Que’ popoli frammischiando i loro rozzi idiomi alla purità del latino discorso, alterando le terminazioni de’ vocaboli, togliendo ai nomi ed ai verbi la propria inflessione, aggiugnendo in sua vece frequenza d’articolazioni aspre, di consonanti ruvide profferite cori voci sorde e confuse, non potevano far ispiccare il canto loro in altra maniera, che rinforzando il suono delle vocali per nasconder alla meglio la durezza e l’abbondanza di esse consonanti. […] “Organari” nello stile degli scrittori del basso secolo non vuol dire suonar l’organo, né fabbricarlo, né cosa che s’assomigli: significa inserire alcune terze nel progresso del canto fermo cantato all’unisono in maniera per esempio che mentre una parte del coro cantava queste quattro note “ut, re, si, ut”, l’altra parte cantava al medesimo tempo “ut, re, re, ut”21. […] Fu dunque necessario trovar la maniera di significar non solo la differenza del tono, ma anche la durazione dei tempo in una nota rispetto all’altra, e ciò si fece colla diversa figura, che si diè ad esse note, la quale segnava il loro rispettivo valore; dal che ebbero origine la massima, la lunga, la breve, la semibreve, e la minima. […] Si riputava dotto fra essi chi sapeva leggere, e molti ignoravano persin la maniera di scriver il proprio nome. […] Indi con grande zelo s’esclama contro questa nuova maniera di profanare il sacro nome della filosofia.
I poveri soccorse in ogni maniera, e organizzò grandi recite gratuite pei militari di bassa forza, reduci dalle patrie battaglie.
Si avanzò poi alla testa degli attori situati in uno de’ lati del mezzo cerchio un personaggio principale, e declamò alcune parole alla maniera de’ nostri recitativi accompagnandole con gestire assai espressivo, il quale agl’Inglesi parve superiore a’ più applauditi attori del proprio paese. Il primo degli attori dell’altro lato corrispose della stessa maniera. […] Anche in Nootka gli abitanti in certe straordinarie occorrenze si adornano in una maniera grottesca, e talora copronsi il volto con maschere di legno scolpite, le quali sono di grandezza eccedente la naturale, e figurano ora la festa o la fronte umana con ciglia, barba, e capegli, ed ora teste di uccelli, e specialmente di aquile, o di pesci, o di quadrupedi.
Notevole è anche la scena tra il Capitano e Mastica, il quale si profonde in adulazioni di ogni maniera per ottener finalmente un buon pasto.
Il confronto dell’Ifigenia in Tauri di Euripide con quella del Martelli mostrerà sempre al giovane studioso la maniera di modernar le greche favole con vantaggio e senza sconciarle. […] Le scene sono tutte concatenate alla maniera moderna ad eccezione dell’atto II, in cui rimane una volta la scena vuota partendo Arsinoe nella quarta e venendo poi fuori Berenice ed Araspe. […] Sono esse scritte alla greca maniera o alla moderna? […] Le passioni maneggiate con terribile maniera le caratterizzano, e la condotta delle favole è accomodata al moderno teatro. […] L’impudenza degl’ Aretini rivive d’ogni maniera in cotali deplorabili infarinati calunniatori.
Questa seconda maniera di ballare si chiama pantomimica, la quale costituisce un linguaggio muto di azione inventato dalla umana sagacità affine di accrescer la somma dei nostri piaceri, e di stabilire fra uomo e uomo un novello strumento di comunicazione indipendente dalla parola. […] Ordinata, che rappresenti le situazioni in maniera che le ultime cose si confaccino colle prime, e queste colle medie e colle ultime170. […] E fu probabilmente il desiderio di piacere a questo che sedusse gl’inventori della drammatica, determinandoli fra gli altri errori a troncar i componimenti per mettervi fra atto ed atto intermezzi d’ogni maniera, i quali facevano, a così dire, da ciascun atto una nuova azione. […] Quello di rappresentare coi gesti un’azione in maniera che s’ecciti in chi la guarda l’interesse e l’illusione. […] Piace ai sensi, e ne parla d’una maniera efficace.
Vedasi la di lui maniera di maneggiar le passioni, lo stile, e la versificazione in questo squarcio della Perselide: Eccomi Donna e sola fra barbari crudeli. […] S’industriò di adoperare, secondo la greca maniera, la varietà de’ metri, ed elevare al possibile lo sdrucciolo, pretendendo farlo passare per giambo tragico; ma questo sforzo inutile non fu tollerato dalle orecchie italiane. […] Le di lui tragedie semplici, regolari, e giudiziose dipingono con maestria i costumi, satireggiandoli alla maniera di Euripide, e dimostrano il filosofo e l’erudito. […] Ne’ suoi personaggi si ravvisano i grand’uomini della storia, benché migliorati alla maniera di Sofocle nelle passioni ch’ei dipinge, ognuno riconosce i movimenti del proprio cuore. […] Ma per instruzione della Gioventù, e per far giustizia al vero, osserviamo in qual maniera si son condotti quelli due grand’Ingegni, maneggiando in generi diversi due umili congiure e due perdoni tramandatici dalla Storia.
Della maniera del cantare e del recitare [3.1] La buona composizion musica per altro, avutosi riguardo all’effetto che dee produrre, non è il tutto; questo dipende in gran parte anche dal modo con che ella viene eseguita da’ cantori. […] [3.8] Instruiti che fossero i nostri virtuosi nella propria lingua, esercitati nell’azione, fondati nella musica, e sopra ogni cosa tenuti a freno da’ buoni maestri, che vieta il credere non rimettesse quella maniera di cantare che si sente nell’anima, non risorgessero i Sifaci, i Buzzoleni, i Cortona, la cui memoria non è già col suono della loro voce trapassata ed ispenta?
Pasquali) : …. il cambiamento più rimarcabile fu quello della Bastona madre nella Bastona figlia, moglie di Girolamo Foccheri, comica eccellente quanto sua madre ; ma che oltre l’avvantaggio dell’ età aveva quello di una maniera più nobile di recitare.
Platone paragona una vita menata in mezzo a’ disordini ad una melodia ove entrasse alla rinfusa ogni maniera di ritmo. […] Soggiugnerò che le forme del canto italiano non sono né più abbondanti né più varie di quelle del nostro, ma che la musica italiana debbe in gran parte l’interesse e l’incanto ch’ella produce, al contrasto che v’è fra la maniera secca e quasi direi urtante del suo recitativo colle grazie e colle dolcezze dell’aria199. […] Di tal maniera i piaceri dello spirito e della ragione devono preferirsi a quelli de’ sensi. […] [11] Coloro che non abbracciano siffatta opinione ricorrono all’autorità de’ Latini, ma non s’avveggono che questi non aveano e non doveano aver nemmeno della poesia la medesima idea che i Greci, i poeti de’ quali furono i primi teologi, i primi legislatori, ned altro fecero che comunicare alla loro nazione la sapienza ch’essi ritraevano dagli Egiziani unita alla maniera di metterla in opera. […] E sebbene siffatta ripugnanza altro fondamento non avesse nella maggior parte fuorché un pregiudizio favorevole alla presente maniera di poetare, ella tuttavia era appoggiata sulla ragione e sull’indole stessa della lingua italiana, la quale avendo da lungo rempo acquistate regole di costruzione e sintassi alla sua maniera, non poteva sì agevolmente piegarsi alle leggi dell’antica prosodia senza essere da capo a fondo rovesciata.
Si tentò nel 1768 aprir camino ad un’ opera eroica spagnuola originale, rappresentandola alla maniera delle sarsuole. […] Negli ultimi anni del XVIII secolo è passata dalle grazie naturali delle venditrici di aranci, di frutta e di erbaggi, all’elevatezza della musica più seria, ai gorgheggi, alle più ardite volate; di maniera che con mala elezione ha cangiato il proprio carattere, e sovente nella stessa tonada si congiunge l’antico ed il moderno gusto, la musica nazionale e l’Italiana.
