La Monti era di persona svelta, vezzosissima di aspetto ; fu così egregia nella commedia e nel dramma, come nella tragedia ; e scritturatasi al Teatro de’Fiorentini di Napoli nell’ ’8o col noto attore Tommaso Grandi, detto Tommasino il Pettinaro, come prima attrice, vi confermò i successi clamorosi che aveva avuti in ogni altro teatro d’Italia.
Dalla figura imponente, dal volto leggiadro, dagli occhi nerissimi come i capelli, dalla voce forte e armoniosa, dal gesto nobile, e dalla ricca intelligenza, essa emergeva nella tragedia e nel dramma.
Morto improvvisamente il primo attore della Compagnia Battaglia (annegò nel Po con altri comici, mentre si recava da Pavia a Piacenza), il Patella andò a sostituirlo ; e, trovatosi in un campo adatto alle sue eccellenti qualità artistiche, potè ne'primi teatri d’Italia ottener successi clamorosi, confermati poi nel San Giovan Grisostomo di Venezia, dove, esordito col dramma di Monvel Clementina e Dorigny, tanto vi piacque, che la veneta aristocrazia disertò gli altri teatri per recarsi ogni sera a sentir lui, il quale, dopo alcune sere, nella creazione dell’Aristodemo di Monti e di Nerone nell’Agrippina di Pindemonte raggiunse il sommo del trionfo.
Di bellissima figura, di ottima voce, di intelligenza pronta e svegliata, fu egualmente ammirato nella commedia, nel dramma e nella tragedia ; ma principalmente in questa.
Salì al grado di primo attore, e nella Compagnia di Tommaso Salvini, rappresentò al fianco del glorioso artista e di Virginia Marini, i personaggi di Paolo nella Francesca, di Pilade nell’Oreste, di David nel Saul ; e nei riposi di Salvini, quelli di Alfieri nel dramma omonimo di Gattinelli, di Dottor Nuvoletti nella Donna Romantica, di Armando nella Signora dalle Camelie.
Carolina Fabbretti, dotata di bella figura, ottima voce, e volto e sguardo espressivi, recitò assai bene così nella commedia, come nel dramma e nella tragedia.
Recitò mediocremente nelle parti di dramma e di tragedia, ma venuta in età matura, si diede al ruolo di Caratteristica, nel quale riuscì attrice pregiatissima, acquistandosi sino al primo ventennio del secolo xix una bella rinomanza.
Fu il 1880 con Antonio Colomberti, che in una sua nota inedita dice di lui : …. avemmo campo di apprezzarne le doti artistiche nel dramma di Gualtieri, Silvio Pellico, nell’Antigone di Alfieri, nella Signora dalle Camelie di Dumas, in varie commedie di Gherardi Del Testa, ecc.
Nè la tragedia solamente coltivò con trasporto, ma il dramma e la commedia.
Egli fu anche espertissimo del canto e del ballo ; e il Bartoli ci fa sapere come « alla stessa Maestà napolitana abbia pur egli fatto vedere un ballo spagnolo, che chiamasi il fandangh, eseguito da lui ad occhi bendati in mezzo a un numero d’ova, che movendosi ancora restavano illese, e non schiacciate da’piedi. » Fu anche autore di due azioni spettacolose, che non diede alle stampe : Il Naufragio felice, e I Prodigi d’amore ; e pubblicò un dramma per musica tratto dal Feudatario del Goldoni, e intitolato Le Gelosie villane.
Nella Laboranti traluce il dire ed il gesto della Ristori………… Nella sua serata di benefizio scelse un nuovo dramma francese dei signori Scribe e Legreve (sic), Legouvé, tradotto dall’artista comico Gaetano Vestri, col titolo Adriana Lecouvreur.
Si scritturò il '23, e per un quinquennio, con Salvatore Fabbrichesi ; e con l’esempio del gran Demarini doventò in breve attore de' più egregi sì pel dramma come per la tragedia.
Chiare tracce dell’antica origine della poesia drammatica osservansi in quel dramma che da’ Satiri trasse il nome. […] Si avanzano i Satiri lamentandosi della loro vita laboriosa e piena di pericoli, e cantano un Coro, il quale naturalmente adduce un giuoco di teatro che risulta dal guardar le capre e richiamar quelle che si scostano dalla greggia, e dà a conoscere il carattere del dramma misto di pitture patetiche campestri e comuni. […] Non molto diversa dalla tragedia era il dramma detto Ilarodia o Ilarotragedia. […] Aristosseno affermò che l’ilarodia era il dramma più importante dopo della tragedia, e la magodia dopo della commedia. […] Si confuse intanto la voce Mimo, e dinotava ora un dramma così detto, ora un attore buffonesco.
Il giorno seguente alcuno del nostro equipaggio credette di veder rappresentar da essi una specie di dramma diviso in quattro parti. […] La scarsa cognizione della lingua toglieva al l’equipaggio di Cook l’opportunità di distinguere per mezzo delle parole ciò che poteva essere un canto accompagnato dal ballo, da ciò che avrebbe potuto chiamarsi specie di dramma ancorchè informe.
Contemporaneo del l’insigne tragico di Salamina fu tra gli altri Senocle, il quale ne’ Giuochi Olimpici superò Euripide colle tragedie Edipo, Licaone, Bacchide e col dramma satirico Atamante. […] Acheo Siracusano anche poeta tragico compose dieci tragedie, tralle quali l’Etone dramma satirico, dal quale si vuole che Euripide tirasse il concetto del proprio verso, Saturis Venus adest, non iis quos premit fames.
A quel tempo comparve in Alemagna un ingegno elevato che sulle orme del Petrarca mostrò a’ suoi la buona poesia, e traducendo alcun dramma greco, latino ed italiano aprì il sentiero della vera drammatica sino a lui colà sconosciuta. […] Anche l’abate Arnaud nel Giornale Straniero parlando di un dramma di Weiss nel 1760 asserì che Opitz non scrisse componimento veruno scenico tratto dal proprio fondo.
Comparve in Alemagna a quel tempo un ingegno elevato che sulle orme del Petrarca mostrò a’ suoi la buona poesia, e traducendo qualche dramma Greco, Latino e Italiano aprì il sentiero della vera drammatica colà sino al suo tempo sconosciuta. […] Arnaud nel Giornale Straniero parlando d’un dramma di Weiss nel 1760, Opitz non scrisse verun componimento scenico tratto dal proprio fondo.
[2] Ne’ ragionamenti che servono ad ispiegare lo stato attuale del dramma, ho riguardata la musica sotto ad un aspetto nuovo in Italia.
Ma dove ancor più fui colpito dall’espressione, dal calore, dalla mimica di questo attore, si fu nella parte di Giuda nel Giuseppe riconosciuto, mediocrissimo dramma tradotto dal francese.
Recitò per l’ultima volta nell’Odio ereditario del Cosenza, e lasciò nella Compagnia un grande vuoto che non potè essere colmato se non l’anno dopo da Luigi Vestri, il quale, vedi bizzarria del caso, recitò per l’ultima volta in quel medesimo dramma tredici anni più tardi.
Mosso a pietà di un povero sordo-muto, lo aveva raccolto e istruito : e, insegnatagli con ogni amore la parte di Giulio nel noto dramma L’Abate de l’Epée, pensò di produrlo in quella colla Compagnia di Antonio Morelli che allora recitava in Venezia.
