/ 170
22. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Del libretto »

Di qui la Dafne, l’Euridice, l’Arianna di Ottavio Rinuccini, che furono i primi drammi che circa il principio della trascorsa età sieno stati rappresentati in musica; lasciando stare la favola di Orfeo del Poliziano, che fu accompagnata da strumenti, quella festa mescolata di ballo e di musica fatta già per un duca di Milano in Tortona da Bergonzo Botta, o una specie di dramma fatto in Venezia per Enrico III, che fu messo in musica dal famoso Zarlino, con altre tali rappresentazioni, che si hanno solamente a riguardare come lo sbozzo e quasi un preludio dell’opera. […] Cosi in quei primi drammi che per festeggiare sposalizi si rappresentavano nelle corti de’ principi e ne’ palagi de’ gran signori, ci entravano sontuose macchine con quanto di più mirabile ne presenta la terra e il cielo, ci entravano numerosi cori, danze di più maniere, ballo mescolato col coro; cose tutte che naturalmente le forniva la qualità medesima dell’argomento. […] Della quale sconvenevolezza pur rimane ne’ primi drammi francesi un qualche vestigio.

23. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO IV. Memorie drammatiche d’oltramonti nel medesimo secolo XIV. » pp. 140-147

I loro pezzi chiamati drammatici nudi di azione, erano anzi dialoghi che drammi , dicesi nell’introduzione alla Biblioteca Poetica Francese. […] Luca de Grimaud Genovese satireggiò ne’ suoi drammi o dialoghi che scrisse in volgar provenzale, il pontefice Bonifacio VIII.

24. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO III. Memorie drammatiche d’oltramonti nel medesimo secolo XIV. » pp. 41-46

I loro pezzi chiamati drammatici nudi di azione, erano anzi dialoghi che drammi, dicesi nell’introduzione alla Biblioteca Poetica Francese. […] Luca de Grimaud Genovese satireggiò ne’ suoi drammi o dialoghi che scrisse in volgar Provenzale, il Pontefice Bonifacio VIII.

25. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO V. Primi passi del dramma musicale. » pp. 295-309

Oltre a questi tre drammi l’Eritreo fa menzione dell’Aretusa altro dramma del Rinuccini. […] Or perchè non dobbiamo impropriamente stendere il nome di opera fino a que’ drammi ne’ quali soltanto i cori e qualche altro squarcio si cantavano, e molto meno a quelle poesie cantate che non erano drammatiche, ma unicamente attribuire il titolo di opera a que’ componimenti scenici, ne’ quali sarebbe un delitto contro al genere, che la musica si fermasse talvolta dando luogo al nudo recitare: egli è manifesto che l’opera s’inventò nella fine del secolo XVI, e che si dee riconoscere come inventore dell’opera buffa l’autore dell’Anfiparnaso, come primo poeta dell’opera seria o eroica il Rinuccini, e Giacomo Peri come primo maestro di musica, che, secondochè ben disse sin dal 1762 l’Algarotti, con giusta ragione è da dirsi l’inventore del Recitativo. […] Egli dei drammi del Rinuccini dice, che furono i primi che circa il principio della trascorsa età sieno stati rappresentati in musica; e come noi altro egli non vide nell’Orfeo del Poliziano, nella festa del Botta, e nella rappresentazione posta in musica dallo Zarlino per Errico III in Venezia, che uno sbozzo e quasi un preludio dell’opera. […] Castelvetro, Patrizio, Nores, Mercuriale, Vettori, Robortelli, Dacier, Gravina, Voltaire, in somma moltissimi valentuomini d’ogni nazione conchiudono su i testimoni di Platone, Aristotile, Ateneo, Donato, Luciano, Tito Livio ec., che gli antichi drammi si cantavano. […] Cantavansi i drammi greci, e i filosofi e i grand’uomini di allora, i Socrati e i Pericli che vi assistevano, non mai dissero con cuore di ghiaccio, come ora dicono i filosofastri, che improprietà!

26. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Ma egli fu maggiormente apprezzato nei drammi popolari come Sisto V, I misteri dell’ Inquisizione di Spagna, I misteri di Parigi, e altri simili.

27. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 807

I suoi comici, atti a recitare così in dialetto come in italiano, viventi in fraterno accordo molti anni, costituivano per l’armonia dell’insieme un modello di compagnia, che aveva la maggior larghezza di repertorio, dacchè recitava tragedie e drammi lacrimosi e commedie goldoniane e farse e operette, come ad esempio, la Figlia del reggimento, in cui la moglie di Giorgio specialmente, l’Alceste Maggi, s’acquistò fama di attrice insuperata.

28. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 586

Salvatore di Venezia, rappresentare col Gallina, Gatteschi, Toto e Menichelli il repertorio di Francesco Avelloni intermezzato di drammi spettacolosi, quale l’Innegunda di Scandinavia, o Il gran combattimento all’ultimo sangue per generosità di cuore, di M.

29. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Osservazioni »

Dunque (quarta conseguenza) se i drammi fossero rappresentati dal poeta e dal maestro che li mette in musica, allora sarebbero ben eseguiti. […] Non posso far a meno di non isdegnarmi contro il costume che vieta ai maestri di musica di salir sulle scene a cantar i propri drammi. […] «Non seguì il medesimo de’ drammi greci, quando migliorarono, cioè quando furono scritti a più personaggi? […] Dunque quando “migliorarono” i drammi greci furono malamente eseguiti dai “guastamestieri”. […] Tespi egli stesso introdusse parimenti i cori ne’ suoi drammi.

30. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO VI. La Drammatica oltre le Alpi nel XV secolo non oltrepassa le Farse e i Misteri. » pp. 186-200

Uno di questi drammi della Passione scritto circa la mettà del secolo si crede composizione di Giovanni Michele vescovo di Angers morto in concetto di santo. […] Cristofano composizione del maestro Chevalet, il quale conseguì il titolo di sovrano maestro in siffatti drammi. […] Chiaramente da essa si ravvisa che dentro delle Alpi, dove appresero gli altri popoli a vendicarsi in libertà, e propriamente in Piacenza, in Padova, in Roma, colle rappresentazioni de’ Misteri rinacque l’informe spettacolo scenico sacro: che quivi ancora, e non altrove, nel XIV secolo se ne tentò il risorgimento seguendo la forma degli antichi coll’Ezzelino e coll’Achilleide tragedie del Mussato, e colle commedie della Filologia del Petrarca e del Paolo del Vergerio: che nel XV, il secolo dell’erudizione, continuarono a scriversi tragedie dal Corraro, dal Laudivio, dal Sulpizio, dal Verardo, e commedie dal Bruni, dall’Alberti, dal Pisani e dal Polentone, ed in volgare assicurarono alle italiche contrade il vanto di non essere state da veruno prevenute nel dettar drammi volgari, la Catinia, l’Orfeo, il Gaudio di amore, l’Amicizia, molte traduzioni di Plauto, il Giuseppe, la Panfila, il Timone: finalmente che gl’Italiani nel XIV e XV secolo nel rinnovarsi il piacere della tragedia non si valsero degli argomenti tragici della Grecia, eccetto che nella Progne, ma trassero dalle moderne storie i più terribili fatti nazionali, e dipinsero la morte del Piccinino, le avventure del signor di Verona, la tirannide di Ezzelino, la ferita del re Alfonso, la presa di Granata, l’espugnazione di Cesena.

31. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica oltre le alpi nel XV secolo non eccede le Farse e i Misteri. » pp. 74-84

Uno di questi drammi della Passione scritto circa la metà del secolo si crede composizione di Giovanni Michele vescovo di Angers morto in concetto di santo. […] Cristofano impressa in Grenoble nel 1530 fu composizione del maestro Chevalet, il quale conseguì il titolo di sovrano maestro in siffatti drammi. […] Chiaramente da essa si ravvisa che dentro delle alpi, dove appresero gli altri popoli a vendicarsi in libertà, e propriamente in Piacenza, in Padova, in Roma, colle rappresentazioni de’ Misteri rinacque l’informe spettacolo scenico sacro: che quivi ancora, e non altrove, nel XIV secolo se ne tentò il risorgimento seguendo la forma degli antichi coll’ Ezzelino e coll’ Achilleide tragedie del Mussato, e colle comedie della Filologia del Petrarca e del Paolo del Vergerio: che nel XV che fu il secolo dell’ erudizione, in latino continuarono a scriversi tragedie dal Corraro, dal Laudivio, dal Sulpizio, dal Verardo, e commedie dal Bruni, dall’Alberti, dal Pisani e dal Polentone; ed in volgare assicurarono alle Italiche contrade il vanto di non essere state da veruno prevenute nel dettar drammi volgari, la Catinia, l’Orfeo, il Gaudio d’amore, l’Amicizia, molte traduzioni di Plauto, il Giuseppe, la Panfila, il Timone: finalmente che gl’ Italiani nel XIV e XV secolo nel rinnovarsi il piacere della tragedia non si valsero degli argomenti tragici della Grecia, eccetto che nella sola Progne, ma dalle moderne storie trassero i più terribili fatti nazionali, e dipinsero la morte del Piccinino, le avventure del Signor di Verona, la tirannide di Ezzelino, la ferita del re Alfonso, la presa di Granata, l’espugnazione di Cesena.

32. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1014-1015

Ghirlanda Giovanni, nato a Verona il 1790, fu attore di molto grido, specialmente per la forza con cui gridava tragedie e drammi da arena.

33. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO V. LIBRO VII » pp. 107-140

Il Disertore, l’Umanità, l’Indigente sono drammi fuor di dubbio interessanti, ne’ quali però il gusto non si riposa interamente. […] La fortuna gli ha abbandonati in molti loro drammi. […] In Francia nel XVII secolo ed in questo che cade hanno continuato a comparire i drammi di Quinault, e l’ultima recita dell’Armida colla musica di Lulli seguì nel dicembre del 1764 col solito applauso e concorso; nè per essersi poi posta in musica dal cav. […] Bailli de Rollet poeta stimabile di drammi musicali de’ nostri giorni. […] Si continui sino alle parole affrettato bellamente dal notajo che sono nella pag. 137, indi si scriva come segue, togliendosi dopo la lin. 29 le dieci seguenti da Ma gli altri drammi sino a della Guadalupæ.

34. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimo »

Carlo Maggi e Francesco Lemene scrissero parecchi drammi ne’ quali se ben l’uno e l’altro partecipano del cattivo gusto nei vezzi soverchi, e ne’ caratteri manierati pur qualche regolarità e qualche gusto ne aggiunsero. […] Alcuni scrittori pretendono che quest’autore fosse il primo a volgere di tristo in lieto il fine della favola, ma il vero si è che l’usanza di finir lietamente i drammi è tanto antica in Italia quanto il dramma stesso. […] Il Bernardoni, poeta cesareo parimenti, e Antonio Salvi fiorentino, seguitarono l’esempio dello Stampiglia con qualche credito allora, ma i loro nomi coi drammi loro non riceveranno dalla posterità altro premio se non se quello di far serie nei voluminosi tomi del Quadrio. […] Lo stile dei drammi di Jacopo Martelli bolognese è vago, ricercato e fiorito, ma l’autore disegna bastevolmente i caratteri e lavora qualche aria di buon gusto. […] Egli non conobbe abbastanza la rapidità che esige il melodramma; perciò le scene sono troppo lunghe, le favole troppo composte, e troppo cariche d’incidenti: talmente che v’ha di quelli fra i suoi drammi che fornirebbero ampia materia di lavoro a due o tre compite tragedie.

35. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Alemanno. » pp. 4-31

L’entusiasmo della Neuber passò al nominato professore di Lipsia Gottsched pieno della lettura de’ drammi francesi, e persuaso della giustezza de ’ loro princippii. Tradusse dal francese, compose, fe da altri comporre diversi drammi comici da sostituirsi alle antiche buffonerie, i quali dalla compagnia della Neuber si rappresentarono in Lipsia ed in Brunswich. […] Trovasi in generale nel drammi lugubri di Lessing invenzione, forza, patetico e giudizio ed economia nell’azione; e ne incresce che tutti sieno così lunghi e che si disviluppino sì lentamente. […] Il barone di Gemmingen ha composto il Padre di famiglia Tedesco, che si trova nella collezione de’ drammi tedeschi tradotti in francese fatta dal Friedel. […] Federigo Augusto Werthy di Wietemberg nato nel 1748 ha composte due opere musicali mitologiche, Orfeo, e Deucalione, Cristoforo Martano Wieland nato nel 1733 in Biberach, il quale prodotto avea prima la tragedia Giovanna Grais, compose la Rosamunda, la Scelta di Ercole, l’Aurora, l’Alceste drammi musicali alla francese.

36. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 21-36

Non rechi dunque stupore, se i drammi di Shakespear benchè mostruosi facessero la delizia della nazione. […] Macbeth, Hamlet, Errico IV, Othello, Giulio Cesare, il Mercante Veneziano si considerano come i di lui drammi migliori18. […] Sherlock che ha studiato venti anni i drammi di Shakespear, ha studiato ben poco il cuore umano. […] Cotali vani cianciatori allorchè promettono di analizzare i drammi del Shakespear, sanno essi per avventura la difficoltà che incontrano i medesimi Inglesi in comprenderli?

37. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 978

E mentre a’ suoi tempi facean chiasso i drammi a colpi di scena e combattimenti, egli s’acquistò fama di eletto artista col Cavalier di spirito, col Cavaliere di buon gusto, col Bugiardo, con L’Avventuriere onorato, con L’Avvocato veneziano, col Medico olandese, col Tasso, e più altre commedie del Goldoni ; nè minore successo egli aveva con l’Atrabiliare e il Filosofo celibe del Nota, con il Filippo e il Bruto primo dell’Alfieri, ne’ quali si trasformava a segno da parer veramente il personaggio ch’egli rappresentava.

38. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 187-190

Forse ci è sempre stato, e forse si aggira anche adesso nei botteghini dei teatri a controllare gli incassi, o freme sulle rupi di carta rimesse in onore dai moderni drammi. […] Della Compagnia del Perini e del suo repertorio parleremo a suo tempo ; intanto accenneremo di volo come dall’amalgama di drammi, commedie, pantomime, balli, onde si componevano le rappresentazioni, traspaia un non so che di guittume da non menomar punto la fama del leggendario Anzampamber.

39. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo ottavo »

Ingegnose molto e leggiadre furono per lo più le invenzioni de’ drammi a Firenze e a Torino, quella per isquisito gusto di ogni arte bella sempre distinta in Italia, questa pella gara de’ più celebri artefici italiani e francesi ivi quasi in centro di riunione di entrambi paesi insieme raccolti. […] V’erano dei drammi, e fra gli altri quelli di Giulio Strozzi, fiorentino, dove per mezzo di gran caratteri mobili di fuoco si leggevano in aria degli anagrammi, dei bisticci, degli enigmi e delle divise allusive ai personaggi ch’erano presenti. […] Fu nondimeno tenuto a’ suoi tempi per ristorator del teatro: i suoi drammi furono ristampati non poche volte come cose degne di tenersi in gran pregio: i letterati sel proponevano per modello d’imitazione, e le muse anche elleno, le vergini muse concorsero a gara per onorar con inni di laudi chi più d’ogni altro recava loro vergogna ed oltraggio. […] Non giudico pertanto pregio dell’opera il trattenermi intorno agli autori che scrissero in secolo così sventurato79 né intorno ai titoli dei drammi loro, de’ quali può a ragione asserirsi che ne perisse la memoria col suono. […] Aggiungasi inoltre che i versi piccoli di quattro e cinque sillabe soliti a usarsi allora ne’ drammi mettevano i compositori in necessità di valersi di note minutissime, lo che rendeva la musica stemperata, e che la frequenza de’ versi rimati gli costringeva a far sentir troppo spesse, e vicine le consonanze, lo che la rendeva monotona.

40. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 150-151

Si unì poi in società col Meneghino Preda ; poi, abbandonato questi le scene, si fece capocomico solo, conducendo una compagnia, non primaria, ma che salì in grande rinomanza, per l’armonia artistica, l’allestimento scenico, la cura minuziosa con cui eran presentati certi drammi popolari, fra i quali Il gobbo misterioso, che procacciò al Monti guadagni non isperati.

41. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo IV. Teatro americano. » pp. 19-25

Tutto ciò contenevano le danze messicane, chiamate mitotes, nelle quali si trasformavano nobili e plebei, e e divisi in vari cori saltavano, cantavano, gestivano, e beveano11; e pur non seppero i messicani convertirle in drammi. […] Essi composero due generi di drammi, uno eroico che rappresentava pubbliche imprese, vittorie, e trionfi, e l’altro comico che si limitava a’ fatti domestici e pastorali.

42. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 83

La Moda di Napoli dice : « è difficile veder due volte il Marchionni con la stessa sembianza : diverso sempre da sè sotto le diverse forme che veste su le scene, ei non somiglia a sè stesso che in una sola cosa, cioè in esser sempre eccellente. » Di lui abbiamo tragedie : I Martiri, Olindo e Sofronia, Edea Zavella o La presa di Negroponte, La Vestale, che meritò gli elogi di Vincenzo Monti e di Ugo Foscolo ; spettacoli : Pirro, o i Venti Re all’assedio di Troja, La figlia della terra d’esilio ; drammi : Chiara di Rosenberg calunniata, Chiara innocente, L'Orfanello svizzera ; lavori questi scritti per la sorella Carlotta e da lei con molto successo recitati.

43. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 257-258

Rosmunda, Antigone, Sofonisba, Merope, Ottavia di Alfieri, alcuni drammi del Metastasio e del Federici, e molte commedie del Goldoni, del Nota, del Giraud ebbero in lei un’interprete valorosa : e Vittorio Alfieri, uditala a Firenze nell’Ottavia, volle conoscerla davvicino ; e le scrisse una lettera di lode, congratulandosi con lei del modo stupendo con che declamava i suoi versi, e della sovrana intelligenza ch'ella spiegava nell’interpretare con mirabile verità i diversi caratteri.

44. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 686-687

I, dei drammi giocosi per musica, XXXV delle opere teatrali), in fronte alla quale è detto con nuovo errore : rappresentato per la prima volta in Milano nell’anno 1732.

45. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Introduzione »

D’altronde anche qui l’impianto teorico è sostenuto dal confronto con la pratica diretta di gestione teatrale acquisita da Algarotti nel corso del soggiorno prussiano e infatti gli esempi evocati di drammi richiamano intonazioni rappresentate alla corte di Federico II15: è apprezzato ad esempio Montezuma, scritto dallo stesso Federico II, per il fantastico evocato dallo scenario esotico; sono citati come temi Armida e Orlando, così come Enea in Troja e Ifigenia in Aulide, argomenti scelti per le due proposte esemplari di drammi pubblicati alla fine del testo. […] Calzabigi concordava nel considerare i drammi di Metastasio delle «perfette e preziose tragedie»; la sintonia con la drammaturgia metastasiana si ha anche per quanto riguarda il rapporto tra le arie e i cori e il rifiuto dell’unità di luogo. […] Sono strettamente connesse al Saggio di Algarotti anche le Riflessioni sopra i drammi per musica, di Giammaria Ortes, apparse anonime a Venezia nel 1757 presso lo stesso editore Pasquali che26 aveva stampato, due anni prima, le prime due redazioni del Saggio di Algarotti e che nel 1757 pubblica la terza redazione del Saggio. […] Nelle Riflessioni lo scrittore rivaluta l’opera buffa come genere che permetteva una più armonica integrazione tra musica e azione e limitava il rischio presente nei drammi seri di una musica artificiale dissociata dalle parole. […] Riflessioni sopra i drammi per musica aggiuntavi una nuova azione drammatica, Venezia, Pasquali, 1757.

46. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO I. Drammi Latini del XVI secolo. » pp. 7-27

Il dotto Francesco Benzib scrisse due drammi Ergastus, e Philotimus coll’usata sua eleganza, ne’ quali introdusse personaggi allegorici, la Fama, la Virtù, la Gloria, e l’Inganno. […] Trasportò da Euripide Medea, Ippolito, le Baccanti, le Fenisse, il Ciclope; da Eschilo Prometeo; da Sofocle Elettra; dal Cristo paziente il suo Christus; da Aristofane il Pluto, e le Nubi; e con tal senno e garbo e buon successo egli il fece, che niuno de’ moderni latini drammi composti prima e dopo di lui può senza svantaggio venire a competenza colle sue libere imitazioni. […] Di tali drammi non parla però con molta lode Lilio Gregorio Giraldi nel dialog. 1 de Poetis sui temp.

47. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 268-269

Il Colomberti dice che mentr'era nella Compagnia di lui il 1859 come generico primario, lo vide eseguir molto bene Saul, Egisto nell’ Agamennone, Zambrino nel Galeotto Manfredi (questa dello Zambrino era rimasta, ricordo, un suo caval di battaglia degli ultimi anni), e i drammi Luigi XI, Il Cittadino di Gand, e La colpa vendica la colpa.

48. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO IV. Opera Musicale. » pp. 314-344

Or quando anche non vi fossero state ariette anacreontiche sin dal XV secolo, come altrove dimostrammo, basterebbero queste del Testi a provare che il Cicognini non fu il primo ad introdurle ne’ drammi  perchè le poesie del Testi cominciarono ad imprimersi sin dal 1613, e terminarono nel 1645 in vita dell’autore  ed in conseguenza prima della rappresentazione del Giasone. […] I suoi drammi di argomento cristiano recitati in Roma con applauso s’intitolano, la Comica del cielo, la Vita umana, la Sofronia, la Datira, oltre ad altri due di soggetto morale intitolati Dal male il bene, e Chi soffre spera. […] Giacinto Andrea Ciccognini fiorentino mostrò tanta inclinazione alle cose teatrali, che, oltre allo studio che pose in inventare o tradurre varii drammi, non eravi compagnia comica ch’egli non conoscesse, nè attore abile di cui non cercasse l’amicizia. […] Furono i loro drammi notabili per le sconvenevolezze, per le irregolarità, per le apparenze stravaganti simili a’ sogni degl’infermi, per un miscuglio di tragico e di comico e di eroi, numi e buffoni, per istile vizioso , in somma per tutto ciò che ottimamente vi osservò il prenominato abate Arteaga.

49. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO II. Teatro Alemanno. » pp. 232-252

Il di lei entusiasmo passò al nominato professore di Lipsia Gottsched pieno della lettura de’ drammi francesi e persuaso della giustezza de’ loro principj. […] Trovasi in generale ne’ drammi lugubri di Lessing invenzione, forza, patetico e giudiziosa economia dell’azione, e ne incresce che tutti essi fieno così lunghi, e che si disviluppino sì lentamente. […] Il barone di Gemmingen ha composto il Padre di famiglia Tedesco, che si trova nella collezione de’ drammi tedeschi tradotti in francese fatta dal Friedel. […] Cristoforo Martino Wieland nato nel 1733 in Biberach che avea composto anche Giovanna Grais tragedia, produsse la Rosamunda, la Scelta di Ercole, l’ Aurora, l’Alceste drammi musicali alla francese.

50. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquinto »

Chi compone drammi per musica è oggimai divenuto un fanciullo di scuola che non può discostarsi dalla riga senza tema di battiture, un fenomeno di questa natura merita che ci fermiamo alquanto per isvilupparne le cagioni. […] Anche esprimendo i caratteri principali non può far a meno di non coincidere spesso e ripetere le cose medesime, perché le situazioni sono a un dipresso le stesse in tutti i drammi, e perché gli uomini posti ineguali circostanze sempre si spiegano nella guisa medesima. […] «Mal venga (diceva il Frugoni in una lettera scritta a ragguardevole personaggio bolognese) ai drammi musicali ed a chi primiero li pose sopra i nostri teatri a far perdere il cervello ai poeti, a far guadagnare enormi somme ai castrati, a rovinar la poesia, ad effemminare la musica, guastare i costumi. […] È per altro piacevole in bocca di Frugoni la doppia accusa intentata contra ai drammi musicali cioè di guastar i costumi e di rovinar la poesia. […] [15] Parecchi drammi parte seri e parte buffi scritti con bella versificazione e con viste musicali ha lavorato il Signor Riniero de’ Calsabigi, i quali ponno vedersi nel tomo secondo delle sue opere.

51. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO IV » pp. 55-66

Denina su i drammi de’ Commedianti. […] Garrich che fu l’Esopo dell’Inghilterra come attore, può per li suoi drammi gareggiare co’ nominati?

52. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo I. Teatro Italiano nel Secolo XVII. » pp. 268-275

In quello periodo presero tutta la voga i drammi musicali e gli spettacoli istrionici. […] Allora si cercarono, é vero, poeti che componessero drammi musicali; ma non parve la cosa più essenziale dello spettacolo, ch’essi fossero eccellenti.

53. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO VI. Teatro Inglese. » pp. 291-300

Pryne gli perseguitò col suo Histriomastix, mettendo alla vista le mostruosità e le indecenze de’ drammi Inglesi. […] Egli non meno del Shakespear scrisse molti drammi indegni di lui: con questa differenza che a Shakespear anche nelle cattive composizioni scappano fuori certi tratti inimitabili, ma Johnson dove cade non mostra traccia veruna di sapere o d’ ingegno.

54. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO II. Tragedie di Pietro Cornelio, di Racine e di altri del XVII secolo. » pp. 8-35

Il sublime Moi di tal tragedia tirò verso Cornelio gli sguardi della Francia, ed oscurò i drammi tutti de’ contemporanei. […] Palissot ebbe ragione di così dire: “Per mezzo degli stessi capi d’opera di Cornelio abbiamo noi imparato a conoscere l’ esagerata mediocrità degli ultimi suoi drammi; e pure i più deboli di essi potrebbero passar per eccellenti oggi che ci troviamo sì bisognosi”. […] A ciò che chiamasi poesia fra’ Greci ed Italiani, trovasi ne’ drammi francesi sostituito certo parlar poetico particolare. […] Il di lui Timocrate (componimento cattivo, carico d’accidenti romanzeschi e poco verisimili, e mal verseggiato) fu dal pubblico tante volte richiesto e tante si ripetè, che i commedianti infastiditi dopo ottanta recite chiesero in grazia di rappresentare altri drammi. […] Diceva poi nella pag. 194: le tragedie Francesi possono definirsi drammi di Menandro e di Terenzio che contengono soggetti ed argomenti tragici non comici.

55. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 2 pp. 2-245

L’abate Villi occupò per alcun tempo l’attenzione degli spettatori con varii drammi. […] Dirà, che intende escluderle dalle tragedie, non da’simili drammi. […] Sono adunque alcuni de’suoi drammi anteriori a quelli di Apostolo Zeno. […] Senza di simile supposizione poetica quanti drammi caderebbero come mal tessuti ? […] Nel settentrione continuano i drammi regolari, e si rifiuta in generale la buffoneria grossolana che una volta viregnava.

56. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO II. Teatro Olandese: Danese: Suedese: Polacco. » pp. 32-37

Egli non solo invitò ne’ suoi dominii Schlegel e Klopstock, ed altri chiari letterati, ma fondò un’ accademia per fomentar la poesia scenica tedesca, facendovi esaminare i drammi presentati, e coronando i buoni approvati.

57. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VIII. Teatro Lirico: Opera Comica: Teatri materiali. » pp. 177-187

Fuselier, Roy, Orneval, Carolet, Vadè, Collè assai felice ne’ drammi in vaudevilles, hanno molto lavorato per l’opera comica. […] Ampliata Parigi nella parte detta il Baluardo si sono costrutti altri cinque teatrini da fiera, ne’ quali si balla sulla corda e si cantano drammi burleschi.

58. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO PRIMO. Risorge in Italia nel secolo XVI la tragedia Greca, ed il teatro materiale degli antichi. » pp. 86-174

Chi tanto avea felicemente tentato, avvezzo già alla lindura delle opere degli antichi disotterrate, non tardò col confronto ad avvedersi della rozzezza de’ proprii drammi, e conchiuse che più efficace espediente si richiedeva per richiamare in trono Melpomene e Talia. […] Per soprappiù tutto ciò si troverà animato da un puro ed elegante stile, da quel balsamo che solo può conservare incorruttibili (non che i drammi ed ogni genere poetico e tutta l’amena letteratura) le scienze stesse. […] Il dotto Francesco Benzi75 scrisse due drammi Ergastus, e Philotimus coll’ usata sua eleganza, ne’ quali introdusse personaggi allegorici, l’Onore, la Fama, la Virtù, la Gloria, l’Inganno. […] Di tali drammi non parla però con molta loda Lilio Gregorio Giraldi nel Dial. 1 De Poet. sui temp. […] Lasciamo ancora la Susanna del Sacco da Busseto ed altri simili drammi a i desiderosi di titoli, potendosi vedere nel Quadrio, nell’Allacci, ed in altri cataloghi più recenti.

59. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VI. Teatro inglese, alemano, e spagnuolo del medesimo nostro secolo. » pp. 389-417

I drammi colla musica si fanno venir d’Italia. […] Il solo teatro era tuttavia fino alla fine del 1730 in preda all’Arlecchino, e ai gran drammi politici ed eroici. […] I drammi del signor Lessing animati da maggior vivacità ed interesse non lascerebbero cosa da desiderare. […] Il re di Danimarca, che ha premiato questo buon poeta con una pensione considerabile, ha parimente istituita un’accademia in Copenaghen per esaminare e premiare i migliori drammi de’ concorrenti da far poi rappresentare nel suo teatro. […] Questa moderna foggia di comporre, che diverte il volgo e la gente ben nata, l’idiota e ’l savio, farà presto dimenticare gli antichi drammi spropositati, com’é avvenuto in altre colte società.

60. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 18-20

Bon, potè coltivar con amore la sua passione dello scrivere ; e abbiamo di lui commedie e drammi, di cui mettiamo qui i titoli : Il matrimonio occulto, La fidanzata dell’ottimista, La famiglia degli usurai, Fra gli amanti il più scaltro, Rubare ai ladri, Studio dal vero, L’esecuzione militare, Paola Desinof.

61. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IV. Teatro Italiano nel Secolo XVIII » pp. 316-354

Si osserva la prima nell’opera di Eustachio Manfredi intitolata Dafni, nell’Arsace di Antonio Salvi, nel Polifemo di Paolo Rolli, e con ispezialità nel Turno Aricino, ne’ Decemviri, nell’Eraclea, nel Tito Sempronio Gracco, ed altri drammi di Silvio Stampiglia, poeta cesareo dell’imperador Carlo VI. […] Dunque a Silvio Stampiglia, e non allo Zeno, come asserisce nel trattato della musica il signor Eximeno, si dee con più ragione attribuire il costume osservato poi costantemente nello scioglimento de’ drammi musicali di far mutare di sinistra in prospera la fortuna dell’eroe. […] I di lui drammi e oratori sacri son compresi in dieci tomi in ottavo, ma i due ultimi contengono i componimenti fatti in compagnia di Pietro Panati. […] Hanno qualche tintura più propria della commedia alcuni drammi giocosi dello Zeno e del Pariati, la Buona Figliuola e ’l Filosofo di Campagna del Goldoni, e la maggior parte de’ drammi del napolitano Gennaro Antonio Federico. […] Sarebbe a desiderarsi che qualche dono e giudizioso letterato facesse qua scelta delle migliori traduzioni italiane dei più pregiati drammi antichi e moderni, e la desse alle stampe in un corpo con note, osservazioni critiche ec.

62. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO V. Teatro Tragico Francese nel XVII secolo. » pp. 166-211

Il sublime Moi di tal tragedia tirò verso Cornelio gli sguardi della Francia, ed oscurò i drammi tutti de’ contemporanei. […] Palissot ebbe ragione di così dire: « Per mezzo de’ medesimi capi d’opera del Cornelio abbiamo noi imparato a conoscere l’esagerata mediocrità degli ultimi suoi drammi; e pure i più deboli di questi potrebbero passar per eccellenti oggi che ci troviamo sì bisognosi ». […] A ciò che fra’ Greci e gl’Italiani chiamasi poesia, trovasi ne’ drammi francesi sostituito certo parlar poetico particolare. […] Diceva poi altresì che le tragedie francesi possono definirsi drammi di Menandro e di Terenzio che contengono soggetti ed argomenti tragici non comici . […] Il di lui Timocrate (componimento cattivo carico di accidenti romanseschi poco verisimili e mal verseggiato) tante volte fu dal pubblico richiesto e si ripetè, che i commedianti infastiditi dopo ottanta recite chiesero in grazia di rappresentare altri drammi.

63. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo III. La Poesia Drammatica nel Secolo XV fa maggiori progressi in Italia. In Francia cominciano i Misteri. » pp. 194-209

Verso la fine di quello secolo, cioé nel 1492 Carlo Verardi da Cesena, arcidiacono nella sua patria, e cameriere e segretario de’ brevi di Paolo II, di Sisto IV, d’Innocenzo VIII, e di Alessandro VI, compose ancora due drammi, che furono stampati e fatti solennemente rappresentare in Roma dal sopraccennato Cardinal Riario; l’uno in prosa latina (trattone l’argomento e ’l prologo che sono in versi giambici) sull’espugnazione di Granata, fatta dal re Ferdinando il Cattolico; e l’altro intitolato Fernandus servatus, ideato dal Verardi all’occasione dell’attentato di un sicario contra la persona del medesimo re Ferdinando, e poi disteso in versi esametri da Marcellino suo nipote. […] Antonio da Pistoia ancora scrisse due drammi ad uso di questo teatro149, pel quale altri celebri letterati furono eziandio impiegati nel tradurre alcune altre commedie di Plauto e di Terenzio150. […] Uno di questi drammi della Passione, scritto circa la metà del secolo, si crede composizione di Giovanni Michele vescovo d’Angers, morto in concetto di santità.

64. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Teatro di Eschilo. » pp. 75-103

Volle in oltre egli stesso e comporre la musica de’ suoi drammi, e inventar de’ balli, e prescrivere i gesti e i movimenti del Coro che danzava e cantava negl’intervalli degli atti togliendone la direzione agli antichi maestri ballerini. […] Noi siamo persuasi che, dopo di essersi la mente preparata co’ saldi invariabili principii della Ragion Poetica ed avverati con una sana filosofia, con una paziente critica lettura e con una lunga esperienza del teatro, il cuore solo è quello che decide dei drammi e senza ingannarsi ne conosce e addita le bellezze. […] Le prosopopeje (come il Mattei chiama le Ninfe, l’Oceano, l’Eumenidi, la Forza ecc.) punto non dimostrano, com’egli crede, che allora la tragedia era una danza animata dall’intervento di questi genj mali e buoni piuttosto che una vera azione drammatica ; ma provano solo che Eschilo introdusse ne’ suoi drammi le ninfe, i numi, le ombre, le furie, e diede corpo a varii esseri allegorici, come Sofocle ed Euripide si valsero delle apparizioni di Minerva, di Bacco, di Castore e Polluce, della musa Tersicore, d’Iride, di una Furia, di un’ Ombra, della Morte ecc.

65. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO VII [IV]. Teatro Lirico: Opera Comica: Vaudeville. » pp. 192-230

Quanto alla musica possiamo noverare tra i drammi serii Ecuba di Milcent animata dalla musica di Fontenelle nuovo maestro che meritò qualche attenzione del pubblico, ad onta delle parole poco applaudite. […] Ampliata Parigi nella parte detta i Baloardi si erano costrutti prima della Repubblica Francese altri cinque teatrini da fiera, ne’ quali si balla sulla corda, e si cantano drammi burleschi. […] Non ebbero gran concorso alcuni drammi malinconici, come Jenny o gli Scozzesi, ed Eleonora di Rosalba dell’attore ed autore Saint-Pière. […] In Francia nel XVII secolo e nel seguente hanno continuato a comparire i drammi di.

66. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « [Dedica] » pp. -

S’introduce egli con una filosofica prospettiva, che a rintracciarlo mena dalla più alta sua sorgente l’origine e lo sviluppo de’ drammi, e che si stende passo passo or occulta or palese per tutte le parti o essenziali o integranti dell’opera. […] Pietro arricchir voglia in brieve il nostro paese di graziose ben condotte commedie, alle quali so di essersi per pura inclinazione determinato, ed ammirar ci faccia egregiamente, eseguiti que’ principi, e con nobile gara imitati que’ colpi di mano maestra, ch’egli con tanto sonno e avvedutezza va discoprendo ne’ drammi altrui, e tratto tratto additando.

67. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO X. Ultima Epoca della Tragedia Greca. » pp. 208-215

Suida tralle poesie di Callimaco rammemora drammi satirici, tragedie e commedie.

68. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CONCHIUSIONE. Dell’antica storia teatrale. » pp. 239-246

Cinesi, Tunkinesi, Giapponesi, Giavani, culti senza raffinamento, artieri senza delicatezza, naviganti senza coraggio, filosofi quanto basta per distinguersi da’ barbari, imitano le umane vicissitudini senza sceverar ne’ loro drammi gli evenimenti ridicoli da’ compassionevoli.

69. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO II. Tragedie latine d’oltramonti, Tragici Olandesi, e Teatro Alemanno. » pp. 135-142

Ma Hallemann con pari gonfiezza, e co’ medesimi difetti del suo modello vide i proprii drammi più lungo tempo applauditi e rappresentati.

70. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO V. Tragedie Latine d’Oltramonti: Tragici Olandesi: Teatro Alemanno. » pp. 286-290

Ma Hallemann con pari gonfiezza, e co’ medesimi difetti del suo modello vide i proprj drammi più lungo tempo applauditi e rappresentati.

71. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO IV. Spettacoli scenici della Russia. » pp. 257-261

Le opere serie si rappresentano in corte circa venti volte l’anno, componendosene una in ogni anno, ma vi si cambiano dieci o dodici volte i balli; là dove nell’opera comica francese che pur vi si rappresenta, bisogna mutare spessissimo i drammi perchè si soffra.

72. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 88-136

Non rechi dunque stupore, se i drammi di Shakspear benchè mostruosi facessero la delizia della nazione. […] Macbet, Hamlet, Errico IV, Othello, Giulio Cesare, il Mercante Veneziano, Giulietta e Romeo si considerano come i di lui drammi migliori. Noi non ci addosseremo mai la fatiga per noi singolarmente ardua troppo di presentar partitamente analisi compinte de i drammi di Shakespear; ben persuasi della difficoltà che incontrano, non che altri, non pochi suoi nazionali in afferrare lo spirito, l’energia dell’espressione e la grandezza de’ suoi concetti. […] Abbiamo osservato nel parlar de i drammi Italiani l’esattezza di tanti industriosi scrittori intenti a far risorgere l’arte teatrale de’ Greci. […] Sherlock che ha studiato venti anni i drammi di Shakespear, ha studiato troppo poco il cuore umano.

73. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo II. La Poesia Drammatica a imitazione degli antichi rinasce in Italia nel Secolo XIV. » pp. 188-193

Il trovatore Luca de Grimaud, il quale per altro era genovese, satireggiò ne’ suoi drammi o dialoghi provenzali il pontefice Bonifacio VIII.

74. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo undecimo »

Lo stesso si dee dire delle discolpe della providenza inserite nell’Astrea placata, delle accuse e difese delle passioni, dell’apologia dell’amore di se stesso, di quella della poesia e dell’arte drammatica con cent’altri punti di morale filosofia sparsi qua e là ne’ suoi drammi. […] Un italiano non avrebbe osato di esporre una situazione cotanto difficile per non dire cotanto ridicola; egli che ama meglio peccar di monotonia facendo andar a lieto fine tutti i suoi drammi di quello che sia costrigner un protagonista a morir cantando sulle scene a guisa di cigno. […] I drammi del Quinaut altro non sono che un continuato recitativo. […] Non v’è un solo fra suoi drammi, (s’eccettuati non vengano gli oratori e qualche altro breve componimento) dove questa passione non abbia luogo. […] L’amore in molti suoi drammi altro non è che un affetto puramente episodico e subalterno, un riempitivo, un cerimoniale di scena.

75. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XIV. Commedia Nuova. » pp. 151-170

Insiste sempre codesto traduttor de’ Salmi e autore de’ Paradossi e di Giobbe Giurisconsulto nel mettere (nè so per qual capriccio) per oggetto principale de’ drammi Greci il ballo; e noi sempre attenendoci alla storia lo considereremo come accessorio al pari delle decorazioni. Per convincersene vie più, si può riflettere che nel paragone di Eschilo ed Euripide fatto nelle Rane si discusse il loro merito intorno alla poesia e alla musica, ma niun motto fecesi del ballo; la qual cosa non si sarebbe omessa, se il ballo fosse stato il principale oggetto de’ greci drammi.

76. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo primo »

[29] Che se pochi autori hanno osservate ne’ loro scritti siffatte distinzioni, se si leggono arie, recitativi, e duetti lavorati su principi diversi, ciò altro non prova se non che pochi autori hanno penetrato nello spirito dell’arte loro, e che appunto veggonsi tanti drammi noiosi e languidi perché non sono stati scritti secondo le regole, che prescrive una critica filosofica. […] Le quali circostanze sono le stesse non solo per gli argomenti storici, ma pei favolosi eziandio, che: non vanno esenti da simili difetti, come si potrebbe far vedere coll’esame imparziale dei drammi di Quinaut, se l’opportunità il richiedesse. […] Eppure per non aver consultato il buon senso nell’orditura de’ suoi drammi fu posto in ridicolo da Boileau 9. […] Può addursi all’incontro l’esempio costante dello Zeno e del Metastasio, i quali hanno terminato tutti i loro drammi con lieto fine. […] Ora essedo tali perfettamente i drammi di Quinaut, confesso di non vedere come l’illustre autore li preferisca a quelli del Metastasio.

77. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo III. Teatri orientali. » pp. 14-18

Prémare e tratto da una collezione di un centinaio di drammi scritti nella dinastia di Yuen: «Io sono Tching-poei, mio padre naturale é Tching-yng, mio padre adottivo é Tu-ngan-cu; io soglio la mattina esercitarmi nelle armi, e la sera nelle lettere; ora vengo dal campo per veder mio padre naturale».

78. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — (Corriere di Napoli, 19 febbraio 1899). » pp. 270-274

Giacinta Pezzana Gualtieri (sposò Luigi Gualtieri, scrittore di romanzi e di drammi assai noti quali L'Innominato e La voce della coscienza, mentr' era in Compagnia Rossi e Dondini) formò con Virginia Marini e Adelaide Tessero quella gloriosa trinità, che per circa un trentennio tenne lo scettro dell’arte in Italia.

79. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Commento »

isconcertavano: la commistione tra comico e serio, tipica dei drammi del Seicento, distoglieva lo spettatore dall’azione principale. […] Vinci: Leonardo Vinci (Strongoli, Catanzaro, 1690 – 1696 ca - Napoli, 1730) intonò diversi drammi metastasiani rappresentati in Italia prima della partenza per Vienna del poeta cesareo. […] deliziose: le scene deliziose nei drammi del XVIII secolo rinviano a un’ambientazione arcadica e accompagnano azioni pacate e rasserenanti.

80. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO X ed ultimo. Teatro Materiale, ove de’ più rinomati teatri, e della condizione degli attori Greci. » pp. 298-315

L’attore Cefisonte che recitava nelle di lui tragedie, era rispettato in Atene, e sommamente caro allo stesso gran tragico, ne’ cui drammi correva romore di avere anche lavorato alcun poco come scrittore. […] Questa scena, a seconda dei drammi che vi si esponevano, diveniva tragica mostrando statue, colonne e ornati nobili, comica imitando piazze e finestre di edifizj particolari, e satirica presentando rupi, caverne, boscaglie.

81. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO IV. Stato presente degli spettacoli teatrali. » pp. 293-299

Nel settentrione continuano i drammi regolati, e si rifiuta in generale la buffoneria grossolana: ma Weiss, Klopstock, Lessing hanno emoli che gli superino, che gli rettifichino, che gli si appressino?

82. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 87-90

Essa non perdeva sillaba della Cazzola, che, per eleganza, naturalezza, profonda intuizione d’arte, si collocò fra la Ristori e la Sadowsky, e in certe parti non trovò chi riuscisse a superarla ; e più tardi, a Firenze, quando la Cazzola ammalò, Tommaso Salvini ricorse alla signora Virginia ; e la signora Virginia, improvvisando sera per sera un’interpretazione, cominciò a spiccare il gran salto, sempre sotto gli auspici del gran colosso Salvini, artista completo, dividendo il regno dell’arte con la Tessero e la Pezzana, e tutte tre facendo credere con i grandi successi fatti ottenere alle commedie di Gherardi Del Testa e di Achille Torelli, ai proverbi del Suner, ai drammi del Costetti, ai lavori mastodontici dell’ultima maniera di Paolo Ferrari, al medio evo di Giacosa, alla romanità di Pietro Cossa, alle galanterie di De Renzis, di Martini, di Castelnuovo, e tutto il resto di Cuciniello, di Muratori, di Montecorboli, di Castelvecchio, di Sabbatini e di tanti altri, facendo credere all’esistenza d’un moderno teatro italiano.

83. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quinto »

La qual licenza scusabile nel Rinuccini per esser il primo, e perché forse il suo argomento noi comportava altrimenti, pervenne in seguito fino all’eccesso negli altri, come dall’esito lieto che diè alla sua favola non per altro motivo se non perché «ciò gli parvi convenire in tempo di tanta allegrezza» 58 trassero innavvedutamente i suoi successori una legge che lieto esser dovesse il fine di tutti i drammi. […] [23] L’apparato poi di sceniche mutazioni con cui si rappresentarono cotali drammi fu sorprendente. […] Le ragioni sono perché vi precede la sinfonia, perché il basso seguita tutte quante le note del cantore, perché si accompagna con altri stromenti, perché si fa il ritornello alla seconda parte, perché il metro è diverso da quello del recitativo, perché manifestamente è un canto, per tutte le condizioni insomma che le arie a dì nostri distinguono. né si veggono soltanto ne’ drammi del Rinuccini. […] [27] Più grossolano e meno scusabile è lo sbaglio del Crescimbeni, il quale scrivendo nel principio del nostro secolo si spiega in questi termini: «Intanto dobbiamo avvertire che nei drammi per lo passato non hanno mai avuto luogo i cori, invece de’ quali sono stati inventati intermedi d’ogni maniera»64.

84. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo II. Teatro Spagnuolo, Inglese, e Alemano nel medesimo Secolo XVII. » pp. 276-290

Comparve in Alemagna nel secolo XVII un ingegno, che imitando il nostro Petrarca, introduce nel settentrione la buona poesia, e traducendo alcuni drammi de’ greci, de’ latini, e degl’italiani mostrò a’ suoi compatriotti la vera drammatica che fino a quel tempo non ben conobbero. […] Non é maraviglia che dopo tante stravaganze si trovassero i commedianti ridotti a mendicare il concorso per mezzo dei gran drammi politici ed eroici, spezie di tragedie grossolane condite dalle buffonerie di Hanns Wourst (Giovanni Bodino), ch’é l’Arlecchino o il buffone del teatro alemano.

85. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « NOTE ED OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 313-326

Non hanno meritato lo studio dell’altre nazioni i tanti argomenti nuovi di drammi Italiani, da cui gli Oltramontani nei loro drammi di simile argomento hanno spesse fiate traportato con poco variamento non pur il piano, l’ intreccio, la condotta, le situazioni, lo scioglimento, ma i costumi, i caratteri, i pensieri, e gli affetti degl’ interlocutori posti in azione?

86. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VII. Pastorali. » pp. 4-41

Dall’altra parte convengono gli eruditi più accurati in riconoscere nel fiorentino Giacomo Peri l’inventore dello stile musicale de’ recitativi ne’ drammi del Rinuccini verso la fine del secolo, celebrandone l’industria come novità maravigliosa. […] In lingua illirica fu anche trasportato da Domenico Slaturichia celebre in Dalmazia per questa, e per la traduzione dell’Elettra, e di Piramo e Tisbe, ed altri drammi in lingua schiava. […] Non sembrami veramente la cosa migliore di quel secolo ricco di tanti buoni drammi.

87. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « NOTE DI D. CARLO VESPASIANO. » pp. 301-306

Del Buonarrotti il giovane e de’ di lui drammi leggasi quanto ne dice il conte Mazzucchelli, a cui si può aggiugnere il giudizio, che della Tancia portò il Nisieli in questa guisa: Ridicolosa, accomodata e ingegnosissima invenzione mi par quella dell’ autor della Tancia commedia, ove per cori all’usanza delle antichissime commedie de’ Greci, inventò alcuni intermedj nel fine d’ogni atto, i quali contengono fragnolatori, uccellatori, pescatori, e mietitori, tutte persone opportunissime alla scena, e convenevolissime al subjetto rusticano.

88. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 754-756

[http://obvil.github.io/historiographie-theatre/images/rasi_comici-italiani-01-02_1897_img065.jpg] come primo attore assoluto nei drammi e nelle commedie con scelta di parti.

89. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 37-96

Il primo di essi fu Gil Vicente detto il giovane tenuto per più eccellente del padre, tra’ di cui drammi credesi il migliore quello intitolato Don Luis de los Turcos. […] Se gli scrittori di quella penisola avessero seguito le vestigia di quest’autore quanto alla regolarità, adattandosi però al tempo circa i costumi ed i caratteri, avrebbero forse impedita l’irruzione de’ drammi stravaganti35. […] I drammi di Lope consistono in commedie, tragicommedie, pastorali, tramezzi e atti sacramentali, tutti in versi, a riserba della Dorotea già nominata voluminosa novella in dialogo scritta in prosa per leggersi, e non per rappresentarsi. […] Molti sono i drammi di Lope destinati a celebrare il mistero sacrosanto dell’ Eucaristia con feste teatrali intessute d’invenzioni allegoriche. […] Non è vero che essi non ne hanno veruna, o che le loro tragedie non possono distinguersi dagli altri drammi, come, abbracciando l’avviso di M.

90. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XVII ultimo. Teatro Materiale, ove de’ più rinomati Teatri, e della condizione degli Attori Greci. » pp. 213-238

L’attore Cefisonte che recitava nelle di lui tragedie, era rispettato in Atene e sommamente caro allo stesso tragico, nei cui drammi correva romore di avere anche lavorato alcun poco come scrittore. […] Della prima porzione il luogo più elevato e visibilè e quasi la fronte dell’edifizio, era la Scena, la quale veniva coperta da un tetto, e presentava agli spettatori tre porte, delle quali quella del mezzo dicevasi Βασιλειον, reale, e l’una e l’altra de’ lati Ξενοδοκειον, ospitale a Questa scena, a seconda de i drammi che vi si esponevano, diveniva tragica mostrando statue colonne e ornati nobili, comica imitando piazze e finestre di edifizii particolari, e satirica presentando rupi caverne boscaglie.

91. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO V » pp. 4-31

Ebbe il teatro Latino due specie di tragedie, drammi Italici, diverse commedie, mimi e pantomimi. […] Ciò evidentemente dimostra che non vennero compresi nel bando degl’Istrioni i Tragedi e Comedi, cioè coloro che recitavano e cantavano drammi regolati.

92. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — (Ferdinando Martini, Al teatro. Firenze, Bemporad, 1895). » pp. 78-82

Chi la vide rappresentare L'Alexina, La Fiera, La Lusinghiera, e La Vedova in solitudine del Nota ; La Sposa sagace, le due Pamele, Gl’Innamorati, le tre Zelinde del Goldoni ; La bella Fattora, traduzione del conte Piosasco ; le due Chiare di Rosenberg, La figlia della terra d’esilio, L'Orfanello suissera, drammi scritti a posta per lei dal fratello Luigi, non potè a meno di riconoscere e di applaudire in lei quei tratti di grande attrice, che caratterizzano il vero genio.

93. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo IV. Risorge in Italia nel Secolo XVI la tragedia Greca e la Commedia Nuova, e s’inventa il Dramma Musicale. » pp. 210-241

Freron ne’ suoi giornali, quegli che per esser piccolo di statura, di cuore e di mente, venne da cotesto ingegnoso e acerrimo critico francese lepidamente chiamato le Poète Lilliputien, le Bébé de la Littérature, le garçon des Philosophes: «Avendo detto lo scrittore francese della vita di Regnard, che questo celebre commediografo avea letto e imitato i comici italiani, Monzù de la Harpe, autore di certi drammi, Warwik, Pharamond, Timoleon, Gustave, Melanie, e di alcuni altri opuscoli in prosa e in verso, produzioni tutte che non poterono sornotare un momento nell’onde di Lete, hassi creduto che la gloria del suo ingegnoso compatriota Regnard fosse stata compromessa con tale asserzione, e perciò ne ha sentito un sì vivo dolore che nel Mercurio di Francia di questo mese di marzo 1772, parlando delle commedie di Regnard, scocca colla solita sua prosuntuosa tracotanza contro l’italica nazione a lui tanto ignota, quanto la cinese, quella stravagante e bestial sentenza: «On peut remarquer que les Français, nation beaucoup plus réfléchissante que les Italiens et les Grecs (risum teneatis) sont les seuls qui aient établi la haute comédie sur une base de philosophie morale. […] I le doti dell’animo e del corpo, ed il sapere di un giovanetto napolitano, chiamato Glaucia, allievo di Atedio Migliore, ne celebra eziandio la grande abilità nel recitar con grazia i drammi del mentovato comico greco. […] Castelvetro, Patrizio, Nores, Mercuriale, Vittori, Robortelli, Dacier, Gravina, Voltaire, in somma tutti gl’intelligenti conchiudono sui testimoni di Platone, Aristotile, Ateneo, Donato, Luciano, Tito Livio ec. che gli antichi drammi si cantavano essi non discordano se non circa il modo. […] Cantavansi i drammi greci; e i filosofi e i grand’uomini, i Socrati e i Pericli, che vi assistevano, non dicevano con cuore di ghiaccio, come gli odierni filosofisti transalpini, che improprietà!

94. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 189-231

Cibber, Hoadley, Farquar e qualche altro hanno composte varie tragedie che si trovano nella collezione de’ quaranta drammi uscita in Londra nel 1762 col titolo di Teatro Inglese. […] L’autore di un Dizionario de’ poeti e de i drammi inglesi osserva che Lillo era felice nella scelta de’ suoi argomenti. […] Mistriss Moore scrisse Percy oltre ad alcuni drammi sacri. […] I drammi, la musica, i cantanti, tutto vi si fa venire dall’Italia.

95. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 137-226

Il primo di essi fu Gil Vicente detto il giovine tenuto per più eccellente del padre, e tra i di lui drammi credesi il migliore quello intitolato don Luis de los Turcos. […] Se gli scrittori di quella penisola avessero seguito le vestigia di questo autore quanto alla regolarità, adattandosi però al tempo circa i costumi e i caratteri, avrebbero forse impedita l’irruzione de’ drammi stravagantia. […] I drammi di Lope consistono in commedie, tragicommedie, pastorali, tramezzi ed atti sacramentali, tutti in versi, a riserba della Dorotea già nominata voluminosa novella in dialogo scritta in prosa per leggersi e non per rappresentarsi. […] Molti sono i drammi di Lope destinati a celebrare il Mistero sacrosanto dell’Eucaristia con feste teatrali intessute d’ invenzioni allegoriche. […] Non è vero che essi non ne hanno veruna o che le loro tragedie non possono distinguersi dagli altri drammi, come abbracciando l’avviso di m.

96. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XVI. Dell’uso delle Antiche Maschere. » pp. 201-212

Che se con Suida voglia attribuirsi l’invenzione della vera maschera, non ad Eschilo tragico, ma a Cherilo l’Ateniese ch’egli chiama comico; non perciò potrà negarsi, che la maschera allora si ammettesse ugualmente nella tragedia e nella commedia; e i tragici con somma sciocchezza avrebbero ne’ loro drammi adottata una invenzione destinata a far ridere.

97. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO I. Stato della poesia scenica in Francia. » pp. 65-76

Ella invitò altresì in Francia gli strioni Italiani per recitare altri suoi drammi composti nella nostra linguab.

98. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Dell’uso delle antiche Maschere. » pp. 290-297

Che se con Suida voglia attribuirsi l’invenzione della vera maschera, non ad Eschilo tragico, ma al Cherilo Ateniese ch’ei chiama comico, non perciò potrà negarsi, che la maschera allora si ammettesse ugualmente nella tragedia che nella commedia; e i tragici con somma sciocchezza avrebbero ne’ loro drammi adottata un’ invenzione destinata a far ridere.

99. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO I. Stato della poesia scenica in Francia. » pp. 3-12

Furono anche da lei chiamati in Francia gli strioni Italiani per recitare alcuni altri drammi da lei composti nella nostra lingua7.

100. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 42-49

Essa prelude al suo articolo con queste parole : « il giovane attore che compose questa rappresentazione merita i nostri elogi e gl’ incoraggiamenti del Pubblico, il quale avvezzo ad applaudire a’ suoi non ordinarj talenti nell’ arte del declamare, potrà, s’ egli non si stanca d’ impiegarli eziandio nello scrivere, dovergli dei drammi, pei quali anche il Teatro italiano conti un autore fra’ suoi attori.

101. (1772) Dell’opera in musica 1772

Gl’istrioni de’ drammi recitati danno a questa qualche attenzione; ma i cantanti de’ drammi in musica sono in questo particolare sì negligenti, e fanno degli atti sì sconvenevoli e mal graziosi, ch’è pure un fastidio a vedergli. […] Perché di grazia i mentovati abusi nacquero ne’ teatri d’opere in musica, e non in quelli di drammi recitati? […] I nostri drammi sono publicati colla sovrana e coll’ecclesiastica approvazione; e intanto crediamo infami coloro che gli menano sulle scene. […] Sarebbe sommamente commendabile, che ciascuna nazione avesse de’ drammi composti espressamente per sé. […] Ma questi medesimi drammi riuscir potrebbero pericolosi a una nazione che sotto altro governo vivesse.

102. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XV. Satiri: Ilarodie: Magodie: Parodie: Mimi: Pantomimi. » pp. 171-200

Oltre alle favole tragiche e comiche coltivarono i Greci altre specie di drammi che nomaronsi diversamente. […] Tralle favole di Euripide citansi otto drammi satirici; ma il solo Ciclope ci è pervenuto intero.

103. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 269-289

Oltre alle favole tragiche e comiche coltivarono i Greci altre specie di drammi che nomaronsi diversamente. […] Tralle favole di Euripide citansi otto drammi Satirici; ma il solo Ciclope ci è pervenuto intero.

104. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO III. Teatro Inglese. » pp. 143-156

Egli non meno del Shakespear scrisse molti drammi poco degni de’ suoi talenti; con questa differenza che a Shakespear anche nelle cattive composizioni scappano fuori certi tratti inimitabili; ma Johnson dove cade, non mostra traccia veruna di sapere o d’ingegno.

105. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 17-27

Prèmare e tratto da una collezione di un centinajo di drammi scritti nella dinastia di Yuen: “Io sono Tching-poei, mio padre naturale è Tungan-cu; io soglio la mattina esercitarmi nelle armi, e la sera nelle lettere; ora vengo dal campo per veder mio padre naturale”.

106. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 801-806

Nè si limitò il Duse alla Recitazione del repertorio goldoniano ; chè in molti de’ drammi lacrimosi e degli scherzi comici del tempo, alcuni dei quali scritti a posta dallo Zanchi, dal Calderon, dalla Barluron, egli riusciva artista preclaro.

107. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO III. Continuazione del teatro Italiano. Commedie: Opera in musica: Attori accademici ed istrioni e rappresentazioni regie: teatri materiali. » pp. 144-195

Or quando anche non vi fossero state ariette anacreontiche sin dal XV secolo, come altrove abbiam dimostrato, basterebbero queste del Testi a provare che il Cicognini non fu il primo ad introdurle ne’ drammi; perchè le poesie del Testi cominciarono ad imprimersi sin dal 1613, e terminarono nel 1645 in vita dell’autore, ed in conseguenza prima della rappresentazione del Giasone. […] I suoi drammi d’argomento cristiano recitati in Roma con applauso s’ intitolano, la Comica del cielo, la Vita umana, la Sofronia, la Datira, oltre ad altri due di soggetto morale intitolati Dal male il bene e Chi soffre spera. […] Giacinto Andrea Ciccognini Fiorentino mostrò tanta inclinazione alle cose teatrali, che, oltre allo studio che pose in inventare o tradurre più drammi, non eravi compagnia comica ch’egli non conoscesse, nè attore abile di cui non cercasse l’amicizia. […] Furono i loro drammi notabili per le sconvenevolezze, per le irregolarità, per le apparenze stravaganti simili a’ sogni degl’ infermi, per un miscuglio di tragico e di comico e di eroi, numi e buffoni, per istile vizioso, in somma per tutto ciò che ottimamente vi osservò il prelodato Ab.

