L'ultimo dei Meneghini, nato a Milano il 1811, fu prima compositore nella tipografia teatrale Brambilla ; poi, accarezzato il sogno di eccellere in arte come attore tragico, si scritturò, dopo alcune prove con dilettanti, al Teatro Lentasio, come generico nella Compagnia di Antonio Giardini, della quale sposò la prima attrice giovine Amalia Pasquali.
In alcune commedie ridicole, e dove la mensa avea luogo, voleva che fossero apparecchiati i maccheroni, che venivano da lui divorati, non che mangiati. […] Probabilmente egli assunse il nome di Florindo, lasciato dal suo concittadino, Domenico Antonio Parrino, innamorato anch’egli de’più egregi al servizio del Duca di Modena, che fu sui teatri oltre un trentennio, e lasciò alcune opere pregiate, fra cui, prima, l’Istoria dei Vicerè del Regno di Napoli.
Il D'Ancona (II, 534) riferisce alcune parole di Federico Zuccaro nel suo Passaggio per Italia con la dimora in Parma, pag. 28, riguardanti il 1605, nelle quali è detta la Compagnia di Frittellino, « la migliore forse che sia oggidì, guidata dal Capitano Rinoceronte e Frittellino, con le lor donne meravigliose, la Flavia, la Flaminia e la Rizzolina, con Arlichino e altri due, etc. etc. » Questa Rizzolina potrebbe anch'essere la Marina Antonazzoni, la quale, secondo l’articolo del Neri, avrebbe recitato ne' Gelosi le parti di serva sotto nome di Ricciolina, prima di salire al grado di prima donna sotto quello di Lavinia, a vicenda con la Roncagli.
A tempo perso sosteneva anche la maschera di Arlecchino in alcune farse, come nell’Arlecchino spaventato dalle supposte ombre, imbrogliato dall’ astuzia femminina, bastonato dal padrone e costretto a stare senza cena.
Francesco Vendramin (21 agosto 1759) di alcune modificazioni da introdursi nella distribuzion delle parti degli Amori di Alessandro, dice : La parte della Majani è di una giovinetta alquanto innocente ; la Catroli non pare fatta per questo.
Dopo alcune ottime prove coi filodrammatici della città, si diede all’arte, in cui riuscì valente amoroso e valente primo attore.
Morto improvvisamente il primo attore della Compagnia Battaglia (annegò nel Po con altri comici, mentre si recava da Pavia a Piacenza), il Patella andò a sostituirlo ; e, trovatosi in un campo adatto alle sue eccellenti qualità artistiche, potè ne'primi teatri d’Italia ottener successi clamorosi, confermati poi nel San Giovan Grisostomo di Venezia, dove, esordito col dramma di Monvel Clementina e Dorigny, tanto vi piacque, che la veneta aristocrazia disertò gli altri teatri per recarsi ogni sera a sentir lui, il quale, dopo alcune sere, nella creazione dell’Aristodemo di Monti e di Nerone nell’Agrippina di Pindemonte raggiunse il sommo del trionfo.
Si avvicinano bensì alle teatrali alcune farse sacre de’ primi anni di questo secolo che si trovano mentovate nella storia di Francia, ma che si sono ignorate dall’anonimo Francese, che nel 1780 cominciò a pubblicare in Lione una collezione del Teatro Francese. […] Senza contrasto dal principio del secolo XIV furono in Alemagna alcune rappresentazioni sacre.
Si avvicinano bensì alle teatrali alcune farse sacre de’ primi anni di questo secolo che si trovano mentovate nella storia di Francia, ma che si sono ignorate dall’anonimo Francese che nel 1780 cominciò a pubblicare in Lione una collezione del Teatro Francese. […] Senza contrasto sul principio del secolo XIV furono in Alemagna alcune rappresentazioni sacre.
Forse avrebbe potuto tentar la recitazione in lingua ; nella dialettale milanese fu certo meritevole di ogni elogio ; e in alcune parti di signora, nonostante l’incalzar degli anni, mostrava ancora, sino a poco tempo fa, la traccia dell’antico valore.
Stanco dell’ arte sua, abbandonò la terra natale, e dopo alcune vicende si aggregò a una Compagnia comica di secondo ordine, recitandovi le parti di tiranno.
Compose eziandio alcune di quelle farse chiamate Moralità che portarono il titolo di pastorali fatte da lei rappresentare alle damigelle della sua cortea. […] Sotto il regno del medesimo Francesco I vissero Antonio Forestier e Giacomo Bourgeois autori di alcune favole comiche già perdute; nè di essi altro ci rimane che il nome. […] Altro dunque in tutto il secolo non comparve in Francia di regolare e di decente che alcune deboli traduzioni delle nostre tragedie, pastorali e commedie nel precedente libro da noi riferite; ma tutte e le migliori, per le dense tenebre che vi regnavano, non poterono così presto penetrare ed apportarvi la vera luce teatrale.
Di alcune parti da lei create, come della Grimani nella Cecilia del Cossa, non si è tuttavia cancellato il ricordo.
Ammalatosi l’Arrighi nell’America del Sud, il Galvani lo sostituì in alcune parti di primo attor giovine, rafforzando le speranze che s’eran venute formando su di lui.
L'ultima sera del carnovale 1754, la Torri recitò un addio, di cui ecco alcune strofe allusive all’abbandono del Sacco e al suo mancato impegno : Chi di sorte il cieco dono amò più del suo decoro loro infuse l’abbandono per saziar sua fame d’oro, e noi pochi, e senza lena, travagliammo con gran pena.
Fu di nuovo e per un triennio con Salvini, poi di nuovo capocomico con varia fortuna ; poi, venuta in nome di attrice assai promettente sua figlia Giannina, si adattò a' ruoli secondari pur di non separarsi da lei ; e dopo alcune buone scritture, tornò a condur Compagnia, lei prima attrice assoluta, ora solo, ed ora in società.
Parimente di città in città scorrono nel Giappone alcune compagnie comiche composte quasi interamente di donne schiave di un Archimimo, a conto del quale rappresentano. […] Vedesi ancora comunemente in alcune corti orientali un Sovrano rappresentar sulla scena. […] Ma varie compagnie di codeste cortigiane consacrate girano per divertire i ricchi Mori e Gentili sotto la direzione di alcune vecchie.
In versi erano le memorie dei defunti scolpite nelle colonne Egiziane; ed intorno alle urne lagrimali poste ne’ sepolcri d’Iside e di Osiride vedevansi incise alcune canzoni, come può leggersi in Diodoro Siculo nel libro 1. […] Taïti essendosi portato in Oparre il sopranomato capitano Cook nel 1777 nel terzo suo viaggio, volle fargli godere nella propria casa un Heevaraa spettacolo pubblico, nel quale le tre sue sorelle rappresentavano bellamente i principali personaggi, seguito da alcune farse che riuscirono di maggior diletto al numeroso concorso. […] Oltre a diversi giuochi ginnici, come lotte, pugilati &c. eseguiti in Wateeoo per onorare e divertire il nomato Inglese, ed a’ concerti e alle danze accompagnate da musica stromentale e talvolta anche vocale, s’intrecciarono alcune carole di venti ballerine. Formando esse un circolo intorno a’ musici givano cantando alcune arie molto tenere, alle quali rispondeva il coro. […] Si avanzò poi alla testa degli attori situati in uno de’ lati del mezzo cerchio un personaggio principale, e declamò alcune parole alla maniera de’ nostri recitativi accompagnandole con gestire assai espressivo, il quale agl’Inglesi parve superiore a’ più applauditi attori del proprio paese.
Distribuendolo artifiziosamente, mandandolo come in massa sopra alcune parti della scena e quasi privandone alcune altre, non è egli da credere che producesse anche nel teatro quegli effetti di forza e quella vivacità di chiaroscuro che a mettere ne’ suoi intagli è giunto il Rembrante? […] Ed io mi ricordo, in occasione di uno di quei sepolcri che soglionsi fare in Bologna, di alcune grossolane pitture di quadratura ch’erano su per li muri della chiesa, e di alcune statue che meglio si direbbero fastellacci di carta, le quali ricevendo similmente il lume a traverso di certe carte oliate poste ne’ lunettoni, parevano finite con l’anima, benché vicine all’occhio, e di purissimo marmo.
Mi si assicura esser egli debitore in gran parte della sua comica naturalezza ad alcune lezioni di Simeone Sografi ; e certamente un buon terreno con tale e tanto cultore produr non poteva che bellissimi frutti.
Le grazie del volto, la pronunzia dolcissima, lo spirito non comune fecer di lei un’artista di pregio ; sì che, passata con Girolamo Medebach, il Chiari ebbe a scriver per lei alcune parti, quali la Melania nella Pastorella fedele, Ipparchia nel Diogene, e altre.
Perron nel 1738 volendo pubblicare in Francia un teatro spagnuolo, tradusse alcune di quelle novelle, e fece credere che la Celestina e l’Eufrosina fossero tragedie spagnuole. […] Cristofaro Castillejo morto nel 1596 scrisse alcune commedie che io non ho potuto legger finora, le quali, secondo Nasarre, potrebbero passar per buone, se fossero meno mordaci e lascive. […] Don Nicolas Antonio altro di lui non dice, se non che dimorò in Roma in tempo di Leone X, e vi scrisse alcune satire contra de’ cardinali (e nella Propaladia ancor se ne legge una) e dovette scapparne via e rifuggirli in Napoli in casa di Don Fabrizio Colonna. […] Cervantes le tenne per buone, e noi dovremmo convenir con lui, a giudicarne dalle cose da lui ragionate nel Don Quixote con tanto senno intorno alle commedie; ma quest’argomento perde ogni vigore, quando dall’l’altra parte si riflette, che Cervantes medesimo il quale ragionò si bene, lodò come eccellenti alcune tragedie che la posterità ha trovate strane e difettose. […] Egli dice che nella sua gioventù avea scritti quarantotto componimenti inediti sopra argomenti sacri, dorici, morali, e tra essi erano alcune tragedie di Assalone, Amone, Saule e Gionata.