Scrive di lui il Costetti : Attore di gran prestanza, dotato di voce squillante e armoniosa e di un temperamento artistico d’ assai vigore….. riusciva ammirevole negli impeti della tragedia, e nelle passioni del dramma….
Ella, scioltasi amichevolmente dal Moncalvo, accettò la scrittura, ed esordì a Milano al Re Vecchio, teatro d’importanza massima a quel tempo, nel dramma « Un fallo » (rappresentato poco innanzi con gran successo dalla Ristori) sollevando all’entusiasmo il pubblico che le diede il battesimo di grandissima. […] Per riparare in qualche modo alla sua insufficienza, l’Attrice suddetta ha scelto un nuovissimo interessante e morale dramma mai esposto in questa Città, scritto da celebre Autore, tratto da un fatto vero successo in Francia l’anno 1832, e tradotto da dotta penna nel nostro idioma.
Veramente, oggi che l’arte drammatica mostra di tendere alla radicale rinnovazione del dramma storico, mirando in ispecial modo alla ricostruzione fedele dell’ambiente, la Messalina di Pietro Cossa, che pur segnò al suo apparire un sì gran passo nel progresso della scena, non mi pareva tale da invogliare un’artista a infonderle nova vita. Nè tale mi pareva, anche, perchè trattavasi di dramma storico, del quale abbiamo ancor nella mente e nel cuore il ricordo della interpretazione magnifica che ne diede la geniale trinità Marini-Tessero-Pezzana.
Avea quivi preso forma di dramma il Canto Reale, rappresentandosi la Passione di Cristo nel borgo di san Mauro. […] Termina il dramma col di lui martirio, e colla conversione del re di Licia, il quale per miracolo è ferito in un occhio da una saetta che dal petto di Cristofano ritorna verso di lui, e per miracolo ancora ricupera la vista giusta la predizione del martire gigante. […] Il più volte mentovato signor Andres osa collocare in questo secolo ancora, e mettere in confronto dell’Orfeo vero dramma compiuto e rappresentato, la Celestina, dialogo, come confessa lo stesso Nasarre, lunghissimo e incapace di rappresentarsi , di cui il primo autore Rodrigo Cotta appena scrisse un atto solo de’ ventuno che n’ebbe nel seguente secolo per altra manoa.
Avea qui vi già preso forma di dramma il Canto Reale, rappresentandosi la Passione di Cristo nel borgo di San Mauro. […] Termina il dramma col di lui martirio, e colla conversione del re di Licia, il quale per un miracolo è ferito in un occhio da una saetta che dal petto di Cristofano ritorna verso di lui, e per un altro miracolo ricupera la vista giusta la predizione del martire gigante. […] Andres osa collocare in questo secolo ancora, e mettere in confronto dell’Orfeo vero dramma compiuto e rappresentato, la Celestina, dialogo, come confessa lo stesso Nasarre, lunghissimo e incapace di rappresentarsi, di cui il primo autore Rodrigo Cotta appena scrisse un atto solo de’ ventuno che n’ebbe poi nel seguente secolo per altra mano.
— Il dramma era nuovo per Lucca, e fece fiasco.
Per dare un’idea della riuscita di questi spettacoli, basti dire che a Milano, mentre al gran Teatro della Scala fanatizzava il Prometeo ballo, al Teatro Lentasio faceva furore il Prometeo dramma, scritto in pochi giorni in versi, del quale furon fatte trenta rappresentazioni con tale affluenza di pubblico, che molti furon costretti seralmente ad andarsene per mancanza di posti.
Fratello del precedente, nacque a Mantova nel 1796, nè fu men celebre di Francesco, poichè se a lui non si accostò nella tragedia, lo uguagliò nel dramma, e lo superò nella commedia.
La sua voce maschia e vigorosa nella tragedia, trovava nel dramma moderno note di dolcezza ineffabile. […] Eleonora Duse, ricordando le sue primissime armi fatte accanto a Giacinta Pezzana – l’ unica attrice da cui traesse qualche alimento la meravigliosa genialità dusiana, – mi raccontava come in una scena dolorosa d’ un dramma del quale le sfuggiva il titolo, Giacinta Pezzana, una sera, all’ improvviso, prendesse a ripetere una parola camminando concitatamente e mettendo in ogni ripetizione un suono di voce strano, intenso, irresistibile.
Precede al dramma un argomento rinchiuso in due ottave. […] Dovea mettergli in bocca que’ versi che mostrano l’autor del dramma proclive al più detestabile sfogo della lascivia? […] Nel Diario di Jacopo Volterrano pubblicato dal Muratori62 si parla di un dramma intorno alla vita di Costantino rappresentato a’ cardinali nel carnovale del 1484, nel quale sostenne il personaggio di Costantino un Genovese nato e cresciuto in Costantinopoli, che da quel tempo sino alla morte fu chiamato sempre l’imperadore. […] Ma questo difetto e qualche altro che possa notarsi in questo dramma, faranno sì che ne venga a perdere la natura di dramma? […] Ma io che penso di avere una coscienza un po’ più delicata di cotesto gazzettiere, torno quì a ripetere che le ariette del Notturno interruppero il dramma, nè ciò fecero ne’ cori, ma nel corso dell’atto; ed aggiungo che ciò accadde verso la fine del XV, cioè a dire un secolo e mezzo prima del Cicognini.
Chiare tracce dell’antica origine della poesia drammatica osservansi in quel dramma che da’ Satiri trasse il nome. […] Si avanzano i Satiri lamentandosi della loro vita laboriosa e piena di pericoli, e cantano un coro, il quale naturalmente adduce un giuoco di teatro che risulta dal guardar le capre e richiamare quelle che si scostano dalla greggia, e dà a conoscere il carattere del dramma misto di pitture pateti che, campestri e comuni. […] Aristosseno affermò che l’ilarodia era il dramma più importante dopo della tragedia, e la magodia dopo della commedia. […] Dal verbo μιμέομαι imitor, ricavasi la voce Mimo; e quello che appartiene a tutte le arti d’ immaginazione, non che alla poesia drammatica, siccome bene avvertì Giulio Cesare Scaligero131, divenne poi nome particolare di un picciol dramma, e quindi di una specie di attori. […] Si confuse intanto la voce mimo, e quando dinotava un dramma così chiamato, e quando un attore buffonesco.
Primi passi del dramma musicale. […] Sia poi che il nobile Fiorentino Ottavio Rinuccini (il quale fu gentiluomo di Camera di Errico IV re di Francia, e non commediante, come disse ne’ suoi Giudizj il Baillet ripresone a ragione da Pietro Baile) s’inducesse per l’ esempio del Vecchi a formar del dramma e della musica un tutto inseparabile in un componimento eroico e meglio ragionato, ovvero sia che le medesime idee del Vecchi a lui ed a’ suoi dotti amici sopravvenissero, senza che essi nulla sapessero del Modanese: egli è certo che il Rinuccini, col consiglio del signor Giacomo Corsi intelligente di musica, mostrò all’Italia i primi veri melodrammi eroici nella Dafne, nell’Euridice e nell’Arianna, i quali per l’ eleganza dello stile, per la felice novità musicale e per la magnificenza dello scenico apparato, riscossero un plauso universale. […] Oltre a questi tre drammi l’Eritreo fa menzione dell’Aretusa altro dramma del Rinuccini. […] Così terminò il secolo XVI glorioso in tante guise per l’Italia: cioè per aver fatta risorgere felicemente in aureo stile la greca tragedia, il teatro materiale degli antichi e la commedia de’ Latini; per l’invenzione di tanti nuovi tragici argomenti nazionali e tante nuove favole comiche ignote a’ Latini; per aver somministrati a’ Francesi tanti buoni componimenti scenici prima che conoscessero Lope de Vega e Guillèn de Castro; pel dramma pastorale ad un tempo stesso inventato e ridotto ad una superiorità inimitabile; finalmente per l’origine data al moderno melodramma comico ed eroico.
