua, e benchè la Serenissima Granduchessa si fussi fatto dare 60 scudi che mi fece mandare acciò glie li dessi, come segui, questo gli ha spesi per accomodare i suoi affari e per vivere 20 giorni fuori di casa di suo padre, si che anco a questo è bisognato farli dare 20 doppie che mi ha promesso, subito arrivato a Firenze, in casa di sua madre non avesse sborsato la detta somma a Carlieri, di rimetterla, non vorrei fosse di già seguito. […] Tuto questo non è stato risposto che in ordine a i consigli del mio confesore e avrei uno eterno rimorso se non l’avesse fatto. […] Dio perdoni a chi per sordido interesse mi a dato questo disgusto, e mi a reso a l’idea di V. […] Scaramuccia, di notte, in abito di cappuccino, dava a più riprese la scalata alla finestra di una donna ; e ogni qual volta ei ripeteva il giuoco, soleva dire : « questo per mortificar la carne.
) per questo artista, che dipinse pel teatro di Varsavia una scena di camera.
S’è conseguito questo fine ultimo? […] E se di questo solo piacere si parla, e di questo si contentano, e per questo solo vanno al teatro, appigliai eglino pure alle decisioni del volgo, che io non m’oppongo. […] A cinque proposizioni può ridursi quanto egli dice intorno a questo argomento. […] «La sola musica degna di questo nome è quella di ballo». […] Come accoppiar dunque questo romore cupo e spropositato colla pieghevolezza e colle dilicatezze del nostro canto?
L’elevazione, la grandezza, la forza formano il carattere dello stile di questo tragico. […] Ora tutto questo c’induce a rifiutare la correzione dell’erudito Ab. […] Ognuno vede quanto sale contenga questo comico artificio. […] E qual grazia avrebbe prodotto questo inutile raddoppiamento? […] Veggasi questo passo nella versione del Fortiguerra.
Germano, commedia spagnuola di Zavara e Zamora da lui tradotta, egli dice : « Questa commedia ha sortito un esito felicissimo ; e fu appunto questo esito che indusse un vivace talento a carpirla a memoria, e darla contemporaneamente ad altra Compagnia, per il che fui da una incauta violenza di temperamento, che arrossendo condanno, trasportato a…. un denso velo sopra il passato. […] » E dopo avere esaminata e magnificata l’opera, trascrivendone un brano, riportato poi a sua volta dal Bartoli stesso nelle sue Notizie de’ Comici italiani, conclude : « noi non possiamo se non consigliar questo giovane autore a proseguire la carriera dello scrivere, in cui può avanzarsi cotanto per avventura, quanto non ha fra Comici italiani e difficilmente può avere chi lo superi nel sostenere le Parti più ardue ed interessanti, e nel produrre quell’ illusione impegnante ch’è la sola prova della perfezione. » Ecco l’elenco su citato : SIGNORE SIGNORI Anna Andolf ati Pietro Andolfati Gaetana Andolfati Luigi Delbono Antonia Andolfati Giovanni Delbono Maddalena Nencini Gaetano Michelangeli Rosa Foggi, da Serva Giovanni Ceccherini Lorenzo Pani Giulio Baroni Filippo Nencini, caratterista MASCHERE Bartolommeo Andolfati, Pantalone Giorgio Frilli, Dottore Gaspare Mattaliani, Arlecchino, e subalterni A questo elenco, ne farò succedere uno del 1820, il quale mostra chiaramente il progredire che fece l’arte nel non lungo periodo di circa trent’ anni : DONNE UOMINI Andolfati Natalina Andolfatti Pietro Garofoli Giuseppa Andolfatti Giovanni Pollina Margherita Garofoli Luigi Cappelletti Laura Cavicchi Giovanni Cavicchi Carlotta Carraro, Giovanni Bonsembiante Bianca Bonuzzi, Francesco Maldotti Adelaide Bonsembiante Giovanni Maldotti Marietta Maldotti Ermenegildo Lensi Anna Cappelletti Gaetano Astolfi Marianna Astolfi Giuseppe Coccetti Antonio Maldotti Eugenio Andolfatti Luigi Nastri Leopoldo Astolfi Tommaso, suggeritore Tommaselli Luigi, macchinista La Compagnia recitava a Bologna all’Arena del Sole, di giorno, e al Teatro del Corso, di sera ; e aveva cibo conveniente ai due palati. […] Oh, almen, calma porgesse al cuore afflitto Di riederne la speme a questo lido, Come lieta rivola al caro nido La Rondinella dall’antico Egitto !
Ed era forse una specie di mimo il componimento di questo Paolo intitolato Delirus mentovato nella lettera XI che è in prosa: Ergo nisi Delirus tuus in re tenui non tenuiter elaboratus, opuscula mea, quae promi studueras, retardasset etc. […] Presso Roberto Stefano si ha la commedia pubblicata in Parigi nel 1564 da Pietro Daniele con questo titolo: Querolus antiqua comoedia nunquam antehac edita, quae in vetusto codice ms Plauti Aulularia inscribitur, nunc primum a Petro Daniele Aurelio luce donata et notis illustrata. […] Si pretende anche trasportare a questo medesimo secolo un informe abbozzo di dramma latino intitolato Ludus Pascalis de adventu et interitu Antichristi, composto e forse rappresentato nella Germania, nel quale intervengono il Papa, l’Imperadore, i Sovrani di Francia, della Grecia, di Babilonia, l’Anticristo, L’Eresia, L’Ipocrisia, la Sinagoga, il Gentilesimo. […] I valorosi compilatori del Giornale de’ Letterati stampato in Pisa nel secolo XVIII ci fecero sapere nel volume pubblicato nel 1779, che questo Delirus vien chiamato commedia da m. […] A noi non è riuscito di vedere questo trattato per accertarcene su i frammenti istorici che l’autore ne avrà addotti.