Riflessioni sulla sua maniera di trattar l’amore. […] Tutto in lui è facile, tutto è spedito: vi par quasi che le parole siano state a bella posta inventate per inserirsi dov’ei vuole, e della maniera che vuole. […] [8] Niuno meglio di lui ha conosciuta l’indole dell’opera in musica accomodando lo stile lirico alla drammatica in maniera che né gli ornamenti dell’uno nuocono punto all’illusione dell’altra, né la naturalezza di questa s’oppone al pittoresco di quello. […] Chi ne ha dipinta la virtù con colori più amabili o si ponga mente ai magnifici esemplari, ch’ei propone alla nostra imitazione, o le massime importanti qua e là sparse ne’ suoi componimenti, o la persuasiva, irresistibil maniera colla quale dispone il cuore a riceverli? […] Incominciamo dal più frequente e più ovvio, che è quello di aver ammollito, anzi effemminato il dramma in musica introducendovi l’amore, e introducendolo in maniera poco conveniente allo scopo del teatro.
Il loro dialogo ha tutta l’energia della passione, ed è soprammodo lontano dalla durezza delle sentenze lanciate ex abrupto alla maniera di Seneca. […] Per dar conveniente idea del suo gusto e giudizio additeremo in ciascuna favola la maniera da lui tenuta nel tradurre i Greci. […] quando non si sapeva la maniera di farla risorgere? […] Siamo oramai avvezzi a una maniera di sceneggiare diversa da quella del Torrismondo. […] Alla maniera greca e latina l’ombra di Nino indi quella di Mennone mariti di Semiramide, facendo le due prime scene dell’atto I, preparano al terrore che indi spazia per la reggia di Babilonia.
Mi escusi della prolissità nello scriverle, e del disgusto ch’avrà riceuto della maniera del mio scrivere, detato dalla purità d’un riverente affetto, e dalla necessità de’ miei interessi, con che, humilmente inchinandomele, la riverisco colle ginocchia e col core, baciandole la cappa. […] E. a concedermi questa prima gracia che io sua humile e divota serva li adimando, et è che la Nespola non sia dove io sono, nè io dove la detta Nespola, perchè per nissuna maniera non ci voglio essere, e questo nasce da giustissima causa, poichè quest’anno è nato tal disordine per lei, che è stato quasi la mia rovina, e della perdita dell’anima e del corpo, e se non fosse stata la riverenza che ò portato, porto e porterò a V. […] E tanto più che questa è cossa che non a porta disonore, anzi onore e riputacione, e infino si sa chi ella è, e di qual vallore ; ma perchè vedo che mio marito fa (come si suol dire) orecchie di mercante in detta materia, torno a dire che quest’anno che viene io non uscirò fora a recitare se questa donna è in compagnia, e più tosto mangerò radice di erbe e mi contentarò di adimandar la elemosina tanto che viva, quando fosse morto per me il soccorso a altra maniera.
Anzi se vorremo por mente come pochissimo travaglio ei sogliono darsi per la scelta del libretto, o sia dell’argomento, quasi niuno per la convenienza della musica colle parole, e niuno poi affatto per la verità nella maniera del cantare e del recitare, per il legame dei balli con l’azione, per il decoro nelle scene, e come si pecca persino nella costruzione de’ teatri, egli sarà assai facile a comprendere qualmente una scenica rappresentazione, che dovrebbe di sua natura esser tra tutte la più dilettevole, riesca cotanto insipida e noiosa.
L’utile curiosità congiunta al bisogno che si ha di esempli che riscaldino ed alimentino il genio, ne renderà sempre accetta la narrazione con gusto e con giudizio particolareggiata, la quale per gradi e con sicurezza ammaestra, e la preferirà a certi rapidi abbozzi poetici, pe’ quali si vanno scegliendo i colori più vivaci in detrimento della verità istorica, ed a capriccio vi si compartono le ombre ed i lumi, e dipignesi d’idea e di maniera per illudere l’occhio e far pompa di eloquenza.
Bartoli che « piacque la sua maniera di recitare lepida ed arguta, e per sapere a tempo cogliere l’occasione di motteggiare co' frizzi spiritosi e faceti. »
La partenza de’ guerrieri dai loro villaggi (cosi ne parla lo storico Robertson a), la marcia nel paese nemico, le cautele colle quali si accampano, l’accortezza con cui pongono alcuni del loro partito in agguato, la maniera di sorprendere l’avversario, lo strepito e la fierezza della battaglia, lo strappamento del pericranio a quegli che sono uccisi, la presa de’ prigionieri, il ritorno dei conquistatori in trionfo, ed il tormento delle vittime sventurate, sono tutte cose che vi si rappresentano una dopo l’altra. […] Ma avvegnachè in questo ed in altro si rassomigliassero Greci e Peruviani, non diremo però che questi sieno da quelli discesi, ragionando alla maniera di Laffiteau.
La partenza dei guerrieri dai loro villaggi (così ne parla lo storico Robertson 34), la marcia nel paese nemico, le cautele colle quali si accampano, l’accortezza con cui pongono alcuni del loro partito in aguato, la maniera di sorprendere l’ avversario, lo strepito e la fierezza della battaglia, lo strappamento del pericranio a quegli che sono uccisi, la presa dei prigionieri, il ritorno de i conquistatori in trionfo, ed il tormento delle vittime sventurate, sono tutte cose che vi si rappresentano una dopo l’altra. […] Ma avvegnachè in questo ed in altro si rassomigliassero Greci e Peruviani, non diremo però che questi sieno da quelli discesi, ragionando alla maniera di Laffiteau.
[3] Da ciò si vede naturalmente quanto la diversa maniera di prender codesti oggetti ha dovuto influire sulla loro mediocrità. […] Svanendo adunque la rassomiglianza tra la maniera d’imitare e l’oggetto imitato, qual maraviglia è se il cuore, che non ne sente il rapporto, rimane freddo e indifferente in mezzo alle tanto applaudite armoniose ricchezze? […] Imperocché codesta seconda maniera d’agire dei suoni tanto è più efficace quanto più gagliarde sono le impressioni che per mezzo delle vibrazioni dell’aria comunicano i suoni ai nostro orecchio. […] [20] Ma in qual maniera il ritmo poteva essere così intimamente legato coi costumi d’un popolo che dallo stato di quello se ne dovesse cavar conseguenza allo stato di questi? […] Ma le passioni degli uomini e la maniera d’esprimerle si vanno cambiando in un popolo a misura che va egli passando dallo stato di rozzezza a quello d’una progressiva coltura; lo strumento adunque destinato a rappresentar le passioni dee per conseguenza rappresentare i suddetti cangiamenti.
Carlino, preparò il suo debutto di caratterista nelle Funnachere, con pellegrinaggi continui ai quartieri di Porto e di Pendino ove imparò la lingua e il costume della nostra gente, diventandovi, pur dopo breve tempo, di tutte e due cose padrona in tale maniera da meravigliare quanti l’avevano udita, da prima, romaneggiare nell’antico repertorio semidrammatico.
Chi dice buon comico italiano, dice un uomo di fondamento, che esercita assai più la fantasia che la memoria, che compone, recitando, ciò che dice, che sa coadiuvare il suo interlocutore, vale a dire ch’egli sposa così bene le parole e l’azione con quelle del suo compagno, ed entra di punto in bianco in tutto il movimento drammatico dall’altro richiesto, di tal maniera da far credere agli ascoltatori che tutto sia stato anticipatamente combinato.
Questa compagnia di quasi tutti congiunti era amata ed apprezzata in Venezia, non solo per la bravura, ed abilità in tal mestiere ; ma per l’onesta e saggia maniera di vivere sotto la buona direzione dell’ onestissimo Raffi, e l’ottima condotta della prudente, devota, e caritatevole signora Lucia sua consorte.
La sceneggiatura è pure alla maniera antica, ma due volte sole resta il teatro voto. […] Anche lo stile nobile sovente e sublime par che talvolta può stimarsi soverchio studiato, sparso di qualche maniera latina. […] L’impudenza degli Aretini rivive di ogni maniera in cotali deplorabili infarinati calunniatori. […] Sono esse (domandiamo in prima) scritte alla greca maniera o alla moderna ? […] Bella maniera d’impedire che pulluli la perversa genìa de’ Neroni !
Dico che vi somigliate di maniera a questa Celia, che facil cosa sarebbe che se voi foste adornato da donna, si come sete vestito da huomo, che fosti preso per quella. […] Ho amato quella Celia che dissi, ma l’alterezza di questa balordella (benchè adesso il suo amore mi prometta e mi preghi) mi ha di maniera contro di lei alterato, che ad ogni mio potere mi sono disposto, aborrendo le sue nozze, di conseguire una giovine che alberga in quella casa il cui nome è Lauinia, figlia d’un mercante honorato, e non disuguale a me di parentado, alla quale risolvo di scrivere una lettera, e farne voi il portatore, sì come sarete a lei il primo palesatore delle mie affettioni.