Egli scrisse alcune commedie in prosa nel suo grazioso dialetto nativo mescolato talvolta col bergamasco, col greco moderno e coll’idioma schiavone italianizzato; ed è probabile che a simili farse istrioniche avesse la mira il prelodato Marmontel col suo copiatore Milizia. […] Il famoso attore padovano Angelo Beolco chiamato il Ruzzante scrisse alcune commedie che s’impressero nel 1598, cioè lo Fiorina, l’Anconitana e la Piovana, le quali dal Varchi nell’Ercolano furono anteposte alle antiche Atellane.
In pruova poi di essersi nell’Etruria coltivata la poesia, il tempo ci ha conservate alcune tavole di bronzo, nelle quali leggonsi incisi alcuni inni sacri. […] Volunnio, secondo Varrone, scrisse alcune tragedie in lingua Etrusca.
Dopo di essersi addottorato in legge, fatte alcune buone prove coi filodrammatici della città, deliberò di abbandonar codici e pandette per l’arte comica, nella quale riuscì egregio.
Mercè la sua cultura e la sua intelligenzanoncomuni fu chiamato dall’ Italia artistica di Torino, iniziatrice, a dirigere alcune rappresentazioni di commedie classiche italiane, tra cui era La Mandragola di Macchiavelli.
L’argomento e alcune scene di quella farsa che non manca di sale e di grazia comica, possono vedersi presso M. de Fontenelle. […] Alemagna I giuochi del carnevale continuarono a rappresentarsi in Alemagna per tutto il secolo XVI, non ostante che altre farse intitolate giuochi piacevoli, giuochi buffoni ec., ed alcune altre col titolo di commedie, tragedie, e comico-tragedie vi comparissero in numero prodigioso. […] Non pertanto, secondo, che osserva il compilatore del teatro alemano pubblicato in Parigi nel 1772, in mezzo a tante goffaggini e bassezze che sovrabbondano nelle di lui opere, qualche volta si trovano alcune piacevolezze e pensieri che sorprendono.
Riccardo Stéele membro del parlamento e compagno di Addison nell’opera dello Spettatore Inglese, compose alcune commedie. […] Ella é parto del nominato signor Colman e del Roscio dell’Inghilterra Davide Garrick, i quali sono ancora autori di alcune altre commedie scritte con molta pratica e intelligenza di teatro. […] Sara é scritta con molta intelligenza delle passioni e de’ caratteri e vi sono alcune situazioni veramente tragiche. […] Joseph Cañizares ne ha composte alcune piacevoli e graziose, benché, come tutte le altre, sregolate. […] In Madrid sogliono cantarsi nell’està alcune nostre opere buffe tradotte, come la Buona Figliuola, il Filosofo di Campagna, il Tamburro notturno ec. e alcune originali di parole e di musica nazionale, chiamate zarzuelas, come las Segadoras de Vallegas, las Foncarraleras etc., e nell’une e nell’altre i recitativi si parlano, e si cantano le sole arie e finali.
Non comprendo io in questo numero alcune altre composizioni chiamate Tragedie, delle quali fa passeggiera menzione il Signor Montiano nel II. suo discorso. […] Potea egli però, come altri gentilmente ha praticato, essere in ciò indulgente, e credere, che ad onta di questo fallo corso per essersi confusi i segni di alcune giunte, che io trasmetteva in Napoli, egli non ignorasse il tempo in cui surse, e quello in cui si estinse la Compagnia.
Nella lettera del Goldoni allo Sciugliaga (carteggio, 205) riguardante la distribuzion delle parti nella Trilogia di Lindoro, sono alcune particolarità che toccan la Catroli.
Moglie del precedente, attrice di pregio, per la quale il Goldoni scrisse alcune parti graziose.
Dopo alcune recite al Teatro Partenope, fu scritturato da Adamo Alberti a' Fiorentini, quale amoroso a vicenda con Luigi Monti, assumendo alla sua partenza il ruolo di primo attor giovine a fianco della Sadowski, della Cazzola, della Monti, di Taddei, di Alberti, di Bozzo, di Majeroni, di Tommaso Salvini, di Angelo Vestri, di Marchionni e di Virginia Marini, con la quale passò poi in Compagnia di Alessandro Monti.
Tuttavolta recheremo quì alcune delle notizie più curiose e necessarie all’ intelligenza degli scrittori. […] Viæ, itinera, o scalaria dicevansi alcune scalinate più anguste, fatte, non per sedere, ma per montare a i rispettivi cunei. […] A render poi sempre più chiare e soavi le voci degli attori, immaginarono i Greci certi vasi di bronzo chiamati echei artificiosamente lavorati e collocati in alcune cellette sotto gli scaglioni. […] Ebbero anco gli Ateniesi alcune leggi intorno al danajo degli spettacoli.
Artista garbato e colto egli scrisse anche poesie delle quali alcune furon pubblicate a Piacenza in un volume col titolo di Ore solitarie.
Scrisse questo comico alcune regole per acconciamente rappresentare in teatro le azioni umane e le persone d’ogni sorta. » Dei viaggi del Verato in Francia non si hanno, ch'io sappia, non che prove, traccie di sorta.
Parimente di città in città scorrono nel Giappone alcune compagnie comiche composte quasi interamente di donne schiave di un Archimimo, a conto del quale rappresentano. […] Vedesi ancora comunemente in alcune corti orientali un sovrano rappresentar sulla scena. […] Ma varie compagnie di codeste cortigiane consacrate girano per divertire i ricchi Mori e Gentili sotto la direzione di alcune vecchie.
Lo stile delle commedie turchesche è sommamente osceno; ma abbiamo osservato che non sono più decenti le commedie di Aristofane, le inglesi, alcune francesi di Hardi, la Celestina dialogo drammatico spagnuolo, ed il dottor Carlino della medesima nazione, e la Calandra dell’Italia. […] Per un uditorio di uomini vi sono compagnie di uomini senza veruna donna, nelle quali scelgono giovanetti di vago aspetto che rappresentono le parti di donne; e per una adunanza femminile vi sono compagnie di sole donne, alcune delle quali rappresentano da uomini.
Arnaud: “Non vi si rappresentano (diceva) che le antiche favole, alcune insipide imitazioni delle commedie e novelle francesi scritte senza ingegno e senza spirito, e un gran numero di farse satiriche”. […] Inoltrata la state si sospendono le recite di giorno, e per la notte si cantano le nazionali sarsuole, o le traduzioni delle nostre opere buffe, e vi compariscono ancora tradotte alcune commedie francesi ed italiane.
. — Iddio, a cui ricorse in pensiero senz’ira, gli concesse alcune ore di mente serena, prima della sua agonia. […] Della intelligenza e dello studio di Luigi Gattinelli fanno fede alcune sue lettere, in cui si discorre largamente di commedie originali e tradotte, del ’28 da Firenze ad Antonio Benci, in Livorno, autore della Bottega del libraio, del Salvator Rosa, e di altro, e del ’44 da Trieste al figliuolo Angelo in Vicenza.
Palissot mostra dispiacere di non vedersi più sulle scene di Parigi il di lui Falso sincero, ed il Geloso vergognoso di esserlo, a cui il prelodato Collè fece alcune felici correzioni. […] Mentre Talia cangiava in Francia l’abito gentile che la rendette un tempo vezzosa, produssero alcune commedie pregevoli, a dispetto della moda lugubre, i seguenti scrittori. […] Egli tradusse ancora alcune farse del teatro inglese, e le pubblicò in Parigi in due volumetti colla data di Londra del 1756. […] Per varii spettacoli scenici lavorò Germano Francesco Saint-Foix, scrivendo in prosa alcune picciole farse graziose in un atto notabili per la gentilezza che vi regna. […] Contansi tra’ componimenti teatrali di Guilleman alcune commedie.
In alcune parti di bimba scritte a posta per lei e per la Ristori, die’ prove non dubbie dell’altezza a cui sarebbe salita in breve.
Gli autori francesi che a me sembra di essersi contenuti alcune volte in questa specie di commedia senza cadere nella lagrimante, sono la Chaussée, madama di Graffigny, Voltaire e Collet. […] Palissot mostra dispiacere di non vedersi più sulle scene di Parigi il di lui Falso Sincero, ed il Geloso vergognoso d’esserlo, a cui il prelodato Collé fece alcune felici correzioni49. […] Maillard poeta Brettone, il quale avendo pubblicate alcune poesie mediocri sotto il nome di Mademoiselle de Malcrais, ne ricevè gli elogj de’ più noti poeti della Francia, e varie dichiarazioni di amore in versi: ma gli elogj e gli amori si convertirono in dispregi tosto che l’autore ebbe l’imprudenza di smascherarsi. […] Egli tradusse anche alcune farsette del teatro inglese, e le pubblicò in Parigi in due volumetti colla data di Londra del 1756. […] Per varj spettacoli scenici lavorò Germano Francesco Saint-Foix scrivendo in prosa alcune picciole farse graziose di un atto notabili per la gentilezza che vi regna.
