Lasciato da dieci anni il capo comicato, si aggregò alla Compagnia della nipote Elisa, figliuola di Giorgio, e moglie di Vitaliano Vitaliani, in cui sostiene anch’oggi il ruolo di caratterista.
Da un documento estratto dai Registri del Municipio, in data 12 dicembre 1530, e pubblicato da Emilio Picot nel suo opuscolo « Pierre Gringoire et les Comédiens italiens » (Paris, Morgaud et Fatout, 1878) sappiamo che Maestro Giovanni di Pont-Alaix (Jean de Lespine de Pontalletz dit « Songecreux, » come dice una nota del 1538, a proposito di somme largite dal Re a lui e a quelli della sua banda) in quella stessa occasione aveva consentito a riconoscere Maestro Andrea per capo e direttore.
In capo a tre anni di capocomicato fu scritturato, con la moglieseconda donna, nella Compagnia di Andrea Bianchi, poi in quelle di Marta Coleoni, Francesco Perotti e Giacomo Dorati.
Oggi è a capo della Compagnia della Città di Torino, in cui sono elementi egregi.
Bergamo, Lancellotti, m. dcc lix) : Dimorava in quel tempo in Fossano una Compagnia di Comici assai faceti, capo de'quali era uno chiamato Toscano, che si tirava dietro un gran numero di sfaccendati, pure sonando un giorno, giusta l’ordine di Giovenale (Santo Prelato Giovenale Areina), la campanella, che dava il segno, che si principiavano gli esercizi dell’oratorio, restò solo co' suoi compagni abbandonandolo tutta l’udienza, con sua gran confusione e scorno, per andare ad udir Giovenale, che ragionava ; ciò che essendogli poi più d’una fiata succeduto, stimò meglio il ciarlone di mutar paese, e nel partirsi ebbe a dire : « In Fossano non vi è guadagno per esservi un altro Saltinpergamo.
Succedette alla Tessari Maddalena Pelzet, la quale dopo un solo anno dovette andarsene ; e la Pieri tra pel merito reale, e per l’ intrigo del marito, Adamo Alberti, capo socio della Compagnia, diventò la prima donna assoluta dei Fiorentini, fino al '54, in cui fu sostituita da Fanny Sadowski, assumendo essa il ruolo di madre nobile, che sostenne per varj anni, finchè, stanca dell 'arte, il 10 ottobre del 1885 si ritirò dalla scena.
Oggi, se ben sempre artista, attende all’amministrazione della compagnia, di cui egli è capo assieme all’ attore Enrico Reinach.
Forse, abbandonò quei primi Gelosi per recarsi alla Corte del Re di Navarra a Nerac in quella Compagnia raccogliticcia di comici italiani, de’quali fu capo nel ’78 e ’79 un Massimiano Milanino ? […] Noi camminiamo, come ognun può vedere, nella via delle ipotesi, ed è peccato davvero che nè dall’opera dello Scala, il capo de’Gelosi, nè dall’epistolario del Martinelli, il Drusiano, conduttore di comici italiani a Londra nel ’78, e citato da A.
In capo a due anni, colla piacevolezza del volto, la prestanza della persona, la bellezza della voce, e soprattutto la grandezza dell’ingegno, diventò uno de’ più egregi attori del suo tempo.
Ma recatosi a Vicenza per sostituirvi il famoso Arlecchino Antonio Rubini, morto in quei giorni, fu còlto anch’esso dal male che lo condusse in capo a pochi dì al sepolcro.
Fu con Antonio Marchesini ; poi, a Malta, con Maria Grandi ; poi a Napoli (nel 1774 era al San Carlino, con Teresa Martorini, probabilmente la moglie, e firmava, insieme a' suoi compagni, con a capo Don Tomaso Tomeo, una supplica al Re per ottenere che fosse attenuata la gran concorrenza che avevan ne' teatri Nuovo e Fiorentini) (V.
Fermatasi a Palermo per malattia, il 1896, vi recitò ammiratissima fra i dilettanti,… nell’attesa di raggiunger la Compagnia :… ma colpita dal morbillo, ella si spense in capo a soli due o tre giorni ….. come in su 'l prato, poichè l’aratro in suo passar l’ha tocco, spegnesi il fiore.
Invitato un giorno a lauto banchetto da nobile personaggio, insieme ad altri comici, disordinò alquanto ; e recatosi in fretta al teatro per la rappresentazione, fu côlto, pel grande riscaldo, da febbre sì violenta che in capo a pochi giorni lo condusse a morte a soli cinquant’anni nel 1774.
Fu un anno con Luigi Monti, poi ancora con Lavaggi per un triennio, poi capocomico, in società con Udina, Aliprandi e Sichel per due anni, dopo i quali si scritturò con Andrea Maggi, che abbandonò soltanto in capo a nove anni, non avendo voluto seguirlo in America.
Il 1572 era capo di una Compagnia italiana in Francia, e Carlo IX, messosi a un regime per venti giorni, ordinò a' comici italiani di recarsi da Parigi a Blois ov'era la Corte, per divertire Sua Maestà durante il suo periodo di dieta ; e per rimborso di spese di viaggio e per onorario delle rappresentazioni (Comédies et plaisants jeux) ordinò in data 2 marzo 1572 a Claudio Marcello, proposto de' mercanti della città di Parigi, di pagare a esso Soldino e agli altri comici italiani lire tornesi 135, da dividersi tra loro in parti eguali, e di cui non doveva esser fatto cenno ne' registri delle spese (V.
Nato a Capo d’ Istria negli ultimi del secolo scorso, fu ammaestrato nelle belle arti dal padre pittore ; ma a diciotto anni si fece comico, riuscendo in poco tempo un egregio amoroso nella Compagnia di Carlotta Marchionni.
Chiamato a Modena da quel Serenissimo, in piena estate, riscaldato dal viaggio, si diè a bere vino ghiaccio per modo, che in capo a pochi giorni dovè soccombere (1660 circa), toccati a pena i quarant’anni.
CAPO VI. […] Merita di leggersi ciò che il Mazzocchi scrisse nel Teatro Campano al capo VI, nota 72 e 73 intorno all’errore di Giusto Lipsio, il quale fondandosi in un passo di Calfurnio nell’ecloga VII confuse le donne colla plebe pullata.
Nel 1749, sceso all’osteria della Croce Bianca in Parma, ove dovea far la stagione d’estate coi Parenti, fu colpito da sì repente e terribile male, che dovette, in capo a pochi dì, soccombere nella pienezza della virilità.
Di questa attrice, prima donna e capo comica, abbiamo la seguente lettera del 1663 al Duca di Modena : Serenissima Altezza Hippolita Gabrielli comica hunita con suoi Compagni ricorono alla benignità di Vostra Altezza Serenissima supplicandola a uolerli far gratia col suo benignissimo rescritto di concederli licenza di poter recitar opere, e Comedie per il suo felicissimo Statto come altre uolte à sempre hauto fortuna di seruire al Altezze Sue antesesori che di tal gratia l’oratrice e suoi Compagni pregarano Sua divina Maesta per la Sua Esaltatione, che della gratia quam deus…… Volendo dar principio al Finale, e poi a Reggio.
