Questi, o bella Istriona, onde tu cingi fianco e crin, regi ammanti, aurati serti, mostrano ai guardi alteri, agli atti esperti, ch’esser dovresti tal qual ti dipingi. […] Di cori ancisi archi famosi e chiari ergansi a te, bella d’amor guerriera, che quinci omai trionfatrice altera gir di mill’alme ad altro ciel prepari.
Sbrigati ch'ebbe alcuni operaj che attendevano soldi, mi chiese, con un’eloqueuza da scena, in che potesse avere la bella sorte e l’onor di servirmi. […] … siete Ragazza, bella, spiritosa, d’una nazione che piace, e forse forse diverrete la più famosa delle Commedianti. […] Negli inviti al Pubblico ci entrava sempre il procureremo di superar noi medesimi ; e quando invitava per qualche Commedia del Goldoni, qualunque fosse, la chiamava la più bella che avesse fatta quel celebre Autore. […] Mentre voci sciogliete alte e festive, Odisio e Onofrio, a sollevare i cori, fanno nascer d’onor le Aonie Dive bella gara tra voi, Cigni Canori.
O bella fata dagli occhi d’amore, chi v' ha insegnato a piangere e pregare ? […] Voi siete brava e non ve n’ avvedete, perchè è natura dell’ augel che vola, canto e passione, e se non lo credete guardate quella mammola vïola ; benchè chiusa nell’orto in tra le foglie, l’odor la scopre e il passegger la coglie ; così la vostra luce, o fata bella, vi scopre a tutti che siete una stella.
Trascrivo dal Bartoli : « Comica spiritosa e di bella presenza, che nelle parti brillanti e di forza sa farsi assai bene distinguere su i Teatri (1782).
Artista egregio per le parti di primo amoroso era il 1822 nella Compagnia di Paolo Belli Blanes ; e scrisse di lui il Colomberti che, « giovine istruitissimo, ornato di bella figura e di magnifica voce, si faceva molto applaudire benchè al fianco di un Blanes e di una Internari. » Dopo soli tre anni di vita artistica, restituitosi in patria per la morte del padre, lasciò definitivamente il teatro.
Venuto a matura età, si diede al ruolo di caratterista col quale salì in bella rinomanza.
Ma se come artista non seppe levarsi a grandi altezze, come amministratore si acquistò la più bella delle rinomanze dovuta alla sua specchiata e rigida integrità.
Un amico di suo figlio, il Casanova, che la conobbe nel 1751, ne fece un ritratto evidente con pochi tratti di penna : dopo di avere parlato del fisico (non era nè bella, nè brutta, ma aveva un non so che, che saltava subito agli occhi, e affascinava), dopo di avere parlato delle sue maniere gentili, dello spirito fine e abbondante, concludeva : …. non s’è potuto trovare sin qui un’attrice che ne prenda il posto, poichè è poco men che impossibile trovare un’attrice la quale riunisca in sè tutte le doti ond’era ornata la Silvia nell’arte difficile del teatro : azione, voce, spìrito, fisonomia, portamento, e una grande conoscenza del cuore umano. […] Quantin) : Nel bel mezzo, in un paesaggio, Gille, di faccia, a diritta ; Colombina, a tre quarti, vòlta a sinistra, mascherata, in costume di Arlecchina, bella ; e accanto a lei il dottore col suo costume nero.
Nel Michele Perrin, Dondini superò il Buffet : e gli fu facile ; poichè la figura del Dondini pareva tagliata a bella posta per rappresentare quel bonaccione di prete di campagna, vero servo di Dio, cui stava più a cuore l’anima che il corpo. […] La fatica per giungere allo scopo non poteva fra i due attori aver paragone : e quantunque quella del Dondini fosse minima, pure riusciva più bella.
Attrice di bella rinomanza, fu nella giovinezza prima donna egregia ; egregia madre nobile nella maturità, e caratterista perfetta e unica nella vecchiezza.
Dotato di bella figura, di aspetto gioviale, di molta intelligenza, fu, dopo brevi anni di noviziato, caratterista egregio prima con Angelo Rosa, poi con Corrado Verniano, e con Gaetano Nardelli.
Ella diventò poi prima attrice ; e se la numerosa famiglia non veniva a distoglierla interamente dall’arte, avrebbe potuto colla intuizione fortissima, colla bella figura e la bella voce, mantener le grandi promesse ch’ella dava di sè.
» Sdegnosa tacendo lo guata, la bella codarda sovrana…. […] pei nostri due cori mai ora più bella non fu !
La sera del 24 febbraio 1525 fu rappresentata una sua commedia a Mantova, la quale — scriveva Vincenzo de Preti — « veramente al judicio de ogni persona fu molto bella, et bene recitata al possibile.
.), seppe serbare coll’ arte sua la bella rinomanza nella quale era salita come prima donna.
Una bella presenza, un brio animatore, una soave favella erano cose che formavano la delizia di chi l’ascoltava.
Entrò nella Compagnia di Domenico Bassi più come cantante, che come comico ; e vi piacque moltissimo per la bella voce di baritono che possedeva, specialmente poi nel personaggio di Simon che sostenne con gran plauso al San Cassiano di Venezia.