Era dotata di non comune bellezza, ed egualmente ammirata ne' tre generi ; comico, drammatico, tragico.
Ma contengono forse le tragedie di Eschilo soltanto, due interlocutori, e tre quelle di Sofocle? […] II, particella 4 della Poetica: Eschilo primo tirò la moltitudine de’ rappresentatori da una a due, e diminuì le parti del Coro… Ma Sofocle ordinò che fossero tre i rappresentatori . […] Non vuole adunque il Castelvetro che per gli rappresentatori successivamente introdotti s’intendano tre individui, come si spiegò Laerzio, ma tre classi, e tra esse va ripartendo il ballo, il canto ed il suono. […] Non vogliamo però dissimulare che il lodato Metastasio tanto nell’Estratto della Poetica di Aristotile, quanto nelle Note alla sua versione di quella di Orazio, mostrasi propenso ad ammettere l’opinione di coloro che stimano non essere stati più di tre effettivamente gl’istrioni Greci, ciascuno de’ quali rappresentava due o tre parti, non altrimenti che i commedianti Cinesi. Forse nè anche le compagnie de’ Comici Latini eccedevano il numero di tre, almeno in tempo di Marziale, giacchè egli nel sesto epigramma del 6 libro diceva a Luperoo, Comoedi tres sunt, sed amat tua Palla, Luperce, Quatuor.
Scrisse ancora, dopo la stampa dei quattro volumi : Solitudine e pianto, tragicommedia in tre atti con prologo intitolato Offesa e Vendetta, recitata al S. […] Grisostomo il 26 dicembre 1795, e replicata tre volte ; e La vana seduzione, commedia recitata al S.
Artista egregio per le parti di primo amoroso era il 1822 nella Compagnia di Paolo Belli Blanes ; e scrisse di lui il Colomberti che, « giovine istruitissimo, ornato di bella figura e di magnifica voce, si faceva molto applaudire benchè al fianco di un Blanes e di una Internari. » Dopo soli tre anni di vita artistica, restituitosi in patria per la morte del padre, lasciò definitivamente il teatro.
La gran Semiramis a buona ragione non dee reputarsi una tragedia divisa in tre atti o giornate, ma una rappresentazione de’ fatti di questa regina in tre favole separate. […] Ed appunto nella prima parte del la favola del Virues accade a Marcella l’avventura d’Isabella che condotta da tre seguaci del suo amante resta in potere di uno di essi preso di cieco amore per lei, che allontanato con un pretesto il più forte degli altri due, ferisce l’altro. […] Compete questa osservazione ad una favola, di cui tre atti almeno sono inutili, e dove Didone, senza apparire la necessità che l’astringe a promettersi a Jarba, è posta nel caso di darsi la morte per non isposarlo?
Bettini Giovanni) e dovette tornarsene a dietro dopo due o tre recite.
Sposò quivi l’ Amalia Pieri, figlia maggiore di Francesco Pieri, ottimo caratterista ; ma in capo a tre anni morì.
Beniouski, o gli Esigliati a Kamschatka opera in tre atti di Alessandro Duval, ad onta delle inverisimilitudini, parve interessante. […] Essa si compose da i tre autori Radet, Barrè e Bourgueil, e si rappresentò al finir d’agosto del 1800 sul teatro del Vaudeville. […] Havvi un portico nella platea, e tre ordini di logge continuate divisi in palchetti soltanto da balaustri che impediscono il passaggio da un palco all’altro, ma non la veduta. […] I primi palchi seguono il piano circolare della sala composta di tre scaglioni in anfiteatro con balaustrata. […] Vi sono altresì tre scalinate in anfiteatro, cioè una in fondo che guarda il teatro, e l’altre due da’ due lati della sala, il cui fondo è di marmo bianco venato.
Dopo tre anni, offertolesi un ottimo partito, divenne moglie di un ragguardevole personaggio, dando in ancor giovane età un addio alle scene.
non ispaventava Orazio Nobili che solamente grazioso, con due o tre Sonetti (che si potevano adimandar Protei poichè in mille guise ad altre tante occasioni li trasformava), ha tenuto il luogo di buono tra i primi (V.
Recitò ammirato, in gioventù, nella Compagnia delle tre famiglie riunite Morelli-Mozzidolfi-Salsilli, e fu sempre assai stimato dal celebre cugino Alamanno.
Dai diarj del Sanuto, riferiti dal Rossi nella citata prefazione alle lettere del Calmo, rileviamo come il 7 febbraio del 1527 in casa Trevisan, dopo un bellissimo banchetto fosser recitate tre bellissime commedie una delle quali dal Cimador, figlio di Zan Polo, buffone.
Fu poi, nello stesso ruolo, un anno con Eleonora Duse (da cui si tolse per non avere voluto seguirla all’estero), e tre anni con Francesco Pasta ; compiuti i quali fu scritturata prima donna assoluta da Ermete Novelli, con cui si trova tuttavia.
Di quel che gli occorse a Mantova recitando la favola de' tre gobbi, vedi Pasquati Giulio.
eppure mi fu narrato da un antico cuscinario di platea che ne ebbe il danno, essendo tre gli addetti a portare i cuscini in platea. […] Per la famiglia reale, erano riservati tre palchi di 2º ordine, prossimi al palcoscenico, con ingresso speciale. […] Per di più, un picchetto di granatieri era ordinato di guardia all’ingresso dei palchi reali ; e fra le quinte era mandato un caporale con tre granatieri.
Il ’39-42 era caratteristica della Compagnia di Romualdo Mascherpa colla figlia Argenide amorosa, e i tre figli Cesare, brillante, Achille, primo generico di riguardo, ed Ettore, generico.
Sostenne poi la protagonista in Coraline jardinière ovvero La Comtesse par hasard, commedia in tre atti di suo padre, e in Coraline esprit follet, scenario in tre atti rimesso in scena dallo stesso.
Entrò generico primario nella Compagnia Colomberti, Fumagalli, Internarni, e vi stette tre anni.
Fu sei anni con Virginia Marini, e oggi si trova da quattro anni con Ermete Zacconi, e da tre brillante assoluto.
Benedetto di Venezia, oggi Rossini, nella commedia in tre atti di Giacomo Bonfìo – L’imbrogio delle tre mugier – la quale per gli equivoci e i sali comici ond’era piena, e per la maestria del Duse fu replicata ben quindici sere. A questa tenner dietro Gli Esposti, ovvero Sior Giacometto va con uno, torna con dò, e resta con tre, il Medico e la Morte e poche altre con cui egli finì la stagione di Carnevale fortunatissima. […] Curiosi erano i titoli ch’ei dava alle commedie, negl’inviti al pubblico per la sera successiva : Le done gelose de siora Lugrezia, che fa pegni in cale del Ridoto a sior Boldo orefese e a sior Todaro marzer a Rialto, Un gobo, do gobi, tre gobi, tuti gobi etc.
Dopo soli tre anni di noviziato entrò nella Compagnia Reale Sarda come primo e secondo amoroso.
In capo a tre anni di capocomicato fu scritturato, con la moglieseconda donna, nella Compagnia di Andrea Bianchi, poi in quelle di Marta Coleoni, Francesco Perotti e Giacomo Dorati.
