Ritornai frattanto in arte con la Compagnia Benini (compagnia mista allora e di secondo ordine) ; poi con Gallina, poi con Zago-Gallina, e finalmente del '91, Gallina autore, col fratello Enrico…. a cui, come sapete, subentrò proprietario il Benini, e…. eccomi ancora qui. […] Chissà, prima de morir, quanti cambiamenti che farò ancora ! […] … » No, cara artista ; il pubblico reclama ancora più di un godimento da Lei ! Ella rimarrà sulla breccia, a edificazione nostra, rinnovellando i trionfi di Virginia Déjazet, la più birichina e più francese di tutte le artiste francesi che a più che sessant’anni creò la parte di Figaro nelle Prime armi di Figaro, e a settantasette rappresentò ancora al Vaudeville di Parigi, La Vedova di Brienne e M.
In latino si traslatò ancora da Andrea Hiltebrando medico di Pomerania, e s’impresse in Francfort nel 1615, e di nuovo nel 1623. […] Vana cura sarebbe ancora metterne in vista più questa che quella bellezza, men bello di ciò che si sceglie non sembrando quello che si tralascia. […] Domando ancora, se a buona ragione la sola musica delle canzonette potesse bastare a far chiamare opere in musica le pastorali? […] Francesco Patrizj la rammenta ancora con grandi elogj. […] Bettinelli errò ancora nel credere che questa cena del 1529 fosse stata data da Don Garzia essendo Vicerè di Sicilia.
Nel 1776 si recò in Ispagna, ov’era ancora nel 1782 impiegato alla direzione di uno di que’ teatri.
Erano in tal tempo cresciuti gli attori di mestiere, benchè tante accademie insieme colla poesia teatrale coltivassero ancora il talento difficilissimo di ben recitare. […] Francesco Andreini pistojese marito della celebre attrice Isabella Andreini, ed attore anch’egli che rappresentava da innamorato, e dopo la morte della moglie da tagliacamtone col nome di Capitano Spavento da Vallinferna, volle ancora distinguersi come autore scrivendo più dialoghi, farse e commedie ove acciabattò quanto aveva in iscena recitato come attore, cioè le rodomontate. […] Il volgo Italiano sene compiacque per la novità e per quello spirito di satira scambievole che serpeggia tra’ varii popoli di una medesima nazione, siccome avviene in Francia ancora tra’ Provenzali, Normanni e Gasconi, e nelle Spagne tra’ Portoghesi e Castigliani e Galiziani, Valenziani, Catalani, Andaluzzi, le cui ridicolezze e maniere di dire e di pronunziare rilevansi con irrisione vicendevole.
L’effetto che produce in una donna dimenticata una equivoca dichiarazione di amore, il passaggio che ella fa da una finta modestia ed un finto sdegno alle leziosaggini d’un simulato pudore, e ’l raccoglimento o sconcerto dello spirito, la ricomposizione o turbamento del volto, e la mutazione della voce che in lei succedono al disinganno, tutto questo ed altro ancora dipingevasi si vivo nella Colli, che la illusione toccava il massimo suo grado. […] L’ osservai attentamente sopra la Scena, l’ esaminai ancora meglio alla tavola, alla conversazione, al passeggio, e mi parve uno di quegli attori, che io andava cercando. […] Il bravo Gollinetti non contento dell’ applauso, che meritava la buona esecuzione della parte, che io gli aveva data nel Momolo Cortesan, ha voluto ancora arrogarsi il merito dell’ invenzion delle scene e del dialogo che piaceva.
Fu scrittore di commedie, tra cui La Fannì, pubblicata per le stampe, e viveva ancora nel 1783.
Viveva ancora nel 1782.
«Essendo Socrate mostrato sulla scena e nominato tratto tratto (della qual cosa non è da stupirsi perchè egli era ancora raffigurato nelle maschere degl’istrioni per essere stato spesse volte ritratto fin da’ Vasai) i forestieri andavano nel teatro domandando chi mai fosse quel Socrate.» […] I Batavi, gli Etiopi, i Germani, rappresentati allora stranamente in aspetti spaventevoli, e tutte le altre maschere deformi e buffonesche ricordate da Giovenale e da Giulio Polluce, appartengono ancora a’ tempi della Nuova commedia. […] Svanì poscia questo timore ancora a poco a poco coll’essersi i comici avezzati al rispetto verso i principi, e questi renduti certi della totale sommissione de’ poeti teatrali alla loro autorità. […] Nè poi questa maschera di tutto il capo rimase inutile allorchè si costruirono i teatri chiusi, come quelli di Corinto e di Atene fatti a spese di Erode Attico, e gli altri de’ Romani; poichè in quel tempo ancora l’uditorio rimaneva allo scoperto, e que’ teatri erano così vasti e magnifici che potevano agiatamente contenere quale venti, quale trenta e quale quarantamila persone; per non parlare di quello di M.
Fu un buon amoroso, e recitò applauditissimo nella Compagnia di Pietro Rossi e in quella di Giovanni Roffi di Firenze, dove con molto onore recitava ancora tra l’ 80 e l’ 81. […] Scrisse tragedie e commedie, altre ne tradusse dal francese e dallo spagnuolo ; altre ancora, del Goldoni, ridusse malauguratamente in prosa dall’originale in versi. […] » Come dunque c’entra il 1788 di Napoli, se l’Andolfati nell’ 80 andò a Firenze, ove trovavasi ancora nel ’92 ? […] Sembrar potrebbe Forse ardito coi Numi ancora il pianto.
Giuseppe Rocco Volpi, e del teatro di Brescia mentovato nelle Memorie Bresciane del Rossi, de’ quali tutti fece menzione il chiarissimo Girolamo Tiraboschia: havvene non pochi altri che in parte ancora esistono e frequentavansi sotto gl’imperadori de’ primi secoli. […] Spoleto ancora, secondo il Biondo e il Sabellico, ebbe un teatro rovinato da’ Goti insieme colla città dopo la morte di Teodorico. […] Credonsi percio piuttosto portici dove introducevansi mercatanzie in città dall’antico porto, che ora è in secco; e sussistono ancora le ruine del suo molo chiamate Muraccio o il Terrazzo dell’Ausa fiume che bagna la città dalla parte di oriente. Oltre Terracina ancora, seguitando la Via Appia, nel luogo dove fu Longola città descritta da Dionigi Alicarnasseo e da Livio, vedesi un teatro quadrato appresso il monistero di s. […] E perchè Apelle indugiò alcun poco a rispondere, lo fece battere aspramente, insultando frattanto al di lui dolore, con dire che nel tuono lamentevole ancora spiccava la dolcezza della di lui vocea.
Il Bartoli lo dice « fornito di qualche cognizione intorno alle lettere ; ed occorrendo sa recitare ancora in parti serie nelle studiate rappresentazioni. »
Viveva ancora fuor dell’arte a Venezia nel 1781.
Angelo di Venezia, passando poi a Napoli, dove fu chiamato a sostener le parti d’innamorato, e dov’era ancora al tempo del Bartoli (1782), recitando – egli scrive – con grazia e ponderato sentimento, sì nelle comiche, che nelle tragiche rappresentazioni.
Cessata l’impresa, s’impiegò a Trieste nel Teatro dell’Armonia, ov’era ancora il 1860.
Sappiamo solo che recitava le parti di donna seria, e che fu con la Battaglia, col Camerani, col Sacco ; da cui passò in una Compagnia vagante, ove trovavasi ancora nel 1781.
Osserva ancora che Sileno è rubicondo fuor dell’usato. […] Egli senza dubbio taglia le membra di quegl’infelici sulle mense; altre ne destina ad esser bollite, altre in arrosto; L’odore scellerato già ne va insino al cielo, e Giove ancora nol fulmina? […] Gli antichi rammentano ancora un mimografo nomato Filistione; ma Suida pretende che fosse stato contemporaneo di Socrate; ed Eusebio di Cesarea afferma che viveva trecento anni dopo, cioè a’ tempi di Augusto. […] Per basso attore ridicolo l’usò ancora Polibio presso Ateneo, allorchè scrisse del re Antioco Epifane che si avviliva tra’ Mimi, e con esso loro gettavasi nel suolo, gestiva e ballava. […] L’Apolocyntosis di Seneca, ed il libro de Consolatione Philosophiae di Boezio sono ancora satire simili alle Varroniane.
Nell’Arlecchino perseguitato dai quattro elementi Giovanni Roffi rinnovò la comica trovata, seguito ancora dal Rossi suo cognato e da altri.
Da ciò si deduce che non vi è altro modo di rettificar le maschere moderne che col bandirle d’un colpo dal teatro istrionico ancora, ciò che si fece nelle accademie che coltivarono la commedia. Se ne deduce ancora che Pietro Chiari pedantescamente pretese giustificar le maschere degli strioni moderni coll’ esempio delle antiche sostenendo con vana e trita erudizione la mimica pertinacia, poltroneria, o paura di smascherarsi.
Il padre di lei, Antonio, oriundo romano, buon attore, formò una discreta compagnia, che dopo brevi tentativi, si scioglieva : e recatosi a Torino colla famiglia, prestò l’opera sua a quella Società Filodrammatica ; ma rottosi l’accordo, quei bersagliati si trovarono ancora in balia della ventura. […] La madre tornò per alcun tempo nella Compagnia Milone Vazer ; ma ben tosto ancora al lavoro dell’ago.
Il '94 esordì come caratterista in Compagnia Maggi, trovando ancora festose accoglienze di pubblico, non quelle certo acquistatesi col primo ruolo. […] Ebbe anche una sorella, Adelaide, moglie dell’attore Cristiani, attrice di non molta importanza, che recita ancora in compagnie veneziane, e di cui l’unica figlia Giuseppina si trova ora in Compagnia Di Lorenzo-Andò, moglie di Ferruccio Bianchini.