Il caso occorse a Capo d’Orlando, ove da una fortuna di mare sequestrata una Compagnia, trovò che l’albergo era occupato per rispetto dell’arrivo di Monsig. in visita, col quale erano quattro venerabili Religiosi.
CAPO II. […] Intanto l’abate Aurelio Giorgi-Bertòla es-olivetano nel capo III dell’Idea della Poesia Alemanna sostenne che nella Giuditta Opitz mostrò di saper caminare con egregia riuscita anche fuori delle tracce altrui .
CAPO V. […] Aurelio Giorgi Bertòla nel capo III dell’Idea della poesia Alemanna afferma che nella Giuditta Opitz mostrò di saper caminare con egregia riuscita anche fuori delle tracce altrui.
– Giuseppe Campioni capo della compagnia de’ Comici di S.
Alle compagnie primarie che lo accolser fidenti al suo esordire successer subito quelle secondarie, in cui si mantenne ora socio, or pagato, e or capo egli stesso, percorrendo le varie città di provincia, alle quali ammanniva, entusiasticamente applaudito, i più forti e ardui lavori del gran repertorio.
Recatisi in Sicilia, egli fu colpito da malattia acuta che in capo a pochi dì lo condusse al sepolcro.
Artista di molto pregio per le parti di primo attore e generico primario, nacque a Cento dalla nobile famiglia de’ Savii, alla quale venne poi il moderno casato da un capo di essa chiamato Dondino.
.) ; e vi era ancora l’ 8 di settembre, sotto la qual data riferisce a un famigliare del Duca, come non essendosi negoziata a dovere l’andata a Venezia, probabilmente la compagnia non avendo l’autunno, dovrà sciogliersi, per riunirsi poi nel carnovale ; annunzia che Colombina (la Franchini) vuol andarsene a Bologna, e ch'egli è costretto, secondo l’ordinazione de' medici, a condur l’ Angiola sua moglie a Venezia per una tosse di cattiva conseguenza ; e conchiude con l’annuncio di due lettere (non potute trovare), le quali avrebber fatto conoscere le doplicate malignità de' comici parmiggiani, capo de' quali è Brighella(V.
Il Cinelli racconta « che una volta (Curzio Marignolli, poeta, nato a Firenze il 1563 e morto a Parigi il 1606) sgridato dal padre, perchè i suoi averi licenziosamente spendesse, arditamente rispose : Anzi, tutto il mio spendo con prudenza, intendendo dire con una donna sua amica che Prudenza chiamavasi. » E l’Arlia che varie rime di Curzio raccolse e pubblicò nelle Curiosità letterarie del Romagnoli (Bologna, 1885) aggiunge : era costei una comica, alla quale poi impazzata, o davvero, o per meglio accalappiare i merlotti, quell’altro capo ameno di Francesco Rovai scrisse il seguente sonetto, che pizzica di secentismo un buon poco : Folle è Prudenza : oh che follie soavi folli fan per dolcezza i saggi amanti !
Figlio della precedente, nacque a Capo d’Istria il 1796, e crebbe con un suo padrino a Fiume, ove stette alcun tempo, impiegato nella di lui casa commerciale.
.), ma oltre che dagli altri sottoscritta dal Salimbeni per sè e per gli assenti, sì dal tenore di questa lettera dettata a nome della Compagnia, il Neri ne lo ritiene (e io con lui) in conto di Capo.
Mentre tutte le sue colleghe di ruolo si tuffavano a capo fitto come prime donne assolute nel gran repertorio, ella, per una cotal deficienza di mezzi vocali, rimaneva nella sua modesta cerchia amorosa, facendosi ovunque notare per le grazie del volto, la forza del sentimento e la soavità del dire.
E tale fu lo spavento ch'egli ebbe dall’inattesa aggressione, che preso da febbre violenta, ne morì in capo a quattro giorni, compianto da tutta l’arte.
Ristabilitosi alquanto, ritornò a Napoli, e ricominciò a recitare, ma egli non era più il celebre Visetti : più che l’ammirazione s’ebbe il compianto del pubblico ; e in capo a due anni, tocco da un secondo colpo, rese l’anima a Dio.
CAPO VI. […] Gli Spensierati (les Enfans sans souci) che aveano un capo chiamato il Principe degli sciocchi, mettevano sul teatro avventure bizzarre e ridicole. […] I Cornards di Normandia sotto un capo chiamato l’Abate de’ Cornards che portava la mitra ed il pastorale, rappresentavano farse satiriche e insolenti.
CAPO V. […] Gli Spensierati (les enfans sans souci) che aveano un capo chiamato il principe degli sciocchi, mettevano sul teatro avventure bizzarre e ridicole. […] I Cornards di Normandia sotto un capo chiamato l’abate de’ Cornards il quale portava la mitra e ’l pastorale, rappresentavano farse satiriche e insolenti.
Scontratosi, dopo alcun tempo, in una giovinetta, figlia dell’attore Santo Nazzari, la quale recitava allora con molto plauso le parti di prima donna giovine, se ne innamorò e la sposò in capo ad alcuni mesi.
In capo a dodici anni io prometto di farvi ridere.
E tanto di consigli e di ammaestramenti la soccorse che in capo a due anni ella diventò una delle più acclamate prime amorose così nelle commedie scritte come in quelle all’improvviso.
Le coppie Franceschini e Bertoldi, il capo, due ciascuno ; gli altri, fra cui un nuovo venuto dottore Nicoletto Articchio una per ciascuno ; e una camera vi fu per due servitori e per la guardaroba.
Ornato di bella presenza, di sana educazione, di non comune ingegno, risolse di formar compagnia egli stesso ; e tanto perseverò nello studio dell’arte, che in capo a pochi anni divenne un buon primo amoroso.
Padovano, figlio della precedente, si diede agli studj legali ; ma poi, vinto dall’amor del teatro, nonostante il divieto de’genitori, entrò in arte come amoroso, passando in capo a un triennio (1821) primo attore assoluto in Compagnia Toffoloni.
CAPO III. […] Si fanno ancora nella China alcuni concerti di musica, e quando si presenta al l’imperadore un libro novellamente impresso, e quando i mandarini d’armi e di lettere si uniscono per gli esami, e quando il capo de’ discendenti di Confucio ed il generale de’ bonzi vengono alla corte, e quando si costruisce qualche nuovo edifizioa. […] Conchiudendo questo capo non vo’ tralasciare di riferire che gli Orientali hanno da gran tempo coltivati i balli pantomimici.