E la duttilità dell’ingegno egli ha mostrato fino a qui, e mostrerà pur sempre, passando maestrevolmente dalla vasta tragedia shakspeariana alla inguantata commedia di Dumas figlio ; dal fosco dramma nordico dell’Ibsen, dello Strindberg, del Hauptmann alla saltellante comicità del Goldoni ; dall’aurea scoltura della terzina dantesca alle mute contrazioni spasmodiche di Al Telefono ; imperocchè non una parte lo alletti più di un’altra ; e, purchè l’opera sia elevata e umana, egli abbia provato e provi egual godimento intellettuale recitando la tragedia o la commedia : Shakspeare o Beaumarchais. […] O non piuttosto da una particolare attitudine, sviluppatasi a grado a grado, all’interpretazione del dramma interiore, anzichè del dramma di passione ? […] Sarebbe lo stesso come dire lo Zacconi scolaro di tutti gli ammalati e i moribondi che osservò negli ospedali per raccogliere sinteticamente in una semplice linea tutta l’analisi fatta su quelle contrazioni facciali lente e spasmodiche, che generaron poi una polemica su pei giornali a proposito dello spegnersi di Corrado nella Morte civile di Giacometti : polemica di cui forse una parte del pubblico avrebbe fatto a meno volentieri, tanto più ch'essa era aperta fra il glorioso decano de'nostri artisti, Tommaso Salvini, che fu per quarant’anni il rappresentante del classicismo a teatro, e lui, rappresentante da un decennio del verismo : l’arte vecchia, non mai interamente scomparsa, e che va rifacendo capolino oggi nel rinnovamento del dramma storico, e l’arte nuova, che va già cennando a modificarsi.
Morì in Milano nell’anno 1775. » A queste si dee aggiungere un libretto per musica L’Impresa d’opera, dramma giocoso da rappresentarsi nel Teatro Giustiniani di S.
Tuttavia nessuno, come il Novelli, anche tra italiani, dalle altissime cime della tragedia potè scendere alle più basse della pochade, passando pel dramma moderno in tutte le sue svariatissime forme esprimenti le più calde passioni, e destando le più disparate commozioni in chi lo vede e ascolta. […] Ma se il pubblico va' sta sera in visibilio dinanzi alle prodezze del suo beniamino improvvisate in Mia moglie non ha chic, o in Tre mogli per un marito, domani resta soggiogato dall’arte grandiosa ch'egli profonde in Papà Lebonnard, o in Un dramma nuovo. […] La interpretazione dell’alto dramma e della tragedia fu buttata dall’artista al pubblico, quando questi era più imbevuto di tutta l’arte comica di lui….
Cominciò da prima a coltivarsi il dramma musicale nelle case private de’ gentiluomini, indi passò su’ teatri. […] Vuolsi però osservare che le accennate feste del Testi sono snervate, senza azione, e tessute di parti che possono supprimersi senza che il componimento ne perisca, la qual cosa è la più sicura prova dell’imperfezione di un dramma. […] Ma questo letterato parlandoci di eunuchi sostituiti alle cantatrici nel dramma riferito non mostra che gli spettatori se ne fossero maravigliati, nè scrive di essersi proposto quel cambio come una novità. […] Coltivò ancora il dramma musicale, e ne compose uno assai allora applaudito nelle nozze di Michele Perretti principe di Venafro e di Anna Maria Cesi fatto rappresentare con magnificenza reale. […] Arteaga; di maniera che allora non fu il dramma musicale Italiano meno stravagante che le rappresentazioni Spagnuole, Inglesi ed Alemanne.
La vediam prima attrice il 1854-55 della Compagnia di Cesare Asti, e i giornali del tempo hanno molte parole di lode pel suo metodo squisito sì nella commedia, sì nel dramma, per la voce insinuante, per la verità, l’intelligenza, la passione.
Orazio Vecchi modanese verseggiatore e maestro di cappella, animato dalla felice unione della musica e della poesia che osservò in tante feste e cantate e ne’ cori delle tragedie e delle pastorali, volle il primo sperimentare l’effetto di tale unione in tutto un dramma a; e nel 1597 fece rappresentare alle nominate maschere il suo Anfiparnaso, stampato nell’anno stesso in Venezia appresso Angelo Gardano in quarto, e di note musicali corredato dal medesimo autore. Sia poi che il nobile fiorentino Ottavio Rinuccini (il quale fu gentiluomo di camera di Errico IV re di Francia, e non commediante, come disse ne’ suoi Giudizii il Baillet ripresone a ragione da Pietro Baile) s’inducesse per l’esempio del Vecchi a formar del dramma e della musica un tutto inseparabile in un componimento eroico e meglio ragionato, ovvero sia che le medesime idee del Vecchi a lui ed a’ suoi dotti amici sopravvenissero, senza che essi nulla sapessero del Modanese: egli è certo che il Rinuccini, col consiglio del signor Giacomo Corsi intelligente di musica, mostrò all’Italia i primi veri melodrammi eroici nella Dafne, nell’Euridice e nell’Arianna, i quali per l’eleganza dello stile, per la felice novità musicale e per la magnificenza dello scenico apparato, riscossero un plauso universale. […] Oltre a questi tre drammi l’Eritreo fa menzione dell’Aretusa altro dramma del Rinuccini. […] Così terminò il secolo XVI glorioso in tante guise per l’Italia; cioè per aver fatta risorgere felicemente in aureo stile la greca tragedia, il teatro materiale degli antichi, e la commedia de’ Latini; per l’invenzione di tanti nuovi tragici argomenti nazionali, e tante nuove favole comiche ignote a’ Latini; per aver somministrati a’ Francesi tanti buoni componimenti scenici prima che conoscessero Lope de Vega, e Guillèn de Castro; pel dramma pastorale ad un tempo stesso inventato, e ridotto ad una superiorità inimitabile; finalmente per L’origine data al moderno melodramma comico ed eroico.
L’Antigono è un dramma di lieto fine. L’apertura dunque, che compendiar dovrebbe quel dramma, lietamente anch’essa terminerebbe. […] Perché egli ottenga sì fatto intento, la sua prima cura consisterà nella scelta nel dramma. […] Così ancora un dramma inglese potrebbe essere sedizioso in Francia, e un dramma francese tenderebbe a rovinare la costituzione del governo britannico. […] Una ristampa moderna del dramma è nella silloge: A.
