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7. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 841-848

Ben ne dà in mille carte altero grido, Che più d’una assaltò famosa penna ; E ben ne fan magioni auguste fede ; Di cui ciascuna cede, A ruina però, ch’alta pietate A maraviglia unisce. […] Quivi per fin ch’ebbe duo segni il sole Passati (e fur il Sagittario, e l’altro Che gli è freddo vicin) parco men vissi. […] Ma, perchè mi sia noto, Che ’l propor, e ’l dispor varia potenza Variar mi convenne ancor sentenza ; Vivi dar gli volea ; tre me ne tolse Morte ; e decreto, o permission mi sciolse. […] Monte sostenitor d’antico muro Terminator di nostra Italia antica, Che ’l vecchio piè d’ Adria ne l’onde bagni Quanto sarammi il ricordarmi duro Di te. Felice Ancùro, Che potesti salvar da la nemica Voragine, benchè Mida si lagni La patria tua, benchè la moglie pianga.

8. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO VI » pp. 94-106

Spesso veder mi sembra un ampio mare Da venti scosso e in esso errar dispersi Arbori e gabbie di spezzate navi, E de la gente udir le strida e i pianti Che percuotono i legni, o ingoian l’onde. E del figlio talor la voce io sento In un profondo baratro caduto Da se medesmo, ed io con tanta fretta Spingo le incaute mani a dargli aita Che il ricopro di sassi e di ruine. […] E prego te se quinci avrai l’uscita Libera, come spero e come credo (Che in te non han d’incrudelir cagione) Che vogli de l’afflitta illustre donna Aver cura e pietate e quella parte Che manca in me d’ufficioso figlio Con suo vantaggio amicamente adempi Si ch’ella paga al fin di quelle doti, Che maggiori in te splendono e più belle In una pari età, se stessa inganni E in te credendo aver trovato il figlio, De la perdita mia non senta danno. […] Che non riparò i mali dell’espulsione di un immenso popolo di Mori Spagnuoli.

9. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quinto »

Sii contenta          Ridir perché t’affanni,          Che tacciuto martir troppo tormenta. […] Che sull’Aurora          Giunse all’occaso il Sol degli occhi miei,          Misero! […] Che il diavolo v’affoga. […] Che cheusa volit? Che cheusa volit?

10. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 454-467

De Zampet nasi Frittada De Frittada ol Codeghi Codeghi fe la Stagnada La Stagnada ol Pentoli Pentoli fe Burati Burati criò ol Bocal Ol Bocal fe l’orinal Che fu poi detto Fascina. […] Filippetta fe Fiumana Che fu poi di Zan Bagozza Zan Bagozza fe Guzana E Guzana Zan carozza Zan carozza fe catozza Che fe poi quel Zan Caualla Che morì dentro una stalla Che pelaua una galina. […] Zan caualla fe Frittada Da qual naq puo Bon amigh Bon amigh fe barba rada Barba rada Zan Douigh Zan Douigh fe Barba righ Barba righ fe la quintana Che vendeua la sua lana A i fachi de voltolina. […] Per portà la conca in spalla E drouà zappe e vanghet Per strià una caualla Una mula e un zanet Una troja, e un porchet Una piegora, e un multu Non è par al tu zanul Che ti vol ben cara manina. […] Alag dunq alla tognuola Un bel caspi de fenoch E seg lag la grattarola Che la possa fa di gnioch Et puo lag a Zan Batochio Me fradel quella bajada Che s’adroua a fa la jada E puo lag a te mamina Un bel bas in la buchina.

11. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 392

Deh sperar ci fate almeno Chiaro il Sol, copiosa l’onda, Che allor sì la pianta abonda Più feconda Che non è.

12. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda guerræ Punica. » pp. 91-171

Che ha costui? […] Che dovrò far? […] Che dici? […] Che farò dunque? […] Che maestrevole varietà nel maneggiare un medesimo affetto!

13. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 533-536

Questa è la saggia Eularia, e questa è quella Che gli affetti del Ren, faconda impera, Che gli Oracoli espon, qualhor favella, Franca, Egittia, Germana, Itala, Ibera. […] Che bel veder le delicate dita, Quando per fulminar pronte l’armaro !

14. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. IV. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo XVI quando fiorirono gli scrittori producendo le Commedie dette Erudite. » pp. 136-255

Che vuoi far? […] Che di tu? […] Che pietade? […] Che cosa è a far co’ savii! […] Che hai tu?

15. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO II. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo. » pp. 175-262

Che attendere? […] Che di tu? […] Che pietade? […] Che cosa è a far co’ savj! […] Che hai tu?

16. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 772

Che cosa divenisse il Diotti in pochissimo tempo, tutti noi sappiamo…. […] Che dolorosi dubbi (effetto di modestia innata) ti tormentavano !

17. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda Guerra Punica. » pp. 129-244

Che io di lei mi sovvenga? […] Che dovrò far? […] Che ti venga la rabbia. […] Che farò dunque? […] Che maestrevole varietà nel maneggiare un medesimo affetto!

18. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 728-730

Che se in queste costanza ha i pregi suoi, son vostri vanti, e siete voi quel Duce, per cui splende Virtù negli altri Eroi. […] Che più speri, alma mia. […] Che più paventi, o core.

19. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO II. Tragedie Italiane del XVI secolo. » pp. 28-131

Che duro bene è quel che ci distrugge! […] Che pregio, egli dice? […] Che fan questi sospir? […] Che veggio? […] Che gran male hai tu detto in poche voci!

20. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Di Milano, il dì 28 agosto 1620. » pp. 140-157

Che se Florinda tua su ricche piume innalzi al Cielo, insieme anch’ io v’ ascendo, cui porge la sua morte aura vivace. […] Và pur honor de l’Amorosa scola Che ciascun t’ oda, è ’l tuo ualor ti sia Contr’ à colpi del tempo vsbergo forte. […] Dimmi qual sì bel arco, Anzi amoroso artiglio, Ponesti al nero ciglio, Che prende l’alme e i cori in mezzo al uarco ? […] Che questa altera Diua emula al sole Vnisce a’ raggi, onde s’infiamma il core, Armonia di dolcissime parole. […] Pur è uer, e lo sento, Che mi rubasti il core : E gli diè la tua forma, il fabro Amore ; Mentre con sì soaui e dolci note E fra rubini ardenti Sciogli musici accenti ; Che ’l Cielo pareggiarli anche non puote, Ma non stupisco io già, che possi tanto ; Ch’Angiolo al uolto sei, Sirena al canto.

21. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 94-95

Che forza di argomentare ! […] Che bel vedere in Casa uniti que' due celebri Personaggi I L'Impresario al tavolino in veste da camera, in berretta bianca, cogli occhiali sul naso, a rovinar Commedie, pareva un moribondo che scrivesse il suo testamento ; e brighella, coll’ago in mano, il suo sartore che gli facesse l’abito da morto.

22. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO PRIMO. Risorge in Italia nel secolo XVI la tragedia Greca, ed il teatro materiale degli antichi. » pp. 86-174

non sapete ancora Che ciò che nasce a morte si destina? […] Che duro bene è quel che ci distrugge! […] Che pregio egli dice? […] Che fan questi sospir? […] Che veggio?

23. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 28-29

S. è addirato contro di lui, e piu d’ogn’altro un Nobile venetiano, che si trouaua in modena che haueua seguito lucilla moglie di Triuellino nella quale è fieramente inamorato, parti la mattina subito da modena questo Nobile cum mali pensieri uerso Ottauio, Che è quanto e sucesso sin’hora e ui sia di nouo, e faccio hum.ª et oseq. […] S. le annesse littere uenute di venetia e portate dall’ordinario di milano, Che sarà il fine col fargli hum.ª et osseq.

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