Sventuratamente questi quattro atti comici apportano uno scioglimento, se non tragico, funesto. […] Esse meritarono lodi dagli eruditi per la regolarità e perchè ben sostengono il decoro tragico, benchè possa notarvisi molta languidezza nell’azione ed il dialogo soverchio prolisso. […] Il carattere magnanimo di Mustafà si rende ammirabile e caro, ed ha tutti i pregi dell’ottimo personaggio tragico. […] L’azione poi sì avvolge con verisimilitudine, e con tragico terrore si disviluppa. […] Corradino giovinetto figlio di eroi di re d’imperatori, legittimo signore di Napoli, ucciso su di un palco come un reo volgare per ordine dell’usurpatore del suo regno, è un personaggio tragico che nella storia stessa commuove ed invita a piangere; or che non farebbe in mano di un ottimo tragico?
Artista egregio per le parti di tiranno tragico, soprannominato il Gnudon a cagione della sua erculea persona, nacque a Padova il 1760.
Prima però che Cornelio si avvedesse delle proprie forze nel genere tragico, e che comprendesse quanto la regolarità contribuisca all’accrescimento dell’istruzione e del diletto col partorir l’illusione, il Trissino servì di modello a Mairet nel comporre la Sofonisba rispettando le tre unità1; ed il popolo nella rappresentanza seguitane nel 1629, ad onta de’ suoi difetti e della debolezza dello stile, ne senti il pregio e l’applaudì. […] Ma lo stile che solo sa preservare i componimenti dall’obblio, e il sublime tragico che eleva gli animi e concilia l’attenzione, attendevano un ingegno raro che si andava disviluppando.
Fiorito – dice il Colomberti – tra il 1790 e il 1820, sostenne con massima lode nelle migliori Compagnie del suo tempo, Coleoni, Dorati, Goldoni e Perotti, il ruolo di tiranno tragico.
Fra tutti gli attori italiani da me veduti, e che meritarono una particolare considerazione, nessuno ha presentato alla mia mente un contrasto più bizzarro quanto il nostro Morrocchesi, celebre attore tragico. […] Nessuno potrà contrastare al nostro Morrocchesi esser egli stato il primo fra' comici a penetrare ben addentro ne' reconditi pensieri di quel gran tragico, a colpirne i caratteri, a regolare la declamazione de' suoi versi meno pomposi, che ricchi di pensieri, ed indigesti alla più gran parte de' comici d’allora. […] M. il re di Sardegna, e non temo d’errare se dico, che questo tragico attore era l’attore di genio ; il suo difetto nell’analisi dei caratteri traspariva nelle particolarità, non nel tutto ; e se talvolta deviava dalla retta declamazione, e si abbandonava a conati troppo più violenti del bisognevole, era meno per mancanza d’intelligenza, e d’arte, che per la foga di strappare al pubblico que'clamorosi applausi, che lo inebriavano, e di che era quasi sempre padrone.
Di bella persona e di bella voce, d’ingegno svegliato, e perseverante nello studio, fu attore ammiratissimo nel tragico e nel comico, nelle parti di giovine e in quelle di vecchio, nelle quali – scrive Fr.
Apollofane da Suida vien detto antico poeta comico, e nell’ Antologia tragico. […] Ma il genere tragico sino all’olimpiade LX o LXI non si vide ben distinto dal comico. […] Fu egli figliuolo di Poliframmone o di Minia o di Corocle, secondo Suida, e fu padre di un altro poeta tragico chiamato anche Poliframmone. […] Nulla di più tragico ha partorito la Grecia. […] Ma la scena di Elettra con Oreste nell’atto quarto sommamente tenera merita di essere ammirata come degna di sì gran tragico.
L'ultimo dei Meneghini, nato a Milano il 1811, fu prima compositore nella tipografia teatrale Brambilla ; poi, accarezzato il sogno di eccellere in arte come attore tragico, si scritturò, dopo alcune prove con dilettanti, al Teatro Lentasio, come generico nella Compagnia di Antonio Giardini, della quale sposò la prima attrice giovine Amalia Pasquali.
Aggiugneremo quel che ne dice un gazzettiere suo parziale, cioè che egli era il tragico del volgo e degli Ebrei. […] La dizione è nobile, convenevole al gran fatto, e spoglia di ornamenti quasi sempre inutili al tragico che sa le vie del cuore. […] Ciò illanguidirebbe l’ effetto tragico appunto sul finire quando dovrebbero essere più energici. […] Tra tante pruove che dimostrano Euripide gran tragico, ed Aristotile non meno grande osservatore, può noverarsi la bellezza che mai non invecchia del soggetto del Cresfonte ideato ed eseguito dal gran tragico ed esaltato dal gran filosofo come il miglior modello di tragedia. […] Maria poco attiva ancora diventa scherno delle insidie di Botuello, e riscuote qualche pietà senza partorire il giusto effetto tragico.
Vaga donna io vedea stretta in catene i bei lumi girar pietosi e lenti, e di tragico pianto e di lamenti udìa d’intorno risonar le scene.
La fatalità, l’oracolo discolpava il poeta presso i Greci; ma avrebbe Sofocle indebolito il terrore tragico, se avesse rilevato meglio il contrasto delle voci della natura colla necessità di obedire ad Apollo, che dovea fuor di dubbio in tal caso lacerare il cuore di Oreste? […] Nulla di più tragico ha partorito la Grecia. […] Ma frattanto nel rimanente della tragedia si dimostra appunto la falsità del raziocinio di que’ due spiriti-forti, e si accreditano col fatto le divine risposte, stabilendosi l’infallibilità di Apollo e l’insuperabile forza del fato, quella forza che è il gran perno su cui si aggira il tragico teatro Greco. […] O Sol fia questa L’ultima volta che i tuoi raggi io miria Ma quanto è tragico e spaventevole nel l’atto quinto il racconto della morte di Giocasta e del l’acciecamento di Edipo! […] Questo gran tragico, secondo Luciano nel catalogo de’ Macrobii, morì strangolato con un grano di uva di anni novantacinque.
Bon, poi primo amoroso e primo attore tragico nella nuova Compagnia Alfieri, a fianco di Maddalena Pelzet.
Cominciò a recitar giovinetto, e abbandonata la famiglia, percorse l’Italia in compagnie secondarie ora scritturato, ora socio, cominciando la sua vita artistica propriamente detta, nella Reale Compagnia Sarda, in cui apparve il 1836 in qualità di tiranno tragico e famigliare, e in cui restò fino al disciogliersi di essa.