Fu Domenico Bassi artista egregio sotto ogni rispetto ; e la proteiformità mostrata nel tempo non avventurato della sua giovinezza, passando dalle buffonerie della farsa ai belati del dramma, gli fu poi di non poco giovamento in quello della sua maggior riputazione artistica, nel quale seppe farsi applaudire da ogni pubblico d’Italia, così colle comicità grottesche del Flaupin ne’ Buoni villici, come colla compassata rigidità del Metzburg nel Ridicolo ; così nel Tatà dell’Andreina, come nel Prospero delle Zampe di mosca.
Esordì colla parte del fratello vendicatore nel dramma : Prestatemi cinque franchi ; e tanto vi dispiacque, a cagione specialmente della pronuncia siciliana, accentatissima, che il Marchese Imperiali, deputato della sopraintendenza a quel teatro, ne volle cancellato il nome dall’elenco degli attori pel nuovo anno comico, rispondendo rigidamente a chi glie ne vantava le doti : « quando il signor Bozzo parlerà italiano potrà tornare al Teatro dei Fiorentini.
Luigi Carrani fu attore pregevolissimo così nella tragedia come nel dramma e nella commedia.
E infatti se fu sempre notevole in tutto il dramma, nel terzo atto apparve davvero sorprendente.
Quando nella Signora dalle Camelie il numero de' baci non potè più contarsi, si tentò di proibirli con la minaccia di proibir la recitazione del dramma ; ma fu invano : la Sadowsky continuò a baciare, e il pubblico ad applaudire.
La Nazione poco prima disposta ad ascoltare tutto un dramma cantato, accolse più favorevolmente le proprie Zarzuelas, benchè in esse il canto riesca più inverisimile che nell’opera vera. […] ; lasciamo quel suppongo yo mas , espressione castigliana, sì, ma troppo famigliare per un dramma eroico. […] Aggiungiamo solo alla sfuggita che tutte le arie sono stentate, inarmoniche, difettose nella sintassi, e contrarie o distanti dal pensiero del recitativo; che si trova in quest’atto secondo uguale ignoranza delle favole, ed invenzioni Omeriche, e degli antichi tragici; che Briseida augura ipocritamente ad Achille che giunga à gozar del amor de su Ifigenia; ignorando che la sacrificata figlia di Agamennone per miracolo di Diana ignoto a’ Greci si trova viva trasportata nel tempio della Tauride; che l’istessa Briseida la prega di volersi intenerire, y no qual fuerte hierro à tu Briseida aniquiles, abrases y consumas; colle quali parole attribuisce al ferro che non è rovente, le proprietà del fuoco di annichilare, bruciare, consumare; che Achille vuole che gli augelli loquaci siano muti testimoni, los pajaros parleros sean mudos testigos che lo stesso Achille dice di avere appreso da Ulisse â despreciar la voz de las sirenas, la qual cosa dimostra di possedere uno spirito profetico, perchè Ulisse si seppe preservare dalle sirene dopo la morte di Achille e la distruzione di Troja; che l’istesso Achille pure profeticamente indovina che l’uccisore di Patroclo sia stato Ettore, perchè nel dramma del La Cruz niuno glie l’ha detto; che Agamennone dice ad Achille che vedrà al campo il corpo di Patroclo pasto fatal de las voraces fieras, bugia che contraddice al racconto di Omero che lo fa venire in potere de’ Mirmidoni; nè poi Achille potrebbe mai vedere una cosa già seguita, purchè le fiere a di lui riguardo non vogliano gentilmente differire di manicarselo sino al di lui arrivo; in fine che La Cruz dovrebbe informarci perchè Briseida di Lirnesso, cioè Frigia di nazione mostri tanto odio contro le proprie contrade a segno di desiderarne l’annientamento anche a costo di dover ella rimaner priva di Achille?
Ma il Modena si chiuse nella cerchia della tragedia e del dramma. […] La Giurlì o La famiglia indiana, la Lauretta di Gonzales, e varie altre erano da lei con tale innocenza rappresentate, e nel tempo stesso con una verità si grande da far supporre che l’arte non vi aggiungesse nulla del proprio, quando invece era la sublimità di questa che le faceva raggiungere il vero ; e se questa somma attrice fu a tante superiore nella commedia e nel dramma, con non minore maestria seppe innalzarsi nella tragedia, poichè la Francesca da Rimini, ch'ella creò, la Pia de' Totornei, la Mirra, l’Ottavia, e tante altre le procuraron sempre nuovi trionfi.
Se il fatto valesse quanto la ragione, il problema non farebbe nemmeno una questione, poiché basterebbe volger gli occhi a qualunque teatro per vedere quanto spazio di tempo ivi occupi il ballo, come interrompa smodatamente l’azion musicale, e a qual grado d’importanza sia oggi mai pervenuto, cosicché direbbesi non la danza essere un intermezzo del dramma, ma piuttosto il dramma un frammesso della danza. […] Formavano essi una spezie di dramma composto di parole e di danza. […] Il ballo divenne allora un ornamento essenziale del dramma, e vi fu impiegato ora come parte costitutiva, ora come intermezzo. […] [46] Ma come riempiere allora (m’obbietterà taluno) lo spazio di tempo che resta tra un atto e l’altro del dramma? […] Il dramma musicale è una spezie di libro scritto nel linguaggio de’ suoni, e però fa d’uopo conservare dappertutto lo stesso idioma.
Nè solo nel dramma fu artista pregiatissima, ma anche nella commedia e nella tragedia : e a quest’ultima, anzi, dedicò ogni suo studio negli ultimi anni di arte.
[commento_1.6] la Didone e l’Achille in Sciro: la Didone abbandonata è il primo dramma serio scritto da Metastasio, rappresentato a Napoli nel 1724; l’Achille in Sciro fu invece composto dal poeta cesareo per la reggia viennese nel 1736. […] In particolare Metastasio fu contestato per il primo finale del Catone in Utica rappresentato a Roma nel 1728 in cui Catone si uccideva in scena; in seguito alle critiche Metastasio modificò l’ultima scena del dramma e la morte di Catone veniva descritta dalla figlia Marza. […] [commento_2.4] Jacopo Peri: Jacopo Peri (Roma, 1561 – Firenze, 1633) scrisse la musica del dramma Euridice su libretto di Ottavio Rinuccini, rappresentato per la prima volta a Firenze il 6 ottobre 1600. […] Pygmalion: il balletto Pygmalion fu intonato da Jean-Philippe Rameau e rappresentato per la prima volta il 27 agosto 1748 all’Académie royale de musique di Parigi, su testo di Antoine Houdar de La Motte Delle scene [commento_5.1] Canziani: Giuseppe Canziani fu un noto ballerino e coreografo attivo in diversi teatri in Italia e all’estero nella seconda metà del Settecento; è oggetto di critiche presso i contemporanei perché realizzava grandi balli storici scissi dall’azione del dramma all’interno del quale erano rappresentati. […] xv, «Dei caratteri della tragedia»: «Un esempio di perversità di carattere… di carattere incoerente ce lo dà Ifigenia in Aulide, perché la donna che supplica non assomiglia per niente a quella che vuole morire alla fine del dramma.»