Mentre esse ballano, il brutto musico ripete questa parola con una vivacità continua, rinforzando per gradi la voce, e stringendo il tempo del suono in maniera ch’egli palesa il proprio entusiasmo con visacci e strane convulsioni: e le ballerine si agitano con un’agilità sorprendente, la quale accoppiata al desiderio di piacere e agli odori, de’ quali son tutte asperse e profumate le fa grondar di sudore e rimaner dopo il ballo pressoché fuor di se.
É un errore volgare che i Turchi abborriscono d’ogni maniera le lettere e le scienze.
I, pag. 929), per le solite gelosie di mestiere, e convenienze, e invidie suscitate non sappiam bene se dalla stessa Fiorillo, o dalla moglie del Napolioni, che ci sembra poter identificare per Argentina, come quella che insieme a lui assalse Beatrice con dispetti di ogni maniera (V. anche Fiorillo Giovan Battista).
I vari climi, diversificando le passioni, e i bisogni, e conseguentemente la maniera di significar le une e gli altri, rinserrando o sciogliendo gli organi destinati alla voce, e modificandoli a misura del caldo o del freddo, influiscono prodigiosamente sulla formazione delle lingue. […] [13] Alla dolcezza, ed al collocamento delle parole succede nell’esame delle qualità proprie pel canto la maniera di misurarle, ovvero sia la prosodia. […] [19] La seconda, della immaginazione pronta e vivace, che tanto influisce sul naturale degli Italiani, la quale fra le molte modificazioni degli organi destinati all’esercizio della parola trova subito quelle, che alla maniera loro di concepire maggiormente si confanno. Avvegnaché il linguaggio delle passioni sia, generalmente parlando, lo stesso in tutti gli uomini, e che la natura si spieghi con certi segni comuni ad ogni nazione, egli è nondimeno certissimo, che la differenza de’ climi e de’ temperamenti, il maggior o minor grado di sensibilità e d’immaginazione siccome contribuiscono assaissimo alla formazion delle lingue, così ancora mettono gran divario nella maniera di esprimer gli affetti non meno tra popolo e popolo che tra individuo ed individuo.
Io che ho ammirato sinceramente, e sinceramente ammiro altri artisti maschi e femine del nostro teatro di prosa per la loro maniera schietta di porgere senza avviluppamenti accademici, non so, mi trovo inceppato a parlare della verità di questa piccola fata. […] … E il 19 dello stesso mese, a proposito della Signora dalle Camelie : Quello che in genere è ammirevole nella signora Duse è il concetto che ella si va formando sempre nuovo delle parti che ella rappresenta ; è la maniera sempre nuova di esecuzione ; è l’odio manifesto a tuttociò che può farle acquistare una lode bugiarda, momentanea. […] In quella maniera di scrivere era qualcosa della sua recitazione.
In qual maniera ? […] È finalmente gindicato della stessa maniera Maometto, ed ottiene parimente sede negli Elisii. […] Pieno di erudizione di ogni maniera egli imita gli antichi ma con tal maestria che par nato or ora quel che dissero venti secoli indietro. […] Di maniera che queste prime scene possono acconciamente chiamarsi preghiere notturne e matutine. […] Correte… andate… venite… di quà di là, grida Odorico alla maniera di un Messer Lattanzio, o di un Pantalone.
Lo stile è comico buono per lo più, benchè talvolta soverchio affinato alla maniera Plautina per far ridere. […] Secondo me l’arte di avviluppare consiste nel concatenare gli avvenimenti in maniera che vi si ravvisi sempre una ragione che soddisfaccia in ogni passo dell’azione.
È un errore volgare che i Turchi abborriscano di ogni maniera le lettere e le scienze.
Soggetto veramente comico, benchè misto di qualche allegoria alla maniera d’ Aristofane, è il Prisciano battuto.
se fin anco qualche elegante scrittore prende di simil genere bastardo il patrocinio, e certi fogli periodici che in lui sol giurano alla cieca, ne comunicano le opinioni di ogni maniera a coloro che studiano la letteratura nelle gazzette?
Il quale atto commosse per modo Isabella, che volle per la pace comune, e perchè nel loro contratto di nozze nulla esistesse che potesse dare appiglio a quistion d’interesse, mutar l’istrumento nella seguente maniera : che si leuasse a suo tempo di tutto l’haver di Colombina la prouisione douuta alli suoi tre figliuoli, e per lei le sue gioje, & argenteria al prezzo come fu stimato ; del resto fosse a metà tra marito e moglie, con il guadagno venturo, lasciandosi dopo la lor morte heredi uno dell’altro.
Essa non perdeva sillaba della Cazzola, che, per eleganza, naturalezza, profonda intuizione d’arte, si collocò fra la Ristori e la Sadowsky, e in certe parti non trovò chi riuscisse a superarla ; e più tardi, a Firenze, quando la Cazzola ammalò, Tommaso Salvini ricorse alla signora Virginia ; e la signora Virginia, improvvisando sera per sera un’interpretazione, cominciò a spiccare il gran salto, sempre sotto gli auspici del gran colosso Salvini, artista completo, dividendo il regno dell’arte con la Tessero e la Pezzana, e tutte tre facendo credere con i grandi successi fatti ottenere alle commedie di Gherardi Del Testa e di Achille Torelli, ai proverbi del Suner, ai drammi del Costetti, ai lavori mastodontici dell’ultima maniera di Paolo Ferrari, al medio evo di Giacosa, alla romanità di Pietro Cossa, alle galanterie di De Renzis, di Martini, di Castelnuovo, e tutto il resto di Cuciniello, di Muratori, di Montecorboli, di Castelvecchio, di Sabbatini e di tanti altri, facendo credere all’esistenza d’un moderno teatro italiano.
Sfogliando le sue lezioni di declamazione, guardando a quelle odiose figurine che le illustrano, pensando a quelle repliche immediate di narrazioni, e il tutto comparando al giudizio che ne dà il Righetti nel secondo volume del suo Teatro Italiano, e che qui riferisco, c’ è da credere che il Morrocchesi fosse un grandissimo artista di maniera.
Se danzatrice altera con leggiadra maniera in varïati giri il piede muovi e giri, ed ora radi il suolo, e t’ergi poi con cento salti a volo ?
Non vi fu nel di lei regno che il loro Tommaso Sackville che compose Gordobuc commedia in qualche maniera scritta con regolaritàa. […] Amlet con espressioni ed invocazioni di ogni maniera mostra l’orrore onde è preso, indi dice: Ricordati di me? […] Quando vuole essere oratore (attento, signor Martino) diviene freddo e snervato; imperciocchè allora egli è grande quando si contiene nella natura… Esprime sovente di una maniera ingarbugliata un pensiere comune, e cela una picciola immagine in un verso pomposo… Quando vuole intenerire dipingendo la grandezza che ruina, o l’innocenza che pericola, più sensibilmente manifesta l’ineguaglianza del suo ingegno. […] Grevil compose due tragedie Alaham e Mustapha, nelle quali introdusse il coro alla maniera greca.
Si è detto che Cesare Rossi era attore di maniera, attore barocco. […] Quale maniera !
La gentil maniera meco tenuta in richiedermene l’assenso, mi astringe a concorrere alla riuscita della vostra intrapresa.
Della stessa maniera si governa il Signor D.
Soggetto veramente comico, benchè misto di qualche allegoria alla maniera di Aristofane, è il Prisciano battuto.
E il Gozzi doveva di cose di teatro essere intendente non mediocre ; chè la nuova maniera di recitare della Ricci, da lui indicata come guasta e manierata, finì coll’essere notata di punto in bianco, al suo esordire a Parigi.