Non fu tragico Anassandride, come lo reputò lo spagnuolo Andres nel parlar rapidamente di ogni letteratura, ma comico della commedia mezzana secondo Ateneo, ed in essa, e non nel teatro tragico, introdusse le deflorazioni e le avventure amorose.
Discepolo del Lazzarini e seguace del di lui gusto tragico fu l’ab. […] Aggiugneremo quel che ne dice un giornalista in parte suo parziale, che egli era il tragico del volgo e degli Ebrei. […] La dizione è nobile, convenevole al gran fatto, e spoglia di ornamenti quasi sempre inutili al tragico che sa le vie del cuore. […] Rechiamo per saggio del valor tragico del sig. […] Tra tante pruove che dimostrano Euripide gran tragico ed Aristotile non men grande osservatore, può noverarsi la bellezza che mai non invecchia del soggetto del Cresfonte ideato ed eseguito dal primo, ed esaltato dall’ altro come il miglior modello tragico.
Metto fra i comici anche il nome di questo scrittóre ben noto, nato a Venezia nel 1756 dal Conte Casimiro, napoletano, e da Angiola Olivati, veneziana, perchè, già vedovo della comica Monti, « che in quell’epoca – scrive Iacopo Ferretti – in cui era di moda recitare il verso tragico cadenzato, come i sonetti si recitavano dai novizii di Parnaso, era una rediviva figlia di Roscio, » fatta società colla insigne comica Marta Colleoni, si diede anche all’arte del recitare, nella quale riuscì mediocremente ; « fu discretissimo – dice lo stesso biografo – e non apparve più sulle scene. » Visse col De Marini, collo Zuccato, col Fabbrichesi, col Vestris e col Blanes, e ne fu poeta.
– Stenterello e il suo cadavere non era più una commedia, ma l’epilogo tragico di un’esistenza : quasi appena cessato il suono della sua ultima risata, e gittati gli screziati abiti della Maschera, dava l’ultimo sospiro…. era avvolto nello squallido lenzuolo funerario. »
Fu prima donna per varj anni della Reale Compagnia Sarda, poi madre nobile, e nel lungo periodo della sua vita artistica diè tal prova della versatilità dell’ingegno suo, che si vuole non esserci stato carattere, vuoi comico, vuoi tragico, ch’ella non rappresentasse a perfezione.
Fino all’olimpiade LX o LXI il genere tragico non si distingue dal comico. […] Ma quanto é tragico e spaventevole nell’atto V il racconto della morte di Giocasta e dell’acciecamento d’Edipo! […] Tutto spira dolore e tristezza, tutto é veramente tragico. […] Nulla più tragico e vivacemente dipinto di questa strage deplorabile. […] Contiene l’avventura d’Ulisse con Polifemo, e vi si vede una mescolanza di tragico, di pastorale e di buffonesco.
Prima però che Corneille si avvedesse delle proprie forze nel genere tragico, e che comprendesse quanto la regolarità contribuisca all’accrescimento dell’istruzione e del diletto col partorir l’illusione, l’anzinominato Giovanni Mairet fece utilissimi passi nelle sue contrade. […] Ma lo stile che solo preserva i componimenti dall’obblio, ed il sublime tragico che eleva gli animi e concilia l’attenzione, attendevano un ingegno raro che giva disviluppandosi.
Il di lui Telefonte ha il pregio della scelta del più bel soggetto tragico dell’antichità, cioè dell’avventure del Cresfonte di Euripide che il tempo ci ha invidiato. […] Ora niuno di tali eccessi avrebbe potuto il Rapin riprendere nel Torrismondo, e si rivolse a riprovare i costumi stessi di que’ tempi come incompatibili col carattere tragico. […] Se dunque havvi de’ nei nel Torrismondo, essi certamente non provengono da i costumi della cavalleria additati dal Rapin come contrarii al carattere tragico di Sofocle. […] Questa tragedia che s’impresse in Bergamo per Comin Ventura in quarto nel 1593 stando il Manfredi in Nansi, a giudizio di Francesco Patrizii può servire di esempio a chi vuole esercitarsi nel genere tragico. […] Certo niuno che l’abbia letto, che comprenda in che sia posto il vero merito di un componimento tragico, e che non serbi in seno un interesse contrario alla verità.
Questo attore e autor tragico fiorì dopo la metà del secolo XVI, e non conobbe meglio de’ cinesi le regole della verisimiglianza. Chiuse, com’essi, in una rappresentazione di poche ore i fatti di trent’anni, e restò al di sotto dell’istesso Tespi per non aver saputo separar il tragico dal comico. […] Che tragico incomparabile risulterebbe dall’uno e dall’altro studio!
Per altra parte quanta erudizione sacra, nobiltà di dire, interesse tragico ed unzione negl’ inimitabili Oratorj, Betulia, Gioas, Giuseppe, la Morte d’Abel, la Passione di Gesù Cristo! […] Per riuscire nel primo lavoro, si vale il buon poeta di un’ azione importante ma semplice per dar campo al dialogo in cui spicca l’ entusiasmo tragico. […] Non ha perchè temere (dice) il Metastasio il confronto con Cornelio, con Racine e con qualunque altro poeta tragico. […] Ma dove mai io ne dedussi quel glorioso vantaggio dell’Italiano sul tragico Francese? […] Io sfido chichessia a trovare in natura un personaggio più di Sesto idoneo ad eccitare il tragico terrore e la compassione.
Radamisto ha tutte le condizioni richieste in un carattere fortemente tragico da presentarsi alle scene moderne e passarvi per eccellente. […] Questi nei non possono scemar la riputazione di ottimo tragico con tutta giustizia acquistatasi dal robusto M. […] Nell’invenzione degli argomenti, e nella condotta del viluppo, e nella regolarità, forse egli rimane al di sotto di più d’un tragico. Nell’Edipo, sua prima tragedia rappresentata nel 1718 avendo l’autore 24 anni, non evitò il gelo dominante allora nel genere tragico degli amori subalterni, e l’istesso Voltaire si rimprovera con tutta ragione la galanteria della vecchia Giocasta con Filottete. […] L’evento tragico che ne siegue, non sembra ben fondato, non persuade, e non produce l’effetto bramato dal poeta.
Si legge nel l’atto primo un breve dialogo di Elena e di Elettra sua nipote, le quali si motteggiano in una maniera poco conveniente al tragico decoro. […] Ma la scena di Elettra con Oreste nel l’atto quarto sommamente tenera merita di essere ammirata come degna di sì gran tragico. […] Il racconto della di lui morte è vagamente ornato ma con sobrietà e naturalezza nel Greco, e soverchio pomposo e poetico nel tragico Francese. […] I figli che cercano scampar dalla madre che barbaramente l’inseguisce e li riconduce dentro e li trucida, formano un movimento teatrale sommamente tragico. […] Nulla di più tragico, di più vivacemente dipinto di questa deplorabile strage, in cui eccitano ugual compassione il saettatore e i saettati.