Francesco Bartoli dedica una mezza pagina di lodi a questo comico, per aver potuto, dopo uno studio indefesso, accurato e minuzioso, sostituire Agostino Fiorilli nella maschera del Tartaglia, quando questi si tolse dalla Compagnia d’ Antonio Sacco per recarsi in quella di Maddalena Battaglia, riproducendone fedelmente i soggetti ed i lazzi.
Gandini (I, 94-95) è citato questo Riva detto Nalini, conduttore di una compagnia che recitò a quel vecchio teatro comunale i carnevali del 1717 e 1718.
Sotto questo nome sosteneva le parti di Graziano un M.
Ch’ei faccia questo, ed è suo amico Cato. […] Lascia i libri, rinunzia alla filosofia, studia gli uomini; questo solo studio ti basterà. […] Mira questo tesoro. […] Ma la più celebre in questo genere è quella del sig. […] Si concorre a questo spettacolo senza trasporto.
Chi si nascondesse il 1496 sotto questo nome di maschera non si sa.
Vedi a questo proposito Tabarin Giovanni, dal quale ebbe la Polonia un figliuolo a Parigi il 25 settembre del 1572.
Atene che trovavasi in sì alto punto di prosperità, e per conseguenza, di moral corruzione, mirò senza orrore il fiele che sgorgava da questo fonte, si compiacque della sporcizia che vi regnava, vedendovi il ritratto fedele de’ suoi costumi, e applaudì a quella malignità che mortificava i potenti che abborriva, e i virtuosi che la facevano arrossire. […] Plutarco, Eliano, e la maggior parte degli antichi, si vendicarono col disprezzo di questo venale persecutor di Socrate; e ’l padre Rapin ed altri moderni si sono appigliati al lor parere. […] Niuna cosa prova più pienamente ciò che abbiamo di sopra ragionato ne’ fatti generali della scenica poesia, quanto questo novello rigore, che incatenò i poeti. […] Rimase al coro il pensiero d’intrecciar parole cantando; e in questo la poesia, per accomodarsi al canto, era più lirica, e la rappresentazione, per servire al Ballo, era men naturale. […] Piacque molto al popolo d’Atene il personaggio di Anfiteo introdotto in questa commedia, perché gli sembrava essere insultato dall’alterigia di questo magisrato del Pritaneo, che quantunque povero fosse parlava spesso della sua genealogia, e vantavasi di essere disceso del sangue degli Dei.
Vedasene questo squarcio piacevole. […] La singolarità de’ cori è anche notabile in questo dramma. […] Sventuratamente però questo caro suo Selino si nasconde appunto in Mustafà da lei abborrito; per la qual cosa ella disperata si avvelena. […] Tutti gli eruditi che hanno gusto, tengono per buone le tragedie di questo porporato. […] L’errore di questo tenero amico aumenta il patetico dell’estremo congedo che prende da lui Corradino.
Il suo divisamento divenne utilissimo alla gloria della Francia, poiché con questo mezzo si vide il parnaso nazionale arricchito di tante produzioni eccellenti quanti sono i pezzi drammatico-lirici ch’egli compose. […] I lettori che amano di farne i confronti tanto giovevoli agli avanzamenti del gusto mi sapranno forse buon grado ch’io esibisca loro un qualche saggio dello stile di questo poeta pressoché sconosciuto in Italia. […] Lo Stampiglia merita bensì qualche distinzione non già per questo, ma per essere stato uno de’ primi a purgar il melodramma della mescolanza ridicola di serio e di buffonesco, degli avvenimenti intrigatissimi e del sazievole apparato di macchine. […] Al tuo bel sen farei Scudo di questo Core: E a costo di mia vita La tua difenderei, Mio dolce amore.» […] «Guarda pur: o quello o questo È tua prole, e sangue mio.
Sileno vecchio si trattiene seco stesso delle giovanili sue imprese e de’ travagli che stà soffrendo in vecchiaja, per aver voluto per affetto verso Bacco seguir le tracce de’ pirati Tirreni, i quali favoriti da Giunone aveano rapito questo nume a se caro. […] Morde questo licoro (dice Ulisse) ? […] Per me solo pasce questa greggia immensa; per me si scanna, per questo ventre, e non già per alcuni di questi tuoi Numi. […] Un altro elegante scrittore d’ilarodie fu Simo Magnesio, del quale favella Aristotile presso Ateneo, e da questo Simo gli attori ilarodi chiamaronsi altresì Simiodi. Coltivò parimente questo genere Scira nativo di Taranto, di cui Ateneo stesso dice che fu uno de’ poeti Italici, e si sa che Italiche si dissero ancora le favole del di lui compatriotta Rintone.
Sileno vecchio si trattiene seco stesso delle giovanili sue imprese e de’ travagli che sta soffrendo in vecchiaja, per aver voluto per affetto verso Bacco seguir le tracce de’ pirati Tirreni, i quali favoriti da Giunone aveano rapito questo nume a lui caro. […] Morde questo licore? […] Descrive poi la propria felicità e le ricchezze pastorali di cui abbonda: Per me solo pasce questa greggia immensa; per me si scanna, per questo ventre per questa gola, e non già per alcuno di questi tuoi numi. […] Un altro elegante scrittore d’ilarodie fu Simo Magnesio, del quale favella Aristocle presso Ateneo, e da questo Simo gli attori ilarodi chiamaronsi ancora simiodi. Coltivò parimente questo genere Scira nativo di Taranto, di cui Ateneo stesso dice che fu uno de’ poeti Italici, e si sa che Italiche si dissero ancora le favole del di lui compatriotto Rintone.
A questo punto comincia la vita artistica propriamente detta del Colomberti. […] E questo aggettivo concorderebbe col nomignolo che gli venne da’fratelli d’ arte di Re Pausania.