Pietro Napoli Signorelli, siccome ha acquistata all’Autore non picciola riputazione, per le lodi, colle quali è stata comunemente applaudita nella Repubblica letteraria; così ha suscitato, come suole non di rado avvenire, chi credendo offesi i diritti di letteratura, che vanta in questo genere di teatrali composizioni la sua nazione, ne ha attaccato alcune riflessioni risguardanti il Teatro della Spagna.
Ebbe poi un’attitudine singolare a’dialetti, de’ quali mescolava alcune farse, come p. es.
Non saprei far meglio che trascrivere in volgare alcune parti del bellissimo articolo, che Luigi Pietracqua, il rinomato commediografo piemontese, dettava su di lei nel Birichin del 4 luglio 1896.
Quivi avea pubblicato nel 1839 alcune lettere sopra l’arte d’imitazione dirette alla prima attrice italiana Anna Fiorilli-Pelandi, alle quali va innanzi una bella lettera di Iacopo Feretti al discreto Lettore sul merito dell’opera.
Dell’ idillio amoroso di Marianna Checcherini con Salvatore Petito, il Di Giacomo scrive alcune pagine soavissime degne del poetico soggetto (XIV-511).
In alcune parti, come del Maestro ne’ Rantzau, ebbe assai pochi che l’uguagliassero, niuno che lo superasse.
Stampò, come il maestro, disegni di riforma teatrale, e scrisse pel teatro L’articolo 130, Amore e sapere non hanno frontiere, Cercate l’uomo, Flirtation, Signor D’Albret, Lionetta e Bianca D’Oria ; applaudite alcune, altre discusse assai.
Di lui non abbiamo altre notizie che queste rintracciate in alcune lettere dell’Archivio di Modena, fra cui la seguente allegata a un’altra del comico Nelli, che riferisco intera : Al nome di Dio adi 15 Aprile 1651 in Bologna.
Si vuole che per alcune rappresentazioni della sua Compagnia paresse di assistere a un gran ballo di Viganò.
Non ho, naturalmente, conosciuta giovane la Sadowsky ; ma l’ho avuta capocomica del '72 e del '73 ; e, sebben trascurata negli abbigliamenti e curva della persona, serbava ancor quasi intatte alcune delle doti sopra descritte.
Dotato di prestante figura, di bella voce, e di molta attitudine all’arte ch'egli spiegò tra' Filodrammatici, diventò presto comico, e presto s’acquistò buon nome in ogni genere di recitazione, ma più specialmente nella rappresentazione di alcune parti di tragedia quali Filippo, i Creonti, Virginio, gli Egisti di Alfieri.
Scrisse molte commedie pel teatro italiano, fra cui alcune diventate di moda, come Coraline magicienne in 5 atti, Le Prince de Salerne in 5 atti, Les folies de Coraline in 5 atti, Les Deux sœurs rivales in 5 atti, etc., etc….
In questa che alla prima mi si presenta, avrò motivo di aggiugnere alcune notizie su i Teatri da me descritti nel trattare del Voto della Storia teatrale. […] Nè anche egli ebbe notizia, a quel che pare, di alcune rovine teatrali site presso il luogo, che oggi occupa Senetil de las Bodegas, dove fu Acinippo, antico Popolo della Celtica nominato da Plinio1 con altri contenuti a Bæti ad fluvium Anam, dal Betial Guadiana.
Tornata di Francia in Italia, fu applauditissima specialmente nella rappresentazione di alcune tragedie esumate dal marito, come la Sofonisba del Trissino, la Semiramide del Manfredi, ed altre ; fu grande nella Ifigenia in Tauride di Pier Iacopo Martelli, e nell’ Artaserse di Giulio Agosti ; e si vuole avesse ella il vanto di recitare la prima la Merope di Scipione Maffei, nel 1712. […] L’Ademollo (Una famiglia di comici italiani) pubblica ancora alcune poesie di lei che sono nella raccolta edita a Venezia nel 1726 dalla Bergalli, moglie di Gaspare Gozzi, senza data, nè altre indicazioni.
Tuttavolta recheremo quì alcune delle notizie più curiose e necessarie all’intelligenza degli scrittori. […] Via, itinera, o scalaria dicevansi alcune scalinate più anguste fatte non per sedere ma per montare ai rispettivi ounei. […] A render poi sempre più chiare e soavi le voci degli attori, immaginarono i Greci certi vasi di bronzo chiamati echei artificiosamente lavorati e collocati in alcune cellette sotto gli scaglioni. […] Ne’ Baccanali quando, si esponevano a gara le nuove tragedie, preparavansi al popolo in teatro un gran rinfresco di vivande e di licori, e si facevano correve da più parti fontane di vinoa Ebbero anco gli Ateniesi alcune leggi intorno al danajo degli spettacoli.
[3] Incoraggiato da tai riflessi oso offrirvi, o Signore, insiem colla storia del più brillante spettacolo di Europa alcune mie osservazioni sulla maniera di perfezionar le varie e moltiplici parti, che lo compongono.
E giacchè siam sulla via delle ipotesi, anche potrebb’essere la Gabbrielli quella Ippolita, a cui è dedicato il sonetto dialettale, di cui il Bartoli non riferisce per pudore alcune parti, e la stessa per la quale lasciò il Costantini la patria.
La sua vita è tutta legata a quella della Diana di cui prese il nome. « Procurava – dice il Bartoli – di provvedere il teatro di nuove cose, quindi è che applicò sovente l’ingegno nell’invenzione d’alcune commedie a soggetto delle quali anch’ oggi sulla scena se ne suol far uso. » Morì in Romagna nel 1747.
Il ’97 egli non si chiama più arlecchino ma Truffaldino, e il Giornale dei teatri di Venezia dice di lui : Se al merito singolare di questo insigne attore accoppiate si fossero alcune felici combinazioni teatrali, egli solo sarebbe bastato per far riempiere ogni sera dai più intelligenti dell’arte, non che dal popolo, il vasto teatro in cui recitava.
Ha poste in Teatro alcune Rappresentazioni favolose del signor Co : Gozzi, che furono per l’addietro un solo pregio della Compagnia d’Antonio Sacco ; ed egli medesimo n’ha inventate, e dirette le tanto difficili trasformazioni.
In pruova poi di essersi nell’Etruria coltivata la poesia, il tempo ci ha conservate alcune tavole di bronzo, nelle quali leggonsi incisi alcuni inni sacri. […] Volunnio, secondo Varrone, scrisse alcune tragedie in lingua Etrusca.
L’Inca ce ne dà alcune notizie senza entrare a indagarne l’origine, la quale con alcune probabilità può rinvenirsi in una festa solenne che solea celebrarsi in Cusco. […] Ben fu egli in altra parte del l’Europa impiegato; e sin dal 1497 scoperse per l’Inghilterra l’isola di Terra-Nova, ideò prima di ogni altro un passaggio pel Nord-ovest al mare del Sud, ed aperse la strada a un gran numero di nocchieri inglesi, che diedero indi il nome ad alcune coste selvagge, dove non era mai più approdato legno Europeo.
Amaduzzi conviene aggiugnere che le reliquie di questa fabbrica non sono in realtà nè teatro nè anfiteatro, ma sì bene un’ opera de’ tempi bassi, per quel che indica il lavoro troppo minuto nelle cornici di alcune basi di colonne piane rimasteci.
Mise il primo in iscena a Firenze, dopo la rappresentazione dei filodrammatici Concordi, il Goldoni di Ferrari con grandissimo plauso, e andò famoso per alcune parti di genere opposto, come Luigi XI, e Il Cavalier di spirito.
Ma il carattere di Erode dipinto con bastante forza e verità, e alcune situazioni che interessano, e l’intrepidezza di Marianne condotta a morire, mostrano che Tristano meritò in certo modo gli applausi che riscosse da’ Francesi di quel tempo. […] Dopo alcune scene galanti ed elegiache, come le indicate degli altri atti, comparisce nell’ultima Solone moribondo, il quale si mette a declamare lungamente con tutta l’inverisimiglianza per uno che stà spirando, e racconta con troppe parole, che Policrita non è sua figlia, e che si chiama Cleorante. […] Saurin che si è esercitato in diverse specie della poesia scenica, che riuscì competentemente con Spartaco e più con Beverlei, compose anche alcune commedie. […] Ciò appunto avvenne in Italia sin dal passato secolo, e non molto dopo le opere del Rinuccini vi si coltivò l’opera eroica istorica riserbandosi la mitologica soltanto per alcune feste teatrali che alluder doveano alla nascita o ad altre occorrenze di gran personaggi, e di principi, ai quali sconciamente e con niuna verisimiglianza sarebbesi disceso col rappresentarvisi gli eroi dell’antichità; là dove con certa apparenza di proprietà poteva parlarsene in un argomento mitologico non soggetto a regolarità ed a verisimiglianza. […] L’illuminazione poi facevasi con piastre di latta appiccate alle tapezzerie, e perchè la luce dava ne’ fianchi e alle spalle degli attori, e gli faceva comparire adombrati e neri, sostituirono ad esse alcune lumiere ognuna di quattro candele poste davanti al teatro, le quali con corde visibili si abbassavano per ismoccolarsi le candele da un uomo che saltava fuori a bella posta.