E che giova trattenersi sul Filolauro di Bernardo Filostrato, che esso Quadrio chiama atto tragico, ma che nella Drammaturgia dell’Allacci è detto solacciosa commedia? […] Sulle tracce poi dell’Ifigenia in Tauri del medesimo tragico Greco compose l’altra sua tragedia intitolata Oreste, dalla quale (se allora si fosse pubblicata) sarebbe rimasta oscurata la Rosmunda. […] Ora niuno di tali eccessi avrebbe potuto il Rapin riprendere nel Torrismondo, e si rivolse a riprovare i costumi stessi di que’ tempi come incompatibili col carattere tragico. […] Se dunque havvi de’ nei nella tragedia del Torrismondo, essi certamente non provengono da’ costumi della cavalleria additati dal Rapin come contrarii al carattere tragico di Sofocle. […] Certo niuno che l’abbia letta, che comprenda il vero merito d’un componimento tragico e che non abbia un interesse contrario alla verità101.
Dopo Crebillon e Voltaire havvi più qualche degno tragico in Francia? […] se i novelli venuti in Parnaso ad essi consacrano il loro tragico cittadinesco e comico lugubre?
Fra le sette tragedie d’Eschilo tre hanno il predetto attor tragico che immediatamente può produrre l’effetto proposto. […] Parmi pure inescusabile nel viluppo tragico la maniera con cui si trattan gli affari in molte favole italiane di coro continuo. […] Quegli che tra nostri ha meglio d’ogni altro rassomigliato la storia, omettendo solamente ciò che poteva pregiudicare al fin tragico, è l’abate Conti. […] Il Cebà siccome nelle azioni così pure nello stile ha più del comico che del tragico. […] Le qualità d’Inès sono proprissime per un tragico protagonista ed i pregi di questa favola sono per mio parere assai superiori alle sue imperfezioni.
Il Vestri e la Marchionni personificarono forse meglio quella varietà di attitudini che è degli attori italiani soltanto, e che permette a ciascuno di loro, che sia veramente nato all’arte, di suscitare le commozioni più disparate e diverse ; di passare con stupenda volubilità e occorrendo in una sera medesima dal tragico al comico, dall’Al fieri al Goldoni : d’essere come la Marchionni ora Mirra o Clitennestra, più tardi Mirandolina o Rosaura : come il Vestri oggi Don Marsio, domani II povero Giacomo. […] Tra'versi dettati in suo onore, del Pezzòli nella Galleria dei più rinomati attori drammatici italiani, del Vico nell’opera del Costetti, ecc., scelgo il principio e la fine del sermone di Giuseppe Barbieri, Il Teatro, a lei dedicato, che è men facile a trovarsi : …………… Pochi nel genial comico ludo surgono ad alta meta insigni attori ; e Tu forse nel tragico lamento unica sei, che l’anime distempri d’ineffabil dolcezza ; e ben Tu fosti a miracol mostrar, di Ciel venuta, soavissima Venere del pianto.
La regolarità, la convenevolezza del costume, la verità delle passioni dipinte, l’eleganza, il candore e la vaghezza mirabile dell’aureo stile, salveranno sempre dall’obblio questa favola; la languidezza e l’episodio poco tragico dell’atto III ne sono i nei che possono rilevarvisi, e che forse tali non parvero all’autore pieno della lettura degli antichi. […] Nella Medea non potè Martirano approfittarsi delle bellezze del piano di quella di Seneca, perchè seguì la greca, ma intanto scansò il difetto del tragico latino di far parlare nell’atto IV pedantescamente la Nutrice accumolando tante notizie mitologiche e geografiche, e l’altro della pomposa evocazione de’ morti. […] Ma in contracambio dove campeggia il patetico del greco pennello egli ritiene interamente le più importanti scene, come quelle di Medea che cerca ed ottiene da Creonte un giorno d’indugio alla sua partenza, tutte quelle che ha con Giasone, il racconto della morte del re e della figliuola, nel quale però si è il Cosentino nella conchiusione astenuto dalle sentenze accumulate dal Greco tragico.
quale accrescimento al tragico? […] Confessa in prima che senza amori sarebbe stato più tragico; e perchè dunque ha voluto farlo men tragico? […] Dico solo che tanto cicaleccio precedente il congedo che Corradino viene a prendere, è superfluo, famigliare e comico anzi che tragico. […] Maria poco attiva ancora diventa scherno delle insidie di Botuello, e riscuote qualche pietà senza partorire il giusto effetto tragico. […] Un quartetto: scioglimento tragico ed eroico in sì pericolosa contesa!
Soccorso poi da Seneca, fece colla Medea un saggio delle sue forze, e spiegò il volo verso il tragico più sublime, fino a quel punto sconosciuto in Francia. […] Nel 1666 quando si rappresentò l’Agesilao di Corneille, uscì l’Alessandro di Racine, nobile e giovane poeta, donde cominciò un genere tragico quasi novello. […] Degrada dunque tal passione il teatro tragico francese? […] L’amore, perché sia tragico, dee esser forte, disperato, funesto, dominante: se é subalterno, mediocre, episodico, allora é ciò che i Francesi chiamano galanterie famigliare192. Ippolito innamorato d’Aricia nulla ha di tragico; ma Fedra innamorata d’Ippolito figliuol di suo marito perturba ed atterrisce.
Ecco, a titolo di curiosità, un saggio del suo repertorio : Agnese Fitz Henry Fitz Henry Il sospetto funesto Don Flavio Il gran giudizio di Carlo Magno Carlo Magno Spartaco alle mura di Roma Crasso Polinice Eteocle Rosmunda L’Esarca I due sergenti Incognito Bianca e Fernando Carlo V Eloisa della Vallière Condè Le due regine di Siria Oropaste Quest’ultima rappresentò a Lucca il 26 maggio del’ 27 per sua beneficiata, invitando il pubblico colle parole seguenti : « L attore che osa porgere il presente invito, ha cercato nel tragico grandioso spettacolo, Le due Regine di Siria, e nel giocosissimo comico, Uno vale per dieci, di riunire ciò che può appagare l’occhio, interessare il cuore e rallegrare lo spirito.
Fu primo attore assoluto il 1853 con Luigi Domeniconi, e padre nobile e tiranno tragico il 1854-55-56-57 con Adamo Alberti a’ Fiorentini di Napoli.