Poi, anche questo mancò col cader della stagione teatrale, e fu allora un travagliarsi, un assoggettarsi a fatiche nuove, ad occupazioni penose e di tenue guadagno. […] Il direttore della Filodrammatica del Teatro Nazionale, Alessandro Emanuel, ammirato dai pregi della bionda attrice, la scritturava per le recite del carnevale ; e in questo periodo di tempo incominciano i suoi primi trionfi.
A detta de' contemporanei nessuno toccò nel Colombi la perfezione di lui, e quanto al Goldoni egli scriveva a Francesco Righetti il 18 agosto' 54 da Venezia : Qui la mia Compagnia piace immensamente, qualunque altra in vece della mia non farebbe le spese serali, tanti sono i passatempi gratis, che offre in questo mese Venezia ; pure ò 116 abbonati e nove palchi a stagione. […] Tornava scritturato pel '56, attore e direttore, con Astolfi, e nella lettera al Righetti dianzi accennata, scriveva : « non voglio più dolori di testa, nei più begli anni della mia carriera : questo è il momento di farmi pagar bene, ed infatti me ne sono prevalso : se Astolfi mi ha voluto pel '56, ha dovuto darmi lire settemila, e cinque mezze serate. » Ma l’ Astolfi morì, e il Pieri fu d’ allora in poi capocomico fino alla morte (a Genova, il 3 marzo 1866), e per di più senza dolori di testa.
Nè la coltura, e si potrebbe dir la grammatica, era il suo forte, come può vedersi da questo bigliettino ch'ella mandava il '37 al sig. […] S. dispensato in foglio volante al Cocomero di Firenze la sera del suo benefizio 20 febbrajo 1851 : De' tuoi grand’ occhi nell’ alta pupilla, rapito al Cielo e di sè stesso altero, è un lume dentro cui puro sfavilla il redento da te Genio del vero : quindi affetti non ha, non ha parola questo misero sogno della vita, che non prenda alla tua perfetta scuola bellezza insuperabile, infinita.
Ognuno vede quanto sale contenga questo comico artificio. […] E qual grazia avvebbe prodotto questo inutile raddoppiamento? […] , e termini con questo, Puer, heus, nemon’ huc prodit? […] In questo punto. […] Da chi preso abbia questo vestimento?
Il credito di lui pareggiò quello di Shakespear; e gl’Inglesi vollero in questo ravvisare un Cornelio per la sublimità, ed in Otwai un Racine credendo di vedere in lui pari tenerezza ed eleganza, titoli , come pur dice l’abate Andres, dispensati con troppa prodigalità . […] E sebbene egli ceda di gran lunga al poeta spagnuolo per fecondità, non per questo diventa minore ne’ punti additati la loro rassomiglianza. […] Giacomo II uscendo soddisfatto dalla ripetizione di questo dramma composto sotto Carlo II, richiese di colui che l’avea scritto; ed intendendo che da sette anni si trovava in carcere per non aver modo di soddisfare i suoi creditori, spontaneamente ordinò che si liberasse, se ne pagassero i debiti, e si provvedesse con una pensione alla di lui sussistenza. […] Ma vediamo in quale stato questo gran comico trovò in Francia la commedia, ed in quale la tragedia il maggior Cornelio.
Il di lui credito pareggiò quello di Shakespear; e gl’ Inglesi vollero in questo ravvisare un Cornelio per la sublimità, ed in Otwai un Racine credendo di vedere in lui pari tenerezza ed eleganza, titoli, come ben dice l’ab. […] E sebbene egli ceda di gran lunga al poeta spagnuolo per fecondità, non per questo diventa minore ne’ punti additati la loro rassomiglianza. […] Giacomo II uscendo soddisfatto della ripetizione di questo dramma composto sotto Carlo II, richiese di colui che l’avea scritto; ed intendendo che da sette anni si trovava in carcere per non aver modo di soddisfare i suoi creditori, spontaneamente ordinò che si liberasse, se ne pagassero i debiti, e si provvedesse con una pensione alla di lui sussistenza. […] Noi ci accingiamo nel seguente libro a divisare in quale stato questo gran comico trovasse in Francia la commedia, ed in quale la tragedia il maggior Cornelio.
E qui aggiunge con molti particolari che il lettore vedrà trascritti al nome di Pietro Cotta, come essendosi questo imbattuto nel Calderoni, a lui si unisse in società, e con lui rialzasse a poco a poco il teatro, espurgandolo da tutto ciò che vi era allora di equivoco, di osceno, di immorale. […] mo Dalla compitissima Sua sento le glorie fracesi, che già comincio a vedere che la fortuna, a cura ma questo poco m’importa, sono gl’otto scudi delle botte che mi danno fastidio, La pregho andare dal Signor Giuseppe Priori, cassiero del Monte, e dirli che mi fauorisca auuisarmi per qual causa non ha pagato una mia polizza d’una doppia dicendo non auer denari de miei, e farsi dare una notarella del nostro, conto, perche mi pare che tenghi assai più nelle mani, se pure a riscosso li denari dal Ebreo Rossi al quale uendei il Vino, auendo il suddetto Signor Priori acettato di riceuer lui il mio credito e darmene credito, che in tal caso corre la somma per conto suo, che per altro, io non avrei dato il Vino, oltre di che di Conto Vecchio ui è qualche bagatella senza questi che lo pregho prenderne Nota distinta accio possa regolarmi, e ne do carico a V. […] Caro Signor Gerolimo assistetemi in questo particolare, perche al bisognio si Conoscano gli Amici, in oltre lo pregho uedere l’Ill. […] Il Nostro Signor Pantalone sara giunto in Ferrara e da lui aurà distinta relazione delle nostre facende e perchè il medesimo mi à lasciato in forse di ritornare, la pregho con destrezza ricauare il suo intento et auuisarmi, e questo suppongo saralli permesso dalla ricuperata salute che gl’auguro perfettissima quanto a me stesso.
