/ 228
23. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 556-560

E apparteneva a questa famiglia, o era lo stesso del '59, quel Tamborino o Tabarrino ciarlatano savojardo nel giornale manoscritto del Fuidoro, riferito da Croce, che il dicembre del '69 pubblicamente nel largo della Piazza di Castello a Napoli, fatta nel suo banco una scena, vi faceva recitar da dieci persone e a tutte sue spese comedie ; e pel concorso grande che vi era senza pagare, vendeva una conserva di ginepro, che era contravveleno ? […] Quanto al costume ho riprodotto la maschera del Sand, che non è che una variante dei tanti Zanni di Callot, e non ha che vedere nè con quella della stampa attribuita ad Abraham Bosse, contemporaneo di Mondor, fatta nella prima giovinezza, poco dopo la sua andata da Tours a Parigi, nè con quella della stampa che sta in fronte all’ Inventaire universel des œuvres de Tabarin (Parigi, 1623), molto somigliante del resto, se ben più piccola, all’altra : se non che Tabarino là è senza barba e coll’ enorme tesa del cappello, base del costume tabarinesco, calata sull’occhio manco (pagina 556), mentre qui ha la lunga barba a punta e la tesa rilevata ai due lati, come in questa riproduzione ammodernata che precede le opere tabarinesche nell’edizione del 1858.

24. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 676-677

Ivi, 1873, I, 163) che la Marta Colleoni si trovava il 1796 a Modena al Teatro Rangoni, e che, appoggiata anche dal General Rusca, chiese alla Municipalità il permesso di far delle Tombole, onde risarcirsi della perdita fatta di modenesi L. 7255, perchè interveniva al Teatro pochissima gente.

25. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 724

La stessa richiesta fu fatta il 20 marzo 1688 dall’abate Vincenzo Grimani.

26. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO IV. La drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 47-73

Trattasi nel secondo de’ mali apparsi dopo la pace fatta, e gl’ interlocutori sono un augure, il coro ed un messo che nulla dice di più degli altri. […] Aggiungasi che dicendo Sulpizio di aver dopo molti secoli fatta rappresentare in Roma una tragedia, ci fa retrocedere col pensiere almeno sino a’ Latini, nè possiamo concepir altrimenti la tragedia di cui fa motto, se non come quella degli antichi. […] Parla del Verardi e del suo Fernandus servatus Apostolo Zeno nelle Dissertazioni Vossiane; ma non pare che avesse conosciuto la prima edizione in quarto fatta de’ di lui drammi in Roma per Magistrum Eucharium Silber, alias Franck nel 1493 a’ 7 di maggio50. […] Andres abbia a mettersi in confronto colla Celestina pretta novella in dialogo, e non azione drammatica, che mai non si rappresentò, che non è fatta per rappresentarsi, e che nel XV non si era ancora composta, perchè il primo autore Cotta non ne fece che un atto de’ ventuno che poi n’ebbe nel XVI secolo? […] del Fontanini, e solo fa menzione di una terza che se ne fece in Venezia nel 1513, ed a questa seguì la quarta fatta nella medesima città nel 1518.

27. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 436-437

S. veniva così strettamente conjunta col caro nostro difonto, ho campo di penetrare assai più che molti altri ne’sviscerati sui affani, supplico però la divina manc che Le ha fatta la piaga che si degni di sanarla con gratie, e consolationi proportionnate alla sua Virtù e che mi porga il Cielo la desiderata occasione di effettuare i caldissimi affetti con quali mi offerisco.

28. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 540

Se fosse rimasta nell’arte, chi sa quale artistona se ne sarebbe fatta.

29. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 474-476

Nata a Mantova il 1827 da un Capitano polacco al servizio dell’Austria, fu una delle maggiori attrici italiane, fiorita dal’ 45 al '65, entrata in arte in quella famosa Compagnia di Gustavo Modena, fatta di elementi giovani, non viziati da eroi o eroine della scena.

30. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 639-643

S. cominciai a credere che subito dovesse uscir di priggione, et piu me ne assicurai allora che mi fu detto l’jstanza che di esso haueua fatta al S. […] S. mi gioua anche il credere che lei sia per superare ogni mal officio che fosse fatto contro la sua liberacione si che, e per la promessa fatta, et per la speranza ch’ io hò nella sua bontà ; ma più per l’Amor di Dio V.

31. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 617-622

Da quella conca avventurosa e bella che fuor dell’onde l’alma Dea di Gnido allor portò, che dal Mar nacque, al Lido, degna d’esser nel Ciel fatta una stella : tolse le perle rilucenti, e in quella bocca le pose di sua man Cupido, cagion che da me stesso io mi divido, qualor si dolce ride ovver favella. […] lxvi Rubò Prometeo il foco À le ruote del Sole, Per farne parte a la mondana prole ; Rapì Tantalo a Gioue Il Nettare, e l’Ambrosia ; ma toglieste Gli alti concenti, e l’armonia celeste Voi Madonna a le Stelle, et a le noue Sfere superne ; e'l furto riteneste Dentro le labra : nè per questo sete Con fame eterna, e con perpetua sete Punita ne l’inferno, o nel Caucaso, Ma fatta habitatrice di Parnaso.

32. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo III. La Poesia Drammatica nel Secolo XV fa maggiori progressi in Italia. In Francia cominciano i Misteri. » pp. 194-209

Giovanni Sulpizio che sotto il pontificato d’Innocenzo VIII teneva scuola di Belle Lettere in Roma, vi fece rappresentare un’altra tragedia, e fu la prima veduta in quella città dopo molti secoli, secondo ciò che scrive l’istesso sulpizio nella dedicatoria delle sue note sopra Vitruvio fatta al cardinal Rafaello Riario nipote di Sisto IV140. […] Si aggiunga di più, che dicendo Sulpizio d’aver dopo molti secoli fatta rappresentare in Roma una tragedia, ci fa retrocedere col pensiero almeno fino a’ Latini, e non possiamo altrimenti concepire la tragedia di cui fa motto, se non come quella degli antichi, e non già come l’opera eroica moderna. […] Verso la fine di quello secolo, cioé nel 1492 Carlo Verardi da Cesena, arcidiacono nella sua patria, e cameriere e segretario de’ brevi di Paolo II, di Sisto IV, d’Innocenzo VIII, e di Alessandro VI, compose ancora due drammi, che furono stampati e fatti solennemente rappresentare in Roma dal sopraccennato Cardinal Riario; l’uno in prosa latina (trattone l’argomento e ’l prologo che sono in versi giambici) sull’espugnazione di Granata, fatta dal re Ferdinando il Cattolico; e l’altro intitolato Fernandus servatus, ideato dal Verardi all’occasione dell’attentato di un sicario contra la persona del medesimo re Ferdinando, e poi disteso in versi esametri da Marcellino suo nipote. […] In un codice della Biblioteca Estense, in cui si contiene la traduzione latina delle lettere attribuite a Maometto II, fatta da Laudivio, questi, come ci attesta il Tiraboschi, vien detto Cavaliere Gerosolimitano.

33. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « ECCELLENTISSIMO SIGNORE » pp. -

Vuolsi che un villanello, non potendo altramente dar segno di sua divozione al gran Serse, fatta coppa delle proprie mani, gli porse dell’acqua pura, ed il Re Persiano l’accolse con quella umanità che accompagna sempre la vera grandezza.

34. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 4

Moglie di un comico Adami, prima, poi del famoso Lolli, nacque a Roma nel 1635, e si recò a Parigi nella Compagnia italiana col giovane Biancolelli, con Eularia e Ottavio nel 1660 come servetta sotto il nome di Diamantina, che l’aveva già fatta celebre a Roma.

35. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 300

E più oltre, al proposito della Rosmonda : L’ho composta per contentar la Bastona, la quale sostenuto avendo il carattere odioso di Teodora, pretendeva di farsi onore con una parte virtuosa, ed eroica ; ma tutti e due c’ ingannammo : ella non era fatta per queste parti, ed io non era ancora assai pratico per iscegliere gli argomenti.

36. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 275-276

Re di Francia Henrico Secondo di questo nome fatta nella nobile et antiqua Città di Lyone a luy et a la sua serenissima consorte Chaterina alli 21 Septemb.

37. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 148-185

Trattasi nel II atto de’ mali apparsi dopo la pace fatta , e gl’interlocutori sono un augure, il coro ed un messo che nulla dice di più degli altri. […] Aggiungasi che dicendo Sulpizio di aver dopo molti secoli fatta rappresentare in Roma una tragedia, ci fa retrocedere col pensiero almeno sino a’ Latini, nè possiamo altrimenti concepir la tragedia di cui fa motto, se non come quella degli antichi. […] Parla del Verardo e del suo Fernandus servatus Apostolo Zeno nelle Dissertazione Vossiane; ma non pare che avesse conosciuto la prima edizione in quarto fatta de i di lui drammi in Roma per Magistrum Eucharium Silber, alias Franck nel 1493 a’ 7 di maggioa Vi si trova impresso il Fernandus servatus, la Historia Betica, e una ballata in fine colle note musicali. […] Andres abbia a cadere a porlo in confronto colla Celestina spagnuola pretta novella in dialogo, la quale non fu mai azione drammatica, non mai si rappresentò, non è fatta per rappresentarsi, non si era nel XV secolo ancora composta, perchè il primo di lei autore Cotta non ne compose se non che un atto solo de’ ventuno ch’ n’ebbe poi nel secolo XVI? […] del Fontanini; e solo fa menzione di una terza del 1513 di Venezia, ed a questa seguì la quarta fatta nella medesima città nel 1518.

38. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — 1754, a dì 17 Luglio.Die16 Julii 1754. » pp. 159-160

Nell’istante medesimo esco qual forsennato, vado non sapendo dove, e mi trovo in casa, senza neppure aver veduto la strada da me fatta.

39. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 982-983

Fu con Goldoni gran tempo al San Luca, ma dopo la recita della Sposa persiana (del 1755), in cui il pubblico s’interessò maggiormente al personaggio della giovane schiava che a quello della prima donna, la moglie di lui, sommamente irritato contro il pubblico e contro Goldoni, disse che gli era stata fatta un’ azione da forca, protestò col Vendramini, andò in iscandescenze, mandò in pezzi il suo orologio contro la vetrata di un paravento di cui frantumò i vetri, e piantò tutti in asso scritturandosi con la moglie per la Compagnia del Re di Polonia a Dresda.

40. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1060-1062

.° di dodici, ritenendo però per rimborso le dobble venticinque simili delle quali fu fatta loro prestanza in virtù d’ordine del duca, sin sotto li 19 maggio dell’ anno scorso 1688.

41. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 752

., che già mai s’intenda esclusa la gratia fatta a Bertolino.

42. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo I. Ritorno delle Rappresentazioni Teatrali dopo nate le Lingue moderne. » pp. 181-187

I monaci poi si avvisarono ancora di mettere in dialoghi le vite de’ santi, come quella di Santa Caterina rappresentata da’ monaci di San Dionigi, ed altri innumerabili dialoghi di simil fatta, che andaronsi recitando di mano in mano in Francia, in Alemagna, in Italia, e nelle Spagne, dove durarono per molti secoli. […] Un’altra rappresentazione de’ misteri della passione di Cristo ec. trovasi fatta nel Friuli all’anno 1298121.

43. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO III. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 125-139

Narransi brevemente da un Messo gli eventi della guerra fatta in Lombardia a tempo di Ezzelino, ed al fine la morte di lui. […] Furono esse però scritte nel XIV secolo, e si aggirano l’una sulle vicende di Medea, l’altra sull’espugnazione di Cesena fatta dal Cardinale Albornoz nel 1357, la quale viene puittosto attribuita al dotto amico del Petrarca Coluccio Salutato eloquente segretario di tre pontefici morto in Firenze sua patria l’anno 1406.

44. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO II. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 32-40

Narransi brevemente da un messo gli eventi della guerra fatta in Lombardia a tempo di Ezzelino, ed al fine la di lui morte. […] Furono esse però scritte nel XIV secolo, e s’ aggiravano l’una sulle vicende di Medea, l’altra sull’espugnazione di Cesena fatta dal Cardinale Albornoz nel 1357, la quale viene piuttosto attribuita al dotto amico del Petrarca Coluccio Salutato eloquente segretario di tre pontefici morto in Firenze sua patria l’anno 1406.

45. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 96-104

A questo tempo il Martinelli, che, avido com’ era, non lasciava nulla d’intentato pel mantenimento sollecito d’ogni promessa che gli veniva fatta, pubblicò un libro per ottenere dal Re e dalla Regina la promessa collana con medaglia d’oro, del quale il Baschet, alla cui opera magistrale più volte citata vo queste notizie attingendo, ha fatto un largo cenno, ma il quale per la sua curiosità e rarità, riporto qui per intero. […] Il 10 novembre 1606 da Fontainebleau Enrico scriveva gajamente a suo cugino Ferdinando Gonzaga, cardinale un anno dopo, nonostante i suoi vent’ anni, perchè la Duchessa di Mantova tenesse la promessa fatta alla cognata di Francia d’inviarle novamente i comici italiani ; i quali però non andaron altrimenti, allegando la malattia d’Arlecchino, e le difficoltà delle attrici per avventurarsi a un tal viaggio d’inverno.

46. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VII. Pastorali. » pp. 4-41

perchè quasi di tutte si trova scritto di avervi fatta la musica qualche maestro. […] Il Sacrificio di Agostino Beccari ferrarese si rappresentò nel 1554 in Ferrara due volte alla presenza del duca Ercole II, avendovi fatta la musica Alfonso della Viola, e s’impresse l’anno seguente. […] La difesa dell’Aminta fatta dal Fontanini che s’impresse nel 1700, fu composta per rispondere al discorso censorio fatto contro la pastorale del Tasso dal duca di Telese Bartolommeo Ceva Grimaldi per comando dell’Accademia degli Uniti di Napoli. […] L’enumerazione di parti fatta nella prima scena dall’astuta Dafne per piegar Silvia ad amare: Stimi dunque nemico il monton de l’agnella ecc., non trascende le idee pastorali, e contiene immagini campestri ben conte e sottoposte agli sguardi di Dafne e di Silvia. […] La dipintura della corte fatta da Mopso e raccontata da Tirsi ha mille vaghezze.

47. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO IV. Pastorali del Cinquecento. » pp. 267-294

perchè quasi di tutte si trova scritto di avervi fatta la musica questo o quell’altro maestro. […] Il Sacrificio di Agostino Beccari Ferrarese si rappresentò nel 1554 in Ferrara due volte alla presenza del duca Ercole II, avendovi fatta la musica Alfonso della Viola, e s’impresse l’anno seguente. […] La difesa dell’Aminta fatta dal Fontanini che s’ impresse nel 1700, fu composta per rispondere al discorso censorio fatto contro la pastorale del Tasso dal duca di Telese Don Bartolommeo Ceva Grimaldi per comando dell’accademia degli Uniti di Napoli. […] L’ enumerazione di parti fatta nella prima scena dall’astuta Dafne per piegar Silvia ad amare, Stimi dunque nemico Il monton de l’agnella ecc., non trascende l’idee pastorali, e contiene immagini campestri e conte e sottoposte agli sguardi di Dafne e di Silvia. […] La dipintura della corte fatta da Mopso e raccontata da Tirsi ha mille vaghezze.

48. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Conclusione »

E perché portò già il caso che io dovessi distendere quest’ultimo in francese, in francese l’ho lasciato per essere quella lingua fatta oramai tanto comune, che non vi è in Europa uomo gentile che non la possegga quasi al pari della propria.

49. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 451-452

Quanto al costume e al carattere dello Scapino, metto qui tradotte le parole del Riccoboni che sono nella sua Storia del teatro italiano a illustrazione della figura del Joullain (V. pag. 451) la quale, secondo il Gueullette è stata fatta per Bissoni stesso.

50. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 69-70

Giovine, ben fatta, di statura mediocre, e d’una bellezza particolare, le si farebbe un torto a non applaudirla ; ma invece di brava sarebbe meglio gridare bella per non ingannarla.

51. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO VII. Teatro Lirico Francese, e suoi progressi per mezzo del Lulli, e del Quinault. » pp. 245-266

Di assai cattivo gusto furono in seguito il balletto delle Fate del 1625, in cui, come dicemmo, ballò Luigi XIII, e la festa della Finta Pazza mentovata da Renaudot, fatta rappresentare nel Picciolo-Borbone nel 1645 dal cardinal Mazzarini. […] Iside è la favola della figlia d’Inaco perseguitata da Giunone fatta tormentare dall’Erinni d’ogni maniera. […] L’istesso poeta scrisse poi Achille e Polissena; ma Lulli infermossi dopo aver fatta la musica dell’atto I, e l’apertura, ed il rimanente si pose in musica da Colasse.

52. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 21-36

Quando piangevano i poveri (dice Antonio) Cesare lagrimava; l’ambizione dovea esser fatta di una materia più dura. […] Il merito del Shakespear in tale argomento consiste singolarmente nell’essersi approfittato delle notizie istoriche di tal fatto, e nell’aver renduta capace di rappresentarsi in teatro l’aringa fatta da Antonio al Popolo Romano riferitaci dagli scrittori20, spiegandovi un patetico risentito e forte che accompagna lo spettacolo alle parole; e per questo merito, ad onta delle false espressioni accennate, si manifesta un esperto poeta drammatico. […] Ma chi bramasse distinta contezza delle madornali eresie letterarie del Sherlock, legga le Tre Lettere dell’erudito Alessandro Zorzi Veneziano impresse in Ferrara nel 1779, anno alle lettere fatale per la perdita fatta di questo dotto laborioso Italiano25.

53. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO IV. Teatro Lirico Francese, e suoi progressi per mezzo di Lulli e Quinault. » pp. 59-74

Di assai cattivo gusto furono in seguito il balletto delle Fate del 1625, in cui, come si è detto, ballò Luigi XIII, e la festa della Finta Pazza mentovata da Renaudot fatta rappresentare nel Picciolo-Borbone nel 1645 dal cardinal Mazzarini. […] Iside è la favola della figlia d’Inaco perseguitata da Giunone, e fatta tormentare dall’Erinni d’ogni maniera. […] L’istesso poeta indi compose Achille e Polissena; ma Lolli infermossi dopo aver fatta la musica dell’atto primo, e l’apertura, e Colasse compose il rimanente.

54. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO II. Teatro Olandese: Danese: Suedese: Polacco. » pp. 32-37

Oltre della traduzione da lei fatta del Filosofo Inglese e del Don Quixote, e di varie sue poesie, ella scrisse pel teatro in più di un genere.

55. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 355-357

Par che talvolta le cose non camminasser troppo bene ; e si sa che a Venezia gli fu venduta all’asta pubblica tutta la roba con quella del capocomico : grave infortunio, compensatogli da una vincita al lotto fatta dalla moglie in quell’istesso tempo di quattrocento Bavare.

56. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 156-158

Fu banditore il '74 del primo congresso drammatico in Firenze, e pubblicò nel '77 un Manuale dell’artista drammatico in cinque dialoghi, col Prontuario delle pose sceniche, già edito nel '54, che si può dire, senza offendere la memoria del grande attore, l’antitesi dell’arte sua, fatta tutta di verità e di spontaneità.

57. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 499-500

 » Proprio così : la verità, la spigliatezza, la spontaneità gli mancano tal volta ; e come gli sarebbe agevole riacquistarle potè far fede la parte di Jago, recitata sotto la guida del padre con tal chiarezza e vivacità e sobrietà insieme, che la magnifica figura shakspeariana, troppo sovente fatta consistere in un artifizioso, leccato strisciar delle parole a viemmeglio insinuar la gelosia per vendicarsi o dell’ oltraggio maritale di Otello, o della superiorità di Michel Cassio, balza viva e saltante, quale essa è veramente : figura di cinico, egoista, maligno, calcolatore, sottile, feroce, che va diritto al suo scopo, serbando in quella sua servilità tutta la libertà del pensiero e dell’azione ; e, come al bel tempo, in cui la prima volta la incarnò il padre al Niccolini, è rivissuto nell’arte del forte scolaro tutto il genio selvaggio di Shakspeare.

58. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo V. Stato de’ Teatri in Francia, Inghilterra, e Alemagna nel medesimo Secolo XVI. » pp. 242-251

Io ne ho veduta, pochi anni fa, sul teatro spagnuolo in un Intermezzo l’azione principale e la difesa del Pecoraio fatta da Patelin, e la contesa dell’avvocato e del cliente che lì vale delle di lui istruzioni per non pagarlo. […] La prima s’intitola gli Amori di Melibeo e del Cavalier Calisto, tragedia in diciannove atti, fatta dal dottor Sigismondo Grimm, impressa in Augsbourg nel 1520, Celestina é il titolo originale di questa novella in dialoghi, che si é presa per rappresentazione teatrale: la seconda é l’Aulularia di Plauto, impressa in Magdeburg nel 1535; e la terza é l’Ifigenia in Aulide d’Euripide, impressa nel 1584, alla quale il traduttore ha voluto dare il nome di comoedio-tragoedia.

59. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO VI. La Drammatica oltre le Alpi nel XV secolo non oltrepassa le Farse e i Misteri. » pp. 186-200

Fu il secondo una festa fatta rappresentare dal conte de Ureñas nella propria casa ospiziando il re Ferdinando che passava a Castiglia per isposare la regina Isabellaa, e non già in occasione delle nozze de’ Cattolici re , come asserì il Lampillas. […] Dovea egli perciò meritare di esser lo scopo delle villanie del superficialissimo pedante Vicente Garcia de la Huerta seminate col carro in un Prologo da premettersi ad una immaginaria collezione di componimenti spagnuoli, che non aveva ancor fatta, e che non poteva mai far bene per mancanza di gusto, di materiali e di principii?

60. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica oltre le alpi nel XV secolo non eccede le Farse e i Misteri. » pp. 74-84

Fu il secondo una festa fatta rappresentare dal conte de Ureñas nella propria casa ospiziando il re Ferdinando che passava a Castiglia per isposare la regina Isabella71, e non già in occasione delle nozze de’ Cattolici re, come afferma il Lampillas. […] Dovea egli perciò meritare di esser lo scopo delle villanie del superficialissimo Vicente Garcia de la Huerta seminate in un Prologo da premettersi a una immaginaria collezione di componimenti Spagnuoli, che non avea ancor fatta, e che non poteva mai far bene per mancanza di gusto, di materiali e di principj?

61. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 506-512

Colla tremante sua voce asserisce che il Goldoni l’ha fatta per lei, e che non deve cederla mai. […] Dice Goldoni : Questa commedia ebbe un bastante incontro, quantunque fosse fatta per averne uno maggiore ; ma Madama Bresciani, che di sua natura era capricciosa un poco ancor essa, credette di vedersi ella stessa rappresentata, e l’umor suo cattivo indeboli la buona riuscita della commedia.

62. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO II. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 80-124

Le guerre d’Asia poi, la presa di Costantinopoli fatta da’ Latini, il passar che fecero le più fertili Isole dell’Arcipelago con una gran parte del Peloponneso sotto il dominio de’ Veneziani, de’ Genovesi e di altri Italiani, produssero lo stabilimento del commercio in Italia come nella sua più nobil sede. […] Alfredo gran re d’Inghilterra in un tempo di barbarie, cioè nell’878, volendo spiare la situazione dell’armata Danese che avea fatta irruzione nel suo reame, si presentò al campo Danese. […] Un’altra rapresentazione de’ Misteri della Passione di Cristo trovasi fatta dal Clero con molto applauso nel Friuli l’anno 1298 nel dì di Pentecostea. […] Poteva egli convincersi dei disordini del foro spagnuolo nella compilazione meno antica intitolata Fuero Real fatta da Alfonso IX, e veder nel prologo gli sconcerti de’ secoli ch’egli voleva illuminati dalle leggi di Alarico. […] Accenniamo solo che in Lanciano in Abbruzzo una tragica sacra rappresentazione si trova da tempo immemorabile eseguita nella sera del Venerdì santo, del Mortorio di Cristo, dopo una pomposa processione che usciva dalla chiesa di san Filippo Neri, fatta a spese de’ confratelli della Compagnia della Morte.

63. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 18-20

Bon, cominciò a essere da lui protetto ; tanto che fu accolto nella Compagnia con due lire austriache al giorno, nella quale esordì a Parma col semplice annunzio : « Signor Conte, la carrozza è pronta : » annunzio che egli, ad attenuare la triste figura che avrebbe fatta d’innanzi a’compagni, allargò nel modo seguente : « Signor Conte, sapendo che Ella doveva andare in città per disbrigare molte faccende importanti, mi sono dato tutta la premura per fare approntare la carrozza ; e quando Ella comanda, è prontissima ed a sua disposizione.

64. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 547-549

Il 23 marzo del 1848 un avviso di Alessandria, col quale invitava il pubblico a una accademia di declamazione e di canto a beneficio dell’attore Francesco Sterni, cominciava così : La sera di giovedi 23 marzo è sera per noi di beneficenza cittadina, e questo, piuttosto che un ricordo teatrale, è un ricordo comune della tacita e reciproca promessa che ci siam fatta di ritrovarsi tutti come ad un convegno desiderato.

65. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VI. Tragici Spagnuoli, secondo il Signor Lampillas, negletti, o censurati a torto dal Signorelli. » pp. 43-68

Egli che nominò il suo Absalon, non avrebbe fatta menzione ancor passaggiera delle altre? […] Ma caro Signor Apologista, poteva io farmi mallevadore dell’analisi compiuta fatta da un Nazionale di quattro Tragedie da me non lette? […] Quella osservazione che altri ancora ha fatta, tende a tutt’altro che a provvedere di salvo condotto l’imperizia. […] Quindi è che se io dovessi dire, quante sieno le azioni principali, affermerei esser tre, non contando le subalterne: cioè 1. la Morte d’Isabella e Muley per l’amor lascivo del Tiranno colorita col pretesto della Religione; 2. la Morte del Tiranno derivata dalle sue crudeltà e dall’avere ucciso l’amato della Sorella; e 3. la Morte di Adulze avvenuta per eroismo, non volendo egli mancare nè all’amistà, ed alla gratitudine dovuta al Re, nè alla promessa da lui fatta all’amata. […] Io non disapprovo la preghiera del Padre e della Madre fatta ad Isabella, perchè interceda presso il Tiranno in prò de’ Cristiani; ma il Signor Don Saverio mostrerà esser cosa plausibile che quei due Vecchi dabbene le propongano, come già propose Idraotte Saracino e Mago ad Armida, che vada a lusingare il Re, che ne fomenti l’amore, che ne sostenga e nutrisca le speranze?

66. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 793-794

Di essa non v’è che la dedica fatta all’altezza di Francesco II Duca di Modena in data de’17 febbraio 1677.

67. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 933-934

Tutti si unirono in una specie di sala in mezzo alla barca, fatta e disposta sopra casse, baulli, e balle.

68. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 969-973

Fu fatta una sottoscrizione che mi fruttò una bella somma, e il Maire con tutto il Consiglio, le corporazioni, le bande militari, e la numerosa colonia italiana assisterono al funebre corteo. […] Molti giorni dopo fui avvisato che all’isola della Maddalena era stato trovato il cadaverino di una bambina vestita di nero con guarnizione di ge ; le cifre della biacheria che portava erano un A e un G ; e il Sindaco, supponendola mia figlia, l’aveva fatta seppellire in chiesa, ponendovi una lapide ; fu per me una triste consolazione !

69. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 186-194

In quella compagnia disciplinata, egli, se bene spirito indipendente, sapeva essere disciplinato, perchè la disciplina era fatta tutta d’amore. […] Chi non ricorda, per esempio, il Marecat de' Nostri intimi con quella enorme pancia, con quella faccia rosea, ridente, piena, fatta di bambagia, nè già grottesca come quella di un siur Cámola, ma ritraente un de'più belli e simpatici tipi di grasso borghese ?

70. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 574-575

Ognuna, che se le presentava, le accomodava, pareva fatta per lei, e non passava un giorno che la buona diventava cattiva, ed era licenziata, o andava a sua posta.

71. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 691-696

E in tutte queste opere, quando il temperamento gliel consenta, sa mostrar l’arte sua poderosa « fatta – scrive Angiolo Mori — di intendimenti di una accuratezza sottile, umanamente intima, di cui è profondo il concetto ; con una recitazione tutta moderna, di una rispondenza assoluta dell’anima con lo stato della coscienza femminile nella triste e tormentosa ora che passa. » Fin qui della artista.

72. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda guerræ Punica. » pp. 91-171

Ma come dice di averla fatta doppia di semplice ch’essa era? […] Ma se l’ atto II incomincerà dalla scena di Formione con Geta, tutto procederà con ogni verisimiglianza; lo spazio che corre da un atto all’altro darà luogo alla ricerca di Formione fatta da Geta e al racconto del fatto. […] Per buona ventura nel fermarmi la state del 1779 in Parma, vidi manoscritta la versione Italiana del Formione fatta dall’elegantissimo traduttor di Teocrito, Mosco e Bione, il chiar. […] Ne’ casi di Panfila fatta madre da Eschino gli avviene lo stesso. […] Vedi le note apposte in piè di pagina alla bellissima edizione delle commedie di Terenzio fatta in Roma nel 1767 nella stamperia Zempeliana.

73. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « NOTE E OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 281-290

Un cert’altro letterato Francese di tal fatta, in un circulo d’uomini e di donne, gravemente affermò ancora, aver letto con sommo piacere l’Euripide di Sofocle. […] Dalla citata Iscrizione lapidaria fatta al nominato Lucio Acilio archimimo che fiorì nel tempo di M.

74. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 832-837

Eccovela : studiate prima a memoria le parole, poi pensate a quale classe sociale appartiene il personaggio : mettete dentro a quel personaggio tutto il vostro cuore e la vostra mente : sentite la sua passione come la sentireste voi stessi se vi trovaste nel suo caso : provate cinque, sei, sette volte quella parte alla mattina come pensate di farla alla sera…. e la creazione è fatta. […] È l’attore più vero e più efficace che si possa udire ; col progredire negli anni sono scomparse anche le piccole mende d’un tempo, e finchè avremo artisti di questa fatta non dobbiamo disperare interamente del teatro italiano.

75. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda Guerra Punica. » pp. 129-244

Ma come dice di averla fatta doppia di semplice ch’essa era? […] Per buona ventura nel fermarmi la state del 1779 in Parma vidi manoscritta la versione italiana del Formione fatta dall’elegantissimo traduttor di Teocrito, Mosco e Bione, il chiarissimo p. m. […] Ne’ casi di Panfila fatta madre da Eschino gli avviene lo stesso. […] Il Bayle osservò l’altra fatta del medesimo Moreto per ingannare Giuseppe Scaligero con due finti frammenti del tragico Accio, e del comico Traboa. […] Si veggano le note apposte in piè di pagina alla bellissima edizione delle commedie di Terenzio fatta in Roma nel 1767 nella stamperia Zempeliano.

76. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO IV. Opera Musicale. » pp. 314-344

Altra breve festa fatta a Sassuolo nel dì natalizio di Francesco da Este duca di Modena scrisse il medesimo poeta, in cui cantavano varie deità. […] Ma questi eunuchi sostituiti alle cantatrici nel dramma del Tronsarelli ci chiamano alla memoria un osservazione fatta sulla nostra Storia de’ Teatri del 1777 dall’erudito estensore di quel tempo delle Romane Efemeridi letterarie. […] Eranvi dunque in Grecia nel XII secolo musici castrati  ma dal non trovarsene poscia fatta menzione può argomentarsi che fosse cessata si bella usanza di assottigliar la voce per l’ordine de’ cantori.

77. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO X. Ultima Epoca della Tragedia Greca. » pp. 208-215

Nuova rinomanza ha questo poeta acquistata a’ giorni nostri per l’elegante versione fatta delle sue poesie dal chiarissimo Giuseppe Maria Pagnini Escarmelitano che oggi ha ripigliato l’antico nome di Luc’Antonio e presiede al l’Accademia Imperiale in Pisa.

78. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 40-58

Dopo l’invasione fatta dagli Europei in quelle vaste regioni, che abbracciano forse poco meno della terza parte del globo terrestre, quando essi considerandole come poste nello stato di natura supposero di aver diritto ad occuparle e saccheggiarle senza tener conto della ragione degli indigeni che ne aveano antecedentemente acquistata la proprietà; dopo, dico, l’epoca della desolazione di sì gran parte della terra, le razze Affricane, Americane ed Europee, più o meno nere, bianche ed olivastre, confuse, mescolate, riprodotte con tante alterazioni, vi formano una popolazione assai più scarsa del l’antica distrutta alla giornata da tante cagioni fische e morali, la quale partecipa delle antiche origini nel tempo stesso che se ne allontana. […] Chi non sa ancora la svantaggiosa relazione fatta alla regina Isabella dal di lei confessore Talavera?

79. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO I. Drammi Latini del XVI secolo. » pp. 7-27

Spicca parimente il di lui gusto nella scelta fatta nel tradurre l’Elettra. […] Colla stessa signoril maniera è cangiato in latino il Prometeo al Caucaso di Eschilo, benchè con più libera imitazione, specialmente nel descrivere che fa la situazione di Tifeo atterrato dal fulmine di Giove e sepolto sotto l’Etna, nella narrazione fatta da Prometeo de’ beneficii da lui procurati agli uomini e nelle veramente tragiche querele d’Io.

80. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 28-41

Dopo l’invasione fatta dagli Europei in quelle vaste regioni, che abbracciano forse poco meno della terza parte del globo terrestre, quando essi considerandole come poste nello stato di natura supposero di aver diritto ad occuparle e saccheggiarle senza tener conto della ragione degl’ indigeni che ne aveano antecedentemente acquistata la proprietà: dopo, dico, l’epoca della desolazione di sì gran parte della terra, le razze Affricane, Americane ed Europee, più o meno nere, bianche ed olivastre, confuse, mescolate, riprodotte con tante alterazioni, vi formano una popolazione assai più scarsa dell’antica distrutta alla giornata da tante cagioni fisiche e morali, la quale partecipa delle antiche origini nel tempo stesso che se ne allontana. […] Chi non sa ancora la svantaggiosa relazione fatta alla Regina Isabella dal di lei Confessore Talavera?

81. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 841-848

Nella Essagerazione fatta in riva al Serchio, abbiamo più distesamente che qui il vivo desiderio di monacar le due figliuole, alle quali mostra a color fosco le pene del matrimonio, a esempio di sè forse, alla cui poca felicità maritale accenna in quei versi della Canzone : Imeneo legommi, avvinto ne’ cui lacci or vivo, e stommi venduta libertà senz’alcun prezzo ; e ’l pentirsi non vale in ciò da sezzo. […] mo Federico Cardinal Borromeo suo arcivescovo ha fatta, e tuttavia va facendo ; e il 1614, per due mesi, a Genova, secondo la concessione di quel Senato del 18 agosto.

82. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Conchiusione » pp. 438-442

Ma gli uomini di quella fatta sono rarissimi.

83. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO PRIMO. Antichità Etrusche fondamento delle Romane. » pp. 2-8

Ammiravasi in Populonia la famosa statua di Giove fatta tutta di una vite che si conservò lungamente senza veruna macchia9.

84. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 947-

Ma fatta d’ordine di Lipparini la Pia, il voltafaccia del pubblico fu immediato e compiuto.

85. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 118-120

Madama Medebach si fece veder in piedi ed in buon essere il di di Natale ; ma quando seppe che si era affissata pel giorno appresso La Locandiera, commedia nuova fatta per Corallina, andò a rimettersi in letto con convulsioni di nuova invenzione, che facevano impazzire sua Madre, suo marito, i suoi parenti ed i suoi domestici.

86. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 337-341

In quella bellissima faccia ebraica (sua madre era figlia del custode della Sinagoga di Modena, fatta cristiana quando si sposò) sfolgoran due occhi a mandorla, ricchi di fascino ineffabile ; tra le labbra tumide e procaci affaccian due file di perle grandi ed uguali che attraggono : se la parte inferiore della sua persona rispondesse armonicamente a quella di sopra, Ella sarebbe in ogni rispetto magnifica.

87. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 580-583

Tutti dicevano non più trattarsi di una bimba qualunque, ma di una vera artista fatta e provetta.

88. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO PRIMO. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 2-31

Le guerre d’Asia poi, la presa di Costantinopoli fatta da’ Latini, il passar che fecero le più fertili isole dell’arcipelago con una gran parte del Peloponneso sotto il dominio de’ Veneziani, de’ Genovesi e d’altri Italiani, produssero lo stabilimento del commercio in Italia come nella sua più nobil sede. […] Alfredo gran re d’Inghilterra in un tempo di barbarie, cioè nell’878, volendo spiare la situazione dell’armata Danese che avea fatta irruzione nel suo reame, prese le vesti di un ministriere, e si presentò al campo Danese. […] Un’ altra rappresentazione de’ misteri della passione di Cristo trovasi fatta dal clero con molto applauso nel Friuli l’anno 1298 nel dì di pentecoste21. […] Poteva egli convincersi dei disordini del foro Spagnuolo nella compilazione meno antica intitolata Fuero Real fatta da Alfonso IX, e veder nel prologo gli sconcerti de’ secoli ch’egli voleva illuminati dalle leggi di Alarico.

89. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO IV. Numero delle Tragedie Spagnuole de’ Secoli XVI., e XVII. » pp. 20-25

Il numero delle Tragedie Spagnuole del secolo XVI. con tutta la mia diligenza fatta ultimamente, non oltrepassa quello di quindici o sedici, inchiudendovi però anche le non regolate1.

90. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo II. In quali cose si rassomigli ogni teatro. » pp. 8-13

Veggasi la nobilissima Versione de’ Poemi di Ossian, fatta dal celebre Signor Abate Cesarotti sulla Traduzione Inglese di Macpherson, ed impressa in Padova nel 1763.

91. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — (Corriere di Napoli, 19 febbraio 1899). » pp. 270-274

E per questa insigne donna, che non ha mai troppo amato l’eleganza, che ha sempre eliminato stranamente dalla sua personalità quella forza muliebre che dai palcoscenici ha tanta virtù soggiogatrice, per questa donna che non s’ è mai riscaldata alla fiamma d’ una grande ambizione, per questa donna che ha facilmente rinunziato alle lotte contemplando senza rancore i fulgidi astri che l’ hanno seguita e indicandoli con fiducia ai diffidenti, io ho una speciale predilezione fatta di convincimenti e di reminiscenze.

92. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 364-382

Ancor bambina s’era già fatta un nome, recitando, protagonista, in farse o in commediole, e riuscendo di non poco utile al capocomico. […] La tragedia si replicò fino all’andata in iscena di Maria Stuarda, e la buona riuscita dell’impresa fu artisticamente e finanziariamente assicurata : omai la Rachel fu soggiogata dalla grande arte della Ristori, fatta tutta di spontataneità, e quel battesimo della sua fama le aprì le vie di tutto il mondo.

93. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 995-998

In qualunque modo però la rivoltiate, sarà sempre una cattiva commedia, che passerà una sera, se fatta bene, e senza una prima donna in grazia andrà a fischi.

94. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 62-67

Talia, che ha de' Teatri il sommo onore, Invida, a costei cede il primo vanto, Onde veggendo pur la Dea d’ Amore, Che le Grazie di grazia avanza tanto, Non sol degna la fa del suo favore Fra l’altre tutte, e del commercio santo, Ma per renderla in tutto al Cielo eguale Sempiterna l’ha fatta, ed immortale.

95. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 288-292

mo Per l’instanza che me vien fatta per parte di Vittoria Piissima comica, la quale dice già aver avuto una sentenza a favor suo sopra un suo credito di denari prestati, ho voluto pregar V.

96. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 732-736

Nella lettera al conte Giuseppe Alcaini che prelude ai Motti della prima edizione (Venezia, 1787) egli dice : « Nella mia vecchiezza, fatta più grave dalle disgrazie che l’accompagnano, ho il conforto di sentirmi per le vie commiserato, e di udire universalmente esagerato il dispiacere dello scioglimento della nostra Compagnia comica (quella del Sacco) un tempo tanto favorita da quest’ inclita Metropoli di concorso alla nostra Commedia improvvisa dell’Arte ».

97. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IV. Teatro Italiano nel Secolo XVIII » pp. 316-354

Contuttociò gli fu fatta da molti contemporanei soverchia ingiustizia. […] Giustiniani Genovese, monaco olivetano, ha scritta una sola tragedia, intitolata il Numitore, in cui, toltane alquanta trascuraggine di stile ne’ due ultimi atti, trovasi un numero di rari pregi, che l’hanno fatta riuscire con infinito successo sulle scene, e che la rendono anche pregevole ai lettori più severi. […] Ringhieri, le quali hanno fatta la fortuna di parecchie compagnie d’istrioni. […] Con una traduzione di Roma Salvata di Voltaire fatta da Saverio Bettinelli si sono pubblicate in Bassano nel 1771 le tre tragedie di questo letterato, Gionata, Demetrio Poliorcete, e Serse, nelle quali preso a imitar le tre stelle della poesia tragica francese, Racine, Corneille, e Voltaire nell’Ifigenia, nel Cinna, e nella Semiramide. […] Corneille e Metastasio han soddisfatto compiutamente al loro intento ma se quell’ultimo avesse, seguite l’orme del primo nella condotta della Favola, avrebbe fatta un’opera fredda d’una buona tragedia.

98. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quinto »

Egli nella dedica si vanta d’essere stato il primo a metter in musica le poesie drammatiche, e questo vanto vien replicato dall’autore d’una iscrizione latina fatta pel suo sepolcro, che si conserva in Modena, e che vien rapportata dal Muratori nella sua Perfetta poesia, ma il lettore dopo il narrato fin qui può giudicare se ciò si dica a ragione. […] [31] Dicendo che la musica non si disconviene a così fatta poesia, ho renduto la dovuta giustizia all’una e all’altra. […] L’anima essendo fatta per sentire, cerca d’avere sensazioni diverse perché ciascuna di esse le arreca una novella modificazione di piacere: quindi l’amore della varietà. […] Ma siccome l’anima non è fatta soltanto per sentire, ma anche per pensare, e che l’atto di pensare, apporta seco deduzione degli effetti da una tal causa, o cognizione riflessa della convenienza dei mezzi con un tal fine; così l’unità, la quale, presentandoci d’un colpo occhio nell’oggetto tutte le sue proprietà e relazioni, ci fa vedere più presto siffatta diduzione o convenienza, deve per conseguenza piacere all’anima unitamente alla varietà, la quale nelle diverse sensazioni che le procura, le somministra la materia su cui esercitare la sua facoltà pensatrice o comparativa.

99. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 88-136

Un cortigiano adulatore viene a manifestare la scommessa fatta dal re a favore di Amlet di sei cavalli barbari contro sei spade francesi co’ pugnali corrispondenti. […] Quando piangevano i poveri (dice Antonio) Cesare lagrimava ; l’ ambizione doveva esser fatta di una materia più dura . […] Il merito del Shakespear in tale argomento consiste singolarmente nell’essersi approfittato delle notizie istoriche sull’ammazzamento di Cesare, e nell’aver renduta capace dì rappresentarsi in teatro l’aringa fatta da Antonio al Popolo Romano riferitaci dagli scrittoria; spiegandovi un patetico risentito e forte che accompagna lo spettacolo alle parole; e per questo merito, ad onta delle false espressioni accennate, si manifesta un esperto poeta drammatico. […] Ma chi bramasse distinta contezza delle madornali eresie letterarie del Sherlock, legga le Tre Lettere dell’erudito Alessandro Zorzi veneziano impresse in Ferrara nel 1779, anno alle lettere fatale per la perdita fatta di questo dotto laborioso Italianoa.

100. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO I. LIBRO I » pp. 12-33

L’esistenza di al regina de’ Siracusani si compruova con un gran numero di medaglie registrate nell’edizioni della Sicilia Numismatica fatta dall’Agostino, dal Majer, dall’Avercampio. […] Nuova rinomanza acquista questo poeta per l’elegantissima versione fatta delle sue poesie dal celebre p.

101. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo II. Teatro Spagnuolo, Inglese, e Alemano nel medesimo Secolo XVII. » pp. 276-290

Molière la tradusse intitolandola la Princesse d’Elide; ma quella copia fatta in fretta é sommamente fredda a fronte dell’originale. […] Una traduzione della Troade di Seneca fatta da D.

102. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « NOTE ED OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 313-326

I lor giuochi, siccome ricavasi dalla Cronica Bolognese, erano d’ogni fatta, e ridicoli e serj, e d’industria e di mano, e di scena e di medicina eziandio. […] Cooper Walke, non solo conservavano per mezzo della tradizione tutte le poesie composte da’ loro predecessori, e di continuo coltivavano la memoria ed esercitavano la fantasia sopra idee di eroismo, ma in tempo di battaglia, come tanti Tirtei, accendevano gli animi de’ soldati al furor marziale, battendo con entusiasmo l’arpa; e fu Eduardo I talmente persuaso della loro potente influenza su di essi, che avendo fatta la conquista del paese di Galles, per assicurarsela, per una politica (come dice Davide Hume nel vol. 

103. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « NOTE DI D. CARLO VESPASIANO. » pp. 301-306

Di quest’Accademia che durò per anni 27 sino alla morte del lodato Principe accaduta nel 1630, veggasi Jani Planci Lynceorum Notitia premessa alla nuova edizione del Fitobasano di Fabrizio Colonna fatta in Firenze nel 1744 presso il Viviani.

104. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 260-263

In proposito del valore della Riccoboni, e del seguirla che faceva il Maffei di città in città, assistendo alle rappresentazioni della Merope, la Fama (atto secondo, scena I) a Radamanto, che, dopo la descrizione chiara e viva da lei fatta della tragedia, aveva detto : mentre Femia m’accusi, io ben m’avveggio, che nelle accuse tue l’amor traluce, perchè se tu l’odiassi, i bei colori negati avresti al tragico racconto…, risponde : Facciol perchè l’ingrato entro il mio amore specchi sua colpa, e sè convinto accusi.

105. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 438-443

Chi abbia come me veduto e sentito nella Cameriera astuta del Castelvecchio le finezze d’espressione, d’intonazione, di dizione della Daria Cutini-Mancini, benchè già fuor dell’arte, può ben essersi fatta una idea chiara e della importanza di quel ruolo, e del valore di chi lo rappresentava, e degli schietti entusiasmi del pubblico.

106. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 35-37

La satira dell’Alchimista è ben fatta, e Momo, Lucrezia, il servo Volpino hanno qualche originalità, si staccano dal solito e monotono convenzionalismo di quasi tutti i personaggi drammatici del cinque e seicento.

107. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 718-721

Emilio Zago, che ha in sè tutta la spigliatezza arguta, tutta la bonarietà del suo popolo veneziano, è forse il più atto a sentire e a riprodurre l’opera di Carlo Goldoni fatta dallo stesso vero ; e al teatro di Goldoni infatti egli volge oggi ogni pensiero, ogni studio, ogni aspirazione.

108. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VII. Teatro Latino. » pp. 109-171

Gl’inni sacri conservatici in varie tavole etrusche, i dialoghi satirici fescennini, i colori de’ vasi, gli anfiteatri, la statua di Giove Capitolino fatta in Roma sotto Tarquinio Prisco, il fanciullo di bronzo presentato da monsignor Carrara al pontefice Clemente XIV, e tanti altri monumenti di fresco dissotterrati, manifestano la perizia degli Etruschi nella poesia, pittura, architettura, e scultura. […] Nota é pur la censura di Giulio Cesare fatta al delicato Terenzio per la mancanza di quella forza e vivacità comica ch’egli trovava in Menandro. […] Eccellente é la scena della dichiarazione d’amore fatta da Fedra ad Ippolito; e Racine che l’ha presso che interamente copiata nella sua Fedra, ne ha resa meno vivace l’introduzione. […] quest’offerta dello Scettro, fatta da Fedra con tanto garbo, ha servito a M.  […] Un altro letterato francese di tal fatta in un cerchio d’uomini e di donne gravemente affermò, aver letto con sommo piacere l’Euripide di Sofocle.

109. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Teatro di Eschilo. » pp. 75-103

La tragedia de’ Sette a Tebe reca diletto ed invita a leggere anche a’ giorni nostri, essendo ripiena di bei tratti, di movimenti militari, di sospensioni meravigliose, fatta in somma per presentare uno spettacolo degno di ogni attenzione. […] Si vuol notare nella prima scena la pittura terribile dell’Eumenidi fatta dalla sacerdotessa, l’inno magico infernale pieno del fuoco dell’autore cantato dal Coro dell’atto terzo per aver trovato Oreste, ed il giudizio del di lui delitto fatto nel quinto coll’intervento di Minerva che presiede agli Areopagiti, di Apollo avvocato del reo, e delle Furie accusatrici.

110. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Pistoia, questo dì 21 di ottobre 1589. » pp. 405-415

S. la promessa a me fatta a Fiorenza alla tavola regale di V. […] Ecco per quel che concerne la maschera del Dottore le parole di Pier Maria Cecchini, il famoso Fritellino : La parte del Dottor Gratiano tanto grato à chi l’ascolta (quando vien fatta da chi l’intende) vien hoggi dal poco conoscimento d’alcuni adulterata in guisa, che non gli vien lasciato altro, che ’l semplice nome.

111. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquinto »

Né si dee far menzione di quella spezie di melodia o sensazione aggradevole prodotta da qualunque vibrazione sonora, e che fatta per lusingare unicamente l’orecchio va disgiunta da ogni idea d’imitazione. […] Circa l’Alceste è ben nota la critica fatta da Gian Giacomo Rousseau nella lettera intorno alla musica di Gluck indirizzata all’Inglese Burney: critica che gli uomini di buon senso troveranno assai giudiziosa se vorranno riflettere alla monotonia che vi regna dappertutto, alla poca varietà negli affetti e nelle situazioni, all’interesse che va scemando di atto in atto invece di crescere, al poco felice scioglimento della catastrofe, e alla inverosimiglianza di alcuni incidenti. […] Eppure non sembra che il pubblico la intenda così se giudicar dobbiamo dalla fredda accoglienza che ha fatta al dramma del Conte Rezzonico. […] Se Girolamo Gigli e Goldoni hanno fatta in questo genere qualche composizione passabile, il loro merito è comparativo, e non assoluto. […] [NdA] Bellissima è su questo proposito la distinzione fatta da Aristotile nel capo decimo della Poetica: «Non è lo stesso il nascere l’una da un’altra, o l’una dopo l’altra cosa», precetto egualmente applicabile alla succession delle scene che all’ordine degli avvenimenti.

112. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Del libretto »

Di qui la Dafne, l’Euridice, l’Arianna di Ottavio Rinuccini, che furono i primi drammi che circa il principio della trascorsa età sieno stati rappresentati in musica; lasciando stare la favola di Orfeo del Poliziano, che fu accompagnata da strumenti, quella festa mescolata di ballo e di musica fatta già per un duca di Milano in Tortona da Bergonzo Botta, o una specie di dramma fatto in Venezia per Enrico III, che fu messo in musica dal famoso Zarlino, con altre tali rappresentazioni, che si hanno solamente a riguardare come lo sbozzo e quasi un preludio dell’opera.

113. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XIV. Intorno alla descrizione de’ Teatri materiali di Madrid, fatta nella Storia de’ Teatri. » pp. 207-213

Intorno alla descrizione de’ Teatri materiali di Madrid, fatta nella Storia de’ Teatri.

114. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO PRIMO. Antichità Etrusche fondamento dell Romane. » pp. 4-14

Ammiravasi in Populonia la famosa statua di Giove fatta tutta di una vite che si conservò lungamente senza veruna macchiaa.

115. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO II. In quali cose si rassomigli ogni teatro. » pp. 10-16

Veggasi la bellissima versione de’ poemi pubblicati sotto il nome di Ossian fatta dal celebre Ab.

116. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 869-873

Il modo di salire al posto, di scenderne, di ascoltar le parole sommesse dei compagni sulla scoperta fatta dal maestro delle buccie di salame ; e quel comico venir alle mani, e le risposte all’esame, e il dialogo improvviso, e tutto, tutto di quella ineffabile scipitaggine non è nel tutto di Edoardo Ferravilla perfezione di arte ?

117. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO II. In quali cose si rassomigli ogni Teatro. » pp. 12-22

Veggasi la bella versione de poemi publicati sotto il nome di Ossian fatta dal sig.

118. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO I. Stato della poesia scenica in Francia. » pp. 65-76

Nella mia dimora in Madrid vidi in un intermezzo l’azione principale e la difesa del pecorajo fatta da Patelin, e la contesa insorta poi trall’Avvocato ed il Cliente, il quale si vale della medesima istruzione da lui avuta per non pagarlo.

119. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO I. Stato della poesia scenica in Francia. » pp. 3-12

Nella mia dimora in Madrid vidi in un intermezzo l’azione principale e la difesa del pecorajo fatta da Patelin, e la contesa insorta poi trall’Avvocato e il Cliente, il quale si vale della medesima di lui istruzione per non pagarlo.

120. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo ottavo »

Esce in seguito un sensale, per la cui opera il mercante vorrebbe disfarsi della sua coscienza come di merce scomoda per sé e affatto inutile, ma il sensale si scansa adducendo per motivo che:               «Questa roba non ha spaccio:               Oggi più non se ne tratta,               All’usanza non è fatta,               A chi l’ha serve d’impaccio.» […] Non si può meno di non ridere nel vedere nella musica fatta dal Melani sul dramma intitolato il Podestà di Coloniola affaccendato sommamente il compositore per rendere cogli strumenti il suono dei rispettivi animali descritti ne’ seguenti versi: «Talor la granocchiella nel pantano Per allegrezza canta qua quarà: Tribbia il grillo tre, tre, tre: L’agnellino bè, bè, bè: L’assiuolo uhu, uhu, uhu, Et il gal cucchericcù; Ogni bestia sta gaia, io sempre carico Di guidaleschi a ugni otta mi rammarico.» […] Trovasi per ciò di buon’ora stabilita cotal usanza, e celebri si resero in Mantova la Muranesi e la Martinelli, sul sepolcro della quale si legge tuttora una elegante e patetica iscrizione latina fatta scolpire dal duca Vincenzo suo protettore ed amante83.

121. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VII. Su i principali Requisiti per giudicar dritto de’ Componimenti Scenici, Mente rischiarata, e Cuore sensibile. » pp. 69-85

Essa è dunque bella e fatta. […] Non pare che questo Critico, che vale assai più del vostro Rapin, abbia a dirittura voluto contrapporsi alla censura ingiusta fatta contro del Tasso?

122. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Alemanno. » pp. 4-31

Satirico, e fatta , com’egli disse per recitarsi incognito. […] Il barone di Gemmingen ha composto il Padre di famiglia Tedesco, che si trova nella collezione de’ drammi tedeschi tradotti in francese fatta dal Friedel.

123. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO II. Teatro Alemanno. » pp. 232-252

Satirico, e fatta, com’ egli disse, per recitarsi incognito. […] Il barone di Gemmingen ha composto il Padre di famiglia Tedesco, che si trova nella collezione de’ drammi tedeschi tradotti in francese fatta dal Friedel.

124. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VIII. Vuoto della Storia Teatrale. » pp. 172-179

Non si é fatta menzione finora di teatro ebreo, perché effettivamente non ve ne fu prima che nella Palestina dominassero i greci e i romani.

125. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo I. Teatro Italiano nel Secolo XVII. » pp. 268-275

Di quest’accademia, che durò per anni 27 fino alla morte del prelodato principe Cesi accaduta nei 1630, veggasi Jani Planci Lynceorum Notita, premessa alla nuova edizione del Fitobasano di Fabio Colonna, fatta in Firenze nel 1744 presso il Viviani.

126. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VI. Tragedia Cittadina e Commedia Lagrimante. » pp. 134-143

Non è questo un dramma da gareggiar punto colla grande e vera tragedia reale da Platone tenuta per più malagevole della stessa epopea, e fatta per ammaestrare ugualmente i principi e i privati.

127. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 543-547

E. non uol saper niente, si che non si pol far un opera che sia bona, ma non solo le opere anche le comedie ; l’altra sera appunto si fece ti tre finti turchi e recito il secondo Zanni nouo che andò così bene che tutti si partirno inanzi fornita ; dicendo che se si fariano di quelle ci daranno delle Pomate. dove che ardisco suplicarla il dar ordine à qualcheduno che regoli la compag.ª pchè ò bisogno di studiare è tirarmi inanzi non di star à spasso p. i capricci d’altri ; la Sig.ª Flaminia à dato una delle sue parte che ne faceva due à mia sorella addesso pare che la Sig.ª Ippolita con la colega fatta tra di loro abbiano disgusto è la uoriano far fare alla guercina basta doppo dificultà si sono contentati ma però di nouo lo suplico il scriverli che la facciano recitare è la lettera onorarssi d’inuiarla à me però diretta alla Comp.ª non dirò più per non incomodarla, solo che se segue così non occorre uenir a Ferara p. che so che se non fosse in riguardo alla protetione di V. 

128. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 745-749

Son sveglio, e niente trepido di una mal fatta virgola l’alte minacce e i crociti….

129. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo V. Teatro greco. » pp. 26-81

I sette Capi all’assedio di Tebe é una tragedia che si fa leggere con attenzione e piacere anche a’ giorni nostri, piena di bei tratti, di movimenti militari, di sospensioni meravigliose, e fatta per presentare uno spettacolo sorprendente. […] É notabile nella prima scena la pittura orribile delle furie, fatta dalla sacerdotessa, l’inno magico, infernale, e pieno del fuoco di Eschilo, cantato dalle furie nell’atto III, avendo trovato Oreste, e ’l giudizio fatto nel V coll’intervento di Minerva alla testa degli Areopagiti, di Apollo avvocato del reo, e delle furie accusatrici. […] ne’ quali versi si vede bene espresso quell’αῖμʹ εμφύλιον, sanguinem cognatum, che il dottissimo Brumoy desiderava nella per altro elegante traduzione di questo passo fatta da Niccola Boileau. […] Ma l’espressione é figurata, e non ne mancano altre di simil fatta altrove, come p.e. nell’Ecuba, nella quale si dice «incomincio il canto delle Baccanti», cioé prorompo in querele da forsennata. […] Nell’atto II Teseo risolve di portar la guerra in Tebe, e appena incominciato l’atto III, la guerra é fatta, e Teseo ritorna vincitore.

130. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori. » pp. 172-221

Eccellente è la scena della dichiarazione di amore fatta da Fedra ad Ippolito; e M. […] Questa offerta dello scettro fatta da Fedra con tanto garbo, ha servito a Racine per formarne una scena intera. […] La comparazione però da questo tragico Greco fatta e chiusa in un verso dell’augellino che si ricovera sotto le ali della madre, è assai più delicata e bella, che quella da Seneca quì usata e distesa in quattro versi e mezzo, del giovenco che impaurito dal ruggito del lione si appressa alla madre. […] Egli è però da confessarsi che pur si trova in tal tragedia qualche imitazione fatta di Sofocle non infelicemente, e vi si veggono sparsi quà e là molti bei versi ed alcuni squarci pregevoli.

131. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 37-96

Il piano, la sceneggiatura, tutto l’atto terzo col sogno d’Inès, tutto il quarto colla patetica aringa fatta al re Alfonso dalla medesima e col congedo ch’ella prende da’ figliuoli, la forma de’ versi saffici de’ cori, l’atto V, in somma tutto involò al Portoghese senza avvertirne il pubblico37. […] Di grazia chi scrivea Trofee, Serafine, Tinellarie, poteva mai, non che insegnare, esser discepolo di buona speranza in Italia che sin dal XV secolo avea fatta risorgere l’ eloquenza e l’erudizione Ateniese e Latina, e poscia illustrò sin da’ primi anni del XVI l’amena letteratura con la Sofonisba, l’Oreste, la Mandragola, il Negromante, la Calandra e ’l Geloso (Nota I)? […] Probabilmente sarebbe questo scrittore rimasto confuso tralla turba de’ drammatici oscuri senza la felice imitazione del Cid fatta da Pietro Cornelio. […] E quale è la rara scoperta da lui fatta su gli autos? Mi getta sul viso una collezione di dodici atti con sus loas (che in questo luogo significano introduzioni in dialogo) fatta da Don Joseph Ortiz di Villena pubblicata in Saragoza nel 1644, cioè più di mezzo secolo dopo del fiorir di Lope; di che più d’un di lui nazionale non ha potuto trattenersi di ridere.

132. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Padova, 28 luglio 1674.Venetia, 16 marzo 1675.Venetia, 23 marzo 1675.Venetia, 30 marzo 1675.Venetia, 13 ap.le 1675.Venetia, 20 ap.le 1675. » pp. 28-35

Questo gli lo scrivo confidentemente ; lui dice che non l’ha fatta per dubio di non si amalare per una sua indispositione, intanto havendo io posto fin un opera nova per render più diligenti questi compagni a impararla, suplico V.

133. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 697-702

MADRIGALE Flora di Palestina se rappresenti, o vaga, rapisci i cor ; com’ il tuo bel gli appaga ; e tra schiere d’ amanti porti d’ un ciel sereno in faccia i Vanti : ma poi se ’n gonna umil fatta pentita, piangi gli error della passata vita, fai sì ch’ ognun nel tuo dolore immerso il cor riacquista al ciel nel mal sommerso.

134. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 889-912

. – Tiberio Fiorilli ha tanto fatto che gli è riuscito avere una lettera di chacet dal Re per cavare la sua douna dal Refugio e l’ ha messa, d’ordine però della medesima lettera, in uno dei conventi di Chalot ; ma perchè è un poco lontana per lui, che li cominciano a pesare le gambe, è andato a trovare la Granduchessa alla quale disse un mondo di bene di detta donna, e perchè lei medesima l’ aveva vista quando era al Refugio, e che la Superiora del luogo le aveva detto molto bene della medesima, li promesse di farla cavare dal Convento di Chalot, e farla mettere in uno di Parigi ; non so come li riuscirà, perchè il Re non ne vorrà essere importunato ogni tre giorni, e perchè dice per tutto Parigi che è il suo figlio che l’ ha fatta levare e rinserrare, e che ha scritto al Granduca contro di lui, e va facendo leggere la lettera di V. […] Questo volentieri lascerebbe il padre che facesse e disfacesse del suo tutto quello che volesse, se li desse il denaro per ricondursi a Firenze ; il vecchio non vuol dar nulla, se non li fa un foglio nelle buone forme conforme questo che li mando qui segnato A ; il figlio ha fatta la risposta segnata B e poi li scrisse la lettera segnata C ; li lessi il tutto, ma il vecchio è più duro che il cuore di Faraone, maledice chi gli ha fatto levare la sua donna, che quello che diede al suo figlio fu un poltrone che non lo seppe finire, che lo metterà a S. […] Di già ò fatto casare la donacione fatta pasata al parlamento e al Sataleto, il dirle achora sarebe troppo lugo basta a diri ch’ è peggio d’uno faista che a bocha li dirò il tutto come i strapacci fatomi.

135. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori.  » pp. 245-317

Eccellente è la scena della dichiarazione di amore fatta da Fedra ad Ippolito; ed il signor Racine che l’ha presso che interamente trascritta nella sua Fedra, ne ha renduta meno vivace l’introduzione. […] Questa offerta dello scettro fatta da Fedra con tanto garbo, ha servito a Racine per formarne una scena intera. […] La comparazione però da questo tragico Greco fatta e chiusa in un verso dell’augellino che si ricovera sotto le ali della madre, è assai più delicata e bella di quella di Seneca quì usata e distesa in quattro versi e mezzo, del giovenco che impaurito dal ruggito del lione si appressa alla madre. […] Egli è però da confessarsi che pur si trova in tal tragedia qualche imitazione fatta di Sofocle non infelicemente, e vi si veggono sparsi quà e là molti bei versi ed alcuni squarci pregevoli.

136. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO III. Continuazione del teatro Italiano. Commedie: Opera in musica: Attori accademici ed istrioni e rappresentazioni regie: teatri materiali. » pp. 144-195

Altra breve festa fatta a Sassuolo nel dì natalizio di Francesco da Este duca di Modena scrisse il medesimo poeta, in cui cantavano varie deità. […] Ma questi eunuchi sostituiti alle cantatrici nel dramma del Tronsarelli ci richiamano alla memoria un’ osservazione fatta sulla nostra Storia de’ Teatri del 1777 dal già mancato erudito estensore di quel tempo delle Romane Efemeridi Letterarie. […] Eranvi dunque in Grecia nel duodecimo secolo musici castrati: ma dal non trovarsene poscia fatta menzione può argomentarsi che fosse cessata sì bella usanza di assottigliar la voce per l’ordine de’ cantori. […] Di essa si è fatta un’ edizione in foglio nel 1726 colle annotazioni del dotto Anton Maria Salvini.

137. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 137-226

Il piano, la sceneggiatura, tutto l’atto III col sogno d’Inès; tutto il IV colla patetica aringa fatta al re Alfonso dalla stessa e col congedo che ella prende da’ figliuoli; la forma de’ versi saffici de’ cori, l’atto V, in somma tutto involò al Portoghese senza avvertirne almeno in qualche modo il pubblicoa. […] Di grazia chi scrivea Trofee, Tinellarie, Imenee, poteva mai, non che insegnare, esser discepolo di buona speranza in Italia, che sin dal XV secolo avea fatta risorgere l’eloquenza e l’erudizione Ateniese e Latina, e poscia illustrò sin da’ primi anni del XVI l’amena letteratura con la Sofonisba, l’Oreste, la Mandragola, il Negromante, la Calandra, il Geloso? […] Probabilmente sarebbe questo scrittore rimasto confuso tralla turba de’ drammatici oscuri senza la felice imitazione del Cid fatta da Pietro Corneille. […] Qual è stata la grande scoperta da lui fatta su gli autos? […] Mi getta sul viso una collezione di dodici autos con sus loas (che in questo luogo significano introduzioni drammatiche, cioè in dialogo) fatta da un don Joseph Oetiz de Villena pubblicata in Salamanca nel 1644, cioè (notino quest’epoca i signori Huertisti, se ve ne ha oggi) più di mezzo secolo dopo del fiorir di Lope; di che più di un nazionale sincero allora non potè trattenersi di ridere.

/ 228