Bravissima per certi caratteri, si poteva stabilire nel suo mestiero una riputazione onorevole, se contenta d’aver posto il piede nel Socco ridevole, non avesse avuta la smania di calzare il grave Coturno. » Ma il Bartoli si oppone a tale giudizio, dicendo ch’ ella fu somma anche nel tragico, e che se avesse avuto la fortuna di nascere in Toscana, nessuna attrice avrebbe potuto eguagliarla.
L’autore manifesta di avere abbastanza conosciuto il carattere del sublime tragico e sentenzioso. […] La comparazione però da questo tragico Greco fatta e chiusa in un verso dell’augellino che si ricovera sotto le ali della madre, è assai più delicata e bella di quella di Seneca quì usata e distesa in quattro versi e mezzo, del giovenco che impaurito dal ruggito del lione si appressa alla madre. […] Lo scioglimento poi con arte somma maneggiato nella tragedia greca, quì si precipita, non avendo saputo il tragico latino mettere a profitto quelle patetiche situazioni che nello svilupparsi la favola stessa naturalmente appresterebbe. […] Soprattutto nell’atto V si scopre la poca destrezza e pratica di teatro che avea l’autor latino; e sempre più si desidera il bellissimo veramente tragico atto V del coronato Agamennone di Eschilo. […] Quanto poi eloquente è il silenzio di lei nella greca, allorchè ha risoluto di andarsi ad uccidere, tanto disadatte sono a commuovere le antitesi, le sentenze affettate, le riflessioni e la nojosa declamazione della Dejanira del tragico latinoa.
Illustrò allora le scene inglesi l’eccellente attore ed autore tragico e comico Tommaso Otwai morto nel 1685 d’anni trentaquattro. […] Riuscì Otwai più nel tragico che nel comico; ma non fu meno irregolare degli spagnuoli nell’uno e nell’altro genere, e non meno di loro gli confuse.
Illustrò allora le scene inglesi l’eccellente attore ed autore tragico e comico Tommaso Otwai morto nel 1685 di anni 34. […] Riuscì Otwai più nel tragico che nel comico; ma non fu meno irregolare degli Spagnuoli nell’ uno e nell’altro genere, nè meno di loro gli confuse.
Il suo Fajele contiene l’ argomento stesso della Gabriela del Belloy, cui il marito dà a mangiare il cuore dell’amante, trattato colle medesime molle ed atto come quella a partorir piuttosto orrore che terrore tragico. […] Dalla tragedia cittadina, la quale, ove si preservi da colori comici e si contenti di cedere i primi onori al sublime continuato della tragedia grande, potrebbe tollerarsi anche in un teatro di buon gusto, si discende ad un dramma senza contrasto riprensibile, cioè ad una commedia lagrimante, nella quale s’imbratta con pennellate ridicole un quadro tragico.
Egli non bilanciò nè la sproporzione dell’età sua con quella del personaggio, il giovane scimunito Don Berto, « nè la immagine, che il pubblico s’era formata del suo carattere, da cui attendeva soltanto un comico serio naturale, o un tragico maestoso declamatore di sentenziosa armonica gravità, nè la dissuasione del Gozzi stesso ». […] Nel 3° volume del Teatro applaudito sono per quella stagione e su quell’attore le seguenti parole : « Fu sempre eguale a sè stesso, e sempre grande tanto nel tragico, quanto nel comico, specialmente colla parte del Re nell’Adelasia in Italia, con quella di Benetto nello Sposo veneziano rapito, e coll’altra di protagonista nel Ladislao ».
L’autore manifesta di avere abbastanza conosciuto il carattere del sublime tragico e sentenzioso. […] La comparazione però da questo tragico Greco fatta e chiusa in un verso dell’augellino che si ricovera sotto le ali della madre, è assai più delicata e bella, che quella da Seneca quì usata e distesa in quattro versi e mezzo, del giovenco che impaurito dal ruggito del lione si appressa alla madre. […] Lo scioglimento poi con somma arte maneggiato nella tragedia greca, qui si precipita, non avendo saputo il tragico latino mettere a profitto quelle patetiche situazioni che nello svilupparsi la stessa favola naturalmente appresterebbe. […] Soprattutto nell’atto quinto si scopre la poca destrezza e pratica di teatro che avea l’autor latino; e sempre più si desidera il bellissimo e veramente tragico atto quinto del coronato Agamennone di Eschilo. […] Quanto poi eloquente è il silenzio di lei nella greca, allorchè ha risoluto di andarsi ad uccidere, tanto disadatte sono a commuovere le antitesi, le sentenze affettate, le riflessioni e la nojosa declamazione della Dejanira del tragico latino.
Il signor Sumarocow d’una famiglia distinta é il primo autor tragico russo.
… Forse, alcun po' delle lodi togliendo all’uno, e alcun po' de' biasimi all’altro, avremo nel Martelli un bravo artista per le parti comiche, non essendosi egli mai spacciato, e in ciò conviene anche il Bartoli, per attore tragico.
Passato lo spettacolo tragico in Atene a’ tempi di Frinico e de’ suoi coetanei si eresse estemporaneamente nelle gran piazze un tavolato con scene formate dagli alberi; nè si pensò a migliorarle se non dopo che in tempo del tragico Pratina quelle mal accozzate tavole cedendo al peso, forse con danno degli attori e degli spettatori, convenne innalzare un edifizio più solido. […] L’attore Cefisonte che recitava nelle di lui tragedie, era rispettato in Atene, e sommamente caro allo stesso gran tragico, ne’ cui drammi correva romore di avere anche lavorato alcun poco come scrittore.
Lascio poi che l’istruzione morale che dee prefiggersi un buon tragico, non si scorge in tal tragedia quale esser possa. Le tragedie del Montiano indicano la regolarità nascente nella nazione, ma non gusto e spirito tragico. […] Ciò può nuocere alla verità, all’ illusione, al fine tragico. […] L’ argomento tratto parimente dalle storie nazionali è proprio per eccitare il tragico terrore. […] Il tragico Greco compensò il difetto accennato prestando al suo Menelao discorsi lontani da’ colori usati dal suo imitatore Valenziano.
Quantunque il Nicomede non iscarseggi di difetti, nè sia argomento che si elevi alla grandezza e al terror tragico sì pel viluppo che per la qualità de’ caratteri di Prusia, di Arsinoe e di Flaminio; pure il cuor grande di Nicomede innamora, e porta la magnanimità a un punto assai luminoso. […] Racine nato in Fertè-Milon nel dicembre del 1639 e morto in Parigi nell’aprile del 1699, lasciò tralle sue carte il piano del primo atto di una Ifigenia in Tauride, dal quale apparisce che questo gran tragico moderno, prima di mettere in versi qualche favola, formatone il piano, la scriveva in prosa; e poichè ne avea disposte tutte le scene, diceva di aver fatta la tragedia, tuttochè non ne avesse composto verso veruno; ed egli avea ragione. […] Collè di gusto migliore gli avvertì che tali amori raffreddavano tutto il resto in argomento sì tragico. […] Al Capo VI pag. 136, che è la 120 la seconda volta, alla lin. 19, dopo le parole, con pennellate ridicole un quadro tragico, si faccia il seguente cambiamento.