Nato al principio di questo secolo da famiglia italiana, stabilita in Grecia, si diede all’arte dopo di aver compiuto il corso di studj a Padova diventando in breve uno dei migliori brillanti del suo tempo.
Egregio caratterista ai primi di questo secolo, era nel triennio 1810-11-12 in società con Bartolommeo Zuccato e Teresa Consoli.
Forse lo stesso Burchiella, come abbiam detto al nome di questo (V.) ?
Il nomato Epigene vien detto comico dallo stesso Suida, ma da Ateneo si citano l’Eroine e le Baccanti di questo drammatico come favole tragiche. […] Appartiene a Tespi questo frammento rapportato e tradotto da Grozio c: Vides ut alios Jupiter superet deos; Mendacium illi et risus et fastus procul: Unus deorum est dulce quem non attigit. […] Il terzo Cherilo seguì Alessandro in Asia, e fece alcuni poemi in di lui lode; ma questo principe lo stimava sì poco, che soleva dire che avrebbe voluto essere piuttosto il Tersite de’ poemi di Omero che l’Achille di quelli di Cherilo.
Ill. ma volesse scriuere, certo veriano, e si faria una Compagnia di tutto Paragone ; li do questo motivo acciò S. […] Egli si ritirò in questo tempo a Napoli, e vi si fece mercante sotto il nome di Napolioni. […] Andata lei con Romualdo Mascherpa, e andato il Boccomini con Angelo Rosa, Nardelli si ritirò a Verona, ove comprò il teatrino dell’ Accademia, e de' vigneti in Valpolesella ; non tardando poi a formare una società per un triennio con Carlo Re, proprietario dell’antico teatro di questo nome in Milano, e con un caffettiere presso San Carlo, per nome Gottardi, i quali, saputa la provata esperienza di lui, gli affidaron la direzione dell’azienda.
[9] Quantunque la introduzione del melodramma in Moscovia non s’appartenga ai tempi di cui parliamo, ho tuttavia giudicato opportuno il trattarne in questo luogo per non vedermi poi obbligato a interromper di nuovo la narrazione. […] [NdA] Di Lui si conserva fra le altre cose questo madrigale degno di greco pennello: «Amour et la Raison un jour eurent querelle, Et ce petit Oison outragea cette Belle. […] [NdA] Le tragiche avventure di questo musico si trovano in Robertson: Storia di Scozia, Libri 3 e 4. […] [NdA] Chi fosse vago di sapere la serie di drammi italiani posti in musica da questo gran maestro la troverà nel libro intitolato: A catalogue of musick containing all the vocal and Instrumental musick. […] [NdA] Dopo la cultura straniera questo costume si è cambiato alquanto.
Merita tra le reliquie di questo teatro particolare attenzione il più basso scalino della gradinata di mezzo. […] Da questo medesimo fatto possiamo eziandio rilevare che le rappresentazioni Spartane altro non fossero che burlette o mimi; non essendovi esempio in Grecia che le donne rappresentassero nelle tragedie e commedie. […] Aristodemo ambasciadore al re Filippo, e Neottolemo tanto da questo principe favorito erano poeti ed attori sommamente stimati in Atene, î quali mirabilmente influivano nelle politiche deliberazioni, e attraversarono le mire di Demostene. […] Pericle in grazia della plebe decretò che certo denaro pubblico riserbato per le occorrenze di qualche invasione straniera, si desse a’ cittadini in tempo di pace per abilitarli ad assistere agli spettacoli; ed è questo il danajo chiamato τό θεωρικὸν o sia degli spettacoli. Sul cominciar della guerra di Olinto volle Apollodoro fare un decreto che questo danajo ritornasse all’uso antico; ma egli fu per ciò accusato e punito con grossa pena pecuniaria.
Il Nolano Luigi Tansillo celebre poeta fu il primo in questo secolo a dare una specie di pastorale. […] perchè quasi di tutte si trova scritto di avervi fatta la musica questo o quell’altro maestro. […] E tutti poi avrebbero religiosamente taciuto questo secreto di stato? […] Che pianto è questo tuo? […] Ma questo Tirsi è appunto il medesimo pastorello che col nome di Credulo ella disdegna, e Amarilli è quella stessa Licori pianta per morta da Tirsi.
Essendo in età di anni trenta calato questo gran principe in Italia nel 773 sfornito de’ rudimenti gramaticali della lingua latina; conobbe in Pavia il diacono Pietro da Pisa, ed esser volle suo discepolo. […] In simil guisa pervenne questo sovrano ad inspirar ne’ suoi sudditi l’amore delle scienzea. […] Ma questo barlume passeggiero sparso per le provincie oltramontane sparì sotto i successori dell’uno e dell’altro principe, e si ricadde nell’oscurità primiera. […] Ed ecco che intorno a questo tempo cominciarono i talenti a mettersi in movimento, e fiorirono in copia i versificatori volgari Provenzali, Piccardi, Siciliani e Toscani. […] Bettinelli, se questo scrittore ha ciò affermato dell’Italia.
(È il Sand che ci dà la notizia di questo comico, op. cit.
Ma questo punto dell’azione viene dal poeta raffreddato colle pedanterie. […] Egli è questo perchè, questo spirito elettrico che sfugge al tatto grossolano di certi freddi censori di Calderòn. […] Tutto questo si desidera nella copia che ne abbozzò Moliere. […] Questo scioglimento curioso ha renduto noto questo dramma, e M. […] Si è traiasciato di tradurre questo gergo.
