Dionigi, come pure (ivi, 19) che non aveva disposizioni felici per la commedia, ma che era giovane e di assai buona volontà. […] Lo vediamo in tale ufficio a Modena il 1758, dove immaginò I fuochi teatrali, cioè : Due fontane versanti nella platea le composizioni presenti allusive alle suddette fonti, e ai componimenti suddetti, che pure alludono alle Medesime, siccome all’arme de la serenissima Casa d’Este alle stelle che la circondano, all’ecclissi del sole, ed ai segni del zodiaco, rappresentati dai fuochi sopraddetti, spieganti in generale le glorie della suddetta serenissima casa, alla quale umilmente li dona, dedica e consacra l’ossequiosissimo servidore. […] Soliani), che comincia : Abbia Marte i suoi fuochi, e da tonanti guerrieri bronzi, e da le ferree canne vomiti incendi strepitoso, e morti sotto del Cielo Artoo col Prusso in lega pur anco resistente e col feroce non cedente German col Gallo invitto col numeroso Mosco e il prode Sveco abbia i suoi fuochi anco Talìa : Si costruì poi il Savi un teatrino di marionette, con cui tornato in Italia e stabilitosi a Torino, ov'era ancora il 1781, aggiunse nuove fortune alle già acquistate.
O con abito pur, che rappresenti Ninfa selvaggia, il suo Pastore alletti, O dolce esprima in amorosi accenti Fatta Donna civile alti concetti, O talor spieghi in tragici lamenti Reina illustre i suoi pietosi affetti, Co' sospiri non men, che con la laude Chi ne langue traffitto, e chi l’applaude. […] Ma se al rigor, cui pudicizia infonde, Risguardar la ragion pur mi consiglia, Soggiungo : al nome fier, che altera or piglia, Il rigor delle Selve ahi ben risponde. O Silvia, o Celia pur ; co' detti grati Rendi, s’armino alfin di fiamme, e gelo, Pietose l’ire, e gli odj innamorati. […] O pur mi concedesse amico il Cielo Morir nuovo Leandro in sì bel Mare, Perir nuovo Fetonte in sì bel Cielo. […] Poggia pur tu colà, dove si miete Eterna fama ; mentre io spiego i vanni Inutili, e tarpati a basse mete Nel troppo affetto il tuo sapere inganni.
Me de pur tanto in l’umor a vederve per Scena a caminar : ve digo, che me sento a pizzegar, e tutto ressentir del vostro amor. Le vesture butè pur al Bordelo, e tegni saldo a desimpolitarve, che no ve podè far puto più belo.
Francesco Artale oggi è stabilito a Napoli, ove, in unione alle sue due figlie prime attrici giovani e amorose, dotate di non comuni pregi artistici, trae vita modesta e onorata in mezzo alla stima e all’affetto di chi lo circonda, recitando pur sempre, e pur sempre applaudito.
Pure sono mai moltissimi quelli che svolgono i libri de’ filosofi morali? […] E quando pure gl’insegnamenti domestici potessero in ogni occorrenza soccorrerci posti nel gran mondo, quanta parte di essi si apprende nel l’età prima? […] Non usò pure il purissimo Bettinellli non pochi latinismi non usitati fra’ Toscani? […] Il signor Bettinelli sa pur troppo a suo costo di chi quì favelli l’Amico di Venezia. […] Gli aveano pur mostrato la stessa cosa con un libro intero i Veneziani nel 1758.
Fratello della precedente, nato a Corfù il 20 ottobre 1837, fu attore assai pregiato nelle parti di caratterista promiscuo, sia per la interpretazione sapiente dei personaggi, e per la verità della dizione, non impeccabile pur troppo per un naturale difetto di pronunzia, che le fece parer vecchio assai prima del tempo. […] Passò a seconde nozze in Venezia il 1881 con Elvira Gorga, pur di Roma, e morì a Napoli, consumato da lentissima tabe intestinale, il 15 aprile del 1903.
Ma se una piccola parte di buongustai applaudiva alla novazione, l’altra che formava pur troppo il grosso del pubblico, vi si ribellò, chiamando noiose quelle interminabili scene ove non eran che parole. […] Pur talora t’imbatti più qua più là in scene di una tal qual finezza e di effetto teatrale sicuro, qual è questa tra Ersilia e Ostilio, la sesta dell’atto primo : ……………………….. […] E pur da Scite saette mi sento l’alma piagata. […] E pur cieco io non fui nel vagheggiare il tuo bello, se penetrò per entro gli occhi al core.
Il Pepoli fece imprimere una parte di essi ne’ due suoi tometti che abbracciano il tomo primo e parte del secondo dell’edizione dell’autore, e pur mancanti dell’erudite Note del fu Carlo Vespasiano. […] Napoli-Signorelli, di sapermi buon grado di simile cura, per cui chi possiede la Storia de’ Teatri impressa in Napoli, se ne assicura il compimento senza bisogno di comprare anche quella di Venezia, quando pur quivi si pensasse a conchiuderla approfittandosi di queste Addizioni.
A. pur che unita con lui habbia la moglie al recitare. […] r Residente suo Fabritio e Trufaldino, pur sperando d’auttorizare gl’impulsi colla presenza di quel Ill.
Ma lasciando star questo, che nella odierna licenza potrà parere una troppo grande sofisticheria, cotesto ballo, che tanto pur diletta, non è poi altro, a considerarlo in sé medesimo, che un capriolare sino all’ultimo sfinimento, un saltar disonesto che non dovrebbe mai aver l’applauso delle persone gentili, una monotonia perpetua di pochissimi passi e di pochissime figure. […] [4.2] Chiunque, in ciò che si spetta alla danza, se ne sta alle valentìe di cotesta nostra e non va col pensiero più là, ha da tenere senz’altro per fole di romanzi molte cose che pur sono fondate in sul vero: quei racconti, per esempio, che si leggono appresso gli scrittori, degli tragicissimi effetti che operò in Atene il ballo delle Eumenidi, di ciò che operava l’arte di Pilade e di Batillo, l’uno de’ quali moveva col ballo a misericordia e a terrore, l’altro a giocondità e a riso, e che a’ tempi di Augusto divisero in parti una Roma. […] Ma nelle danze serie o eroiche, è pur forza confessare che i Francesi vincono e noi e tutt’altre nazioni.
Gli stessi Romani pur festeggiavano il ratto delle Sabine, proclamando Talasio. […] E così varia pure chi parla in verso da chi in prosa. […] E questo è pur quanto hanno finora trattato gli antichi ed i moderni. […] Bassi pur sono e modesti gli accenti, e non mai l’andare a paro dell’altro. […] Ma quel che più importa si è che gli stessi francesi hanno pur riconosciuto appo loro questo difetto.