In Firenze sotto Lorenzo Medici si rappresentò il dramma San Lorenzo e Paolo nel 1488 da’ figliuoli di Francesco Cibò nipote d’Innocenzo VIII e di Maddalena figliuola di Lorenzo, di che può vedersi il suo biografo Roscoe presso Cooper-Walker nell’Introduzione alla sua opera su la Tragedia Italiana. […] Doveva mettergli in bocca que’ versi che mostrano l’autor del dramma proclive al più detestabile sfogo della lascivia? […] Ma questo difetto e qualche altro che possa notarsi in questo dramma, faranno si che ne venga a perdere la natura drammatica? […] Ripeto quì dunque che le ariette del Notturno interruppero il recitativo del dramma, nè ciò fecero ne’ soli cori, ma nel corso dell’atto; ed aggiungo che ciò accadde verso la fine del XV, cioè a dire un secolo e mezzo prima del Cicognini. […] Nel Diario di Jacopo Volterrano pubblicato dal Muratoria si parla di un dramma intorno alla vita di Costantino rappresentato a’ cardinali nel carnovale del 1484, nel quale sostenne il personaggio di Costantino un Genovese che da quel tempo sino alla morte fu sempre chiamato l’Imperadore.
Siffatta usanza era incompatibile colle mutazioni della scena, e vi voleva appunto tutta la corruzione del gusto di que’ tempi per non riflettere che o cangiandosi la scena, rimaneva lo stesso coro stabile, e allora diveniva un assurdo, o si cangiava anche il coro insiem colla scena, e allora bisognava stiracchiar l’orditura del dramma acciò che vi fosse infine d’ogni atto una situazione la quale rendesse necessaria, o almen verosimile, l’esistenza del coro. […] Alcuni scrittori pretendono che quest’autore fosse il primo a volgere di tristo in lieto il fine della favola, ma il vero si è che l’usanza di finir lietamente i drammi è tanto antica in Italia quanto il dramma stesso. […] Tra le molte imprese a cui porse mano con gran vantaggio della sua nazione, una fu quella di migliorare il dramma. […] Ed allora il dramma sortì dalla schiavitù dove lo tenevano oppresso i macchinisti e gli impresari, e prendendo per compagne, e non mai per sovrane, la decorazione e la melodia, ei comparve fregiato di tale splendore quale non ebbe mai da’ Greci in qua nel lungo corso di molti secoli.
Nata per la tragedia e l’alto dramma, fu eccelsa nella Medea, nella Pia, nella Stuarda, in tutta la vasta opera alfieriana, nella Suonatrice d’arpa, nella Maria Giovanna, nella Diana di Chivry.
Ognun vede qual sorta di dramma poteva a que’ tempi aspettarsi. […] Non si sa, se questo dramma fosse mai andato in teatro, e dove.»
Giacomo Shirly cattolico scrisse più di un dramma. […] Giacomo II uscendo soddisfatto dalla ripetizione di questo dramma composto sotto Carlo II, richiese di colui che l’avea scritto; ed intendendo che da sette anni si trovava in carcere per non aver modo di soddisfare i suoi creditori, spontaneamente ordinò che si liberasse, se ne pagassero i debiti, e si provvedesse con una pensione alla di lui sussistenza.
Ella esordi il giorno 14 maggio (1840) col dramma tradotto dal francese intitolato Sedici anni or sono. Il dramma era stato da poco rappresentato dalla signora Tessari con esito felicissimo.
All’incontro nell’opera comica francese, che pur vi si rappresenta, bisogna cambiar spessissimo il dramma, perché non tedii.
Tristano e Scudery si segnalarono ancora con qualche dramma bene accolto.
Il conte Gillemborg ha composto il Petimetre commedia, Birger Jarl dramma eroico, e una tragedia intitolata Sune Jarl.
L’ Agatodèmon nel dramma omonimo di Cavallotti, il Duca di Modena nel Fulvio Testi di Ferrari, il Conte Trast nell’ Onore di Sudermann, lo Scarpia nella Tosca di Sardou, il Teissier nei Corvi di Bèque, collocarono il Bertini fra i più intelligenti e più colti artisti del nostro tempo.
Grande nella commedia, fu grandissima nel dramma.
Il 24 gennaio 1797 ri recitò al Sant’Angelo Guglielmo e Carolina, dramma tradotto dall’Albergati ; e vi fu « illuminazione a giorno, perchè recitò il signor Martelli, ricuperatosi da una grave malattia. » (Teatro app.
Il Merinval del medesimo autore é pure un dramma che spira un patetico fatto per lacerar l’anime sensibili. […] Né ciò ballando, come se avessero sotto gli antichi nomi commesso gran forfatti, per non essere ravvisate si annunziano sotto nomi novelli, facendo un uso totalmente improprio e speciale de i generici titoli di dramma e di rappresentazione. […] Le sole sue commedie applaudite sono il Figliuol Prodigo, la Scozzese, e la Nanina; e pur son piene di negligenze e difetti visibili, spezialmente la seconda, tratta da un dramma inglese del ministro scozzese Hume. […] Leggansi le di lui eccellenti Riflessioni su questo nuovo genere di dramma ermafrodito nella raccolta dell’accademia de la Rochelle tom. […] Sedaine, furono tratti da un dramma di un autore inglese; e costui lo tolse, senza farne motto, da una commedia spagnuola di D.
Per la disposizione sembra questo dramma gettato nella stampa del l’Ifigenia in Tauride; ma a mio giudizio cede a questa assai in patetico, in moto, in nobiltà e in interesse. […] «Il dramma di Racine è una serie di quadri grandi di amore: amor timido chegeme, amore ardito e determinato; amor furioso che calunnia, amor geloso che spira sangue e vendetta, amor tenero che vuol perdonare, amor disperato che si vendica sopra se stesso; ecco la tragedia di Racine.» […] Serpeggia per tutto il dramma una forza tragica terribile; ma nel l’atto terzo si tratta della morte di Polidoro, per la quale l’azione è manifestamente doppia, benchè tutta si rapporti ad Ecuba. […] La favola cominciata e condotta in simil guisa subito sveglierà ne’ leggitori l’idea di un dramma Cinese o Inglese o Spagnuolo, che comprenda più azioni seguite in molti anni. […] Il Ciclope è un dramma satirico, ed il solo che di simil genere a noi sia pervenuto; ma di esso favelleremo nel trattar de’ Satiri.
Parte del dramma esso non fece mai; è sempre forestiero nell’azione e il più delle volte ad essa ripugnante.
In Polonia oltre alle rappresentazioni musicali italiane eroiche e buffe, si è da taluni incominciato a migliorare il dramma nazionale.
Si trovava il 1840 al Circo Sales di Torino, e lasciò scritto un contemporaneo (l’attore Colomberti) di averlo sentito rappresentar molto bene la parte di Fernando nel notissimo dramma del Roti : Bianca e Fernando.
Abbiamo ancora la commedia intitolata Querolus, o Aulularia scritta senza aversi esatta ragione del metro, e quindi dal Vossio appellata dramma prosaico 182. […] Si pretende anche trasportare a questo medesimo secolo XII un informe abbozzo di dramma Latino intitolato Ludus Paschalis de adventu & interitu Antichristi, composto e forse rappresentato nella Germania, nel quale intervengono il Papa, l’ Imperadore, i Sovrani di Francia, della Grecia, di Babilonia, l’ Anticristo, l’Eresia, l’Ipocrisia, la Sinagoga, e il Gentilesimo. […] Con più regolate e più magnifiche danze e canzoni i Messicani, quei di Chiapa, i Tlascalteti, mostransi più prossimi ad emergere dalle ombre, perchè non lontani a rinvenir l’arte del dramma, indizio sempre di qualche coltura. […] Gli Etruschi e i Campani infondono l’amor del dramma negl’ Italiani che Romolo avea raccolti intorno ai sette colli. […] Questo Ezechiele veniva appellato il poeta delle storie Giudaiche; e i frammenti del di lui dramma si trovano inseriti nella collezione de’ tragici Greci ed in quella de’ poeti Cristiani.