Il modo è questo. […] Ciò potrebbe per avventura trovar fede presso a coloro che credevano dover correre di gran pericoli in acqua chi era nato sotto il segno dell’Acquario, che prescrivevano a’ tisici il giulebbo del polmone di questo o quello animale, alle partorienti la rosa di Gerico, e tenevano simili altre illazioni per figliuole legittime dell’analogia, quando dal sillogizzare scolastico travisata era del tutto la faccia della filosofia. […] E sta in questo, che i palchetti, secondo che dalla scena camminano verso il fondo del teatro, vadano sempre salendo di qualche once l’uno sopra l’altro, e similmente vadano di qualche once sempre più sporgendo all’infuori. […] Non è questo il luogo per una così fatta decorazione. […] E per questo particolare, singolarmente mirabile è il teatro di Fano disegnato da Iacopo Torelli, il quale, dopo avere nella trascorsa età passato molti anni a’ servigi di Francia, ne volle nobilitare la patria sua.
Quel bagagliume non la riguarda ; lei sente che il momento umano, della situazione e del carattere, non deve essere alterato da impeti vanitosi che non hanno nè la ragione nè il sentimento dell’arte ; lei sente che i prontuari, le tradizioni, le pratiche di quel mondo artificiale non hanno il potente alito di vita della creatura fatta ad imagine e similitudine ; lei sente che l’applauso del pubblico, dal mormorio di approvazione al grido entusiastico, deve prorompere spontaneo, non deve essere strappato con le tenaglie arroventate del mestiere ; e per quanto non abbia dato finora delle interpretazioni complete, nel tono generale della recitazione della Tina Di Lorenzo si vede questo che è la pura bellezza dell’arte della scena ; vivere una creatura, non fare una parte con tutti gli annessi e connessi del macchinario, e si scorge nella dizione, dalla piana a quella che si eleva nel vario erompere di una passione, nel vario avvicendarsi di una situazione ; e si scorge nel modo di concludere la frase, senza finali di maniera ; e si scorge nello sprezzo, costante, tenace, di quelle note stridenti, le quali anche a volte, rarissime, innocenti, riuscirebbero all’effetto dell’applauso plateale …… Dal terzo articolo : « quello che non c’è. […] Se la Di Lorenzo intenderà questo alto e unico fine dell’arte che l’appassiona, avrà compiuta la conquista : se no, no. […] E in questo senso la bellezza di lei è anche arte – o per lo meno ha effetti di arte. […] Nè a caso abbiam detto di amore o di dolore, perchè questo veramente è il suo campo : sembra infatti che la naturale bontà e la mite dolcezza della giovane donna si ribellino quasi all’espressione di sentimenti di diversa natura. […] In questo momento Tina Di Lorenzo si trova in Russia, ammirata e festeggiata nei più forti lavori del repertorio moderno, quali : Magda, Signora dalle Camelie, Fedora, Seconda moglie, Adriana Lecouvreur, ed altri.
Passò poi con Lavaggi e Drago, e a questo si unì in matrimonio nell’ '85.
Fu ascritto a quel teatro come socio, e quando, il 1732, tutto il personale italiano fu licenziato, fu fatta eccezione per la coppia Bertoldi, per Bellotti, e per questo vecchio ottantenne, a cui fu assegnata la pensione annua di 500 fiorini, e che quivi morì nel 1747, a novantasette anni.
Il Bartoli lo incita a un più serio studio, e a un maggiore riserbo col bel sesso, potendo, per tal modo, « giungere — egli dice — ad acquistarsi in tutto quella pregevole fama, che ancora sull’ali librata si va pigramente arrestando, sino che un più lodevole stimolo di questo attore le faccia incessantemente più alto spiegar il volo. »
Pur non sembra questo il mezzo più opportuno a conseguir l’intento. Incoraggiare e perfezionare i poeti, i quali sono l’anima di tutto lo spettacolo, ed essi inspireranno il proprio entusiasmo agli attori, i quali rappresenteranno con tanta energia e sensibilità animati da questo spirito, con quanta freddezza e durezza rappresenteranno copiando unicamente gli attori stranieri.
Abbiamo una stampa di questo costume, disegnata e incisa a Parigi dal Bel, che era un famoso disegnatore italiano. […] Tutte le commedie di Plauto sono state recate sul nostro Teatro Italiano per la facilità del carattere principale, che è quello degli schiavi, applicato a questo personaggio.
Lo vediamo in tal ruolo il 1820 con la comica Compagnia Toffoloni al San Luca di Venezia, e il Giornaletto ragionato teatrale disse di lui : « nelle parti odiose questo comico spiega la non poca sua abilità, che sovente lo trasporta forse al di là del giusto confine.
A. col agregarlo nella Compagnia delli di lei Comici, e veramente da questo con ogni prontezza ne ha riportata la parola, et assenso.
Se altre favole comiche non potessero mostrare gl’Italiani del secolo di cui parliamo, se non quelle del cavaliere napoletano Giambatista della Porta recitate in parte anche nel precedente, ma in questo pubblicate per le stampe, poco avrebbero da temere nella prima metà del XVII. […] Per comprendere l’indole comica di questo cavaliere e la natura delle sue favole, bastano le quattordeci che raccolte in quattro volumi si pubblicarono in Napoli nel 1726 dal Muzio. […] Or tale è l’arte che serpeggia nella Trappolaria, nell’Olimpia, nella Tabernaria ed in altre del Porta e questo dilettevole genere comico dopo di alcune prime commedie del Moliere e del Bugiardo del Cornelio, fu da Francesi totalmente negletto. […] Ma questo maraviglioso in che mai è posto? […] Aristotile lo caratterizzò egregiamente con questo esempio: cada una statua nel punto che passi sotto di essa l’uccisore di colui che rappresenta, e questa caduta naturale per combinazione diventa maravigliosa.
Il più bel giorno è questo. […] È ver, ma a questo Che dividi con me, l’onor tu accoppi D’esser d’un gran regnante oggi consorte. […] questo è dolore! […] Si aggiunga a questo, che l’Armida meno caricata di macchine ed apparenze è pure riuscita pienamente ad onta del freddissimo atto IV. […] Narrasi di questo eccellente musico che aspirò alla piazza di segretario del re e l’ottenne in questa guisa.