Il Campardon riferisce una querela, sottoscritta appunto De Frécansal, contro il capocomico Cristoforo Selle e sua moglie, i quali, a conferma di molti testimoni, tra cui un Cristiano Briot, saltatore di corda, avevano deliberato e ad essi proposto di assassinare il Fracanzani, che assalito una sera da tre sconosciuti, e riuscito a ricoverarsi a casa, n’ebbe tal febbre e vomito da metterlo molto in pensiero per la sua salute.
Altra lettera abbiamo di tre giorni dopo, in cui ringrazia de' passaporti, e raccomanda con molto belle parole Federico Beretta che fa le parti di Capitano Spagnuolo, pubblicata al nome di questo comico (V.).
Oltre all’Adelaide ebbe tre fratelli, Francesco, Pietro e Carlo, tutti comici.
Fatemi la corte, commedia in tre atti, è quella forse che gli die' maggior nome, rimasta viva tuttavia nel repertorio di qualche Compagnia.
Occhi, fisionomia, mani, piedi, tutto parla nella sua persona. » Pare fosse qualcosa più di un semplice attore, dacchè aveva a Varsavia, per lui la moglie e il ballerino Vulcani, tre camere, fra le quali una grande per le prove.
Questi tre pregi adoperati tutti anche in una sola sera sopra il teatro, destavano la meraviglia e gli applausi negli uditori.
Ebbe varii figliuoli dalle tre mogli, migliori de'quali i due della terza Salvatore e Giulia : quello primo attor giovane e primo attore di assai buone qualità con Italia Vitaliani ; questa egregia seconda donna con la Società Gramatica-Talli-Calabresi.
Egli esordì alla Comedia italiana il 12 ottobre colla parte di Pierrot nella Force du Naturel, scenario italiano in tre atti di Freret, tratto da una commedia spagnuola di Agostino Moretto. […] Uomo infaticabile e infaticabile lavoratore, recitò tutte le sere e talvolta in tre commedie diverse.
Io per verità fui più diligente del Velazquez, mentovando almeno il Teatro Saguntino, e più il sono nella preparata nuova edizione della Storia de’ Teatri in tre Volumi, nominandovi ancora il Teatro di Merida, accompagnato dalle necessarie citazioni, e quello estemporaneo eretto da Cornelio Balbo in Cadice, sendo Pretore, di cui nè anche il Lampillas si è ricordato. […] Discorso della Tragedia sul testimonio di un Antiquario Spagnuolo dell’Accademia della Istoria; asserendo che tuttavia vi si discernono le tre Porte della Scena. […] La differenza che v’incontra l’erudito Decano di Alicante, consiste nell’essere gli scaglioni che servivano per sedere, più alti di due palmi e mezzo, benchè la larghezza fosse conforme a’ precetti dell’ Architetto Latino; cioè di tre palmi e un quarto.
Fermatasi a Palermo per malattia, il 1896, vi recitò ammiratissima fra i dilettanti,… nell’attesa di raggiunger la Compagnia :… ma colpita dal morbillo, ella si spense in capo a soli due o tre giorni ….. come in su 'l prato, poichè l’aratro in suo passar l’ha tocco, spegnesi il fiore.
I Moderni sono avvezzi a vedere Drammi di uno, di due, di tre, di quattro, e di cinque Atti; e sono ben rari coloro che riprendono la Sofonisba del Carretto per la divisione degli Atti. […] Non di meno egli alla meglio cercò discolparsene dicendo di aver pensato a fare di ognuna delle tre Giornate una Tragedia. […] E di ciò non pago passa ad analizzarle tutte e tre quasi fossero Tragedie distinte, e trova che da questa separazione stessa nascono di molti assurdi. […] Lampillas per giustificare la stranezza di una Tragedia composta di tre, come il corpo favoloso di Gerione; cioè i Tramezzi e i Balli che s’interpongono fra atto e atto in altri Drammi. […] Sappia in oltre il Signor Lampillas, che non tutte le regole Sceniche si racchiudono nelle sole tre unità.
La Pamela del Goldoni tratta dal celebre romanzo di Richardson mosse verisimilmente Voltaire a comporre la sua Nanina commedia tenera in tre atti. […] La Madre gelosa commedia di tre atti in versi di M. […] Rosalina e Floricour, ovvero i Capricci, commedia di tre atti in versi rappresentata in Parigi nel 1787, manifesta una mano di un giovane che potrebbe andar oltre. […] Azemia è una commedia romanzesca in tre atti con ariette, ma di caratteri naturali che riscosse molto applauso nel 1787. […] Mayeur nel corrente anno 1789 ha data una commedia istorica in tre atti con musica intitolata il Barone di Trenck.
Neri nel Fanfulla della Domenica (4 aprile 1886), per avere licenza di recitare colà per tre mesi le loro honeste Comedie, sottoscritta dalla Piissimi, dal Pilastri, dallo Zenari, dal Pelesini, dal Capitan Cardone, dal Fabri, dal Salimbeni, dal Panzanini, e dal nostro che firmò : Io Giovanni Balestri affermo ut supra.
Divisa in tre la Compagnia, l’Arcelli passò nel 1873 in quella diretta da Cesare Rossi, con cui stette fino al 2 novembre 1890, nel qual giorno morì d’aneurisma mentre giuocava al bigliardo col brillante Masi al caffè del Teatro Alfieri di Torino.
» Fu poi per tre anni prima donna assoluta al teatro de’Fiorentini di Napoli, ove si sposò con Giovan Angiolo Canòva, attore della stessa compagnia e scrittore di cose d’arte assai pregiato.
Romagnesi di Belmont Carlo Virgilio, fratello del precedente, Ufficiale del Re, nato a Parigi il 7 maggio del 1670, fu inviato in educazione a Roma, d’onde si restituì in patria dopo tre anni di dissipazioni, col fermo proposito di calcar le scene.
Tale lo stato di servizio di questo artista, che per la sua intelligenza, la sua modestia, la bontà della sua indole e la forza della sua volontà, passò gli ultimi dodici anni in tre sole Compagnie, ammirato e amato sempre da' compagni e dal pubblico.
Nonostante il divieto del padre, uomo di austerità singolare, e schiettamente e profondamente religioso (tre altri figli datisi agli studi ecclesiastici, coprironto alte cariche nel clero), frequentando nascostamente i teatri, fu preso d’amore per l’attrice Adelaide Pasquali, figlia di un ex-capitano contabile di Napoleone, poi capocomico, e di Annetta Verolti ; e fuggito dalla casa paterna per entrar nella Compagnia del futuro suocero, si diede con tanto amore all’arte che potè riuscrire brillante prima, poi caratterista non de’peggiori, al fianco de’grandi artisti del tempo, Ventura, Monti, Pertica, Taddei, Vestri, Marchionni, Pelandi, Internari e Vergnano.
A mezz'anno ella si ritirò dall’arte, per andare sposa al marchese Giulio Ricci-Riccardi, morto or son tre mesi (1904) a soli venticinque anni ; e v' è da credere, che spirato il termine del lutto, ella si riaccinga a calcar le seduttrici tavole del palcoscenico.
Si fece poi egli stesso conduttore di quella impresa, la quale dopo tre anni cedette ad Alamanno Morelli e Bellotti-Bon, e della quale restò sempre direttore, recitando ancora talvolta, benchè in età avanzata, la sua Trilogia di Ludro. […] La prima delle tre è un capolavoro di furberia, di comicità, di movimento scenico.