CAPO VII. […] Ciò che ce ne rimane consiste in una introduzione fatta da Mosè, e in un dialogo pieno di dignità fra questo legislatore e capo degli Ebrei e la Divinità nel roveto ardente, e finalmente in un racconto fatto da un Messo della fuga di quel popolo e dell’evento del Mar Rosso. […] Il perno però su cui volgesi la tragedia Romana, è lo stesso della Greca, cioè il fatalismo, se tralle conosciute se ne eccettui la Medea, che regge per la sola combinazione delle passioni, nè mette capo nella catena di un destino inesorabile.
CAPO V.
Capo stipite di una delle più numerose, se non della più numerosa famiglia di comici, nacque nel 1780.
Nel 1740 – dice lo Ial – egli fu ricevuto come segretario, serbando la parte di Scapino : e l’ 8 maggio del 1754, tre anni dopo la morte della prima moglie, si unì in seconde nozze con Maria-Giacomina Commolet, figlia di un capo sarto, dalla quale ebbe due figli, e la quale morì il 30 luglio 1769.
È la ragion che lascia il pover capo e tra' dolor lo sfascia ; oppur vi fa ritorno con l’alma, giovin sempre e innamorata ?
Lo troviamo poi nel 1832 al Teatro Re di Milano, nella Compagnia Goldoni, di cui era capo F.
Fatta poi società con Achille Dondini, all’intento più specialmente di dar libero sfogo alla sua viva passione dell’arte, si buttò a capo fitto nel gran repertorio, facendo una sua particolar fatica dell’Amleto.
» Quella specie di ordine del Marchese dovette essere molto arrischiato, dacchè il Bozzo rientrò a’ Fiorentini un anno dopo, facendo dire all’ istoriografo di quel teatro, Adamo Alberti, ch’egli era già divenuto artista pregevolissimo ; e artista pregevolissimo fu davvero, e divenne de’ Fiorentini un idolo, e vi restò sino alla fine della sua carriera, festeggiato, acclamato, senza che mai gli fosse passato pel capo di modificar la sua pronuncia siciliana.
Fu poi scritturato pel ’22 e ’23 dai soci Assunta Perotti e Luigi Fini ; pel ’24, qual primo attore assoluto dal Fini stesso, rimasto solo a capo della compagnia, e dal ’25 al ’29 da Romualdo Mascherpa.
Fu a Berlino un anno, corrispondente di giornali, e in capo a otto mesi, di nuovo in Italia, per un’angina difterica.
…………………………… Tavola di Stato – 7 febbraio 1770, …………………………… Con nostro ossequiatissimo Dispaccio de' 13 del prossimo passato Dicembre fu riscontrata Vostra Altezza Serenissima dell’ Omicidio commesso in Reggio dal Comico Lucio Landi, stato colà sin’ora carcerato, in persona di Giuseppe Spisani Bolognese Vomo al servigio della Compagnia Comica, che in allora recitava in quel Teatro, e di cui l’Omicida n’ è il Capo, viene in oggi d’essere dal Consiglio Criminale risoluta la di lui Causa colla decretata dichiarazione, che attese le circostanze concorse nel predetto Omicidio, e particolarmente la qualità del medesimo stato eseguito a propria necessaria difesa, debba rilasciarsi « ex quo satis » quindi secondo le provvidenze portate da' Sovrani regolamenti abbiamo ordinata la esecuzione dell’ anzidetto Decreto nell’ atto stesso, che ne facciamo il presente rispettabilissimo rapporto a Vostra Altezza Serenissima a disimpegno de' proprii nostri doveri.
Bartoli lo dice « Uomo di molto ingegno, che non solo in Teatro, ma al Tavolino ancora mostrar sapeva uno spiritoso talento. » Non ebbe alcuno mai in società, e cumulò denari quanti volle : ma proprio al momento, in cui credè la sua sorte assicurata per sempre cominciò a esser da essa perseguitato, e con siffatta costanza, che in capo a pochi anni fu ridotto in miseria.
Capo VI. […] Allora tutti gli attrezzi di un capo di compagnia si chiudevano in un sacco, come quelli de’ pupi, e si riducevano a quattro pellicce bianche guarnite di cartone dorato, quattro barbe e capellature posticce, e quattro bastoni da contadini. […] Egli non pertanto non lascia di notare, parlando della serenata del marchese di Villena (di cui abbiamo ragionato nel capo III di quello Libro), che in vano Calderón si arrogava la gloria d’aver il primo introdotto in iscena personaggi allegorici; da che in quella serenata si veggono personificate la pace, la giustizia ec. Io son d’avviso che gli autos mettono capo nelle farse religiose, ne’ misteri, vangeli, nelle passioni, vite di santi e simili cose recitate per la penisola nelle chiese, donde furono escluse nella fine dei XV secolo per decreto del concilio di sopra riferito.
Il Bartoli riporta i due seguenti sonetti : Per una Commedia nuova egregiamente rec itata dalla signora Rosa Brunelli, composta dal signor Onofrio Paganini, Capo della Truppa.
In quella del prologo ventunesimo (della Gloria), dice : Oggi coronerò di qncsta corona di lauro, di fiche, e di rose quest’ Accademia, la quale s’ ha proposto recitarvi una graziosa, piacevole e sentenziosa comedia : li dono le rose per la fatica pigliata ; li porgo le fiche per il compito travaglio, e al fine gli ornarò il capo di lauro, perchè l’ avranno recitata.
Egli ebbe certo in esso Bartoli un valido difensore dalle accuse del Piazza, che nel romanzo Il Teatro aveva dato di lui il seguente ritratto : Era questi (il Capo) un veneziano grasso e bassotto, rosso di faccia, ma goffo e pesante, e d’un’ aria da spazzacammino piucchè da comico.
Quando si corre al galoppo, e si vuol salutare una dama che s’incontra distesa nella sua calèche, non si fa, come vidi fare a lei, un semplice movimento col capo e col frustino, ma bisogna voltarsi con grazia verso di quella, portar la mano destra alla punta del cappello, velocemente alzarlo, velocemente rimetterlo, spronare di fianco, e là…. […] Una vena inesauribile di comicità sapeva congiungere, come niun altro mai, a una singolare elettezza di modi : a una inflessione di voce, a un movimento del capo, a una occhiata, scoppiavan risa convulse ; ma il pubblico era sempre in faccia a uno specchio di vera eleganza….
Si vuol dunque in prima apporre in fine del capo I alla pagina 31 di questo tomo, dopo le parole curiosamente si rintracciano, la seguente nota: (1) Con singolar nostro compiacimento vediamo che il chiar. cavalier Tiraboschi nelle sue addizioni al tomo IV pag. 343 siasi mostrato egli stesso propenso a reputar drammatiche ed animate con parole le rappresentazioni del secolo XIII della Compagnia del Gonfalone, ed altre simili.
E narra l’aneddoto che scontrato per via da un meschino attor di provincia, che gli si raccomandò per un abito vecchio, squadratolo da capo a piedi con atto di stupore, « ma come !