È cosa da stupire la contraddizione degli Italiani in questo punto. […] Dell’Orfeo è fama che dicesse Metastasio dopo averlo letto: «In questo dramma vi sono tutti i quattro Novissimi eccettuato il giudizio.» […] A questo fine ei rivolge il dialogo, stiracchia l’orditura, prepara a suo modo gl’incidenti, e travvisa come più gli torna in acconcio i caratteri. […] Se Girolamo Gigli e Goldoni hanno fatta in questo genere qualche composizione passabile, il loro merito è comparativo, e non assoluto. […] Mi fanno pensare in tal guisa il Teodoro re di Corsica, e molto più la Grotta di Trifonio, due commedie musicali di questo poeta che si sono rappresentate nell’imperial corte di Vienna e che ci fanno desiderare di vederne sortire altre molte dalla stessa penna.
questo è pianto! […] a questo prezzo Dunque tuo re m’hai fatto? […] Ma questo dubbio che molesterà chi legge o ascolta, si dilegua all’arrivo di Telemaco salvo e di Ulisse vincitore. […] Abbiti questo, Signor, nè d’altro ti curar. […] Or come osa dire il citato impostore che è mancato all’Italia questo debole allettamento?
Di questo Apelli dice il giornale : colle disposizioni ch’egli dimostra, non potrà che riuscire un ottimo attore per perfezionarsi collo studio.
La Didone del Dolce è da lui dedicata al senatore Tiepolo con queste parole : « avendo il padre mio questo carnevale passato (1546), aperto in Venezia la strada ad altrui di avvezzar le orecchie, corrotte per tanti anni dai giuochi inetti di certi moderni comici, alla gravità tragica, ed essendo io stato il primo che, secondo la debolezza de’miei teneri anni, sotto abito di Ascanio rappresentai la Didone di messer Lodovico Dolce, ecc. » A lui virtuoso fanciullo dedicò poi il Dolce la sua commedia Il Capitano (Venezia, Giolito, 1545).
« Il tempo però ed uno studio più assiduo – aggiunge lo stesso Bartoli – ci daranno questo comico ad un segno di perfezione che agevolmente da’ suoi talenti si può con gran certezza sperare. »
Non ho trovate notizie di lei, tranne in questo ritratto, che ce la presenta in Giulietta e Romeo, tragedia di Della Valle.
Sicchè in questo esame avventura più il Teatro Spagnuolo, che l’Italiano. […] I saggi Critici, dite voi, non pretendono questo. […] Ma questo nostro gran Critico che cosa riprova nell’Opera? […] Fu questo ancora sentimento del prelodato Muratori. […] Sia questo il primo.
Saverio La-Santé non men pregiudicato si lusingò ancora di aver oscurata tutta la gloria di questo componimento con quel suo magistrale, «Quid habet Torrismundus? […] Intorno a cinquanta altri letterati scrissero in questo secolo un gran numero di ben regolare commedie. […] Finalmente in questo secolo può dirsi a ragione inventata l’opera musicale. […] E questo si chiama pensare? […] Filippo Baldinucci narra questo fatto nella parte II delle Notizie de’ Professori del Disegno pag. 104.
Poche altre tragedie di questo secolo son da porsi tra le bene accolte in teatro, e pochissime tra le applaudite con giustizia. […] Appena possiamo contare tra’ veri poeti comici di questo secolo Dufresny, Destouches, Fagan, e Piron. […] E prevede che nasceranno da questo matrimonio. […] La Dulcinea di questo Don Chisciotte poetico allude all’avvenimento di M. […] Mentre questo genere vizioso prendeva voga, M.
Nivelle de la Chaussée nato in Parigi nel 1691 e morto nel 1754 ha maneggiato questo genere qualche volta con felicità. […] Si scorge da questo passo che il Palissot e il Collé compresero la differenza che passa tralla commedia tenera e la lagrimante. […] In generale Des Touches è uno de’ buoni comici della Francia, e qualche sua favola riesce dilettevole, e molte interessanti; ma la piacevolezza non è il pregio caratteristico di questo commediografo. […] La Dulcinea di questo Don Chisciotte poetico allude all’ avvenimento di M. […] Non parlano diversamente delle improprietà ed affettazioni degli attori nazionali i Francesi di questo tempo.
È citato da Trajano Boccalini nei suoi Ragguagli di Parnaso, là dove dice (I, 242) : « ed in particolare tanta dilettatione ha dato a Sua Maestà il signor Cola Francesco Vacantiello, personaggio napolitano, che ha detto che anche nell’ introdurre il napolitano nelle comedie per rappresentar la fina vacanteria, havevano gl’Italiani mostrato il loro altissimo ingegno…. » Concordando le date, io credo potersi identificare in questo il Cola che fu mandato dal Duca di Mantova a Parigi il 1608 in sostituzione dell’arlecchino Martinelli, omai troppo vecchio.
La figura di questo teatro è mistilinea congiungendosi a un semicerchio due rette laterali. […] Ma la magnificenza, la vastità, l’artificio onde è costrutto, per cui, mal grado di tante centinature, colonne isolate, agetti e risalti, parlando ancor sottovoce da una parte si sente distintamente dall’altra tutto ciò farà sempre ammirar questo teatro come uno de’ più gloriosi monumenti dell’amor del grande e della protezione delle arti che mostrarono i principi Farnesi. […] Il proscenio per ogni lato ha due pilastri con una nicchia nel mezzo di essi colle figure di Pallade, e nel mezzo vi è scritto Theatrum Fortunae, Si osserva da chi ha veduto questo teatro che non è sottoposto al difetto comune quasi a tutti gli altri, che la voce si perda ne’ buchi de’ palchetti, perchè tutti convengono che vi si sente egregiamente ogni parola.