Vidi il Codice Estense di tal tragedia in Modena nel fermarmivi per alcune ore nel 1779, ma non avendo l’agio necessario per leggerla interamente, degnò l’umanissimo cavaliere amico trasmettermene un breve estratto e qualche verso. […] Ugolino Pisani parmigianoa compose alcune commedie latine, per le quali da Angelo Decembrio vien chiamato valoroso imitatore dello stile plautino b Una ne presentò al nominato Leonello succeduto al padre nel 1441, nella quale confabulavano le massarizie di cucina, secondo il medesimo Decembrio. […] In questa pretesa tragedia si trovano alcune scene comiche. Il metro è vario, contenendo arbitrariamente ottave e terze rime ed alcune strofe anacreontiche con un intercalare cantato da quattro musici. […] La seconda azione scenica del Notturno è detta commedia nuova nell’edizione milanese, ed in alcune veneziane Gaudio d’amore.
Vidi il codice Estense di tal tragedia in Modena nel fermarmivi per alcune ore nel 1779, ma non avendo l’agio necessario per leggerla interamente, degnò trasmettermene un breve estratto e qualche verso l’umanissimo cav. […] Ugolino Pisani Parmigiano52 compose alcune commedie latine, per le quali da Angelo Decembrio vien chiamato valoroso imitatore dello stile Plautino 53. […] In questa pretesa tragedia si trovano alcune scene comiche. Il metro è vario, contenendo arbitrariamente ottave e terze rime, ed alcune strofe anacreontiche con un intercalare cantato da quattro musici60. La seconda azione scenica del Notturno è detta commedia nuova nell’edizione Milanese, ed in alcune Veneziane Gaudio d’amore; ed il di lei carattere è nel basso comico, seguendo la condizione de’ personaggi antichi, servi, ruffiani, parassiti, meretrici.
In versi erano le memorie de’ defunti scolpite nelle colonne Egiziane, ed intorno alle urne lagrimali poste ne’ sepolcri d’Iside e di Osiride vedevansi incise alcune canzoni, come può leggersi nel primo libro della storia di Diodoro Siculo. […] I Messicani ne insegnavano alcune a’ fanciulli, le quali contenevano le imprese de’ loro eroi e servivano d’istorie.
Compose eziandio alcune di quelle farse chiamate Moralità che portarono il nome di Pastorali fatte dalla regina rappresentare alle damigelle della sua corte6. […] Sotto il regno del medesimo Francesco I vissero Antonio Forestier e Giacomo Bourgeois che composero alcune favole comiche già perdute; nè di essi ci rimane altro che il nome.
Questo celebre poeta tanto criticato nel suo secolo quanto lodato nel nostro, avea avuta la disgrazia di comporre alcune cattive tragedie, per le quali era talmente incorso nella disgrazia di Boeleau, che il satirico non perdeva occasione di motteggiarlo ovunque gli cadeva in acconcio. […] Riserbandosi poi questo per alcune occasioni, dove la verità della storia o la pompa dello spettacolo o l’ingresso d’un principe trionfante o qualche altro pubblico evento sembravano giustificare la radunanza di molte persone in un luogo; al quale riflesso per non aver posto mente i Greci, e per essersi lasciati strascinare da un invecchiato costume, caricarono (checché ne dica in contrario la prevenzione) le loro tragedie di mille sconvenenze a fatica ricompensate colle originali bellezze, che dopo venti e più secoli siamo pur costretti ad ammirare nei loro scritti drammatici. […] La fretta con cui gli lavorava, poiché spesso appena otto giorni spendeva in comporli, come asserisce il Marchese Maffei nella prefazione al teatro italiano, lo condusse a cadere talvolta in alcune inesattezze anche di stile poco elegante. […] Talvolta gli cadono dalla penna alcune che si direbbe essere state lavorate colla morbidezza metastasiana, come, per esempio, questa: «Dove sei tu Robusta gioventù?
Dopo le guerre civili che durarono sino al 1652 cominciò Giambatista Poquelin detto Moliere a girar colla sua comitiva per le provincie, e nel 1653 rappresentò in Lione, indi in Beziers, in Grenoble, in Roano sino alla state del 1658 con general plauso alcune farse piacevoli benchè irregolari, delle quali rimasero i soli nomi. […] Dallo Straparola trasse l’argomento ed alcune grazie della medesima Scuola delle donne. […] Diceva però colla maggior naturalezza del mondo, che il primo atto era tutto suo ed era eccellente, il secondo in cui Palaprat avea inserite alcune scene burlesche, era mediocre, il terzo che tutto apparteneva all’amico, era detestabile. […] Tutte le sue favole vanno impresse in dieci volumetti, ma si stima che alcune sieno state pubblicate da autori anonimi sotto il di lui nome.
Si parla eziandio di alcune pastorali de’ Provenzali, che altro pure non furono se non che piccioli dialoghi, ne’ quali confabulava il poeta e qualche pastorella.
È comico di qualche ingegno, e scrive a sufficienza alcune cose spettanti al Teatro, ed è suo parto una Commedia intitolata : L’Oppresso Felicitato, o sia il Conte d’Osbach.
Napoli, Baia, Pozzuoli, Nola, Ercolano, Pompei Capua, Benevento, Teano, Minturno, Aquino, Casino, Alba Fucense, Taranto e altre città di quelle provincie che ora compongono il regno di Napoli, ebbero i loro teatri, de’ quali veggonsi anche oggi alcune vestigia. […] Oltre a i riferiti dialoghi, o commedie, in tutto il secolo X, e nel XI, e XII, sebbene si videro comparire alcune informi poesie nelle nuove lingue, non ve ne furono a patto veruno teatrali110.
Il mentovato Andres a somiglianza del Voltaire, ha confrontate alcune scene della Giovane Reina del Dryden con altre simili della Fedra del Racine. E l’istesso Voltaire paragonò alcune tenerezze vere e decenti del Racine colle iperboli rettoriche e colle indecenze che si osservano nella Cleopatra del Dryden a Quanto a me Dryden sembrami più simile a Lope de Vega tanto per la varietà, la copia e l’irregolarità de’ componimenti, quanto per avere al pari di Lope ben compresa la delicatezza dell’arte senza seguirla.
Andres, a somiglianza del Voltaire, ha confrontate alcune scene della Giovane Reina di Dryden con altre simili della Fedra del Racine. L’ istesso Voltaire paragonò alcune tenerezze vere e decenti di Racine colle iperboli rettoriche e colle indecenze che si trovano nella Cleopatra del medesimo Dryden.
mo di Modena in Ferrara, Girolamo Viviani, apprendiamo alcune delle piazze in cui si trovò la Compagnia del Calderoni dopo ritornata di Baviera. […] Lo troviam poi nel 1699 a Vienna ; nel 1702 in Augsburgo, dove il 16 maggio ottenne il permesso di poter dare dovunque alcune rappresentazioni in lingua italiana, e nel 1703 ancora a Vienna, assistito dalla liberalità del Principe Elettorale, che si occupava con ogni larghezza delle spese di costumi ecc. ecc.
Havvi ancora alcune commedie tradotte dalle migliori francesi, danesi e tedesche; ma la nazione non approva che tre o quattro commedie originali, scritte in quel genere di comico basso che si avvicina alla farsa.
I filosofi paghi di signoreggiare fra le altissime teorie del mondo delle astrazioni appena si degnano di scendere all’esame di alcune quistioni, dallo scioglimento delle quali risulta la perfezione delle arti di gusto: come se l’innocente e sicuro diletto che può ritrarsi da esse, sia un troppo picciolo frutto per l’uomo, la di cui vita è sì breve, e i piaceri sì scarsi, ocome se fosse un miglior uso de’ propri talenti, l’applicarli all’investigazione di certi oggetti, i quali la natura ha bastevolmente mostrato di non voler che si cerchino, o togliendoci affatto la possibilità di conoscerli, o rendendoci inutile la cognizione di essi dopo che si sono saputi. […] E i passaggi da una parola in un’altra fansi con agevolezza grandissima, atteso che tutte le dizioni, siano nomi siano verbi, terminano in vocale, eccettuati alcuni monosillabi, come “sur, in, con”, o quando per accrescer forza al discorso, per ischivar le troppe elisioni, o per terminar più speditamente il periodo, in una cadenza si troncano infine alcune vocali, come “finor, fedel” da “finora fedele”. […] Tale sarebbe certamente se gl’Italiani non avessero a ciò provveduto ora col frequente raddoppiamento delle medesime consonanti, come “alloppiare, oggetto”, il quale, oltre il sostenere che fa la pronunzia, serve a dividere più esattamente i tempi nella musicale misura: ora battendo fortemente su alcune consonanti “b, ff, r” come “arruffa, vibrato”, sulle quali, principalmente sulla prima, i toscani formano un suono, ch’io assomiglierei volontieri al romore, che fanno le penne degli augelli nel tempo, che spiccano il volo: ora colle frequenti elisioni, che spesseggiano il rincontro delle consonanti, dando alle parole una certa asprezza e gravità, ora colla inversione della sintassi i della quale parleremo tra poco. […] L’armonia poetica e l’armonia musicale, quantunque convengano in alcune circostanze generiche, hanno però delle differenze, alle quali bisogna far avvertenza per non confonderle. […] Finalmente se la nostra lingua he conservato alcune desinenze gotiche, onde talvolta si rende urtante all’orecchio, anche l’italiana cade più volte nel difetto degl’iati, e degli accozzamento sgradevoli.