Nata l’Amalia Borisi in tale ambiente…. di ristrettezze, non appena fu utilizzabile, naturalmente, recò anch’ essa la sua parte di aiuto alla Compagnia, recitando a tre anni, per la prima volta, nel Vagabondo e la sua famiglia di Augusto Bon, e declamando poi poesie, col profitto delle quali potè una volta a piccole tappe compiere col padre suo, che improvvisava pe’ caffè qualche scena di arlecchino, un viaggio in Isvizzera. […] Smessa il Morolin compagnia nell’ ’82, per tre anni Carlo Borisi formò società con Zago e Gallina.
A dare un saggio della mente poetica e della prontezza di spirito di Iacopo Corsini, metto qui le tre ottave cantate nelle tre recite delle Donne curiose : 22 maggio 1778 Quanto rider mi fe’ quell’ assemblea di Donne fisse all’ uscio unitamente, che una dal posto l’altra rimovea, e l’altra l’una ne traea sovente ; felice era colei che più vedea dallo spiraglio la racchiusa gente : e ve n’era una sì ostinata e dura che ceder non volea la sua fessura.
Università, e riuniti alcuni dilettanti rappresentò tre sue commedie, l’Otello, Il Precettore, e Il vampiro per prova.
Fu poi sei anni con Bellotti-Bon, quattordici con Cesare Rossi, e tre con la Pia Marchi, sino al carnevale ’97-’98.
Chi ne aveva due, chi tre, alcuni sino a cinque. […] Voi dunque omai Vostre tre classi immedesmando. […] I tre risolvono l’esecuzione del viaggio. […] Intervengono nel dramma quattro personaggi e tre confidenti. […] Torna dunque a lui, dice il padre in una cavatina in tre, e la discaccia.
La Madre gelosa commedia in tre atti, ed in versi di m. […] Il Matrimonio segreto di tre atti si tollerò in grazia de’ buoni attori. […] Appartiene al cittadino Rigault la commedia intitolata i Due Poeti in tre atti ed in versi. […] Azemia è una commedia romanzesca in tre atti con ariette che si recitò con applauso nel 1787. […] Mayeur nel 1789 diede una commedia istorica in tre atti con musica intitolata il Barone di Trenck.
Carloni-Talli Ida, nata a Roma da Gioachimo Carloni, romano, e da Emilia Marovich, slava, maestra di ballo, si diede all’arte nel 1887, dopo di aver fatto ottima prova sotto la direzione dell’ex-comico Alessandro Meschini nella Filodrammatica romana, esordendo a Verona, qual prima attrice giovane, nella Compagnia di Giuseppe Pietriboni col quale restò tre anni. « Al Teatro Manzoni di Milano – scrive il Traversi (Natura e Arte, gennaio del ’93) – si ebbe, in quell’anno stesso, il più splendido battesimo…..
Ebbe tre mariti, uno dei quali, il secondo, a noi sconosciuto.
Cominciò l’ '80 con Drago a recitare il Caratterista, e in quel ruolo assoluto, fu l’ '84 con Calamai, l’ '85 con Vitaliani, l’ '86 con la Pezzana, poi tre anni con Novelli, e due con Brunorini.
Per esempio la prima aria dell’atto I si canta dopo centoventisei versi recitati, e soli trentadue versi poi sono seguiti da due arie; nell’atto II si recitano cento cinquanta versi prima di udirsi un’ aria, e poi settanta versi soli danno luogo a ben cinque pezzi di musica, cioè tre arie, una cavatina ed un recitativo obbligato, ed altri novantotto versi in seguito precedono un’ altra aria. […] Termina l’atto con un terzetto di Achille, Briseida, ed Agamennone (restando per muti testimoni Patroclo e gli altri) i quali tutti e tre cantano questi versi : Dioses que veis la injuria, vengadme del traidor. In prima in quest’azione niuno de’ tre può dirsi traditore; e l’istesso Agamennone col togliere Briseida ad Achille usa una prepotenza una tirannia, ma non un tradimento. […] Il teatro spagnuolo ha un’ altra specie di rappresentazione musicale, cioè la tonadilla e la seguidilla narrazioni in musica che tal volta si distendono a più scene, e si cantano anche a due, a tre ed a quattro voci.
» La troviamo poi nel ’35 fra gli attori che rappresentarono l’operetta comica in tre atti del Goldoni stesso, musicata da Giacomo Maccari, romano, La fondazione di Venezia (V.
Fu per tre anni primo attore nella primaria Compagnia di Cesare Dondini, ed anche in quella seppe distinguersi, e farsi applaudire.
Fu con Novelli tre anni, poi con Dominici al Manzoni di Roma, poi con Falconi e Bertini, nella cui compagnia morì a Bologna il 13 agosto 1890 colpito da pleuro-pneumonite doppia acutissima.
Dopo il bravissimo artista e poeta Francesco Augusto Bon, fu uno dei migliori che rappresentassero le tre belle commedie del Ludro da quello composte ».
Il re O-Too padrone di tutta l’isola di O-Taiti essendosi recato in Oparre il mentovato capitano Cook nel 1777 nel terzo suo viaggio, volle fargli godere nella propria casa un heevaraa spettacolo pubblico, nel quale le tre sue sorelle rappresentavano bellamente i principali personaggi, seguito da alcune farse che riescirono assai grate al numeroso concorso. In un altro giorno il re per trattenerlo piacevolmente fe rappresentare una specie di commedia, di cui pure furono attrici le tre sue sorelle vestite bizzarramente con abiti nuovi ed elegantia.
L’opera buffa e la seria italiana, e la commedia francese si rappresentavano alternativamente tre giorni della settimana. […] Intorno a questo tempo si tradussero le migliori commedie francesi, danesi e tedesche; ma la nazione non approva che tre o quattro commedie originali scritte in quel genere di comico grossolano che si avvicina alla farsa.
Pubblicata l’amnistia, e cessata ogni inquietudine per la diserzione, il Romagnesi restò due anni con Quinault, poi si scritturò con Giovan Battista Costantini, Ottavio, che aveva compagnia a Parigi nelle fiere di San Germano e di San Lorenzo, col titolo di Opera Comica, ed esordì a quel tempo come autore con la Comedia in prosa e musica in tre atti : Arlequin au Sabat, rappresentata alla fiera di San Lorenzo del 1716 con grandissimo successo. […] Poco tempo dopo, fu ricevuto in compagnia con tre quarti di parte.
Gl’ interlocutori delle favole Cinesi sogliono essere otto o nove; ma i commedianti non sono più di quattro o cinque, e ciascuno di loro rappresenta due o tre parti. […] In tre ore di rappresentazione si espongono gli evenimenti di trent’anni. […] L’erudito e gentil Cavaliere il Signor Conte Catanti possiede tre commedie originali Cinesi impresse nella China, le quali nel 1779 si compiacque d’inviarmi da Pisa a Napoli sulla speranza che avessero potuto quì tradursi e pubblicarsi colla mia assistenza.