Nè questa ancora, benchè dopo due anni desse di sè le più liete speranze, egli sentiva essere la sua via. […] La morte del celebre artista Pertica fu la vita nuova del Vestri, il quale, chiamato dal Fabbrichesi a sostituirlo nella Compagnia Reale ai Fiorentini, ov'era ancora il celebre De Marini, benchè sulle prime vi trovasse il pubblico arcigno oltre misura, andò gradualmente trascinandolo al delirio, specie con L'odio ereditario del Cosenza, fino a essere condotto dopo una recita a casa in trionfo, cosà rara se non unica – accenna il biografo Scifoni – per un artista drammatico. […] Naturalmente, io e i miei siam pronti a recitare ; e non avete che a fare un cenno, secondo il vostro diritto, perchè io corra a dare gli ordini. » Prima un silenzio glaciale, poi uno scoppio di risa accolse lo strano invito ; ancora qualche parola del Vestri, ancora qualche titubanza del pubblico ad accettare. […] Ma il Carrer dettava queste parole, quando il Vestri era ancora a Napoli col Fabbrichesi : e lo Scifoni, accennando al difetto, quando l’artista era in Compagnia Reale Sarda, così conclude : Notavano in esso gli intelligenti che alcuna volta, troppo compiacente all’ uditorio, nel rappresentare le parti comiche scendeva alquanto dalla sua dignità, abbandonandosi a certe facezie che poco si convenivano. […] Venne, si allontanò di nuovo, ma il pubblico non era ancora contento, ed egli dovette venir fuori un’altra volta.
Bartoli lo dice « comico abile ancora (1781) per recitare qualche parte seria, e può essere fatto degno di qualche applauso. » Ma lo rivediam Dottore con la Coleoni l’autunno del 1795 al S.
Viveva ancora fuor dell’arte nel 1781.
« Sa cantare – scrive il Bartoli – con qualche grazia, e benchè pieghi a quegli anni che dalla gioventù son lontani, pure la sua gracile e piccola figura le serve ancora di qualche schermo contro l’ ingiurie del tempo. »
Passò poi con Antonio Camerani, poi con Luigi Perelli, ove trovavasi ancora il 1781, scritturato per l’ '82 con Francesco Paganini.
Secondo lo spoglio delle Compagnie fatto da Adolfo Bartoli (Scenari inediti), quella di Antonio e Rosa Camerani, viventi ancora il 1782, si componeva per le parti principali, di Giuseppe Nanini, Antonio Tomasoli, Paolo Tremori, Gaspare Valenti, Angela Menicucci, Anna Moretti, Margherita Rebecchi.
) viveva ancora in Palermo attrice ammirata, se non troppo fortunata.
Rimasta vedova, condusse per due anni ancora la Compagnia ; poi passò a seconde nozze con un agiato mercante di Milano, col quale visse ritirata dall’arte fino al 1761, anno della sua morte.
Viveva ancora al tempo del Bartoli (1782) recitando tal volta, ma fuor dell’arte, e campando la vita con sussidj di parenti e di qualche pietoso capocomico.
Questo pregiudizio rinfacciato da Saint-Evremond e da Montesquieu alla nazione Francese trovasi abbarbicato presso tutte le altre ancora senza eccettuarne la Greca e la Romana; e soltanto alcuni pochi osservatori a forza di riflettere e di comparare ne vanno esenti. […] Per ciò che propriamente appartiene alla nostra storia teatrale, osserviamo che lo spirito imitatore fecondo da per tutto ha prodotto fra’ Turchi ancora uno spettacolo scenico. […] Comuni sono ancora fra’ Turchi le rappresentanze de’ Pupi.
Poi in Italia ancora scritturata, o capocomica, fino al '98, anno in cui fa parte come prima attrice tragica e prima attrice madre della Compagnia del Teatro d’Arte. […] E più tardi – cosi ella mi raccontava – provò ancora quella impressione ascoltando certe prodigiose e sublimi insistenze vagneriane. […] Diede rappresentazioni a Madrid per fondare un ospedale italiano ; altre ne diede a Buenos Ayres per quegli istituti di beneficenza, ed altre ancora a Rosario per la Società patriottica italiana.
Trovo un’ altra imputazione a cui vo’ ancora soddisfare. […] Lasciamo ancora, che io per uno de’ miei soliti pregiudizj pensava, che di quello più si dovesse parlare, che più conferisse a migliorar l’arte, ed instruire la gioventù. […] Trova in questa narrazione ancora qualche pregiudizio? […] Ma pur questa sarebbe una cura inutile, perchè tal Libro, ad onta della seconda Edizione, giacque ancora, e giacerà preda delle tignuole nella polvere, dalla quale con infelice sforzo pretese cavarlo il Bibliotecario Nasarre. […] Chi ci assicura ancora, che le di lui lodi non rassomigliassero a quelle date da Cervantes alle Tragedie difettose dell’Argensola?
Fu all’inizio della sua carriera in compagnie di niun conto, poi, fattosi esperto dell’arte, potè, liberatosi dal vincolo di quella donna, entrare nella Compagnia Medebach, in cui trovavasi ancora l’anno comico 1781-82.
Coll’ avanzar degli anni, si diede ai caratteri sostenuti di Madre e di Regina, in compagnia del figliuolo col quale si recò a Napoli il 1779, ove trovavasi ancora nell’ ’82.
Nel '64 era ancora fra' comici che Fabrizio (V.) desiderava mettere assieme per l’ Altezze di Parma.
Ricci Anna, bolognese « figliuola — dice il Bartoli, di Paolo Ricci, accademico recitante, — che ne' privati teatri di Bologna fece per alcuni anni un’ottima comparsa. » Entrò con lui in arte, sostenendovi le parti d’ingenua ; e di lei dice ancora il Bartoli che « nelle cose dove la tenerezza affettuosamente compeggi, a meraviglia riuscì. » Si recò dopo di aver vagato in compagnie di giro, in Napoli, ov'era nel 1782 ; passò poi al ruolo di Donna seria, ammiratissima.
non sapete ancora Che ciò che nasce a morte si destina? […] Giason di Nores nella sua Poetica riprende ancora come viziosi gli episodj di quest’Edipo dell’Anguillara. […] Non erano e in Inghilterra e in Francia, come altrove, generali i costumi della cavalleria nel secolo XIII ancora? […] Allora i Cornelii non aveano ancora lette le commedie Spagnuole. […] Sussiste ancora a’ nostri dì questo teatro ben conservato per diletto de’ viaggiatori, e per gloria de’ Vicentini.
Vi tornò ancora nel 1623 ; e ancora, nel 1625, se ne tornò in Italia, salendo in grande rinomanza non solamente come attore e capocomico, ma anche come scrittore. […] Anzi, sotto questo rispetto ancora, è interessantissima più che ogni altra, la Commedia del Beltrame, chè, a detta di lui medesimo, possiam quivi trovar trascritti fedelmente i lazzi, i motti, le tirate, il giuoco scenico insomma, de’singoli attori….. […] Ora dicami adunque alcuno : chi avrebbe potuto mai persuader quel buon Superiore a credere che quelle cose stimate da lui Magie, fossero destrezze di mano, e delle minime ancora che i giocolatori facciano ? […] Cardinal Ubaldini può dir ancora per lettere scrittegli da Sua Maestà Cristianissima a mio favore, fin dove la benignità di quel gran Re si estese ad onorarmi.
Angelo di Venezia un solo anno, si scritturò con varie Compagnie nomadi, recandosi poi in Sicilia, dove ebbe a lottar colla…. sorte, e dove…. al tempo in cui il Bartoli dettava le sue notizie dei comici, cioè al 1780 circa, viveva ancora recitando.
Si ritirò con la moglie a Venezia, in cui viveva ancora al tempo di Fr.
Il Bartoli lo incita a un più serio studio, e a un maggiore riserbo col bel sesso, potendo, per tal modo, « giungere — egli dice — ad acquistarsi in tutto quella pregevole fama, che ancora sull’ali librata si va pigramente arrestando, sino che un più lodevole stimolo di questo attore le faccia incessantemente più alto spiegar il volo. »
Sorella minore della precedente, fu prima attrice giovine di qualche pregio, e la vediam la prima volta insieme all’Adelaide del 1861 in Compagnia Morelli, dove la troviamo ancora il '79, e l’80 quando ne fu socia la sorella, con cui trascorse gran parte della sua vita artistica.
Quanto alle regole sino al 1640 si disputava ancora se dovessero per sempre rigettarsi. […] Tristano e Scudery si segnalarono ancora con qualche dramma bene accolto.
Viveva ancora al tempo di Francesco Bartoli (1781), e sebbene in tarda età recitava in una vagante Compagnia « procacciandosi – egli scrive – ad onta degli anni la pubblica approvazione, e qualche applauso sincero. »
Uscito Luigi Benedetti dalla Compagnia di Antonio Sacco, andò il Lucchesi a sostituirlo, e quivi si trovava ancora nell’ '83, ammiratissimo dai comici e dal pubblico per la prontezza di spirito nella commedia dell’arte, e per la intelligenza e diligenza in quella studiata……
Nel 1827, vicina ai settant’anni, serbava ancora tutto il fuoco della prima età, la morbidezza del gesto e della persona.
Furono scritturati il '76 con Pietro Rossi, e nel '77 formaron essi stessi compagnia, che scorreva ancora nel 1781, mediocremente accreditata, le varie città di Lombardia.
., e viveva ancora del 1782.
Ed ivi ancora si sono veduti Frati, Eremiti, Parrochi, ed altri Ecclesiastici, per nulla dire della Commedia intitolata Il Falso Nunzio di Portogallo, dove, oltre a un impostore falsario che con firme imitate si fa credere Nunzio e Cardinale della Chiesa Cattolica, e pianta l’Inquisizione in quel Regno, fulminando scomuniche, minacciando il Sovrano &c., si veggono ancora intervenire altri Prelati ed Ecclesiastici, che bassamente corteggiano l’impostore per vili mondani interessi e ambiziosi riguardi cortigianeschi. […] Mi riconvenite ancora perchè dissi che in Italia alla prima piacquero i componimenti Spagnuoli, benchè purgati da’ difetti principali. […] Mi resta ancora un buon numero di savj nazionali, veri amatori della Patria, i quali riprovano quelchè l’Apologista prende a difendere; ma non vò stancare i miei Leggitori. […] Hann Sacs Calzolajo Alemanno ne messe giù molte centinaja ancora colla medesima precipitazione. […] Aggiugnerà ancora parlando appunto delle Commedie nazionali difettose (p.
Morì in Venezia nel 1740, non tocchi ancora i 35 anni.
Secondo che scrive il Piazza nel Teatro, egli era ancora quarant’anni dopo la sua morte nella memoria de'comici, come valentissimo arlecchino, sotto il nome di Truffaldino, e autore di scenarj, pei quali esso Piazza lo qualifica autore di commediacce.
Egli è da notarsi ancora che tal calzolajo si valse di molti argomenti tratti da’ Greci e Latini, ch’egli non poteva leggere originali e che a suo tempo non erano stati recati nell’idioma tedesco. […] In Heidelberg compose ancora Antonio Scoro di Hocchstraten una commedia rappresentata da’ suoi scolari, nella quale si personificava la religione che andava mendicando alloggio tra’ grandi, ed era esclusa, e veniva indi raccolta da’ plebei. […] Troviamo ancora tre traduzioni sceniche.