[1.145ED] Son anche compensati i viluppi esterni spagnuoli dai viluppi interni delle passioni, impegnate in maniera che impegnino gli affetti degli ascoltanti, quando ad amare chi odiavano e quando ad odiare chi amavano, con movimento sì vero e sì penetrante che poi nel fine della rappresentazione ricrea, mentre si conosce originato da false aeree cagioni; e ne lascia con quella meraviglia e con quel diletto con cui lascia un orrido sogno chi, ne’ maggiori perigli sognati, destatosi alla fine s’accorge di giacer sicuro e felice nelle sue piume. […] In questo difetto cadono gran parte de’ tragici vostri, perché in quegli argomenti ne’ quali l’amore ha luogo naturalmente, troppo lo esaltano, ed in quelli dove naturalmente non lo ha, ve lo vogliono in ogni maniera ficcare e ve lo ficcano e lo dilatano in guisa che distruggono il grande ed il generoso de’ loro caratteri. […] [4.62ED] Il verso italiano senza rima si può recitar punteggiato in maniera che altri non vi conosca il numero armonioso. [4.63ED] Dunque il verso italiano senza rima non ha l’armonia sostanziale inseparabile dal medesimo. […] [4.95ED] Con tutto ciò è stato creduto necessarissimo a ben perfezionar l’armonia che ad ogni otto versi vi sieno due rime contigue, mentre il sempre alternarle in tutta la stanza all’uso de’ Siciliani, senza legarle insieme, come hai tu fatto, intrecciandole alla maniera delle corone, rendeva meno armonioso e raccolto il componimento; lo che per avventura ne’ terzetti non fu necessario, perché i loro periodi son brevi e, se le desinenze non sono contigue, son così poco distanti che non annoia l’attenderle e non sospende soverchiamente l’aspettazione. […] [5.77ED] Questo testor de’ versi vorrebbesi lo stesso compositor delle note e siane esempio il vostro famoso contralto cognominato Pistocco, non meno celebre per aver raffinato l’esercizio del canto che per aver congegnata la combinazion delle note in maniera la quale si è poi propagata con tanto onor dell’Italia e particolarmente della tua patria.
Sì bene pei piccioli e maniera i talenti, come furono i La-Mothe, i Perrault e i Cartaud de la Vilade, de’ quali per altro abbonda ogni nazione. […] Dopo queste succinte notizie delle sette tragedie di Eschilo, non c’incresca di ascoltare ciò che alla solita sua maniera (ch’io chiamo spensierata) ne disse l’avvocato calabrese Saverio Mattei nel Nuovo Sistema d’interpretare i tragici Greci.
ri, ho cercato col tener questa compagnia insieme che egli possa sostentarsi cavandone utile che veramente mi rincresce che resti tolto a questo povero galanthuomo che sempre è vissuto in maniera da capir per tutto. […] S. gliene porgerà in quella maniera che è proporzionata al sommo desiderio che ho sempre di servire a S.
Tali i due Tempii, de’ quali il primo semplice, grave, solido contiene sei colonne, ed altrettante dalla parte opposta, e si allontana dalla maniera Dorica Greca e dall’ordine Toscano de’ tempi posteriori; ed il secondo più picciolo che dinota essere stato da’ Toscani eretto posteriormente, quando già essi appreso aveano a congiungere alla solidità il gusto di ornare.
Degna di notarsi è la maniera onde i perfidi calunniatori sogliono rendere sospetta fin anche la virtù manifesta, non potendo negarla. […] In fatti improprj per la tragedia sono i propositi che tengono Eurilla, Silvio e Rosalba; improprio è lo stile lirico in quasi tutto il dramma e singolarmente nelle scene di Ateste ed Arsinda ove il poeta trascorre senza freno alla maniera spagnuola. […] Il cardinal Delfino (dice il conte di Calepio con tutta verità) diede principio all’abbandonamento degli scherzi recando alla tragedia della maestà sì con le sentenze che colla maniera di esporle.
quella prodigiosa maniera di rendersi originale traducendo ed imitando? […] Ma questa opposizione non avrebbe luogo, se si concepisse un teatro alla maniera di Liveri. […] Io prima vi domando in grazia, Quel giovine, se pur non v’è d’incomodo, Che mi diate risposta, e mi spieghiate Chi è quel vostro amico, e in qual maniera Si dichiarava d’essermi parente. […] Applaudesi il vecchio della propria maniera di pensare, e censura quella del fratello, coll’ occasione del trascorso di Eschino; ed il servo con graziosa ironia loda la di lui saviezza, il prudente antivedere, le massime assennate. […] Per saggio della maniera d’imitare e tradurre di questo letterato, rechiamo un frammento della prima scena dell’atto I.
E aggiugne nel passo da Voi citato “finchè questa maniera di Musica si riterrà, non sarà mai possibile far in modo, che non sia un’arte storpiata in grazia di un’ altra”. L’oggetto dunque delle querele del Maffei, e di ogni Saggio Critico è la insoffribile prolissità delle Arie, è questa maniera di Musica, e non già la Musica. […] Intanto benchè nol diciate nel Saggio, prevedo, che farete fra voi stesso alla Opera Italiana la seguente opposizione: = E bene, se la Musica moderna viene da tanti dottissimi Italiani, e dallo stesso Signorelli riprovata nella maniera, che oggi si trova introdotta, l’Opera dunque di oggidì è diffettosa al pari della Commedia Spagnuola =. […] Se non la vedeste nell’esempio addotto alla vostra maniera, la vedete ora ne’ fatti da me esposti?
Essa é verseggiata con rime rare e libere per la maggior parte; benché qualche osservatore spigolistro non lascerà di notarvi in certe scene uno scrupoloso accordamento di consonanze alla maniera delle nostre canzoni. […] » Se gli meni buona la nutrice alla foggia antica, i nunzi, l’indovino, qualche descrizione troppo circostanziata bocca di Torrismondo, la lunghezza di alcuni ragionamenti del consigliere, e una maniera di sceneggiare che oggidì, farebbe fuor di moda, cose che non ne guastano l’essenziali bellezze, anche a’ nostri giorni farà piacere e maraviglia a leggitori imparziali. […] Ma quella maniera di giudicar’ senza vedere né pensare, e di offender le nazioni culte, é un male ormai divenuto incurabile tra’ belli-spiriti francesi. […] Egli é vero verissimo, che gl’italiani e i greci non hanno mai connesse le loro idee sì scioccamente, come Monzù de la Harpe, il quale, all’udirlo ragionar nella riferita maniera, senza che si ponga mente, di qual paese egli sia, Boeotum in crasso jurares aere naturae Horat. lib. 2 Epist.
Sono invece impropri quelli che operano in maniera figurata, come fa la metafora nel linguaggio verbale. […] Altro punto affrontato nel capitolo, quello della scenografia, che deve anch’essa rispecchiare in maniera verosimile l’ambientazione del dramma. […] Tutti cioè ad un tempo si muovono, si atteggiano ed operano, secondo la maniera propria di ciascuno, esprimendo simultaneamente lo stesso sentimento e la stessa idea. […] [13.8] Dallo stesso principîo si determina pur la maniera della gesticolazione conveniente. […] In questa maniera si è non solamente adottato, ma anche ampliato il sistema di Shakespeare.
Tra gli altri meriti contratti dal Vega, dal Calderòn, e da’ loro seguaci col moderno Teatro novera il Signor Lampillas (p. 196.) l’onestà che v’introdussero: “La nuova Commedia bandì dal Teatro i bagordi de’ giovani colle meretrici, e agl’infami personaggi delle ruffiane e mezzani sostituì persone civili e nobili: in maniera che se non comparve la detta Commedia in sembianza di una veneranda Matrona, dovette almeno stimarsi qual gentil Dama in confronto di una sfacciata meretrice”. […] Soggiugne: “Le Donne al principio sono tutte nobili, mostrano una fierezza che in vece di amore infonde spavento, ma da poi da questo estremo passano, per mezzo della gelosia, all’altro opposto, e rappresentano al Popolo passioni violente, sfrenate, vergognose, insegnando alle Donne oneste, e alle incaute fanciulle il cammino della perdizione, e la maniera di alimentare amori impuri, e d’ingannare i Padri, di subornare i Servi . . . . discolpandosi colla passione amorosa che viene dipinta onesta e decente, che è la vera peste della gioventù”. […] Fin anco in quelle Commedie, in cui alla maniera Spagnuola egli accumola gli accidenti l’un sopra l’altro, come nell’Incognita, e forse in qualche altra, sin anco nel riscrivere il Convitato di Pietra, egli cerca racchiudere l’azione nello spazio concesso.