Assomiglia allo Scaramuccia anche un po'il costume datoci dal Sand, di cui giacca e calzoni corti son neri, senza guarnizione di sorta ; la baverina è di tela bianca pieghettata, e il viso infarinato : ha calze rosse e piccola berretta tonda e nera sul capo raso.
Tornò poi col Nardelli che ella amava come padre, e che, in capo a tre anni, messa assieme la non lieve somma di 55,000 franchi, si ritirò beatamente in un paesello del veronese. […] V’auguro fortuna e quando vi verrà in capo di pensare a me ricordatevi di parlare sul serio e che io non scherzo mai. […] Romualdo Mascherpa, con questa intestazione stampata : Il Capo Comico – della Drammatica Compagnia al servizio di S. […] ad ogni piazza si teme che fuga si deve stare sempre in guardia e a dirvi il vero sono stanco di fare questa vita ; infelice quel Capo Comico che la prenderà….. […] Io chino il capo alle circostanze : fa ciò che credi, quello che il cuore ti detta.
CAPO III. […] Ma dopochè nel 1664 ebbe egli dato al teatro la Princesse d’ Elide, il Matrimonio a forza intitolato Ballo del re perchè vi danzò Luigi XIV, il Convitato di pietra che scrisse in prosa in cinque atti nel 1665 d’infelice riuscita15, e la farsa dell’Amor Medico in tre atti, produsse nel 1666 il Misantropo che fu il primo capo d’opera della commedia francese. […] Una pastorale eroica, un’ altra comica cantata nel medesimo anno 1666, ed il Siciliano commedia-ballo 16 rappresentato nel 1667, precederono un altro capo d’opera, il famoso Tartuffo. […] Le Donne Letterate altro capo d’opera venne alla luce nel 1672.
Al medesimo Capo I in fine, pag. 31, dopo le parole, curiosamente si rintracciano, si aggiunga questa nota (1).
, giovine ed egregia prima donna, potè farsi conduttore di una Compagnia ornata di ottimi elementi ; ma i non pochi e meritati guadagni che gli venivano dall’arte, gli eran tolti rapidamente dal vizio del giuoco nel quale s’era buttato a capo fitto.
Al medesimo Capo 1, pag. 100, lin. 9, dopo le parole, della coltura delle Sicilie. […] Al medesimo Capo II, art.
Capo I. […] Avvegnaché la prima Accademia scientifica dei segreti della natura fosse stata formata in Napoli nel secolo XVI (come afferma il dotto abate Gimma nella sua Italia letterata pag. 479) dal chiarissimo Giambatista la Porta, fertile ed elevato Ingegno, pregio della scienze, e dell’arti liberali, onore d’Italia, non che del regno, pure fassene qui menzione, perché parecchi membri di essa col lor capo vissero nel XVII, e furono aggregati nell’Accademia de’ Lincei istituita in Roma l’anno 1603 dallo scienziato principe Federigo Cesi Duca d’Acquasparta, il quale «con raro immortale esempio», secondo che ci dice il signor abate Amaduzzi nel Discorso filosofico sul fine ed utilità dell’Accademie, «la sua casa e le sue sostanze per essa consecrò, e di museo, di biblioteca, e d’orto botanico generosamente la arricchì».
CAPO III. […] Conservasi nell’Ambrosiana di Milanoa in un codice a penna una commedia di Pier Paolo Vergerio il vecchio, uno degli accreditati filosofi, giureconsulti, oratori ed istorici del suo tempo, nato in Capo d’Istria circa il 1349 e morto nel 1431 in Ungheria presso l’imperador Sigismondo.
CAPO III. […] Si fanno ancora nella China alcuni concerti di musica e quando si presenta all’Imperadore un libro novellamente impresso, e quando i Mandarini d’armi e di lettere si uniscono per gli esami, e quando il Capo de’ discendenti di Confugio ed il Generale de’ Bonzi vengono alla corte, e quando si costruisce qualche nuovo edifizio28.
CAPO II. […] Conservasi nell’Ambrosiana di Milano35 in un codice a penna una commedia di Pier Paolo Vergerio il vecchio, uno degli accreditati filosofi, giureconsulti, oratori e storici del suo tempo, nato in Capo d’Istria circa il 1349 e morto nel 1431 in Ungheria presso l’imperador Sigismondo.
Capo VII Spettacoli scenici della Russia.
CAPO I.
CAPO III.
Non sapendo il Cecchini dove dar di capo, si volgeva alle Compagnie di poco conto per veder di stanare qualche buona promessa, e molto a ragione egli scriveva : « Questi forniranno il n.°, et seràno di gusto, per quello che può essere in questo tempo, et forsi chi sa ?
In capo a qualche tempo, il Bissoni ne seppe quanto il maestro, del quale divenne il socio, poi separatosene, il concorrente.
Nel fare da vecchio in una scena, e in un’altra da giovine, senza mutar personaggio ; anzi, spesse volte, queste mutazioni succedono in una scena medesima ; perocchè la comincia tremante, e piegato col capo a terra, e la finisce ritto, ritto sulla persona.
Fu – dice Nicolò Barbieri nel Capo VII della sua Supplica (Venezia, Ginammi, 1634) – nella famosa Accademia dei Signori Intenti accettata e laurcata (ebbe il nome di Accesa), e ad una gara poetica, alla quale prendevan parte le celebrità del tempo, in casa Aldobrandini, riuscì prima dopo Torquato Tasso ; e fu coronata d’alloro in effigie tra ’l Tasso e ’l Petrarca (V. […] E il Beltrame Nicolò Barbieri nel Capo VII della sua Supplica : Fra’ moderni del mio tempo, la Signora Isabella Andreini comica celebre per le opere sue che sono alle stampe, fu dalle lettere del Grand’Enrico quarto Re di Francia honorata con mansione amorevolissima, et decente ad ogni gentildonna. […] Ma a questa corporale eloquenza [quantunque sia parte importantissima , talmente che è chiamata da molti l’ anima de l’ oratione, la qual consiste nella degnita de i mouimenti del capo, del uolto, degli occhi, e delle mani, e di tutto il corpo] non si potendo assegnare regola particolare, dirò solo, generalmente parlando, che il recitante dee sempre portar la persona suelta, Et le membra sciolte, et non annodate et intere. Deue fermar i piedi con appropriata maniera quando parla, et mouerli con leggiadria quando gl’ occorre, seruar co ’l capo un certo moto naturale, che non paia che egli l’ habbia affissato al collo co chiodi. et le braccia et le mani [quando non facci bisogno il gestar con essi] si deono lassar andare oue la natura gl’inchina. et non far come molti, che uollendo gestar fuor di proposito, par che non sappiano che se ne fare. […] Habbiano ogn’ un d’ essi un bastone, altri mondo altri fronzuto in mano, et se sarà piu strauagante, sarà piu a proposito. in capo le capillature, o finte, o naturali ; altri aricciati et altri stesi, et culti. ad alcuno, si può cinger le tempie d’ alloro, o d’ hedera, per uariare, et con questi modi, o simili, si potrà dire che honoreuolmente sia nel suo grado uestita : Variando i pastori l’ uno da l’ altro, ne i colori, et qualità delle pelli diuerse, nella carnagione, et nella portatura del capo, et simile altre cose che insegnar non si possono, se non in fatti, e con il proprio giudicio.