Viveva ancora il 1781 perseguitato dalla sorte.
Benchè gli Olandesi nelle antichissime loro Assemblee di verseggiatori anche estemporanei, tra’ quali vuolsi che siesi distinto nel secolo XVII il poeta Poot, recitarono ancora favole sceniche; nondimeno lenti colà saranno sempre i progressi di un’ arte che non si pregia, e che da buoni talenti si sdegna di coltivare. Dopo del loro Vondel, e del Van-del-Does appena si lodano tralle migliori favole del paese due tragedie di Rotgans, ed un’ altra della signora Van-Winter nata Van-Merken autrice (che viveva ancora verso il 1789) del bene applaudito poema in sedici canti intitolato il Germanico.
Nata a Spoleto il 1835 da Giuseppe Vanni, impiegato governativo, e Giuditta Nalli, rinomata pittrice, fu, ancora in fasce, portata a Roma, patria dei genitori. […] Dalla Compagnia Pezzana passò a quella del Bosio, poi tornò col Pezzana, che lasciò ancora per Luigi Santecchi.
Tornato in patria si unì ad Angelo Saltarelli (già conduttore per quattordici anni della Compagnia di Ernesto Rossi), uomo di molta esperienza e di molta onestà, che gli fu sin ad oggi, e gli sarà lungo tempo ancora, amico, fratello, padre ; e con esso vide la Russia, l’Austria, la Serbia, la Croazia acclamatissimo, a fianco d’Ida Bertini, una filodrammatica pisana, che, divenuta sua moglie, sostenne prima i ruoli di amorosa, poi di prima donna assoluta. […] Sarò e potrò diventare ancora più profondo nelle concezioni, ma recitare più vero, più spigliato, più spontaneo di quell’epoca, No.
Non si conosce la data della sua morte ; ma egli viveva ancora il 1790, del qual anno il Museo della cità di Bassano, terra natale dello Zanuzzi, io credo, serba di lui una lettera del 18 xbre a Giacomo Vittorelli (il poeta anacreontico ?) […] Appresa la triste lor condizione, egli si prese, nient’altro che per venire in loro ajuto, cura della bimba, che fu allevata, ancora in culla, sotto i suoi occhi ; e accortosi, coll’andar degli anni, della attitudini chiare alla danza, la fe'istruire dalla maggior celebrità di quell’arte.
Si scritturò poi con la moglie in quella di Girolamo Medebach, poi ancora in altre Compagnie nomadi.
Termina il dramma col di lui martirio, e colla conversione del re di Licia, il quale per miracolo è ferito in un occhio da una saetta che dal petto di Cristofano ritorna verso di lui, e per miracolo ancora ricupera la vista giusta la predizione del martire gigante. […] Colà non si capiva ancora, che nella drammatica eranvi modelli antichi da imitarsi con profitto. […] Il più volte mentovato signor Andres osa collocare in questo secolo ancora, e mettere in confronto dell’Orfeo vero dramma compiuto e rappresentato, la Celestina, dialogo, come confessa lo stesso Nasarre, lunghissimo e incapace di rappresentarsi , di cui il primo autore Rodrigo Cotta appena scrisse un atto solo de’ ventuno che n’ebbe nel seguente secolo per altra manoa. […] Chiaramente da essa si ravvisa che dentro delle Alpi, dove appresero gli altri popoli a vendicarsi in libertà, e propriamente in Piacenza, in Padova, in Roma, colle rappresentazioni de’ Misteri rinacque l’informe spettacolo scenico sacro: che quivi ancora, e non altrove, nel XIV secolo se ne tentò il risorgimento seguendo la forma degli antichi coll’Ezzelino e coll’Achilleide tragedie del Mussato, e colle commedie della Filologia del Petrarca e del Paolo del Vergerio: che nel XV, il secolo dell’erudizione, continuarono a scriversi tragedie dal Corraro, dal Laudivio, dal Sulpizio, dal Verardo, e commedie dal Bruni, dall’Alberti, dal Pisani e dal Polentone, ed in volgare assicurarono alle italiche contrade il vanto di non essere state da veruno prevenute nel dettar drammi volgari, la Catinia, l’Orfeo, il Gaudio di amore, l’Amicizia, molte traduzioni di Plauto, il Giuseppe, la Panfila, il Timone: finalmente che gl’Italiani nel XIV e XV secolo nel rinnovarsi il piacere della tragedia non si valsero degli argomenti tragici della Grecia, eccetto che nella Progne, ma trassero dalle moderne storie i più terribili fatti nazionali, e dipinsero la morte del Piccinino, le avventure del signor di Verona, la tirannide di Ezzelino, la ferita del re Alfonso, la presa di Granata, l’espugnazione di Cesena.
L’Eugenia Baraccani morì a Lecce, non tocchi ancora i sessant’anni.
Troviam prima un Bartolomeo citato dall’Andreini nella sua lettera del 1609 al Duca di Mantova da Torino (V. le lettere di comici italiani, pubblicate per le nozze Martini-Benzoni dal D’Ancona), che altri non dovrebb’essere che il Bongiovanni stesso, forse non ancora scritturato per le parti di Graziano ; forse Graziano a vicenda (un per le parti italiane, un per quelle dialettali) con Messer Aniello Soldano facente parte di quella compagnia, noto col nome teatrale di Dottor Spaccastrummolo napoletano.
Tornato in Italia si scritturò con Pietro Rossi, poi con Antonio Sacco, con Pietro Rosa, con Maddalena Battaglia, a Venezia, con Luigi Perelli, e con Antonio Camerani, col quale era ancora il 1781.
Era a te poco impoverir gradita un vastissimo mar, che il nome ancora da l’Hore stesse a depredar se' gita.
A norma ancora del Catone di Addisson compose il suo Catone moribondo. […] È da osservarsi ancora l’effetto che fa in lei l’ immagine del corpo di Edoardo grondante di sangue. […] Ah se la mia rimembranza è a lui così amara e crudele, s’egli ancora non può obbliarmi . . . […] Lessing ha composte ancora commedie spiritose e delicate nella dipintura de’ costumi. […] Il Brandes, e l’Engel ne hanno composto ancora, e l’Arianna è un monodramma tedesco in cui lavorarono entrambi ad esempio del Pigmalione; ed è anche monodramma la Medea del Gotter.
Frinico inventò ancora il tetrametro. […] Adunque allora Eschilo non era ancora stato vinto da Sofocle58. […] Volle ancora il celebre Racine conservarla nella sua Ifigenia. […] Dionisio il maggiore tiranno Siracusano scrisse ancora favole tragiche che niuno volle con lui tener per buone. […] Negli antichi scrittori si trovano ancora specificati gli attori delle prime, seconde e terze parti.
Eccone l’elenco : SIGNORE ATTRICI Albina Pasqualini,Prima donna Maria Barlaffa, Madre nobile Ferdinanda Baroncini, Prima amorosa Laura Martini, Servetta Marianna Donati Caterina Mazzeranghi Beatrice Barzaga SIGNORI ATTORI Luigi Romagnoli, Primo attore Francesco Barlaffa, Padre nobile Giuseppe Monti, Primo amoroso Antonio Soardi, Secondo amoroso Alessandro Donati, Tiranno Lodovico Vellenfelt, Caratterista Angelo Venier Eugenio Venier Lodovico Zanchi Giuseppe Barzaga Francesco Mazzeranghi Battista Martini Aveva ancora la stessa Compagnia col Romagnoli nel ’35, col mutamento di vari attori : uscirono il Monti, il Mazzeranghi, il Barzaga, la Baroncini, la Mazzeranghi e la Barzaga, sostituiti da Giuseppina Miedi, da Modesta e Luigi Braccini, Luigi e Pellegrina Dusi, Lorenzo e Maria Zavagna, Leonardo e Catterina Raftopulo, Vittorio Parigi e Attilio Petracchi.
. – Fortunatamente non restò lungo tempo in quello stato di alterazione, e viveva ancora tranquillamente in Bologna nell’anno 1782 al tempo del Bartoli, il quale, alludendo alla sua separazione dal marito, di cui ella apprese con dolore la morte, le dedicò colla solita vena dozzinale il seguente epitaffio : Moglie fui per virtù di quel gran sì, che detto retroceder non si può.
Fra' comici più antichi veneziani il Molmenti (Venezia nella vita privata) ricorda ancora un Giampaolo (Zan Polo) un Trapolino, ecc. ; ma secondo il Quadrio sarebber essi una stessa persona.
Valsecchi Angelo, caffettiere veneziano, cominciò col farsi ammirare da' clienti di bottega come imitatore perfetto del celebre Petronio Zanerini, indi si scritturò come Innamorato in Compagnia di Giuseppe Lapy, al posto di Tommaso Grandi, riuscendo attore gradito non solo a' pubblici di terraferma, ma ancora di Venezia, ove fu, al S.
Di fisonomia men regolare forse di quella di sua sorella, ma più viva e animata, fornita delle più chiare attitudini all’arte scenica, fu al suo esordire applauditissima, nè solo come attrice, sì ancora come danzatrice ; chè nel balletto d’uso dopo la commedia, ella eseguì egregiamente un passo a due insieme al signor Dehesse.
Nubile ancora nel 1781 viveva « lietamente – dice il Bartoli – presso il suo genitore, e dirigendo più che con femminile ingegno i domestici affari della propria famiglia ».
Io per verità fui più diligente del Velazquez, mentovando almeno il Teatro Saguntino, e più il sono nella preparata nuova edizione della Storia de’ Teatri in tre Volumi, nominandovi ancora il Teatro di Merida, accompagnato dalle necessarie citazioni, e quello estemporaneo eretto da Cornelio Balbo in Cadice, sendo Pretore, di cui nè anche il Lampillas si è ricordato. […] Aggiunga ancora a queste cose l’Apologista ciò che scrive D. […] Ed avverta ancora, che quando anche ciò fosse dimostrato, non che dimostrabile, Roma ch’è una sola Città, benchè sempre chiara, non derogherebbe a tante Città Italo-Greche, che vantarono magnifici Teatri, di cui esistono le reliquie, che si addurranno colle dovute prove a suo luogo; e ciò nel tempo che fioriva l’antica Grecia transmarina.