Fu ricevuta il '69 per una piccola parte, il 10 aprile '72 a tre quarti, e poco dopo a parte intera. […] Quanto ai meriti personali e ai modi graziosi, il Campardon riferisce, colla scorta del Grimm, come l’inglese Tommaso Hales, chiamato comunemente d’Hèle in Francia, ove si fece conoscere come autore drammatico e fece rappresentare alla Comedia Italiana Le jugement de Midas, L'Amant jaloux, e Les événements imprevus, opere tutt’e tre musicate dal Grétry, si fosse pazzamente invaghito della Bianchi, a segno da morirne il 27 dicembre 1780, non avendo potuto indurla a rimanere a Parigi. […] La commedia non fu più data a Verona, nè Gozzi potè saper mai con precisione il perchè, sibbene a Venezia al teatro di San Luca la sera dell’11 dicembre 1781, dove, dopo i primi tre atti, fu accolta, secondo le previsioni dell’autore, a rumori di fischi e di urla.
Forse, si domanda lo Jal, è il villaggio di Samosia a tre miglia da Bologna sulla strada di Modena ? […] Lasciò tre figliuoli, tutti e tre soggetti di bell’ingenio, duoi dottori, uno di legge, l’altro di medicina, et un prete, ma ornati tutti di belle lettere sì in prosa che in versi !
Qui dunque non son donne ; ma esse dovevano esserci – dice il Neri ; – e riporta le parole del Barbieri : « ve n’era bisogno di tre : prima, seconda e fantesca. » Infatti ne’Gelosi abbiam l’Andreini, la Prudentia e la Roncagli (V.
Suo padre, di nome Enrico Baroni, morì quand’ella aveva a pena tre anni : e passata la madre a seconde nozze con Ferdinando Brunini, artista di pregio non comune, la piccola Elettra, da lui primamente educata e istruita, e da lui amata come figliuola, ne assunse il nome.
La vegnente quaresima, scritturati da Antonio Raftopulo, furon tutti e tre condotti su di una sdruscita nave a Palermo, dove furon piantati, dopo cinque mesi di vita tribolatissima.
Artista rinomatissimo per le parti d’innamorato, sotto il nome di Flaminio, nacque a Cividal del Friuli, e menò vita travagliatissima e miserissima, per la morte specialmente della figliuola Tranquilla, rapitagli dal vajuolo a tre anni e dieci mesi, per la quale dettò soavissime rime. […] Più qualche sonetto in foglio volante, e tre prologhi teatrali alle commedie di G. […] Ma, perchè mi sia noto, Che ’l propor, e ’l dispor varia potenza Variar mi convenne ancor sentenza ; Vivi dar gli volea ; tre me ne tolse Morte ; e decreto, o permission mi sciolse. […] Danaro, anche al solito, mandatogli, pel quale scrisse poi al Thon un nuovo capitolo di ringraziamento, ove son questi versi accennanti, ancora, alla figliuola Tranquilla : …………… questa è una Bambina, che in Brescia, non ha molto, a patir venne ; E d’età di tre mesi, una mattina, perchè trovò alla madre il seno asciutto, isvenne, e fu quasi al morir vicina.
A lode dell’ artista poi la canzone ha infine queste tre strofe : — È fama, che le scene Il lugubre colore Giurassero a Scappin loro Signore, E che nell’auuenire, E che nell’auuenire, Tragici casi sol faranno vdire, Faranno vdire. […] Qui non si son fatte se non tre comedie nuove le quali si sono non solo per miei affari ma per altri lette particolarmente, havendosi contentato chi le ha fatto durare questa fatica ; ne per cagion mia, ne di altri vi è stato detto pure una parola. […] Ducatoni 350 d’argento per haver fatto in Castello tre comedie in occasione del Ser. […] Cintio per suoi interessi non si partirà dalla Franceschina, e suo marito che in tutto fanno tre parti manco un quarto ; e dove è un’altra serva non ci ha a che fare mia moglie e per conseguenza manc’io.
Fu tre anni con Zerri, uno con Pasta, cinque con Falconi, col quale andò in America, poi in Compagnia sociale con Ditta sua.
Il Salimbeni dovè certo acquistarsi buona rinomanza in questa parte : e vediam del 1608 a Fontainebleau il Delfino dar per parola d’ordine agli esenti dalla guardia il nome de'migliori personaggi della Compagnia italiana ; oggi Frittellino, domani Pantalone, posdomani Cola, e tre giorni dopo Piombino, e dopo ancora Stefanello (V.
L’opera buffa e la seria italiana e la commedia francese si rappresentavano alternativamente in tre giorni della settimana. […] Intorno a questo tempo venne la moda di tradursi le migliori commedie francesi, danesi e tedesche; ma la nazione non approva se non che tre o quattro commedie originali scritte in quel genere di comico grossolano che si avvicina alla farsa.
Ecco come il Goldoni descrive la Compagnia Raffi nel XVII volume delle sue Commedie, edizione del Pasquali : Erano già tre anni, che portavasi in Venezia regolarmente in tempo di carnovale Gasparo Raffi Romano, Capo de' ballerini di corda colla sua Compagnia, ch' era una delle più famose in tal genere. […] La buona gente di sua famiglia, credendola affascinata, fece venir Esorcisti, e carica di reliquie, giuocava e scherzava con quei monumenti pii come una fanciulla di tre o quattro anni.
La I comprende la Lettera indirizzata al veneto editore, le Aggiunte già rimesse al Pepoli pe’ due primi tomi, le altre posteriormente unitevi, e quelle per gli altri tre tomi sino al quinto inclusivamente.
Egli ebbe tre figli sul teatro.
Sappiamo che esordì alla Comedia italiana di Parigi il 9 dicembre 1760 colla parte del Dottore in una commedia intitolata Il Pedante : e lo troviamo fra gli attori dell’Amore paterno, secondo il documento parigino : « Extrait de l’Amour paternel, commedia in tre atti di Goldoni, data a Parigi nel 1763, 4 febbrajo (Paris, Duchesne, 1762). » Agivano : Collalto da Pantalone Mad.
Ottenne il 1767 tre quarti di parte, e fu incaricato assieme a Giambattista Dehesse, della sorveglianza dei macchinismi e degli scenari delle rappresentazioni a spettacolo del genere italiano.
Il '90 era con Maggi, che la conduisse in America, dove, in quel luttuose Rio Janeiro lasciò la vita per febbre gialla il 14 maggio del '91, precedendo di tre ore il povero marito, Vespasiano Grassi, colpito assieme a lei dal morbo inesorabile.
La prima che incontrò fu la mascherata de’ sette peccati mortali combattuti dalle tre virtù teologali e dalle quattro virtù cardinali. […] Se ne contano sei così intitolati: 1 Giuoco di carnovale, 2 i Sette Padroni, 3 il Turco, nel quale il Soldano viene a Norimberga per pacificare i Cristiani, a cui un legato del Pontefice partecipa di aver commissione di caricarlo ben bene di villanie, 4 il Villano ed il Capro, il 5 tratta di tre persone che si sono salvate in una casa, ed il 6 contiene una dipintura della vita di due persone maritate. […] Tre femmine nude erano le tre Dive: una ben robusta, pingue e di statura gigantesca figurava Giunone; Venere era dì una magrezza straordinaria; e Pallade si rappresentava da una nana, gobba e panciutaa.
Se ne contano sei così intitolati: I Giuoco di Carnovale, II i sette Padroni, III il Turco, nel quale il Soldano viene a Norimberga per pacificare i Cristiani, a cui un Legato del pontefice partecipa di aver commissione di caricarlo ben bene di villanie, IV il Villano ed il Capro, il V tratta di tre persone che si son salvate in una casa, ed il VI contiene una dipintura della vita di due persone maritate. […] Tre femmine nude erano le tre dive: una ben robusta, pingue e di statura gigantesca figurava Giunone, Venere era di una magrezza straordinaria, e Pallade si rappresentava da una nana, gobba e panciuta73. […] La prima che incontrò, fu la mascherata de’ sette peccati mortali combattuti dalle tre virtù teologali e dalle quattro virtù cardinali.