Come poeta eccellente seppe con arte e facilità maggiore degli antecessori trasportar le favole Omeriche al genere tragico e maneggiarle in istile assai più grave e più nobile. […] La prima volta che questo nuovo tragico, contando anni ventotto di età, produsse un suo componimento, e trionfò di Eschilo già vecchio, fu nel celebrarsi la solennità del ritrovamento e della traslazione delle ossa di Teseo dall’isola di Sciro in Atene, nella quale Cimone nominò i giudici scegliendone uno di ogni tribùa. Atene dovette all’istituzione di quell’annuo aringo letterario fra gli scrittori tragici, i progressi che ne provennero al genere tragico per l’emulazione che eccitò.
Passato lo spettacolo tragico in Atene a’ tempi di Frinico e de’ suoi coetanei, si eresse estemporaneamente nelle grandi piazze un tavolato con scene formate degli alberi; nè si pensò a migliorarle se non dopo che in tempo del tragico Pratina quelle male accozzate tavole cedendo al peso, forse con danno degli attori e spettatori, convenne inalzare un edifizio più solido. […] L’attore Cefisonte che recitava nelle di lui tragedie, era rispettato in Atene e sommamente caro allo stesso tragico, nei cui drammi correva romore di avere anche lavorato alcun poco come scrittore.
Duca di Ferrara, dichiarandola per Satira distinta dalla Tragedia e dalla Commedia: Non quæ te tragico perturbet fabula fletu, Huc veniet grandi, aut quatiat quæ pulpita voce Ardua materies, multorum & viribus impar, Quæve astus Davi referat sermone pedestri, Lenonisve dolos, tenerosque Cupidinis ignes, Hunc simul indocto & docto trita orbita vati, Sed quæ nunc demum Satyros denudet agrestes, Et Faunos, Panesque simul deducere sylvis Audeat, & blando te oblectet ludicra risu. Intanto nel secolo XV. era nato nell’Italia ancora nell’Orfeo del Poliziano un Dramma Pastorale con fine tragico, che in nulla rassomigliava al Ciclope di Euripide, e nell’antichità non avea esempio.
Cajo Caligola non avea ritegno di baciare in pubblico l’eccellente pantomimo tragico M. […] Si sa per quali infami vie ottenne il favore di questo medesimo imperadore un altro famoso attore tragico chiamato Apelle, che giunse ad essere noverato tra’ suoi consiglieri.
Il suo Fajele contiene l’argomento stesso della Gabriela di Vergy del Belloy, cui il marito dà a mangiare il cuore dell’amante, trattato colle medesime molle, ed atto come quella a partorir piuttosto orrore che terrore tragico. […] Ma le indicate mostruosità degenerarono enormemente, e ne venne un dramma senza contrasto riprensibile, la commedia lagrimamente, nella quale con pennellate ridicole si deforma un quadro tragico.
A quest’ultimo si deve il merito di aver restituito al genere tragico il successo del pubblico. […] L’attore tragico deve allora declamare come se pensasse estemporaneamente le parole che sta pronunciando. […] Per questo Salfi critica la pratica in uso di far recitare ad un attore indifferentemente il tragico come il comico. […] L’espressione debbe esser dunque in tutte le sue parti conforme al carattere eroico, e propriamente tragico. […] Ed è questo il giusto contegno che dee prendere e conservare l’attore tragico.
Manca adunque questa favola di quella saggia graduazione che progressivamente crescendo conduca le passioni al punto da farne scoppiare l’evento tragico. […] Lascio poi che l’istruzione morale che dee prefigersi un buon tragico non si scorge quale esser possa in tal tragedia. […] Ciò può nuocere alla verità, all’illusione, al fine tragico. […] L’argomento tratto parimente dalle storie nazionali è proprio per eccitare il tragico terrore. […] Il tragico Greco compensa il difetto accennato prestando al marito di Elena discorsi lontani da’ colori adoperati dal suo imitatore Valenziano.
Non è meno licenziosa e sfacciata della precedente, e secondo gl’intelligenti lo stile è più sollevato che nelle altre, e si avvicina al genere tragico. […] Ambedue picchiano alla porta del giovino tragico Agatone per supplicarlo di prendere innanzi alle donne la difesa di un di lui collega. […] Sorge una donna a concionare, e va noverando tutti gi’ improperii detti dal tragico contro del sesso, e le debolezze e gli artifizii donneschi da lui propalati. […] Ma Euripide ritorna in forma di Perseo; e da questo nuovo travestimento nasce un nuovo passaggio tragico. […] Ma Sofocle perchè non ha occupato il posto tragico?
Doventò in quel tempo sposa di Alberto Tessari, ottimo padre nobile e tiranno tragico ; e fu con lui scritturata dal Fabbrichesi pe’ Fiorentini di Napoli, ov’ ebbe dapprima le più schiette attestazioni di stima, terminando col suscitare il più spontaneo entusiasmo, e specialmente nell’Ambiziosa del Nota, nella Matilde del Monvel, nella Medea del Ventignano, nei Baccanali del Pindemonte, nel Sospetto funesto del Giraud, nel Matrimonio di Carlo Goldoni del Righetti.
I della Poetica nella Deca istoriale, su il primo inventore del verso tragico, e del Coro similmente tragico, ed introdusse Satiri in scena a parlare in versi.
Giovanni Federigo barone di Cronegh nato in Anspach poteva forse divenire un tragico eccellente, sì patetico e dilicato si dimostra nelle sue tragedie e nelle Solitudini, ovvero un gran comico per la facilità che ebbe nel dipingere i caratteri, e per la grazia che riluce in qualche sua favola; ma cessò di vivere acerbamente nel 1756 in età di ventisei anni. […] Il suo Codro tragedia regolare e ben colorita prometteva in breve un gran tragico. […] E con un fatto sì comune, come è la morte naturale di un uomo decrepito, è giunto a destare quel terrore tragico, che con impotente sforzo cercano di eccitare i moderni scrittori di favole romanzesche ed atroci.