) nato in Aveiro nel Portogallo, il quale fu discepolo del Poliziano in Firenze, e fecevi gran profitto, e dopo lesse ancora egli in Salamanca per lo spazio di venti anni in compagnia del Nebrissense, e passato in Portogallo fu Maestro de’ due Principi, e morì decrepito in sua casa nel 1530 con lasciar varie opere. […] Poteva (dice poi il medesimo apologista) nel principio del XVI secolo uno spagnuolo insegnare agl’ Italiani a scrivere commedie, tuttochè uscisse da un paese barbaro ancora nel XV. […] Dovunque oggi splenda ancora qualche favilla dello spirante patriotismo, sarà sempre cara la memoria di un letterato, il quale ha sostenuto diciotto anni in Parigi ed il resto della vita in Italia l’onor della lingua e della letteratura Italiana.
Abbigliò ancora le persone tragiche con vestimenti gravi e maestosi, e migliorò l’invenzione della maschera di Chetilo e di Frinico. […] Euripide scrisse ancora un’Antigone, ma ne abbiamo soltanto pochi versi. […] Volle ancora M. […] Egli é vero che ’l signor Mattei la stima a tal segno importante, che afferma che niuno europeo «ancora ha capito che cosa sieno le tragedie greche»; perché niuno, a suo credere, le ha ancora ben divise: ma queste esagerazioni enfatiche (sia detto con pace di tanto letterato) non par egli che rassomiglino alle precauzioni prese da’ sacerdoti gentili per accreditare i loro responsi che vendevano per oracoli? […] ma vi é stata attaccata ancora la scena di Fedra: la quale naturalmente par congiunta colla prima dell’atto II.
» E altrove ancora : « sublime nelle parti da padre, ha saputo mostrar non ordinario valore anche in caratteri disparati….
Innamoratasi perdutamente dell’Asprucci, prima ancora di darsi all’arte, sol per averlo sentito recitare, e da lui corrisposta, fu a un punto di morire, per non avere il padre suo assentito sulle prime a quelle nozze, schiavo piuttosto di un antico pregiudizio….
Il Braga e il Pedrolino havevano ancora di quei soggetti, 0 siano Scenarj di comedie sottoscritti.
Fu ancora col Cavalletti e col Perotti ; ma venuto a età piuttosto avanzata, non amando far passi a dietro nell’arte, risolse di recarsi a Londra, per insegnarvi l’italiano.
Giovinetta ancora, recitava parti di generica il 1853 in Compagnia Sadowski-Astolfi, nella quale s’ebbe molte lodi per la Contessa di Cerny nelle Memorie del Diavolo.
Bartoli le dedicò il seguente sonetto : Alla Signora Angela Cicuzzi Comica, Ballerina, e che si diletta ancora del canto.
Dal 1830 al 1859 fu con le Compagnie di Mascherpa, Pelzet e Domeniconi, Taddei e Gattinelli, Costantini e Colombino, Livini, ancora Mascherpa, Ferri, Pisenti e Solmi, Giannuzzi, Mòzzi e Gattinelli, Vestri e Antinori, Tassani e Augusto Bertini, nella compagnia del quale morì, a Rovigno d’Istria, il 12 gennaio 1859, assistito amorosamente dai fratelli d’arte, e dal figlio Luigi.
Viveva ancora al tempo del Bartoli (1782), il quale ci fa sapere com’ egli a Malta scrivesse un Prologo in versi martelliani, « dove finse che i comici agitati da una burrasca si trovassero vicini a naufragare ; e che poi assistiti da Netunno (il quale lasciavali con questi due versi : restate dunque amici al puro aer sereno, che a riposar men torno ad anfitrite in seno), potessero felicemente in quell’ Isola approdare, e far servitù a quella Nazione, come di fatto poi fecero. »
Luca, ove trovavasi ancora il 1782.
Moglie, forse, del precedente, fu artista di grandissimo pregio : e la vediamo onorata di applausi a Padova il carnovale 1747 quand’era con Onofrio Paganini, il quale per la bella interpetrazione del personaggio di Armellinda nel Rinaldo di Carlo Goldoni, le dedicò il seguente SONETTO Benchè a lui che la Gallia e il mondo onora svelar non osi il concepito affetto per il zelo d’onor, che nutre in petto, tacita amante il gran Rinaldo adora ; pur nel silenzio istesso è bella ancora, e dimostra l’ardor nel cor ristretto.
Una deflorazione rappresenta ancora la Crisanta di Rotrou. […] Che idea ammirabile ci dà ancora del gran Pompeo in questo verso, Il fuit le monde entier écrasé sous sa chute! […] Rodoguna, Ottone, e Attila, son tragedie degne ancora del gran Corneille. […] E in altra parte ancora: «Le style élégant est si nécessaire, que sans lui la beauté des sentiments est perdue. […] Boileau Despréaux, pure asseriva, che Regnard non era mediocremente piacevole; e ’l signor di Voltaire ancora dice: «Qui ne se plait pas avec Regnard n’est point digne d’admirer Molière».
Egli era discendente dei duchi di Celsa piccola e del Marchese Forcella, ed esistono ancora presso il figlio Antonio, capocomico da venticinque anni, lettere colla data del 1849 del Vescovo di Caltagirone, Monsignor Benedetto Dente, con l’indirizzo : A S.
Fu detto ch’egli era giureconsulto innanzi di darsi alle scene ; ma il Perrucci nella sua arte rappresentativa dice in proposito : « in Napoli ci sogliamo servire della Parte di Pulcinella, personaggio non già inventato da un giurisconsulto, che si diede a farlo su i pubblici teatri, chiamato Andrea Ciuccio, come sognò l’Abbate Pacicchelli ; ma da un comediante detto Silvio Fiorillo, che si facea chiamare il Capitan Mattamoros : è vero che poi vi aggiunse con lo studio e la grazia naturale, perfezione Andrea Calcese, detto Ciuccio per soprannome, sartore e non tribunalista, come è noto a tutti coloro che ancora se ne ricordano, essendo morto nel passato contagio del ’56. » Il Bartoli poi alla sua volta, cita contro quella del Perrucci l’asserzione di Bernardo de’ Dominici, che nel Tomo III delle sue Vite de’ Pittori napolitani (pag. 87) afferma essere stato il Calcese giureconsulto.
Fu un anno con Luigi Monti, poi ancora con Lavaggi per un triennio, poi capocomico, in società con Udina, Aliprandi e Sichel per due anni, dopo i quali si scritturò con Andrea Maggi, che abbandonò soltanto in capo a nove anni, non avendo voluto seguirlo in America.
xxi) dice di Alberto Ferro : Se colla parte di Barone nell’Avventuriere notturno si distinse nel comico caricato, con quella dell’Impresario nelle Convenienze teatrali non mancò di provare la sua naturalezza vivace, che venne ancora meglio espressa col Federico II nel dramma che porta questo nome.
Ma breve troppo fu il trionfo : chè dopo una operazione chirurgica per parto infelice, dovè soccombere a Roma nella primavera del 1821 non ancora compiuto il trentesimo anno.
Manca ancora a’ Francesi l’arte d’inseguire col sale comico e colla sferza del ridicolo questa vanità ed ingordigia de’ capi di famiglie che astringono le donzelle a seppellirsi per conservare a’ maschi intere le patrie ricchezze. […] Sedaine non riescì ugualmente in altri drammi, cioè nel Filosofo senza saperlo, nella Scommessa, come ancora nel Maillard, o Parigi salvato. […] Tolse egli ancora dal medesimo Goldoni la sostanza del suo Figlio naturale, dramma serio privo di ogni carattere comico. […] Ad accreditar questo genere che si allontana da’ tristi eccessi del comico larmoyant, ma che per qualche tinta soverchio tetra si diparte dalla buona commedia tenera, ha contribuito ancora il sig. di Voltaire con due buone favole malgrado di alcun difetto, cioè col Figliuolo prodigo rappresentato nel 1736, e col Caffè, ovvero la Scozzese.
Di lui allora si conosceva il poeta traduttor di Catullo, l’attore, l’artista colto e coscienzioso ; ma non ancora egli si era rivelato autore di quei monologhi che trovarono sulle scene maggiori e su quelle dei filodrammatici tanta e così invidiata fortuna ; non ancora gli si era sviluppato così nocchiuto il bernoccolo dell’ erudito e del feroce raccoglitore di qualunque cosa avesse attinenza con la storia del nostro Teatro. […] Gigi Rasi è ancora il biondo Rasetto di venti anni fa e par quasi che il tempo non l’ abbia toccato con la sua cipria fatale. – La voce di lui ha acquistato in potenza e in vigorìa ; la dizione in perspicuità e sicurezza. […] Io consento nella sua spiegazione di quell’ extenuata gerens veteris vestigia pænæ : e se non fosse il gerens che mi mette ancora un po' di dubbio, oserei chiamarla certa.
Ma pare che ignorino costoro, come il restitutore dell’Inghilterra, l’amico del gran Federigo, sa ancora munire il suo ozio co’ presidi delle lettere, e come quella sua vittoriosa eloquenza colla quale egli tuona in senato, non è meno l’effetto della elevatezza del suo animo, che dello studio da lui posto nei Tulli e nei Demosteni, antecessori suoi.
A. mostrasse ancora desiderio di averlo, vi andrebbe.
Viveva ancora al tempo del Bartoli (1782) a circa novant’ anni.
Nato a Torino da civile famiglia, fu costretto dall’avversa fortuna a recarsi in Lombardia, ove consumato tutto quanto gli restava ancora, si unì a una compagnia di guitti, recitando le parti d’innamorato con felice riuscita, se bene non avesse avuto dalla natura requisiti necessari a un artista.
Mostrata una chiara attitudine all’arte comica, fu accolto, non ancora ventenne, nel teatrino privato del Duca Cesarini che lo proteggeva ed amava, in qualità di primo attore e direttore.
Congedati i Francesi, i comici di Treu signoreggiarono ancora una volta alla Corte, con un repertorio de' più svariati ricco di drammi, farse, pastorali, ecc.
Fu, ancora per un triennio, scritturato dai soci Fabbrici e Petrelli ; poi, sposata l’egregia servetta Clotilde Sacchi, si fece nuovamente capocomico per vari anni (il '56 aveva società con Stefano Riolo), finchè, avanzato in età, abbandonò l’arte. — Il Colomberti lo dice attore di molta intelligenza e di prestante figura, applauditissimo sempre, nonostante il difetto di una voce alquanto nasale.
Viveva ancora l’anno 1634. » Ma nè di questa, nè di altri personaggi degli Affezionati ci fu possibile dar notizie.
