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124. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 280-281

Mi dichiararono superiore a molti e inferiore a nessuno dei primi attori che sin oggi hanno rappresentato Goldoni.

125. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 524-525

Nato a Napoli in Via Santa Brigida il 13 marzo 1854 da Domenico Scarpetta, ufficiale di prima classe agli affari ecclesiastici al ministero, e da Giulia Rendina, è il principe degli attori napoletani viventi, sotto il nome di Don Felice Sciosciamocca di cui ha creato il tipo, erede dell’alta fama di Antonio Petito, a niuno secondo degli artisti sì dialettali, sì italiani per la fecondità dell’ingegno, per l’abbondanza e spontaneità della vis comica.

126. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 766-767

Angelo Zoppetti appartenne come brillante al periodo, non so dir bene se fortunato o sciagurato, in cui i primi attori spremevan lagrime dagli occhi degli uditori, e i brillanti facevano smascellar dalle risa.

127. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 770-771

Fra la folla dei discreti attori, passai anch'io, raccogliendo qualche loro bricciola : il che significa senza lode e senza infamia : ecco tutto. » Ma che bricciola mi vien ella bricciolando !

128. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « LUIGI RASI. I COMICI ITALIANI » pp. -

L’utilità poi dell’opera è evidente, dacchè la storia dei comici è storia del Teatro ; e dacchè nei secoli scorsi, i nostri attori tennero il primato fra tutti, e diffusero la commedia italiana, specialmente nella forma detta dell’arte, in tutta Europa. E noto come la prima idea di raccogliere le notizie biografiche dei comici italiani venisse a Francesco Bartoli, marito della celebre Teodora Ricci, che le pubblicò in due volumi nel 1783 ; ma d’allora in poi molto altro era da aggiungere sia di nuovi nomi, sia di altri particolari sugli attori già noti ; e a ciò più specialmente contribuirono il Sand e il Campardon in Francia, fra noi il compianto Adolfo Bartoli e altri.

129. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO VII [IV]. Teatro Lirico: Opera Comica: Vaudeville. » pp. 192-230

Simili dilettevoli rappresentazioni chiamarono sì gran concorso che ingelosiva gli altri attori, ond’è che si divietò a tali attori della Fiera di più recitarle. […] Le sale di tutti gli spettacoli di Parigi (dicono i nazionali) cioè quelle del Teatro Francese, della Commedia Italiana, e del Teatro Lirico, sono senza magnificenza, strette, prive di ogni gusto, ingrate per le voci, incomode per gli attori, e per gli spettatori. […] È però vero che nè in Ispagna, nè in Italia gli spettatori si frammischiano con gli attori sulla stessa scena, come avviene in Francia, lasciando appena dieci passi liberi alle rappresentazioni. […] Vero è però, che negli ultimi tempi del XVIII si è riparato all’inconveniente di mischiarsi sulla scena gli spettatori con gli attori.

130. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO III. Teatro Olandese: Danese: Suedese: Polacco. » pp. 253-256

In Varsovia il principe Martino Ludomirski ha fondato un conservatorio per formare una scuola di attori Polacchi.

131. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 23-24

Ferdinando di Napoli, quando due attori del S.

132. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 418-419

Nel 1645 il duca di Ghisa, partendo per l’Italia, fece dono della sua guardaroba ai principali attori di Parigi : essa fu divisa fra Beauchâteau dell’ Hotel de Bourgogne, Giosia di Soulas detto Floridor del Teatro del Marais, il Capitano (Giuseppe Bianchi, direttore ?)

133. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 451-452

« In Francia, scrive il D’Origny, si voglion vedere le diverse passioni dipingersi sul volto degli attori.

134. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 597-599

Il Gozzi nel suo ditirambo pel Truffaldino Sacchi lo ricorda con onore ; e così di lui lasciò scritto Gianvito Manfredi nell’Attore in scena : Gaetano Casali, detto Silvio, non meno celebre che saggio ed onesto, il quale adempiedo a tutte le parti, che ad un saggio ed ottimo attore spettanti sono, tanto si distingue dagli altri nell’arte sua, che non cred’io che a’ suoi tempi tanto si distinguessero dagli altri gli attori antichi.

135. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Venetia li 28 xbre 1681. » pp. 501-502

Molto saviamente di lui scrisse Piccini (Jarro) nella prima serie dell’opera Sul palcoscenico e in platea : Andare in un paese forestiero : andare in città come Nuova York, Boston, Washington, Filadelfia, Nuova Orlèans : riuscir a parlar in una lingua straniera, e non pur a parlare, ma a recitare in essa : farsi ascoltare, non da migliaja, ma da milioni di uomini : riuscire ad essere celebrato fra tutti gli attori paesani, essere ascoltato con affetto e con deferenza da alcuni fra essi, può davvero sembrar un prodigio, che sapeva effettuare un giovane italiano, innanzi di toccar i trent’anni.

136. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO V. Primi passi del dramma musicale. » pp. 295-309

Bettinelli, dicendo degli odierni attori musicali, Tremula increspan gorgheggiando, e al vento Vibran la voce non viril, per cui Fatto musico Ettor musico Achille Fa di battaglia e d’armonia duello, E cantando s’azzuffa e muor cantando. […] Non comprende che il fasto, le pompe, le gemme, onde si adornano gli attori, sono apparenze senza valore? […] Cantansi le nostre opere, e quando un Farinelli, un Niccolini, un Monticelli, un Cafarelli, un Egiziello, o la Tesi, la Mingotti, la Faustina, approfittandosi delle armoniche appassionate situazioni del Metastasio, e dell’ armonia incantatrice de’ Sarri, de’ Vinci, de’ Leo, degli Hass, de’ Gluck, de’ Jommelli e de’ Piccini, animano il canto e la poesia con quella vivace rappresentazione che tutto avviva, e gli animi tutti scuote e commuove, l’intera Europa gl’ invita, gli onora, gli colma di ricchezza, e si affolla ad ascoltargli, ed in tali attori musici si avvezza a compiangere Statira, Arsace, Demetrio, Mandane, Berenice.

137. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 420-431

L'amor della scena fu più forte di ogni contrario proponimento ; e un bel giorno, poco avanti il carnovale del 1846, di nascosto del babbo, ma col tacito consenso del nonno e della mamma, partì da Livorno per andare a raggiungere a Foiano una compagnietta delle infime, alle cui recite si soleva dare come biglietto d’ingresso frutta, salsiccie, e vino ; e in cui la paga degli attori variava dalle due alle quattro crazie al giorno. […] A evitare conflitti o semplici malumori fra' due artisti, fu convenuta la seguente divisione di repertorio, da loro e dal direttore Domenico Righetti accettata e sottoscritta : Parti di spettanza del signor Rossi Parti di spettanza del signor Peracchi Caterina Howard Avviso alle mogli Cittadino di Gand Arturo Cola di Rienzo Bruno filatore Calunnia Bastardo di Carlo V Conte Hermann Battaglia di donne Clotilde di Valery Don Cesare di Bazan Duello al tempo di Richelieu Duchessa e Paggio È pazza Dramma in famiglia Francesca da Rimini (Lanciotto) Elemosina d’un napoleon d’oro Fornaretto Guanto e Ventaglio Foscari Innamorati Luisa Strozzi Mac Allan Maria Stuarda Maria Giovanna Marchese Ciabattino Presto o tardi Proscritto Ricco e povero Riccardo D'Harlington Ruy Blas Segreto Fortuna in prigione Signora di S.t Tropez Tutrice Stifelius Sorella del Cieco Tre passioni Mentre il Peracchi, come s’è visto al suo nome, scongiurava il Righetti perchè lo sciogliesse dal contratto, per non trovarsi con Ernesto Rossi che gli aveva mancato di fede, il Rossi in data 17 settembre 1851, scongiurava il Righetti allo stesso intento : ….. io ora vengo quasi ginocchioni a pregarti, a supplicarti per quanto hai di più sacro e caro su questa Terra, tanto pel mio interesse e per la mia quiete, quanto pel tuo riposo, a volere presentare questa lettera alla nobile Direzione, fare conoscere l’immensi danni che potrebbero avvenire tenendo due primi attori, non più amici fra loro, ma bensì accaniti nemici, il poco studio delle parti, le continue dispute, l’odio implacabile nel piacere più l’uno che l’altro, e forse, forse tante e tante altre dimostrazioni, che arrecherebbero anche l’intiero disgusto del Pubblico…. […] … Anche ebbi campo di ammirare profondamente la grandezza di Rossi come direttore sia nel Giulio Cesare, pur di Shakspeare, da lui novamente tradotto, in cui una sera fu Antonio, un’altra Bruto, sia nella Mandragola del Machiavelli, nella quale trovò effetti inattesi, meravigliosi, presentando in modo più che degno, attori men che mediocri.

138. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO II. Teatro Olandese: Danese: Suedese: Polacco. » pp. 32-37

In Varsovia il principe Martino Ludomirski fondò un conservatorio per istabilirvi una scuola di attori polacchi.

139. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 566-567

Il feroce Cominazzi nella Fama del ’42 (17 febbraio) lasciò scritto : Al Carcano il Cannelli co’ suoi drammatici subentrò ai molteplici trattenimenti del carnevale, ma perchè non vuol esser da meno de’ suoi predecessori, egli appresta un balletto ; s’io non temessi di fargli un complimento, gli direi : Ben venuto il balletto – non biasimo lo scopo, Ma se gli attori piacciono – vano è il soccorso all’ uopo.

140. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 57-58

Ebbe un fratello, Odoardo, artista di qualche pregio, che si diede ai primi attori del gran repertorio, nei quali riuscì talvolta sufficientemente.

141. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 156-158

Ritiratosi Battaglia, Morelli continuò la compagnia sino al '53, recitando nel '50, primo de'viventi attori italiani, l’Amleto, ch'egli stesso adattò alle scene sulla traduzione del Rusconi.

142. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 216-217

Restò con lui sette anni, interrotti nel '36 per pochi mesi, durante i quali si unì alla Compagnia Colli, delle infime d’allora, in qualità di primo amoroso, riuscendo il più cane di tutti gli attori.

143. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 251-253

Voci di poco galantuomismo co'suoi attori su Rossi, l’aver egli cessato affatto di scrivermi dopo mie ripetute lettere, e tante e tante altre cose m’hanno finalmente convinto che tutte le sue dimostrazioni d’amicizia per me in Torino erano interessate, e dirette al solo scopo d’abindolarmi, e far si che io sopportassi la sua concorrenza in Compagnia Reale ; per cui già garantisco fin d’ora, che fra me e lui non vi sarà più accordo, anzi urto continuo, disprezzando io per principio, chi si serve di gesuitico artificio per sorprendere l’altrui buona fede.

144. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VIII. Teatro Lirico: Opera Comica: Teatri materiali. » pp. 177-187

Le sale di tutti gli spettacoli di Parigi (dicono i nazionali) cioè quelle della Compagnia Francese, dell’Italiana e del Teatro Lirico, sono senza magnificenza, strette, prive di ogni gusto, ingrate per le voci, incomode per gli attori e per gli spettatori. […] Ma è ben vero però che nè in Ispagna nè in Italia gli spettatori si frammischiano con gli attori sulla scena stessa, come avviene in Francia, lasciando appena dieci passi liberi alle rappresentanze.

145. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO I. LIBRO I » pp. 12-33

Si avanzò poi alla testa degli attori situati in uno de’ lati del mezzo cerchio un personaggio principale, e declamò alcune parole alla maniera de’ nostri recitativi accompagnandole con gestire assai espressivo, il quale agl’Inglesi parve superiore a’ più applauditi attori del proprio paese. Il primo degli attori dell’altro lato corrispose della stessa maniera.

146. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VIII ultimo. Primi passi del Dramma Musicale. » pp. 42-62

Ne incresce che tra’ nominati stranieri critici dell’opera vada ad arrollarsi da se stesso il chiarissimo esgesuita Bettinelli, dicendo degli odierni attori musicali, Tremula increspan gorgheggiando e al vento Vibran la voce non viril, per cui Fatto musico Ettor musico Achille Fa di battaglia e d’armonia duello, E cantando s’azzuffa e muor cantando. […] Non comprende che il fasto, le pompe, le gemme, onde si adornano gli attori, sono apparenze senza valore? […] Cantansi le nostre opere, e quando un Farinelli, un Niccolini, un Monticelli, un Caffarelli, un Egizziello, un Marchesini, o la Tesi, la Mingotti, la Faustina, la Gabrieli, la Bilington, approfittandosi delle armoniche appassionate situazioni de i drammi del Metastasio, e dell’incantatrice armonia de’ Sarri, de’ Vinci, de’ Leo degli Hass, de’ Gluck, de’ Jommelli, de’ Sacchini, de’ Piccini, de’ Guglielmi, animano il canto e la poesia con quella vivace rappresentazione che tutto avviva, e gli animi tutti scuote e commuove, l’intiera Europa gl’invita, gli onora, gli colma di ricchezze, e si affolla ad ascoltargli, ed in tali attori musici si avvezza a compiangere Statira, Arsace, Demetrio, Mandane, Megacle, Berenice, Didone.

147. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 432-442

Ernesto Rossi nel primo volume de' suoi Quarant’anni di Vita Artistica, dopo di avere parlato degli attori che componevan la sua nuova Compagnia, così ci descrive il passaggio di Cesare Rossi dal ruolo di brillante a quello di caratterista e promiscuo, che doveva farlo salire in breve a tanta altezza : ….. […] erano appunto quei temi là, che i miei attori risolvevano meglio : Cesare Rossi specialmente : di modo che, un giorno lo chiamai a casa mia e gli dissi : – Scusi, ma lei crede proprio di avere la vocazione per fare il brillante ?  […] I funerali furono una imponente testimonianza di affetto e di ammirazione sì a Bari, come a Fano, dove fu traslata la salma. « Non dimenticare che amò i giovani attori e li protesse, che fu buono, onesto e glorioso, e che a punto per la sua rettitudine preferì sempre l’arte sana, le persone buone, pochi ma sinceri amici. » Con queste parole il figliuolo chiude la sua memoria, ed io le metto qui come chiusa dell’articolo, chè non saprei trovarne di migliori.

148. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 41-43

Nella Galleria de' più rinomati attori drammatici italiani, da cui ho tolto il presente ritratto, è uno scritto di Tommaso Locatelli, il quale dice di lui : Il Lombardi è dotato dalla natura di alta e bella persona, d’una corretta e chiara pronunzia, e di una voce forte e soave, atta in singoiar modo a piegarsi a tutte le infinite varietà di quegli affetti, ch'ei vuole esprimere, e che sa cosi mirabilmente trasfondere negli animi de' suoi uditori.

149. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 44-148

Euripide ha saputo conservare il pudore del poeta e degli attori. […] Vedevansi per le strade questi deplorabili attori pallidi e sparuti andar follemente declamando. […] Ègli l’onorò col suo pianto, e impose a’ suoi attori di présentarsi sulla scena senza corone, senza ornamenti e con abiti lugubri. […] Ma se Tespi introdusse un attore o una classe o specie di attori per ballare, cantare e sonate, che altra cosa rimaneva al coro? […] Negli antichi scrittori si trovano ancora specificati gli attori delle prime, seconde e terze parti.

150. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO III. Della vera Commedia Francese e della Italiana in Francia. » pp. 128-191

Il Matrimonio segreto di tre atti si tollerò in grazia de’ buoni attori. […] Questi nuovi attori detti prima commedianti di S. […] Parlano (segue il Martelli) gli attori francesi a voce bassa borbottando quando compariscono dal fondo della scena, e declamano più sonoramente quando si accostano al proscenio. […] Nonpertanto non parlano diversamente dell’affettazione degli attori i Francesi di questi tempi. […] Degli attori La Rive, Manhove ed altri simili, mi rimetto a quanto ne accennano Despazes nelle Quattro Satire, e Piniere nella sua Le Siècle.

151. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Venezia il 31 10bre 1837.E il 14 novembre : » pp. 389-402

A sei anni, trovandosi la madre in Napoli colla Compagnia di Salvatore Fabbrichesi, fu messa in uno de’ primi educandati francesi, dal quale, morto il padre, uscì a tredici anni, per entrare a sostener le parti di amorosa nella Compagnia Reale di Napoli diretta dal Fabbrichesi stesso, di cui facevan parte Giuseppe De Marini e Luigi Vestri, attori massimi del lor tempo, che, affezionatisi alla fanciulla ben promettente di sè, l’avviarono, e l’addestrarono a quell’arte in cui non ebber rivali, e in cui ella, recitando a Padova colla Compagnia, provocò il seguente articolo che traggo dalle Varietà teatrali del ’24 (Venezia, Rizzi) : Bettini figlia…. giovinetta di 15 anni, di leggiadra figura, di volto avvenente, di bei modi, non iscarsa di grazie, e solo da un anno al drammatico esercizio educata, ella supera sè medesima, e porge altissime speranze di pareggiare ben presto le decantate prime attrici, che l’han preceduta. […] Infatti nel 19 giugno 1840 il Domeniconi stesso scrive da Napoli per sentire se sarebbe disposta ad aprire trattative con lui per l’anno successivo e poi parlando di cabale e intrighi soggiunge : Fra i nuovi attori per Napoli, io sono stato quello che da principio ho trovato più opposizione degli altri, come è vero altresì che più presto degli altri mi è riuscito di vincerla. […] Compagnia. » Gaetano Coltellini, deciso di dividersi dal Vergnano, propone da Verona il 9 settembre 1840 la scrittura di Iª attrice alle identiche condizioni fattele dalla Compagnia Reale, e conclude : Gli attori principali che avrei in vista e che potrei con certezza stabilire sono questi : Ferri – Voller padre e Colombini brillante ; di questi due ultimi mi si fanno grandi elogi – la coppia Pedretti che non abbandonerò mai…. […] Il Domeniconi, il 4 ottobre 1840 da Napoli, vorrebbe riallacciare le trattative per l’anno 1842, e così Da Rizzo da Roma il 16 dello stesso mese, che accenna che fra gli attori disponibili per il ’42 spera di trovare il Gattinelli e forse Venturoli.

152. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 999-1001

Gli effetti di comicità che otteneva col solo aiuto dell’arte, non erano in nulla da meno di quelli spontaneamente conseguiti dagli attori privilegiati dalla natura ; e non è picciol vanto.

153. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Teatro di Eschilo. » pp. 75-103

Come direttore intelligente, valendosi del l’opera del l’architetto Agatarco, fece innalzare in Atene un teatro magnifico e assai più acconcio a rappresentare con decenza e sicurezza; là dove Pratina, e altri tragici del suo tempo montavano su tàvolati non solo sforniti di quanto può contribuire al l’illusione, ma così mal costrutti e mal fermi che sovente cedevano al peso e cadevano con pericolo degli attori e degli spettatori meno lontani. […] Secondò parimente molto meglio il pensiero de’ suoi predecessori di scemare il numero degl’individui del Coro musico e ballerino per accrescerne quello degli attori degli episodii, e con questa seconda classe di rappresentatori rendè l’azione vie più viva e variata. […] Le Furie rappresentate da cinquanta attori ne formavano il Coro, i quali furono dal poeta in tale spaventevole e mostruosa foggia mascherati, e con sì orribili modi e grida entrarono nella scena, che il popolo si riempì di terrore, ed è fama cha vi morisse qualche fanciullo e più d’una donna incinta si sconciasse.

154. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Della maniera del cantare e del recitare »

[3.3] L’andare dipoi de’ nostri attori, gli atteggiamenti loro, il portamento della vita, i moti della persona non discordano punto dalla poca grazia, che e’ mostrano nel pronunziare e nello esprimersi. […] Buon per noi se i nostri attori avessero ugualmente studiato il recitare del Nicolini e della Tesi: allora cioè che andavano significando a quel modo che la natura detta, e non quando divennero, per voler troppo gradire, smaniosi, e diedero nella caricatura.

155. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO IV. Memorie drammatiche d’oltramonti nel medesimo secolo XIV. » pp. 140-147

N’erano attori gli ecclesiastici e scolari, i quali andavano talmente altieri dell’usanza privativa di rappresentarli, che non soffrivano che altri se ne ingerisse.

156. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO III. Memorie drammatiche d’oltramonti nel medesimo secolo XIV. » pp. 41-46

N’erano attori gli ecclesiastici e scolari, i quali andavano talmente altieri dell’usanza privativa di rappresentarli, che non soffrivano che altri se ne ingerisse.

157. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Bologna, 23 dicembre 1639. » pp. 5-7

Il Sand che a pagina 52 della sua introduzione a Masques et bouffons (Paris, 1860), parlando della Compagnia del 1653, dice : « vi troviamo attori che eran già venuti in Francia più volte, come Fiorilli, Locatelli, Brigida Bianchi, » avrebbe certo fatto alcuna menzione di quell’Adami già tanto celebre.

158. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 301-303

La rappresentazione ebbe luogo il 6 di novembre, e i personaggi e gli attori ne furono i seguenti : Bottenigo, Pietro Mira – Malghera, Giovanna Casanova – Mestre, Rosa Grassi – Stricherhoc, Gerolamo Focher (Focari o Foccheri) – Carpenco, Francesco Seydelmann, e Ballotta Antonio Bertoldi.

159. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 492-494

E in vario tempo, con varia fortuna, fecer parte della famiglia attori pregievoli come il Gandini, il Mingoni, il Vedova : a poco a poco dai villaggi della Svizzera si passò alle grandi città d’Italia, dal Sior Serafin Bonigolo si passò al più bel repertorio goldoniano, e quel mezzo drappello di zingari, perseverante e animoso, si conquistò il diritto di essere annoverato fra le Compagnie drammatiche propriamente dette.

160. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 283-285

Distribuite le parti e letta la Commedia, venne alla prima prova con un foglio, ove eran segnati meccanicamente nelle scene più confuse i movimenti de'singoli attori !

161. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo V. Teatro Francese nel medesimo Secolo XVIII. » pp. 355-388

Questi nuovi attori da prima s’intitolarono Commedianti di S.  […] Sperarono in vano di richiamare il concorso col ripetere i componimenti francesi de’ loro predecessori, e perciò erano già determinati a uscir di Parigi; ma il pubblico, benché poco contento delle loro rappresentazioni, era però pago della condotta, urbanità, e rispetto di questi attori forestieri, e gli vedeva partir con pena. […] «Parlano (dice ancora il Martelli) gli attori francesi a voce bassa borbottando quando compariscono dal fondo della scena, e declamano più sonoramente quando si accostano al proscenio». […] Errore di tutti gli attori grossolani, i quali non fanno l’arte di accomodarti e alla verità del favellare cogli altri personaggi, e alla decenza teatrale, e al comodo dell’uditorio. […] Dorat) coperti di ridicolo i nostri attori ossessi, i quali caricano tutto, e non sanno parlare se non per convulsioni, i quali ci fanno patire per gli loro strani sforzi di voce e pel dilaceramento del loro pettoetc.».

162. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « NOTE E OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 281-290

Cornelio Silla amasse così eccessivamente i buffoni, o sia attori di farse, che quando essi riuscivano di suo gusto, regalava loro in ricompensa molte moggia di terra. […] Bianchi) che sebbene appresso i Romani il nome di strione fu reso ancora comune agli attori delle commedie e delle tragedie, contuttociò costoro furono esenti da quella macchia d’infamia, di cui erano notati i veri strioni, i quali senz’ordine de’ magistrati, e fuora de’ Ludi sagri, facevano i loro giuochi.

163. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 694-696

Egli entrò alla Commedia italiana per recitare al fianco del Bertinazzi che non poteva per vecchiezza disimpegnar da solo il ruolo di Arlecchino ; e se non poteva accostarsi troppo all’arte sovrana di lui, benchè anch’ esso attore di pregi singolari, pure collo studio indefesso, colla più schietta modestia, seppe conquistarsi la benevolenza del pubblico e del comitato del teatro, il quale, quando nel 1780 licenziò gli attori del genere italiano, pensò bene di conservare il Coralli.

164. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 116-117

A tredici anni abbandonò Roma con una compagnia di attori, e l’autunno del 1739 fece la sua prima comparsa a Venezia, ove agiva la Compagnia di ballerini da corda e comici insieme, diretta da Gasparo Raffi, dal quale fu scritturato, e del quale, divenuto poi direttore della Compagnia, domandò in moglie ufficialmente, il 15 gennaio 1740, la figlia Angela, Teodora, Giovanna, lucchese, di circa diciassette anni, che trovavasi da pochi mesi a Venezia.

165. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 297-298

Questa morte si rende anche più pungente di commozione per la famiglia dell’arte, poichè Libero Pilotto apparteneva alla breve e egregia schiera di quelli attori che alla fortuna e alla dignità della comica cosa pigliano particolare interesse ; egli, con la fede e l’entusiasmo degli ottimi.

166. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 395-399

Verso l’ '89 fu incaricato da Colbert di recarsi in Italia a scritturarvi nuovi attori per colmare i vuoti lasciati nella Compagnia.

167. (1772) Dell’opera in musica 1772

Onde poi avviene, che quando la scena non è occupata da’ primi attori, lo spettatore sbuffa di tedio, perché gli altri attori non possono essergli a grado, né pel canto, né per la pronunziazione» (IV.II.8). […] Perciò i Greci e i Romani rilevavano col coturno la statura de’ tragici attori. […] Dal che si vede, che quanto meno interessanti sono gli attori, tanto più deve essere in essi perfetta la pronunziazione. […] Onde poi avviene, che quando la scena non è occupata da’ primi attori, lo spettatore sbuffa di tedio, perché gli altri attori non possono essergli a grado né pel canto, né per la pronunziazione. […] L’importanza consiste nella probità degli attori e de’ ballerini.

168. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Delle scene »

[5.8] Una cosa importantissima, alla quale non si ha tutta quella attenzione che si vorrebbe, è il dover lasciar nelle scene le convenienti aperture, onde gli attori possano entrare ed uscire in siti tali, che con l’altezza delle colonne abbia una giusta proporzione la grandezza degli stessi attori.

169. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO IV. Teatro Francese prima della Medea di P. Corneille. » pp. 157-165

La scena si adornava di tapezzerie, per le aperture delle quali entravano ed uscivano gli attori; appunto come avveniva per las cortinas del teatro di Madrid.

170. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 602-604

Sappiamo dalle memorie di Giacomo, che la vedova si unì il 1736 a una compagnia di artisti chiamata a Pietroburgo alla Corte dell’Imperatrice Anna Ivanovna, lasciando i figliuoli a Venezia, ov’era già di ritorno il 1737, nel qual anno si scritturò nella compagnia di attori e cantanti italiani formata allora per la Corte polacco-sassone da Andrea Bertoldi, il Pantalone (V.), coll’aiuto dell’ambasciatore sassone Conte di Vixio.

171. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 947-

Questo capo lavoro venne rappresentato per 20 sere in Parigi per la prima volta l’anno scorso, e venne bene accolto nei principali Teatri di Torino, Milano e Roma ; il cui titolo è MARCELLINO GIOVINE TAPPEZZIERE personaggi attori Marcellino Sigg.

172. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 142-145

O quanti attori che calzan coturno e veston manto, debbono umiliarsi dinanzi alla tua modesta livrea !

173. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO II. Prima epoca del teatro Latino. » pp. 9-90

Gli attori Atellani non perdevano il nome ed il diritto di cittadini Romani, non erano rimossi dalla propria Tribù, non si escludevano dagli stipendi militari26. […] Fuor di ogni dubbio i privilegii dati agli attori ingenui Atellanarii riguardarono la salsa giocondità delle loro favole da principio esenti da ogni oscenità. E la corruzione di esse fu posteriore e contemporanea agli eccessi degli altri attori, e da ripetersi verisimilmente dall’imitazione contagiosa de’ mimi Greci già ricevuti nella scena Romana. […] Gl’ Intronati di Siena ed alquanti altri Italiani hanno introdotti gli attori che parlano coll’ uditorio, mostrando di sapere di essere ascoltati. […] E nel congedo ripete lo stesso: “O spettatori (dice il coro degli attori col nome di grex) questa favola è composta per chi ama le dipinture de’ costumi pudici.

174. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO III. Continuazione del teatro Italiano. Commedie: Opera in musica: Attori accademici ed istrioni e rappresentazioni regie: teatri materiali. » pp. 144-195

Contenti gli antichi delle voci naturali de’ loro attori ancor nelle parti femminili, non mai pensarono a valersi degli eunuchi per le loro scene. […] Ma chi sa quando l’Italia si purgherà da tal macchia colla gloria di bandir dalle sue scene la nojosa uniformità recatavi dagl’ invincibili pregiudizj di tali attori che oggidì ne scema il diletto? […] Le stranezze dell’opera in musica accompagnata da tutti gli allettamenti della vista e dell’udito fecero sempre più intorno alla metà del secolo comparire insipide e fredde le rappresentazioni regolari tragiche e comiche; e queste si videro in un tempo stesso abbandonate dagli attori accademici e dagl’ istrioni o commedianti pubblici. […] Gl’ istrioni non furono sempre i migliori attori. […] Nel Rosa, nel Viviani, nell’Agli, nel Ridolfi, nel Dati si ebbero egregii attori accademici; si mandò a Parigi il Fracanzano e ’l Fiorillo o Scaramuccia, da cui apprese Moliere; si costruì il gran teatro di Parma; e si sostituirono alle antiche scalinate i palchetti negli altri teatri di Fano, di Bologna, di Modena, di Roma, di Venezia.

175. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo III. Teatri orientali. » pp. 14-18

Ma se la prostituzione, la dissolutezza de’ costumi, e la schiavitù rendono infami nell’oriente i commedianti, non si lascia d’ammirare la loro abilità di ben rappresentare e si stimano gli attori eccellenti, e si encomiano sopra tutti quei del Tunkino7, egli é pure cosa comune in alcune corti orientali di veder rappresentare i sovrani.

176. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LETTERA dell’autore all’editore. » pp. -

V’ha però chi sostiene loro in sul viso esser meglio calcar le tracce di Aristotile e dì Quintiliano, e mentovar dove bene stia que’ sagaci e graziosi attori, i quali seppero sulle scene delle più colte nazioni ritrarre al vivo i ridicoli del loro tempo, che rappresentar nella società gli originali di que’ medesimi oggetti rìdevoli mascherati da uomini d’alto affare e da filosofi e metafisici senza logica, e da poeti che non intendono nè rima nè ragione, e da pedanti pieni di stomachevole orgoglio e voti di ogni valore.

177. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 432-435

Fu colla moglie naturalizzato francese nell’aprile del 1680, ed ebbe onori di ogni specie ; primo, la intrinsichezza di Luigi XIV ; al proposito della quale si raccontan gli aneddoti seguenti : Gli attori della Comedia Francese volevano impedire a quelli della Comedia Italiana di parlare francese.

178. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 556-560

Più volte abbiam visto attori e attrici salire in rinomanza col lor nome di battesimo o di famiglia, e più altre sol con quello di teatro : e forse il celebre Tabarini si nascondeva sulla scena sotto uno dei tanti nomi di Zanni o di altro tipo, non potuti sin qui identificare.

179. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO V. LIBRO VII » pp. 107-140

Vero è però che in questi ultimi tempi sento essersi riparato all’inconveniente di mischiarsi sulla scena gli spettatori agli attori. […] Le favole si rappresentavano all’aria aperta e senza lumi, i quali si ammisero sulla scena più tardi, e questa si adornava di tapezzerie, per le cui aperture entravano ed uscivano gli attori, appunto come avveniva per las cortinas del teatro di Madrid. L’illuminazione poi facevasi con piastre di latta appiccate alle tapezzerie, e perchè la luce dava ne’ fianchi e alle spalle degli attori, e gli faceva comparire adombrati e neri, sostituirono ad esse alcune lumiere ognuna di quattro candele poste davanti al teatro, le quali con corde visibili si abbassavano per ismoccolarsi le candele da un uomo che saltava fuori a bella posta.

180. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO III. Opera musicale Spagnuola e Italiana e Teatri materiali. » pp. 89-108

Nel real palazzo del Buen Retiro di Madrid sotto il re Ferdinando VI si cantarono le più famose opere di Metastasio e qualche serenata di Paolo Rolli, da più accreditati attori musici e dalle più celebri cantatrici dell’Italia, senza balli ma con alcuni tramezzi buffi, dirigendone lo spettacolo il rinomato cigno Napoletano Carlo Broschi detto Farinelli da quel Cattolico Sovrano dichiarato cavaliere. […] L’apparato di essa sino a venti anni fa consisteva in un proscenio accompagnato da due telai o quinte laterali, e da un prospetto con due portiere dette cortinas, dalle quali solamente entravano ed uscivano gli attori con tutti gl’ inconvenienti che nuocono al verisimile e guastano l’illusione. […] Compiè l’opera il lodato Presidente di Castiglia con isbandire dai due teatri le cortine, sostituendovi bellissime vedute di scene; con fornirli entrambi di una buona orchestra, discacciandone la ridevole comparsa della chitarra; con decretare che all’alzarsi il sipario tutti dovessero togliersi il cappello, che per la platea e per la scalinata più non vagassero i venditori d’acqua, di aranci, di nocciuole, che più non si fumasse, non si fischiasse, non si schiamazzasse gridando fuera suera contro gli attori mal graditi: inconvenienti che e prima della Guardia Chamberga e fin dal passato secolo avea additati Luis Velez de Guevara nell’atto I della Baltassarra, e molto dopo di detta Guardia sussistevano, e ne fui io stesso testimonio nel primo anno della mia dimora in Madrid.

181. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 811-

E agli applausi della Renaissance tenner dietro quelli della Comédie Française, dove, per l’addio di Susanna Reichenberg, recitò in italiano e con attori italiani (onore se non nuovo per l’arte nostra, de’più rari certo) l’ultimo atto dell’Adriana Lecouvreur. […] Ch’ella miri sinceramente a una rigenerazione dell’arte nostra, e soprattutto a un risollevamento della coscienza artistica de’ nostri attori è fuor di dubbio ; e di questo anche le va data la maggior lode ; ed essi debbono a ogni modo vedere in lei un esempio salutare ; in lei che volendo, fermamente volendo, s’è venuta formando una vasta coltura dell’antico e moderno, del nostro e forestiero, e compiendo una educazione la più raffinata esteriore e interiore. Gli attori nostri non dimentichino che, stil vecchio o stil novo, quando che il vogliano, potranno pur sempre tener lo campo della scena in tutto il mondo.

182. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO II. Prima Epoca del Teatro Latino. » pp. 16-128

In secondo luogo stabilito questo spettacolo Campauo in Roma la gioventù Romana volle sottentrare a rappresentarlo dopo gli attori nativi di Atella, e se ne riserbò il diritto privativo ad esclusione degl’Istrioni di professione, i quali erano schiavi e perciò mirati con disprezzo e reputati infami. Appresso a ciò gli attori Atellani non perdevano il nome ed il diritto di cittadini Romani, non erano rimossi dalla propria Tribù, non si escludevano dagli stipendii militarib. […] Fuor di ogni dubbio i privilegii dati agli attori ingenui Atellanarii riguardarono la falsa giocondità delle loro favole da principio esenti da ogni oscenità, e la corruzione di esse fu posteriore e contemporanea agli eccessi degli altri attori, e da ripetersi verisimilmente dal l’imitazione contagiosa de’ mimi Greci già ricevuti nella scena Romana. […] Ma ciò si accenna appena con due soli versi dalla Caterva degli attori che congeda l’uditorio: Haec Casina hujus reperietur filia esse a proxumo. […] Gl’Intronati di Siena ed alquanti altri Italiani introdussero attori che parlano coll’uditorio, mostrando di sapere di essere ascoltati.

183. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO VI. Teatri Materiali. » pp. 357-365

Nel Rosa, nel Bernini, nel Viviani, nell’Agli, nel Ridolfi, nel Dati si ebbero egregii attori accademici  si mandò a Parigi il Fracanzano ed il Fiorillo o Scaramuccia da cui apprese Moliere, si costruì il gran teatro di Parma, e si sostituirono alle antiche scalinate i palchetti negli altri teatri di Fano, di Bologna, di Modena, di Roma, di Venezia.

184. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 187-190

Appartenevano alla Compagnia come attori secondarii i coniugi Leigheb, genitori di Claudio.

185. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 995-998

Gli era troppo a cuore presentarsi con un completo drappello di attori alla diletta sua Roma, città delle sue più nobili e tenere memorie, città che saluta quasi per seconda sua patria ; ma nel meglio di utili trattative, quasi concluse, accaddero inattese vicende che fallir fecero le sue ben concepite speranze.

186. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 288-292

Aggiungiamo qui alcuni particolari che traggo da lettere inedite dell’ archivio di Modena, non accennati a' nomi degli attori suddetti.

187. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 130-141

Figlio del precedente ; il più grande, il più completo, per comune consentimento, degli attori del nostro secolo, nacque a Venezia il 13 febbraio del 1803. […] Si unì poi a varie compagnie, colle quali dava or qui or là poche recite, maturando il disegno di formare e condurre una Compagnia propria di giovani forze da avviare, da ammaestrare, da guidare : e la Compagnia fu fatta, e alcuno de' nuovi accolti riuscirono attori splendidi.

188. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « LETTERA DELL’AUTORE ALL’EDITOR VENETO » pp. 1-9

Non di meno v’ha chi sostiene loro in sul viso esser meglio calcar le tracce di Aristotile, di Plutarco, di Tullio, di Quintiliano, e mentovar dove stia bene que’ graziosi sagaci attori, i quali seppero sulle più culte scene ritrarre al vivo i ridicoli del loro tempo, che accreditarsi nelle società come originali di que’ medesimi ridicoli mascherati da uomini di alto affare, come filosofi senza logica, come pedanti pieni di stomachevole orgoglio e voti di ogni valore e dottrina, e come pigmei in somma, la cui pelle distesa a forza di puro vento per via di replicati argomenti si gonfia e gli fa per qualche istante parer gigantoni.

189. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo V. Teatro greco. » pp. 26-81

Cherilo l’ateniese, che fiorì nell’olimpiade LXIV, avea trovata la maschera ed abolita la feccia, di cui prima tingevansi gli attori, e Frinico accomodò quest’invenzione anche alle parti di donna. […] E perché tuttavia gli parve di mancar di attori per l’esecuzione del suo pensiero, staccò dal coro una terza classe di cantori e ballerini, e l’aggregò al corpo de’ semplici declamatori. […] Ebbe ancora l’accortezza di scegliere argomenti adattati al talento e alla disposizione de’ suoi attori giacché egli per mancanza di voce non poté rappresentare, come faceano gli altri poeti, i quali per lo più recitavano nelle proprie favole. […] Euripide ha saputo conservare il pudore del poeta e degli attori. […] Egli l’onorò col suo pianto, e impose a’ suoi attori di presentarsi sulla scena senza corone, senza ornamenti, e con abiti i più lugubri.

190. (1715) Della tragedia antica e moderna

È verosimile che in questo contesto, fatto anche di letture private dei testi teatrali, maturi il consenso martelliano alla prova delle scene, alla ricerca del duplice verdetto dei ‘tecnici’, cioè degli attori, e del pubblico. […] Ciò che Martello fece, certamente, è confrontarsi con la scena parigina, con la recitazione degli attori e la specificità della danza francese, per tradurre tutto ciò nella quarta ed ultima sessione del dialogo. […] [5.142ED] Le escite si adopreranno quando un personaggio esce in scena e queste ne’ soliloqui sogliono esser accette, e per lo più la figura apostrofe è l’anima loro. [5.143ED] Ma di queste ti varrai parcamente. [5.144ED] Con la medesima cautela è d’uopo valersi delle medie, perché riescono fredde ogni volta che a mezzo una scena gli attori muti sono obbligati a star così ritti ad udire l’attore che canta a tutt’agio, e però in queste vi vuole un necessario accompagnamento di azione che almeno costringa gli altri attori a qualche atto che non li lasci interamente oziosi, e allora producono un ottimo effetto. […] [commento_3.7ED] sceneggiamento: divisione in scene, marcate dalle entrate ed uscite degli attori. […] dovendosi… comici: si colga l’intenso scambio che M. seppe intrattenere con il mondo del teatro e in particolare con l’esperienza degli attori.

191. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VIII. Teatri materiali. » pp. 213-236

L’apparato di essi sino al 1770 in circa consisteva in un proscenio accompagnato da due telai o quinte laterali, e da un prospetto con due portiere dette cortinas, dalle quali solamente entravano, ed uscivano gli attori con tutti gl’inconvenienti che nuocono al verisimile e guastano l’illusione. […] Compiè l’opera l’Aranda con isbandire da entrambi i teatri las cortinas, sostituendovi bellissime vedute di scene; con far succedere alla comparsa ridevole della chitarra sulla scena una buona orchestra; con decretare che all’alzarsi del sipario tutti dovessero togliersi il cappello; che per la platea e per la scalinata più non vagassero i venditori di aranci, di nocciuole, acqua; che più non si fumasse, non si fischiasse, non si schiamazzasse gridando fuera fuera contro gli attori mal graditi.

192. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Pistoia, questo dì 21 di ottobre 1589. » pp. 405-415

Come le Compagnie drammatiche dipendevan, si può dire, assolutamente dalla Corte di Mantova, così era frequente negli attori il balzar di compagnia in compagnia per soddisfare al voler del Padrone. […] La maschera del Dottore come quella del Capitano, mutava il paese e il nome senza mutarne l’essenza : e mentre quella del Capitano anche poteva mutar foggia di vestire ad libitum degli attori, la maschera del Dottore, sotto qualsiasi nome fosse rappresentata, manteneva invariato il suo costume professorale, togato, nero da capo a piedi, con modificazione lievissima dall’antico al moderno.

193. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo IV. Risorge in Italia nel Secolo XVI la tragedia Greca e la Commedia Nuova, e s’inventa il Dramma Musicale. » pp. 210-241

V’invitò alcuni attori ingenui, i quali aveano rappresentata in Firenze la Clizia di Niccolò Macchiavelli, e onorò della sua presenza la Sofonisba del Trissino, la Rosmonda del Rucellai, e la Calandra del cardinal Dovizio da Bibbiena, rappresentata da alcuni nobili attori in onore d’Isabella la duchessa di Mantua. […] Del resto generalmente i pubblici commedianti andavano per l’Italia rappresentando certe commedie chiamate dell’arte per distinguerle dall’erudite recitate nell’accademia e nelle case particolari da attori civili per loro diletto ed esercizio. […] Non comprende che ’l fasto, le pompe, le gioie, onde si adornano gli attori, sono apparenze senza valore?

194. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO IV. Opera Musicale. » pp. 314-344

Contenti gli antichi delle voci naturali de’ loro attori ancor nelle parti femminili, non mai pensarono a valersi degli eunuchi sulle loro scene. […] Ma chi sa quando l’Italia si purgherà di tal macchia colla gloria di bandir dalle sue scene la nojosa uniformità recatavi dagl’invincibili pregiudizii di tali attori che per tanto tempo ne ha scemato il diletto?

195. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Alemanno. » pp. 4-31

Giovanni Goete nato nel 1749 in Francfort sul Meno, oltre ad alcune favole comiche in prosa sparse di versi per cantarsi, ha composto una tragedia patriotica, che chiamò spettacolo intitolata Göz di Berlichingen, notabile per la lunghezza, equivalendo almeno a quattro tragedie regolari, pel numero degli attori che passano i trenta, e per le assurdità non inferiori a quelle di Shakespear. […] Il re quasi appena asceso al trono tra i travagli e le spese della guerra volle dedicare questo monumento al gusto della musica e delle arti, e vi chiamò con molta spesa gli attori musici dall’Italia, e la compagnia de’ balli da Parigi.

196. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO II. Teatro Alemanno. » pp. 232-252

Giovanni Goete nato nel 1749 in Francfort sul Meno, oltre ad alcune favole comiche in prosa sparse di versi per cantarsi, ha composto una tragedia patriotica che chiamò spettacolo, intitolata Göz di Berlichingen, notabile per la lunghezza equivalendo almeno a quattro tragedie regolari, pel numero degli attori che passano i trenta, e per le assurdità non inferiori a quelle di Shakespear. […] Il re quasi appena asceso al trono tra i travagli e le spese della guerra volle dedicare questo monumento al gusto della musica e delle arti, e vi chiamò con molta spesa gli attori musici dall’Italia e la compagnia de’ balli da Parigi.

197. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO IV » pp. 55-66

Nella Gran Brettagna si ammirano i due pregevoli autori Shakespear e Otwai che si distinsero pur come attori; ma le loro tragedie e commedie piene di bellezze ugualmente che di mostruosità debbono forse reputarsi migliori di quelle del Dryden, dell’Adisson, del Congreve, di Stèele, di Van Broug, di Wycherley?

198. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XI. Primi passi della Commedia Antica. » pp. 2-15

Platone nel Teeteto lo decorò col titolo di principe della commedia, e Teocrito lo chiamò inventore di essa, avendole dato forma coll’introdurre nel teatro Siciliano il dialogo e gli attori.

199. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 17-27

Ma se la prostituzione, la dissolutezza de’ costumi, e la schiavitù rendono infami i commedianti nell’Oriente, non si lascia di ammirare la loro abilità di rappresentare, e sono in pregio gli attori eccellenti, e si encomiano soprattutti quei del Tunkin26.

200. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 543-547

Entrarono in paga dal 1° ottobre con un decreto del principe, dal quale si hanno anche notizie precise sullo stipendio annuo di singoli attori.

201. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 915-921

» Molte son le testimonianze che abbiamo del valore di lei ; fra cui quella del Sografi, che nella prefazione alle sue Inconvenienze teatrali (Padova, Bettoni, 1816) scriveva : Si distinsero nella esecuzione di questo non facile a rappresentarsi componimento moltissime attrici ed attori.

202. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 724-729

Il Colomberti (le notizie gli furon date da vecchi attori, alcuni de' quali compagni d’arte dello Zanarini, come Nicola Vedova, Federico Lombardi e Lorenzo Pani) ci fa sapere la tragica fine di Don Pietro, prete intransigente, e della povera madre.

203. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 743-748

Che confusione poteva nascere tra due attori, di cui uno recitava in Italia e l’altro in Francia ?

204. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VII. Teatro Latino. » pp. 109-171

Il rapporto manifesto della riferita poesia romana gesticolata coll’arte ludicra etrusca fece pensare d’invitar a Roma uno degli attori di quella nazione, il quale colla sua nuova, graziosa, e piacevole agilità riuscì molto grato a’ romani. […] La Caterva introdotta nella Cistellaria di Plauto, e il Grex che si trova nell’Asinaria, ne’ Cattivi, nella Casina, nell’Epidico, e nella Bacchide del medesimo, non sono altra cosa che il corpo, o coro intero degli attori, il quale con pochi versi prende commiato dal popolo. […] L’atellana era una commedia bassa, ma piacevole e lontana da qualunque oscenità, la quale preso l’origine e ’l nome da Atella situata in un luogo, oggi detto Sant’Arpino (in latino Sanctus Elpidius), villaggio a due miglia distante da Aversa in terra di lavoro, donde furono chiamati, i primi attori atellani. […] Gli attori atellani erano cittadini romani, e ne conservavano i diritti, perché non lanciavano di servir nelle legioni, e non erano rimossi dalle loro tribù92. […] A tempo di Giulio Cesare fiorirono due celebri scrittori e attori di favole mimiche Decimo Laberio dell’ordine equestre, di cui Macrobio e Aulo Gellio ci han conservati vari frammenti; e Publio Siro, le cui sentenze eleganti a noi pervenute sono altamente commendate da’ critici.

205. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO VI. La Drammatica oltre le Alpi nel XV secolo non oltrepassa le Farse e i Misteri. » pp. 186-200

Gli attori che ne traevano profitto, implorarono il favore della Corte prendendo il titolo di Fratelli della Passione, e nel 1402 ne ottennero da Carlo VI l’approvazione.

206. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica oltre le alpi nel XV secolo non eccede le Farse e i Misteri. » pp. 74-84

Gli attori che ne traevano profitto, implorarono il favore della Corte prendendo il titolo di Fratelli della Passione, e nel 1402 ne ottennero da Carlo VI l’ approvazione.

207. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 801-806

Nel’46 risolse di far rivivere il teatro, più specialmente dialettale, di Goldoni, scegliendo a ciò attori provetti, e le commedie allestendo con minuziosità di particolari, e decenza e fedeltà di arredi, e interpretazione accurata, e recitazione viva e spontanea : e tanto vi riuscì, che la sua Compagnia si acquistò allora fama di Compagnia modello ; e le rappresentazioni della Casa Nova, delle Morbinose, delle Donne Gelose, del Campiello, del Maldicente, del Bugiardo, della Puta onorata, della Bona Mugier, del Ventaglio, del Sior Todero Brontolon, delle Done de Casa Soa, delle Baruffe Chiozzote, del Molière, dei Quattro Rusteghi, non ebbero più chi le superasse nè chi le uguagliasse.

208. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO IV. LIBRO V » pp. 67-93

Io farò che quegli attori rappresentino avanti di mio zio qualche scena che rassomigli alla morte di mio padre. […] Gli attori che sostengono le parti del re e della regina del dramma, si abbracciano affettuosamente; la regina s’inginocchia con gran rispetto; il re la fa alzare, e piega la testa sul petto della sposa, indi si pone a giacere in un letto di fiori, e si addormenta; la regina si ritira.

209. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 23-39

Ma se la prostituzione, la dissolutezza de’ costumi, e la schiavitù rendono infami i commedianti del l’Oriente, non si lascia di ammirare la loro abilità di rappresentare, e sono in pregio gli attori eccellenti, e sopra tutti si encomiano quei del Tunkinoa.

210. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Pastorali: Teatri materiali. » pp. 224-253

Lasciamo alla rigorosa critica di notare le lunghe aringhe morali de’ Pantaloni, i motti talvolta scenici, qualche deferenza agli attori, la non buona versificazione, le mutazioni di scena in mezzo agli atti ec. e veggiamo noi in queste i quadri inimitabili de’ costumi correnti, la verità espressiva de’ caratteri, il cuore umano disviluppato. […] Nè anche è da approvarsi che il palco scenario sporga in fuori nella platea per molti piedi, convenendo allo spettacolo che gli attori, come diceva l’Algarotti, stiano, al di là dell’imboccatura del teatro, dentro alle scene, lungi dall’occhio dello spettatore, per far parte anch’essi del dolce inganno a cui il tutto è ordinato.

211. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »

E volgo è ancora l’aggregato degli uditori maggiore assai di quello che comunemente si crede, i quali indifferenti per natia rigidezza d’orecchio al piacere della musica, e disposti a pesar sulla stessa bilancia Gluck e Mazzoni, Pugnani e un dozzinale suonator di festino, potrebbero interrogati sul merito degli attori rispondere come fece quel bolognese che, trovandosi in Roma in una veglia presso ad un tavolino dove giuocavano certi abbati di condizione sconosciuti a lui e insorto fra i giuocatori un litigio intorno ad una giuocata cui egli non aveva potuto badare per aver dormito fino a quel punto, richiesto all’improviso da un abbate: «Che ne dice ella, signore? […] risponde: che questi due tuoni sono opportunissimi a esprimere l’agitate passioni che s’imitano dagli attori in iscena, ma non hanno quella melodia che si richiede nei cori, i quali possono più facilmente procurarla parlando sempre posatamente e per lo più in tuono lamentevole ;» E circa i Romani assai chiaramente s’esprime Ovidio colà dove parlando delle allegre occupazioni del popolo che si radunava nei prati vicino al Tevere in certe feste dice che andavano cantando tutto ciò che appresero nei teatri, e accompagnandolo coi moti delle braccia «lllic et cantant quidquid didicere theatris, Et jactant faciles ad sua verba manus.» […] Talmenteché gli attori tragici mandavano fuori al dire di Cassiodoro (Epist. […] In tale grandezza la distanza fra gli attori e gli spettatori non poteva a meno di non essere considerabile, né si comprenderebbe come la voce potesse pervenire dagli uni agli altri se non si sapessero i mezzi onde si prevalevano per ovviare a questo inconveniente. […] Dicono altresì che anche nei teatri scoperti l’argomento della voce relativamente all’immenso numero delle persone s’infievolisce di molto ogniqualvolta si voglia riflettere che essendo divisi i teatri in varie partizioni, in una delle quali si recitava la commedia, in altra la tragedia, in altra la pantomima, e in altra si tenevano combattimenti di fiere, o corse di cavalli, non era necessario che tutto il popolo godesse d’un solo spettacolo ma badando chi all’uno chi all’altro, restava appunto per ciascuno quel numero di persone sufficiente a poter sentire la voce degli attori.

212. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VII. Opera musicale nazionale ed italiana. » pp. 195-212

Nel real palazzo del Buen Retiro di Madrid sotto Ferdinando VI si cantarono le più famose opere di Metastasio e qualche serenata di Paolo Rolli da’ più accreditati attori musici e dalle più celebri cantatrici dell’Italia, senza balli ma con alcuni tramezzi buffi, dirigendone lo spettacolo il riputato cigno napoletano Carlo Broschi detto Farinelli, che quel Cattolico Sovrano dichiarò cavaliere.

213. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 266-272

Anzi, sotto questo rispetto ancora, è interessantissima più che ogni altra, la Commedia del Beltrame, chè, a detta di lui medesimo, possiam quivi trovar trascritti fedelmente i lazzi, i motti, le tirate, il giuoco scenico insomma, de’singoli attori…..

214. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 216-226

, attori novelli non guasti da esempi contagiosi, ecc. ecc., » e che presentò poi nel’43 al Teatro Re di Milano, dice dell’Arrivabene (pag. 28, dell’edizione curata dal Morandi) : E vi apparve l’Adelia Arrivabene, della patrizia famiglia di Mantova, nuova e vezzosa meteora, che dopo un’ora di meraviglia si estinse rapidamente per le scene italiane.

215. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 484-498

Va il '69 in Ispagna e in Portogallo, il '71 nell’America del Sud, il '73 nell’America del Nord, e il '74, di nuovo…. in quella del Sud ; il '75 a Londra, al Drury-Lane ; il '76 di nuovo a Londra ; il '77 in Austria e Germania, poi a Parigi ; il '79 in Italia, e nuovamente a Vienna ; l’80 in Ungheria, in Russia, in Rumenia ; e, il novembre, nell’America del Nord per recitar prima, il 29, a Filadelfia, poi a New-York, egli solo, in italiano, con una compagnia di attori americani.

216. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO II. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo. » pp. 175-262

Fu poi rappresentata in Lione nel 1548 in presenza del re Errico II e della regina Caterina Medici dalla nazione Fiorentina, e quei sovrani distribuirono agli attori un regalo di ottocento doppie; e ciò anche accadde più di un secolo prima che i Francesi conoscessero Castro, Lope e Calderon. […] Essa non per tanto allora si fece e si rappresentò in Firenze con tal plauso generale, che giusta il racconto di Paolo Giovio120 “i medesimi cittadini proverbiati e punti altissimamente nella favola di Nicia soffrirono con pazienza l’ ingiuria e la marca che gli segnava, in grazia della mirabile urbana piacevolezza; e Leone X che da cardinale l’avea veduta nella patria, volle goderla anche in Roma essendo papa, e v’invitò gli attori stessi, e vi fe trasportar anche l’intero apparato comico, col quale erasi in Firenze rappresentata”. […] Egli però seguì Plauto ed Aristofane nel far che gli attori s’indrizzino agli spettatori. […] Erano in tal tempo cresciuti gli attori di mestiere, benchè tante accademie insieme colla poesia teatrale coltivassero ancora il talento difficilissimo di ben recitare. […] Generalmente i pubblici commedianti andavano per l’Italia rappresentando certe commedie chiamate dell’arte per distinguerle dalle erudite recitate nelle accademie e case particolari da attori nobili, civili ed instruiti per proprio diletto ed esercizio.

217. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo ottavo »

E quello che v’ha di più obbrobrioso si è che una musica tenera, voluttuosa e rinforzata dagli strumenti dava tutto l’agio possibile ai lazzi scandalosi degli attori. […] Ma dall’altra parte i disordini forse maggiori che nascevano dal sostituir invece loro giovinastri venali e sfacciati, ai quali, dopo aver avvilito il proprio sesso coi femminili abbigliamenti, non era troppo difficile il passaggio ad avvilir la natura eziandio; la influenza grande nella società, e maggiore in teatro, che i nostri sistemi di governo permettono alle donne, dal che nasce, che essendo elleno la parte più numerosa e la più pregiata degli spettacoli, cui vuolsi ad ogni modo compiacere, amano di vedere chi rappresenti al vivo in sul teatro i donneschi diritti; l’amore, il quale per cagioni che non sono di questo luogo, è divenuto il carattere dominante del moderno teatro e che non può debitamente esprimersi, né convien che si esprima da altri oggetti, che da quelli fatti dal ciclo per ispirarlo; la ristrettezza de’ nostri teatri picciolissimi a paragon degli antichi, dove la distanza che passa tra gli attori e gli spettatori è tale, che i personaggi non possono agevolmente prendersi in iscambio, e dove troppo è difficile il mantener l’illusione; altre cause insomma facili a scoprirsi dal lettore filosofo costrinsero alla perfine i saggi regolatori delle cose pubbliche ad ammetter le donne sulle scene.

218. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VI. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 82-108

Ma la poesia rappresentativa meglio sviluppata negli episodi, si appropriò certi attori più esperti nel declamare, cioé nel recitar i versi con un’azione naturale e con un canto parlante, il quale, sebbene accompagnato dagli stromenti, non lasciava di appressarsi più al favellare che al canto corale; e allora questa classe di attori ad altre non attese che ad animar con musica moderata e con vivace energica rappresentazione la poesia.

219. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 54-87

Essi sono figli legittimi, o piuttosto variazioni più o meno accentate di un tipo, figlio legittimo del suo tempo e del suo ambiente, dovute alla fantasia e alla perizia de’varj attori che ne assunsero la maschera. […] Contengono prima – dice il Guerrini – le bravate di questo Smidolla ossa in 14 ottave, nelle quali, con qualche parola napoletana, sono narrate prodezze e vittorie inverosimili sopra draghi, chimere, ecc. ecc. « Dal che appare come fra queste dello Smidolla ossa e le ottave pubblicate (pag. 76) del Capitano Spezza capo e Sputa saette sien grandi punti di contatto. » (Quanto agli attori che rappresentarono i varj Capitani, vedi De Fornaris, Fiorillo, Gavarini, Bianchi, Mangani, Boniti, Fiorilli, Benozzi, ecc. ecc.). […] Col mutar degli attori, se ne mutò anche l’indole sulla scena.

220. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda guerræ Punica. » pp. 91-171

Gli autori Greci ed alcuni de’ Latini ne erano per lo più gli attori, nè abbisognavano di tali soccorsi marginali. […] Potrebbe aggiugnersi che la quinta volta fu nella stessa Roma nel secolo XVI dell’era Cristiana fatta rappresentare da nobili attori per ordine del Cardinale Ippolito da Este il giovane, e vi premise il prologo il celebre Antonio Mureto. […] Anche questa commedia fu nel nativo linguaggio recitata nell’Italia moderna nel secolo XVI, allorchè si recò a Ferrara il Pontefice Paolo III, da i più nobili attori della corte del Duca Ercole II, cioè da’ medesimi di lui figliuoli. […] Suetonio mentova una di lui commedia togata detta l’Incendio, nella quale, quando si ripetè ne’ Giuochi Massimi celebrati da Nerone, quest’imperadore permise per magnificenza che gli attori saccheggiassero la suppellettile della casa che ardeva.

221. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Teatro di Euripide. » pp. 134-207

 «Euripide ha saputo conservare il pudore del poeta e degli attori. […] Vedevansi per le strade questi deplorabili attori pallidi e sparuti andar follemente declamando. […] l’onorò col suo pianto, ed impose a’ suoi attori di presentarsi sulla scena senza corone, senza ornamenti ed in abiti lugubri.

222. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VI. Teatro inglese, alemano, e spagnuolo del medesimo nostro secolo. » pp. 389-417

Quando l’arte si mostra più della natura, lo spettatore si sovviene dell’autore, lo vede passeggiar tra gli attori, riflette alla realità, e svanisce ogni illusione. […] Sino a dieci anni sono, il palco destinato agli attori consisteva in un proscenio accompagnato da due scene, o quinte laterali, e da un prospetto con due portiere, dette cortinas, donde entravano e uscivano i persopaggi, soggette a tutti gl’inconvenienti che nuocono al verisimile, e guastano l’illusione.

223. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 88-136

Io farò che quegli attori rappresentino avanti di mio zio qualche scena che rassomigli alla morte di mio padre. […] Gli attori che sostengono le parti del re, e della regina del dramma, si abbracciano affettuosamente; la regina s’inginocchia con gran rispetto; il re la fa alzare, e piega la testa sul petto della sposa, indi si pone a giacere in un letto di fiori e si addormenta; la regina si ritira.

224. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo II. Teatro Spagnuolo, Inglese, e Alemano nel medesimo Secolo XVII. » pp. 276-290

Nella corte erasi introdotta una compagnia di attori francesi, che rappresentava i componimenti di Molière, di Corneille ec.»

225. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IX. Stato presente degli spettacoli teatrali. » pp. 426-437

Si vede bene, che nel teatro di questo mondo gli attori al volger degli anni mutan faccia, lingua, e paese; ma la scena é sempre l’istessa, l’istesse passioni, gli stessi moti, quasi niuu divario.

226. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO I. Vuoto della Storia Teatrale nell’età mezzana. » pp. 57-79

E non trovandovi nè anche salva la decenza e la morale, perchè le buone tragedie e commedie aveano ceduto alle leggerezze e agli adulterii delle mimiche rappresentazioni, gli zelanti Cristiani concepirono del teatro le più sozze idee, e scagliarono le più amare invettive contro gli spettacoli e gli attori scenici, sotto la qual denominazione compresero soltanto gl’infami mimi e pantomimi, e le impudentissime mime, cantatrici e ballerine.

227. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 203-211

etc. » E qui fa una lista de’ grandi comici, attori e autori, greci e romani ; i quali tutti, s’intende, sono zero appetto a lei : nè ai comici si ferma, chè, nemmeno Teocrito, Esiodo e Virgilio seppero esprimere tanto artificiosamente la vita e i costumi dei pastori…….

228. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo III. La Poesia Drammatica nel Secolo XV fa maggiori progressi in Italia. In Francia cominciano i Misteri. » pp. 194-209

Gli attori che ne traevan profitto, ricorsero al favor della corte, prendendo il titolo di Fratelli della Passione, e nel 1402 ne ottennero da Carlo VI l’approvazione.

229. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo VI. Spettacoli Scenici Spagnuoli nel medesimo Secolo XVI. » pp. 252-267

Dispose che gli attori deponessero le barbe posticce, e rappresentassero a volto nudo.

230. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda Guerra Punica. » pp. 129-244

Gli autori Greci, ed alcuni de’ Latini no erano per lo più gli attori, nè abbisognavano di tali soccorsi marginali. […] Potrebbe aggiugnersi che la quinta volta fu nella stessa Roma nel secolo XIII dell’era Cristiana fatta rappresentare da nobili attori per ordine del Cardinale Ippolito da Este il giovine, e vi premise il prologo il celebre Antonio Mureto. […] Anche questa commedia fu nel nativo linguaggio recitata nell’Italia moderna nel secolo XVI, allorchè si recò a Ferrara il pontefice Paolo III da i più nobili attori della corte del duca Ercole II, cioè da’ medesimi di lui figliuoli. […] Suetonio mentova una di lui commedia togata detta l’Incendio, nella quale, quando si ripetè ne’ Giuochi Massimi celebrati da Nerone, quest’imperadore permise per magnificenza che gli attori saccheggiassero la suppellettile della casa che ardeva.

231. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo terzo »

Similmente fra noi le persone di chiesa s’applicarono a siffatto esercizio, come sappiamo di molti, tra quali vanno attorno stampate le sei commedie sacre di Rosvita canonichessa di Gandersheim scritte prima del mille: si sa parimenti da un antico storico citato dal Muratori, che vi si usò dal clero recitar in pubblico i ludi, come fanno in oggi gli attori, e (ciò che dilegua affatto ogni dubbio) nel decretale di Gregorio nono si asserisce espressamente che i preti diaconi e suddiaconi comparivano mascherati in chiesa a divertir il popolo con simili spettacoli29 autorizzati qualche volta colla presenza del Vescovo. […] Si faceva dopo apparire in iscena un asino abbigliato con una gran cappa che arrivava fino in terra, d’intorno la quale gli attori cantavano “hè messer asino hè” replicando più volte la stessa cantilena a due cori, e imitando negli intercalari il raglio di quel vezzoso animale.

232. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 189-231

E queste sono le tragedie, le commedie e le farse di questo secolo, nelle quali si sono distinti al pari de’ migliori attori diverse attrici. […] Gl’ impresarj prestarono gratuitamente la sala, e gli attori lasciarono in di lei beneficio le loro porzioni.

233. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Indice. » p. 443

Mimici attori e scrittori 168.

234. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO III. Stato della Commedia Francese prima e dopo di Moliere. » pp. 36-58

Il re assediava Lilla, e due attori spediti da Moliere gli presentarono un memoriale contro di tal divieto; ma non prima del 1669 si ottenne la permissione autentica di riprodursi il Tartuffo.

235. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Tramezzi. » pp. 68-88

Itramezzi che oggi nelle Spagne si rappresentano nell’intervallo degli atti delle commedie, o sono alcuni antichi entremeses buffoneschi di non molti interlocutori che continuano a recitarsi per lo più dopo l’atto I, o sono sainetes 26, favolette più copiose di attori e più proprie de’ tempi presenti, perchè vi si dipingono i moderni costumi nazionali, e se ne riprendono le ridicolezze e i vizj, recitandosi con tutta la naturalezza e senza la cantilena declamatoria delle commedie.

236. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « LIBRO VIII. Teatri settentrionali del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 232-294

Queste sono le tragedie, le commedie, e le farse del secolo XVIII, nelle quali si sono distinti al pari de’ migliori attori diverse attrici. […] Gl’impressarii prestarono gratuitamente la sala, e gli attori lasciarono in beneficio della società le loro porzioni.

237. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO VI. Stato della Commedia Francese prima e dopo di Moliere. » pp. 212-244

Il re assediava Lilla, e due attori spediti da Moliere gli presentarono un memoriale di tal divieto; pure non prima del 1669 si ottenne la permissione autentica di riprodursi il Tartuffo.

238. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquinto »

Vedendosi egli a tali angustie ridotto, e costretto a riserbare pei due primi personaggi le modulazioni più vere e più appassionate, che altro può metter in bocca agli attori subalterni se non sentimenti freddi e comuni da accompagnarsi parimenti con musica insignificante e noiosa? […] «Avrete cura di fare che tutti gli attori abbandonino il teatro dopo aver cantato le loro ariette, e che verso la fine dell’atto vadino sfilando a poco a poco.

239. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « Indice delle opere e degli autori citati » pp. -786

 — Galleria de' più rinomati attori italiani.

240. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 2 pp. 2-245

Lasciamo alla rigorosa critica di notare le lunghe aringhe morali de’Pantaloni, i motti talvolta puramente scenici, qualche deferenza per gli attori, la non buona versificazione, le mutazioni di scena in mezzo agli atti ecc. […] L’indicata edizione trovasi dall’ autore arricchita della storia particolare di ciascuna, dell’ esposizione delle critiche sofferte e delle difese, ed oltreaccio di alcune particolari istruzioni agli attori per l’esecuzione di ogni favola. […] Contansi tra gli attori un Indovino, un Gran Sacerdote, uno Stallone e Chesballèno cavallo che parla co’ nitriti. […] Spettatori, fischiate a tutto andare L’autor, gli attori, e l’Italia, e voi stessi ; Questo è l’applauso debito a’vostri usi. […] Con ciò toglievasi lo sconcio di doversi ammettere i falegnami per attori.

241. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. IV. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo XVI quando fiorirono gli scrittori producendo le Commedie dette Erudite. » pp. 136-255

Fu poi rappresentata in Lione nel 1548 in presenza del re Errico II e della regina Caterina Medici dalla nazione Fiorentina, e quei sovrani distribuirono agli attori un regalo di ottocento doppie, e ciò anche accadde più dì un secolo prima che i Francesi conoscessero Castro, Lope e Calderon. […] Essa non pertanto allora si fece, e si rappresentò in Firenze contal plauso generale, che giusta il racconto di Paolo Giovioa, «i medesimi cittadini proverbiati, e punti altissimamente nella favola di Nicia soffrirono con pazienza l’ingiuria, e la marca che gli segnava, in grazia della mirabile urbana piacevolezza; e Leone X che da cardinale l’avea veduta nella patria, volle goderla anche in Roma essendo papa, e v’invitò gli attori stessi, e vi fe trasportar anche l’intero apparato comico, col quale erasi in Firenze rappresentata». […] Egli però seguì Plauto ed Aristofane nel far dagli attori volgere il parlare agli spettatori.

242. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VII. Pastorali. » pp. 4-41

Al l’ebreo Leone di Somma che dovea inventar gli ahiti, raccomanda che sieno convenienti a’ personaggi Assiri; diligenza che si vede trascurata nel grottesco vestito eroico degli attori tragici francesi, ed in quello pure stravagante de’ cantori dell’ opera in musica.

243. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO IV. Pastorali del Cinquecento. » pp. 267-294

All’ Ebreo Leone di Somma che dovea inventar gli abiti, raccomanda che sieno convenienti a’ personaggi Assiri; diligenza che si vede trascurata nel grottesco vestito eroico degli attori tragici Francesi, ed in quello pure stravagante de’ cantori dell’opera in musica.

244. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Di Milano, il dì 28 agosto 1620. » pp. 140-157

Il Sand, parlando di Flaminio Scala e de’ Gelosi (tomo I, pag.  304), dice : « dal 1576 al 1604 i personaggi e attori di questa compagnia rimarchevole furono, per le parti di amoroso, Flavio (Flaminio Scala), Orazio (Orazio Nobili), Aurelio (Adriano Valerini), Cintio (Cintio Fidenzi) Fabrizio. » Lasciamo stare il nome di Cintio, che è evidentemente una inesattezza del Sand ; a lui certo poteva benissimo attagliarsi la parte di rubacuori e guastamatrimonj, a lui potevan benissimo esser volte le Frenesie della signora Cecchini (il marito non aspettava più i sessant’ anni, e forse per sua temerità si deve intendere la sua bonomia matrimoniale), se è omai stabilito dal Cinelli (Biblioteca volante, scansia undecima.

245. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 37-96

Il suo ornato consisteva in una manta vecchia tirata con due corde, la quale divideva dal palco la guardaroba (che sarebbe il postscenium degli antichi), e dietro di questa manta stavano i musici, cioè gli attori che da principio cantavano senza chitarra qualche antica novelletta in versi che in castigliano chiamasi romance. […] Dispose parimente che gli attori deponessero le barbe posticce, e rappresentassero a volto nudo, mostrando con ciò d’intendere la vera rappresentazione.

246. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 88-117

Vero è che la Pazzia piacque tanto al pubblico e agli attori, che restò poi nel patrimonio delle Compagnie drammatiche, mutando semplicemente di nome, a seconda dell’ attrice che la rappresentava. […] Nulla di più importante e di più interessante per la storia della scena italiana, di questo dialogo, in cui sono massime e sentenze che assai ben si addirebbero agli attori di oggidì, e da cui possiam capir chiaro come il metodo di recitazione degli antichi comici si mantenesse quasi invariato fino a tutta la prima metà del secolo presente.

247. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO VII. ed ultimo. Vuoto della Storia teatrale. » pp. 248-280

E non trovandovi nè anche salva la decenza e la morale, perchè le buone tragedie o commedie aveano ceduto alle leggerezze e agli adulterii delle mimiche rappresentazioni, gli zelanti Cristiani concepirono del teatro le più sozze idee, e scagliarono le più amare invettive contro gli spettacoli e gli attori scenici, sotto la qual denominazione compresero soltanto gl’ infami mimi e pantomimi e le impudentissime mime, cantatrici e ballerine.

248. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 619-638

Grisostomo che condanna gli attori come rovina dell’altrui patrimonio, conchiude : Diremo adunque che quel glorioso Scrittore non hebbe altra intentione che di far sapere, che quelle genti erano instrumenti per far distruggere i patrimonij a quelli che avviticchiavano la mente in le lor tresche ; onde posiamo credere, che si come egli sempre santamente scrisse il vero, che così hoggi, vivendo, darebbe nome a i nostri comici di conservatori degli altrui patrimonj ; posciachè un miserabile scudo serve per lo trattenimento d’un mese a chi si diletta di veder comedia, con il qual prezzo si compra ancora quel tempo, che da molti potrebbe esser speso in quei trattenimenti, che somministrano viva cagione di spender non solo il denaro, ma con esso la robba, la sanità, la vita, la reputatione e l’ anima.

249. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 137-226

Il suo ornato consisteva in una manta vecchia tirata con due corde, la quale divideva dal palco la guardaroba (che sarebbe il postscenium degli antichi) e dietro di questa manta stavano i musici, cioè gli attori che da principio cantavano senza chitarra qualche antica novella in versi che in castigliano chiamasi romance. […] Dispose parimente che gli attori deponessero le barbe posticce e rappresentassero a volto nudo, mostrando con ciò d’intendere la vera rappresentazione.

250. (1732) Paragone della poesia tragica d’Italia con quella di Francia

Per tali ragioni sembrami assai biasimevole l’uso che si fa dell’amore nelle tragedie francesi, quantunque tali loro episodi meritino sovente la lode d’essere ingegnosamente legati con gl’interessi degli attori principali e con tale continuazione di scene che presso gl’Italiani difficilmente si trovarebbe. […] Che se l’ufficio del coro continuo era di qualche utile nella instituzione de’ Greci, conciliando la benevolenza a’ buoni, biasimando i vizi, e lodando la virtù, si puote avere il medesimo benefizio con attori meglio legati e non oziosi, come è ’l coro anche per sentimento d’Aristotele, il qual disse ne’ Problemi 26 ἔστι γὰρ ὁ χορὸς κεδευτὴς ἄπρακτος. […] Ma in mancanza possiamo osservare che l’un de’ motivi per cui la novella del Marchese Maffei supera quella del Riviera e quella del Torelli, scritte con metodo greco, è l’arte d’ordinar gli accidenti e d’introdurre gli attori, e d’accomodare tutta l’azione all’uso del teatro. […] Di questa avrebbono avuto mestieri non pur molti poeti di Francia, i quali unirono in tragedia varie persone che in una sola azione hanno i lor propri interessi, in guisa ch’ognun d’essi richiederebbe una particolare passione; ma certi nostri ancora, i quali indussero degli attori a favellare di cose aliene dal principale soggetto e senza connessione veruna. […] [Giunta.9] Giudiziose sono le regole che si danno da monsieur de la Motte per ben condurre l’azione per mezzo de’ vicendevoli ragionamenti degli attori, e la critica degli autori che hanno ad esse contravenuto non può se non approvare.

251. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo III. Progressi Teatrali in Francia tardi, ma grandi nel medesimo Secolo XVII. » pp. 291-315

Questo monarca ballò in pubblico nell’opera italiana dell’Ercole amante insieme colla regina; e di poi la varie commedie-balletti di Molière coi principali personaggi della sua corte e cogli attori e ballerini fino al 1670 trentesimo secondo dell’età sua, quando scosso da alcuni versi del Britannico di Racine207, si astenne di ballar più in teatro.

252. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 149-268

Platone nel Teeteto lo decorò col titolo di principe della commedia, e Teocrito lo chiamò inventore di essa, avendogli data forma coll’introdurre nel teatro Siciliano il dialogo e gli attori. […] In Grecia la vastità de’ teatri dava il comodo agli attori di agire in più luoghi contigui successivamente senza uscire dalla scena. […] Vengono fuori due attori che rappresentano questi esseri allegorici, e diconsi di molte ingiurie aspramente altercando.

253. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo undecimo »

È da osservarsi generalmente il gran giudizio di Metastasio nell’esporre agli occhi quei colpi di scena soltanto che possono dignitosamente, e con decoro eseguirsi dagli attori. […] Da essa deriva che gli attori parlino ad alta voce, se la intendano e siano intesi dagli uditori senza che il terzo, che è presente, se ne accorga pure d’un solo accento.

254. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo nono »

Ad essa noi pure rimettiamo i lettori che dello stato del teatro italiano volessero avere piena contezza. né i mentovati vizi si trovano nel volgo soltanto dei compositori, e degli attori, ma in alcune composizioni eziandio di quelli uomini sommi, di cui si è finora parlato con tanta lode.

255. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosettimo, ed ultimo »

Essa allora rimpetto alla melodia vocale quello ch’erano un dì i pantomimi posri in confronto cogli attori ordinari.

256. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XII. Confronto Apologetico della Opera Italiana, e della Commedia Spagnuola. » pp. 149-181

che è contraddetta dal parlare in versi, dal linguaggio comune a tutti, dalla conoscenza degli attori; e che per conseguenza lo spettatore non la troverebbe sì viva e naturale, se non considerasse, che a quella cosa non dee badare?

257. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Osservazioni »

La comune opinione vuole che fossero i drammi trovati in occasione di solennizzar le feste di Bacco; quindi a Bacco erano particolarmente dedicati, e «artefici di Bacco» si chiamavano nella Grecia i poeti tragici e gli attori. […] È falso che i drammi greci fossero malamente eseguiti quando “migliorarono”; anzi tutta l’antichità ci assicura che i grandi attori della Grecia fiorirono successivamente dai tempi d’Eschilo fino ai tempi di Filemone e di Menandro.

258. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XII. Teatro di Aristofane. » pp. 16-140

In Grecia la vastità de’ teatri dava il comodo agli attori di agire in più luoghi contigui successivamente senza uscire dalla scena; se non si voglia dire che i Greci non si fecero una legge intorno al luogo, lasciando alla discretezza dello spettatore di supporre il passaggio eseguito. […] Vengono fuori due attori che rappresentano questi esseri allegorici, e diconsi molte ingiurie aspramente altercando.

259. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IV. Teatro Italiano nel Secolo XVIII » pp. 316-354

Giuseppe Cirillo, il quale, oltre a varie buone commedie scritte a soggetto ben circostanziate per uso di alcuni civili e illuminati attori Accademici Improvvisatori, che ivi fiorirono alquanti anni addietro, lasciò ancora inedite due commedie di ben espressi caratteri correnti scritte interamente, il Notaio, o le Sorelle, e la Marchesa Castracani.

260. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimoterzo »

Ma gli ascoltanti non la chiederebbero con tanta smania, se il compositore avesse l’arte d’interessarli nel soggetto principale, e se l’andamento dell’azion musicale fosse così unito e concatenato che la curiosità dell’udienza venisse ognor più sollecitata a risaperne lo scioglimento, come si vede da ciò che giammai si domanda in una commedia di carattere, o in una tragedia la replica d’una scena per quanto sia ella sublime, forte, o patetica, e per quanto venga dagli attori maestrevolmente rappresentata.

261. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO II. Tragedie Italiane del XVI secolo. » pp. 28-131

Sebastiano Clarignano di Montefalco, il quale, dice il Giraldi nella dedicatoria, si puote sicuramente dire il Roscio e l’Esopo de’ nostri tempi , ne fu uno de’ principali attori.

262. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO I. Teatro Francese Tragico. » pp. 4-111

Tra gli attori che lo rappresentarono, si distinse Talma nella parte di Carlo IX, Monvel in alcuni squarci del Cancelliere, Battista nella parte diColigny, e La Fond che giva sorgendo, rappresentò con arte il carattere del Cardinale, benchè alieno da i talenti di quell’attore fatti per rappresentar felicemente le passioni tenere ed impetuose.

263. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE II — LIBRO X ed ultimo » pp. 161-344

Il Lorenzini nella famosa discordia dell’Arcadia Romana attese ad addestrare alcuni giovani a rappresentar in latino le commedie di Plauto, e di Terenzio, che si ascoltarono con indicibile applauso, e con un numerosissimo concorso di persone di ogni ceto, perchè que’ giovani attori erano stati da lui così bene ammaestrati, che anche coloro che non aveano famigliarità con quell’idioma, intendevano ottimamente l’espressioni del poeta. […] Con ciò toglievasi lo sconcio di doversi ammettere i falegnami per attori, per non lasciare il teatro voto.

264. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO PRIMO. Risorge in Italia nel secolo XVI la tragedia Greca, ed il teatro materiale degli antichi. » pp. 86-174

Sebastiano Clarignano di Montefalco, il quale, dice il Giraldi nella dedicatoria, si puote sicuramente dire il Roscio e l’Esopo de’ nostri tempi, ne fu uno de’ principali attori.

265. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 1 pp. 2-271

Il Lorenzini nella famosa discordia dell’Arcadia Romana attese ad addestrare alcuni giovani a rappresentare in latino le commedie di Plauto e di Terenzio, le quali si ascoltarono con indicibile applauso e con numerosissimo concorso di persone di ogni ceto, perchè que’giovani attori erano stati da lui così bene ammaestrati, che anche coloro che non aveano famigliarità coll’antico idioma del Lazio, intendevano ottimamente l’espressioni del poeta. […] L’illusione manca del necessario soccorso delle proprietà indispensabili che accompagnano i troni ; e si vede inverisimilmente una reggia per natura popolata abbandonata, a guisa di un tugurio, ad uno o a due attori che vengono a tramare una congiura quasi al cospetto del tiranno.

266. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO I. Teatro Spagnuolo. » pp. 4-134

Vedi il II discorso dal Montiano che riprende i riferiti difetti degli attori nazionali.

267. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO IV. Teatro Spagnuolo. » pp. 196-285

Vedi il II Discorso del Montiano che riprende i riferiti difetti degli attori nazionali.

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