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2. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 524-525

Fanciullo, non ebbe alcun amore agli studj, ma n’ebbe uno grandissimo al teatro, ch'egli si fabbricava da sè, e in cui faceva agire i pupi con commedie da lui stesso improvvisate. Destinato dai parenti alla musica, un bel giorno gettò in un fosso i documenti coi quali avrebbe dovuto presentarsi al Conservatorio di San Pietro a Majella, e confessò a' parenti il suo singolare trasporto per l’arte drammatica. Entrò il 1869 al Teatro di San Carlino, impresario il Mormone, con diciassette lire al mese di paga ; passò dal San Carlino alla Partenope, e quindi in Compagnia di Michele Bozzo, allora in giro per la Calabria, ultimo generico, disprezzato, vilipeso, deriso. Ma rieccolo a Napoli alla Partenope, ove recitò una sera, davanti all’impresario Luzi e all’attore Di Napoli del San Carlino, la vecchia farsa napoletana Feliciello Sciosciamocca, mariuolo de na pizza, ed eccolo il dì dopo scritturato al teatro famoso, in cui mostra subito le sue doti chiarissime a fianco di celebri artisti quali Petito e De Angelis. […] Il povero Edoà…, entrato nel campo dell’arte per un usciolino sgangherato, con un vestito che gli cascava di dosso a brindelli, colla faccia macilenta per fame ; che ad ogni passo verso l’agiatezza e la gloria, uno vedea farne contro di lui dalla maldicenza e dall’invidia, trionfando finalmente di tutto e di tutti, autore ammirato, attore idolatrato, il triste suono del piccone distruttore del San Carlino coprì con quello del martello costruttore di un vasto palazzo al rione Amedeo : al battesimo di gloria del San Carlino è succeduta la conferma non mai alterata sin qui de' Fiorentini di Napoli e del Valle di Roma, ove si reca ogni anno a deliziare della sua inesauribile giocondità il gran pubblico della capitale.

3. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 273-274

Il di Salas ordina al Barese di recarsi a Roma ; e così quegli è costretto a partir per forza. […] Nell’estate, in fine, del 1773, sempre al Nuovo, egli si chiama Bretton nell’Innocente fortunata, libretto d’un anonimo, musica di Paisiello. […] Dal 1746 — epoca nella quale il Barese lascia Napoli — al 1772 — in cui vi riappare al Nuovo — son di mezzo ventisei anni. […] Quanto alla Cantina, era una Cantina appunto, propriamente detta, vicina al S. […] La Cantina era detta anche il Fosso dal Tomeo, ed era situata al largo di Castello, presso la Chiesa di San Giacomo.

4. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 597-599

Le sue prime armi, e con grande successo, fece nella Compagnia dell’Anonimo Ciarlatano, il signor Buonafede Vitali, al fianco di Francesco Rubini, che divenne poi al Teatro di San Luca, celebre artista. Passò il Casali dalla Compaguia dell’anonimo in quella de’ Grimani, prima al Teatro S. Samuele, direttore l’Imer, poi al S.  […] XXXIV descrive la scena occorsagli, mentre stava all’Arena di Verona un giorno dell’estate 1734, accennando al Casali, che scoprendolo al pubblico sulla scena al mutar di una decorazione, lo fece fischiare. […] Ma il migliore accenno, e più che un accenno, al Casali lo abbiamo nella prefazione del vol. 

5. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 661-662

Uscito dai Fiorentini il '61, si scritturò con Alamanno Morelli, tornando poi a Napoli il '64 al Teatro del Fondo con Achille Majeroni con cui stette sino al '67. Dal '67 al '70 fu capocomico, e il '71 tornò con l’Alberti ai Fiorentini in qualità, 'sta volta, di caratterista. Passò ancora per alcuni anni di compagnia in compagnia, finchè fu scritturato assieme al Novelli nella Compagnia Nazionale, dove stette un triennio, per passar poscia in quella di Giovanni Battista Marini. La sera del 12 di gennajo 1889 si doveva rappresentare al Manzoni di Milano La Locandiera di Goldoni, in cui egli era sommo sotto le spoglie del Marchese di Forlimpopoli, continuando la tradizione gloriosa de'suoi grandi predecessori. […] I funerali civili ne furono solenni : ogni compagnia mandò fiori e rappresentanti ; e al cimitero Antonio Salsilli diè l’estremo saluto al povero estinto.

6. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 841-848

(Vi è aggiunto un discorso al lettore sulla cognizion di sè stesso). […] Qui narra di certi suoi pegni di libri e di medaglie a Bologna, e invoca al solito ajuto di danaro al suo protettore. Danaro, anche al solito, mandatogli, pel quale scrisse poi al Thon un nuovo capitolo di ringraziamento, ove son questi versi accennanti, ancora, alla figliuola Tranquilla : …………… questa è una Bambina, che in Brescia, non ha molto, a patir venne ; E d’età di tre mesi, una mattina, perchè trovò alla madre il seno asciutto, isvenne, e fu quasi al morir vicina. […] Si recò il ’24 col capocomico Mario Internari a Napoli, ove rimase fino al ’29 colla nuova società de’Fiorentini, Tessari, Prepiani e Visetti. […] Ma temendo sempre di esser troppo vicina al marito, si offri al capo comico Brangi, che con la sua Compagnia occupava il teatro di quella città, come generica giovine.

7. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Pistoia, questo dì 21 di ottobre 1589. » pp. 405-415

La stessa operetta è citata dal Guerrini al N.°58 del suo saggio bibliografico (op. cit.) […] Vn fiol che sia nassù, vist al present, ha manco tempo, che non ha so par. […] Gli altri volsero il carattere più al comico, facendo del Dottore più che un sapiente, un ignorante, che parlava il latino maccheronico di Merlin Coccajo, o di quella specie al meno. […] A l’è al Boja mal pratic, che no savend struzer la ignuranza, al s’espon al pericol d’ì sassà del popol. […] In sto mod, ti t’ sarà l’Asen, al Porc, al Papagal, al Boja, e mi al Cavezon, al Beveron, al Maester, e la forca par fet pratic int ’al mstiir.

8. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 211

Pietro, assieme al Dottor Lolli, al Silvio Coris, al Pantalone Malossi, ecc. Nel '75, assieme al Turri Pantalone e all’Allori Valerio, fa istanza al Serenissimo di Mantova di appartenere alla sua compagnia : istanza che vediam poi accettata, dacchè in data 30 marzo scriveva da Venezia a un famigliare del Duca, avvertendolo di essersi abboccato con Valerio e di esser pronto a partire, secondo i comandi di S. […] Altra lettera abbiamo di tre giorni dopo, in cui ringrazia de' passaporti, e raccomanda con molto belle parole Federico Beretta che fa le parti di Capitano Spagnuolo, pubblicata al nome di questo comico (V.).

9. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. -596

A questo comico è accennato nella seguente lettera interessantissima al Duca di Modena che traggo da quell’ Archivio di Stato. […] Entrato in arte a venti anni, passò gli anni del noviziato in compagnie di second’ ordine, sino al 1814, nel quale anno fu scritturato qual secondo amoroso dalla celebre Carlotta Marchionni. […] Trovandosi il ’56 a Sebenico in non so qual compagnia, fu colpito da malattia che in pochi dì lo condusse al sepolcro. […] Niccolini al Cocomero di Firenze, destandovi un vero entusiasmo al fianco della Pelzet e del Domeniconi. […] Croce al Presidente del Buongoverno.

10. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 531

Patriotto caldissimo, fece le campagne del '59, del '60 e del '66, e s’ebbe la medaglia al valor militare. Un amore fatalissimo lo condusse al sepolcro. Una lettera dell’attore Beltramo a Icilio Polese così descrive la morte eroica del povero amico, noto in tutta l’arte per la soavità dell’indole : Il mattino che precedette la sua morte si ritirò in casa, accomodò la sua cameretta cambiando posizione al letto ed al comodino, si vesti da garibaldino, mise le sue decorazioni sul guanciale accanto al revolver, sfoderò la spada e la mise in croce col fodero ai piedi del letto, si coricò, e si sparò un colpo al cuore con una rivoltella a due colpi con tanta sicurezza e precisione che restò fulminato.

11. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 335

Attore e capocomico, fiorito nella seconda metà del secolo xvii, recitava le parti d’Innamorato sotto il nome di Mario, al servizio, dall’ '86 al '93, del Serenissimo Francesco di Modena, a vicenda con Gaetano Caccia (V. […] L'autunno dell’ '86 era a Torino, raccomandato da Sua Altezza al signor Marchese di Dronero ; e 1' '88 a Milano, ove gli furon pagate lire 740 dal tesoriere Zerbini (V. l’elenco di quest’anno al nome di Torri Antonia). […] Il dì seguente rinnova la supplica al Duca in persona, nella quale si firma non più Luca Rechiari detto Mario, ma Luca Rechiari detto Leandro. […] A Roma poi andò ; e il 2 aprile del '92 l’abate Ercole Panziroli scriveva in suo nome al Marchese Pio di Savoja, perchè gli ottenesse dal Duca raccomandazioni per Napoli. Il giugno del '93 lo vediamo a Perugia, al termine di un corso di recite, poi per un mese, a Gubbio, di dove il Rechiari scrive direttamente al Marchese Pio, perchè gli ottenga dal Duca una commendatizia pel Cardinal Rubini, Legato di Urbino e Pesaro, acciò si possa recar in quelle due piazze a guadagnarsi il vivere.

12. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 347-348

Riccoboni Antonio, veneziano, comico egregio per le parti di Pantalone nella Compagnia al Servizio del Duca di Modena. […] Avanti di esser Comico al Servizio del Duca di Modena (ma non sappiam quando), Riccoboni era a Napoli ; e ciò sappiam da una supplica del '74 al Duca, in cui egli espone : che certo Bartolomeo Pavia modenese, suo servo, partitosi con lui da Napoli, per recarsi a Modena al servizio di quell’Altezza Serenissima, a Gaeta se ne fuggì con danaro parte prestatogli, e parte affidatogli. […] E ancora più sotto : in quest’anno a dì 20 gennaio si attaccò di notte il fuoco al Teatro Valentino ; e in poche ore restò affatto incenerito. […] A. diede la sussistenza in ragione di due doppie al mese per ciascheduno dei comici dal 1° maggio 1686. L'agosto del 1687 Riccoboni lasciava ricevuta al tesoriere Zerbini del prestito di dieci doppie, ossia lire 330, obbligandosi di rilasciarle a due al mese.

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