Naturalmente i pregi della donna soverchiano ancora quelli dell’artista ; ma la promessa c’è davvero, e chiara ; e perseverando nello studio, nella tenacità di propositi, nell’amore all’arte, poichè ella è una delle più innamorate dell’arte sua, la signorina Severi arriverà certo ad attenuare una cotale ineguaglianza di recitazione, prodotta forse da mancanza assoluta di guida artistica.
Si rammenta pure da prima con qualche ribrezzo del male, cioé delle forme che gli cagionarono dolore; ma a poco a poco s’avvede che tal rimembranza non gli rinnova il dispiacere, e perciò non fugge più dal rappresentarsele, anzi si accostuma alla dipintura che se ne forma, e della verità del ritratto si compiace ancora; il che sembra la fonte del piacere che si gode nel ripetere a se stesso o agli altri con tutte le circostanze una tempesta, un incendio, ed ogni altro disastro già passato. […] L’ebbero vari antichissimi popoli italiani, come gli etruschi e gli osci prima ancora della fondazione di Roma, e certamente non la ricavarono da’ greci. […] Possiamo pur dire che ancora la nazione romana, la quale senza contrasto ricevette la drammatica dagli altri italiani e da’ greci, ne trovò nulladimcno da se sola i primi semi benché rozzissimi.
Non fu più riproduzione, ma creazione : la particina diventò poema, al quale tenner dietro senza interruzioni nel cammino glorioso gli altri (se non molti, così grandi e perfetti da valerne infiniti), quali il Massinelli, el sur Pedrin, il Sindaco Finocchi, il Tecoppa, Gigione, el sur Pancrazi, el Maester Pastizza, el sur Pànera, el sur Pistagna, e altri ancora che non son poi che una derivazione più o meno isvariata di questi. […] Ci sentiamo sani di dentro e di fuori e contenti di essere nati e di essere ancora vivi. […] Possiate esercitare questa arte benefica per cent’anni ancora e possa la sana gioia, che voi seminate con tanta larghezza, esservi restituita in tanta salute e in tanta gloria.
Contro il tragico artificio (dice ancora) le belle doti di Costanza distraggono alquanto dall’attenzione che debbesi a quelle d’Inès. […] Nel Serse si desidera ancora più decoro e più uguaglianza ne’ caratteri. […] Qualche durezza nella condotta dell’azione ci fa vedere in lui un’ arte non ancora perfezionata. […] Ma se libero, Polifonte non dovea temere d’un giovane sì intraprendente che senz’armi ancora l’ha insultato? Incatenato poi o libero non dovea egli temere ancora che la di lui presenza commovesse un popolo così affezionato alla famiglia di Cresfonte?
Viveva ancora nel 1782, amato e stimato da tutti come uomo e come artista.
Luca, prima donna a vicenda colla Marta Bastona, della quale divenne un’emula fortissima ; lasciò giovane il teatro, e viveva ancora nel 1782 a Venezia, avendo – aggiunge il Bartoli – il marito impiegato in cariche civili, che a lui procacciavano un utile guadagno, ed a sè stessa una quiete più tranquilla nell’età sua, che a gran passi alla vecchiezza s’incamminava.
La Gaidoni continuò per alcun tempo ancora a vagar di compagnia in compagnia, finchè doma dagli anni dovè lasciar le scene e rifugiarsi in Genova, dove miseramente visse fino all’anno 1849.
Venuto a morte, fu il suo corpo disseccato a guisa di mummia, e collocato in un pubblico cimitero, d’onde però, vista la poca devozione de' visitatori, fu tolto per esser messo sotto terra ; e aggiunge il Bartoli, che la memoria di lui, viveva ancora al suo tempo (1781).
Fiorillo), e soprattutto di volersene fuggire, come fece poi, ora che avea fatto bottino ; e faceva istanza, conforme i desiderj di Sua Maestà, di restare a Parigi un anno ancora…. istanza, che fu accolta favorevolmente, rimanendo allora alla testa della compagnia Giovanni Battista Andreini.
Figlia del precedente, nata a Bassano veneto il 1875, fu prima educata nel Collegio di Oneglia, poi, giovinetta ancora, ne uscì per seguire il padre nelle sue peregrinazioni artistiche.
Vi troviamo ancora i Giullari, e nel 1328, celebrandosi la festa per la coronazione del re di Aragona, i Giullari Ramaset e Novellet cantarono molti versi composti dal re. […] mangiar de’ pomi ridendo con sua Madre, dire de’ paternostri cogli apostoli, e risuscitare e giudicare i morti: vi si udirono i beati cantare in paradiso in compagnia di circa novanta angeli, e i dannati piangere in un inferno nero e puzzolente in mezzo a più di cento diavoli che ridevano del loro supplizio: vi si vide ancora una volpe prima semplice clerico, indi di mano in mano vescovo, arcivescovo e papa, sempre cibandosi di polli e pulcini .
Vi troviamo ancora i Giullari, e nel 1328 celebrandosi le feste per la coronazione del re d’Aragona, i giullari Ramaset e Novellet cantarono molti versi composti dall’infante Don Pietro fratello del re. […] S. mangiar de’ pomi ridendo con sua Madre, dire de’ paternostri cogli Apostoli, e risuscitare e giudicare i morti: vi si udirono i beati cantare in paradiso in compagnia di circa novanta angeli, e i dannati piangere in un inferno nero e puzzolente in mezzo a più di cento diavoli che ridevano del loro supplizio: vi si vide ancora una volpe prima semplice clerico, indi di mano in mano vescovo, arcivescovo e papa, sempre cibandosi di polli e pulcini.
Si fece poi egli stesso conduttore di quella impresa, la quale dopo tre anni cedette ad Alamanno Morelli e Bellotti-Bon, e della quale restò sempre direttore, recitando ancora talvolta, benchè in età avanzata, la sua Trilogia di Ludro. […] Vive ancora sul teatro la trilogia dei Ludri, un tipo tolto ad imprestito a Carlo Goldoni ; e cioè, Ludro e la sua gran giornata, il matrimonio di Ludro, e la vecchiaja di Ludro.
Essendosi incendiato presso la loro casa un fondaco di legname, tre dei quattro fratelli, ancora ragazzi, accorsero fra i primi ; e cacciandosi in mezzo alle fiamme, riuscirono a trasportare parecchie travi non ancora divampanti portandosele come fossero fusicchè togliendogli esca, il fuoco potè essere più facilmente domato.
In questo senso ancora l’Harvey è riguardato come inventore della circolazione del sangue. […] Né solamente l’estetico di tali facultà, ma quello ancora della natura prende origine dalla simmetria. […] Perciò ancora i versi più agevolmente che la prosa nella memoria si arrestano. […] Tutti gli uomini, siccome nelle sembianze, così differiscono ancora nel parlare e nel gestire. […] E forse non disconverrebbe, che una tale usanza si facesse più comune ancora ch’ella non è.
Il Quadrio cita ancora il Crescimbeni e il Maffei, le cui parole abbiamo già discusse. […] Fu questo ancora sentimento del prelodato Muratori. […] Non vi prevenni, che altri ancora, oltre i da me nominati, erano di quel bel sentimento? […] Troppo rimane ancora da lavorare per fornir la Drammatica di tutto l’opportuno soccorso, che l’è necessario! […] a quella finta morte, a quella Regina, che morta ancora, nell’esser condotta dentro da’ servi, si ajuta co’ proprj piedi?
Brunetti Icilio, nato a Fossombrone il 1838, fu, ancora in fasce, portato a Roma, ove stette fino al ’61, nel qual anno esordì a Livorno come secondo amoroso e secondo brillante in Compagnia di Francesco Sterni.
[http://obvil.github.io/historiographie-theatre/images/rasi_comici-italiani-01-02_1897_img167.jpg] Suonava ancora con assai maestria la chitarra, il che sappiamo da questi quattro versi che son sotto al ritratto di Bonnart che riproduco : Avec sa guittare touchée, plus en maître qu’en écolier, il semble qu’il tienne cachée une flute dans son gosier.
Egli soleva tra il penultimo e l’ ultimo atto della rappresentazione invitare il pubblico, secondo il costume, alla recita del domani : e tale e tanta era la grazia delle sue parole, tanta la varietà ed elevatezza dei concetti, e tale ancora la dovizia delle trovate, che molti degli abbonati recavansi a teatro in quell’ ora solamente.
Antonio Conti, nobile veneto, altro filosofo e letterato grande, ha coltivato ancora con felicità la poesia tragica. […] Degne di mentovarsi sono ancora la Morte d’Alessandro e l’Arsinoe del sig. […] Due illustri donne meritano ancora di essere ricordate nei recenti fasti del teatro italiano. […] Napoli si pregia ancora delle produzioni teatrali del dottissimo cattedratico e avvocato D. […] Trionfa ancora oggidì in Italia la danza e l’arte pantomimica ridotta finalmente a rappresentar favole intiere e seguite.
Delo presenta a’ nostri giorni ancora nel pendio di una collina a cui si appoggia, e intorno a trecento passi lontano dal mare, che riguarda la punta del gran Rematiari, qualche reliquia di un bel teatro di marmo, il cui diametro preso con tutta la profondità degli scaglioni è di 250 piedi e la periferia di 500154. […] In Suida troviamo ancora che il gramatico Sosibio Spartano compose un trattato sul genere di commedia usato dalla sua nazione. […] Plutarco nella Vita di Focione racconta ancora di un tragedo che nell’uscire sul pulpito richiese una maschera degna di una regina e un corteggio proporzionato. […] Osserva ancora lo stesso Vitruvio non essersi senza molto senno, per la scalinata, scelta da’ Greci architetti la figura circolare, ed averne gradatamente innalzati e ingranditi i cerchi a misura che si allontanavano dal centro. […] Formavano ancora una parte del teatro alcuni gran portici edificati dopo la scena, i quali servivano al popolo per ricoverarvisi quando le piogge dirotte interrompevano la rappresentazione.