CAPO VI Stato della Commedia Francese prima e dopo di Moliere. […] Ma dopo che nel 1664 ebbe egli dato al teatro la Princesse d’Elide, il Matrimonio a forza intitolato Ballo del Re perchè vi danzò Luigi XIV, il Convitato di pietra che scrisse in prosa in cinque atti nel 1665 d’infelice riuscitaa, e la farsa dell’Amor Medico in tre atti, produsse nel 1666 il Misantropo che fu il primo capo d’opera della commedia francese. […] Una pastorale eroica, un’altra comica cantata nel medesimo anno 1666, ed il Siciliano commedia-ballo a rappresentato nel 1667 precederono un altro capo d’opera, il famoso Tartuffo. […] Le Donne Letterate altro capo d’opera venne alla luce nel 1672.
CAPO II.
Nel ’72, richiamato un giorno da un’inquilina del piano superiore mentre scendeva le scale, si volse a risponderle : ma, sciaguratamente, messo un piede in fallo, cadde, e morì in capo a tre o quattro giorni per commozione addominale e cerebrale.
L’allegoria che verrà esposta è un Capo d’opera in simil genere.
Il '51-'52 fu aggregato alla Compagnia altro primo attore – Ernesto Rossi – pel quale il povero Peracchi, dapprima legato a lui d’amicizia saldissima, ebbe a patire gran pena, come si vede in una lettera a Francesco Righetti, Capo della Compagnia Reale, in cui è il seguente brano : ………………………..
Gli ostacoli non lo impacciano, lo studio non lo prostra, purchè quelli affronti, si dia a questo per l’arte sua, nella quale, e ciò forse gli nocque veramente a conseguir la purezza classica delle linee, si gittò a capo fitto, troppo presto liberato dalla man forte del guidatore.
CAPO III. […] Quest’ornatissimo cavaliere ha pur composta la favola odecoreutica di Ati e Cibele che attendiamo con avidità per ammirarla come un capo d’opera d’invenzione, di condotta, di maneggio di sentimenti, secondochè si esprime il sig. consigliere Calsabigi67. […] Che i di lui splendidi difetti stessi, i quali appartengono agli abusi musici anzi che a lui, lo rendono rispettabile fin anco agli orgogliosi che volgono altrove il capo per non vederne l’odiata luce che gli umilia? […] E perchè non può metter capo nella bella Semiramide del Manfredi, in cui le occulte nozze di Nino e Dirce che si scoprono fratelli, rassomigliano meglio alle avventure di Timante e Dircea? […] Chi può ignorare il capo d’opera del teatro di Cornelio?
Ne fa fede Pietro Antonio Gratarol al Capo XII della sua Narrazione apologetica, quando dice : Non altronde che a Venezia ti verrebbe fatto, manigoldo, di ottenere da ogni genere di persone quanto ivi ottieni. […] E al Capo XVIII, parlando della censura per la bestemmia : Perchè non si rivedono e non si licenziano anche tante scandalose ribalderie, che impunemente escono tutto giorno dal Truffaldino e da altri ? […] Io l’ho chiamato Sacco, attenendomi alla lettera che il Croce riferisce, sottoscritta Antonio Sacco capo comico.
Il Barbieri al Capo XXV della Supplica ricorretta accenna a lui, divenuto ricco in Ispagna ; e il Padre Ottonelli nella sua Cristiana moderazione (Tom.
CAPO PRIMO. […] Usciti que’ conquistatori da paesi, ove regnava l’ indipendenza, ove i primori riconoscendo un capo della nazione conservavano una gran parte de’ loro diritti, stabilirono fra noi un governo fatto per dividere in vece di unire. […] L’ Italia, la Spagna, l’Inghilterra empieronsi di piccioli tiranni gelosi degli acquisti e sempre pronti a guerreggiar sotto di un capo contro gli stranieri, o ad avere in conto di stranieri ora i compagni ora lo stesso sovrano per difendere i proprj diritti. […] Vedrassi nel seguente capo che in Francia sin dal tempo di Filippo il Bello vi fu una festa simile con canti e con parole. […] del Cavalier Tiraboschi è tutto il capo I del libro III nel tomo III, in cui trattasi ottimamente quest’argomento.
CAPO ULTIMO.
CAPO V I. […] L’Atellana era una commedia bassa, sì, ma piacevole, lontana alla prima da ogni oscenità e licenza scurrile (siccome nel secondo capo del presente libro abbiamo osservato) indi contaminata dall’esempio de’ mimi. […] Nerone che se ne compiaceva, assisteva talora ascoso in teatro per goderne, e al vedere attaccata la mischia soleva anch’egli gettar pietre contro i partigiani della fazione contraria; e una volta ruppe il capo a un Pretorea.
CAPO VIII. […] Ora avere un monte e una cassa sola e cambiare annualmente a vicenda il luogo delle rappresentazioni, ed avere tal volta un solo capo di compagnia come qualche anno avvenne al Ribera ed a Martinez, non è l’istesso che fare un corpo solo? […] Quanti fanciulleschi sofismi formicavano in quel capo, e di quante ciance imbrattò i suoi scartafacci!
CAPO V. […] L’Atellana era una commedia bassa sì ma piacevole, lontana alla prima da ogni oscenità e licenza scurrile (siccome nel secondo capo del presente volume abbiamo osservato), indi contaminata dall’esempio de’ mimi. […] Nerone che se ne compiaceva, assisteva talora ascoso in teatro per goderne, e al vedere attaccata la mischia soleva anch’egli gettar pietre contro i partigiani della fazione contraria, e una volta ruppe il capo a un Pretore149; e in quale altra guerra avrebbe fatte le sue prodezze un imperadore che si gloriava di esser contato tra’ musici ed istrioni?
Al medesimo Capo I, pag. 4, lin. 13, dopo le parole, nella VI Olimpiade, si aggiunga ciò che segue, che non si rimise a Venezia. […] Al medesimo Capo I pag. 5 si cancelli la nota (1) appostavi in piè di pagina, e si scriva la seguente.
È grido che il Blanes spingesse la verità a tale esagerazione, che, nel Carlo XII, dovendo presentarsi in scena bagnato, si faceva buttar sul capo due grosse secchie d’acqua ; e rappresentando una volta l’Aristodemo, s’investì della parte a segno, che si ferì davvero e gravemente : e si racconta che la Pellandi atterrita dal fatto, e dal pensiero che un giorno o l’altro, nella veemenza delle passioni, potesse anch’ella riportar qualche ferita, impetrò allora e ottenne dal Governo che non più si adoprassero in scena armi vere. […] È certo che alle tasche del Belli facevano capo e madre e fratelli e figli di fratelli, alla cui educazione egli attendeva severamente.