S. che deva portar a Mantua almanco due o tre opere nove che cosi si impararano più presto. […] Il guadagno di Padua è stato di tre mila lire settecento a parte. […] S. alla nostra compagnia, Brescia è bona e vi anderemo volentieri, Vicenza non fa per noi, essendoci noi stati tre anni in fila, et vi ci siamo morti di fame, tutta quando doppo Brescia non si potrà haver altra piazza ne procuraremo una noi medemi.
Pantalone Ardelio Dottore Milanta Questi tre richiesti in altre Compagnie, hanno risposto, che dependono da i cenni dell’Altezze Vostre Serenissime.
te solievo, tutta uolta quando potrò ottener licenza da Mantoua facendo ogni tentatiuo, (è che lo farò presentialmente, uolendomi portar colà fra tre o quattro giorni) in tal caso mi confermerò diuoto alla generosità di V.
Passata con lui dalla Compagnia di Napoli diretta dal Fabbrichesi in quella di Righetti e Blanes, entrò, dopo tre anni, in quella di Bazzi e Righetti, che più non lasciò, e che divenne più tardi la celebre Compagnia Reale Sarda.
Lo vediamo in capo a tre anni amoroso generico in Compagnia Rossi, poi cinque con Perotti, secondo e primo amoroso.
Nato il 3 agosto 1851 a Torino, mostrò sin da ragazzo un amor singolare al teatro ; ma il padre lo mandò, per distornelo, presso alcuni parenti a Vienna, ove stette tre anni.
In una lettera del 1764 da Parigi a Stefano Sciugliaga, il Goldoni, alludendo alla distribuzione delle tre Zelinde, e precisamente a Tognina, la cameriera di Barbara, dice che se la Catrolli non volesse fare la seconda serva che è nella seconda e nella terza commedia, « si potrebbe far supplire ad una ballerina, o alla figlia della signora Rosa. »
Giambatista Toderini Veneziano che ha dimorato cinque anni in Costantinopoli, ed ha scritto tre volumi sulla Letteratura Turchesca impressi nel 1787. […] Dura tre anni, cioè a dire incomparabilmente meno, non dico delle favole cinesi, ma delle alemanne, spagnuole e inglesi del passato secolo.
Grisostomo per tre anni dopo l’azienda Medebach, durante i quali potè mostrare la sua grande perizia e come direttore artistico e come amministratore.
Dopo questa vi sarà un Terzetto ballato da tre Signori Dilettanti di Lucca, quali graziosamente si prestano, onde procurare un maggior concorso al Teatro, e nel medesimo tempo certi di acquistarsi il vostro aggradimento.
Quando Sabbatini nel ’43, a lui tracciò le prime linee della Bianca Capello, il Modena qualcosa gli disse del modo di svilupparla, sopratutto perchè vedesse di creare tre belle parti per la Sadowski, per l’Arrivabene e per la Botteghini.
Le scene per lo più lunghe, oziose, e quasi sempre fredde di quattro donne che v’intervengono, spargono per tutto, e specialmente ne’ primi tre atti, un languore mortale. […] E’ un edificio isolato che rappresenta un parallelogrammo circondato da portici, la cui facciata di 200 piedi consiste in un maestoso colonnato d’ordine corintio con peristilo, le cui colonne hanno tre piedi di diametro, e su di esso corre una balaustrata con piedistalli con figure analoghe alla destinazione del luogo. […] I primi palchi seguono il piano circolare della sala composta di tre scaglioni in anfiteatro con una balaustrata. […] Havvi oltreaciò tre scalinate in anfiteatro, cioè una in fondo che guarda il teatro, e le altre due da’ due lati della sala, il cui fondo è di marmo bianco venato. […] Al Capo III, pag. 37, dopo le parole, migliore di quella di Quinault, si tolgano le tre linee seguenti da Abbiamo sino a La Storia dunque, e si aggiunga ciò che segue in nota.
quanto meglio ciò conta che il vedere provetta attrice con tre dozzine d’anni alle spalle affibbiati rappresentarci talora l’ingenua ragazza, o la spiritosa sposina ! […] Tornò poi col Nardelli che ella amava come padre, e che, in capo a tre anni, messa assieme la non lieve somma di 55,000 franchi, si ritirò beatamente in un paesello del veronese. […] Se fra le cose possibili la voce sparsasi fosse vera, io mi reputerei fortunato di poterle offerire il posto di Iª attrice assoluta dandole carta bianca per fissare l’onorario e stabilire le convenienze per tre anni. […] Il contratto da me stabilito con la signora Internari è per tre anni. […] Vi dispiacerebbe se vi offerissi, a nome di un ricco signore di Firenze, un onorifico contratto per rimanere tre stagioni dell’anno ferma ad agire in Firenze ?
.), con l’annua paga di lire 5500, più tre mezze serate. […] Ammalatosi il Pieri nel '53, egli dovette sostituirlo per tre mesi, recitando tragedie, drammi, commedie, e farse al fianco della Cutini, acquistando nella gran varietà de' personaggi, quella elasticità di dizione e d’interpretazione che doveva condurlo a gran passi alla celebrità. […] Fu il '66 in Francia e in Ispagna ; si stabilì il '67 a Napoli, ove gli affari andarono alla peggio ; e avrebbe certo dato fondo a ogni avere messo assieme con tanti sudori, se il buon genio della cassetta non gli avesse suggerito di comporre una specie di satira in tre atti con musica — Colpe e Speranze — che andò in iscena il 25 dicembre, e piacque a segno da non lasciare un sol giorno il cartellone per tutto quel carnovale. […] Ernesto Rossi, come altri grandi artisti, fu solleticato dalla vanità di scrittore, e oltre alla traduzione del Giulio Cesare e agli studi shakspeariani (Firenze, Le Monnier, 1885), e a varie commedie, tra cui, non delle peggio, Adele, pubblicò un’operone di ricordi in tre volumi : Quarant’anni di Vita Artistica (Firenze, Niccolai, 1887), che la critica in genere condannò, e il pubblico dimenticò per le troppe inutili cose discorse concernenti più l’autore che l’arte.
Da un giornale di viaggi del 1740 si vede come fosser gli artisti alloggiati in Varsavia : Bernardo, Isabella e il ballerino Alessandro Vulcani aveano tre camere, fra le quali una grande per le prove.
Animati da ciò, andaron formando una Compagnia non delle peggiori, con proprietà di abbigliamento e di allestimento scenico ; tanto che, mentre essa al suo esordire era composta di quattro attori, finì poi coll’averne ben trenta ; il pubblico scamiciato restava al di fuori a guardar le eleganti signore che scendevan di carrozza per recarsi al teatro ; e l’incasso della stagione, che durò tre mesi, fu di 37,000 lire.
Ognun de’Soci doveva confessarsi tre volte l’anno : cioè la Pasqua di Resurrezione, l’Assunzione e il Natale.
Sebbene ella non conoscesse pur le lettere dell’alfabeto, mostrò sempre tale spirito arguto, tanta giocondità spontanea, che fu un giorno notata, mentre faceva la spesa dal pizzicagnolo, da un filodrammatico dialettale, che la persuase a entrare nella Società di San Simone come attrice, dove ella dopo tre sole prove mandò in visibilio il pubblico.
