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2. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO VI. Teatro Materiale. » pp. 32-37

L’immaginazione de’ romanzieri la più fertile non avrebbe potuto ideare un teatro più magnifico di quello di Emilio Scauro quando fu creato edile. […] Più sopra sedeva la plebe, e gli scaglioni da essa occupati chiamavansi popolari. […] La media però era più decente della summa, perchè in questa sedevano le persone più vili e mal vestite. […] Cosi l’ima cavea apparterrà a’ senatori, la parte media più vicina all’orchestra a’ cavalieri, e la più lontana insieme colla summa a’ plebei. […] I luoghi più elevati riserbaronsi alla plebaglia più sordida ed abjettac.

3. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO VI. Teatro Materiale. » pp. 243-247

L’immaginazione de’ romanzieri la più fertile non avrebbe potuto ideare un teatro più magnifico di quello di Emilio Scauro quando fu creato edile. […] In oltre il pulpito Romano non dovea passare l’altezza di cinque piedi, perchè posto più alto avrebbe incomodato i più ragguardevoli spettatori, i quali sedevano nell’orchestra che era ad esso pulpito immediata. […] Più sopra sedea la plebe, e gli scaglioni da essa occupati chiamavansi popolari. […] Era però la media più decente della summa, perchè in questa sedevano le persone più vili e malvestite. […] I luoghi più elevati si riserbarono alla plebaglia più sordida e abjetta155.

4. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CONCHIUSIONE. Dell’antica storia teatrale. » pp. 239-246

Con più regolate e più magnifiche danze e canzoni i Messicani, quel di Chiapa e di Tlascala mostransi più prossimi ad emergere dalle ombre, perchè non lontani dal rinvenir l’arte del dramma, indizio sempre di qualche coltura. […] Più filosofi quei di Cusco giunsero a separar le azioni domestiche e le pastorali dalle guerriere ed eroiche. […] Sofocle su di lui si forma, rende il proprio stile più grave, più maestoso, più sublime, aggiugne alla scena tragica vivacità, decenza, verità e splendidezza, diviene modello a’ posteri più colti con Edipo, Antigone, Elettra, Filottete. […] Frinico, Alceo, Cratino, Eupolide ed Aristofane la perfezionarono e la rendettero più caustica. […] Domata la greca ferocia col timore delle potenze straniere, si avvezzò ad una commedia più discreta, più delicata, la quale si circoscrisse a dilettare con ritratti generali mascherati di modo che lo stesso vizioso deriso, senza riconoscersi nel ritratto, rideva del proprio difetto.

5. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquinto »

Gli insetti della letteratura, coloro cioè che ronzan dintorno alle più fangose paludi del Parnaso, sono appunto i soli che ardiscano a metter mano in una spezie di poesia la più scabrosa, la più dilicata, la più diffìcile di quante possa offrire la ragione poetica. […] Io non so più dove m’abbia il capo. […] Ma bisogna andare più oltre. […] L’accento della loro voce più sfogato e vivace, e in conseguenza più musicale. I ridicoli loro più evidenti e più caricati che è lo stesso che dire più acconci a piegarsi sotto la mano di chi vuol imitarli.

6. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 333-339

Il Pieri forse più pronto, più vivace, più arguto ; il Bellotti-Bon più castigato, più nobile, più vero. Pieri più variato e proteiforme ; il Bellotti più personale. Il Pieri più studioso ; il Bellotti niente affatto. […] Militaron sotto la sua bandiera i più grandi artisti del tempo : altri ne formò egli di pianta. […] Alle nuove compagnie che le rappresentavano il pubblico non andava più….

7. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 499-500

Dinanzi a tali scatti spariva anche il metodo di recitazione, che fu, a creder mio, de’ più bizzarri : strascicava le finali, fermandole con una nota, che pareva a bella prima una stonatura. Accanto a queste vocali strascicate, altre ne proferiva scivolate, guizzate, salterellate…. nè questo accadeva per la volata incettatrice di applauso, come, ad esempio, nella Orfanella di Lowood, se ben ricordo, in cui colla frase « ed anche i cani delle reggïe muteee van rispetttati (alzata massima di tono, con immediato ruzzolamento delle parole che seguono) perchè portano sul collare una corona reale, » strappava i più calorosi applausi ; ma per le scene piane, nelle quali poi il difetto era più palese. […] Giammai mi accadde, nè più mai forse mi accadrà, di sentire il Brindisi di Girella del Giusti, più semplicemente e finamente detto, e più profondamente sviscerato, che da Michele Bozzo. E alla poesia del Girella potrei aggiungere la parte del Cavaliere di spirito, e altre siffatte, nelle quali fu artista egregio nel più largo senso della parola. […] Ne’ tempi della sua maggior gloria menò vita brillantissima ;… ebbe guadagni e prodigalità senza fine : queste più di quelli…. se ne indovina la fine : la vecchiaja in compagnia dell’indigenza.

8. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 540

Fu splendido ornamento della Compagnia di Giovanni Toselli, e una delle più geniali figure del teatro piemontese, che abbandonò, giovanissima, quando più le arrideva la gloria, per entrare nel santuario della famiglia. […] Bastava vederla e sentirla una volta sola per non più dimenticarne la graziosissima figura, la voce spontaneamente armoniosa, le occhiate assassine, i sorrisi freschi e liberi che elettrizzavano. […] Quell’aurea semplicità e quella cara ingenuità constituivano il più grande e più prezioso merito della Cagliero. E questo bel tipo di artista vera, forse più unico che raro nel suo genere, che tutti dicevan creato a posta pel teatro, si fermò ben poco sulle tavole del palcoscenico. […] Il suo nome sarebbe certo stato proferito con lode e ammirazione accanto a quelli della Tessero e della Pezzana, e di altre che, stelle fulgidissime, han brillato più tardi nell’orizzonte glorioso del nostro Teatro italiano.

9. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo duodecimo »

Quanto più moltiplicavano essi i capricci dell’arte tanto più si scostavano dalla natura. […] Simplificando l’idea che noi abbiamo della musica in generale, sembra che altro non intendiamo con questo vocabolo se non se un’armonia grata all’udito prodotta dalle proporzioni dei suoni più gravi o più acuti, e de’ tempi più veloci e più lenti. […] Ma gli antichi, i quali aveano di essa nozioni più generali, comprendevano sotto quella parola più cose. […] La lingua che serviva loro di strumento era la più flessibile, la più vaga, la più armoniosa, la più pittoresca e la più musicale che sia stata giammai parlata dagli uomini. […] L’enarmonico, il più complicato e difficile, si serbava per le situazioni più concitate dell’animo.

10. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO PRIMO. Origine della Poesia Drammatica. » pp. 2-11

In effetto la maggior parte delle arti di prima e seconda necessità, le quali nascono da bisogni comuni, per lo più si acquista senza esempio. […] Ma una vanità comune a tutte le nazioni culte inspira loro l’ambizione di credersi le più antiche e le maestre del rimanente del genere umano. […] Ma fu un inganno che si dissipò tosto che apparve a rischiarar le menti una sapienza più sana, più sobria, più vasta, la quale insegnò con maggior fondamento a rintracciar tale origine nella natura del l’uomo ch’è da per tutto la stessa, e vi produce effetti simili. […] L’uomo adunque si avvezza dalla prima età per senso più che per raziocinio a suggir quel dolore e quel male, e ad appetir quel piacere e quel bene. […] l’oggetto di cui l’uomo riceve da’ sensi le prime e le più frequenti notizie, è l’uomo stesso.

11. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO PRIMO. Origine della Poesia Drammatica. » pp. 2-9

In effetto la maggior parte delle arti di prima e seconda necessità, le quali nascono da bisogni comuni, per lo più si ac quista senza esempio. […] Ma una vanità comune a tutte le nazioni culte inspira loro l’ambizione di credersi le più antiche e le maestre del rimanente del genere umano. […] Ma fu un inganno che si dissipò tosto che apparve a rischiarar le menti una sapienza più sana, più sobria, più vasta, la quale insegnò con maggior fondamento a rintracciar tale origine nella natura dell’uomo ch’è da per tutto la stessa e vi produce effetti simili. […] L’uomo adunque si avvezza dalla prima età per senso più che per raziocinio a fuggir quel dolore e quel male e ad appetir quel piacere e quel bene. […] L’ oggetto, di cui l’uomo riceve da’ sensi le prime e le più frequenti notizie, è l’uomo stesso.

12. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo primo »

Non ho più figlio.» […] Il canto suppone dunque agitazione nell’animo, come la suppongono le lagrime, e il riso, e tanto più grande quanto esso è più vivo e calcato. […] Mal s’applicherebbe la più possente e la più energica delle arti d’imitazione ad un discorso freddo e insignificante. […] Se si pone mente alla esecuzione, niuna cosa più inverosimile, e insiem più difficile ad eseguirsi che codesti personaggi fantastici. […] Ottava: la luce percossa nel tempo stesso da più particole trasmette più colori diversi nello stesso tempo, e senza confusione, così l’aria trasmette all’orecchio più tuoni differenti senza confonderli.

13. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosesto »

Comanda inoltre ch’esso si vegga brillare ne’ fiori, che traluca nelle pietre più preziose, che gli uccelli più rari se ne adornin le piume, e che serva di fregio agli abiti de’ più felici mortali. […] La parte più interna del teatro si scopri. […] Essi fecero ancora di più. […] Se vogliamo conservare gli altri piaceri più delicati e più gentili farebbe d’uopo assolutamente bandirnela. […] Che voglia preferire i divertimenti men vivi e più difficili ad un altro più piccante e più facile?

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