Capo VIII Commedia turca.
CAPO IV.
CAPO VI.
CAPO III.
Il suo sguardo, le sue espressioni, il volger del capo, i gesti, l’incesso, tutto contribuisce a farla recitare perfettamente.
Nell’ ’85 le si sviluppò una cruda malattia cerebro-spinale, che in capo a cinque anni di patimenti la condusse al sepolcro.
7 gennaio 1779 Più facile saria con l’acqua pura togliere il pel dal capo del Somaro, o lavando un Etiope figura tor dal volto il color del calamaro ; toglier dal foco la vorace arsura, toglier dal forte ghiaccio il freddo amaro, la durezza levar da una colonna che la curiosità dal cuor di donna.
E qui la gentile autrice riferisce l’aneddoto di un giovine autore, spigliato nell’andatura, baldanzoso nell’atteggiamento del capo eretto e leggermente gittato all’indietro, il quale, presentatosi alla Vitaliani, e proferito il nome di uno de'più noti e ricchi negozianti di Torino, le porgeva un copione di commedia, ch'ella respinse con lieve moto della mano diafana, dicendo poscia lentamente : « Ah !
CAPO I. […] E per finirla ebbe pur qualche torto il lodato Andres in affermare che Voltaire la stimava una tragedia scritta da capo a fondo con nobiltà e politezza. […] Cibber tuttochè non mancasse di talento, si vide ridotto ad esser capo di una compagnia subordinata e poco accetta al pubblico che rappresentava componimenti ajutati dalla musica e dal ballo. […] Il dottor Swift intimo amico di Gay nel suo Gazzettiere non meno che il Pope nella Dunciade e che il Warburton nelle note che fece a questo poema satirico, l’esaltarono come un capo d’opera. […] Gay nel suo Beggars’ Opera motteggiò l’opera italiana introdotta in Londra sin dal secolo precedente, come dal capo al fondo tutta fuori della natura.
CAPO VII. […] Disconviene però al carattere del magnanimo Achille quel gettar motti maligni e cavillosi contro di una verità notoria dell’elezione di Agamennone, con dirsi che forse sia stato eletto per capo dell’esercito da pocos hombres.
Prima di recitare il Kean volli uscire dall’assoluta oscurità : lo studiai dopo due anni che ero nell’arte, e lo rappresentai dopo dodici : non mi piacqui perchè ero troppo enfatico : lo ristudiai da capo, ed ora sono contento di me. […] È dunque da desiderare che rimanga a capo di una compagnia, e che di questa compagnia faccia una scuola, come ora sta facendo.
Ma chi si farà capo di tale impresa?
CAPO X.
CAPO IV.
F.) egli era a Ferrara ; e nel medesimo anno la sua Compagnia si fuse con quella dei Confidenti che aveva a capo la Vittoria (Piissimi).
Il domani una lettera di Quinault gli annunziò il suo arrivo, e infatti alle quattro del giorno stesso egli fu in Basilea, e rivolse le sue prime cure all’abbigliamento del suo nuovo compagno d’arte, che, condotto subito a Strasburgo, vi esordì in capo a qualche giorno con molto successo.
CAPO II. […] Usciti que’ conquistatori da paesi, ove regnava l’indipendenza, ove í primori riconoscendo un capo della nazione conservavano una gran parte de’ loro diritti, stabilirono fra noi un governo fatto per dividere in vece di unire. […] L’Italia, la Spagna, l’Inghilterra empieronsi di piccioli tiranni gelosi degli acquisti e sempre pronti a guerreggiare sotto di un capo contro gli stranieri, o ad avere in conto di stranieri ora i compagni ora lo stesso sovrano per difendere i proprii diritti. […] Vedrassi nel seguente capo che in Francia sin dal tempo di Filippo il Bello vi fu una festa simile con canti e parole. […] Degno di leggersi nella Storia della Letteratura Italiana del cavalier Tiraboschi è tutto il capo I del libro III nel tomo III, in cui trattasi ottimamente questo argomento.
CAPO III. […] Possiamo chiamare il capo d’opera di questo autore la commedia les Fausses Confidences, che ha un piano romanzesco, ma un colorito pieno d’arte. […] L’indole e là penetrazione che giva sviluppandosi nel fanciullo, l’affezionò a lui, e si studiò al possibile di coltivarlo talmente che a capo di tre anni aperse l’anima a varie cognizioni. […] Luigi Benedetto Picard nato in Parigi nel 1769, merita in preferenza di esser rammentato tra’ buoni compositori di commedie, e come attore, e capo di compagnia. In qualità di capo egli anima e governa i Societarii dell’Odeon di Parigi che prima passarono al teatro Feydeau, indi a quello di Louvois, e somministra loro tuttavia un buon numero di componimenti.
CAPO I. […] Andres in affermare che Voltaire la stimava una tragedia scritta da capo a fondo con nobiltà e politezza. […] Cibber tuttochè non mancasse di talento, si vide ridotto ad esser capo di una compagnia subordinata, e poco accetta al pubblico, ed a rappresentare componimenti ajutati dalla musica e dal ballo. […] Il dottor Swift intimo amico di Gay nel suo Gazzettiere non meno che il Pope nella Dunciade, e che il Warburton nelle note che fece a questo poema satirico, l’esaltarono come un capo d’opera. […] Gay nella sua Beggars’ Opera mottegiò l’opera italiana introdotta in Londra sin dal secolo XVII, come dal capo al fondo tutta fuori della natura .
CAPO VII. […] Da quanto abbiamo in questo capo osservato, si deduce che il principio del vuoto della storia teatrale si trova a’ tempi de’ Tiberii, de’ Caligoli e degli altri imperiosi despoti, i quali fecero ammutolire i poeti, spaventandoli colle diffidenze e crudeltà, e furono cagione che i teatri risonassero unicamente di buffonerie e laidezze, per le quali ci vuole più impudenza che ingegno. […] Il perno però su cui volgesi la tragedia Romana, è lo stesso della Greca, cioè il fatalismo, se tralle conosciute se n’ eccettui la Medea, che regge per la sola combinazione delle passioni, nè mette capo nella catena di un destino inesorabile. […] Ciò che ce ne rimane consiste in una introduzione fatta da Mosè, e in un dialogo pieno di dignità fra questo legislatore e capo degli Ebrei e la Divinità nel roveto ardente, e finalmente in un racconto fatto da un messo della fuga di quel popolo e dell’ evento del mar rosso.
CAPO I. […] Si narra in esso come al sospettoso Acrisio sembra aver veduto nella finestra della torre il capo di Danae con quello di un uomo dappresso.