Giovanni Federigo barone di Cronegh nato in Anspach poteva forse divenire un tragico eccellente, sì patetico e dilicato si dimostra nelle sue tragedie e nelle Solitudini, ovvero un gran comico per la facilità che ebbe nel dipingere i caratteri e per la grazia che riluce in qualche sua favola; ma cessò di vivere acerbamente nel 1756 in età di 26 anni. […] Il suo Codro tragedia regolare e ben colorita prometteva in breve un gran tragico. […] E con un fatto sì comune, com’ è la morte naturale di un uomo decrepito, è giunto a destare quel terrore tragico, che con impotente sforzo cercano di eccitare i moderni scrittori di favole romanzesche ed atroci.
Lasciando le incondite favole di Trediakouski, e le deboli di Lomonosow, possiamo considerare Sumarocow di una famiglia distinta come il primo tragico Moscovita.
Cajo Caligola non avea ritegno di baciare in pubblico l’eccellente pantomimo tragico M. […] Si sa per quali infami vie ottenne il favore di questo medesimo imperadore un altro famoso attore tragico chiamato Apelle, che giunse ad essere noverato tra’ suoi consiglieri. […] Non fu tragico Anassandride, come lo stimò il Signor Andres nel parlar rapidamente di ogni letteratura, ma comico della commedia mezzana, secondo Ateneo, ed in essa, e non nel teatro tragico, introdusse le deflorazioni e le avventure amorose.
Lasciando le incondite favole di Trediakouski e le deboli di Lomonosow, possiamo considerare Sumarocow di una famiglia distinta come il primo tragico della Moscovia.
Alfonzetti, Voci del tragico nel viceregno austriaco, p. 216). […] M. vi aveva accennato in Del verso tragico, in Id., Scritti critici e satirici, a cura di H. […] Ferrari, Le traduzioni italiane del teatro tragico francese nei secoli XVIIº e XVIIIº. […] [commento_4.30ED] dissertazione… tragico: Del verso tragico fu premesso all’edizione del Teatro del 1709 (ora in M., Scritti critici e satirici, pp. 149-186). […] Egli rigettava le accuse di inverosimiglianza e di bassezza rispetto al contesto tragico, prescrivendo una versificazione naturale che «paia effetto del caso» (ivi, p. 160) e parole-rima scelte in base alle necessità del discorso.
Passiamo alle commedie postume del nostro gran tragico di Asti. […] Tratto tragico. […] Grave principio di mirabil viluppo tragico. […] No, un quartetto ; qual più tragico scioglimento in sì perigliosa contesa ! […] Dopo Crebillon e Voltaire havvi più qualche degno tragico in Francia ?
Poté dunque, come fece, arricchir quest’ultima col soccorso delle altre; e in fatti i latini ebbero in lui solo l’epico, il tragico, e ’l comico di que’ tempi. […] Ma la Medea che noi leggiamo, può gareggiare con quella d’Euripide; e ’l carattere del di lei autore si dimostra veramente sublime, tragico, e sentenzioso. […] Contuttociò le bellezze della greca tragedia sorpassano di molto quelle dell’Ippolito latino, il quale non pertanto per varie pennellate maestre che vi si ammirano, ha contribuito non poco ad arricchire la Fedra del gran tragico francese. […] Soprattutto l’atto V manifesta la poca destrezza e pratica di teatro che avea l’autor latino; e fa sempre più desiderabile il bellissimo e sommamente tragico atto V del coronato Agamennone di Eschilo. […] Le sentenze, perché non sembrino assettate, e raffreddino la passione, debbono esser porte in azione nel genere tragico, nel quale ancora é di mestieri adoperar assai parcamente le descrizioni, e le comparazioni, siccome fecero i più rinomati tragici greci.
Tabarrino finì in modo tragico.
Egli racchiuse, come i Cinesi, in una rappresentazione di poche ore i fatti di trenta anni: introdusse nelle favole tragiche persone basse, prostitute, ubbriachi, calzolai, beccamorti, spiriti invisibili, un leone, un sorcio ed il chiaro della luna che favellano: egli non seppe nè astenersi dal miracoloso ed incredibile, nè separare dal tragico il comico, restando per ciò, non che lungi dal pareggiare Euripide, inferiore allo stesso Tespi. […] Che tragico incomparabile non diverrebbe chi sapesse ben congiungere l’uno e l’altro studio!
Non è meno licenziosa e sfacciata della precedente, e secondo gl’ intelligenti lo stile è più sollevato che nelle altre, e si avvicina al tragico. […] Vi si tratta una comica difesa di Euripide allora vivente contro le accuse delle donne satireggiate da questo tragico che quì vien motteggiato a tutto potere. […] Ambedue picchiano alla porta del giovane tragico Agatone per supplicarlo di prendere fralle donne la difesa di un suo compagno. […] Ma Euripide ritorna in forma di Perseo; e da questo nuovo travestimento nasce un nuovo passaggio tragico. […] Ma Sofocle perchè non ha occupato il posto tragico?
e queste bestie che poi si descrivono, sono Carlo-Magno leone, Ildegarde agnella, Talando volpe; e con tal continuata allegoria dà a conoscere l’ azione, che termina colla riconciliazione d’Ildegarde e Carlo, ma che nell’avvilupparsi entra nel tragico.
ª Anna Pellandi Altra 1 ª donna Laura Civili Madre Francesca Fabbrichesi Servetta Maddalena Gallina 2e Attrici : Lucrezia Bettini – Marietta Pertica ATTORI 1 º attore tragico De Blanes 1 º attore comico De Marini Giuseppe Tiranno (quello che fece Filippo) Tessari Altro 1 º attore Bettini Amoroso giovine Visetti Caratterista Pertica Padre Belloni 2i Caratteristi : Pietro Pincristiani – Fausto Marzocchi – Fabbrichesi fratello (sic).
Rowe, il poeta tragico più pregiato in Inghilterra dopo Shakespear e Otwai, ha data nel 1755 la Suocera ambiziosa, stimata una delle sue migliori tragedie secondo il gusto degl’inglesi246. […] L’autor filosofo, retrocedendo fino ai tempi primitivi, ha conseguito di afferrare i veri pensamenti che doveano occupar il primo uomo nella sua prossima dissoluzione; e con un fatto sì comune, com’é la morte naturale di un uomo decrepito, é pervenuto a cagionar quel terror tragico, che in vano tentano di svegliare tante favole romanzesche, tanti delitti atroci spiegati con tutta la pompa nelle odierne tragedie cittadinesche inglesi e francesi. […] Ma un autore di un foglio periodico spagnuolo intitolato Aduana Critica nel II tomo impresso nel 1763, ignorando l’indole della drammatica, ch’é di abbellire, e non di ripetere superstiziosamente la storia, pretendeva che si dovesse nella Lucrezia introdurre Bruto fìnto pazzo, senza accorgersi che un carattere siffatto con difficoltà verrebbe ammesso per tragico a’ nostri tempi. […] L’argomento é tragico, trattato con giudizio e in buono stile, se non che la versificazione di due endecasillabi rimati perpetuamente per coppia ristucca alquanto.