L’orleanese Pietro Daniele approfittandosi del saccheggio dell’Abadia di san Benedetto sulla Loira fatto dagli Ugonotti, s’impossessò di varii manoscritti che vi erano, molti comprandone a vil prezzo; e fra essi trovò questa commedia, che il Vossio chiama dramma prosaico a. […] Questo costume motteggiato nel dramma ci mena al tempo in cui i Gaulesi aveano diritto di vita e di morte, e la giustizia si amministrava da paesani rustici senza appellazione. […] Si pretende anche trasportare a questo medesimo secolo un informe abbozzo di dramma latino intitolato Ludus Pascalis de adventu et interitu Antichristi, composto e forse rappresentato nella Germania, nel quale intervengono il Papa, l’Imperadore, i Sovrani di Francia, della Grecia, di Babilonia, l’Anticristo, L’Eresia, L’Ipocrisia, la Sinagoga, il Gentilesimo.
Si laureò in farmacia, e continuò gli studj per uscirne dottore, quando nel '42 (egli aveva già mostrato chiare attitudini alla scena, recitando coi filodrammatici nel dramma e nella tragedia), invitato da un tal Pietrucci (forse il caratterista Petrucci (V.) ?)
Gli attori che sostengono le parti del re e della regina del dramma, si abbracciano affettuosamente; la regina s’inginocchia con gran rispetto; il re la fa alzare, e piega la testa sul petto della sposa, indi si pone a giacere in un letto di fiori, e si addormenta; la regina si ritira. […] Al parere adunque questa scena muta contiene l’argomento del dramma”. […] Ti sei bene informato dell’azione di questo dramma? […] Ognuno ne vede altresì la irregolarità, ed il disprezzo delle sagge regole del verisimile, Ma i dotti non meno Inglesi che stranieri convengono tutti del difettoso e del mirabile del dramma, delle bassezze e de’ gran tratti che vi si notano.
Vediamo la traccia, e qualche particolarità di questo dramma colla imparzialità che ci guida. […] Intervengono nel dramma quattro personaggi e tre confidenti. […] Ricimero resta lagnandosi dell’odio di lei con Almonte terzo confidente del dramma, e parte seco, e nium altro rimane in iscena. […] Tutto ciò che canta Odorico ed Elvira si vuol leggere nel dramma per ammirarsene l’eleganza, la forza e la precisione Calsabigiana. […] E pur qui è manifesto che ciò nuocere non poteva alla condotta del dramma.
L’orleanese Pietro Daniele approfittandosi del saccheggio dell’abadia di san Benedetto sulla Loira fatto dagli Ugonotti, s’impossessò di varj manoscritti che eranvi, molti comprandone a vil prezzo, e fra essi trovò tal commedia, che il Vossio chiama dramma prosaico 1. […] Questo costume satireggiato nel dramma, ci mena al tempo, in cui i Gaudesi aveano il diritto di vita e di morte, e la giustizia si amministrava da’ paesani rustici senza appellazione.
Il vagabondo e la sua famiglia ha tutte le attrattive del dramma francese, senza nulla perdere delle fattezze della commedia italiana.
Sposatasi nel ’67 al conte Carlo Borisi istriano, attore di assai pregio così per le parti italiane, come per quelle dialettali, fu con lui due anni in Compagnia di Gustavo Cappella, il noto Meneghino, poi in quella di Colomberti e Casilini, in sostituzione della coppia Caracciolo, superando la Borisi ogni aspettazione dei capocomici, specialmente colla parte di Teresa nel dramma omonimo di Dumas e con quella della Marchesa nel Filippo di Scribe.
Se il solito spazio tiranno non mi impedisse di volgere al fine, molti ed interessanti aneddoti potrei narrare ; mi limiterò al seguente, che fa comico contrasto a'molti atti veramente eroici, ai quali si lasciò non di rado : Si provava un dramma in cui il Pilla doveva lottare con uno degli interlocutori e soccombere.
Appartiene alla Gran Brettagna, a questo secolo e alla tragedia reale una traduzione di un dramma in lingua Ersa pubblicata verso il 176263. […] Questo picciolo poema rassomiglia più a un dialogo che a un dramma; ma chi rifletterà al luogo, all’entrate successive de’ personaggi, alla mescolanza del canto alla narrazione, vi troverà azione, spettacolo, patetico e movimento. […] Alla lettura di questo dramma orribile si crederebbe che l’autore fosse stato un uomo di una tetra immaginazione e di un carattere feroce. […] Lillo compose ancora un altro dramma, in cui una bella e giovane donna maritata a un uomo ch’ella non ama, e schiava di un malvagio che ama, viene dall’amante indotta ad esser complice dell’assassinamento del marito. […] Un critico Inglese censura seriamente questo costume degli epiloghi nazionali, pretendendo che per mezzo del ridicolo che li condisce, si distrugga il frutto morale del dramma.
Il racconto della perdita della battaglia nell’atto II bellamente interrotto di quando in quando dalle querele del coro de’ vecchi Persi, forma una delle bellezze di questo dramma. […] E chi sarà quegli che avendo fior di senno, messe tutte insieme le opere di Jone, al solo dramma dell’Edipo ardisca contrapporle? […] La favola enunciata in questa guisa subito sveglierà ne’ lettori l’idea di un dramma Cinese o Spagnuolo che comprenda più azioni passate in molti anni. […] Il Ciclope è un dramma satirico, ed è il solo che ci è pervenuto di simil genere; ma di esso favelleremo nel trattar de’ Satiri. […] Contemporaneo del grande Euripide fu tra gli altri Senocle che ne’ Giuochi Olimpici restò di lui vincitore colle tragedie Edipo, Licaone, Bacchide, e coll’ Atamante dramma satirico.
Ayala, mal conviene ad un dramma? […] Il secreto delle nozze occulte svelato al re forma una scena interessante dell’atto V dell’uno e dell’altro dramma. […] Nel dramma del Colomès però in prima non è sì pressante la necessità di svelare il secreto alla regina sin dal principio, e poi ne restano di mano in mano instruiti molti personaggi. Nel dramma francese al racconto d’Inès il re si commuove, la perdona, la riconosce per moglie del principe e abbraccia i nipoti; ed il sig. […] Io compiango i dottori e i bibliografi che non sentissero la monotonia dell’endecasillabo pareado perpetuamente in tutto un dramma.
[5] Tra i generi però della poesia niuno v’ha più vilipeso e negletto che il dramma musicale. […] Dell’Orfeo è fama che dicesse Metastasio dopo averlo letto: «In questo dramma vi sono tutti i quattro Novissimi eccettuato il giudizio.» […] Eppure non sembra che il pubblico la intenda così se giudicar dobbiamo dalla fredda accoglienza che ha fatta al dramma del Conte Rezzonico. […] Aggiungasi che il protagonista il cui nome dovrebbe eccitare l’idea dell’eroismo, non m’offre nel dramma del Conte Rezzonico veruna di quelle qualità che risvegliano l’interesse. […] «Non vorrei che il dramma fosse intieramente serio, perché vi vorrebbono troppe spese, né tampoco buffo del tutto, perché si confonderebbe colle opere dozzinali.