Ma questa filosofia, questo spirito giusto, esatto, accurato basta a produrre opere grandi nella poesia, nell’eloquenza, nelle arti del disegno e nella musica? Al contrario ove lo spirito filosofico tutta riempia la mente del suo rigore per modo che paga del metodo e dell’analisi nulla si curi di arricchir la fantasia e fomentar l’ardor poetico che nutresi d’immagini, questo spirito compassato agghiaccia l’entusiasmo, snerva la passione, irrigidisce il gusto. […] Fu in questo tempo che si videro su quelle scene tradotte la Sposa Persiana, il Cavaliere e la Dama, il Burbero benefico del Goldoni.
re Duca, Virginia et Lucilla Maioni commici con la loro Compagnia supplicano a Vostra Altezza Serenissima a volergli concedere licenza di poter recitare Commedie nella Città di Reggio per tutto questo Carnouale, ch'il tutto otterrà per gratia singolarissima dalla benignità di Vostra Altezza Serenissima quale Dio mantenga felicissima con tutta la Ser. […] Mentre è sereno il Ciel, tranquillo il Mare, Icaro esser vorrei per questo Cielo, E dar novello nome a questo Mare.
Bartoli, là dove dice che Atanasio Zannoni per rendersi particolare nell’eseguire la parte di questo personaggio, ha voluto allontanarsi dall’adottato suo trivial costume, e l’ha reso un uomo illuminato e spiritoso ; che parla con eleganza, che raziocinia con buon criterio, che ha qualche cognizione delle scienze, e ch' è naturalmente per sè stesso un poco filosofo. […] E va avanti di questo stile per una buona pagina ancora, in cui, dopo avere accennato alla sua probità, alla sua amorevolezza, alla sua carità e alla sua religione, parla della sua erudizione nella storia antica e moderna, e delle sue attitudini allo scrivere in verso. […] E via di questo passo.
Biamonti che ha dato nuovo e vivo interesse a questo argomento. […] Non per tanto l’autore non ha negletto questo punto importante. […] E questo appunto si prefisse il Pepoli. […] Abbiti questo, Signor, nè d’altro ti curar. […] Di questo mai più non ho potuto sapere altro.
[Epigrafo] «Non per questo perché a noi manca quella squisitezza, e quella vivezza d’ingegno, la quale ebbero Tucidide, e gli altri scrittori insigni, saremo egualmente privi della facoltà che essi ebbero nel giudicare.
, 738) : « A’tempi nostri s’è visto un Fabio comico, il qual si trasmutava di rubicondo in pallido, e di pallido in rubicondo, come a lui pareva ; e del suo modo, della sua grazia, del suo gentil discorrere, dava ammirazione e stupore a tutta la sua audienza. » Forse a questo stesso Fabio accenna il De Sommi, là dove dice nel terzo dialogo sui recitanti : « Io mi ricordo averne veduti di quelli, che ad una mala nuova si sono impalliditi nel viso, come se qualche gran sinistro veramente gli fosse accaduto. » ?
Un pubblico Professore di Liturgia in questo Collegio di San Isidoro, personaggio ragguardevole per sapere, probità, e gentilezza, pochi giorni fa m’informò che un Congiunto di V.S., dimorante in questa Real Villa, giva indagando, per di lei incarico, se mai uscisse alcuna mia risposta al Volume del Saggio, in cui Ella egregiamente sostiene le glorie del Teatro Spagnuolo, per potervi tosto rispondere. […] Laonde per adempiere a questo mio dovere, anticipando colla presente le informazioni del di lei Congiunto, le quali certamente non possono essere così sicure, come le mie, intorno a’ miei disegni, le dico, che ho scarabocchiato, può dirsi, in sul ginocchio e come la penna getta, un Ragionamento, in cui ribatto le obiezioni del precitato suo Volume, e che già è nelle mani dell’Impressore. […] Come esca dunque questo mio picciolo Discorso, di cui la prevengo, gliene farò presentare un esemplare, considerandola più come Giudice, che come Parte. […] Noi l’amiamo entrambi senza dubbio; ma forse a questo nome noi appiccheremo idee almeno in parte dissimili.
Inghilterra Non erano meno grossolani delle farse francesi gli spettacoli scenici dell’Inghilterra in buona parte di questo secolo. […] Successe a questo Sachs Giacomo Ayrer, notaio, e procuratore di Norimberga, che pubblicò sino al secolo XVII trentasei giuochi di carnevale. […] Non é credibile l’immensa quantità di drammi, appellati commedie e commedie-tragedie, usciti in questo periodo in Germania. […] Il componimento che in questo secolo merita più attenzione per una certa regolarità ed eleganza, si é la Casta Susanna, dramma spirituale in cinque atti composto da Paolo Rebhun, curato d’Oelsnitz, impresso in Ziwckau nel 1536 e reimpresso nel 1544.
Perchè dunque con gusto contradittorio ammettono tutto questo nella poesia scenica, in cui parlano gli uomini, e non un poeta che si figura inspirato, ed i prodigj si rendono incredibili perchè smentiti da’ sensi? Se questo sistema al loro credere non può avere la verità richiesta nell’epopea, l’avrà poi sulla scena? […] Supplirono essi co’ cartelloni, ne’ quali scriveano in prosa ciò che non si poteva dir colla voce, ma in fine questo spettacolo fu totalmente abolito. […] Reputo pregio dell’opera abbandonare l’immenso mucchio delle stravaganze di questo spettacolo che eccede in iscempiaggini le più grossolane buffonerie musicali dell’Italia.
Vi fu chi erroneamente credè vedere in questo Bongiovanni (V.Carletta [Valeri] Un palcoscenico del’600) quel Giovanni Buono (V.), mantovano, nato il 1568 da Giovanni e Buona De’ Bonomi, al quale Gio.
Fu probabilmente questo del Lutin amoureux, lo stesso Scenario che la fece famosa in Italia, e ispirò il Sonetto che riproduco qui dietro, ridotto di un terzo.