Sotto quel cielo non ancora abbastanza rischiarato la stessa lingua non era allora nè polita nè fissata, quando sulle scene comparve Guglielmo Shakespear. […] Non è maraviglia che abbia scarabocchiato un libercolo picciolissimo in tutti i sensi, per provare che in Italia la poesia non è uscita ancora dalla fanciullezza; non consistendo la sua grand’opera che in pagine 104 in picciolo ottavo, delle quali (sebbene protesti di voler fare un libro picciolo) ne impiega ben quaranta solo in esagerate lodi della sua innamorata, cioè di Shakespear. Non è maraviglia che nella medesima brochure o scartabello che sia, cancelli con una mano quel che coll’ altra dipigne; e nell’atto che dichiara gl’ Italiani fanciulli in poesia, affermi che abbondino di eccellentissimi poeti lirici in ogni genere, non avendo ancora imparato che l’entusiasmo, la mente più che divina, il sommo ingegno, la grandezza dello stile, doti da Orazio richieste nel vero poeta, convengono singolarmente alla poesia lirica. Non è maraviglia ancora che mentre nega il nome di poeta grande ad Ariosto, confessi poi che sia egli gran poeta descrittivo, con altra palpabile contraddizione, perchè le bellezze dello stile, la copia, la vaghezza, la vivacità e la varietà delle immagini, formano le principali prerogative della poesia perchè trionfi del tempo. […] Contemporaneo del Shakespear fu Giovanni Fletcher, il quale ancora contribuì agli avanzamenti del teatro Britannico.
In latino si traslatò ancora da Andrea Hiltebrando medico di Pomerania, e s’impresse in Francfort nel 1615, e di nuovo nel 1623. […] Vana cura sarebbe ancora metterne in vista più questa che quella bellezza, men bello di ciò che si sceglie non sembrando quello che si tralascia. […] Domando ancora, se a buona ragione la sola musica delle canzonette potesse bastare a far chiamare opere in musica le pastorali? […] Francesco Patrizii la rammenta ancora con grandi elogii. […] L’esgesuita Saverio Bettinelli celebre poeta del secolo XVIII errò ancora nel credere che quella cena del 1529 fosse stata data da don Garcia essendo vicerè della Sicilia.
Fu con Onofrio Paganini e con Pietro Rossi ; poi tornò col Sacco, con cui stette un triennio ; poi, alternativamente, ancora col Rossi, e con Pietro Rosa.
Apparve ancora nel ’63 al Teatro Re di Milano ; poi, venuto vecchio, e ormai vedovo da qualche tempo, con le due figlie ancor giovani, ebbe la fortuna di essere ricoverato da un’agiata famiglia milanese, in seno alla quale morì in tardissima età.
Esiste ancora a Chioggia un Calle Duse, benchè la famiglia fosse un tempo assai più nota col nomignolo di Griguolo, che le fu dato un po’ per antica consuetudine del sito di chiamar ciascheduna famiglia con un soprannome che riman poi per secoli, un po’per distinguerla da altra famiglia Duse, tuttavia esistente.
Non sapete ancora Che ciò che nasce a morte si destina? […] Si rappresentò ancora alla presenza de’ cardinali Ravenna e Salviati. […] Non erano e in Inghilterra e in Francia, come altrove, generali i costumi della cavalleria nel secolo XIII ancora? […] Allora i Cornelii non aveano ancora lette le commedie spagnuole. […] Ciò fu ancora avvertito dal conte di Calepio nel Paragone della tragica Poesia nel capo IV; art.
La grandezza del foro, dice ancora Vitruvio, si dee fare proporzionata alla quantità del popolo, acciocchè o non riesca la capacità di esso ristretta riguardo al bisogno, o pure per la scarsezza del popolo il foro non paia disabitato e solitario58. […] [6.5] A far sì che in un teatro, per grande ch’ei fosse, vi si potesse, ciò non ostante, comodamente udire, hanno ancora avvisato taluni che molto vi facesse la figura interna di esso teatro. […] Vuolsi ancora dall’interno del teatro sbandire quella maniera di ornati, tanto alla moda in Italia, che rappresentano ordini di architettura; pedanteria, che abbiamo redata dal secolo del Cinquecento, in cui né scrivania facevasi, né armadio senza porre in opera tutti gli ordini del Coliseo. […] E non lungi dalla medesima idea è il teatro che fu, non sono ancora molti anni, consecrato in Berlino ad Apollo e alle Muse; ed è uno dei primari ornamenti di quella città regina.
Un cert’altro letterato Francese di tal fatta, in un circulo d’uomini e di donne, gravemente affermò ancora, aver letto con sommo piacere l’Euripide di Sofocle. […] Bianchi) che sebbene appresso i Romani il nome di strione fu reso ancora comune agli attori delle commedie e delle tragedie, contuttociò costoro furono esenti da quella macchia d’infamia, di cui erano notati i veri strioni, i quali senz’ordine de’ magistrati, e fuora de’ Ludi sagri, facevano i loro giuochi. […] Presso i Romani chiamavansi Pantomimi coloro i quali accompagnati da’ suoni appropriati esprimevano senza parlare ed animavano co’ gesti, segni, passi, salti, movimenti, e colle attitudini non pur le figure, o i personaggi ch’essi imitavano, ma le passioni, i caratteri, e gli avvenimenti ancora. […] Aurelio, siamo anche istruiti, che vi erano allora Compagnie o Collegj liberi di Mimi, e che in quelle si aggregavano coloro che volevano servire alla scena, o nel rappresentar mimiche azioni, o nel saltare in teatro, e che costoro latinamente chiamavansi adlecti scenæ, ed aveano certo sacerdozio, per cui si diceano Parassiti di Apollo, il che si raccoglie ancora da altre lapidi.
Se ne servì il Goldoni per far eseguire una sua canzone musicata da Francesco Brusa, quando non era ancora moglie dell’armeno Amurat
Il sonetto pubblicato nel 1654 poteva essere stato composto alcuni anni prima, e la giovine ben promettente, poteva essere ancora tra le comiche famosa a poco più o poco men de’ quarant’anni.
Ella non valeva gran cosa nelle commedie dell’ Arte ; ma era eccellente nelle parti tenue delle Tragedie, conservando ancora una grazia e una delicatezza nel gesto, nella voce e nell’ espressione che la faceano piacere e applaudire.
Maritatasi ad Antonio Goldoni, e divenuta la prima attrice della compagnia, riempì del suo nome tutta l’Italia, sebbene avesse molto a lottar colle grandi stelle che tramontavano e le grandi sorgenti, fra cui l’Anna Fiorilli, non moglie ancora al Pellandi.
Egli fu anche espertissimo del canto e del ballo ; e il Bartoli ci fa sapere come « alla stessa Maestà napolitana abbia pur egli fatto vedere un ballo spagnolo, che chiamasi il fandangh, eseguito da lui ad occhi bendati in mezzo a un numero d’ova, che movendosi ancora restavano illese, e non schiacciate da’piedi. » Fu anche autore di due azioni spettacolose, che non diede alle stampe : Il Naufragio felice, e I Prodigi d’amore ; e pubblicò un dramma per musica tratto dal Feudatario del Goldoni, e intitolato Le Gelosie villane.
Si unì poi all’attore Artale, mantenendo alto lungo tempo ancora, colla prestanza della persona, coll’intelligenza non comune e la voce armoniosa il prestigio della tragedia.
Fu il '77 con Michele Ferrante, il '78 con Galletti-Dondini, l’ '80 ancora con Lollio ; l’ '81, in società, con Fagiuoli, Udina, Tellini e Aliprandi Giovannina, ecc. ecc., l’ '82 con Drago.
Sino a tanto che le arti sono rozze per ancora, l’amore della novità è vita di quelle; ond’hanno incremento, maturità e perfezione: ma giunte al sommo, quel principio medesimo che diede loro la vita è anche quello che dà loro la morte. […] [2.2] Un’altra principal ragione ancora del presente scadimento della musica, è quel suo proprio e particolar regno ch’ella ha preso a fondare e che è cresciuto oggigiorno a tanta altezza. […] E forse non disconverrebbe che una tale usanza si facesse più comune ancora ch’ella non è. […] E ciò non tanto in riguardo alla vastità del teatro, dove la lontananza si mangia la diligenza, ma in riguardo ancora alle voci, a cui debbono soltanto servire. […] Nelle cantate del Timoteo e della Cassandra e nella celebre opera de’ Salmi, non solo egli ha mirabilmente espresso le passioni tutte, i più delicati sentimenti dell’animo, ma è giunto ancora a rappresentare alla fantasia le stesse cose inanimate.
L’oratore Teodette, il quale con Teopompo e Naucrite concorse nel certame panegirico instituito da Artemisia in onor di Mausolo, compose fralle altre una tragedia bene applaudita intitolata Mausolo, la quale a tempi di Aulo Gellio ancora si leggeva. […] Questo Apollinare oltre alla nominata tragedia espose sulle scene altri fatti del Vecchio Testamento imitando Euripide, e scrisse ancora commedie sulle tracce delle favole di Menandroa.
A quelli giorni il teatro italiano, il francese, e lo spagnuolo ancora fremerebbe a una scena simile alla III dell’atto III tra madama Orgone e M. […] Ah, se la rimembranza é a lui così amara e crudele, s’egli ancora non può obbliarmi… Ma no, egli a me più non pensa… Almeno lo spero… Lo spero? […] I pantomimi non solo fioriscono oggidì ancora in Germania, ma la gloria d’aver prima di tutti risuscitata quell’arte, si attribuisce a un tedesco. […] Nel saggio teatrale del mentovato Don Tommaso Sebastian uscì ancora una commedia, in cui l’autore pretese riformare il Parecido en la Corte del Moreto. […] In Barcellona, in Cartagena, nel Ferol si rappresenta ancora l’opera italiana; e in Bilbao suole anche talvolta cantarsi qualche nostra opera tradotta in castigliano.
In grecia esistevano ancora i teatri di Corinto, Tebe, Delo, Atene, Sparta. […] Antiochia ne avea ancora, e i suoi istrioni furono cagione della trascuraggine e della mina di Macrino102. […] Gli antichi poeti e musici ebrei, quali furono Davide, Salomone, Asaf, Eman, ed altri, si crede che scrivessero ancora drammatici componimenti, e per tale senza contrasto é considerata la Cantica di Salomone; ma che simili poesie pervenissero ad essere uno spettacolo decorato per far illusione e dilettar la moltitudine, non apparisce.
I monaci poi si avvisarono ancora di mettere in dialoghi le vite de’ santi, come quella di Santa Caterina rappresentata da’ monaci di San Dionigi, ed altri innumerabili dialoghi di simil fatta, che andaronsi recitando di mano in mano in Francia, in Alemagna, in Italia, e nelle Spagne, dove durarono per molti secoli. […] Di quelli menestrels ebbero ancora gl’inglesi, gli scozzesi, e i danesi, e forse furono i successori dei bardi e degli scaldi. L’Alemagna nel secolo XIII avea i suoi minnesaenger, o cantori d’amore, nelle cui poesie, che ancora esistono, neppur si vede cosa veruna teatrale.