Chi poi ha sortito una tempra più fina, rapir si lascia da forza ignota a prender partito pel soggetto che rappresentasi, e gode di essere insensibilmente ingannato dalla verisimile finzione del dramma. […] Ognuno che va a teatro, o volge tralle mani qualche dramma, vuol piccarsi di spirito e di sapere, e favella di sentimenti, di espressioni, di passioni, e nel suol decidere ex cathedra; ma pochi son quelli, che intendono ciò che si dicono, perché pochi si son dati la pena di consultar le sorgenti.
Passò di là a Caserta, Capua e Santa Maria Vetere ; poi (con Luigi Ferrati, al fianco dell’ Anna Pedretti), al Rossini di Napoli, ov’ebbe la fortuna d’interpretare con successo strepitoso la parte di protagonista in un nuovo dramma del Duca Proto di Maddaloni « Ruit-hora. […] Essere soltanto Tina Di Lorenzo, sulla scena, in qualunque umana vicenda da un dramma o da una commedia rispecchiata è assai carino, soave e dolce visione, ma non è l’arte.
Il dramma in musica all’opposto, come parto ancora recente nato sotto il cielo dell’Italia, giacciuto lunga stagione nell’avvilimento, ne rivestito dal suo splendore se non al nostro secolo, non ha avuto per anco di qua dai monti un grande ingegno, il quale prendendolo a disaminare nella interna sua costituzione ne abbia indicati i veri principi, fissate le regole, stabilito il sistema, e dataci, a così dire, l’arte poetica. […] Quella noiosa nomenclatura vien preceduta da una definizione del dramma cavata unicamente dagli abusi, da parecchie osservazioni triviali, da pregiudizi stabiliti in regola frammischiati a qualche precetto sensato. […] Nientedimeno senza derogar al merito d’un libro, ch’io credo il migliore di quanti siano usciti fin’ora alla luce massimamente nella parte didascalica, parmi che i pensieri dell’autore intorno alla parte poetica del dramma non abbiano né la giustezza né la profondità che campeggiano in altri luoghi: mi sembra, che abbia poco felicemente indagati i distintivi fra l’opera e la tragedia, e che non venga dato gran luogo alla critica e molto meno alla storia, ond’è che molto ei ci lascia a desiderare si nell’una che nell’altra.
Non era al fine questo dramma che una traduzione in parte corretta, nella quale si cercava il ridicolo negli eventi immaginati con arte anzi che nel cuore umano che ne abbonda. […] Mille pregi rendono questo dramma l’ornamento più bello della comica poesia e delle scene francesi. […] Le Festin de Pierre (cattiva traduzione del titolo spagnuolo) ancor mal riuscito è componimento assai lontano dal mostruoso dramma di Tirsi di Molina tante volte ripetuto sulle scene Europee.
E di vero, quand’anche sensatamente scritto e composto fosse un dramma, come verrà egli eseguito dipoi, se non è per niente ascoltata la voce dei capi?
Con più regolate e più magnifiche danze e canzoni i Messicani, quel di Chiapa e di Tlascala mostransi più prossimi ad emergere dalle ombre, perchè non lontani dal rinvenir l’arte del dramma, indizio sempre di qualche coltura.
Il Coralli non ha voluto riveder l’ Italia, ma avendo sposata una figlia del Ruggeri, fabbricatore di fuochi artificiali, è rimasto a Parigi, impiegato colla Truppa francese allo stesso Teatro, e un tal impiego gli fa onore e giovagli altresì per il congruo, e necessario suo decoroso mantenimento. » Una delle migliori creazioni del Coralli fu quella del fratello minore nei Gemelli Bergamaschi di Florian, dati la prima volta il 6 agosto 1782, in cui si fece molto applaudire al fianco del Bertinazzi che rappresentava il fratello maggiore : e una delle peggiori pare fosse quella nel Venceslao, dramma francese, come appare dalla prefazione del traduttore Francesco Gritti.
Ma ad onta di tante morti, tanto sangue, e tanti delitti enormi esposti sul teatro inglese, vi si osserva, che ogni dramma é preceduto da un prologo rare volte serio, e seguito da un epilogo ordinariamente comico, anche dopo i più malinconici argomenti, e vi si vede sovente l’istessa attrice, che sarà morta nella tragedia, venir fuori co’ medesimi abiti a far ridere gli spettatori. […] Ella fece parimente un dramma pastorale intitolato, Il Trionfo della Fedeltà, che ancor ella stessa pose in musica, e fu rappresentato con grande applauso. […] Barnwell é il principal personaggio del dramma. […] Il signor Weiss che avea già fatte alcune canzoni assai pregiate in Germania, volle anche scrivere molti componimenti teatrali, e dare al dramma tedesco un carattere particolare contenendoli tra quello degl’inglesi e quello de’ francesi, e prendendo da amendue il meglio. […] Veggasi l’Année littéraire 1772 n° 9, ed ivi troverassi una picciola analisi di questo dramma, nel fine della quale M.
Appartiene alla Gran-Brettagna, al secolo XVIII, e alla tragedia reale una traduzione di un dramma in lingua ersa pubblicata verso il 1762a. […] Questo picciolo poema rassomiglia più ad un dialogo che ad un dramma; ma chi rifletterà al luogo, all’entrate successive de’ personaggi, alla mescolanza del canto alla narrazione, vi troverà azione, spettacolo, movimento e patetico. […] Alla lettura di questo dramma orribile si crederebbe che l’autore fosse stato un uomo di una tetra immaginazione e di un carattere feroce. […] Lillo compose ancora un altro dramma, in cui una bella e giovane donna maritata ad un uomo ch’ella non ama, e schiava di un malvagio che ama, vien dall’amante indotto ad esser complice dell’assassinamento del marito. […] Un critico Inglese censura seriamente questo costume degli epiloghi nazionali, pretendendo che per mezzo del ridicolo che li condisce, si distrugga il frutto morale del dramma.
La singolarità de’ cori è anche notabile in questo dramma. […] L’interesse nella favola del Bonarelli è principalmente per Mustafà e non per Solimano; in quella del Dottori, quantunque in parte sia per Merope, in tutto il dramma è sempre per Aristodemo. […] Forse dal fine lieto che preparava all’Arsinda e dalla mescolanza di personaggi mediocri fra gli eroici, si mosse il Testi a chiamarla dramma tragicomico. In fatti improprj per la tragedia sono i propositi che tengono Eurilla, Silvio e Rosalba; improprio è lo stile lirico in quasi tutto il dramma e singolarmente nelle scene di Ateste ed Arsinda ove il poeta trascorre senza freno alla maniera spagnuola.
Qui l’autore intende di que’ dotti che hanno, ingegno penetrante, gusto raffinato, giudizio sottile, antasia vivace, cuor sensibile, orecchio purgato, pratica del mondo e de’ più famosi poeti, e scelta dottrina per poter ben comprendere e guidare tutto il bello di un dramma.
Scudery si segnalò ancora con qualche dramma bene accolto.