108. (1732) Paragone della poesia tragica d’Italia con quella di Francia

Pietro Cornelio ha procurato in più drammi di dilettare solamente con esemplari eroici, costituendo l’essenza del diletto tragico in una ammirazione accessoria. […] Ciò che ho detto de’ sogni si potrebbe distendere alla moltitudine degli auguri e degli oracoli che s’incontrano or nell’ingresso, or nel progresso de’ drammi italiani. […] Se si paragonan le nostre antiche tragedie con i tragici drammi della Francia, non v’ha dubbio che, generalmente parlando, quelli sono superiori per essersi meglio in essi schifata sì la bassezza che le borre da me sopra descritte. […] Né quantunque io conceda qualche pregio a’ drammi scritti in prosa, ammetterei però che fossero perfetti senza il metro. […] Ma ne’ drammi esso riesce tanto più facile; quanto i versi drammatici si scostan meno dal suono della prosa.

109. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO IV. LIBRO V » pp. 67-93

Non ci addosseremo mai la fatiga per noi singolarmente ardua troppo di presentar partitamente analisi compiute de i drammi di questo maraviglioso Inglese, ben persuasi della difficoltà che incontrano, non che altri, non pochi Inglesi medesimi in bene afferrarne lo spirito e l’energia dello stile e la grandezza de’ pensieri. […] Al Capo III pag. 22 in fine dopo le parole, come i drammi di lui migliori, si tolga tutta la nota (1) di quella pag. e della seguente, e si continui il testo come segue.

110. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO III. Opera musicale Spagnuola e Italiana e Teatri materiali. » pp. 89-108

Tali rappresentazioni dal luogo ove eseguironsi trassero il nome di Zarzuelas, ed ora così seguitano a chiamarsi in Ispagna i drammi nazionali cantati. […] Manca ancora dopo di tal raccolta a sì culta nazione una scelta teatrale ragionata intrapresa da un letterato filosofo nazionale fornito di gusto, di buona fede, di lettura e di giudizio, il quale sappia sceglier bene i drammi ed indicarne meglio i difetti e le bellezze; e ciò all’ombra di quella parte critica detestata dall’Huerta come satira maligna, ma che io però pur vorrei che sempre nelle mie opere risplendesse, a costo di esser perpetuo segno di tutti i papelillos degli Huertisti, di tutti gli opuscoli de’ Don-Pedros, di tutte le biblioteche de’ Guarinos, e di mille opere teatrali del LaCruz munite di prolaghi, dedicatorie e soscrizieni.

111. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO II. LIBRO II » pp. 34-49

III, pag. 21, lin. 13, dopo le parole vi fe udire i suoi drammi tragici e comici, si apponga la seguente nota (1) più piena di quella rimessa a Venezia.

112. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 23-39

Prèmare e tratto da una collezione di un centinajo di drammi scritti nella dinastìa di Yuen: «Io sono Tching-poei, mio padre naturale è Tun-gan-cu; io soglio la mattina esercitarmi nelle armi, e la sera nelle lettere; ora vengo dal campo per veder mio padre naturale.»

113. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo V. Teatro Francese nel medesimo Secolo XVIII. » pp. 355-388

Ecco come in essa si favella de’ cattivi drammi francesi de’ giorni nostri: Je ne saurais souffrir ces bourgeoises douleurs, Dont on veut profaner la scène de Molière… Je ne me pique pas de ce ton emphatique, De ce style imposant, lugubre, magnifique; Mais j’ose maintenir que vos drames bourgeois Outragent Melpomène et Thalie à la fois; Que c’est mal à propos embrouiller les deux scènes; Que tous ces lieux communs, et ces peintures vaines De crimes révoltants, d’incroyables vertus, Ces traits exagérés et toujours rebattus, Aussi loin du bon sens que loin de la nature, Sont du plus mauvais goût la preuve la plus sûre. […] La di lui commedia di Dupuis e Defronais, benché desti qualche volta la tenerezza ed anche le lagrime, é assai lontana per la verità dei caratteri e per la semplicità degl’incidenti, da que’ drammi romanzeschi, così poco degni di stima sotto il nome di tragedie cittadinesche, e di commedie piangolose, pel cui cattivo genere il signor Collé ha non di rado manifestato il suo disprezzo. […] Il signor Palissot parlando del Conte di Cominge, di Eufemia, e di Fayel, drammi funebri del poeta d’Arnaud, dice: «M. 

114. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO I » pp. 116-223

Questa buona tragedia colle precedenti smentisce l’asserzione di chi imparando la storia letteraria d’Italia sulle notizie giornaliere francesi, afferma che ne’ primi lustri del nostro secolo il teatro italiano non ebbe che drammi irregolari e mostruosi. […] Villi occupò per alcun tempo l’attenzione degli spettatori con varj drammi. […] Ciò ben avrebbe potuto involare all’autore quella gloria che proviene dall’invenzione; ma potrebbe togliere a que’ drammi il merito intrinseco di una condotta naturale e di una felice esecuzione? […] Ciò che suol nuocere a’ moderni scrittori di drammi lugubri, è l’ uniformità delle tinte, la lentezza dell’intreccio, un disviluppo sforzato, l’abbondanza ed il gelo delle lunghe moralità e delle sentenze staccate &c. Nel Teatro del prelodato sig. conte Pepoli trovansi finora tre drammi lagrimosi in prosa, Don Alonso di Zuniga, ossia il Dovere mal inteso, Gernand, ossia la Forza del suo destino, e Nancy, ossia la Vanità dell’umana fermezza.

115. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO IV. Pastorali del Cinquecento. » pp. 267-294

Dall’altra parte convengono gli eruditi più accurati in riconoscere nel Fiorentino Giacomo Peri l’inventore dello stile musicale de’ recitativi ne’ drammi del Rinuccini verso la fine del secolo, celebrandone l’industria come novità maravigliosa. […] Non sembrami veramente la cosa migliore di quel secolo ricco di tanti buoni drammi.

116. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Pastorali: Teatri materiali. » pp. 224-253

I suoi drammi di Koulican, le sue Sorelle Cinesi sono scritte su queste idee. […] Da prima questo letterato pieno d’ingegno quasi scherzando prese a combattere i due competitori, e si contentò di provar col fatto che il concorso del popolo non era argomento sicuro della bontà de’ loro drammi.

117. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO II. Tragedie Italiane del XVI secolo. » pp. 28-131

Scrisse il Carretto tre altre commedie, delle quali una s’intitolò i Sei Contenti; ma esse non videro la luce, per esserne forse gli eredi stati distolti da tanti altri drammi di maggior pregio che di poi apparvero. […] E che mai (mi si permetta il dirlo) che mai spinse il signor Giovanni Andres ad affermare con mirabile franchezza de’ drammi Italiani del cinquecento, che la freddezza e la lentezza dell’azione or ne rendono stucchevole la lettura, e che affatto intollerabile ne renderebbero la rappresentazione? […] Quindi è che il Capitano Virues e don Pedro Calderòn de la Barca si avvisarono di maneggiarlo in Ispagna nel secolo seguente, e nel nostro vi si sono appigliati il Crebillon ed il Voltaire, su i quali potrebbe osservare l’avvocato Linguet, se vi sieno stati piuttosto determinati dalla tragedia del Manfredi abbigliata alla greca, che da’ gotici drammi del Virues e del Calderòn. […] Rimettiamo i leggitori alla Drammaturgia, all’opera del Quadrio, ed a qualche altro che si ha presa la cura di spolverarli nelle biblioteche, ove si tarlano, molti drammi sacri parte impressi e parte inediti del medesimo periodo. […] Lasciamo ancora la Susanna del Sacco da Busseto ed altri simili drammi, ai desiderosi di titoli, potendosi vedere nel lodato Quadrio, nell’Allacci, ed in altri cataloghi più recenti.

118. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO II. Prima epoca del teatro Latino. » pp. 9-90

Ma per qual pregio particolare vennero in simil guisa privilegiate e conservate ancora dopo che la scena Latina ammise drammi migliori? […] Cinque o sei anni dopo che Livio ebbe introdotta la poesia teatrale in Roma, cioè verso l’anno 519, Gneo Nevio poeta nato nella Campania vi fe udire i suoi drammi tragici e comici. […] Trovò egli ancora che dopo la comparsa di Andronico e l’introduzione de’ drammi simili ai Greci, si erano a quelli cominciate a soggiugnere le farsette satiresche recitate dagli Atellani col nome di Esodii che poi rimase al teatro, e che i moderni hanno ritenuti nominandoli tramezzi all’Italiana, saynetes e fin de fiesta ed entremeses alla Spagnuola, e petites pieces alla Francese. […] Rintone inventore, come si disse nel tomo precedente, di quel genere di drammi, compose appunto un Anfitrione, ed Archippo comico ne scrisse un altro, come leggesi in Ateneo. […] I gramatici e i critici de’ secoli precedenti hanno eruditamente rilevate negli antichi le veneri del linguaggio e dello stile, o le regole di Aristotile osservate o neglette, lasciando a i posteri più filosofi e di miglior gusto quasi intatta la più utile investigazione de’ loro drammi, cioè quella de’ tratti più vivaci, de’ vaghi colori scenici, dell’arte di maneggiar con delicatezza gli affetti, e di dipingere con verità i costumi.

119. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VII. Opera musicale nazionale ed italiana. » pp. 195-212

Tali rappresentazioni dal luogo ove eseguironsi trassero il nome di Zarzuelas, ed ora così seguitano a chiamarsi in Ispagna i drammi nazionali cantati.

120. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « NOTE E OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 281-290

Egli è certo, che quando Tiberio cacciò da tutta Italia gl’ istrioni per la loro somma petulanza e immodestia, e che quando Nerone medesimo, alcun tempo dopo averli richiamati, fu costretto per timor di qualche grave periculo a bandirli da Roma, non cessarono le rappresentazioni delle favole teatrali, segno evidentissimo che non vennero compresi nel bando sotto il nome d’ istrioni i tragedi e comedi, cioè coloro che recitavano e cantavano drammi regolati.

121. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO III. Della vera Commedia Francese e della Italiana in Francia. » pp. 128-191

In fatti la Pamela non invecchiò per lunga serie di anni finchè non si alterò il gusto comico italiano coll’imitazione de i drammi lugubri stranieri; e la Nanina non pare che torni spesso sulle scene francesi. […] Benchè desti (dice il nominato critico) talvolta la tenerezza e le lagrime, per la verità de’ caratteri, e per la semplicità degli evenimenti è questa favola ben lontana da que’ drammi così poco degni di stima che vanno sotto il nome di tragedie cittadinesche e di commedie lagrimanti, pel cui cattivo genere il sig. […] Carlo de Montenoy Palissot nato in Nansi l’anno 1730 autore della Dunciade francese compose due drammi comici.

122. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « LIBRO VIII. Teatri settentrionali del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 232-294

Hille tradusse la Zaira con poche alterazioni, Cibber, Hoadley, Farquar, e qualche altro, composero varie tragedie che si trovano nella collezione de’ quaranta drammi usciti in Londra nel 1762 col titolo di Teatro Inglese. […] Mistriss Moore scrisse Percy oltre ad alcuni drammi sacri. […] I drammi, la musica, i cantanti, tutto chiamano dall’Italia.

123. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO VII. ed ultimo. Vuoto della Storia teatrale. » pp. 248-280

Ma più tardi che egli non istima uscirono nella Germania drammi somiglianti al riferito, come vedremo ne’ seguenti volumi; e per fissare l’epoca di questa rappresentazione Pascale al secolo duodecimo, bisognerebbe o averne monumenti storici sicuri, o addurne congetture convincenti, esaminando i costumi che vi si dipingono, e le dottrine ed opinioni, le quali potrebbero menarne a rinvenire il nascimento di questa farsa. […] Cinesi, Tunkinesi, Giapponesi, Giavani, culti senza raffinamento, artieri senza delicatezza, navigatori senza coraggio, filosofi quanto basta per distinguersi da’ barbari, imitano le umane vicissitudini senza sceverar ne’ loro drammi gli evenimenti ridicoli da’ lagrimevoli.

124. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 40-58

Essi composero due generi di drammi, l’eroico per rappresentar pubbliche imprese, vittorie, trionfi, ed il comico per imitar fatti domestici e pastorali.

125. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 28-41

Essi composero due generi di drammi, eroico per rappresentar pubbliche imprese, vittorie, trionfi, e comico per imitar fatti domestici e pastorali.

126. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 484-498

Vi hanno frasi di tragedie e di drammi passate nella illustrazione sua in proverbio.

127. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO II. Prima Epoca del Teatro Latino. » pp. 16-128

E finalmente essi ottennero il nome di veri attori personati, non perchè soli usassero la maschera, ma perchè soli ebbero il privilegio di non mai deporla sulla scena, la dove gl’altri istrioni, commettendo qualche fallo di rappresentazione, ad un cenno del popolo dovevano smascherarsi e soffrirne a volto nudo le fischiatea Ma per qual pregio particolare vennero in simil guisa privilegiate e conservate ancora dopo che la scena latina ammise drammi migliori? […] Cinque o sei anni dopo che Livio ebbe introdotta la poesia teatrale in Roma, cioè verso l’anno 519, Gneo Nevio poeta nato nella Campania vi fe udire i suoi drammi tragici e comicia. […] Egli trovò in Roma che dopo la comparsa di Andronico e l’introduzione de’ drammi simili a’ Greci, si erano ad essi cominciate a soggiugnere le farsette satiresche recitate dagli Atellani col nome di Epodi che poi rimase al teatro, che i moderni hanno ritenuti nomandoli all’italiana tramezzi, alla spagnuola saynetes e fin de fiesta ed entremeses, e alla francese petites pièces. […] Rintone inventore (come si è detto nel tomo precedente) di quel genere di drammi, compose appunto un Anfitrione, ed Archippo Comico ne scrisse un altro, come afferma Ateneo. […] I gramatici e i critici de’ secoli precedenti hanno eruditamente rilevate negli antichi le veneri del linguaggio e dello stile e le regole di Aristotile osservate o neglette, lasciando ai posteri più filosofi e di miglior gusto quasi intatta la più utile investigazione de’ loro drammi, cioè quella de’ tratti più vivaci, de’ vaghi colori scenici, dell’arte di maneggiar con verità i costumi.

128. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo III. Progressi Teatrali in Francia tardi, ma grandi nel medesimo Secolo XVII. » pp. 291-315

I drammi furono del grazioso Quinault, già cameriere di Tristan. Quell’ingegno raro portò l’ opera francese, appena nata, all’eccellenza, e i di lui più pregevoli drammi sono Armida, Ati, Alceste, e Teseo.

129. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VII. Della vera commedia Francese e dell’Italiana in Francia. » pp. 144-176

“Benchè desti (dice il nominato critico) talvolta la tenerezza e le lagrime, per la verità de’ caratteri e per la semplicità degli evenimenti, è questa favola ben lontana da que’ drammi così poco degni di stima che vanno sotto il nome di tragedie cittadinesche e di commedie lagrimanti, pel cui cattivo genere il sig. […] Carlo de Montenoy Palissot nato in Nansì l’anno 1730 autore della Dunciade francese compose due drammi comici.

130. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 364-382

Il repertorio, come tutti quelli a un dipresso delle altre compagnie, si componeva in gran parte di drammi lagrimosi, alternati con qualche tragedia di Alfieri e qualche commedia di Goldoni.

131. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 420-431

Ammalatosi il Pieri nel '53, egli dovette sostituirlo per tre mesi, recitando tragedie, drammi, commedie, e farse al fianco della Cutini, acquistando nella gran varietà de' personaggi, quella elasticità di dizione e d’interpretazione che doveva condurlo a gran passi alla celebrità.

132. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO I. LIBRO I » pp. 12-33

Suida rammemora tralle poesie di Callimaco drammi satirici, tragedie e commedie.

133. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO I. Vuoto della Storia Teatrale nell’età mezzana. » pp. 57-79

Ma più tardi che egli non istima, uscirono nella Germania drammi simiglianti al riferito, come vedremo ne’ seguenti volumi, e per fissare l’epoca di questa rappresentazione Pascale al secolo XII, bisognerebbe o averne monumenti storici sicuri, o addurne congetture convincenti, esaminando i costumi che vi si dipingono, e le dottrine ed opinioni, le quali potrebbero menarne a rinvenire il nascimento di questa farsa.

134. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 130-141

Nè le tragedie di Alfieri, Saul, Agamennone, Oreste, Virginia, Polinice, Antigone, Ottavia, nè i drammi del Metastasio, Attilio Regolo, Temistocle, Catone in Utica, ebbero più forti interpreti di lui.

135. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VIII. Teatri materiali. » pp. 213-236

Certo è che dopo di tal raccolta manca ancora a sì culta nazione una scelta di componimenti teatrali ragionata, campo ben glorioso da coltivarsi da un letterato filosofo nazionale fornito di gusto, di buona fede, d’imparzialità, di lettura e di senno, il quale sappia sceglier bene, e vagliar meglio non tanto i difetti, quanto le bellezze de i drammi.

136. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO V. Continuazione del teatro Latino. » pp. 222-242

Ebbe il teatro latino due specie di tragedie, drammi Italici, diverse commedie, mimi, e pantomimi.

137. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda Guerra Punica. » pp. 129-244

Nato però e allevato fuori dell’Italia nella regione Gallica inseri sovente ne’ suoi drammi voci non latine, e per tal mescolanza fu da Cicerone chiamato malus latinitatis author a Tullio stesso nel libro de Senectute cità i di lui Sinefebi, e Aulo Gellio la commedia intitolata Plotium, favole di Menandro da Cecilio imitate. […] Finalmente noi sappiamo per un prologo dello stesso Terenzio che a’ suoi tempi destinavasi dal magistrato un poeta di nome per ascoltare i drammi prima di rappresentarsi; ed in fatti egli dovè leggere al poeta Luscio la migliore delle sue commedie; ma non parmi che gli Edili si assumessero mai la carica di giudici letterarii delle poesie teatrali, carica che in appresso, come diremo, si vide addossata a cinque censori. […] Vi si piange, ma un pianto conveniente alle domestiche discordie delle famiglie cittadinesche, e non già quel pianto corrispondente agli atroci delitti o inventati da una fantasia alterata per disonorare l’umanità o ricevuti da’ più famosi e rari processi criminali secondo la pratica degli ultimi strani drammi Inglesi, Francesi e Alemanni. […] Finalmente non istimarono i bellicosi Romani sconvenevole alla lor grandezza stabilire una deputazione di cinque Censori destinati a rivedere i drammi da rappresentarsi, per contenere i poeti ne’ limiti dovuti.

138. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo nono »

Giacopo Carissimi, illustre compositore romano dopo la metà dello scorso secolo, cominciò a modular i recitativi con più di grazia e di semplicità, avvegnaché non vi si facesse allora particolar riflessione sì perché il gusto del pubblico rivolto intieramente alle macchine e alle decorazioni badava poco alla dilicatezza della composizione, come perché la poesia dei drammi così poco interessante faceva perdere il suo pregio, anche al lavoro delle note. […] E il Sassone, l’Hendel, il Bach, e il Gluck e tanti altri posero sotto le note i drammi italiani che si videro signoreggiare imperiosamente in tutte le corti europee da Petersburgo perfino a Lisbona, e da Pultava fino ad Amsterdam eseguiti da uomini e donne italiane non senza vantaggio considerabile d’infinite famiglie e di moltissimo oro colato in Italia per questa via. né minore si fu la riputazione che del buon gusto e del prospero stato delle arti italiane presero gli oltramontani, in veggendo le tante colonie composte di maestri, di sonatori, di cantanti, di ballerini, e di macchinisti bravissimi, che sortivano dal loro paese per procacciar ad essi un sì vario, sì gentile, e sì perfezionato diletto, né minori i contrassegni, onde vennero distinti non pochi Italiani celebri solo per questo merito; Ferri, Matteucci, e Guadagni furono creati cavalieri, Farinelli ebbe la croce di Calatrava in Ispagna, dove sotto la sua direzione, e regolamento si rinovellò negli spettacoli teatrali tutta la magnificenza e il buon gusto dell’antica Atene; la Tesi fu premiata coll’acquisto dell’ordine della Fedeltà e Costanza in Danimarca, e così via discorrendo.

/ 170