Nel Friuli ancora nello stesso anno 1304 si rappresentarono dal Clero e dal Capitolo la Creazione di Adamo ed Eva, l’Annunziazione, ed il Parto di Maria Vergineb. […] In certi paesi a’ nostri giorni ancora contansene pochissime di questa più regolari. […] Troviamo ancora nell’opere del Petrarca mentovato onoratamente un erudito attore de’ suoi giorni chiamato Tommaso Bambasio da Ferrara, della cui amicizia gloriavasi il principe de’ Lirici Italiani, come il principe degli Oratori Latini di quella di Roscio, a cui lo comparava per la dottrina e per l’eccellenza nel rappresentarea.
Nel Friuli ancora nell’anno stesso 1304 si rappresentarono dal clero e dal capitolo la creazione d’Adamo ed Eva, l’annunziazione e ’l parto della Vergine30. […] In certi paesi a’ nostri giorni ancora contansene pochissime di questa più regolari. […] Troviamo ancora nell’opera del Petrarca mentovato onoratamente un erudito attore de’ suoi giorni chiamato Tommaso Bambasio da Ferrara, della cui amicizia gloriavasi il principe de’ lirici Italiani, come il principe degli oratori Latini di quella di Roscio, a cui lo comparava per la dottrina e per l’eccellenza nel rappresentare34.
Manca ancora a’ Francesi l’arte d’inseguire col sale comico e colla sferza del ridicolo questa vanità ed ingordigia de’ capi delle famiglie che astringono le donzelle a seppellirsi per conservare a’ maschi intere le patrie ricchezze. […] Tolse egli ancora dal medesimo Goldoni la sostanza del suo Figlio naturale dramma serio privo di ogni carattere comico. […] Ad accreditar questo genere che si allontana da’ tristi eccessi del comico larmoyant, ma che per qualche tinta soverchio tetra si diparte dalla buona commedia tenera, ha contribuito ancora il Voltaire con due buone favole malgrado di alcun difetto, cioè col Figliuol Prodigo rappresentato nel 1736, e col Caffè ovvero la Scozzese.
Lo troviamo poi nella Compagnia di Pedrolino, Giovanni Pelesini, dalla quale, com’egli scrive a un famigliare del Duca da Cremona, il 4 dicembre '95, si partì per mali trattamenti e più per insofferenza di giogo, passando in quella de'Desiosi o della Diana, in cui lo troviamo ancora l’anno successivo a Mantova e a Bologna, il '97 a Piacenza, onde scrive gajamente a Ferdinando de'Medici, chiamandolo nell’ intestatura misericordioso tutore, e nella sopra- scritta « suo come fratello minore Messer Ferdinando Medici, ma non de quei che toccano il polso », e il '99 a Verona, anno appunto, in cui, con decreto del 29 aprile, fu fatto dal Duca Vincenzo soprastante ai Comici mercenarj, ciarlatani, ecc., di Mantova e distretto ; carica che gli suscitò contro l’invidia de' malevoli, com’ egli ebbe a dolersi col Duca in una lettera del 7 di agosto, riferita intera dal D'Ancona. […] Gli Accessi erano ancora l’ottobre del 1601 a Parigi, d’onde, nonostante le richieste della Contessa Maria di Boussu per averli nelle Fiandre e in Brabante, pare tornassero in Italia nel prossimo autunno. […] Egli fuggì alla fine di giugno, e si restituì a Mantova, a godervi la pace sospirata nella sua casetta di via dell’ Aquila ; pace, che non fu, pare, di molta durata ; giacchè vediamo il Martinelli co'Fedeli a Venezia il carnovale del '23 ; e il luglio del '26 accennava ancora al desiderio di comparir novamente in Francia.
Essi investigheranno ancora chi sia quel poetilla ridiculo autor de comedias goticas, todas aplauditas en el teatro, todas detestables à no poder mas, y todas impresas por suscripcion, con dedicatoria y prologo 31. […] In Cadice, in Barcellona, in Saragoza, in Cartagena e talvolta nel Ferol, si è rappresentata ancora alcuni anni l’opera italiana. […] Corràl propriamente significa una corte rustica dietro di una casa, e talvolta comune a più casucce di famiglie plebee, ed un tal luogo servì talora nella Spagna per le rappresentazioni sceniche, quando ancora non eranvi teatri fissi. […] Se ciò in castigliano e in italiano significa che di questi partiti non si sono ancora aboliti i nomi, io vorrei che mi si rinfacciasse dove abbia io detto il contrario. […] Dissimula ancora che le due compagnie formano un solo corpo, avendo un solo monte che alimenta gl’ individui di entrambe dopo aver servito dieci anni continui il pubblico di Madrid.
ma Sig.ª Sua sia meritevolmte eletto Giudice de Saui in Ferrara, tal nuoua mi ha Resa tanta Consolatione p la deuota servitù che li professo, che mi ha stimolato ancora ad incomodare V.
Fu con Peracchi e colla Marini ; poi con la società Biagi-Casilini, e poi con Morelli, con Pietriboni, con Aliprandi-Privato, e di nuovo con Pietriboni ; e finalmente, sposatasi a Guglielmo Privato, con la Compagnia Veneta formata da Zago in società con suo marito, sostenendovi ancora, e con buon successo, le parti di prima attrice, e prima attrice giovine, a cagione del fisico che le si è serbato quale a’ suoi venti anni.
Viveva ancora al tempo del Bartoli (1782).
Così duraron qualche anno ancora, studiando accanitamente, sfogandosi in crear parti di grande rilievo, e guitteggiando pei teatri delle Marche e dell’ Umbria, fino a che gli omai valenti artisti, saliti a grado a grado in rinomanza, condussero e diressero essi stessi una compagnia ricca di ottimi elementi, della quale era lei prima donna applauditissima e nelle commedie scritte e in quelle improvvise, e nelle parti comiche e in quelle tragiche ; e lui primo amoroso e incomparabile Arlecchino.
., e più ancora nei Oci del cuor, la sua ultima creazione, fu artista unica.
Aitante della persona, piacente del volto, elettissimo de' modi, egli potrà salir ancora molto alto, quando abbia saputo misurar più la dizione, talvolta confusa, e meglio usar della voce talvolta velata.
Nel Serse si desidera ancora più decoro e più uguaglianza ne’ caratteri. […] Qualche durezza nella condotta dell’azione mostra nell’autore un’ arte ancora non perfezionata. […] Ma sé libero, Polifonte non dovea temere di un giovane sì intraprendente che senza armi ancora l’ha insultato? […] I Francesi negli andati secoli sono qualche volta fuggiti ancora. […] Vi sono per essi tre sedie nere su di uno strato nero ancora.
[29] «Pretendere ancora come fa il N. […] Ma tutto ciò è assai diverso dal patetico nel quale, come ancora nello scopo morale e politico, la musica greca, e per mio avviso e per quello di molti uomini assai più dotti di me, superava altrettanto la moderna, quanto questa supera l’antica in altre doti pregievoli. […] [43] «Pensa ancora il Sig. […] Si può aggiungere ancora che siffatta usanza troppo intemperantemente imitata dai seguaci di Metastasio ha recato ancora un gran danno alla poesia, perocché i poeti alloppiati dalla vaghezza delle similitudini profondono le bellezze di pura imaginazione in quei luoghi del dramma, dove solo dovrebbero aver luogo le bellezze di sentimento. […] [67] «Dove si disse ancora il nostro parere circa all’apertura dell’opera di cui parlando il N.
Forse ciò avvenne ancora perchè i primi traduttori Spagnuoli delle antiche favole non ne diedero una idea capace d’invitare all’imitazione. […] Baltassarra rappresenta a cavallo in mezzo della platea (costume non ancora deposto da’ commedianti) facendo la parte di Rosa Solimana. […] Il poeta con altre pennellate ancora avviva il ritratto di Don Luca. […] Quevedo se ne burlava ancora. […] Ma i di lui clamori non sono stati ancora ascoltati.
Ma di ciò, come ancora delle cagioni morali, che contribuiscono ad alterar i linguaggi, si farà di proposito più ampiamente discorso in un saggio filosofico sull’origine della espressione poetica, e musicale, che da chi scrive si conserva inedito. […] [5] Da tali differenze introdotte dal canto si scorge ancora quali proprietà si richieggano oltre le accennate di sopra in un linguaggio acconcio a tal fine. […] Potrebbe ancora farsi vedere in qual guisa sappia essa congiungere l’ordine colla vivacità e colla chiarezza la forza, imbrigliare l’immaginazione senza rallentarne la possa, accomodarsi a tutte le inflessioni, e a tuti gli stili, conservando, ciò nonostante, l’indole sua propria, e nativa: quanto vaglia a esprimer tutte le passioni, e a dipinger tutti gli oggetti, e come divenghi lo strumento egualmente dallo spirito della fantasia, e degli affetti. […] Ora l’origine del moderno italiano non dee tutta ripetersi dal latino parlare o dal settentrionale, ma dai rottami ancora della lingua italica primitiva anteriore alla latina, e che formavasi dai dialetti etrusco, indigene, osco, greco, sabino, e tant’altri usati dai rispettivi popoli che abitavano questi paesi. […] Essa forse non sarebbe la più armoniosa, poiché la melodia per rendersi gradevole, dee non solamente esser dolce, ma esser ancora variata.
No, caro padre (io ti dicea pendendo Da le tue guance ch’oggi ancora io tocco) Non fia mai ver che in vecchia età ti lasci. […] Volle ancora il celebre Racine conservarla nella sua Ifigenia. […] Mattei stima tal divisione così importante che al suo dire niuno Europeo ha capito ancora che cosa sieno le tragedie greche , perchè niuno, a suo credere, le ha ancora ben divise . […] Ma in questo squarcio che si è voluto convertire in un terzetto moderno si va cercando ancora l’autor della morte di Polidoro. […] In questa tragedia ancora Euripide nulla omette che possa ridondare in onore di Atene sua patria.
Nacque nel 1742 e viveva ancora al tempo di Francesco Bartoli, editore delle più volte citate notizie, cioè circa il 1782.
Il Campardon pubblica ancora due documenti tolti dagli Archivi Nazionali, uno concernente la dichiarazione del Benozzi per il furto commesso alla Commedia Italiana di un orologio da tavola con soneria in bronzo dorato : l’altro la querela di esso Benozzi, contro un inquilino di una casa situata in via Montorgueil, il quale dal terzo piano gli aveva rovesciata addosso dell’acqua sudicia.
