Metastasio degno alunno ed è di sì grand’uomo, il Riccoboni, l’Ab.
La virtù di Augusto, come quella di Tito dell’ inimitabile Metastasio, trionfa sopra tutto. […] Prima del Pindemonte avea in Lucca pubblicato nel 1773 un altro Ulisse il dottore Francesco Franceschi Lucchese autore di varie lodevoli produzioni, di un’ apologia del Metastasio, e della tragedia intitolata il Coreso.
Molto moderna — al punto da precorrere le più tarde posizioni di Metastasio e Manzoni — è invece la tesi di Calepio riguardo al rispetto delle unità in genere (Paragone III, 2, [5]); se Corneille, nel suo Discours de la tragédie, ammetteva che era necessario per il poeta tradire talvolta la storia da cui attingeva il soggetto tragico al fine di osservare fedelmente le tre unità, nella cui conservazione constava il maggior diletto del pubblico, il bergamasco è di tutt’altra opinione: per lui conta molto di più l’aderenza alla storia — quello che sarà poi il «vero» manzoniano —, unico elemento atto a garantire la verosimiglianza, concetto che nella sua opera non è sinonimo di auctoritas, ma procede da una ragione tutta settecentesca. […] In generale comunque, nel Paragone, il monologo è ammesso soltanto come espressione dell’impeto delle passioni, secondo un’interpretazione di stampo propriamente melodrammatico che farà propria, fra gli altri, anche il Metastasio dell’Estratto dell’arte poetica, ma che al fondo si ritrovava già nel Della poesia rappresentativa dell’Ingegneri.
Nè ciò si dice perchè importi gran fatto l’esser primo, essendo i saggi ben persuasi che vale più di esser ultimo come Euripide o Racine o Metastasio che anteriore come Senocle o Hardy o Hann Sachs.
Difatti qual diversità d’impiego non trovasi fra il Metastasio e lo Zeno costretti di servire ai capricci d’un popolo spensierato e voluttuoso con quello d’Orfeo e di Terpandro, i quali o richiamavano al suono della lira i selvaggi erranti per le campagne a fine di riunirli sotto una legge ed un culto, ovver guidavano alla testa delle armate un popolo di eroi animandalo colla poetica armonia ai trionfi ed alle conquiste?
Nè ciò si dice perchè importi gran fatto l’esser primo, essendo i saggi ben persuasi che vale più di essere ultimo come Euripide o Racine o Metastasio, che anteriore come Senocle o Hardy o Hann Sachs.
Alle volte i trionfi del Petrarca servivano d’argomento, e si cantavano posti in musica i sonetti e le canzoni di questo poeta, come in oggi si cantano le arie di Metastasio.
Metastasio non ha lasciato di notar ciò nel cap. quinto del suo Estratto della Poetica.
Metastasio non ha lasciato di notar ciò nel capo V del suo Estratto della Poetica.
Essi ad altro non badano che a copiare stentatamente ciò che erasi già con genio e franchezza dipinto sul teatro da Euripide, Racine, Cornelio, La Mothe, da Antonio Caracci, dal Zeno, da Metastasio, ed anche talora narrato da Giovanni Boccaccio; e quindi questi meschini mendicanti in vece di dipingere imbrattano di strisce di colori le tele, alla maniera della scimia di Franco Sacchetti che voleva fare come faceva il Pittore.
Metastasio traducendo il verso di Orazio Verbaque provisam rem non invita sequentur.