Dopo le guerre civili che durarono sino al 1625 cominciò Giambatista Poquelin detto Moliere a girar colla sua comitiva per le provincie, e nel 1653 rappresentò in Lione, indi in Besiers, in Grenoble, in Roano sino alla state del 1658 con general plauso alcune farse piacevoli benchè irregolari, delle quali rimangono i soli nomi. […] Da Straparola trasse l’argomento ed alcune grazie della stessa Scuola delle donne. […] Diceva però con la maggior naturalezza del mondo, che il primo atto era tutto suo ed era eccellente, il secondo in cui Palaprat avea inscrite alcune scene burlesche, era mediocre, il terzo che tutto apparteneva all’amico, era detestabile . […] Tutte le sue favole vanno impresse in dieci volumetti; ma si crede che alcune sieno state pubblicate da autori anonimi sotto il di lui nome.
Questi primi tentativi vennero in qualche modo superati da Olao Dahlin nato nel 1708, che alcune ne scrisse meno imperfette.
Vale la pena ch’ io metta qui alcune parole che tolgo da una sua lettera, e che concernon l’andata in scena appunto della commedia Cossiana.
Entrò a diciotto anni in Compagnia di Giacomo Modena, di cui faceva parte anche il figliuolo Gustavo, facendosi notar subito per la recitazione spontanea di alcune particine in commedie di Goldoni, Zelinda e Lindoro, Il Medico olandese, I quattro Rusteghi, della quale specialmente il personaggio di Sior Filipetto s’ebbe in lui uno de' più ingegnosi e brillanti interpreti, e per la quale la prima attrice Carlotta Polvaro gli preconizzò splendido avvenire.
Lo ricordo nel secondo, in cui, nonostante certi difetti di recitazione, emergeva l’antico pregio dell’originalità per alcune parti specialmente, come dell’ Oliviero di Jalin nel Demimonde, in cui non ho mai trovato chi per la eleganza e la verità, lo facesse dimenticare, o del Cavaliere d’ Industria, a proposito del quale, l’ Arte del 28 gennaio '55, in una lettera a Fanny Sadowski, dice : Vi ricordate di Peracchi nel Caralier d’Industria !
Ascendono a più di ottanta le di lui favole, ma ne scrisse alcune in compagnia d’altri. […] La di lui moglie attrice già morta ne compose pure alcune ben ricevute, e fralle altre Bastiano Bastiana nel 1753, gli Ammaliati nel 1757, e Annetta e Lubino nel 1762.
E però mal a proposito è stato annoverato fra gl’inventori del melodramma da quegli eruditi che non avendo mai vedute le opere sue, hanno creduto che bastasse a dargli questo titolo l’aver in qualunque maniera messo sotto le note alcune poesie teatrali. […] Per non dir nulla delle tante difficili inezie onde la musica era allor caricata, da paragonarsi agli anagrammi, logogrifi, acrostici, paranomasie, equivoci, e simili sciocchezze ch’erano in voga presso a’ poeti nel secolo scorso: come sarebbe a dire di far cantare una o più parti delle composizioni musicali attorno alle imprese o armi di qualche personaggio, ovvero su per le dita delle mani, o sopra uno specchio: o facendo tacer le note, e cantar le pause, o cantando qualche volta senza linee sulle parole, e indicando il valor delle note con alcune ziffere stravaganti, o inventate a capriccio, o tolte dalle figure simboliche degli egizi, con più altre fantasie chiamate da essi “enimmi del canto” con vocabolo assai bene appropriato, delle quali ho veduto non pochi esempi. […] Il Dante, genio rozzo e sublime, atteggiator robusto ma irregolare, nelle bellezze e nei diffetti egualmente intrattabile, offriva ai musici uno stile somigliante alle miniere del Brasile, ove fra la terra e la scoria veggonsi a tratto a tratto strisciare alcune vette d’oro finissimo. […] [19] Molto maggior fortuna sortì in appresso un altra sua pastorale intitolata L’Euridice Tragedia per musica, la quale fu con più accuratezza modulata nella maggior parte dal Peri fuori d’alcune arie bellissime che furono composte da Jacopo Corsi, e quelle del personaggio d’Euridice e dei cori, nelle quali ebbe mano il Caccini. […] Le riflessioni sulla propria lingua fecer loro avvertire, che nel parlar comune alcune voci s’intuonano in guisa che vi si può far armonia, o ciò che è lo stesso, distinguerle per intervalli armonici, alcune non s’intuonano punto, per le quali leggiermente si scorre finché si giugne ad altre capaci d’intonazione o d’armonico movimento.
In mezzo a tanta barbarie pur non manco in alcune regioni qualche solitario allievo della sapienza, il quale appressandosi al solio di Carlo Magno potè co’ suoi consigli eccitarlo alla magnanima impresa d’ingentilire e illuminare i popoli. […] Si parla eziandio di alcune pastorali de’ Provenzali che erano piccioli dialoghi ne’ quali confabulava il poeta e qualche pastorella. […] E tali disordini sin dalla mettà del secolo XIII indussero le città di Aragona e di Castiglia, ad onta della giurisdizione baronale, ad associarsi e ad armare alcune compagnie sotto il nome di Santa Confraternita, per proteggere i viaggiatori, e perseguitare i malviventi. […] Pongasi poi da parte che quando pur fossero veramente goffe alcune delle leggi di que’ tempi, per ben giudicarne, se ne dovrebbe rintracciare lo spirito più che le parole, ed aver riguardo alle circostanze. Dovea piuttosto riflettersi alla saviezza che spirano quasi da per tutto le leggi Longobarde, e al vantaggio che alcune di esse hanno riportato ancor sulle Romane.
E tralle commedie dette di Capa y Espada, nelle quali osserva più regolarità, e lo stile é più conveniente alla commedia, ve ne sono alcune bene avviluppate, Casa con dos Puertas, Los Empeños de un a caso, Dicha y desdicha del nombre, Primero soy yò e altre. […] Debbono adunque contener alcune delle bellezze generali che rendono immortali le produzioni d’ingegno. […] Tali sono alcune delle tante commedie di Roxas, La-Hoz, Candàmo, Alarcòn, Zamora, Solis, e Moreto.
La Flaminia poi, oltre l’havere apparato benissimo quel luogo de corami dorati, et haver trovati abiti bellissimi da nimpha, et fatto venire a Mantova quelle selve, monti, prati, fiumi et fonti d’Arcadia, per intermedi della Favola introdusse Satiri, et poi certi maghi, et fece alcune moresche, a tal che hora altro non si fa nè d’altro si parla, che di costoro. […] et alcune rime del- l’Istesso, e d’altri auttori, In lode della medesima. […] « Si vestiva, finita la favola, in abito lugubre e nero, rappresentando la istessa tragedia, e cantava alcune stanze che succintamente del Poema tutto contenevano il soggetto, ed era come di quello un argomento ; e cosi, data la licenza al popolo, e finito il canto, si sentiva un alto grido, un manifesto applauso che andava sin alle stelle, e le genti stupite ed immobili non sapeano da qual luogo partirsi.
Tralle altre opere compose alcune commedie, e una dissertazione sulla declamazione teatrale ch’ella egregiamente eseguiva.
Passato di Francia in Ispagna alla Corte di Filippo II, riferisce il Bartoli che non essendovi troppo bene inteso, mescolò, impratichitosi di quella lingua, alcune parole spagnuole al proprio dialetto bergamasco ; e molti ne inferirono ch’egli fosse di Bergamo, tanto più che nelle lettere facete di Cesare Rao, si trova un Lamento di Giovanni Ganassa, di lingua bergamasca ridotto nell’italiana toscana ; ma non è ben chiaro se si tratti della lingua materna di lui, o di quella, come a me par più probabile, della maschera ch’ei rappresentava.
Il ridicolo da lui maneggiato appartiene alla commedia bassa e alle farse; e pur serpeggiano nelle di lui favole alcune tinte veramente comiche da piacere in tutti i tempi, e degne di studiarsi. […] La cosa più degna di notarli in tal commedia é il giuoco di teatro che risolta dagli sforzi che sa il coro impiegato a tirare alcune corde per ismuovere le gran pietre, ond’é chiusa la bocca della caverna, in cui é serrata la pace. […] Dopo ciò, cosa pensereste di un giovane Gaulese, il quale più di duemila anni dopo la morte di questo gran valent’uomo viene a dirci, ch’egli altro non era, che un satirico sfrontato, un parodista, un superstizioso, un bestemmiatore, un buffon da piazza, un Rabelais sulla scena, e che le di lui commedie sono un’ammasso di assurdità, donde qualche volta scappano fuori alcune bellezze inaspettate? […] Potino con esse rappresentò (benché con indignazione de’ buoni, cioé de’ pochi) alcune burlette in Atene e in quella medesima orchestra, in cui Euripide declamava le sue tragedie immortali. […] E Ateneo rapporta, che gli spartani aveano alcune commedie ridicole, ma semplici, quali a tale nazione convenivano, e vi s’introducevano o ladroni che rubavano delle frutta, o medici stranieri.