« Stando l’occupazione personale del supplicante, il Podestà di Cremona li proceda nella causa fra tre mesi.
Gl’interlocutori delle favole Cinesi sogliono essere otto o nove; ma i commedianti non sono più di quattro o cinque, e ciascuno di loro rappresenta due o tre parti. […] In tre ore di rappresentazione si espongono gli evenimenti di trent’anni. […] L’erudito cavalier Catanti cognato del marchese Bernardo Tanucci possedeva tre commedie originali cinesi impresse nella China, le quali nel 1779 si compiacque d’inviarmi da Pisa a Napoli colla speranza che potessero colla mia assistenza quivi tradursi e pubblicarsi.
Non è già che sotto gl’imperadori de’ tre primi secoli della nostra era cessato fosse il gusto degli spettacoli scenici in Roma ed altrove. […] Presso il luogo che oggi occupa Senetil de las Botegas, dove fu l’antico Acinippo della Celtica mentovato da Plinio, trovansi tuttavia esistenti le tre porte della scenaa. […] Peggio era avvenuto in tempo di Augusto, che dovè castigare col bando da Roma, dopo di averlo fatto menare scopando per tre teatri, Stefanione togatario, il quale giunse all’impudenza di farsi servire alla tavola da una matrona Romana in abito servileb.
E tre anni stette confinato a Lecce a fare il caporal foriere e il caporal maggiore di maggiorità, riconfortandosi negli studi e nel suo Catullo ! […] All’ esperimento che dette il mese scorso nella sua scuola, un alunno alto tre o quattro palmi lesse un discorso – per esercizio – con una disinvoltura, con un garbo da sbalordire. […] (Milano, Hoepli, 1888). – Se ne fecero tre edizioni.
Egli nel 1750 con un discorso istorico sulle tragedie spagnuole di tre secoli pubblicò la sua Virginia, e tre anni dopo l’Ataulfo non mai recitate nelle Spagne, e conosciute in Francia per essersi fatte enunciare in un giornale. […] È poi da notarsi che ne’ primi tre atti Appio non dà indizio veruno di meditata violenza contro Virginia. […] L’azione e la violenza di Appio che occasiona la morte di Virginia, comincia nell’atto IV, ed i tre primi atti altro non sono che una lenta protasi. Pari lentezza si scorge ne’ primi tre atti dell’Ataulfo, e si protrae a una parte anche del IV. […] Benchè l’autore avesse divisa la favola in tre atti, pure si trovò in angustia e gli convenne ripetere qualche situazione o pensiero.
Dura tre anni, cioè a dire incomparabilmente meno, non dico delle favole cinesi, ma delle alemanne, spagnuole ed inglesi del secolo XVII. […] Egli scrisse tre volumi sulla Letteratura Turchesca impressi nel 1787.
El ciel ve daga le tre cose, che non gh' avè unite alle cinque, che gh' avè : le cinque son queste : bellezza d’ammirar, grazia da incantar, salude da invidiar, zoventù da diletar, e modestia da insegnar. E le tre che gh' avè ancora : un bel marido per non star sola, boni fioi che ve consola, e bona borsa per star molto a tola.
Ruta, moglie di Valeriano Perretti, comico, ebbe tre figli : l’Elvira, prima donna, e l’Annina generica, in compagnia di operette ; ed Enrico, suggeritore.
La quaresima dell’ ’82 andò a sostituire Giovanni Ceresa nella Compagnia di Virginia Marini, passando poi primo attore, a vicenda i primi due anni con Luigi Biagi, e assoluto gli ultimi tre, in Compagnia Nazionale.
Nel 1740 – dice lo Ial – egli fu ricevuto come segretario, serbando la parte di Scapino : e l’ 8 maggio del 1754, tre anni dopo la morte della prima moglie, si unì in seconde nozze con Maria-Giacomina Commolet, figlia di un capo sarto, dalla quale ebbe due figli, e la quale morì il 30 luglio 1769.
., II, 110 : Mar[illisible chars], il Brighella della Compagnia, era maritato : sua [illisible chars], la quale era stata ballerima da corda al pari di lui, era una giovine veneziana molto bella ed [illisible chars], poema di spirico e di talenti, e mostrava felici disposiricai per la commedia : ella aveva abbandonato suo marito per giovanile inconsideraterra, e venne a riunirsi con lui dopo tre anni, preadendo l’impiego di serva nella Compagnia di Medebach sotto il nome di [illisible chars].
.)), quale ha mostrato non curarsi di questa giusta dimanda, per causa della quale non vorrei che al tempo di partire ci fossero contrasti, come ne furono a Padova l’anno scorso, che non voleva la compagnia darli tre quarti e doverà l’anno a venire guadagnare la parte che la merita quanto ogni principiante della sua conditione, supp.
Condiscende il buon vecchio, e si conviene che Isabella rimarrà senza prender marito tre anni e tre giorni, e questi scorsi nè tornando Diego più ricco, possa dare la mano a Ferdinando. […] Non può disporsi Isabella a sposar Ferdinando prima di compiersi lo spazio accordato al creduto morto suo amante de’ tre anni e tre giorni. […] Le sue commedie impresse in tre volumi in Madrid ed in Tortosa nel 1634 portauo il finto nome di Maestro Tirsi de Molina. […] Quanto al tempo egli si permise la licenza di tre mesi d’intervallo dal I al II atto, nel qual tempo si scolpisce il magnifico sepolcro dell’Ulloa. […] La prima sulla regina Semiramide non può a buona ragione reputarsi una tragedia divisa in tre giornate, o dicansi atti, ma sì bene una rappresentazione de’ fatti di essa in tre favole separate.
[2] Di siffatto disordine tre ne furono le vere cagioni: la prima, la natura stessa del maraviglioso, il quale, ove non abbia per fondamento una credenza pubblicamente stabilita dalla religione e dalla storia, non può far a meno che non degeneri in assurdità, perocché l’immaginazione lasciata a se stessa senza la scorta dei sensi o della ragione più non riconosce alcun termine dove fermarsi. […] Può servire di esempio il Dario di Francesco Beverini rappresentato a Venezia, il quale in soli tre atti cangiò fino a quattordici volte. […] Giunto appena sotto gli occhi di Cesare, si spaccò in tre parti che rappresentavano le tre parti del mondo conosciute attempi di quell’imperatore. […] Non si può meno di non ridere nel vedere nella musica fatta dal Melani sul dramma intitolato il Podestà di Coloniola affaccendato sommamente il compositore per rendere cogli strumenti il suono dei rispettivi animali descritti ne’ seguenti versi: «Talor la granocchiella nel pantano Per allegrezza canta qua quarà: Tribbia il grillo tre, tre, tre: L’agnellino bè, bè, bè: L’assiuolo uhu, uhu, uhu, Et il gal cucchericcù; Ogni bestia sta gaia, io sempre carico Di guidaleschi a ugni otta mi rammarico.»
Dal matrimonio colla Poulain ebbe due figliuole : una, Francesca Margherita, morta a tre anni ; l’altra, Nicola Genovieffa, morta a ventisette mesi.
Passò poi tre anni, trascinata di compagnia in compagnia, applaudita e non pagata, dopo i quali risolse di abbandonar le scene.