Restò sul teatro fino all’anno 1767, dopo il quale, prostrata dalle fatiche che le avevan date l’allevamento e l’educazione di cinque figliuole, si ridusse a Venezia, ov' era ancora l’ 82, « ben conservata — dice il Bartoli — e in buona salute, presso una doviziosa e onorata famiglia. » Suo marito, per non esser d’aggravio alla famiglia si recò maestro di ballo nel Collegio di Senigallia, e quivi morì il 1780.
Il Salimbeni dovè certo acquistarsi buona rinomanza in questa parte : e vediam del 1608 a Fontainebleau il Delfino dar per parola d’ordine agli esenti dalla guardia il nome de'migliori personaggi della Compagnia italiana ; oggi Frittellino, domani Pantalone, posdomani Cola, e tre giorni dopo Piombino, e dopo ancora Stefanello (V.
Lascio ancora che il carattere di Celestina per altro eccellentemente dipinto, si vede imbrattato di vana ostentazione di erudizione e dottrina intempestiva impertinente. […] Ma questo argomento perde ogni vigore al riflettersi ch’egli lodò ancora come eccellenti alcune tragedie, che la posterità, come diremo, ha trovate cattive, non che difettose. […] Egli crede ancora che il Vega non ebbe idea della vera tragedia, e pur nel di lui Arte Nuevo si trovano ben distinti i componimenti di Terenzio e di Seneca. […] Il carattere del re don Pietro nobile e grandemente innamorato, in questa seconda favola apparisce fiero, violento, atroce, basso ancora ed indecente. […] Sono state sepolte sino a’ nostri giorni, e la Filli si occulta ancora; ma le altre due si pubblicarono nel VI tomo del Parnasso Spagnuolo, in cui se ne dà un giudizio imparziale.
Qualche cosa teatrale si compose in Portogallo dal famoso comico Gil Vicente, le cui commedie venivano corrette dalla di lui figliuola Pabla Vicente che altre ne scrisse ancora di propria invenzione. […] Intanto il determinato Floristan si abbocca con un eremita; manifesta come é incorso nella bigamia per aver prima sposata clandestinamente la cortigiana, ed indi con formalità Orfea, e gli confida ancora la risoluzione presa di tor la vita alla moglie, …… Es menester que yò mate luego à Orfea, dò Serafina lo vea porque lo pueda creer. […] Ciò concedendo ancora, il maestro Perez con «lingua di latte snodava voci indistinte», e incerte orme segnava menato per los andadores, quando si leggeva in Italia la tragedia del Carretto, e non era uscito dell’età pupillare, quando vi si rappresentavano e ammiravano quelle del Trissino e del Rucellai. […] ), nato in Aveiro nel Portogallo il quale fu discepolo del Poliziano in Firenze, e fecevi gran profitto, e dopo lesse ancora egli in Salamanca per lo spazio di 20 anni in compagnia del Nebrissense; e passato in Portogallo fu maestro de’ due principi, e morì decrepito in casa sua nel 1530 con lasciar varie opere. […] Ma senza contrasto fu prevenuto da Lope che molti ancora ne compose, per quel che attesta Montalbàn nel di lui elogio intitolato Fama Postuma.
Eschilo abbigliò ancora le persone tragiche con vestimenti gravi e maestosi, fece ad esse calzare il coturno, e migliorò l’invenzione della maschera di Cherilo e di Frinico. […] Egli prevede ancora il rimanente della minacciata sventura nel vederne le prime circostanze avverate, nè cede, nè si ritratta, e solo si lagna invocando la Terra sua madre e l’etere che circonda la luce in testimonio dell’ingiustizia che l’opprime . […] Osserviamo che Prometeo è un personaggio totalmente buono e benefattore dell’umanità, e che il buono effetto che fè in teatro c’insegna, che sebbene Aristotile ci diede una bellissima pratica osservazione nel prescrivere che il protagonista debba essere di una bontà mediocre mista a debolezze ed errori, non debba però tenersi per legge generale inviolabile, altrimenti ne mormorerà il buon senno che ci porta ad ammirar giustamente il bellissimo carattere di Prometeo, quello di Ajace in Sofocle, ed altri ancora di ottime tragedie moderne. […] Ma la nuova edifieazione di tal città, ove Jerone invitò ancora de’ nuovi abitatori, avvenne nell’olimpiade LXXVI. Adunque allora Eschilo non era ancora stato vinto da Sofocle a.
Delo presenta a’ nostri giorni ancora nel pendio di una collina a cui si appoggia, e intorno a trecento passi lontano dal mare, che riguarda la punta del gran Rematiari, qualche reliquia di un bel teatro di marmo, il cui diametro preso con tutta la profondità degli scaglioni, è di 250 piedi, e la periferia di 500b. […] In Suida troviamo ancora che il gramatico Sosibio Spartano compose un trattato sul genere di commedia usato dalla sua nazione. […] Le parti femminili, come bene osserva il medesimo Maffei, si rappresentavano solamente dagli uomini; e viene ciò con ispezialità assicurato da Platone, cui rincresceva appunto che gli uomini comparissero sulla scena da donnea Plutarco nella Vita di Focione racconta ancora di un tragedo che nell’uscire sul pulpito richiese una maschera degna di una regina e un corteggio proporzionato. […] Osserva ancora Vitruvio non essersi senza molto senno per la scalinata da’ Greci architetti scelta la figura circolare, ed averne gradatamente innalzati e ingranditi i cerchi a misura che si allontanavano dal centro. […] Formavano ancora una parte del teatro alcuni grandi portici edificati dopo la scena, i quali servivano al popolo per ricoverarsi quando le piogge dirotte interrompevano la rappresentazione.
Laberio per suo esercizio e diletto compose moltissimi mimi che si rappresentavano, e forse da lui stesso ancora privatamente. […] Un’ secolo dopo il prelodato Lattanzio Firmiano disse ancora: Quid de mimis loquar corruptelarum praeferentibus disciplinam, qui docent adulteria, dum fingunt, et simulatis erudiunt ad vera? […] È vero che in Roma ed in Costantinopoli arsero le fazioni de’ Verdi e de’ Turchini nel circo e ne’ teatri; ma è vero ancora che i pantomimi influirono negl’interessi e nell’origine degli odii de’ Guelfi e de’ Ghibellini quanto v’influì la discordìa de’ Tebani Eteocle e Polinice. […] Se n’è parlato ancora nella Scelta Miscellanea che pubblicavasi in Napoli, nel Numero II, articolo III del. 1784. […] Notabile è ancora in questi giuochi che le meretrici vi andavano a suon di tromba tutte nude, ond’è che Giovenale disse nella Satira VI: … Dignissima prorsus Florali matrona tubâ.
Troviamo ancora nell’opere del Petrarca fatta onorata menzione di un celebre attore de’ suoi giorni, sommante erudito, nominato Tommaso Bambasio da Ferrara, della cui amistà si gloriava questo principe de’ nostri lirici, come il principe degli oratori latini di quella di Roscio, a cui lo comparava per la dottrina e per l’eccellenza nel rappresentare127. […] Nulla di tali cose troviamo ancora nelle Spagne.
Ma non monta in superbia per ciò : tornata in Italia, memore di quel che fu il maestro per lei, si unisce ancora a Toselli, interpretando' sta volta i capolavori del Teatro piemontese, quali Sablin a bala, Gigin a bala nen, Margritin dle violette, e suscitando nel pubblico accalcato nel piccolo teatro Rossini il più schietto e più vivo degli entusiasmi. […] Pallida come un cadavere…. le labbra più pallide ancora, contratte, umide di bava….
Si rifugiò egli allora a Salonicco, e sempre assieme a quello Zattini, col quale poi tornò in Italia, pellegrinando per un par d’anni ancora nelle provincie del mezzogiorno. Si scritturò con l’ Emanuel, poi, andate a male le cose, formò Compagnia coi figliuoli già grandi, poi tornò ancora scritturato a' Fiorentini di Napoli dalla Santobono, insieme a Michele Bozzo, la Piamonti, ecc., poi di nuovo capocomico in società, or con Pareti, marito della prima donna Elvira Glech, or con Drago, la Lugo e Sichel, ed ora con Cartoni e Udina.
La comparazione fra il canto e il ballo può condursi ancora più avanti. […] Come gli dei e gli eroi furono tenuti poeti e musici così furono ancora tenuti ballerini. […] Così fecero ancora i Romani in ciò che appartiene a non mischiare la pantomima colle azioni musicali. […] Essi fecero ancora di più. […] Né si contentò egli di letterarie specolazioni, ma volle ancora mettere in pratica quanto colla voce e colla penna insegnava agli altri.
Pacuvio al pari di Ennio coltivò ancora la poesia satirica prima di Lucilio. […] Adunque non potea essere stata letta prima a Cecilio già morto da un anno e più ancora. […] Osservisi ancora con quanta grazia e verità nell’atto stesso incontrandosi Panfilio colla serva Miside, le dice, quid agit? […] Alcuni critici ancora hanno detto, che questa favola conteneva due azioni, una degli amori di Panfilo, l’altra di quelli di Carino. […] Altro inconveniente nasce ancora dal collocarsi per prima dell’atto II la scena che incomincia, Itane tandem uxorem duxit Antipho injussu meo?
Ebbe ancora l’accortezza di scerre argomenti adattati al talento e alla disposizione de’ suoi attori, giacchè egli per mancanza di voce non potè rappresentare, come facevano gli altri poeti, i quali per lo più recitavano nelle proprie favole. […] Potrebbe osservarsi ancora che Sofocle rimane pure ad Eschilo inferiore, allorchè diminuisce l’attenzione del l’uditorio col far seguire la morte di Clitennestra prima di quella di Egisto, sembrando che se ne renda meno importante e men doloroso lo scioglimento. […] Tutta la stupidità o il capriccio di certi pregiudicati incurabili moderni appena basta per ingannar se stessi sul merito di questo capo d’opera, e per supporre la tragedia ancora avvolta nelle fasce infantili nel tempo che si producevano simili componimenti che nulla hanno di mediocre. […] Può osservarsi in questa favola che i Cori del primo e del terzo atto sembrano più parlanti del secondo, il che trovandosi ancora in altre può valer di pruova che non sempre terminavano gli atti con un canto corale e sommamente lontano dalla declamazione del rimanente. […] Negli antichi scrittori si trovano ancora specificati gli attori delle prima, seconde e terze parti.