In mezzo a tanta barbarie pur non mancò in alcune regioni qualche solitario allievo della sapienza, il quale appressandosi al solio di Carlo Magno potè co’ suoi consigli eccitarlo alla magnanima impresa d’ingentilire e illuminare i popoli. […] E tali disordini fin dalla metà del secolo XIII indussero le città di Aragona e di Castiglia, ad onta della giurisdizione baronale, ad associarsi e ad armare alcune compagnie sotto il nome di Santa Confraternita, per proteggere i viaggiatori e perseguitare i malviventi. […] Avvenne a que’ tempi ancora, cioè sin dal 1001, che secondo Camillo Pellegrino un certo Capuano copiò in un codice membranaceo le leggi de’ cinque re Longobardi, le addizioni di Carlo Magno e de’ successori, e i capitoli e trattati de’ duchi di Benevento, frammettendovi alcune sue osservazioni intorno alla pratica di esse leggi; il qual codice serbasi nell’archivio della Trinità della Cava. […] Pongasi poi da parte che quando pur fossero veramente goffe alcune delle leggi di que’ tempi, per ben giudicarne se ne dovrebbe rintracciare lo spirito più che le parole, ed aver riguardo alle circostanze. Dovea piuttosto riflettersi alla saviezza che spirano quasi da per tutto le leggi Longobarde, e al vantaggio che alcune di esse hanno riportato ancor sulle Romane.
Roma, 1888) a lui scritte su vario argomento, delle quali alcune troverà il lettore al nome di Modena stesso.
Riflessioni ad alcune delle molte prerogative che rendono grata a tutti la medesima Virtuosa Alla modestia unir spirto e bellezza, Formar più vezzi, e non macchiar il core ; Con laude oprar, e disprezzar l’honore ; Di più lingue3 erudite haver vaghezza.
Forse alcune poche cose cercate col fuscellino vi noterà il Signor Lampillas da riprendere; ma che queste sieno pochissime in Ariosto, e poco degne di farsene caso, apparisce dall’essersi disprezzate dalla vigilanza della Chiesa per tre secoli continui. […] Infine era il Signorelli persuaso, che, quando anche nelle Commedie dell’impareggiabile Poeta Ariosto vi fossero alcune cose non totalmente decenti, esse non potessero esser mai tante, quante se ne leggono nelle Commedie Latine, a cagione de’ caratteri che vi s’introducevano, e non pertanto da quasi diciotto secoli l’Europa Cristiana legge, studia, comenta, traduce, ammira Plauto e Terenzio, e se ne raccomanda la lettura alla gioventù. […] Io voglio poi che il Varchi a ragione riprendesse le oscenità e le indecenze di alcune delle nostre Commedie, come di quelle dell’Aretino, del Vignali, del Groto.
Esse per lui altre non sono che feste teatrali di ballo serio preparate da alcune patetiche declamazioni . […] Euforione figlio di Eschilo, oltre ad alcune tragedie da lui composte, vinse secondo Suida e Quintiliano quattro volte con alcune favole del padre, alle quali diede novella forma.
Anzi sostenne esservene state alcune da mettersi degnamente in confronto delle migliori de’ Greci. […] Quel pregevole ufficioso letterato mi avvertì che le reliquie indicate sono opera de’ bassi tempi; e ciò si rileva dal lavoro troppo minuto nelle cornici di alcune basi di colonne colà rimaste.
In Tebe di Egitto vuolsi che fosse un teatro, e che di là avesse Pilade tratte alcune novità che introdusse nell’arte pantomimica. […] Egli punì come reo di maestà lesa un poeta che in una tragedia avea inserite alcune parole ingiuriose contro il re Agamennone.
Il lodato autore ha la mira alla Sofonisba del Trissino, alla Rosmunda del Rucellai, ad alcune commedie dell’Ariosto, a quelle del Machiavelli, alla Calandra del Bibbiena. […] In alcune circostanze le immagini ritratte al vivo par che si scostino dalle caricature de’ nostri giorni; ma chi non sa che di tutta la poesia, la comica è la più soggetta ad alterazioni per le maniere e i costumi? […] Continuando la ricerca di alcune bellezze e dell’artificio del Negromante, osserviamo che il carattere di Mastro Giachelino furbo vagabondo viene sin dal principio dell’atto II enunciato da Nibio. […] Ci arresteremo dunque in alcune più notabili per qualche ragione che interessi ed instruisca. […] Questo piacevolissimo scrittore che morì d’anni sessantacinque nel 1563, fu calzolajo, ma si distinse in Firenze per molte lezioni recitate nell’Accademia Fiorentina, e per alcune traduzioni.
E giacchè si è nominato il Castello di Trausnitz, non è male metter qui, desumendole dal Trautmann, alcune parole sull’affluirvi de’nostri primi commedianti.
Quando il concorso gli sembrò al completo, si alzò dalla sedia, e rivolto agli accorsi, disse loro in dialetto alcune parole di ringraziamento, e terminò coll’ annunziare che avrebbe recitato un lavoro tragi-comico, in tre atti, intitolato : la Maga Morgana e Arlecchino vittima delle sue vendette.
Scelto dal Riccoboni per la Compagnia del Reggente, si recò il 1716 a Parigi, ed esordì alla « nuova Commedia italiana » nel teatro del Palais Royal (le riparazioni dell’ Hôtel de Bourgogne non erano ancora compiute) il 18 maggio nell’ Inganno fortunato (l’heureuse surprise), commedia a soggetto in tre atti, che il pubblico trovò assai buona, e in cui erano intercalate alcune scene tratte da altra commedia spagnuola : Visentini vi fu magnifico in quelle del Pittore.
L’argomento deve sottostare ad alcune condizioni, permettere la delineazione dei caratteri dei personaggi e delle loro passioni e legarsi in modo organico alle altre componenti, musica, cori, balli, necessarie per la buona riuscita dell’opera. […] La terza edizione, pubblicata nel 1757 sempre dall’editore Pasquali di Venezia23, riporta la stessa intestazione e dedica delle precedenti, ma rielabora e amplia i paragrafi centrali dedicati alla musica, al canto e alle scene, anticipando alcune delle integrazioni e modifiche che appariranno in modo più cospicuo nella redazione successiva. […] Ortes condivide anche alcune esperienze europee di Algarotti come la frequentazione dei teatri di Vienna e Berlino e la conoscenza del repertorio veneziano. […] L’ultima redazione è inserita nell’edizione complessiva, in nove tomi, delle Opere di Algarotti curata dall’editore Coltellini36 e pubblicata a Livorno; Algarotti seguì personalmente la pubblicazione dei primi tre tomi, prima di morire, e poté apportare ulteriori integrazioni al Saggio che risulta corredato di alcune note d’autore assenti nella precedente edizione del 1763. […] La terza edizione veneziana del 1757 riporta la stessa intestazione e dedica delle precedenti, ma rielabora e amplia i paragrafi centrali dedicati alla musica, al canto e alle scene, anticipando alcune delle integrazioni e modifiche che appariranno in modo più cospicuo nella redazione successiva.
Il fondatore dell’ Impero Romano Giulio Cesare scrisse una tragedia intitolata Edipo, oltre ad alcune altre chiamate Giulie, delle quali il di lui successore proibì di poi la pubblicazione. […] Germanico figliuolo di Druso e di Antonia minore, insigne capitano, vero eroe ancor dopo estinta la Repubblica, e che colla posterità non ebbe altro demerito se non di aver prodotto Cajo Caligola; fu parimente orator grande e poeta esimio, e tralle altre sue fatiche letterarie compose alcune commedie grecheb. […] In fatti Ennio (non c’incresca ripetere alcune delle cose già dette) diede a Roma una Medea esule, che fe dire a Cicerone (de Finibus) non potervi essere alcuno così del nome Romano nemico che ardisca sprezzar quella tragedia. […] Il piano semplice è lavorato sulla greca di Euripide; ma in alcune parti è alterato, e talvolta con miglioramento. […] Avvegnachè alcune sentenze sieno ottime e non affettate, pure per la maggior parte hanno l’aria di aforismi o di responsi di oracolo.
Veggonsi sparse qua e là alcune savie riflessioni sul carattere e sul gusto particolare di ciascheduna nazione. […] L’opere degli antichi in questo genere (toltone alcune cose, che non sono, so non relative ai costumi de’ loro tempi) sono state e saranno mai sempre i nostri modelli: tutto l’oro, che più lampeggia fra noi, é stato tratto dalle loro miniere; e i moderni tanto più lusingar si possono di non mettere il piede in fallo, quanto più dappresso a questi grandi originali si accostano.
Oltre a queste si sono tradotte e accomodate a foggia di sarsuole alcune opere buffe italiane, cioè rappresentandosi senza canto il recitativo e cantandosi le sole arie e i duetti e i cori ed i finali. […] Essa però fu così mal ricevuta e derisa, specialmeate in alcune Lettere graziose e piene di sale scritte da don Miguèl Higueras sotto il nome di un Barbero de Foncarral, che Briseida fu la prima e l’ultima opera seria spagnuola.
Se un gentilhuomo dice alcune cose ridicolose, si dice ch’egli è faceto ; ma ad un pover huomo senz’altro è un buffone. […] Ed ora alcune parole sulla maschera che egli creò.
Il lodato autore ha la mira alla Sofonisba del Trissino, alla Rosmunda dell’ Rucellai, e ad alcune commedie dell’Ariosto, a quelle del Macchiavelli, alla Calandra del Bibbiena. […] In alcune circostanze le immagini ritratte dal vivo par che si scostino dalle caricature de’ nostri giorni; ma chi non sa che di tutta la poesia, la comica è la più soggetta ad alterazioni per le maniere e pe’ costumi? […] Continuando la ricerca di alcune bellezze e dell’artificio della favola del Negromante, osserviamo che il carattere di Mastro Giachelino furbo vagabondo viene sin dal principio dell’atto II enunciato da Nibio. […] Ci arresteremo dunque in alcune più notabili per qualche ragione che più interessi o istruisca. […] Questo piacevolissimo scrittore che morì d’anni sessantacinque nel 1563, fu calzolajo, ma si distinse in Firenze per molte lezioni recitate nell’Accademia Fiorentina, e per alcune traduzioni.