Seco m’aggiunsi, e giovenetta mostra Fei ne’ teatri, ch’or tanto deprime Non ben saldo parer d’animi foschi ; Non già così chi ’l nobil capo inostra De la Romana chiostra Lodato eroe tra le famiglie prime De’ Greci, e dei Latin come dei Toschi Saggio cultor, e ’n un Testor amante ; S’egli ad ogn’altro avante Poggia per gran saper, che dicon questi Aristarchi bugiardi ogn’or molesti ? […] Ma temendo sempre di esser troppo vicina al marito, si offri al capo comico Brangi, che con la sua Compagnia occupava il teatro di quella città, come generica giovine.
Brighella con Leandro prima che la Compagnia fosse stata ricompensata dall’Em.º Signor Cardinale Antonio ; han chiesto per loro particolare, un regalo per uno ; e da me risaputo, come capo della Compagnia scrissi al Signor Martinozzi, maestro di Camera di detto Em.º che anch’io pretendeuo, se gli altri domandauano, come quello che ha il carico di regger la Compagnia e metter fuori soggetti ; ma che però non era in costume di far ciò ; Brighella risapendo quanto haueuo scritto, recitando noi, in casa dell’Arcivescovo di Rodi, uno de’ Signor di Nuelara, ad’arte cominciò à motteggiare sopra à detta poliza ; ond’io : gli dissi hauerla scritta ; ma che in quella però io, non l’ingiuriauo, risposeme con tante uillanie, e minacciamenti, ch’io fui sforzato à maltrattarlo di parole, ma non uillane ; Beltrame disse, quetatevi Cintio, che basta solo, che si sappia che un Brighella ui habbia perduto così infamemente il rispetto, ed il detto Signor Arciuescouo ciò risapendo, era d’animo di far poco piacere à Brighella, ed’egli stesso si obliga attestarlo à chi che sia. […] Ciò si auera frà trappolino, e Bagolino, uenuti frà loro à rompimento di capo. or ueda Vostra Ecc.ª come poss’io sofferire senza perder il corpo, ell’anima cosi barbara unione. il Signor Duca mio Signore per cui prego ogni giorno, cosi Dio, mi faccia degno d’essere esaudito ; rimarrà da me seruito con ogni affetto, ma non con questi dui, e poi uolendo Trappolino e la moglie, non u’ hà che fare, l’Aurelia. il carpiano oltre l’essere buono nella sua parte, e suauissimo di costumi, e seruirà con ogni spirito, e dà pantalone marauiglioso. u’è buffetto ; dirà Vostra Ecc.ª questo non brama il S.
Capo II.
CAPO V.
CAPO IV.
CAPO III.
CAPO PRIMO.
Goldoni, fu colto da apoplessia, ancor vestito del costume di teatro, e in capo a otto giorni morì miseramente a soli 52 anni.
Circa all’ incontro di questa Commedia, è necessario che prima di parlarne racconti una burletta, una bizzarria che mi è caduta in capo in quel tempo.
Ecco come il Goldoni descrive la Compagnia Raffi nel XVII volume delle sue Commedie, edizione del Pasquali : Erano già tre anni, che portavasi in Venezia regolarmente in tempo di carnovale Gasparo Raffi Romano, Capo de' ballerini di corda colla sua Compagnia, ch' era una delle più famose in tal genere.
Artista celebre nella maschera milanese del Meneghino, giudicato dal Vestri la verità personificata ; ammirato e stimato da Gustavo Modena (V.) che gli diresse lettere su argomenti d’arte, capocomico famoso, a cui fecer capo nel loro inizio artisti sommi ed egregi, quali la Ristori, la Sadowski, la Robotti, la Lipparini, Bellotti-Bon, Gaspare Pieri, Ernesto Rossi, Carlo Lollio ed altri, nacque a Reggio d’Emilia il 4 luglio del 1781 da Carlo, dentista chirurgo milanese, e da Antonia Cianici.
Lui capo tavola a far le minestre per tutti : c’erano i figli, le mogli dei figli, e fors’anche i padri o le madri delle mogli dei figli ; c’eran gli altri comici ; pochi.
CAPO VIII. […] Tutta la stupidità o il capriccio di certi pregiudicati incurabili moderni appena basta per ingannar se stessi sul merito di questo capo d’opera, e per supporre la tragedia ancora avvolta nelle fasce infantili nel tempo che si producevano simili componimenti che nulla hanno di mediocre. […] Egli è un altro capo d’opera del l’antichità Filottete, le cui saette fatali conducono in Lenno Ulisse e Neottolemo, perchè richiedevansi indispensabilmente alla caduta di Troja.
CAPO XIV. […] Giova vedere la Comparazione di Menandro e di Aristofane fatta da Plutarco, ed anche il X libro capo I delle Istituzioni Oratorie di Quintiliano.
Capo della Compagnia comica che andò in Francia nel 1600, e fu acclamatissima dal Re e sua famiglia e da tutta la Corte, restò oltr’Alpi fino alla morte della moglie ; dopo questo triste caso, che lo privava di una consorte bella e fedele e di una inarrivabile compagna nel giuoco scenico, abbandonò il teatro e si ridusse a Venezia. […] Lascio il Flaminio (Scala), che, divenuto capo de’ Gelosi nel 1574, poteva fors’anco avere appartenuto a que’ primi Gelosi, di cui fu parte la famosa Lidia da Bagnacavallo. […] Ho pratica di tigri, e ogni serpente ; e di pugnar con Mostri ogn’ hor son uago ; e al calcar del mio piè gemer si sente il terren solo, & a un’ Istropofago spiccai dal busto il capo, e arditamente con questa infilza-cori uccisi un Drago. […] Contengono prima – dice il Guerrini – le bravate di questo Smidolla ossa in 14 ottave, nelle quali, con qualche parola napoletana, sono narrate prodezze e vittorie inverosimili sopra draghi, chimere, ecc. ecc. « Dal che appare come fra queste dello Smidolla ossa e le ottave pubblicate (pag. 76) del Capitano Spezza capo e Sputa saette sien grandi punti di contatto. » (Quanto agli attori che rappresentarono i varj Capitani, vedi De Fornaris, Fiorillo, Gavarini, Bianchi, Mangani, Boniti, Fiorilli, Benozzi, ecc. ecc.). […] Quanto alla Comica Compagnia dei Gelosi, della quale Francesco era capo, ecco quel ch’egli stesso ne scrive : …. questi tali comici uniti insieme si nominavano i Comici Gelosi, quali havevano un Giano con due faccie per impresa, con un motto che diceva Virtù, fama ed honor ne fèr gelosi.
CAPO V. […] Il Moro propone al governadore di comprarne la libertà colla dedizione di Tariffa, o di vedergli mozzare il capo. […] In prima Olvia può disporre di se stessa senza intelligenza del fratello capo della repubblica? […] Olvia viene (dice il poeta) con algun disfraz che si lascia immaginare al discreto lettore, o alla cura del capo di compagnia. […] Vi premise una erudita dissertazione, in cui additò le bellezze di quell’originale capo d’opera che il sig.