Per lui ebbe il Modena amicizia grandissima ; e di qual dimestichezza l’onorasse sappiamo dalle sue lettere (Roma, 1888), tre delle quali, le migliori politiche (18, 129, 179) furono a lui dirette.
Una volta (1875), andatigli male gli affari, mancando di fondi, temendo famiglia e comici rovinati per cagion sua, ne impazzì : e fu per tre o quattro mesi ricoverato al Manicomio di S.
L' istanza fu respinta con data del 25 marzo, stesso anno, dietro informazioni del Presidente del Buon Governo, il quale oltre ad aver trovato che i comici del Rafstopulo erano scarsi di merito, mostrava come, aderendo a tal domanda, si sarebbe danneggiato un disegno emesso da tre o quattro anni di una vera e propria Compagnia Toscana, autorizzata e sovvenzionata dallo Stato, quantunque tal disegno avesse poca probabilità di essere nonchè approvato, solamente discusso.
Bartoli – che accrebbe, andando in Francia, le di lui fortune, senza pagare – aggiunge il Loehner – i suoi debiti di Venezia, ebbe dal suo matrimonio con Lucia Pierina Sperotti cinque figliuoli, di cui tre, Pier Antonio, Cammilla e Anna seguiron l’arte del padre ; e morì a Parigi il 26 gennajo 1762 Officier du Roy et bourgeois de Paris, sostituito alla Comedia nel suo ruolo di Pantalone già dal 1760 da Antonio Matteucci detto Collalto (V.).
me Favart, e tre intermedi, l’ultimo dei quali, Les Villageois, era stato composto dal Dehesse.
Tutti e tre furono naturalizzati francesi, con atto, dato a Meudon, il mese di giugno dell’anno di grazia 1723, ottavo del Regno di Luigi, per grazia di Dio, re di Francia e di Navarra. […] So, e ne ho prove incontravertibili l’onestà sua, e l’onestà di Flaminia, nè una parzialità nata da vederla a meraviglia rappresentare, deve a mal costume imputarsi ; dichiarandomi io, che senza che altri dovesse pensar male nè di me, nè di Flaminia, parlando di cose mie, dal titolo istesso non mi sarei astenuto ; imperciocchè tre opere mie ha questa pudica e mirabil donna (per quel che ascolto) leggiadramente rappresentate……..
Tornato a’Fiorentini di Napoli, scritturatovi per tre anni dalla Società Prepiani, Tessari e Visetti, vi ridestò gli antichi entusiasmi ; ma dopo un anno dovette lasciare il teatro per una gravissima operazione chirurgica. […] I due Bonfil, i Lindori, le tre Zelinde, gl’ Innamorati, il Bugiardo, l’ Avaro fastoso ; e più tardi : il Benefattore e l’Orfana, il Filosofo celibe, l’Atrabiliare, l’ Ospite francese, il Tutore e la Pupilla, La riconciliasione fraterna, il Ministro d’onore, il Cugin di Lisbona, l’Abate della Spada ( !!)
L’egloga, in tre atti e in terzine, si svolge in Arcadia, e Fiorillo vi rappresenta un Pastor napolitano innamorato di Lagrimosa. […] I tre Capitani Vanagloriosi, Commedia capricciosa in prosa, furon pubblicati in Napoli da Domenico Ferrante Maccarano il 1621.
Per vn presente ti lauerai il viso, come voglio, che tu pigli co tre pesci in porto, e vn passo in mezo il Teuere co 'l dissegno d’vna tetta vecchia, & che tu metta vna buona cura alle cose del hamingo, accio resti sano, & teghi l’acqua, & ch'io venissi col subito per vna cossa ch'importa. si che intendete il presente. la lettera no me la diede ; il viso me lo lauai ; i tre pesci eccolli, il passo in mezo il Teuere lo farò, se voi pagate la spesa del ritorno ; il disegno della tetta vecchia non se ne troua ; il Fiamingo, perchè non è stitico, non volse la cura ; ne li diedi l’acqua, perchè li piaceua più il Vino : il subbio eccolo. che ve ne pare ?
Egli nel 1750 con un discorso istorico sulle tragedie spagnuole di tre secoli pubblicò la sua Virginia, e tre anni dopo l’Ataulpho non mai recitate nelle Spagne, e conosciute in Francia per essersi enunciate in un giornale. […] L’azione e la violenza di Appio che occasiona la morte di Virginia, comincia nell’atto IV, ed i tre primi altro non sono che una lenta protasi. Pari lentezza si scorge ne’ primi tre atti dell’Ataulfo, e si protrae a una parte del IV. […] Benchè l’autore avesse divisa la favola in tre atti, pur si trovò in angustia e gli convenne ripetere qualche situazione o pensiero. […] Essi trattengonsi in tre soli versi sulla picciola bagattella del tirarsi a sorte chi dee morire, dovendosi occupare per cinque intere pagine in un più grave affare.
Mi discolpi eziandio l’unico intento che mi mosse, di appalesar per le stampe quanto io mi pregi della preziosa padronanza onde mi onorate da più anni, e quanto io ammiri le rare doti dell’animo vostro, la vostra dottrina e l’erudizione somma prima ancora che venga alla luce la Coltura delle Sicilie nel Regno di Ferdinando iv da me delineato appena in tre volumi vicini ad imprimersi, nella quale, o Signore, come Poeta, come Filologo, come Erudito di ogni maniera figurate vantaggiosamente ed ornate il mio patriotico racconto dell’Epoca Fernandiana.
La serata si divise in tre parti, prima delle quali fu un’accademia poetica in lode di Venezia, la seconda una commedia in un atto, e la terza un’ operetta la Fondazion di Venezia (V.
Vincenzo Cammarano ebbe due mogli : dalla prima ebbe tre figlie, dalla seconda, Paola Sapuppo siciliana, i maschi, fra’ quali Filippo attore e scrittore di lavoroni popolari mitologici-briganteschi, e Giuseppe geniale pittore che il più delle volte istoriava al S.
Apollinare, ove recitò i Menechmi di Plauto, e due giorni dopo in casa Trevisan alla Giudecca, dove si recitarono tre commedie di vario genere : la erudita dal Cherea, la villanesca dal Ruzzante (V.
Eppure l’unione di questi tre nomi, Vincenza, Lidia, Orazio, potevan benissimo essere insieme a quell’epoca : Orazio era il Rossi stesso, autore della Fiammella.
Ebbe tre figliuoli addestrati alla scena, ma che gli moriron giovanissimi : una figlia, Anna, maritò a Luigi Perelli (V.).
Alle maschere italiane seguì una vera e propria Compagnia di comici, che dopo aver ajutato il loro padrone a ricevere il denaro che veniva loro buttato in fazzoletti annodati, ed a rimandare i fazzoletti medesimi con iscatolette o vasetti, davano poscia la rappresentazione di commedie in tre atti a lume di torcie di cera bianca con una specie di magnificenza.
Aveva una figlia di otto o nove anni, e occorrendogli un’ amorosetta, la bimba, che m’aveva preso in gran simpatia, tanto pianse e si disperò, che il Miniati, benchè in trattative con altra famiglia, scritturò me con la paga di tre franchi al giorno e viaggi pagati. […] Rimasi tra quella del Miniati e la Compagnia Fanelli quasi tre anni, e imparai a parlar toscano al punto, che mio fratello disse che non sarei più entrata in nessuna compagnia buona, perchè sembravo uno stenterello (a quell’ epoca non v'era molta simpatia per l’accento toscano).
