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118. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO I. Teatro tragico Italiano. » pp. 98-130

Degna di notarsi è la maniera onde i perfidi calunniatori sogliono rendere sospetta fin anche la virtù manifesta, non potendo negarla. Ecco l’arte onde la regina desta le gelosie di Solimano: Ah Sire e tu non vedi Quell’animo sì altero Di Mustafà? […] Porta poi Aristodemo all’eccesso la vendetta del proprio onore, e sembra più proprio della tragedia greca che della moderna quell’aprire il seno verginale di Merope, onde si fa palese la di lei innocenza. […] La Florinda del figliuolo della famosa attrice Isabella Giambatista Andreini, di cui favella il Baile, e il di lui Adamo recitato in Milano, onde dicesi d’avere il celebre Milton tratta l’idea di comporre il Paradiso perduto: il Radamisto di Antonio Bruno nato in Manduria nel regno di Napoli censore più volte e segretario degli Umoristi di Roma65: Ildegarde di monsignor Niccolò Lepori pubblicata nel XVII e reimpressa nel 1704 in Viterbo: la Belisa tragedia di lieto fine del cavaliere Napoletano Antonio Muscettola data alla luce in Genova nel 1664, ed altamente comendata col nome di Oldauro Scioppio da Angelico Aprosio uscita nell’anno stesso in Lovano; e la di lui Rosminda impressa in Napoli nel 1659 ed anche nella II parte delle sue poesie; ed il Radamisto tragedia destinata alla musica impressa nella III parte di esse poesie dell’edizione del Raillard del 1691: e finalmente le tragedie di Bartolommeo Tortoletti Veronese mentovate dal Maffei e dal Crescimbeni.

119. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 118-139

Onde ben creder puoi che nobil segno sen voli altero il nome tuo sereno, sprezzator d’eternarsi in mortal Chiostra. […] Onde ben posso ad un istesso oggetto dar lode doppia, e per lo stil nouello dir Lelio ammiro, e Gian Battista honoro. […] Ma è da avvertire, che le parole susseguenti all’ imparate, vogliono hauer uniformità con le prime, acciò che il furto paja patrimonio, et non rapina ; onde per far ciò non mi pare auiso sprezzabile una frequente lettura di libri continuamente eleganti, poi che rimane a chi legge una tale impressione di amabilissima frase la quale ingannando chi ascolta, vien creduta figlia dell’ ingegno di chi fauella. […] Io so che molti professori del ben parlare troueranno molti luoghi dove ne men’ io debbo dir bene, si come anche mi accorgo, che quelli, che non sanno parlar bene non conosceranno s’ io dica bene, o male ; onde anderanno sempre dicendo peggio, si che da questi non desiderarei altra sodisfatione se non che si dichiarassero di non saper ciò ch’ io mi habbia detto.

120. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Delle scene »

Nelle forme di essi e ne’ sobri ornamenti che ricevono da’ colossi e dalle sfingi onde sono accompagnati, spicca singolarmente la maniera terribile e, se vogliamo cosi chiamarla, michelagnolesca, la qual potrebbe anche talvolta con buonissimo effetto mostrarsi sugli teatri. […] [5.8] Una cosa importantissima, alla quale non si ha tutta quella attenzione che si vorrebbe, è il dover lasciar nelle scene le convenienti aperture, onde gli attori possano entrare ed uscire in siti tali, che con l’altezza delle colonne abbia una giusta proporzione la grandezza degli stessi attori.

121. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 216-226

La serena speranza al cor ti serra, e tu di terra trapassando in terra col plauso arrivi, e insiem con lui ti parti ; memore sempre d’onde nata sei, la polve teatral varchi superba, e t’aman quanti alla fortuna acerba servono muti, ma non son di lei ! […] Qual è dunque la croce, onde si mesta tu se’talvolta, che pietà n’avrebbe qual più infelice nella polve crebbe nè da quel loco osa levar la testa ?

122. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 118-120

Ma crebbero in lei a dismisura i suoi incomodi, e gli oppiati rimedj che i medici le apprestavano, non fecero che abbreviarle la vita, onde rese l’ anima al suo Creatore in età di anni quaranta nel 1761.

123. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 147-149

Solo, caduto nella più squallida miseria, il giovinetto Pietro si offerì ai trionfatori in qualità di tamburino, per fuggir poi anch'egli alla prima occasione su di una nave che lo portò a Civitavecchia, d’onde recossi pedestre a Roma.

124. (1772) Dell’opera in musica 1772

La sola proprietà onde esso fu allora presentato dal Botta, potea fargli accorti non esser quello il primo che l’Italia vedesse. […] Ognun vede, che quel primo è uno di quegli esagerati elogi onde i viventi sogliono esser prodighi co’ morti. […] Tale appunto è il modo, onde il patetico della musica opera sulle spirito umano. […] Onde di tutti i progressi di quell’arte profittò il solo suo estetico, al quale basta il giudizio dell’orecchio. […] Le virtù, esempigrazia, onde ha d’uopo la monarchia, sono ben altre da quelle che a una repubblica convengono.

125. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO I. Teatro Tragico Italiano. » pp. 228-273

Degna di notarsi è la maniera onde i perfidi calunniatori sogliono rendere sospetta fin anche la virtù manifesta non potendo negarla. Ecco l’arte onde la Regina desta le gelosie di Solimano: Ah Sire, e tu non vedi Quell’animo sì altero Di Mustafà? […] Porta poi Aristodemo all’eccesso la vendetta del proprio onore, e sembra più proprio della tragedia greca che della moderna quell’aprire il seno verginale di Merope, onde si fa palese l’innocenza di lei. […] La Florinda di Giambatista Andreini figliuolo della famosa attrice Isabella, del quale favella Pietro Baile, e il di lui Adamo recitato in Milano, onde dicesi di avere il celebre Milton tratta l’idea di comporre il Paradiso perduto: il Radamisto di Antonio Bruno nato in Manduria nel regno di Napoli censore più volte e segretario degli Umoristi di Romaa: Ildegarde di monsignor Niccolò Lepori pubblicata nel XVII secolo e reimpressa nel 1704 in Viterbo: la Belisa tragedia di lieto fine del cavaliere napolitano Antonio Muscettola data alla luce in Genova nel 1664 ed altamente comendata col nome di Oldauro Scioppio da Angelico Aprosio uscita nell’anno stesso in Lovano; e la di lui Rosminda impressa in Napoli nel 1659 ed anche nella parte II delle sue poesie; ed il Radamisto tragedia destinata alla musica impressa nella parte III delle stesse poesie dell’edizione del Raillard del 1691: e finalmente le tragedie di Bartolommeo Tortoletti veronese mentovate dal Maffei e dal Crescimbeni.

126. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Ferrara il dì 27 febraro 1618. » pp. 519-525

r contradir vuole, se ben dicesse hauer ueduto il giorno splender le stelle e a mezzanotte il sole, con tutto ciò, non per contradire, ma per non simulare, dirò che la vostra incostanza conosciuta per difetto dalla Sig.ª Lauinia, si opponerà all’acquisto che bramate ; onde infine il tempo perduto seruirà di penitenza delle contentezze che Celia ui offerisce nel suo matrimonio : questa risolutione offende Celia, Celia ha il nome dal Cielo, e chi offende il Cielo, all’inferno è dannato ; guardate che il disprezzo di questa meschina non vi condanni all’inferno della disgratia di quest’altra. […] Onde conviene che ringrati Amore che mi porge occasione di sopportare lo impossibile per il gusto di una sì bella causa, misurando il mio cuore alla grandezza delle mie passioni.

127. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LETTERA dell’autore all’editore. » pp. -

I veri filosofi, i veri letterati ben sanno la prestanza e l’utilità di un genere di poesia, onde si attende la pubblica educazione, siccome credo di aver dìmostrato nel discorso seguente premesso a questa mia storia.

128. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — (Sabato 7 giugno 1659).(Sabato 28 giugno 1659). » pp. 420-423

Inoltre : non parrebbe strano davvero che il Campardon e il Ial, solleciti raccoglitori di documenti, questi anzi tutto, non abbian accennato in alcun modo nè men di volo a questo Fedeli, italiano, venuto a Parigi non si sa d’onde nè quando ?

129. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1055-1059

Uno scoppio spontaneo, universale di applausi mosse dal popolo maravigliato, e noi, ancora commossi, ricordiamo quel momento, e le potenti emozioni, onde fummo scossi in quella sera. » Le opere che nella non breve carriera della forte artista, si disser suoi cavalli di battaglia, furon : l’Antigone e la Rosmunda d’Alfieri, la Pia di Carlo Marenco, la Gismonda da Mendrisio, l’Ester d’Engaddi, l’Iginia d’Asti del Pellico, la Medea del Duca di Ventignano ; ma con pari ardore, e con pari successo, rappresentava le commedie del Goldoni e del Nota.

130. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 526-529

A questa faccio seguire il sonetto in morte di un suo figlio, il quale ci dà ancor più chiara l’idea delle sue qualità poetiche, e del suo amore a' classici : Come candido fior, che nato appena, del vomere al passar cade reciso, Carlo, moristi, onde perpetua vena di pianto a me bagna le gote e il viso : C'ho sempre avante i tuoi dolci atti, e il riso, e i cari vezzi ; e per maggior mia pena, la Suora tua, ch'or vedi in Paradiso, la tua partita a ricordar mi mena.

131. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO III. Commedie del secolo XVII. » pp. 292-313

Non ci fermeremo nè su di quelle che l’editore della di lui Penelope Pompeo Barbarito nel 1591 promise di produrre, nè sulle favole notate a sogetto, tralle quali lasciò lunga fama la celebre sua Notte b, onde solea ricrear la città di Napoli nel tempo stesso che colle opere scientifiche la rendeva dotta. […] Ma il comico valore del Porta ha per avventura qualche carattere particolare, onde si distingua dagli altri comici, come Raffaele si distingue da Michelangelo, Achille da Ajace, Cicerone da Pollione, Terenzio da Plauto?

132. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO V. Primi passi del dramma musicale. » pp. 295-309

Non comprende che il fasto, le pompe, le gemme, onde si adornano gli attori, sono apparenze senza valore? […] Don Tommaso Yriarte di porre in eleganti versi castigliani il mio raziocinio, facendo una bella parafrasi delle mie espressioni nel canto IV del suo poema della Musica pubblicato due anni dopo della mia Storia, cioè nel 1779; e benchè egli non si sia curato di citar la fonte onde bevve, pur mi piace di recarne uno squarcio: Los Cantores Son acaso los unicos que ofendan La ilusion teatral, cuya observancia El Comico y el Tragico pretenden?

133. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO I » pp. 116-223

In prima il patetico onde deriva principalmente l’effetto tragico, non sembra in essa vigoroso al pari del grande che concilia ammirazione; ovvero, che è lo stesso, la compassione non par che sia condotta a quell’attivo fremito che ci scuote sì spesso in Euripide che si pretende invecchiato. […] Oltre della proprietà de’ caratteri e della forza delle passioni, è inimitabile la guisa onde vi si disviluppa la riposta sorgente del gran misfatto. […] Alfieri un filosofo teatrale che sa le vie onde si penetra nel fondo del cuor dell’uomo. […] Oreste e Pilade s’inoltrano fin nella reggia indeterminati del pretesto che sceglieranno per presentarsi al re, e del nome onde far velo al lor venire. […] Il Reale Infante onorò l’autore colla medaglia d’oro onde si coronavano le favole rimesse al certame, e ne fe imprimere e rappresentar la tragedia come prima facevasi delle coronate.

134. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO II. Spettacoli teatrali in Alemagna. » pp. 13-20

Lo spirito di controversia che animava il Luteranismo, trasportò sulle scene le dispute teologiche, onde nacquero diversi drammi, il Postiglione Calvinista, il Novello asino Tedesco di Balaam, la Commedia di Gesù vero Messia, il Cavalier Cristiano di Eishenben, in cui trovasi la storia di Lutero e dei di lui gran nemici il Papa e Calvino.

135. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 187-190

Della Compagnia del Perini e del suo repertorio parleremo a suo tempo ; intanto accenneremo di volo come dall’amalgama di drammi, commedie, pantomime, balli, onde si componevano le rappresentazioni, traspaia un non so che di guittume da non menomar punto la fama del leggendario Anzampamber.

136. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 284-287

Comico di qualche nome, più noto per le Notizie Istoriche de’Comici Italiani che fiorirono intorno all’anno mdl fino a’giorni presenti (1782), stampate in quello stesso anno dal Conzatti a Padova in due volumetti, onde si acquistò a buon dritto il nome di Plutarco de’comici, nacque il 2 dicembre del 1745 a Bologna da Severino Bartoli, e Maddalena Boari, che erano, come dice egli stesso, Povera in vero, ma onorata gente.

137. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 163-168

Io lo presi a modello in tutta quella difficilissima scena perchè, per quanto studio avessi posto onde variare modi, ed atteggiamenti, m’ avvedeva che tutto sarebbe rimasto al disotto d’ una felice imitazione.

138. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Teatro di Euripide. » pp. 134-207

Egli vi si accinse con alacrità e coraggio, vi si accinse con tutti i soccorsi onde i frutti poetici si stagionano per l’immortalità, avendo appresa da Prodico l’eloquenza, e da Anassagora le scienze fisiche, e vi si accinse con quella indefessa attenzione indispensabile per disviluppar l’ingegno e rintracciar le vere bellezze di ogni genere. […] Ti avvicina, amica, Ricomponi i miei veli onde mi avvolga. […] Tratta per l’onde io son, misera! […] Copreo araldo di Euristeo viene a domandarli, Demofonte ricusa di concederli, e si accende aspra guerra tra gli Ateniesi e gli Argivi, per cagione degli Eraclidi, cioè de’ figliuoli di Ercole, onde prende il titolo questa tragedia. […] Socrate amico di Euripide sembra averlo preferito a tutti, giacchè ben di rado o non mai vedevasi in teatro, se non quando Euripide vi esponeva qualche nuova tragedia, e l’amava e per la bontà e bellezza de’ versi e per la filosofia onde gli nobilitava.

139. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 88-136

Amlet con espressioni ed invocazioni di ogni maniera mostra l’orrore onde è preso, indi dice: Ricordati di me? […] Entra Laerte pieno di furore col disegno di vendicare il padre ucciso onde provenne la follia di Ofelia. […] Ciò fatto e chiuso di nuovo il plico, lo ripose nel sito medesimo onde tratto l’avea, senza che il cambio si fosse conosciuto. […] Non è meraviglia ancora che mentre nega il nome di poeta grande ad Ariosto, confessi poi che sia egli gran poeta descrittivo , con altra palpabile contraddizione, perchè le bellezze dello stile, la copia, la vaghezza, la vivacità e la varietà delle immagini, formano le principali prerogative della poesia onde trionfi del tempo.

140. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VIII ultimo. Primi passi del Dramma Musicale. » pp. 42-62

Non comprende che il fasto, le pompe, le gemme, onde si adornano gli attori, sono apparenze senza valore? […] Egli non istimò bene di citar la fonte onde bevve; ed io vo’ recarne uno squarcio per soddisfare la curiosità de’ miei leggitori:                        Los Cantores Son acaso los unicos que ofendan La ilusion teatral, cuya observancia El Comico y el Tragico pretenden?

141. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO II. Spettacoli teatrali in Alemagna. » pp. 77-87

Lo spirito di controversia che animava il Luteranismo, trasportò sulle scene le dispute teologiche, onde nacquero diversi drammi, il Postiglione Calvinista, il Novello asino tedesco di Balaam, la Commedia di Gesù vero Messia, il Cavalier Cristiano di Eishenhen, in cui trovasi la storia di Lutero e dei di lui gran nemici, il Papa, e Calvino.

142. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « NOTE DI D. CARLO VESPASIANO. » pp. 301-306

XV, n. 8) cogli acquisti fatti della dottrina Italiana; e leggendo per un gran pezzo in Salamanca, non ostante l’ opposizione degli Scolastici che di favorir la novità l’accusarono, inspirò a’ suoi nazionali l’amor delle lettere, onde fu caro al Re Cattolico, che lo volle perciò in Corte per iscrivere la sua storia, e fu dal Cardinal Ximenes impiegato nell’edizione della Bibbia Poliglotta, e di poi alla direzione dell’Università di Alcalà di Henares, ove si morì nel 1522, e lasciò molte opere.

143. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VIII. Teatri materiali. » pp. 213-236

La figura di quello del Principe si scosta meno dall’ellittica; dell’altro è mistilinea, congiungendovisi ad un arco di cerchio due linee che pajono rette, perchè s’incurvano ben poco, onde avviene che da una buona parte de’ palchetti vi si gode poco comodamente la rappresentazione. […] Diede forse il Signorelli al cappello gacho qualche origine determinata onde Huerta dovesse andare in collera?.

144. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO III. Continuazione del teatro Italiano. Commedie: Opera in musica: Attori accademici ed istrioni e rappresentazioni regie: teatri materiali. » pp. 144-195

Non ci fermeremo nè su di quelle che l’ editore della di lui Penelope Pompeo Barbarito nel 1591 promise di produrre, nè sulle favole notate a sogetto, tralle quali lasciò lunga fama la celebre sua Notte 72, onde solea ricrear la città di Napoli nel tempo stesso che colle opere scientifiche la rendeva dotta. […] Ma il comico valore del Porta ha per avventura qualche carattere particolare onde si distingua dagli altri comici, come Raffaello si distingue da Michelangelo, Achille da Ajace, Cicerone da Pollione, Terenzio da Plauto? […] Più tardi poi nella medesima città si ammirarono le maravigliose invenzioni onde nobilitava la scena musicale il cavalier Pippo Acciajoli77. […] Il famoso pittore e poeta satirico Napoletano Salvador Rosa morto in Roma nel 1673, empì questa città non meno che Firenze di maraviglia per la copiosa eloquenza estemporanea, per la grazia, per la copia e novità de’ sali, e per la naturalezza onde si fece ammirare nel carattere di Formica personaggio raggiratore come il Coviello, ed in quello di Pascariello. […] Niuno di quelli che vi si veggono eretti, si avvicina alcun poco a quegli antichi monumenti onde abbonda, e specialmente al teatro di Marcello.

145. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Del libretto »

Fu adunque forza, non potendo gl’impresari reggere a tante spese, pigliare nuovi provvedimenti e partiti; onde da una banda si venisse a risparmiare quanto profondere doveasi dall’altra.

146. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO V. Rappresentazioni chiamate Regie: Attori Accademici: Commedianti pubblici. » pp. 345-356

Le Accademie letterarie de’ Rozzi e degli Intronati che tornarono a fiorire nel XVII secolo, quella brigata di nobili attori che rappresentava in Napoli le commedie a soggetto del Porta, gli Squinternati di Palermo, di cui parla il Perrucci ed il Mongitore, i nobili napoletani Muscettola, Dentice, Mariconda che pure recitarono eccellentemente, facevano cadere in dispregio la maniera per lo più plebea caricata declamatoria de’ pubblici commedianti, Il celebre cavalier Bernini nato in Napoli, e che fiorì in Roma dove morì nel 1680, rappresentava egregiamente diversi comici caratteria Il famoso pittore e poeta Satirico napoletano Salvador Rosa morto in Roma nel 1673 empì quella città non meno che Firenze di meraviglia per la copiosa eloquenza estemporanea, per la grazia, per la copia e novità de’ sali, e per la naturalezza onde si fece ammirare nel carattere di Formica personaggio raggiratore come il Coviello ed il Brighella, ed in quello di Pascariello, La di lui casa in Firenze divenne un’ accademia letteraria sotto il titolo de’ Pencossi, ove intervenivano l’insigne Vangelista Torricelli, il celebre Carlo Dati, l’erudito Giambatista Ricciardi, i dotti Berni e Chimentelli ecc. 

147. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO II. Tragedie Italiane del XVI secolo. » pp. 28-131

              … Il re trovolla Pallida, esangue, onde le disse, Alvida, Alvida, anima mia, che odo, ahi lasso! […] Ma dopo queste aggiunzioni svantagiose fattevi dal moderno, la scena risorge, e si rende importante, ripigliando gli antichi colori del materno timore, onde Ulisse prende argomento per la vita di Astianatte. […] È questa la virtude Onde sì risplendevi? […] Per l’altra parte ha per avventura oggi il gesuita Andres fatta di alcuni di essi qualche esperienza, onde senza taccia di leggerezza potesse affermare che ne sarebbe intollerabile la rappresentazione ? […] Noto n’è l’argomento e i punti interessanti dell’azione dovuti al greco inventore; ma la regolarità, l’economia, la gravità nelle sentenze, l’eleganza dello stile e la vivace dipintura de’ caratteri e delle passioni, debbonsi prima di ogni altro al Torelli, onde merita la sua Merope di collocarsi fralle buone italiane.

148. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 42-49

E come l’ottomano ardir si affrene da Enrico e l’empia rabbia di que’ mostri fai scorger chiaro, e come il sangue inostri le navi, l’onde e le gloriose arene.

149. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 1 pp. 2-271

La verità e la forza onde è delineato Zambrino uomo nero e detestabile inspira tutta l’indignazione de’buoni. […] Non può non ammirarsi in questa favola la viva dipintura de’caratteri d’Icilio, di Virginia e di Virginio, onde ben si rileva l’anima che chiudevano in seno gli antichi Romani. […] Onde meglio sostener l’interesse che in sì patetico contrapposto ? […] Ella gli reca in dono un ferro onde liberarsi dal poter del tiranno. […] Ma onde proviene che si opponga a ciò che propone, ed era vicino ad effettuarsi, e che cagioni così la morte di Pereo, ed incorra nello sdegno di Ciniro suo padre ?

150. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Della musica »

Perché non restituire il loro luogo alle violette instituite già per fare la parte media tra i violini e i bassi, onde risultava l’armonia? […] Ne sono in esempio singolarmente gl’intermezzi e le operette buffe, dove la qualità principalissima dell’espressione domina assai meglio, che in un qualunque altro componimento che sia: e ciò forse dal non potere quivi i maestri, essendone mediocrissimi i cantanti, dispiegare a loro talento tutti i secreti dell’arte, tutti i tesori della scienza; onde loro malgrado sono costretti ad attenersi al semplice e a secondar la natura.

151. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO V. Sulle due Sofonisbe Italiane, e su due Traduzioni dal Greco di Fernan Perez de Oliva. » pp. 26-42

Il Signor Lampillas non potendo non comprendere la forza, onde mostrammo l’insussistenza del discorso di quell’Erudito così riguardo alla Tragedia del Carretto, come riguardo al Vasco, ci vuole almeno rimproverare che tale Tragedia non doveva chiamarsi, come noi facemmo, regolare e scritta con arte. […] Libro di Pausania: addio antica Alope di Cherilo, addio famose Ifigenie di Euripide: addio Medee, Ajaci, Ecube, poichè tutte le loro storie trovansi conservate con bronzi, con marmi, con legni, e con pitture nelle rispettive Patrie, e poi ripetute da’ Poeti antichissimi, onde i Tragici trassero gli argomenti delle favole che ne idearono, di che vedasi il citato Pausania: addio insomma diremo a tutte le Tragedie Greche, Latine, Italiane, Francesi, Inglesi, Spagnuole, e Alemanne.

152. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VII. Su i principali Requisiti per giudicar dritto de’ Componimenti Scenici, Mente rischiarata, e Cuore sensibile. » pp. 69-85

Io non vò più oltre esemplificare, e tralascio ancora i Redi, i Manfredi, gli Zanotti, Filosofi, e Matematici illustri non meno che delicati Poeti, che hanno dato saggio di Mente illuminata, e di Cuore sensibile, onde si resero giudici competenti di Poesia. […] Onde tal differenza?

153. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO III. Stato della Commedia Francese prima e dopo di Moliere. » pp. 36-58

È ben noto che in una di queste un vecchio rapito dal piacere gridò dalla platea, coraggio, Moliere, questa questa è la buona commedia, voce della natura onde siamo avvertiti che il pubblico polito, se la pedanteria non lo corrompe, sa giudicar dritto de’ componimenti teatrali. […] Coltivò i suoi talenti colle lettere studiando per cinque anni nel collegio di Clermont, ed ascoltò le lezioni filosofiche di Pietro Gassendo, onde trasse l’abito di ben ragionare, ed analizzare, che si vede trionfar nella maggior parte delle sue opere.

154. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Tramezzi. » pp. 68-88

Merita ben di essere dagli esteri conosciuta, singolarmente per le seguenti cose: per le piacevoli scene di Don Rocco col suo domestico Muñoz; per quelle d’Isabella col suo amante, e spezialmente per la 12 dell’atto I, e l’11 del II; per l’angustia d’Isabella astretta dal vecchio a parlare all’amante mentre egli da parte ascolta ed osserva, che benchè non nuova produce tutto l’effetto; per quella in cui Isabella ode il tiro di leva del vascello nel quale è imbarcato l’amante; e finalmente per l’aringa eccellente d’ Isabella, in cui svela i secreti del suo cuore al marito, detesta l’ inganno del tutore, assegna le ragioni di non aver ella parlato chiaro, rifondendone la cagione all’educazione che si dà alle donne onde si avvezzano alla dissimulazione. […] Io converrei seco loro per la seconda fino a tanto che l’autore non vi sfumasse certe tinte d’ipocrisia troppo risentite, onde per altro ben s’imita l’abuso che fanno i falsi divoti delle pratiche e dell’espressioni religiose.

155. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Ferrara, li 4 marzo 1618.Ferrara, li 3 marzo 1618. » pp. 170-184

Giovanni, il quale da quel povero Impresario che era, doveva sorbirsi le uggiose rimostranze di tutti, alla fine seccato, risolse mandarli con Dio : onde i pianti, le ire, le suppliche, le intercessioni, i pentimenti, le scuse di ogni parte. […] Pietro Michiele inviava in tale circostanza al padre Angelico Aprosio il seguente sonetto : IN MORTE DI LAVINIA COMICA Chi la pompa m’ invola, onde le scene mutano il riso in tragico lamento ?

156. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO VI » pp. 94-106

Spesso veder mi sembra un ampio mare Da venti scosso e in esso errar dispersi Arbori e gabbie di spezzate navi, E de la gente udir le strida e i pianti Che percuotono i legni, o ingoian l’onde.

157. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Venetia, 23 di marzo 1675. » pp. 351-354

Comunque sia, la Rodiana figura prima tra le commedie del Ruzzante (Vicenza, Giorgio Greco, 1584), e senza di essa non sarebbe la fama di lui attenuata, tanti sono i pregi onde abbondano le altre cinque, e le orazioni e i dialoghi rusticani.

158. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo undecimo »

Ivi gode d’un cielo men tempestoso, ivi respira un’aria più degna di sé, ivi conversa con uomini che fanno onore alla divinità, onde si scorge balenare sugli occhi quella luce primitiva del grande e del bello, che attesta la sua origin celeste. […] Lo che il poeta cesareo ha mirabilmente ottenuto; Onde la quistione pende dubbiosa, e l’Italia potrà sempre contrapporre ai Francesi il suo Metastasio senza temerne il paragone. […] Essa è la cagion principale di quella effemminatezza, di quelle tinte alterate perché rammorbidite all’eccesso, onde vengono sformati i caratteri di molti suoi personaggi. […] Ove la ricognizione non ha luogo, voi siete sicuro, che lo scioglimento si prepara o perché il personaggio, trovandosi alle strette, si vuol uccidere di propria mano, onde chi sta presente, e non ha il coraggio di vedere sgorgar il sangue, si placa subitamente per levarsi d’impaccio, o perché in un tradimento ordito da un fellone, oppure in un popolare tumulto eccitatosi nella guisa che vuole il poeta il creduto reo si mette dalla banda del padre, o del sovrano che il condannava, col qual atto eroico disingannato alla perfine il barbaro re gli concede il desiderato perdono, o perché l’amata e il vago stanchi delle opposizioni e bramosi di sbrigarsi pur una volta dalla faccenda si cedono scambievolmente al fortunato rivale. […] Un’aria tenera, un recitativo patetico può dilettare per un momento bensì, ma la mancanza d’accordo fra le parti, l’inverosimiglianza che traspira nel tutto farà ben tosto rattiepidire quel calore effimero che non trova materia onde alimentarsi.

159. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO VI. Stato della Commedia Francese prima e dopo di Moliere. » pp. 212-244

È ben noto che in una di queste un vecchio rapito dal piacere gridò dalla platea, coraggio, Moliere, questa questa è la buona commedia , voce della natura onde siamo avvertiti, che il pubblico polito, se la pedanteria non lo corrompe, sa giudicar dritto de’ componimenti teatrali. […] Coltivò i suoi talenti colle lettere studiando per cinque anni nel Collegio di Clermont, ed ascoltò le lezioni filosofiche di Pietro Gassendo, onde trasse l’abito di ben ragionare ed analizzare, che si vede trionfar nella maggior parte delle sue opere.

160. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 570-583

Onde se già di musici concenti Empiè i Teatri e fe’ stupir le Scene, Ben formar vi dovea delle sue pene Su le carte canori anco i lamenti. […] Fra l’onde de l’invidia empie e voraci, Fu naufrago gran tempo, e quasi absorto, Quando ecco apparve alla salute il porto, E ritrovossi entro le braccia a i baci.

161. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo V. Stato de’ Teatri in Francia, Inghilterra, e Alemagna nel medesimo Secolo XVI. » pp. 242-251

Facendosi allusione al nome Anna della regina e al grado di maresciallo del favorito, dicevasi nella farsa che un maniscalco (che in Francia parimente si chiama maréchal) avea voluto ferrare un asino (in francese âne), e ne avea ricevuto un calcio molto impetuoso, onde era stato rovesciato e fatto precipitar giù dalle mura167.

162. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 697-702

A che, o bella pentita frenetica divota, sprezzi perle e rubini, tesor de l’ onde, onor de i gioghi alpini ?

163. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori.  » pp. 245-317

Chiaro sotto il medesimo Augusto fu Cajo Asinio Pollione pe’ talenti tragici e per altri meriti letterarii, per la presa di Salona in Dalmazia, per l’onor del trionfo e pel consolato, e celebrato da i due maggiori ingegni onde si vanti la poesia latina, Virgilio ed Orazio. […] Ma le studiate bellezze poetiche profuse nell’atto IV, allorchè la nutrice novera i veleni raccolti, e gl’incantesimi di soverchio particolareggiati con descrizioni mitologiche e geografiche, appartengono a tutt’altro genere che al drammatico; benchè, a quel che io ne giudico, l’azione onde venivano accompagnati, deveva forse produrre nella scena Romana un vago effetto. […] Stile e grandi affetti comprendono il gran secreto della scena tragica; e se l’argomento di Medea non esclude le passioni grandi, o Seneca le ha rilevate con uno stile vigoroso ed energico, onde viene l’umore che prende Voltaire per una favola tanto dagli antichi, e da’ moderni maneggiata e ripetuta? […] Di ciò così Fulvia si vale nell’Ezio: Non è mai troppo tardi onde si rieda Per le vie di virtù.

164. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO IV. LIBRO V » pp. 67-93

Amlet con espressioni ed invocazioni di ogni maniera mostra l’orrore onde è preso, indi dice: “Aml. […] Al Capo IV, pag. 38 nella penultima linea della nota, dopo le parole, onde le avesse tratte, si tolga l’ultima linea, e si scriva ciò che segue.

165. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Milano, 1°Aprile 1803. » pp. 318-327

Venuto il Cardinal Ruffo in Napoli, egli fu in que’ moti politici arrestato, e dovè esulare in Francia, d’onde poi ritornato, si rimise a calcar le scene con successo rapido e prodigioso.

166. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda Guerra Punica. » pp. 129-244

Mentre Parmenone si studia di consolarlo, ecco sentesi in casa della moglie un mormorio, un movimento, un andare avanti e indietro, onde essi pongonsi in curiosità e apprensione. […] Può sì vaga favola Terenziana tenersi per una delle più interessanti del l’antichità, ed anche dirsi potrebbe la prima e la migliore, se vi si trovasse moto e vivacità maggiore, cosi felicemente n’è scelto il punto onde incomincia l’azione, e sì maestrevolmente vi si maneggiano le passioni. […] Egli anche sapendo il secreto di Cremete che in Lenno sposò un’altra moglie, essendo già marito di Nausistrata, e divenne padre di Fannia, fa tremare questo vecchio, e al fine scopre il tutto alla stessa Nausistrata; onde avviene che Antifone rimane sposo della sua Fannia riconosciuta dal zio per figlia. […] In tale azione così condotta, e distribuita nulla havvi d’irregolare onde abbiasi a rifiutare la comune divisione. […] Non ho tempo Or di ascoltarti, che mi son comprati Quei pesci a gusto mio, e a me si aspetta Lo stare attento, onde non vadan male; Che tanto a noi si ascriverebbe a colpa Una tal negligenza, quanto a voi Quelle cose non far che avete detto.

167. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO PRIMO. Risorge in Italia nel secolo XVI la tragedia Greca, ed il teatro materiale degli antichi. » pp. 86-174

Galealto nella non finita l’avea con giudizio appena accennata: Quando ecco la fortuna e il cielo avverso Con amor congiurati, un fiero turbo Mosser repente, il qual grandine e pioggia Portando, e cieche tenebre sol miste D’incerta luce e di baleni orrendi, Volser sossopra l’onde, e per l’immenso Grembo del mar le navi mie disperse, E quella ov’era la donzella et io Scevra di tutte l’altre a terra spinse ecc. […] Il re trovolla Pallida, esangue, onde le disse, Alvida, Alvida, anima mia, che odo, ahi lasso! […] Ma dopo queste aggiunzioni svantaggiose fattevi dal moderno, la scena risorge, e si rende interessante, ripigliando gli antichi colori del materno timore, onde Ulisse prende argomento per la vita di Astianatte. […] E’ questa la virtude Onde sì risplendevi? […] Noto n’è l’argomento e i punti interessanti dell’azione, che debbonsi al greco inventore; ma la regolarità, l’economia, la gravità delle sentenze, l’eleganza dello stile, e la vivace dipintura de’ caratteri e delle passioni debbonsi prima di ogni altro al Torelli, onde merita la sua tragedia di collocarsi fralle buone Italiane.

168. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo V. Teatro greco. » pp. 26-81

Egli per altro mostra molto giudizio nell’istesso atto, facendo che Oreste rifletta sull’impresa, a cui s’accinge; che si lagni dell’oracolo di Apollo, onde é stato minacciato de’ più crudeli supplici, se lascia invendicato il padre; che s’intenerisca alla di lui rimembranza; che si mostri sensibile ancora a i mali de’ popoli sacrificati agli usurpatori. […] Egli vi si accinse con alacrità e coraggio; vi si accinse con tutti i soccorsi, onde i frutti poetici si stagionano per l’immortalità, avendo appresa da Prodico l’eloquenza, e da Anassagora le scienze fisiche, e coll’amico Socrate coltivata la filososia de’ costumi; e vi si accinge finalmente con quella somma attenzione indispensabile per isviluppare l’ingegno e rintracciar le bellezze originali di ogni genere; perocché per natura avverso alla mollezza, cercò nei gli orrori d’una caverna tutto l’agio per esaminare e dipingere il cuore umano, e per istudiare il vero linguaggio delle passioni. […] T’avvicina, amica,     Ricomponi i miei veli, onde m’avvolga:     Di me stessa ho rossor: coprimi, dico;     Nascondi agli occhi altrui quello, che ’l volto     M’inonda e bagna, involontario pianto. […] Ha essa più parti: queste parti hanno bisogno di maggior arte per essere conciliate insieme; onde é più difficile di formarne un tutto naturale. […]      Tratta per 1 ‘onde io son, misera, e veggio      Trucidato il consorte, acceso il cielo      Di funeste faville, Ilio distrutta,      E le vele nemiche a i patrii liti      Pronte a tornar, e dall’Iliaco suolo      A svellermi per sempre!

169. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 44-148

Ma egli poi mostra molto giudizio nel medesimo atto, facendo che Oreste rifletta sull’impresa a cui si accinge: che si lagni dell’oracolo di Apollo onde è minacciato de’ più crudeli supplicj, se lascia invendicato il padre: che s’intenerisca alla di lui rimembranza: che si mostri ancora sensibile ai mali de’ popoli sacrificati agli usurpatori del trono. […] Egli vi si accinse con alacrità e coraggio; vi si accinse con tutti i soccorsi onde i frutti poetici si stagionano per l’immortalità, avendo appresa da Prodico l’eloquenza e da Anassagora le scienze fisiche; e vi si accinse con quella indefessa attenzione indispensabile per isviluppar l’ ingegno e rintracciar le bellezze vere di ogni genere. […] Vigorosa è quì la declamazione della regina, ed il discorso d’Ifigenia tenero e patetico e sostenuto da un vivo continuo interesse, benchè cominci con una spezie di rettorico esordio, augurandosi ella l’ eloquenza di Orfeo e l’arte onde egli seppe costringere i sassi a seguitarlo. […] Ti avvicina, amica, Ricomponi i miei veli onde mi avvolga. […] Copreo araldo di Euristeo viene a domandarli, Demofonte ricusa di concederli, e si accende aspra guerra tra gli Ateniesi e gli Argivi, per cagione degli Eraclidi, cioè de’ figliuoli di Ercole, onde prende il titolo questa tragedia.

170. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda guerræ Punica. » pp. 91-171

Mentre Parmenone si studia di consolarlo, ecco sentesi in casa della moglie un mormorio, un movimento, un andare avanti e indietro, onde essi pongonsi in curiosità e apprensione. […] Può sì vaga favola Terenziana tenersi per una delle più interessanti dell’antichità, ed anche potrebbe dirsi la prima e la migliore, se vi si trovasse moto e vivacità maggiore, così felicemente n’è scelto il punto onde incomincia l’azione, e vi sono sì maestrevolmente maneggiate le passioni. […] Egli anche sapendo il secreto di Cremete che in Lenno sposò un’ altra moglie, essendo già marito di Nausistrata, e divenne padre di Fannia, fa tremare questo vecchio, e al fine scopre il tutto alla stessa Nausistrata; onde avviene che Antifone rimane sposo della sua Fannia riconosciuta dal zio per figlia. […] Non ho tempo Or di ascoltarti, che mi son comprati Que’ pesci a gusto mio, e a me si aspetta Lo stare attento, onde non vadan male: Che tanto a noi si ascriverebbe a colpa Una tal negligenza, quanto a voi Quelle cose non far, che avete detto. […] Quindi è che Quintiliano ingenuamente confessava esser la commedia la parte più debole de’ Romani110, e Giulio Cesare nell’urbana censura fatta a Terenzio riconosceva in lui Menandro ma dimezzato, e Aulo Gellio111 nel paragonar Cecilio con Menandro, Posidio, Apollodoro ed Alesside, vedeva ad occhi le latine favole, al confronto de’ greci originali onde traevansi, indebolirsi e scemar di pregio (Nota VII).

171. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 2 pp. 2-245

Il Cerimoniere porta vasi, barbe, cinture ecc. onde rassettare men porcamente gli Ateniesi. […] Ma Mercurio prima di ogni altro giudizio propone dì fare colla sua verga una finestrina nel cuore de’giudicandi onde apparisca l’intimo e la sorgente delle azioni. […] Onde ciò avvenne ? […] I drammi onde trasse onor maggiore, sono : Lucio Papirio, Cajo Fabricio, Andromaca, Merope, Mitridate, Ifigenia, Nitocriec. […] A quest’ aria sì ben fondata si appicca una coda di rimproveri, onde ardiscono insultarla Ricimero ed Almonte.

172. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE II — TOMO VI. LIBRO IX » pp. 145-160

essi al solito ne parleranno poi senza saperne grado a veruno, uscite che saranno alla luce queste Addizioni, onde ne riceveranno la notizia ed il giudizio.

173. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « [Dedica] » pp. -

Chi finalmente é fornito d’una mente più vivace e robusta, e fa uso infame di sua penetrazione, concepisce di mezzo a’ que’ velami, onde il poeta filosofo ha involto le più sublimi verità, che averebbero minore attrattiva, se presentate venissero così nude, concepisce, io dico, sentimenti di onore e di virtù, ed una abituale disposizione a riguardare il vizio con orrore e disprezzo.

174. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VII. Opera musicale nazionale ed italiana. » pp. 195-212

Si conchiude l’atto con un’ aria, in cui Calcante profetizza che il sole irritato convertirà en temor nuestras alegrias : ma di grazia quali allegrie sono nel campo greco, di cui Achille ha descritta la mortalità onde l’ha coperto la peste ?

175. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « NOTE E OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 316-325

Onde i Poeti Comici si servivano per il Coro, non delle persone date loro dal Magistrato, ma di quelli che eglino stessi a voglia loro o di esse, si provvedevano.

176. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XII. Teatro di Aristofane. » pp. 16-140

Dopo il canto egli vuol sapere da Mercurio, onde avvenne che la Pace abhandonò la Grecia? […] Di passaggio in questa commedia vien motteggiato Pisandro uomo di bella figura che andava armato galantemente, ma che in un combattimento gittò le armi; onde nacque appo i Greci il proverbio, Più codardo di Pisandro. […] Gli argomenti poi onde invitano ed allettano gli uomini al loro culto, sono questi. […] Sorgi, io ti arreco Un buon guanciale sprimacciato, adagiati Bellamente su questo, onde non abbia A logorar le Salaminie natiche. […] L’egregio traduttore, per mostrare in un sol quadro tutte le tenere espressioni usate da i due rivali, ha omesso la maggior parte del dialogo, nel quale Agoracrito rimprovera a Cleone le arti onde ricava donare dalle città vendendo la patria, e l’ardire che ha di uguagliarsi a Temistocle ec.

177. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori. » pp. 172-221

Chiaro sotto il medesimo Augusto fu Cajo Asinio Pollione pe’ talenti tragici e per altri meriti letterarii, per la presa di Salona in Dalmazia, per l’onor del trionfo e pel consolato, e celebrato da i due maggiori ingegni onde si vanti la poesia Latina, Virgilio ed Orazio. […] Ma le studiate bellezze poetiche profuse nell’ atto quarto, allorchè la Nutrice novera i veleni raccolti e gl’ incantesimi soverchiamente particolareggiati con descrizioni mitologiche e geografiche, appartengono a tutt’altro genere che al drammatico; benchè l’azione onde venivano accompagnati, dovea forse produrre sulla scena Romana un vago effetto. […] Fulvia così se ne vale nel’ Ezio: Non è mai troppo tardi onde si rieda Per le vie di virtù.

178. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 619-638

E chi gli atti Le diede e la favella onde fra noi siccome Dea si mostra ? […] Grisostomo che condanna gli attori come rovina dell’altrui patrimonio, conchiude : Diremo adunque che quel glorioso Scrittore non hebbe altra intentione che di far sapere, che quelle genti erano instrumenti per far distruggere i patrimonij a quelli che avviticchiavano la mente in le lor tresche ; onde posiamo credere, che si come egli sempre santamente scrisse il vero, che così hoggi, vivendo, darebbe nome a i nostri comici di conservatori degli altrui patrimonj ; posciachè un miserabile scudo serve per lo trattenimento d’un mese a chi si diletta di veder comedia, con il qual prezzo si compra ancora quel tempo, che da molti potrebbe esser speso in quei trattenimenti, che somministrano viva cagione di spender non solo il denaro, ma con esso la robba, la sanità, la vita, la reputatione e l’ anima.

179. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 40-58

Chiapa-de los Indios è la città principale di tal contrada popolata da moltissime famiglie nobili americane, dove si gode una giusta libertà e proprietà, che sono le cagioni onde ne’ popoli fioriscono l’industria e la coltura.

180. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 28-41

Chiapa de los Indios è la città principale di tal contrada popolata da moltissime famiglie nobili Americane, dove si gode una giusta libertà e proprietà, che sono le cagioni onde ne’ popoli fioriscono l’industria e la coltura.

181. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 881-887

Paulo Fabri) come ad Adriano Orazio (il Valerini) si può contrapporre Cintio Fidenzi, che grazioso, ma insieme anche studioso, adorna le scene, diletta a chi l’ascolta, non forma parola, non esprime concetto che non sia accompagnato da quel moto che gli è proprio, onde meritamente da più di un Principe accarezzato, fa conoscere non esser del numero di quelli che poco curandosi dell’onore, recitano per vivere, e vivono per impedire il luogo di un galantuomo.

182. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 484-498

Vi furon opere, scritte a posta per lui, che niun altro per la mancanza di quei mezzi fisici onde natura gli fu prodiga, avrebbe potuto rappresentare.

183. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VI. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 82-108

Con tal artificio erano lavorati quegli strani uccelli, geroglifici eloquenti di certi cittadini viziosi, noti in Atene; quelle vespe, immagini de’ magistrati ingordi e venali; quelle rane, simboli de’ molesti e sciocchi verseggiatori; e quelle nuvole, onde satireggiavasi l’ipocrisia morale, e l’inutilità de’ calcolatori fantastici. […] Strepsiade batte alla di lui porta, e ’l servo del filosofo si lagna del modo indiscreto di picchiare, onde si é interrotto il filo delle sue riflessioni.

184. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VI. Teatro Spagnuolo Comico e Tramezzi. » pp. 149-194

Piacevoli trovo tutte le scene del vecchio don Rocco col suo domestico Muñoz; eccellenti quelle d’Isabella col suo amante e specialmente la dodicesima dell’atto I, e l’undecima dell’atto II; delicatamente espressa l’angustia d’Isabella astretta dal vecchio a parlare all’amante, mentre egli da parte ascolta ed osserva, la quale scena, benchè non nuova, produce tutto l’effetto; commovente quanto comporta il genere comico è la scena in cui Isabella ode il tiro di leva del vascello nel quale è ito ad imbarcarsi l’amante; finalmente tira tutta l’attenzione l’ottima aringa d’Isabella, in cui svela i secreti del suo cuore al marito, detesta l’inganno del tutore, assegna le ragioni di non essersi ella spiegata liberamente, rifondendone la cagione all’educazione che si dà alle donne, onde si avvezzano alla dissimulazione. […] Io converrei secoloro per la seconda accomodandomi alle circostanze del paese, sino a che l’autore non vi avesse sfumate certe tinte risentite d’ipocrisia onde, per altro, ben s’imita l’abuso che fanno i falsi divoti delle pratiche ed espressioni religiose.

185. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XIV. Commedia Nuova. » pp. 151-170

Niuna cosa pruova più pienamente ciò che sul bel principio ragionammo ne’ fatti generali della scenica poesia, quanto il nuovo rigore usato contro Anassandride ed il silenzio imposto al Coro, onde furono atterriti e incatenati i poeti della commedia mezzana.

186. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquinto »

Marco Aurelio e Plutarco vorrebbero che gli uomini fossero simili ad una rocca, la quale immobile nella propria base spezza le onde che furiosamente le romoreggian d’intorno, e talmente ha l’Abate Colomes dipinto il suo protagonista; ma il teatro, che ha una statica tutta sua, gli vorrebbe somiglianti piuttosto al naviglio, che sferzato da venti contrari ondeggia incerto del proprio destino in mezzo ai tempestosi flutti, eccitando in chi lo guarda dalla riva una sensazione mista di timore per il pericolo del navigante e di compiacenza per la propria salvezza159. […] Ora le passioni tragiche non divengono musicali se non quando sono vicine alla violenza, e dall’altra parte la classe dei personaggi illustri, a’ quali appartengono esse, è di numero troppo scarso rispetto alla massa generale della nazione; quindi minore altresì esser deve la somma degli argomenti onde formare una tragedia musicale. […] «Ho la buona sorte di avere un primo uomo dotato di voce snodatissima e leggiera, onde converrà aprirgli campo acciocché brilli al suo talento.

187. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « A CHI AMA la poesia rappresentativa » pp. -

Chi può ricusare alle matematiche pure tutta la riconoscenza pel ritrovato del metodo delle flussioni, onde il grande Inglese e il di lui emolo di Lipsia renderono tanto intelligibile il gran libro dell’universo?

188. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO VII. Teatro Lirico Francese, e suoi progressi per mezzo del Lulli, e del Quinault. » pp. 245-266

L’amante si lamenta della di lei freddezza che gli sembra incostanza, la ninfa si discolpa dicendo di temere un presagio funesto, e Jerace ripiglia: Repondez-moi de vous, je vous repons des dieux: Vous juriez autrefois que cette onde rebelle Se ferois vers sa source une route nouvelle Plutôt qu’on ne verroit votre coeur degagè, Voyez couler ces flots dans cette vaste plaine, C’est le même penchant qui toujours les entraine; Leurs cours ne change point, et vous avez changè, Questa osservazione dell’amante è tenera e vera e da preferirsi al pensiero ricercato di Ovidio, Xante retro propera ec.

189. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO X ed ultimo. Teatro Materiale, ove de’ più rinomati teatri, e della condizione degli attori Greci. » pp. 298-315

Nell’alto della scena eravi il Θεολογειον, cioè il luogo onde parlavano le divinità.

190. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO IV. Teatro Lirico Francese, e suoi progressi per mezzo di Lulli e Quinault. » pp. 59-74

Vous juriez autrefois que cette onde rebelle Se feroit vers sa source une route nouvelle Plutôt qu’ on ne verroit votre coeur dégagé.

191. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 478-485

Fu nella Compagnia Reale di Napoli con Adamo Alberti, e tornò il ’49 a Perugia ove si diede a recitar co’dilettanti, e d’onde si restituì all’arte generico, tiranno e caratterista della Compagnia Coltellini, terminando l’anno a Roma con la Internari e Capodaglio, e tornando poi, caratterista assoluto, in Compagnia Lombarda.

192. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 364-382

Onde rendere vieppiù completo e dilettevole il serale trattenimento verranno esposti tre Balli : uno di mezzo Carattere, e due Buffi diretti, o composti dal signor Domenico Turchi ; il primo di questi è intitolato : Il Proscritto Scozzese, il secondo Il Feudatario ossia le reclute, l’altro da destinarsi.

193. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 420-431

E il Rossi andò in compagnia, e mali umori certo ce ne furono, e invidie, e armeggii nascosti, come si può vedere da questo bigliettino anonimo del 5 maggio 1852 : Egregio Signore, Si esorta il signor Direttore della Real Compagnia a non voler più oltre defraudar le parti dovute all’ Esimio attore Giuseppe Peracchi col sostituirle all’attore Ernesto Rossi ; onde evitare qualsiasi disordine che in Teatro ne potrebbe nascere.

194. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 705-716

Tornò primo attor giovine con Salvinetto e Pietro Rossi, poi primo attore e direttore d’una Compagnia italiana a Cannes, d’onde scacciato dal colera, si scritturò primo attor giovine il carnovale dello stesso anno con Artale-Pedretti.

195. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO III. Melodrammi. » pp. 254-292

Onde ciò venne? […] I drammi onde trasse maggior onore, sono, Lucio Papirio, Cajo Fabricio, Andromaca, Merope, Mitridate, Ifigenia, Nitocri &c.

196. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO I. Vuoto della Storia Teatrale nell’età mezzana. » pp. 57-79

Onde provenisse la decadenza della drammatica.

197. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « A CHI AMA LA POESIA RAPPRESENTATIVA. » pp. -

Chi può ricusare alle matematiche pure tutta la riconoscenza pel ritrovato del metodo delle flussioni, onde il grande Inglese e ’l di lui emolo di Lipsia renderono tanto intelligibile il gran libro dell’universo?

198. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 130-141

Tornò il '32 a Bologna, ma i fatti di Cesena lo ricacciarono in esilio : e fu a Brusselle correttore di stampe, maestro di scuola e commerciante di maccheroni e di cacio lodigiano ; poi in Isvizzera, poi di nuovo in Francia, d’onde tornò, dopo sette anni di esilio, a riveder la patria e i parenti, per amnistia del nuovo imperatore austriaco Ferdinando I.

199. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 461-471

Samuele a Venezia, d’onde inviò al Goldoni la commissione del Servitore di due padroni.

200. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo VI. Spettacoli Scenici Spagnuoli nel medesimo Secolo XVI. » pp. 252-267

III sec. 15 n. 8) colle merci della dottrina italiana; e leggendo per un gran pezzo in Salamanca, non ostante le opposizioni degli scolatici che di favorir la novità l’accusarono inspirò a’ suoi nazionali l’amor delle lettere; onde fu caro al re cattolico che lo volle perciò in corte per iscrivere la sua storia, e su dal Cardinal Ximenes impiegato nell’edizione della Bibbia poliglotta, e di poi alla direzione dell’università d’Alcalà di Henarez, ove si morì nel 1522, e lasciò molte opere.

201. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Di Venezia, 21 marzo 1620.Venezia, 16 di giugno 1618. » pp. 513-520

La Compagnia de Confidenti invero (se ben cotesti et altri la disprezzano) ha gran fama, et per tutto hoggi è stimata più d’ogni altra, onde il romperla sarebbe proprio (come si suol dire) quasi peccato, e tanto più senza cavarne il profitto che forse si spera.

202. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. IV. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo XVI quando fiorirono gli scrittori producendo le Commedie dette Erudite. » pp. 136-255

Dopo alcuni scambiamenti avvenuti per l’amorosa follia di Fulvia moglie del dissennato Calandro (onde la favola prende il nome) i fratelli lietamente si riconoscono. […] Egli gareggiò pure con felicità grande colla Clizia del Machiavelli, per aver sì acconciamente avvicinata l’antica Mostellaria ai nostri costumi, e lo superò ancora colla sempre dilettevole difficoltà del verso, onde accrebbe leggiadria e vaghezza ai suoi Fantasimi. […] A’ leggitori non assiderati dalla lettura di tragedie cittadine e commedie piagnevoli oltramontane; a quelli che non hanno il sentimento irruginito dalla pedantesca passione di far acquisto di libri stampati nel XV secolo, fossero poi anche scempi e fanciulleschi; a quelli che sanno burlarsi di coloro che non vorrebbero che altri rilevasse mai le bellezze de’ componimenti quasi obbliati, per poterli saccheggiare a loro posta; a quelli in fine che non pongono la perfezione delle moderne produzioni nell’accumolare notizie anche insulse, purchè ricavate da scritti inediti, ma si bene nella copia delle vere bellezze delle opere ingegnose atte a fecondar le fervide fantasie de’ giovani onde dipende la speranza delle arti; a’ siffatti leggitori, dico, non increscerà di ammirar meco questa bellissima lettera degna del pennello maestrevole del Caro. […] Io trovo nella favola descritta ben maneggiate le passioni ed espresse con sobrietà di stile; ma non son pago dei discorsi accademici e pedanteschi che vi si tengono, delle storie, degli esempi, de’ versi, onde la riempiono il servo Lucilio, il medico Erosistrato ed il parassito Edace.

203. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO II. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo. » pp. 175-262

Dopo alcuni scambiamenti avvenuti per l’amorosa follia di Fulvia moglie del dissennato Calandro (onde la favola prende il nome) i fratelli lietamente si riconoscono. […] Egli gareggiò pure con felicità grande colla Clizia del Machiavelli, per aver sì acconciamente avvicinata l’antica Mostellaria ai nostri costumi; e lo superò ancora colla sempre dilettevole difficoltà del verso, onde accrebbe leggiadria e vaghezza ai suoi Fantasimi. […] A’ leggitori non assiderati dalla lettura di tragedie cittadine e commedie piagnevoli oltramontane; a quelli che non hanno il sentimento irrugginito dalla pedantesca passione di far acquisto di libri stampati nel XV secolo, fossero poi anche scempj e fanciulleschi; a quelli che sanno burlarsi di coloro che non vorrebbero che altri rilevasse mai le bellezze de’ componimenti quasi obbliati, per poterli saccheggiare a loro posta; a quelli in fine che non pongono la perfezione delle moderne produzioni nell’accumulare notizie anche insulse, perchè ricavate da scritti inediti, ma sì bene nella copia delle vere bellezze delle opere ingegnose atte a fecondare le fervide fantasie della gioventù onde dipende la speranza delle arti; a siffatti delicati leggitori, dico, non increscerà di ammirar meco questa bellissima lettera degna del pennello maestrevole del Caro. […] Io trovo nella favola descritta ben maneggiate le passioni ed espresse con sobrietà di stile; ma non son pago de i discorsi accademici e pedanteschi che vi si tengono, delle storie, degli esempi, de’ versi, onde la riempiono il servo Lucilio, il medico Erosistrato e ’l parassito Edace.

204. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo IV. Risorge in Italia nel Secolo XVI la tragedia Greca e la Commedia Nuova, e s’inventa il Dramma Musicale. » pp. 210-241

Ammirisi l’eleganza dello stile e la patetica delicatezza che si scorge in tutte l’espressoni d’Alvida: …………… A lui sovente Prendo la destra, e m’avvicino al fianco; Ei trema, e tinge di pallore il volto, Che sembra (onde mi turba e mi sgomenta) Pallidezza di morte e non d’amore; O in altra parte il volge, o ’l china a terra Turbato e fosco; e se talor mi parla, Parla in voci tremanti, e co’ sospiri Le parole interrompe. […] Non comprende che ’l fasto, le pompe, le gioie, onde si adornano gli attori, sono apparenze senza valore?

205. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 137-226

Avrebbe certamente quel bibliotecario parlato con maggior circospezione, se si fosse anche ricordato di ciò che si narra da tanti scrittori c, cioè che Antonio di Nebrixa nato nell’Andalusia il 1444, dopo aver fatto per poco tempo i suoi studii in Salamanca, non ben soddisfatto passasse in Italia, e fermatosi lungamente nell’università di Bologna, dopo essersi renduto ben istruito non men nelle lingue che nelle scienze, ritornasse alla sua patria, richiamato, come vogliono, dall’arcivescovo di Siviglia Guglielmo Fonseca a cogli acquisti fatti della dottrina italiana, e leggendo per un gran pezzo in Salamanca non ostante l’opposizione degli scolastici che di favorir le novità l’accusarono, inspirò a’ suoi nazionali l’amor delle lettere, onde fu caro al re Cattolico che lo volle perciò in corte per iscrivere la sua storia, e fu dal Cardinal Ximenes impiegato nell’edizione della Bibbia Poliglotta, e di poi alla direzione dell’università di Alcalà di Henares, ove si morì nell’1522, e lasciò molte opere. […] Ma non avrei però lasciato, giusta il mio solito scrupoloso costume ben noto, di citar con ingenuità i fonti onde le avessi tratte; a differenza di ciò che ha meco praticato più di un plagiario, e come dicemmo nel tomo precedente (per non allontanarmi dagli Spagnuoli) il signor Tommaso Yriarte nel poema della Musica. […] Quest’inganno verisimilmente passò dall’Eximeno all’Efemeridi letterarie di Roma, dove nel 1782 al numero LII si vide intrusa questa forestiera arbitraria asserzione: che la nazione spagnuola è stata la prima ad aver un teatro regolato , onde presero norma tutti gli altri ; e dall’Efemeridi si comunicò a Vicente Garcia de la Huerta, il quale trionfando su queste parole da lui tenute per oracoli irrefragabili, fondò l’introduzione del suo famoso Prologo, dove la moltitudine de’ madornali spropositi gareggia colla di lui arroganza ed impertinenza, e col cumolo di villanie che vomita contro gl’Italiani e i Francesi, de’ quali il buon uomo perfettamente ignorava, non chel valor letterario, lo stesso linguaggio.

206. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Indice. » p. 443

Histrio onde sia detto 109.

207. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XV. Satiri: Ilarodie: Magodie: Parodie: Mimi: Pantomimi. » pp. 171-200

Il graziosissimo Luciano dopo di avere ironicamente commendata la saltazione fino a lodare come esperto ballerino l’eroe Merione celebrato da Omero per l’agilità e destrezza onde scansava i colpi de’ nemici, passa a nominare le tre principali specie di danze introdotte nella scena, la Cordace, la Scinnide e l’Emmelia.

208. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO IV. Opera Musicale. » pp. 314-344

Più tardi poi nella medesima città si ammirarono le maravigliose invenzioni onde nobilitava la scena musicale il cavalier Pippo Acciajolia.

209. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 269-289

Il graziosissimo Luciano dopo di avere ironicamante commendata la saltazione, fino a lodare come esperto ballerino l’eroe Merione celebrato da Omero per l’agilità e destrezza onde scansava i colpi de’ nemici, passa a nominare le tre principali spezie di danze introdotte nella scena, la Cordace, la Scinnide, e l’Emmelia.

210. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE II — LIBRO X ed ultimo » pp. 161-344

Se riflettasi allo stile, alla versificazione, alla maniera di colorire priva di quella felicità di pennello onde si ritrae al vivo la natura, il componimento pare uscito da penna indigesta, giovanile, e poco esercitata. […] Io non vò entrare a decidere, se ad una virtuosa principessa convengano queste espressioni onde l’amante può animarsi a tutto intraprendere. […] Ella gli reca in dono un ferro onde liberarsi dal poter del tiranno; Agide ne gioisce: Ag. […] A quest’aria sì bene espressa e fondata si appicca una coda di rimproveri, onde ardiscono insultarla ancora Ricimero ed Almonte. […] Adallano in tutt’altro Moro orgoglioso e fiero qui diviene assai modesto, decantando come alta impresa quella di porsi a fronte di Ricimero, il quale non gode veruna rinomanza onde la sola gloria di attaccarlo abbia ad illustrare il vinto.

211. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IV. Teatro Italiano nel Secolo XVIII » pp. 316-354

Vi manca un calore nelle passioni, un’attività progressiva nella favola, un’interciso in tutto, onde si mantenga svegliato il leggitore o l’uditorio. […] Egli é dolce e gentile, perché abbonda di parole che cominciano e finiscono in vocali, il che spesseggia l’elisioni e fa più fluida la pronunzia: é sonoro e maestoso perché le sue vocali sono per lo più aperte e vigorose, cosa che rende il suono delle voci chiaro e pieno: é armonioso, musico, e poetico, perché é dotato di una profonda vie più sensibile di quella degli altri linguaggi; onde riesce molto più favorevole alla musica e alla varietà de’ suoni: é ricco e abbondevole, perché più d’ogni altro ha tratto dall’erario de’ greci e de’ latini, più d’ogni altro é figurato, e più d’ogni altro possiede diminutivi e aumentativi, e l’indole sagace della madre e della nutrice, prerogative che lo rendono più atto e più capace alla diversità de’ movimenti, alla vaghezza e vivacità dei vari colori e delle mezze tinte, e all’aggiustatezza delle modulazioni: finalmente é pieghevole e accomodantesi, perché può, a giudizio dell’orecchio e dell’intendimento, trasporre, impiegando con piena libertà l’iperbato e sue differenti maniere; cosa che gli somministra maggior nobiltà ed energia, chiarezza e melodia, e gli fa evitare il duro e l’unisono».

212. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO III. Della vera Commedia Francese e della Italiana in Francia. » pp. 128-191

Moliere avrebbe forse meglio scelti i lineamenti speciali e proprii dell’irrisoluzione, onde la pittura riuscisse vera, naturale e chiara, e per conseguenza piacevole. […] Boully introduce nella sua favola un muto e sordo cui l’abate pone il nome di Teodoro, di cui si dice che otto anni prima era stato da un perfido suo zio e tutore trasportato in quella gran città da Tolosa, e colà vestito di rustici panni abbandonato, con far correre voce di esser morto, onde potè usurpare col braccio della magistratura i beni appartenenti al Conte di Haraucourt.

213. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 454-467

Fornita questa istoria, Gradello fa una squaquarata di voce e di canto molto sonora ; ovvero finge l’orbo col cagnuolo in mano in luogo di tiorba, e poi si comincia l’invenzione delle bolle di Macalesso che dura due ore, onde gli uditori stomacati, si partono beffando lo sciocco cerretano, che sta pur saldo su le tre gazzette delle grosse, e delle piccole due soldi, protestando al cielo ed alla terra di non volere calare se non quando l’udienza parte senza dir buona sera, nè tor commiato d’alcuna sorte.

214. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO III. Opera musicale Spagnuola e Italiana e Teatri materiali. » pp. 89-108

La figura di quello del Principe si scosta meno dall’ellittica: dell’ altro è mistilinea, congiungendovisi ad un arco di cerchio due linee che pajono rette perchè s’incurvano ben poco, onde avviene che da una buona parte de’ palchetti vi si gode poco commodamente la rappresentazione.

215. (1878) Della declamazione [posth.]

Di tali periodi vien formato il discorso, che pure in parti più o meno lunghe si suole dividere; onde risultano capitoli, articoli, paragrafi ed altrettali divisioni, che tutte di più o meno periodi successivamente compongonsi. […] Riguardate l’espressioni sotto questo punto di vista il più semplice e generale, noi cercheremo di ridurle e ordinarle secondo la loro più giusta teorica, onde più accuratamente e secondo i veri principî della natura regolarne l’arte e la pratica. […] Le guance intanto si arrossano, e col rossor della vergogna si alterna e contrasta il pallor del rimorso, onde attitudine e movimento duri e sforzati, silenzio ostinato, o accenti sommessi, parole mendicate e contraddittorie. […] E noi dobbiamo osservare in essi la varietà degli atteggiamenti, dei tuoni e dei gesti per sempre più accrescere la cognizione ed il dizionario di questa lingua, onde usarne ed applicarla a tempo e debitamente. […] E perché su tal particolare o variano più, o s’intendono meno coloro che ne han ragionato, io mi studierò di meglio determinare i principî onde essi abusano, e l’applicazione che se ne dee fare.

216. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Pastorali: Teatri materiali. » pp. 224-253

Le porte onde si entra in teatro, sono laterali e non dirimpetto alla scena, la qual cosa produce il doppio vantaggio di non indebolire la voce, e di non togliere il miglior luogo da godere la rappresentazione.

217. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 149-268

Dopo il canto egli vuol sapere da Mercurio, onde avvenne che la Pace abbandonò la Grecia? […] Gli argomenti poi onde invitano ed allettano gli uomini al loro culto, son questi. […] Sorgi, io ti arreco Un buon guanciale sprimacciato, adagiati Bellamente su questo, onde non abbia A logorar le Salaminie natiche. […] Niuna cosa pruova più pienamente ciò che sul bel principio ragionammo ne’ fatti generali della scenica poesia, quanto il nuovo rigore usato contro Anassandride, e il silenzio imposto al coro, onde furono atterriti e incatenati i poeti della commedia mezzana.

218. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 37-96

Ma non avrei però lasciato, giusta il mio solito scrupoloso costume, di citar con ingenuità i fonti onde le avessi tratte; a differenza di ciò che ha meco praticato più di un plagiario. […] Quest’inganno verisimilmente passò dall’Eximeno all’Efemeridi letterarie di Roma, dove nel 1782 al numero LII si vide intrusa questa forestiera asserzione, che la nazione Spagnuola è stata la prima ad aver un teatro regolato, onde presero norma tutti gli altri; e dall’Efemeridi si comunicò al nominato Don Vicente Garcia de la Huerta, il quale trionfando su queste parole da lui tenute per irrefragabili, fondò l’introduzione del suo famoso Prologo, dove la moltitudine de’ madornali spropositi gareggia colla di lui impertinenza, e col cumolo di villanie che vomita contro gl’ Italiani e i Francesi, de’ quali il buon uomo perfettamente ignorava, non che il valor letterario, lo stesso linguaggio.

219. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO I. Teatro Spagnuolo. » pp. 4-134

Corse il romor della mentita morte… Ah maledetto sia l’infame, il falso, Il comprato messaggio, onde mi vedo A sì misero stato oggi ridotta! […] Quì Ottaviano diventa un innamorato di spada e cappa che si accinge ad un’ avventura notturna; là dove egli prima per dissipare i sospetti del Tetrarca magnanimamente diede ragione della maniera onde acquistato avea il ritratto, e di più lo lasciò in potere della stessa Marianna. […] E se Beatrice ingelosir pur temi, Se mi vedrà tornar teco a Granata, Io stessa a lei dirò che per errore Di sua casa salii, che vi ritorno I suoi dubbii a calmar, che di mio padre L’ira io fuggia, tu lei salvar credendo Salvasti me ; ma che non v’è fra noi Ne mai fu arcano onde si adombri e offenda.

220. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO VII. ed ultimo. Vuoto della Storia teatrale. » pp. 248-280

L’ utile curiosità congiunta al bisogno che si ha di esempj, onde s’ infiamma e si alimenta il genio, ne renderà sempre accetta la narrazione con gusto e con senno particolareggiata, la quale per gradi e con sicurezza ammaestra; e la preferirà a que’ rapidi abbozzi poetici ove scelgonsi arbitrariamente i colori più vaghi, ed a capriccio si compartono l’ombre ed i lumi, per dipignere d’idea e di maniera, purchè si piaccia alla vista, a costo della verità.