Capo II.
Capo III.
CAPO VI.
CAPO XIII.
CAPO V.
Ma sciagura volle che, abbandonata la scena sudatissimo, egli prese tal raffreddore che, mutatosi di punto in bianco in polmonite, lo condusse in capo a pochi giorni al sepolcro : e ciò fu il 2 agosto 1688.
Sposatasi all’ Internari, e lasciato la Pellandi il teatro, essa fu con Luigi Vestri prima donna assoluta, affermando la sua sovranità nell’arte dell’età sua ; e mortole il marito nel ’25, si mise a capo di una compagnia che accolse in vario tempo i migliori artisti.
Flaminione accettò ; ma l’ambasciata non ebbe luogo, perchè in capo a quindici giorni Masaniello fu destituito dalla sua pretesa regalità, e Flaminione di cui fu riconosciuta la probità, potè restituirsi a sè stesso.
CAPO V. […] Ma io che penso di avere una coscienza un pò più delicata de’ gazzettieri di queste contrade, le dico che si astenga di trarre il capo fuori del suo telonio e di frammischiarsi in ciò che ignora, e stia ad ascoltare chi sa più in là delle gazzette. […] III, capo II, art.
CAPO III. […] Disconviene però al carattere del magnanimo Achille quel gettar motti maligni contro una verità notoria dell’elezione di Agamennone, con dirsi che forse sia stato eletto per capo da pocos hombres. […] Quanti fanciulleschi sofismi formicavano in quel capo!
Veneratrice, più che ammiratrice di lei, anzichè piegare il capo sbaldanzita innanzi a tanta grandezza, si levò da questa rinvigorita, colla coscienza intera delle sue forze ; e si mostrò, sfidatrice animosa, nella Principessa di Bagdad di assai dubbia riuscita, salendo a tal grado di arte da soggiogare quel pubblico ch’ era ancor tutto pieno del gran fascino della partita. […] Fra lieta e corrucciata or la coppia sorride : ma ben presto richiama qualche pensier sofistico : da capo una scenata, pianti, ripicchi, — Adori il conte ! […] Presso la scrivania di malachite, ella, ne la pelliccia, or di ritorno da ’l ballo, inchina il fulvo capo adorno di rare gemme su le palme unite.
CAPO VII. […] Ma il capo d’opera del teatro lirico francese si rappresentò nel 1686.
CAPO III. […] Martino Sherlock stima il capo d’opera dell’eloquenza da preferirsi alle orazioni tutte di Omero, di Virgilio, di Demostene e di Cicerone, in quell’orazione che in ogni parola abbraccia mille bellezze ignote a’ profani, in quella sola orazione, dico, si osservano espressioni ricercate, frivole e contrarie alla semplicità della bella natura.
CAPO IV. […] Ma il capo d’opera del teatro lirico francese si rappresentò nel 1686.
CAPO VI.
CAPO IV.
CAPO II.
CAPO IV.
Ma ecco senz’altro il programma : primo trattenimento Grandioso spettacolo, non mai più esposto su queste scene, decorrato (sic) di numerosa Truppa, Banda militare, combattimento a fuoco vivo ed arma bianca con apposito scenario, Vestiario analogo, Marcia figurata, Assalti di fortezza, e per ultimo fuoco generale di gioja per la riportata vittoria : questo porta per titolo LA GRAN SPEDIZIONE DEI FRANCESI IN AFFRICA ovvero La conquista di Algeri nell’ultima battaglia data nel giorno 5 luglio 1830 sotto il comando del Luogo Tenente Generale Comandante in capo la spedizione.
CAPO V. […] Racine singolarmente che avea scoperto il miglior cammino e prodotto l’Atalia, il capo d’opera della tragedia francese, senza avvilirla colla galanteria, avea cominciata un’ Ifigenia in Tauride, nel cui piano non entravano amori. […] Le scelleraggini, le infamie, gli assassinamenti, le frodi nacquero dal capo di questo tragico come Minerva da quello di Giove. […] È pur questo un bel modo di comporre tragedie nazionali, valersi di un nome illustre per denigrarlo e per vestirne un figlio infame del capo di Belloy! […] E qual parte ebbe questo Scipione della storia moderna nelle furbesche trame uscite dal capo di Belloy?
CAPO I Vuoto della Storia Teatrale nell’età mezzana. […] Da quanto abbiamo in questo capo ragionato, si deduce che il principio del vuoto della storia teatrale si trova a’ tenpi de’ Tiberii, de’ Caligoli e degli altri imperiosi despoti, i quali fecero ammutolire i poeti, spaventandoli con diffidenze e crudeltà, e furono cagione che i teatri risonassero unicamente di buffonerie e laidezze, per le quali ci bisogna più impudenza che ingegno.
CAPO IV. […] Quando nel teatro Olimpico di Vicenza si rappresentò l’Edipo del Giustiniani, il coro (dice in una lettera Filippo Pigafetta) era formato di quindici persone sette per parte, ed il capo loro nel mezzo, il qual coro in piacevol parlare ed armonia adempì l’ufficio suo. Delle commedie, non che in versi, in prosa si è osservato nel capo precedente che la musica ne rallegrava gl’ intervalli degli atti.
Non tutti esser ponno sì alti da toccar col capo le sublimi volte del tempio dell’immortalità; ed havvi chi si contenta appena di contemplarne le vicinanze, non che di appressarsi alla soglia.
Capo del II.
Capo IV.
CAPO II.
Gimma nella sua Italia letterata pag. 479) da Giambatista della Porta fertile ed elevato ingegno, pregio delle scienze e delle arti, onore dell’Italia non che del Regno, pure fassene quì menzione, perchè parecchi individui di essa col loro capo vissero nel XVII, e furono aggregati nell’Accademia de’ Lincei instituita in Roma l’ anno 1603 dallo scienziato principe Federigo Cesi Duca di Acquasparta, il quale con raro immortale esempio (secondo l’eruditissimo ab.
Gittata a capo fitto nel turbine del vizio, parea quasi godesse farlo sapere a tutto il mondo….
Disfatto dalla malattia di cuore, impotente quasi a muoversi dal letto di morte, con uno sforzo supremo un giorno levò il capo, e si diede a sciamare con voce rotta dal pianto : « perdono !
CAPO VII. […] L’atto quarto, in cui comparisce l’Ombra di Dario, è un capo d’opera con tanto senno contrastandovi coll’ambizione di Serse il governo di Dario ch’era divenuto pacifio, la prudenza del vecchio colla vanità del giovane regnante, e con tale delicatezza mettendovisi in bocca di sì gran nemico le lodi della Grecia.
Capo I.
CAPO PRIMO.
CAPO PRIMO.
CAPO V.