Che il Milton abbia conosciuto l’Adamo dell’Andreini pare fuor di dubbio ; ma dal leggere un’ opera e magari seguirne poi le traccie, più qua allargandone il disegno, più là attenuandone le tinte, al riceverne la prima ispirazione ci corre : forse l’ha avuta da una rappresentazione della Scena tragica d’Adamo e d’Eva estratta dalli primi tre capi della Sacra Genesi, et ridotta a significato morale da Troilo Lancetta Benacense ? […] La ristampa nel’20, poi ancora nel’52, il settantatreesimo dell’età sua, tagliata, ridotta in tre atti, rimpolpettata secondo le esigenze della scena. […] Dovrà tutto il cielo essere stellato, e ’n mezo alle stelle esser dovrà la Luna in plenilunio situata ; e ’n così fatta congiuntura apparirà il Favor Divino in Prologo, sovra carro luminoso in eccesso, e tutto a stelle ornato ; retto il carro da nubi e d’oro e d’argento ; e le nubi parimente sostenute saranno da duo angioli ; e qualora il Prologo, tra questi tre musicalmente al fine sarà per ridursi, così a poco a poco spariranno le stelle, e dal mar sorta l’aurora, e poi dopo l’aurora il Sole, partito il Prologo all’usanza di sinfonie melodiose, l’apparato che marittimo tutto era, rappresenterassi dalle parti in Palazzi sublimi, e nel mezzo poi la residenza di Maddalena, superbissima al possibile. […] Cessato il canto degli Angioli, il Favor Divino canta un a solo composto di tre strofette a ottonarj e quadrisillabi tronchi, di cui l’ultimo verso è ripetuto tra ’l Favor Divino e i due Angioli, con ischerzi musicali, due volte, poi, una volta, a tutto coro di voci e di strumenti, in compagnia degli Angioli e del Favor Divino. […] In una tragicomedia poi nella città nostra, vidi non ha molto, rappresentar la battaglia delli tre horatij, con li tre curiatij, con tanto arteficio condotta a tempo di moresca, con arme da filo ; che fece un superbissimo vedere.
I tre eran dunque il Panzanini, il De Bianchi e il nostro Pasquati : e la favola in discorso era forse l’antichissima delli tre gobbi, ridotta da' Gelosi a scenario, e passata poi tra le opere del Tabarrino. […] L'huomo se può distinguer in tre parti : anima e spirito e carne : el spirito e la carne han tiolto in mezzo l’anema ; el spirito per farme intendere xe come el Principe nella republica : non spira e non respira che beni del ciel al qual sempre varda, la carne per contrario xe come la lega d’un popolo tumultuario e furfante, la scovazera e sentina dell’huomo, parte che cala sempre al mal.
Condiscende il buon vecchio, e si conviene che Isabella rimarrà senza prendere marito tre anni e tre giorni, e questi scorsi nè tornando Diego più ricco, possa dare la mano a Ferdinando. […] Non può disporsi Isabella a sposar Ferdidinando prima di compiersi lo spazio accordato al creduto morto suo amante di tre anni e tre giorni. […] Le sue commedie impresse in tre volumi in Madrid e in Tortosa nel 1634 portano il finto nome del maestro Tirsi de Molina. […] Quanto al tempo egli si permise la licenza di tre mesi d’intervallo dal I al II atto, nel qual tempo si scolpisce il magnifico sepolcro dell’Ulloa. […] La Gran Semiramis non è una tragedia divisa in tre atti, ma una rappresentazione de’ fatti di questa regina in tre tragedie separate quanti sono gli atti.
La Compagnia era composta di 14 persone, compresa la famiglia Bassi, marito, moglie e una figlia di 13 in 14 anni ; e il più delle volte s’introitavano tre o quattro fiorini, non bastanti nè per l’orchestra, nè per l’illuminazione, per quanto, come si può credere, modestissime.
E nel pieno fiore delle sue speranze mori a Matelica, la mattina del 27 settembre, alle ore tre, pronunziando a stento col labbro agonizzante il nome di personaggi drammatici che gli rammentavano i suoi più lusinghieri trionfi….
Fu il '60 con Adelaide Ristori a Parigi, a Londra, in America qual promiscuo e caratterista, poi di nuovo capocomico, poi, finalmente, direttore di una delle tre Compagnie di Luigi Bellotti-Bon.
Colomberti, contemporaneo, lo chiama un « ottimo Padre Nobile, riuscito ugualmente bravo nei tre generi di recitazione, » e Luigi Aliprandi, contemporaneo e scritturato, dice di lui largamente ch'ebbe figura possente, ma voce alquanto aspra, e modi risoluti e austeri, da farlo credere di una severità grandissima ; mentre, in realtà, era l’uomo più mite e indulgente del mondo.
Io non ho veduto che uno scherzo del Grazioso Gabriele Cinita in Madrid, il quale solo, in tre picciole scene buffonesche che chiamava atti, rappresentava un’ azione mimica. […] Si è provato il sig. avvocato Pagano anche a produrre una scena somigliante nel suo Agamennone, ch’egli intitola Monodramma, benchè sieno tre i personaggi che v’ intervengono, per la qual cosa con più proprietà si nominerebbe scena o favola lirica &c. […] Tornando il Palomba in Napoli vi ricondusse fra molte stranezze due felici opere la Donna di tutti i caratteri, e lo Sposo di tre e marito di nessuna poste in musica da Pietro Guglielmi. […] L’autore dell’Ammalato Immaginario oh quanto c’invidierebbe quest’ Immaginario Socrate, che al pari de di lui Tartuffo, fu alla prima proibito come indiscreto dopo tre sere di recita, per aver servito di limpido specchio a chi vi si raffigurò e se ne dolse. […] Una stravaganza eterogenea uscita nel 1671 in tre atti, ognuno de’ quali contiene un argomento differente, e in uno si rappresenta in iscorcio l’avventura di Didone.
Urtarono due altri moderni scrittori teatrali verso gli ultimi tre lustri del secolo XVIII contro la corruzione del teatro spagnuolo sostenuta da’ commedianti e dal La-Cruz e suoi colleghi in mostruos tà sceniche. […] Le due prime divise in tre atti ed in versi ottonarii coll’assonante erano composte sin dal 1786, ma la prima s’impresse nel 1790 quando si rappresentò con piena approvazione nel teatro detto del Principe. […] Un perverso tutore a condizione di non essere astretto a dar conto dell’amministrazione de’ beni d’Isabella sua pupilla che conta poco più di tre lustri, la sacrifica facendola sposa di un vecchiaccio caduco mal sano rantoloso che ne ha passati quattordici ed ha atterrate tre altre mogli. […] Si conchiude l’inegualissimo matrimonio, e dopo due o tre settimane arriva l’amante e trova Isabella sposata a don Rocco suo corrispondente, in casa di cui viene ad albergare. […] I Tramezzi che oggi nelle Spagne si rappresentano nell’intervallo degli atti delle commedie, non sono più gli antichi entremeses buffoneschi di tre o quattro personaggi che recitavansi per lo più dopo l’atto I.
Fu tre anni col Medebach, e nell’autunno e carnovale del ’69-’70 recitò per ventisette sere la Putta onorata del Goldoni.