Degna di notarsi è la maniera onde i perfidi calunniatori sogliono rendere sospetta fin anche la virtù manifesta non potendo negarla. […] In fatti improprii per la tragedia sono i propositi che tengono Eurilla, Silvio e Rosalba; improprio è lo stile lirico in quasi tutto il dramma e singolarmente nelle scene di Ateste ed Arsinda ove il poeta trascorre senza freno alla maniera spagnuola. […] Il cardinal Delfino (dice il conte Pietro di Calepio con tutta verità) diede principio all’abbandonamento degli scherzi recando alla tragedia della maestà sì con le sentenze che con la maniera di esporle.
.), e che si cavino dalla Storia, dalla Mitologia antica, e da’ Poemi Epici moderni ancora, di maniera che quasi più difficoltoso pare che sia il rinvenire un fatto Eroico proprio della Tragedia, che il tesserne la favola e il ben verseggiarla: il Signor Lampillas ardisce in faccia all’odierna Europa riprovar questo appunto che s’inculca, e attribuire a difetto d’invenzione nel Trissino l’aver tratta da Livio l’avventura di Sofonisba! […] Il nobilissimo carattere di Polissena, che sin dalle prime parole traluce in Euripide, non apparisce nel di lei dialogo con Ecuba alla presenza di Ulisse, nella maniera che stà espresso nella copia: “Pol.
In ciò s’ingannò di ogni maniera. […] Giovanni Guglielmo di Gerstenberg nato nel 1737 a Tundern, imitatore della maniera di Ossian nelle sue Poesie di uno Scaldo, ha dato al teatro tedesco l’Ugolino tragedia terribile sul gusto inglese.
Bernarda Ferreira de la Cerda Portoghesa versata nelle matematiche e nella musica compose diverse commedie alla maniera allora dominante senza regolarità ed in istile lirico troppo ricercato, le quali si trovano nel II tomo delle di lei opere. […] Nella seconda trattò del di lei regno dopo la morte di Nino, della maniera come tolse il freno del governo al figliuolo inetto per regnare colle di lui spoglie virili, e della di lei morte. […] V’è però la maniera di migliorare tale artificio, per fuggir l’ inconveniente che risulta dal far parere che sappia il personaggio esser la commedia scritta in versi. […] Essi tutto posero lo studio a riempiere le sregolate loro favole di ripetute impertinenti descrizioni e pitture di cavalli, tori, armature, navi, giardini, palagi, duelli, battaglie navali e terrestri, naufragj, di avventure romanzesche d’ogni maniera. […] Il Sig Andres diede alla maniera di esprimersi di Calderon il nome di ghiribizzi e di agguindolamenti.
Si desidera però in essi scelta e venustà, e la decenza richiesta nella dipintura de’ costumi, per cui Terenzio tanto sovrasta a’ suoi posteri, l’unità di disegno nel tutto, e la verità, l’esattezza, e la precisione nelle parti: un motteggiar lepido e salso, pungente ma urbano alla maniera di Menandro che ammiriamo in Ludovico Ariosto: le grazie e le pennellate franche di Nicola Machiavelli che subito caratterizzano il ritratto: la vivacità ed il brio comico di Agostino Moreto: finalmente il gusto, l’amenità, e l’inarrivabile delicatezza nel ritrarre al vivo i caratteri e le ridicolezze correnti che danno al Moliere il principato tra i comici antichi e moderni.
Mentre esse ballano, il brutto musico ripete questa parola con una vivacità continua, rinforzando per gradi la voce e stringendo il tempo del suono in maniera che egli palesa il proprio entusiasmo con visacci e strane convulsioni, e le ballerine muovonsi con una maravigliosa agilità, la quale accoppiata al desiderio di piacere e agli odori de’ quali tutte sono esse sparse e profumate, le fa grondare di sudore e rimanere dopo il ballo pressochè fuori di se.
Ma si desidera in essi la scelta, la venustà, la decenza richiesta nella dipintura de’ costumi, per cui Terenzio tanto sovrasta a’ suoi posteri; l’ unità di disegno nel tutto, e la verità e l’esattezza e la precisione nelle parti; il motteggiar lepido e salso, pungente ma urbano alla maniera di Menandro che ammiriamo nell’Ariosto; la grazia, la naturalezza e le pennellate sicure del Machiavelli che subito caratterizzano il ritratto; la vivacità, il brio comico di Moreto; e finalmente il gusto, l’amenità, la delicatezza inarrivabile nel ritrarre al vivo i caratteri e le ridicolezze correnti che danno a Moliere il principato su i comici antichi e moderni.
E furono scritti I due gemelli veneziani, che piacquero immensamente, contribuendo infinitamente al loro buon successo « la maniera incomparabilmente sostenuta dal Pantalone, che si vide al colmo della gloria e del contento.
Dati i versi del La Fontaine, l’articolo incensatore del Mercure de France, e l’impiego alla Corte di Sassonia, dovè certo Angelo Costantini essere salito in grandissima fama, tale da essere dal Watteau ritratto in ogni maniera, e solo e in compagnia de’comici italiani, tra’quali il più delle volte occupa il primo posto.
Laonde alfine e per la poca disposizione che trova negli spettatori o per la maniera con cui muore quasi trionfando non reca veruna pietà. […] Parmi pure inescusabile nel viluppo tragico la maniera con cui si trattan gli affari in molte favole italiane di coro continuo. […] Il cardinal Delfino diede principio all’abbandonamento degli scherzi, recando alla tragedia della maestà sì con le sentenze che con la maniera d’esporle. […] Ma due sconvenevolezze inescusabili io trovo: una nel suo innamoramento, l’altra nella maniera d’amare. […] Nella maniera che una musica malinconica solleva e toglie la nostra malinconia.
quella prodigiosa maniera di rendersi originale traducendo ed imitando? […] Ma questa opposizione non avrebbe luogo in chi sapesse concepire un teatro alla maniera di Domenico Barone marchese di Liveri. […] In prima vi domando in grazia, Quel giovine, se pur non v’è d’incomodo, Che mi diate risposta, e mi spieghiate Chi è quel vostro amico, e in qual maniera Si dichiarava d’essermi parente. […] Applaudesi il vecchio della propria maniera di pensare, e censura quella del fratello, coll’occasione del trascorso di Eschino; ed il servo con graziosa ironia loda la di lui saviezza, il prudente antivedere, le massime assennate. […] Per saggio della maniera d’imitare e tradurre di questo letterato, rechiamo un frammento della prima scena dell’atto I.
Non ha divisione di scene e di atti; ha il Coro alla greca, ed è per la maggior parte composta in versi sciolti ed ha qualche squarcio con rime rare e libere, anzi vi si osserva talvolta un troppo rigoroso accordamento di consonanze alla maniera delle italiche canzoni liriche. […] quando non si sapeva la maniera di farla risorgere? […] Siamo oramai avvezzi a una maniera di sceneggiare diversa da quella del Torrismondo. […] Alla maniera greca e latina l’ombra di Nino indi quella di Mennone mariti l’un dopo l’altro di Semiramide facendo le prime due scene dell’atto I, preparano al terrore che spazia in seguito per la reggia di Babilonia. […] Di maniera che l’ingiustizia mai non trascura di prevalersi a suo pro della massima di Achille, il quale Jura negat sibi nata, nihil non arrogat armis.
Da’ loro frammenti non si scorge la guisa che essi tennero nel condurre i loro Anfitrioni; ma è verisimile che come Plauto nel suo essi vi trattassero in una maniera tutta comica l’avventura di Giove con Alcmena, dipartendosi dal camino tragico probabilmente battuto da Euripide nella sua favola perduta intitolata Alcmena. […] Si osservi finalmente in qual maniera Anfitrione adirato nella scena terza dell’atto quarto sollevi il tuono, e minacci al sentire che Alcmena è in procinto d’infantare, Numquam ædepol me inultus istic ludificabit, quisquis est &c. […] Noi intanto lasciando ad uomini siffatti i versi Punici di Plauto per confrontarli colle sillabe di tutti i linguaggi a noi e ad essi medesimi sconosciuti, e adorando senza seguirle le orme di cotali oracoli, con maggior senno e vantaggio osserveremo che nella seconda scena del medesimo quinto atto il servo Milfione che appena sa qualche parola Punica, va a parlare al Cartaginese, ma appunto per lo poco che sa del di lui idioma ne interpreta le risposte alla maniera degli etimologisti imperiti e di Arlecchino; per la qual cosa Annone gli parla nella lingua del paese, e viene a sapere che vive in Agorastocle il perduto suo nipote. […] O bisogna concepire un teatro alla maniera di quelli veduti in Napoli in tempo del Marchese di Liveri, ne’ quali senza cangiar la scena vedevansi azioni fatte nell’ interiore di una casa ancor dalla strada, ovvero immaginare che il servo baldanzoso Tossilo, per far disperar Dordalo, avesse disposta la mensa avanti la porta della propria casa per farsi veder da lui, come in fatti avviene. […] E’ stato osservato da Metastasio il bisogno che essa ha di mutazioni di luoghi per rappresentarsi67, ove non si sappia costruire una scena alla maniera di Liveri.