Senza dubbio questo poeta mostrò a prova di non conoscer veruna delle regole, le quali é più difficil cosa ignorare che sapere: non separò li tragico dal comico: dove elevò lo stile, si perdé nel lirico, e per lo più stravagante: abbellì i vizi, e diede un aspetto di virtù alle debolezze: se alcun componimento di mal esempio, qual é il Galàn sin Dama: molti ne scrisse estremamente spropositati, come il Purgatorio de San Patricio, e ’l Joseph de las Mugeres, e altri: cadde in mille errori di mitologia, di storia, di geografia: non vide gl’inconvenienti inevitabili nella rappresentazione de’ suoi autos sacramentales, ne’ quali si espongono i misteri della religione non rare volte con interpretazioni e allegorie fantastiche e con giochetti puerili sulle parole, e sempre con buffonate de’ personaggi ridicoli182. […] Illustrò allora le scene inglesi l’eccellente attore e autore tragico e comico Tommaso Otwai, morto nel 1685, il quale spiccò più nelle tragedie, e mostrò prima d’ogni altro in teatro Catilina, e Venezia Salvata.
. — Io tragico ? – disse a sè stesso – convengo di tutto, signor Rossi, lascerò le parti brillanti, farò il generico, il caratterista, il promiscuo e il tragico, ma non mi dica che io sono sproporzionato.
e queste bestie che poi si descrivono, sono Carlo-Magno leone, Il degarde agnella, Talando volpe; e con simile continuata allegoria dà a conoscere l’azione, che termina colla riconciliazione d’Ildegarde e Carlo, ma che nell’avvilupparsi entra nel tragico.
In proposito del valore della Riccoboni, e del seguirla che faceva il Maffei di città in città, assistendo alle rappresentazioni della Merope, la Fama (atto secondo, scena I) a Radamanto, che, dopo la descrizione chiara e viva da lei fatta della tragedia, aveva detto : mentre Femia m’accusi, io ben m’avveggio, che nelle accuse tue l’amor traluce, perchè se tu l’odiassi, i bei colori negati avresti al tragico racconto…, risponde : Facciol perchè l’ingrato entro il mio amore specchi sua colpa, e sè convinto accusi.
DELLO STUPIDO (98) Mentre pompe funeste di tragico accidente isnodi altrui, co’ dotti accenti tui : sott’armi favolose son veri duoi, & vere piaghe ascose : poichè tue luci infeste ravivando i già spenti ancidono i viventi, et fan de’ spettatori tragedia vera di mentiti honori.
Nell’andare in Asia non mancò di visitare il vecchio tragico che cortesemente l’albergò per molti giorni. […] Grande e sublime ne parve lo stile al vecchio tragico, benchè alquanto duro ed acerbo. […] L’elevazione, la grandezza, la forza formano il carattere dello stile di questo tragico. […] Cajo Tizio Cavaliere Romano oratore e poeta tragico visse intorno all’ anno di Roma 590. […] Il Bayle osservò l’altra che fece il medesimo Moreto per ingannare Giuseppe Scaligero con due finti frammenti del tragico Accio e del comico Trabea.
Che se con Suida voglia attribuirsi l’invenzione della vera maschera, non ad Eschilo tragico, ma a Cherilo l’Ateniese ch’egli chiama comico; non perciò potrà negarsi, che la maschera allora si ammettesse ugualmente nella tragedia e nella commedia; e i tragici con somma sciocchezza avrebbero ne’ loro drammi adottata una invenzione destinata a far ridere.
Che se con Suida voglia attribuirsi l’invenzione della vera maschera, non ad Eschilo tragico, ma al Cherilo Ateniese ch’ei chiama comico, non perciò potrà negarsi, che la maschera allora si ammettesse ugualmente nella tragedia che nella commedia; e i tragici con somma sciocchezza avrebbero ne’ loro drammi adottata un’ invenzione destinata a far ridere.
Perrino, che fu il primo poeta che componesse opere nella propria lingua, Cambert, primo direttor francese della orchestra drammatica, e Sourdiac, primo macchinista, divertirono per molti anni la corte con spettacoli sconci in quel tempo medesimo che il gran Cornelio creava il teatro tragico, che Racine incominciava a gareggiar con Euripide, e che sorgeva Moliere oscurando colle sue commedie la gloria degli Aristofani e de’ Terenzi. […] [16] Si confronti codesta situazione con quella di Foca in Cornelio, che è presso a poco la stessa, e la maniera di esprimersi di Leontino con questa di Andromaca, e si vedrà (sia detto con pace del pregiudizio) quanto il tragico francese sia rimasto inferiore al drammatico italiano.
L’Azione di questa Sofonisba è grande, è eroica, come la richiede Teofrasto: i Caratteri sono gravi e tragici, secondochè consiglia Aristotile: le Passioni forti, perturbate, superiori alla mediocrità, come si pretendono nella Tragedia da tutti gl’Intelligenti: non havvi mescolanza veruna di tragico col comico, come si trova almeno in sei o sette delle quindici Tragedie Spagnuole. […] L’altra Sofonisba è quella di Gian Giorgio Trissino, della quale si contrasta il tempo della rappresentazione, il merito tragico, e il pregio dell’invenzione.
Caligola non si tratteneva dal baciare in pubblico l’eccellente pantomimo tragico M.
Non per tanto egli è degno di lode, si per essere stato uno de’ primi a tentar questo guado, si per avere dopo del Mussato preso a trattare un argomento nazionale veramente tragico.
Non per tanto egli è degno di lode, sì per essere stato uno de’ primi a tentar questo guado, sì per avere dopo del Mussato preso a trattare un argomento nazionale veramente tragico.
Io godo della vostra riputazione più che della mia : avete il suffragio dell’Italia, e voi non avete bisogno di me per avere un gran nome nell’arte vostra, pure non ho desiderato essere un buon tragico quanto adesso che conosco andare in voi le doti dell’animo del pari con quelle dell’ingegno.
Egli racchiuse, come i Cinesi, in una rappresentazione di poche ore, i fatti di trenta anni: introdusse nelle favole tragiche persone basse, prostitute, ubbriachi, calzolai, beccamorti, spiriti invisibili, un leone, un sorcio, il chiaro, della luna che favellano: egli non seppe nè astenersi dal miracoloso ed incredibile, nè separare dal tragico il comico, restando perciò, non che lungi dal pareggiare Euripide, inferiore allo stesso Tespi. […] Tè questo pennello, La genitrice ritrarrai con essoa Che tragico incomparabile non diverrebbe chi sapesse bene accoppiare l’uno e l’altro studio! Ma questo gran tragico inglese studiando la natura mancò di giudizio nell’imitar ciò che in società si riprenderebbe.