Or ella …….. interpretava meravigliosamente la nuova produzione artistica di Cammarano, colorendola ove mancasse di colore, drammatizzandola quando vi languiva il dramma, alitandovi per entro la passione e la verità.
Non era al fine questo dramma se non una traduzione in parte corretta nella quale si cercava il ridicolo negli eventi immaginati con arte anzi che nel cuore umano che ne abbonda. […] Come esso si comprese, caddero le macchine dell’impostura, la quale temendo di essere smascherata voleva farlo passare per una satira della vera pietà e religionea, Mille pregi rendono questo dramma l’ornamento più bello della comica poesia e delle scene francesi. […] Le Festin de Pierre (cattiva traduzione del titolo spagnuolo) ancor mal riuscito sul teatro è componimento assai lontano dal mostruoso dramma di Tirsi di Molina tante volte ripetuto sulle scene Europee.
La singolarità de’ cori è anche notabile in questo dramma. […] L’interesse nella favola del Bonarelli è principalmente per Mustafà, e non per Solimano; in quella del Dottori, quantunque in parte sia per Merope, in tutto il dramma è sempre per Aristodemo. […] Forse dal fine lieto che preparava all’Arsinda e dalla mescolanza de’ personaggi mediocri fra gli eroici, si mosse il Testi a chiamarla dramma tragicomico. In fatti improprii per la tragedia sono i propositi che tengono Eurilla, Silvio e Rosalba; improprio è lo stile lirico in quasi tutto il dramma e singolarmente nelle scene di Ateste ed Arsinda ove il poeta trascorre senza freno alla maniera spagnuola.
Egli é solo da osservarsi nella tragedia del XVI secolo, che i soprallodati peregrini ingegni italiani, benché nel farla risorgere seguissero, e forse con cura anche soverchio superstiziosa e servile, l’orme de’ greci, non pertanto la spogliarono della musica che tra questi l’avea costantemente accompagnata; dappoiché essi altro allora non si prefissero se non di rimettere sui nostri teatri la forma del dramma de’ greci, non già il loro spettacolo con tutte le circostanze accidentali. […] L’Ariosto prese per esemplari le commedie latine nella forma e disposizione del dramma; ma non ebbe bisogno di trar da esse o dalle greche gli argomenti; ond’é che venne a superar i latini per invenzione e conseguentemente per vivacità. […] Orazio Vecchi modenese, poeta insieme, e maestro di cappella, spinto dal felice effetto che faceva l’unione della musica e della poesia in tante feste e cantate, e cori delle tragedie, e pastorali italiane, si avvisò il primo di sperimentar quell’unione in tutto un dramma, e nel 1597 fece rappresentar in musica agl’istrioni il suo Anfiparnaso, stampato l’istesso anno in Venezia appresso Angelo Gardano in quarto, e di note musicali corredato dall’autore medesimo. Sia poi che ’l nobile fiorentino Ottavio Rinuccini (il quale fu gentiluomo di camera d’Errico IV re di Francia, e non commediante, come dice ne’ suoi Giudizi il Baillet, ripresone a ragione dal Bayle) s’inducesse per l’esempio del Vecchi a formar del dramma e della musica un tutto inseparabile in un componimento eroico e meglio ragionato, o sia che le medesime idee del Vecchi gli sopravvenissero senza che l’uno sapesse dell’altro, egli é certo che ’l Rinuccini col consiglio del signor Giacomo Corsi intelligente di musica mostrò all’Italia i primi melodrammi regolari, la Dafne, l’Euridice, e l’Arianna. […] Sulzer taccia a torto e inurbanamente di puerilità un grand’uomo, cui tanto dee il teatro musicale, egli poi non ha totalmente torto quando afferma che l’opera merita esser riformata; e tengo anch’io per fermo, (e ciò non pregiudicherà mai alla gloria immortale del gran poeta cesareo) che si fatto dramma non ha tuttavia la sua vera e perfetta forma, come di proposito ho trattato nel mio Sistema drammatico inedito.
Il dramma è scritto in prosa, ma l’autore vi adopra uno stile immaginoso e poetico che spesso riesce soverchio studiato. […] Varii colpi teatrali ed alcune situazioni che interessano, hanno contribuito a cattare applauso a questo dramma in uno de’teatri di Venezia. […] Intervengono nel dramma quattro personaggi e tre confidenti. […] E quando ancora non avesse giovato il sopprimerla, non poteva nuocere e pregiudicare il dramma come esclamò l’autore propositi tenax. […] Ma quì nuocere non poteva alla condotta del dramma il tornelo, anzi giovare.
[16] La quarta osservazione, che può in qualche modo riferirsi all’antecedente, riguarda l’apertura onde si dà incominciamento al dramma. […] Dico nella prima scena, giacché non saprei convenire col conte Algarrotti, il quale è d’avviso che l’apertura esser debba una espressione o compendio di tutto il dramma. Bisogna aver filosofato assai poco sulla natura della musica per non avvedersene che cotal sinopsi od epitome musicale diviene in pratica pressoché impossibile ad eseguirsi, attesa l’indole vaga e indeterminata del linguaggio strumentale, che non può e non sa individuare alcun oggetto, e la difficoltà parimenti di accozzar insieme senza distruggerli altrettanti movimenti diversi e forse contrari quanti sono i sentimenti che risultano dal totale d’un dramma. […] Galuppi, rinomatissimo fra i maestri, ha nel dramma intitolato I tre amanti ridicoli posto sotto i due versi seguenti «Oh che rabbia, o che furore! […] Per essi il fior del bello è riposto nel far capire che sanno l’armonia; alla qual notizia arrivandosi più presto con siffatto metodo che con quello di esaminare l’intiera orditura musicale d’un dramma, o di sviluppar lentamente la relazione e convenienza de’ suoni individui col tutto insieme d’un’aria, non è maraviglia che prendano in ciascun vocabolo occasione di fermarsi a dar mostra dell’abilità loro con cose affatto disparate, o almeno estranee al soggetto.
… E chi farà quegli, che avendo fior di senno, messe tutte insieme le opere d’Ione, al solo dramma dell’Edipo ardisca di contrapporle? […] Si apre così famoso dramma con uno spettacolo curioso e patetico. […] Or perché si darà ad Ippolito per tal ragione, quando egli porta la corona effettivamente nel dramma? […] Il dramma di Racine é una serie di quadri grandi di amore, amore timido che geme amore ardito e determinato, amor furioso che calunnia, amor geloso che spira sangue e vendetta, amor tenero che vuol perdonare, amor disperato che si vendica sopra se stesso. […] Il Ciclopo é un dramma satirico, ed é il solo che ci é pervenuto di questo genere.
Gli Episodii così purificati da ogni mescolanza comica, nel passare nel l’olimpiade LXVII in mano di Frinico discepolo di Tespi, di parte accessoria del coro divennero corpo principale del dramma, trattarono favole ed affetti, e formarono uno spettacolo sì dilettevole, che meritò di essere introdotto in Atene.
Que’ pochi cittadini, tra’ quali tutta si concentrò la pubblica autorità, posero freno alla licenza di tal dramma, e più non soffrirono di essere impunitamente sulla scena nominati e motteggiati.
Fu grande nel più largo senso della parola, così nella tragedia, come nella commedia e nel dramma ; e nella sua grandezza, modestissima.