221. (1715) Della tragedia antica e moderna

— [1.149ED] — M’inviti a nozze — dicea il contraffatto — invitandomi a simil discorso, e ti prometto di parlare con quella chiarezza colla quale io parlava a’ discepoli miei insegnando, ma non con quella brevità oscura con cui ho lasciate le memorie de’ miei insegnamenti a’ posteri ingrati. [1.150ED] Troppo ho stemprata questa mia secca testa nella meditazione del vero, onde non ho voluto così masticarlo co’ miei denti alla posterità che, infingarda, pascendosi de’ miei troppo ammolliti sistemi, abbandonasse all’ozio gl’ingegni. [1.151ED] Le ho dati lumi per metterla in traccia del mio cammino, ma ho voluto che si avvezzi per le tenebre de’ miei termini a speculare. [1.152ED] Ben è poi vero che la cosa è ita più lontana di quel che io credeva; si sono avvezzati i filosofi a pensar tanto da sé che nulla più pensano a me, se non per deridermi e disprezzarmi. [1.153ED] Ma già tu vedi che alla buona cena di poppa ti aspettano i cavalieri; e chi son que’ due che ti accennaro?  […] [2.60ED] L’immaginazione fatica meno e la vista resta più ricreata da quella varia apparenza. [2.61ED] Onde io non so come non sia più diletto il vedere che il supporre l’obbietto, quando per ciò che riflette nell’azione, il vederlo e il supporlo è lo stesso. [2.62ED] Tu mi dirai che la mutazion della scena, che è mutazione fisica di luogo, non è verisimile, mentre non si vede nel vero che un palazzo instantaneamente divenga un giardino. [2.63ED] Ma paragoniamo questo inverisimile ad inverisimili maggiori assai che accadono nelle tragedie di alcuni de’ nostri Greci, per voler rappresentar tutto in piazza, e di alcuni de’ vostri Franzesi per voler rappresentare tutto in casa.  […] [3.61ED] La religione vi vieta gli accoppiamenti illegittimi, lo che vi fa molto cauti ne’ vostri amoreggiamenti; ma perché il senso d’altra parte è lo stesso ne’ moderni che fu negli antichi, avete pensati modi di parlare dell’amor sensuale fra uomo e donna con onestà, attraendo i sentimenti che proferite dalla bassezza e dalla lascivia, di modo che le vostre eroine favellan d’amore senza cagion d’arrossire e rendon sì bella e sì pura questa per sé fecciosa e vile passione, che dove prima era macchia ora diventa ornamento. [3.62ED] Questa maniera d’amare quanto era incognita ai Greci tanto è conosciuta e famigliare fra voi, onde vien anche accolta dal popolo con applauso: né solamente i vostri lirici la cantano nella cetera dietro il profondo Dante, il leggiadro Petrarca, il grave Casa e i lor megliori seguaci, ma il vostro epico Torquato Tasso (poiché l’Ariosto per lo più tratta l’amore alla greca) e i moderni franzesi nelle tragedie hanno un linguaggio d’amore che in nulla si scosta dall’onestà, o se talor se ne scosta, ciò si tollera rappresentato in que’ personaggi che il poeta vuol far comparir gastigati in pena del lor malvagio costume. [3.63ED] Ma questa fuga dell’antica colpa degenera in vizio ogni volta che l’epico e il tragico o troppo raffinino i loro pensieri nelle meditazioni amorose, condescendendo eccessivamente all’ingegno e recedendo dal verisimile, ovvero ne’ caratteri de’ loro personaggi fan troppo vivamente spiccare questa passione amorosa. [3.64ED] Tanto l’amore quanto lo sdegno son fuoco: questi due fuochi però son d’un’indole differente. [3.65ED] Quello dello sdegno è d’un zolfo la cui fiamma cerulea s’attacca al cuore e violentemente l’abbrucia. [3.66ED] Quello dell’amore è un fuoco di maggior lume, che non è sì violento ne’ suoi principi, onde più abbaglia e meno tormenta, anzi pare che diletti; quindi è che ne’ personaggi tragici la passione dell’ira che gli trasporta non ispicca tanto che copra sotto di sé il carattere principale, a cui dal poeta son destinati e creati. [3.67ED] Ma la passion dell’amore, se non è maneggiata con senno dal tragico, mortifica col troppo raggiare il lume più fievole del carattere principale e così, dove io aspettava un eroe, mi rappresentate un amante. […] [5.180ED] Io credo che a questo qualunque componimento convenga più il moderato e venusto, che il grave e magnifico; perché la musica, essendo arte inventata per delizia e alleviamento degli animi, dee pure rimaner secondata da parole e da sentimenti, che vestano la piacevol natura delle delizie. [5.181ED] Non è però che a tempo a tempo il magnifico non debba usarsi, se non per altro per far maggiormente spiccare il venusto, nella guisa che l’acido misto al dolce diletta sommamente con un po’ di piccante il palato; ma se l’acido sovrabbonda, allora il diletto si converte in ribrezzo, onde schifa, e delicata donzella lo sputa. […] Gravina, Della ragione poetica, p. 201 («Onde ci dispone verso il finto nel modo come sogliamo essere disposti verso il vero»; ivi, p. 202: «Quindi è che il poeta…»).

222. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VI. Tragici Spagnuoli, secondo il Signor Lampillas, negletti, o censurati a torto dal Signorelli. » pp. 43-68

Ho trovato ancora che il Montiano il confessa allorchè riprende in questa favola la incredibilità che risulta dall’eccessivo orrore che cagiona tanto sangue sparso, che di nove Attori ne muojono otto, onde la Tragedia ne diviene dura e violenta, secondochè si esprime il Montiano, e poteva, aggiugnere, per conseguenza sregolata.

223. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO PRIMO. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 2-31

Più grave era la pena onde punivasi un ladro d’un cane, cioè dovea pagare una summa nove volte maggiore di quel che valeva il cane.

224. (1732) Paragone della poesia tragica d’Italia con quella di Francia

Se nel Seicento tuttavia si rivendicava la libertà del poeta di trasgredire il racconto tramandato, nel Settecento — e Calepio non fa eccezione — prevale la concezione secondo cui la storia non deve essere alterata dal drammaturgo, onde evitare di smarrire la verosimiglianza necessaria. […] La favola de’ Sette contro Tebe è priva di simili protagonisti, ma si scorge che il poeta non ha perduto di mira l’intento di purgare, accennando la desolazione di Tebe insieme con le calamità d’Eteocle e Polinice esser provenute per la colpa di Laio, che contro i divieti d’Apollo si congiunse con Giocasta, onde poi nacque Edippo. […] Ella però commette errore costretta dalla necessità che non lasciavale altro scampo: quindi giunge in conseguenza del medesimo all’estremo di darsi morte per quella via onde sperava la salvezza. […] A che si puote aggiugnere che li mali divengon più considerabili quando vengono d’onde s’attende del bene; per la qual ragione piacquero agli antichi quelli che occorrono tra congiunti di sangue, o d’amicizia. […] Un tale difetto parmi massimamente notabile ne’ loro prologhi, ove s’instruivan sovente gli ascoltatori col far loro narrare lo stato de’ successi, onde dipendevano le favole, da qualche attore che pareva venire in teatro a tal fine, o da qualche Deità e talora anche da personaggi del tutto ideali, come è la Morte introdotta nell’Alceste d’Euripide.

225. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VII. Teatro Latino. » pp. 109-171

Le bellezze poetiche profuse nell’atto IV quando la nutrice numera i veleni raccolti, e gl’incantesimi soverchiamente particolareggiati con descrizioni mitologiche e geografiche, sembrano appartener poco al genere drammatico; ma per l’azione, onde venivano accompagnati, doveano esser molto popolari, e produrre allora sulla scena un vago effetto. […] E Fulvia dice pur nell’Ezio, Non é mai troppo tardi onde si rieda Per le vie di virtù.

226. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO I. Teatro Francese Tragico. » pp. 4-111

Nel seguente anno l’autore cangiò questo genere di morte in quello onde Ludovico Dolce in Italia fece morire questa reina, e la tragedia si rappresentò quaranta volte. […] La quarta dell’atto I di Zopiro ed Omar in cui si disviluppano i caratteri e si prepara egregiamente la venuta di Maometto; la quinta dell’atto II sommamente maestrevole onde riceve le ultime fine pennellate il di lui ritratto, facendo che egli abboccandosi col suo gran nemico deponga la maschera e manifesti i grandi suoi disegni, e lo chiami a parte dell’impero mostrandogli la necessità che non gli permette altro partito; quelle dell’atto IV di Zopiro con Seide e Palmira, e singolarmente la quinta della riconoscenza, la quale se non è nuova, almeno avviene in una situazione ben patetica e non usitata; e finalmente l’interessante terribile scioglimento che rende sempre più detestabile il carattere del ben dipinto impostore.

227. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO II. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 80-124

Più grave era la pena onde punivasi un ladro di un cane, cioè dovea pagare una somma nove volte maggiore di quel che valeva il cane .

228. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO II. Prima Epoca del Teatro Latino. » pp. 16-128

Un sicofanta prezzolato con tre nummi, onde prende il titolo la commedia, si addossa il carico di recar queste lettere. […] Poco più del personaggio di Stico appartiene all’azione principale del Truculento il duro e salvatico servo onde prende il titolo.

229. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 189-231

Arnaud che ne recò un estratto nel tomo VII della Gazzetta letteraria dell’ Europa, “noi (dice) non abbiamo potuto leggerlo senza esserne commossi, non già per quella tenera generosa pietà cara a i cuori più sensibili, ma per certo tristo sentimento doloroso, onde l’anima rimane abbattuta, lacerata, istupidita”.

230. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO IV. Teatro Spagnuolo. » pp. 196-285

Ah maledetto sia l’infame, il falso, Il comprato messaggio, onde mi vedo A sì misero stato oggi ridotta! […] E se Beatrice ingelosir pur temi, Se mi vegga tornar teco a Granata, Io stessa a lei dirò che per errore Di sua casa salii, che vi ritorno I suoi dubbj a calmar, che di mio padre L’ira io fuggia, tu lei salvar credendo Salvasti me, ma che non v’è fra noi, Nè mai fu arcano onde si adombri e offenda.

231. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « LIBRO VIII. Teatri settentrionali del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 232-294

L’Abate Arnaud che ne recò un estratto nel tomo VII della Gazzetta letteraria dell’Europa, «noi, dice, non abbiamo potuto leggerlo senza esserne commossi, non già per quella tenera generosa pietà cara ai cuori più sensibili, ma per certo tristo sentimento doloroso, onde l’anima rimane abbattuta, lacerata, istupidita».

232. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 54-87

Sarebbe facil’il ridur questa parte sotto la benignità dei miei auuisi, ma mi rende alquanto di dubio la frequenza dell’uso di tanti, che l’hanno rappresentata lontana dal mio parere, onde ridotto in natura il costume parebbe loro fuori del naturale ogn’altro modo, & fuori del buon camino ogn’ altro sentiero, che calcassero, & tenessero.

233. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO V. Tragedia Francese nel secolo XVIII. » pp. 75-133

Tali sembrano con ispezialità le seguenti: la quarta dell’atto I di Zopiro ed Omar in cui si disviluppano i caratteri e si prepara egregiamente la venuta di Maometto; la quinta dell’atto II sommamente maestrevole onde riceve le ultime fine pennellate il di lui ritratto, facendo che egli col suo gran nemico deponga la maschera e manifesti i suoi grandi disegni, e lo chiami a parte dell’impero mostrandogli la necessità che non gli permette altro partito; quelle dell’ atto IV di Zopiro con Seide e Palmira e singolarmente la quinta della riconoscenza, la quale se non è nuova, almeno avviene in una situazione ben patetica e non usitata; e finalmente l’interessante terribile scioglimento che rende sempre più detestabile il carattere del ben dipinto impostore.

234. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO V. Teatro Spagnuolo Tragico. » pp. 56-148

Onde ciò deduca, non appare.

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