Ella giusta la maniera di Sofocle esprime col silenzio l’intensità della sua pena ed il funesto disegno che indi a poco eseguisce. […] Sulle quali parole fece il critico Modanese in questa guisa la sua esposizione: Tespi, secondo Laerzio, trovò un contrafacitore, che contrafaceva ballando, sonando, e cantando l’azione della tragedia … Eschilo trovò il secondo, cioè un’altra maniera di contrafacitori… dividendo il ballo dal canto e dal suono … E Sofocle trovò il terzo, e divise la moltitudine in tre classi, cioè in ballatori, cantori e sonatori .
Risposta netta alla maniera Spartana.
[5] Questa seconda maniera è quella che rende la poesia tanto acconcia ad accoppiarsi colla musica: anzi siffatta proprietà, la quale fino ad un certo segno è comune ugualmente alla eloquenza che alla poesia, non è che il fondamento della melodia imitativa, ovvero sia del canto: dal che ne seguita eziandio, che la possanza della eloquenza se non in tutto almeno in gran parte dipende dalle qualità musicali della lingua, ovvero sia dalla magia de’ suoni combinati diversamente nel numero oratorio, o nella pronunzia. […] Cotale spiegazione, che tutta dipende dalla maniera con cui agiscono i suoni sulla nostra macchina, e dalla intima relazione che passa tra la vista e l’udito, relazione sospettata prima dalla esperienza, poi messa nel suo maggior lume dal Neutono, oltrachè diventerebbe troppo prolissa, non è essenzialmente legata col mio argomento3. […] Cosicché chi canta è in qualche maniera fuori dal suo stato naturale come si dicono esser fuori di se gli uomini agitati da qualche sorpresa, o affetto: dal che ne siegue che il linguaggio, che corrisponde al canto, debbe essere diverso dal comune, cioè, tale quale si converrebbe ad un uomo, che esprime una situazione dell’animo suo non ordinaria. […] Ma dove la musica non vi si opponga, il poeta è tenuto a guardar i suoi diritti alla poesia, e al teatro, e l’abilità di lui consiste nel combinar le cose in maniera, che divenga il compagno, e non lo schiavo del compositore.
Questa è la sola maniera di bene ed utilmente favellar di quello di cui tante volte si è scritto. […] Ma tal maniera naturale di esprimersi è straniera all’autore di questa tragedia, il cui vero carattere torna a comparire nelle seguenti false espressioni dal verso 768 al 775: il fuoco arde di mala voglia, le fiamme piangono, il fummo stesso esce malinconico, e si piega in vece di ascendere direttamente . […] Nel lunghissimo atto primo, benchè pur tronco, presenta una verbosa declamazione di Edipo colla figliuola di circa trecento versi, de’ quali più di 275 esprimono la disperazione e la dolorosa rimembranza delle sventure di Edipo, e si aggirano in tutt’altro che nell’argomento della Tebaide; di maniera che sembra piuttosto prepararsi l’azione dell’Edipo ramingo in Colono trattata da Sofocle, che la guerra de’ figliuoli di lui. […] Insorge una disputa generica tra il discepolo e il maestro; sostiene ciascuno la propria tesi con caparbieria scolastica; lancia l’una e l’altra parte un nembo di sentenze proposte e risposte a maniera di massime; e dopo una lunghissima tiritera di più di cento versi, si manifesta l’intento di Nerone di ripudiare Ottavia e sposar Poppea, che è la meschina azione della tragedia, sulla quale si favella appena in poco più di trenta versi.
Non bene apparisce in qual maniera avesse l’autore ideato il luogo dell’azione per rendere in tanta distanza verisimili tali conferenze, e specialmente tutto l’atto III. […] Megara partendo dice ad Olvia, observa esta parte, ella resta a far l’uffizio di sentinella, e Giugurta la vede sola e viene a parlarle; di maniera che i nemici colla facilità di un attore che esce al proscenio potevano penetrar fra’ Numantini. […] Una spada figuratamente può chiamarsi fulmine per esagerarne i rapidi funesti effetti; ma aggiugnere che questo fulmine, cioè questa spada siasi spiccata dalle nubi, è falsità di sentenza e maniera Gongoresca. […] dice l’Elettra dell’ Huerta; ed il di lui Oreste risponde a maniera di oracolo, Un hombre soy que en su sepulcro sulca los mares de fortuna. […] Ora quando in argomenti sì rancidi e trattati bene da più centinaja di poeti non si sanno combinar nuove situazioni patetiche che formino quadri terribili alla maniera de’ Michelangeli, quando si hanno da riprodurre con nuovi spropositi, perchè esporsi a far di se spettacolo col paragone?
Bernarda Ferreira de la Cerda portoghese versata nelle matematiche e nella musica compose diverse commedie alla maniera allora dominante senza regolarità ed in istile lirico troppo ricercato; le quali si trovano nel II tomo delle opere di questa dama. […] Di maniera che ho veduto io stesso l’attore tutto grondante di sudore per lo studio che pone ad imitare i movimenti del becco, delle ali, degli artigli di un uccello, lo strisciar della serpe, il corvettar del cavallo, ed il guizzar del pesce. […] Nella seconda trattò del di lei regno dopo la morte di Nino, della maniera come tolse il freno del governo al figliuolo inetto e regnò sotto spoglie virili e della di lei morte. […] Vi è però la maniera di migliorar tale artificio, per fuggir l’incoveniente che risulta dal far parere che il personaggio sappia esser la commedia scritta in versi. […] Essi tutto posero lo studio a riempiere le sregolate loro favole di ripetute impertinenti descrizioni e pitture di cavalli, tori, armature, navi, giardini, palagi, duelli, battaglie navali e terrestri, naufragii, di avventure romanzesche di ogni maniera.
Si tentò nel 1768 aprir camino ad una opera eroica spagnuola originale, rassettandola parimente alla maniera delle sarsuole. […] Essa però negli ultimi anni si vede passata dalle grazie naturali delle venditrici di aranci, di frutta e di erbaggi, all’elevatezza della musica più seria, ai gorgheggi, alle più difficili volate; di maniera che con mala elezione ha cangiato il proprio carattere, e si vede in una stessa tonada spesso congiunto l’antico ed il moderno gusto, la musica nazionale e l’italiana.
Tali i due Tempj, de’ quali il primo semplice, grave, e solido contiene sei colonne in facciata, ed altrettante dalla parte opposta, e si allontana dalla maniera dorica greca, e dall’ordine toscano de’ tempi posteriori, ed il secondo tempio più picciolo, che dinota di essere stato da’ Toscani eretto posteriormente, quando già essi sapevano congiungere colla solidità il gusto di ornare.
Mentre esse ballano, il brutto musico ripete questa parola con una vivacità continua rinsorzando per gradi la voce e stringendo il tempo del suono in maniera che egli palesa il proprio entusiasmo con visacci e strane convulsioni, e le ballerine muovonsi con una maravigliosa agilità, la quale accoppiata al desiderio di piacere e agli odori de’ quali tutte sono esse sparse e profumate, le fa grondare di sudore e rimanere dopo il ballo pressochè fuori di se.
Anche circa lo stile la giusta critica non è sempre contenta della Filli, perchè oltre al raffinamento, diciam così, originario delle pastorali, si veggono in essa molti falsi brillanti ed alquante metafore ardite alla maniera Marinesca e Lopense.
L'assenza dal teatro gli sembrò la più giusta delle lezioni all’audace…. diciamo la sua parola, allo sfacciato invasore, di cui la comicità fisica si congiungeva alla comicità del personaggio, di maniera che niuno, per quanto amico di buona volontà, voleva o sapeva vedere in lui un eroe da tragedia.