Cristiano Gellert nato nell’alta Sassonia nel 1713, e morto nel 1769 mostrò buon gusto in più opere, e diede al teatro alcune commedie pregevoli. […] Due tragedie in prosa sul gusto inglese si coronarono verso il 1780 in Amburgo, cioè i Gemelli di Klinker , ed il Giulio di Taranto di Leusewitz, nell’ultima delle quali si notano alcune bassezze ed assurdità. […] Giovanni Goete nato nel 1749 in Francfort sul Meno, oltre ad alcune favole comiche in prosa sparse di versi per cantarsi, ha composto una tragedia patriotica, che chiamò spettacolo intitolata Göz di Berlichingen, notabile per la lunghezza, equivalendo almeno a quattro tragedie regolari, pel numero degli attori che passano i trenta, e per le assurdità non inferiori a quelle di Shakespear.
Cristiano Gellert nato nell’Alta Sassonia nel 1713 e morto nel 1769 mostrò buon gusto in più opere e diede al teatro alcune commedie pregevoli. […] Bertola, cui per altro si debbono alcune notizie recenti del teatro tedesco, ha detto che quest’ ultima, oltre all’essere stata imitata in Francia, sia pasjata anche fra noi in un’ opera buffa. […] Giovanni Goete nato nel 1749 in Francfort sul Meno, oltre ad alcune favole comiche in prosa sparse di versi per cantarsi, ha composto una tragedia patriotica che chiamò spettacolo, intitolata Göz di Berlichingen, notabile per la lunghezza equivalendo almeno a quattro tragedie regolari, pel numero degli attori che passano i trenta, e per le assurdità non inferiori a quelle di Shakespear.
Eraclide Pontico, di cui Laerzio ha descritta la vita, coltivò le muse; ed Aristosseno afferma che avea Pontico composto alcune tragedie che volle pubblicare sotto il nome di Tespi.
Vondel si distinse fra’ suoi con alcune tragedie al pari di Corneille e Shakespear, benchè a questi di molto inferiore.
Il Vondel si è distinto fra’ suoi per alcune tragedie al pari di Cornelio e di Shakespear, benchè a questi tanto inferiore.
Di alcuni anni e alcune stagioni possiamo aver date precise ; per altri le nuove costituzioni e frequenti sostituzioni generan tal confusione da non permetterci di dare affermazioni recise.
I molti pregi di alcune sue parodie dettarono i seguenti versi : Comédien sensé, parodiste plaisant, en traits fins et légers Romagnesi fertile couvrit les plats auteurs d’un ridicule utile ; qu’on doit le regretter dans le siècle présent.
Il fondatore dell’Impero Romano Giulio Cesare scrisse una tragedia intitolata Edipo, oltre ad alcune altre chiamate Giulie, delle quali il di lui successore proibì di poi la pubblicazione. […] Germanico figliuolo di Druso e di Antonia minore, insigne capitano, vero eroe ancor dopo estinta la Repubblica, e che colla posterità non ebbe altro demerito se non di aver prodotto Cajo Caligola, fu parimente orator grande e poeta esimio, e tralle altre sue fatiche letterarie compose alcune commedie Greche119. […] Ma si tradirebbe la verità, se si trascurasse, come di ordinario avviene, di rilevarne colla serenità di storico critico alcune bellezze che in esse si trovano. […] Il piano semplice è lavorato sulla Greca di Euripide; ma in alcune parti è alterato, e talvolta con qualche miglioramento. […] Avvegnachè alcune sentenze sieno ottime e non affettate, pure per la maggior parte esse hanno l’aria di aforismi, o di responsi di oracolo.
L’Inca, ce ne dà alcune notizie senza entrare a indagarne l’origine, la quale con alcuna probabilità può rinvenirsi in una festa solenne che soleva celebrarsi in Cusco. […] Ben fu egli in altra parte dell’Europa impiegato; e sin dal 1497 scoperse per l’Inghilterra l’isola di Terra Nuova, ideò prima di ogni altro un passaggio pel Nord ovest al mare del Sud, ed aperse la strada a un gran numero di nocchieri Inglesi, che diedero indi il nome ad alcune coste selvagge, dove non era mai più approdato legno Europeo.
La scena dell’Atto quarto è nel cortile del palagio di Priamo: Aedibus in mediis nudoque sub aetheris axe Ingens ara fuit, iuxtaque veterrima laurus Incumbens arae atque umbra complexa Penates Quivi trovasi Ecuba con alcune Troiane, le quali tutte paurose e supplichevoli abbracciano le statue degli dei.
All’incontro moltissimi fra’ dotti, come son coloro i quali calcolano il corso de’ pianeti, o Fan triangoli, tondi, e forme quadre; coloro i quali vagando pe’ voti spazi della loro immaginazione, voglion dar corpo all’ombre e vendere per dimostrazioni alcune infelici congetture su di soggetti tenebrosi, inintelligibili, e rimoti dal senso e dalla cognizione dell’uomo; coloro i quali con ammirabile franchezza favellano de’ corpuscoli elementari e de’ loro vari moti e accozzamenti nella primitiva formazion delle cose, come se stati fosseri assistenti alla madre natura allorché disciogliendo il caos, partorì il mondo; coloro i quali vogliono farla da riformatori con immaginari sistemi politici; coloro i quali visitando le cave delle piramidi d’Egitto, si arrogano la facoltà di battezzar le mummie, e sputan sulle medaglie per diradarne l’antica ruggine e farci vedere quel che non é; coloro i quali son dottoroni pel solo capitale della memoria, o che per l’enorme lettura hanno l’immaginativa languente; tutti costoro sogliono per lo più avere, spezialmente nelle materie poetiche, non sano palato, guaste sensazioni e gusti così depravati come quelli delle donne pregnanti.
L’illuminazione fecesi poscia con placche di latta appiccate alle tapezzerie; e perchè la luce percoteva di fianco ed alle spalle i personaggi e gli mostrava adombrati e neri, sostituirono a tali placche alcune lumiere o lampadari ciascuna di quattro candele poste davanti al teatro, le quali con corde visibili si abbassavano allorchè un uomo per ismoccolarle saltava fuori a bella posta.
Il successo ne fu clamoroso ; e, naturalmente, vi fu anche una invasione di tragedia ; all’ Aristodemo del Dottori tenner dietro le traduzioni di tragedie dei due Corneille e di alcune di Racine nei collegi, specialmente per sollazzo di carnevale.
Giovane, che partita dalla sua Patria diedesi alla comica professione ; e che in alcune vaganti Compagnie da circa sei anni va ritrovando impiego.
Di lui si hanno alcune notiziole biografiche, pubblicate nel '58, delle quali principalmente si servì il Bertolotti nel distender la vita dell’ artista (Milano, Ricordi).
A queste parole vanno unite alcune sestine pur del Cuciniello, di cui riferisco le due ultime : Addio, bell’alma, addio, prodigio, a cui Volle il ciel rivelare e donar tutto Quell’ incanto e quell’ arte, che in altrui Sol di vigilie e di sudor son frutto ; Dono fatal però, che consumava Come fiamma quel petto, che animava : La farfalla così, l’ala agitando, Spezza l’invoglio, in cui prigion giacea ; Così affilato adamantino brando Logora la guaina, che il chiudea ; E la perla, che al genio s’assomiglia, Rode così la povera conchiglia.
Ma basti affermare ch'Ella per sue doti fisiche e intellettuali è noverata oggi fra le rare attrici di pregio intrinseco della nostra scena di prosa ; e di esse prima senza dubbio per la spontaneità doviziosa, direi quasi per la improvvisazione, specie negli scatti della passione caldissima, in cui forse la moltitudine non avverte alcune scorrettezze di forma lamentate dall’acume della critica.
A quindici si unisce alla zia e percorre con lei le grandi capitali di Europa, e dopo un anno eccola in Italia ed eccola di nuovo con Toselli per alcune rappresentazioni, prima donna ; e questa volta, della Compagnia dialettale da lui formata, recitando la Francesca da Rimini del Pellico, parodiata dal Toselli stesso, col titolo : Cichina d’ Moncalé (1859).
Se ne censuri la versificazione, l’ uso frequente de’ latinismi, l’affettazione di alcune similitudini poste in canzonette, il suo modo di sceneggiare all’antica &c. […] Non siam contenti di alcune circostanze del piano di tal favola. […] Dietro la scorta de’ lodati drammisti Francesi hanno i nostri inventate altre domestiche tragedie e commedie lagrimanti, alcune originali alcune tratte da’ romanzetti di Arnaud e Marmontel ricche miniere di scene interessanti e di lugubri pantomimi nojosamente ripetuti. […] Arnaud nella Gazzetta Letteraria dell’Europa osserva che talvolta indebolisce alcune espressioni dell’originale. […] Tralasciamo alcune tragedie tuttavia inedite, cioè Giovanna d’Arc del chiar. ab.