Dopo la morte di questo comico, ella è rimasta tuttavia co' suoi stessi compagni, e per il Piemonte fa presentemente (1781) distinguersi piena d’abilità per la sua professione, inclinata alle cose della musica, e pronta a' più ardui impegni nel faticoso mestier delle Scene.
.), ed è questo il secondo marito, che al nome di lei si cita come sconosciuto.
Altra lettera abbiamo di tre giorni dopo, in cui ringrazia de' passaporti, e raccomanda con molto belle parole Federico Beretta che fa le parti di Capitano Spagnuolo, pubblicata al nome di questo comico (V.).
ma …. » È la prima volta che ci occorre questo nome in tanti documenti veduti.
Le tribù selvagge non soggette a questo impero coltivavano eziandio con predilezione il ballo valendosene in diverse congiunture pubbliche e private. […] Ci voleva un capitale di filosofia per dar questo passo, e appunto troviamo che le favole drammatiche del Perù furono inventate e coltivate da’ filosofi colà chiamati Amauti. […] Il luogo, il tempo e gli spettatori esigevano decenza e gravità, e gli Amauti vi conservarono questo lodevole carattere senza contaminare con oscenità il divertimento. […] Ma avvegnachè in questo ed in altro si rassomigliassero Greci e Peruviani, non diremo però che questi sieno da quelli discesi, ragionando alla maniera di Laffiteau. […] Non è questo anzi l’ordinario effetto del rigiro e della cabala tanto più potenti quanto più vaste sono le corti?
Antonio Mureto, benchè per nascita all’Italia non appartenga, avendo non pertanto quì composta la sua tragedia Julius Caesar, stimiamo più opportuno registrarla fralle molte latine degl’Italiani, che lasciarla isolata nel teatro francese di questo secolo. […] Ma le più pregevoli tragedie latine di questo secolo uscirono da Cosenza. […] Io non debbo dissimulare questo neo della tragedia del Tilesio; ma non è giusto poi lo spregiarla tanto, come altri fece, per tale episodio. […] Martirano così trasporta questo concetto: … Superba magnorum indoles Regum semel commota, non temerè silet. […] Martirano risecando quasi tutto questo squarcio attende solo alla passione di Medea per l’ingratitudine e l’infedeltà di Giasone, consumandovi appena intorno a quindici versi, Corinthiae puellae, acerbus est quibus etc.
La religione, che univa la Gran Bretagna al resto della terra, era l’argomento di questo spettacolo. […] In seguito la corte di Torino si distinse in questo genere con vaghissime invenzioni. […] Come far sapere a questo giovine per mezzo d’un gesto o d’una capriola, che Cesare è suo genitore? […] Eppure ancora dopo la mia esposizione chi è quel lettore che abbia capito rappresentarsi in questo ballo le Feste d’Imeneo? […] Ma dirò bensì che questo celebre scrittore mostra d’ignorare non meno la storia che in vera politica de’ Lacedemoni.
Permettete, o padre, che io consacri questo madhacu, i cui fiori rosseggianti fanno comparire questi boschi tutti di foco.” […] Convien confessare che questo innocente, semplice, patetico congedo, desti in chi legge una tenera commozione; e pur si tratta di un congedo da un cavriuolo! […] E’ notabile in questo frammento la splendidezza dell’apparecchio, la delicatezza e l’abbondanza de cibi. […] Merita tralle reliquie di questo teatro particolare attenzione il più basso scalino della gradinata di mezzo. […] Nuova rinomanza acquista questo poeta per l’elegantissima versione fatta delle sue poesie dal celebre p.
Con questo intento compose più tragedie, tralle quali son da distinguersi Edoardo III, Riccardo III, ed Atreo e Tieste. […] Egli stesso questo coronato capitano, filosofo e poeta volle calzare una volta il comico borz cchino colla sua École du monde commedia scritta in prosa francese in tre atti pubblicata tralle di lui opere postume sotto il nome di M. […] Un paese sì vasto, sì popolato, sì diviso in varj principati, sì dedito in questo secolo a coltivare la poesia teatrale, dee fuor di dubbio aver teatri materiali per numero e per magnificenza conveniente al lustro di ciascuna città. […] Il re quasi appena asceso al trono tra i travagli e le spese della guerra volle dedicare questo monumento al gusto della musica e delle arti, e vi chiamò con molta spesa gli attori musici dall’Italia e la compagnia de’ balli da Parigi. […] Le arti fioriscono sotto questo cielo senza premj ed incoraggimenti brillanti, senza le statue di Parigi, senza le pensioni di Pietroburgo, senza gli onori di Londra, senza . . . anzi . . .
Ma se questo filosofo valicasse presentemente le Alpi per chiarirsene co’ propri occhi di ciò ch’egli immaginava soltanto in sistema, avrebbe veduto che l’Italia non merita in questo punto maggior indulgenza della Francia. […] Il solo mezzo atto ad ottener questo fine vien creduta la musica. […] «Che giovamento adunque» , dice questo scrittore, «fecero le tragedie cotanto onorate dagli Ateniesi? […] Il quale atteggiamento viene maravigliosamente espresso dal poeta con questo verso: «ὒὗ, ὒὗ, ὒὗ, ὒὗ, ὒὗ, ὒὗ.» […] Non so se la conghiettura di questo erudito possa dirsi abbastanza fondata; dirò soltanto che l’usanza è tale da non ismentire la sua barbara origine.
S. promessa quella a diuersi personaggi la stimerebbe resa troppo imperfetta dalla mancanza di questo soggetto che è tra’ migliori. »
Ridonda in singolar sua lode l’osservazione, che la stessa carriera segnata insieme col Vestri, non ha trascinato il Fracanzani a ricalcare le tracce di questo suo precursore.
Questa specie di orologio vivente morì a Venezia sui primi di questo secolo.