Non bene apparisce in qual maniera avesse l’autore ideato il luogo dell’azione per rendere in tanta distanza quanta esser dovea tra un campo che assedia ed una piazza assediata, verisimili tali conferenze, e specialmente tutto l’atto III. […] Essi come partirono senza perchè, senza perchè sono tornati, e nella stessa maniera dell’atto I viene appresso Megara. […] Megara partendo dice ad Olvia, observa esta parte; ella rimane a far l’uffizio di sentinella; e Giugurta vedendola sola viene a parlarle; di maniera che i nemici colla facilità di un attore che esce al proscenio, potevano penetrar fra’ Numantini. […] dice l’Elettra dell’Huerta, ed il di lui Oreste risponde a maniera di oracolo, Un hombre soy que en su sepulcro sulca los mares de fortuna. […] Ora quando in argomenti sì rancidi, e trattati ottimamente da più di cento poeti, non si sanno combinar nuove situazioni patetiche che formino quadri terribili alla maniera di Michelangelo; quando si hanno da riprodurre con nuovi spropositi, perchè esporsi a far di se spettacolo col paragone?
Più fondatamente però se ne riprende la maniera di amare. […] La sua maniera si distingue da quella dell’uno e dell’altro. […] Giva così il Voltaire avvicinandosi al Cornelio, al Racine, al Crebillon, mostrando però ne’ tratti del suo pennello una maniera a se particolare. […] Saprà il Belloy in qual maniera due uomini videro i loro corpi stessi sparsi e trasportati dal fulmine.
Francesco-Maria d’Arnaud de Baculard é autore di alcuni componimenti tragici di un genere troppo lugubre e tetro alla maniera degl’inglesi233. […] Questa delicatezza, questa maniera di esprimersi, non appartiene al genere comico simile a quello della Perintia, dell’Andria, dell’Hecira? […] Quanto alla maniera di rappresentare di quell’italiani fu molto bene accolta in Parigi.
Giungono spesso ad occuparvisi ben cinque autori; di maniera che la lode o il biasimo si divide sovente fra molti, e ciascuno ha poco da insuperbirsi del buon successo e poco da contristarsi del sinistro. […] Si amano in Francia, universalmente gli spettacoli scenici di ogni maniera.
Girolamo Gigli Sanese ingegnoso e brillante letterato sin da’ primi anni del secolo consacrò qualche ozio alla poesia comica, insegnando in qual maniera potevano recarsi in italiano le comiche bellezze de’ migliori Francesi, e nel 1704 pubblicò in Venezia i Litiganti, ossia il Giudice impazzito franca ed elegante versione de’ Plaideurs di Racine, e nel 1711 impresse in Roma in tre atti il suo Don Pilone imitata anzi che tradotta dal Tartuffe di Moliere. […] Carlo Goldoni stimò di aver compreso dalla fama che ne correva, la maniera di sceneggiare Liveriana, e volle provarsi nel suo Filosofo Inglese a porre in vista più azioni ad un tratto; ma nell’imprimerlo ci avvertì che niuno gli avea detto bravo per questo.
Ma nelle materie letterarie è sempre miglior consiglio l’attenersi al sentimento de’ giudici saggi e di buon gusto, i quali son pochi, e la cui maniera di pensare trae seco finalmente quella del pubblico.
Quel bagagliume non la riguarda ; lei sente che il momento umano, della situazione e del carattere, non deve essere alterato da impeti vanitosi che non hanno nè la ragione nè il sentimento dell’arte ; lei sente che i prontuari, le tradizioni, le pratiche di quel mondo artificiale non hanno il potente alito di vita della creatura fatta ad imagine e similitudine ; lei sente che l’applauso del pubblico, dal mormorio di approvazione al grido entusiastico, deve prorompere spontaneo, non deve essere strappato con le tenaglie arroventate del mestiere ; e per quanto non abbia dato finora delle interpretazioni complete, nel tono generale della recitazione della Tina Di Lorenzo si vede questo che è la pura bellezza dell’arte della scena ; vivere una creatura, non fare una parte con tutti gli annessi e connessi del macchinario, e si scorge nella dizione, dalla piana a quella che si eleva nel vario erompere di una passione, nel vario avvicendarsi di una situazione ; e si scorge nel modo di concludere la frase, senza finali di maniera ; e si scorge nello sprezzo, costante, tenace, di quelle note stridenti, le quali anche a volte, rarissime, innocenti, riuscirebbero all’effetto dell’applauso plateale …… Dal terzo articolo : « quello che non c’è.
O giovani, lasciate fare della filosofia all’autore : voi studiate bene le parole, le passioni, il carattere del personaggio, vestitelo secondo il costume del suo tempo, poi recitatelo con anima, senza fronzoli, senza declamazioni, senza preoccupazioni del come è vestito : leggete Alfieri, ma recitate Augier, Goldoni, Molière, Shakespeare, Macchiavelli e Plauto e Aristofane, e recitateli tutti nella stessa maniera, cioè con naturalezza ; e non lasciatevi infinocchiare dalla teoria barocca e ridicola, che per tutti i tempi e per tutti i personaggi ci vuole una recitazione diversa : di diverso non c’è che il carattere e il vestito : e quindi se il personaggio è serio e piange, voi dovete star serii e piangere, ma con naturalezza e verità tanto vestiti alla romana, che alla veneziana, tanto coll’elmo che colla tuba ; e se un personaggio è comico, è comico allo stesso modo tanto in Shakespeare, che in Molière, che in Goldoni, che in Augier, che in Bersezio.
Questa è la sola maniera di bene ed utilmente favellare di quello di cui tante volte si è scritto. […] Ma tal maniera naturale di esprimersi è straniera all’autore di questa tragedia, il cui vero carattere torna a comparire nelle seguenti false espressioni dal verso 768 al 775: il fuoco arde di mala voglia, le fiamme piangono, il fumo stesso esce malinconico, e si piega in vece di ascendere direttamente. […] Nel lunghissimo atto primo, benchè pur tronco, presenta una verbosa declamazione di Edipo colla figliuola di circa trecento versi, de’ quali più di 275 esprimono la disperazione e la dolorosa rimembranza delle sventure di Edipo, e si aggirano in tutt’altro che nell’ argomento della Tebaide, di maniera che sembra piuttosto prepararsi l’ azione dell’Edipo ramingo in Colono trattata da Sofocle, che la guerra de’ di lui figliuoli.
La provincia di Mantova fu nel’ 39 desolata da uno straripamento del Po ; e la miseria generata dalla immane catastrofe fu tale e tanta che si studiò di alleviarla in ogni maniera.
Lasciata adunque la satira personale attese unicamente a far ridere imitando la maniera, i sali e le lepidezze del Siciliano Epicarmo, disegno che manifesto in varii luoghi e specialmente nel prologo del suo Pseudolo: Ubi lepos, joci, risus, vinum, ebrietas decent, Gratia, decor, hilaritas, atque delectatio, Qui quaerit alia his, malum videtur quaerere. […] Si osservi finalmente in qual maniera Anfitrione adirato nella scena 3 dell’atto IV sollevi il tuono del dire, e minacci udendo che Alcmena è in procinto d’infantare, Numquam aedepol me inultus istic ludificabit, quisquis est etc. […] Noi intanto lasciando ad uomini siffatti i versi punici di Plauto per confrontarli colle sillabe di tutti i linguaggi a noi e ad essi medesimi sconosciuti, e adorando senza seguirle le orme di cotali venditori di fole, con maggior senno è vantaggio osserveremo che nella seconda scena del medesimo V atto il servo Milfione che appena sa qualche parola punica, va a parlare al Cartaginese, ma appunto per 10 poco che sa del di lui idioma, ne interpreta le risposte alla maniera degli etimologisti imperiti e di Arlecchino; per la qual cosa Annone gli parla nella lingua del paese, e viene a sapere che vive in Agorastocle il perduto suo nipote. […] O bisogna immaginare un teatro alla maniera di quelli veduti in Napoli in tempo di Domenico Barone marchese di Liveri, ne’ quali senza cambiar la scena vedevansi azioni fatte nell’interiore di una casa ancor dalla strada, ovvero supporre che il servo baldanzoso Tossilo, per far disperar Dordalo, avesse disposta la mensa avanti la porta della propria casa per farsi veder da lui, come in fatti avviene. […] È stato osservato da Metastasio il bisogno che essa ha di mutazioni di luoghi per rappresentarsia; ove non si sappia costruire una scena alla maniera di Liveri.