Gli si notarono tal volta alcune trasposizioni inusitate, e certe maniere non sempre limpide, di che giudichino di pieno diritto i nazionali. […] Ma il carattere di Erode dipinto con bastante forza e verità, ed alcune situazioni che interessano, e l’intrepidezza di Marianne condotta a morire, mostrano che Tristano meritò in certo modo gli applausi che riscosse da’ Francesi di quel tempo. […] Duchè ajutante di camera di Luigi XIV ebbe l’onore di comporre alcune tragedie sacre pel teatro della sala di madama di Maintenon, le quali si recitarono dalla Duchessa di Borgogna e dal duca di Orleans col famoso commediante Baron che le dirigeva. […] Dopo alcune scene galanti, elegiache al pari delle già indicate, comparisce nell’ultima Solone moribondo, il quale si mette a declamare lungamente con tutta l’inverisimiglianza per uno che stà spirando, e racconta verbosamente che Policrita, non è sua figlia e che si chiama Cleorante.
Ebbe Aristofane tra gli altri figliuoli Ararote, Nicostrato e Filetero, i quali e si valsero delle di lui fatiche per farsi luogo sulla scena, e composero essi pure alcune favole coltivando la commedia nuova; ed uno di essi spiccò singolarmente più nel rappresentare che nel comporreb. […] Tutto quello che Menandro espresse con giudizio, nitidezza e piacevolezza, Cecilio si studiò inutilmente di voltare in latino con ugual leggiadria, per la qual cosa si appigliò al partito di saltarne alcune cose, riempiendo il voto con qualche cicalata meramente mimica.
Anche dell’arte sua incomparabile abbiam testimonianze grandissime, di cui metterò qui alcune delle più chiare e men sospette di poca sincerità. […] Se in generale fosse men nobile ne' suoi portamenti, le genti, avvezzate al peggio, mal saprebbero rimproverargli le alcune volte ch' ei rinnega sè stesso per seguire il mal vezzo degli' istrioni dozzinali : e ciò, perchè non si dica soverchiamente sfoggiato il mio panegirico.
Pabla Vicente chiamossi la figliuola, di cui corse fama che correggesse le composizioni paterne, oltre ad averne scritte ella stessa alcune assai bene accolte. […] Cristofano Castillejo morto nel 1596 scrisse alcune commedie rimaste inedite che io non ho potuto leggere, e che secondo il Nasarre potrebbero passar per buone, se fossero meno mordaci e lascive. […] Don Nicolàs Antonio che parla distesamente del Naarro di Torres, afferma solo che dimorò in Roma in tempo di Leone X, e vi scrisse alcune satire contro i cardinali (e nella Propaladia ancora se ne legge una), e dovè scapparne via e rifuggirsi a Napoli in casa di Don Fabrizio Colonna. […] Ma questo argomento perde ogni vigore al riflettersi ch’ egli lodò ancora come eccellenti alcune tragedie, che la posterità (come diremo) ha trovate cattive non che difettose. […] Dice che nella sua giovinezza compose quarantotto componimenti inediti sacri, storici e morali, e che fra essi erano anche alcune tragedie di Assalone, Ammone, Saule e Gionata.
Volunnio, secondo Varrone, scrisse alcune tragedie in lingua etrusca. […] Compose eziandio alcune tragedie66. […] Ma recare di sì nobile scrittore alcune bellezze sembra un modo di offender tutto il rimanente, che non é men bello e dilicato. […] Il piano semplice é lavorato sulla greca, ma in alcune parti alterato con qualche miglioramento. […] Avvegnaché alcune sentenze sieno ottime, e non paiano affettate, pure la maggior parte di esse ha un’aria di aforismi, o di responsi d’oracolo.
I messicani ne insegnavano alcune a’ fanciulli, le quali conteneano l’imprese de’ loro eroi, e servivano d’istorie.
San Gio: Crisostomo con compiacenza leggeva le commedie di Aristofane; San Girolamo quelle di Plauto; il Sinesio ne compose alcune sulle orme di Cratino e di Filemone; Apollinare imitò Euripide e Menandro.
I Giovani Sacri, il Forbante, il Penteo sono nomi di alcune favole Tespiane.
Delle poesie di lei vider la luce alcune Poesie musicali composte in diversi tempi, aggiunte alla prima edizione dell’Inganno fortunato, e una raccolta di rime, intitolata : Rifiuti di Pindo, edita in Parigi nel 1666, in 12°, sotto’l nome di Aurelia Fedeli, a proposito del quale si levaron dispute e contese fra’letterati : quello sostenendo che fu per semplice error di proto stampato Fedeli e non Fedele, cioè Aurelia, comica fedele ; questo immaginando che il nome di Fedeli sia quello d’un secondo marito, dovendosi escludere l’error del proto, il quale sarebbe stato continuato da lei e dal figlio di lei, che nelle sue liriche indirizza una poesia a Brigida Fedeli sua madre, a cui tien dietro subito la risposta della signora Brigida Fedeli, madre dell’autore.
.), mantenendo così la promessa fatta nell’ Addio, recitato l’ultimo giorno del precedente carnevale dalla prima attrice Francesca Torri, di cui ecco alcune strofe : Chi di Sorte il cieco dono amò più del suo decoro loro infuse l’abbandono per saziar sua fame d’oro.
, e ad esse tenner dietro in vario tempo un brindisi in versi martelliani nel Convitato di Pietra, pubblicato in foglio volante a Livorno l’autunno del 1766 ; un piccolo libretto in-8° contenente alcune considerazioni sopra un parere del dottor Carlo Goldoni, pubblicato il 1767 non so dove, ma forse a Bologna, mentre lo Scherli era col Davia ; Sette Notti di Edoardo Young tradotte in versi, pubblicate in-4° a Palermo il 1774 nella Stamperia de' Santi Apostoli ; e una scelta delle Rime con aggiunta di poesie siciliane e di lettere varie, edita in Palermo il 1777 in-12°.
Ma no: udii dire che assistendo talvolta alla rappresentazione di una favola alcune persone molto colpevoli, sono state così vivamente ferite per l’illusione del teatro, che alla presenza di tutti hanno manifestati i loro delitti; perchè la colpa, benchè priva di lingua, sempre si manifesta quando men si attende. […] Esce Orazio, cui due marinai presentano alcune lettere. […] Ognuno vede la popolarità di questa favola originata dalla varietà degli accidenti, ed alcune interessanti situazioni tragiche che vi sono come la scena dell’ombra con Amlet nell’atto I, e l’altra di Amlet colla madre nell’atto II.
Nascono da tali vicende alcune patetiche situazioni, ed esercitano singolarmente la virtù di Ormesinda, che implora per essi la pietà del Sovrano. […] Certo è che alcune delle rimasteci esprimono fatti di popoli stranieri. […] Non sono così persuaso bene di alcune cose del II. […] Forse in alcune espressioni si desidererà più precisione, e meno generali idee. […] L’azione va al suo fine, malgrado di alcune scene di ripetizioni appena in qualche circostanza variate.
Gareggia col riputato Albergati nell’imitar dalla natura e ne scansa alcune lungherie. […] È scritta come le altre in toscano con pienezza di riboboli e idiotismi, e con alcune bassezze e sudicerie. […] Ne incresce nel Furbo mal accorto ed in alcune altre l’abuso delle tinte troppo tragiche per la scena comica. […] Forse in alcune espressioni si desidererà più precisione, e idee meno generali. […] Il signor Martino di Valenza ben presto uscì dalle Spagne e compose alcune musiche in Napoli ed altrove.
Solo ne incresce che alcune volte renda gli amanti soverchio ragionatori. […] Or tale è l’arte che serpeggia nella Trappolaria, nell’Olimpia, nella Tabernaria ed in altre del Porta e questo dilettevole genere comico dopo di alcune prime commedie del Moliere e del Bugiardo del Cornelio, fu da Francesi totalmente negletto.
Lulli celebre violinista maestro di musica, e poi segretario del re, di cui ebbe in seguito tutto il favore sino alla sua morte, fece tosto sentire la superiorità del suo ingegno, e con alcune arie di balletti composti pel re, e colla musica posta ad alcuni versi di Quinault nella tragedia-balletto di Psychè. […] Nel Fetonte rappresentato nel 1683, nell’Amadigi il cui soggetto fu dato al poeta dallo stesso sovrano nel 1684, e nel Tempio della Pace balletto, e nell’Orlando tragedia, le quali favole si cantarono nel 1685, si ripetono le decorazioni delle altre sue composizioni che vengono interrotte da alcune scene che tirano l’attenzione.
Pabla Vicente chiamossi la figliuola, di cui corse fama che correggesse le composizioni paterne, oltre di averne scritte ella stessa alcune assai bene accolte. […] Cristofano Castillejo morto nel 1596 scrisse alcune commedie rimaste inedite che io non ho potuto leggere, e che secondo il Nasarre potrebbero passar per buone, se fossero meno mordaci e lascive. […] Don Nicolas Antonio che parla distesamente del Naarro de Torres, afferma solo che dimorò in Roma in tempo di Leone X, e vi scrisse alcune satire contro i cardinali (e nella Propaladia ancora se ne legge una) e dovè scapparne via e rifuggirsi a Napoli in casa di don Fabrizio Colonna. […] Ma questo argomento perde ogni vigore al riflettersi ch’egli lodò ancora come eccellenti alcune tragedie, che la posterità, come diremo, ha trovate cattive, non che difettose. […] Dice che nella sua giovanezza compose quarantotto componimenti inediti sacri, storici e morali, e che fra essi erano anche alcune tragedie di Assalone, Ammone, Saule e Gionata.
Ne trascrivo alcune ottave, per debito di coscienza.
Noi non seguiremo certo i due innamorati a traverso le loro peregrinazioni artistiche e amorose, nè metterem qui tutte le canzoni che in dialetto veneto il povero innamorato le indirizzava ; alcune di esse troverà il lettore al nome di Cantù.