Lo stile dell’Ariosto poi si presta mirabilmente, alla maniera di Menandro, a tutti gli affetti, ed a tutti i caratteri. […] Ma giova osservare in qual maniera si esprima in questa favola un innamorato. […] Io gli presento un ritratto del costume italiano di quel tempo della maniera di conversare insieme l’uno e l’altro sesso somministratomi dalla favola del Negromante. […] Della stessa maniera una tragedia languida, lenta, snervata, sarrà sempre priva di forza tragica, tuttochè abbondasse di gravi sentenze politiche e morali. […] Essi ad altro non badano che a copiare stentatamente ciò che erasi già con genio e franchezza dipinto sul teatro da Euripide, Racine, Corneille, La Mothe, da Antonio Caracci, da Apostolo Zeno, da Pietro Metastasio, ed anche talora narrato da Giovanni Boccaccio; e quindi questi meschini mendicanti, in vece di dipingere, imbrattano di strisce di colori le tele, alla maniera della scimia di Franco Sacchetti che voleva fare come faceva il pittore.
Lo stile dell’Ariosto in questa e nelle altre si presta mirabilmente, alla maniera di Menandro, a tutti gli affetti e a tutti i caratteri. […] Ma giova osservare in qual maniera si esprima in questa favola un innamorato. […] Io gli presento un ritratto del costume Italiano di quel tempo della maniera di conversare insieme l’uno e l’altro sesso, somministratomi dalla favola del Negromante. […] Della stessa maniera una tragedia languida, lenta, snervata, sarà sempre priva di forza tragica, tuttochè abbondasse di gravi sentenze politiche e morali. […] Essi ad altro non badano che a copiare stentatamente ciò che erasi già con genio e franchezza dipinto sul teatro da Euripide, Racine, Cornelio, La Mothe, da Antonio Caracci, dal Zeno, da Metastasio, ed anche talora narrato da Giovanni Boccaccio; e quindi questi meschini mendicanti in vece di dipingere imbrattano di strisce di colori le tele, alla maniera della scimia di Franco Sacchetti che voleva fare come faceva il Pittore.
Dopo queste succinte notizie delle sette tragedie di Eschilo, non c’ incresca di ascoltare ciò che alla solita sua maniera ne dice il notissimo avvocato Don Saverio Mattei nel Nuovo sistema d’ interpretare i tragici Greci. […] Ella giusta la maniera di Sofocle esprime col silenzio l’intensità della sua pena ed il funesto disegno che indi a poco eseguisce. […] Si legge nell’atto primo un breve dialogo di Elena e di Elettra sua nipote, le quali si motteggiano in una maniera poco conveniente al tragico decoro. […] Egli stesso non fece di più nel tradurre questa medesima scena in maniera diversa dalla Salviniana. […] Eschilo trovò il secondo, cioè un’ altra maniera di contrafacitori . . . .
Lampillas asserisce della stessa maniera, che nel passo di Orazio si è trovato, che il Popolo Romano lasciava i buoni Drammi per le rappresentazioni teatrali di gusto corrotto. […] Racine volle adoperare questa passione sul Teatro, ma in una maniera onesta sulle idee Platoniche per non offendere il pudore della nazione.
Io veggo nelle sue espressioni certo studio non molto occulto di mostrarsi spiritoso, (Nota VII) ond’è che la sua maniera degenera alcuna volta in affettazione, e fa perdere di vista i personaggi palesando il poeta. […] La maniera di rappresentare di quest’Italiani diè motivo agli scrittori francesi di rimproverare a’ commedianti nazionali l’affettazione e la durezza.
Questa maniera di canto ripugna assolutamente alla musica vocale. […] Questa maniera di canto ripugna assolutamente alla musica vocale. […] Ma se ci vengono innanzi d’una maniera aggradevole e interessante, esse scendono senza opposizione nell’imo della mente e del cuore. […] • θεωρητικωτατῶς: ‘nella maniera più filosofica’. […] XIII, dove sono citati gli esempi di Planelli, con la precisazione: «si recitavano le Rappresentazioni con una maniera di proprio canto».
In somma dice, e dice bene, che melius est nomen bonus, quam divitias multas ; ogn’uno Spacca di qua, Spacca di là, Spacca di sù, Spacca di giù, chi mi chiama, chi mi tira, chi mi prega, chi mi sforza a dispensargli parte della mia dotta dottoraggine ; di maniera, che spesso spesso son forzato di desiderare, ò che tutti i Dottori ne sappiano quanto Spacca, ò che Spacca non ne sappia tanto, per non hauer del continuo si gran fatiche in pacificar liti, accordar discordie, e pronuntiar sententie.
Lo stesso dico delle similitudini posticcie attaccate in fine delle scene, lo stesso del numero e qualità dei personaggi, lo stesso della maniera d’intrecciare l’azione e dell’orditura di essa, cose tutte lavorate sul medesimo disegno e che dispensano il poeta dal badare alla retta imitazione della natura e alle difficoltà che presenti un tragico lavoro accontiamente eseguito. […] E trovò egli benissimo la maniera d’eccitare gli affetti, di strappare le lagrime, di dipigner a meraviglia i caratteri, di far brillare la musica, di condurre per tre atti un’azione, e di scioglierla con somma felicità senza ricorrere al solito ripiego di Calsabigi, ch’è di far apparire l’inferno coi demoni, mettendo in bocca loro per giunta una moralità tanto ad essi appropriata quanto lo è a S. […] Senza però ch’io inclini per questo ad abbracciare i brillanti e poco solidi pensamenti che intorno alla convenienza del sistema drammatico degli Ateniesi col nostro ha l’autore con molto ingegno ed erudizione ma non con uguale giustezza proposti nella sua dissertazione intorno alla maniera d’interpretare i tragici greci.
Sin dalla prima scena vi si ammira lo stato dell’azione esposto con somma arte e nitidezza per maniera che l’antichissimo riformatore e padre della tragedia non ebbe bisogno dell’esempio altrui per condurre alla perfezione questa sì rilevante parte de’ componimenti drammatici, nella quale tanti moderni fanno pietà a’ savi a differenza del chiarissimo signor abbate Metastasio, che vi riesce sempre mirabilmente. […] Ella, giusta la maniera di Sofocle, esprime col silenzio l’intensità della sua pena e ’l funesto disegno che poco dopo eseguisse. […] Nell’atto I vi é un brieve dialogo di Elena e d’Elettra, le quali si motteggiano in una maniera forse poco conveniente alla tragedia. […] Ifigenia in Aulide é uno degli argomenti da lui maneggiati con maggior vigore e leggiadria, trionfandovi da per tutto la sua maravigliosa maniera di dipigner gli affetti che destano la compassione.
La divisione in paragrafi, introdotta a partire da questa edizione, rimane in tutte le edizioni successive e comprende le seguenti sezioni: Del libretto, Della musica, Della maniera del cantare e del recitare, Dei balli, Delle scene. […] Si trova inserita qui nella conclusione la citazione da Orazio, Epistola ad Augusto, che diventa nell’edizione del 1757 l’epigrafe e nelle edizioni successive è inserita a conclusione del paragrafo dedicato a Della maniera di cantare e recitare: «Garganum mugire putes nemus, aut mare Tuscum: tanto cum strepitu ludi spectantur et artes» (Orazio, Epistola 1, libro II, versi 202-203: «potresti credere che i boschi del Gargano o il mare Tirreno urlino, tanto è lo strepito con cui guardano gli spettacoli teatrali»).
Di maniera che se taluno in vece di ragionare volesse scarabbochiar epigrammi, come altri fece, potrebbe per tanto fango chiamar pantanosi siffatti suoi bei componimenti.
Iside è la favola della figlia d’Inaco perseguitata da Giunone fatta tormentare dall’Erinni d’ogni maniera.
Una copia esatta del vero (osserva egregiamente l’immortal Metastasio nel capitolo IV dell’Estratto della Poetica d’ Aristotile) renderebbe ridicolo lo scultore, il pittore ed il poeta, essendo essi obbligati ad imitare, non a copiare il vero in maniera che non perdano di vista ne’ loro lavori la materia propria delle rispettive loro arti.