Si richiede dal tragico, che esprima le passioni, e i caratteri, ma che gli esprima cogli stromenti propri dell’arte sua, cioè col verso, e collo stile poetico; altrimenti s’avesse a dipignere veramente le cose quali furono, sarebbe costretto a far parlar Maometto, e Zaira in linguaggio arabo piuttosto che in francese, in prosa familiare, e non in versi alessandrini. […] Lasciando al tragico l’ampiezza delle parole, e il lento, ed artifizioso sviluppo degli avvenimenti, appiglisi egli pure alla precisione de’ sentimenti, e alla speditezza, e rapidità dell’intreccio. […] Callicrate nel Dione, Lusignano nella Zaira, Polidoro nella Merope, e simili altri fanno un gran effetto sul teatro tragico, perché i personaggi che imitano, parlano alla ragione eziandio, e perché la poesia piace non meno quando istruisce che quando commuove; la prima delle quali cose può conseguirsi egualmente coi caratteri freddi, tranquilli, o dissimulati, che coi loro opposti. […] Se questi il costringe talvolta a rimettere in alcuni punti della severità teatrale, non perciò vien egli dispensato dal badare alla verosimiglianza, al decoro, al costume, ai caratteri, all’unità d’azione, e di tempo, ed alle leggi universali a qualunque si voglia composizione drammatica, e la mancanza di queste non è men viziosa in lui di quello, che sia nel tragico, e nel comico.
Le querele della regina per lo più sobrie e convenienti all’evento tragico ed al di lei carattere, mal grado di non pochi difetti, danno fine a questo componimento interessante. […] Su tale argomento Giovanni Tague de Salas formò un poema epico tragico intitolandolo los Amantes de Teruel impresso in Valenza nel 1617, e poi Montalbàn ne compose il dramma di cui parliamo. […] Prescelgo in questo genere tragico, mal grado delle buffonerie, la Hija del aire, el Tetrarca de Jerusalèn, la Niña de Gomes Arias. […] Ma il merito particolare di Calderon non si appalesa nelle favole istoriche ove per lo più volendo esser tragico, grande, sublime, diventa turgido, pedantesco, puerile. […] Solis fa parlare i personaggi con naturalezza, giusta il carattere e la passione, e se alcuna volta sottilizza rapito dal turbine che tutti gli altri aggirava, non mai incorre in metafore stranissime, o nella mostruosa mescolanza del tragico col comico.
Che tragico incomparabile non diverrebbe chi sapesse ben congiungere l’uno e l’altro studio! Ma questo gran tragico studiando la natura mancò di giudizio nell’imitare ciò che nelle società si riprenderebbe.
Da quanto dicesi de’ lodati tragici latini così di quest’epoca, come della precedente, sembra che la lingua latina, appunto come accennò Orazio, si prestasse felicemente al genio tragico, Et spirat tragicum satis, & feliciter audet.
Mentre ritirato in Taranto Pacuvio menava traquillamente gli ultimi suoi giorni, capitovvi Lucio Azzio altro famoso tragico che passava in Asia. […] Nell’andare in Asia non mancò di visitare il vecchio tragico che cortesemente l’albergo per molti giorni. […] Grande e sublime ne parve lo stile al vecchio tragico, benché alquanto duro ed acerbo. […] Cajo Tizio Cavaliere Romane oratore e poeta tragico visse intorno all’anno di Roma 590. […] Il Bayle osservò l’altra fatta del medesimo Moreto per ingannare Giuseppe Scaligero con due finti frammenti del tragico Accio, e del comico Traboa.
Il Real Programma di Parma che coronò cinque tragedie ed in tanti altri Italiani ridestò lo spirito tragico, non ci ha prodotte che tre sole commedie. […] O perchè maggior difficoltà s’incontra in iscerre i tratti più espressivi dal vastissimo campo della natura, come dee fare il comico, che in calcare le orme del picciol numero de’ buoni scrittori che il tragico prende a modelli?
No; il Moratin ha lasciati all’Inglese i difetti del tempo, in cui visse, d’irregolarità, di bassezza, di comico misto al tragico.
Pur della tragedia di Seneca parlando per incidenza Luigi Racine, dotto figlio dell’immortal tragico Francese Giovanni, parmi che troppo severamente ne giudichi, quando nelle sue osservazioni sopra la Fedra del Padre, e l’Ippolito di Euripide, fassi a dire: Cet auteur s’écartant entierement d’Euripide, n’observe ni conduite, ni caractére.
Le parole della Regina per lo più sobrie e convenienti all’evento tragico ed al di lei carattere, malgrado di non pochi difetti, danno fine a questo componimento interessante. […] Su tale argomento Giovanni Tagur de Salas formò un poema epico tragico intitolandolo los Amantes de Teruel impresso in Valenza nel 1617, e poi Montalbàn ne compose il dramma di cui parliamo. […] Prescelgo in questo genere tragico, malgrado delle buffonerie, la Hija del aire, el Tetrarca de Jerusalen, la Niña de Gomes Arias. […] Osserviamo ancora che l’Italiano nello scioglimento produsse assai meglio l’effetto tragico di quello che fece lo spagnuolo colla morte di Marianna seguita all’oscuro per un equivoco mal congegnato. […] Ma il merito particolare del Calderòn non si appalesa nelle favole istoriche, ove per lo più volendo esser tragico, grande, sublime, diventa turgido, pedantesco, puerile.
S’industriò di adoperare, secondo la greca maniera, la varietà de’ metri, ed elevare al possibile lo sdrucciolo, pretendendo farlo passare per giambo tragico; ma questo sforzo inutile non fu tollerato dalle orecchie italiane. […] Ma che mai pareva ricavar da Calderón che se ne scostò tanto, spezialmente quando si gonfia e pensa di elevarsi al tragico? […] Un Ingegno grande che voglia riuscir nella prima, si vale di un’azione importante, ma semplice, per lasciar campo al dialogo, in cui spicca l’entusiasmo tragico.
Non sono le lagrime che rendono difettose le favole di Sedaine, Mercier e tanti altri; ma il tuono tragico, i delitti grandi, i patiboli. […] Ecco come egli ne ragiona con conoscimento nel dialogo sopra la tragedia antica e moderna nella sessione VI: Osservo ne’ Francesi piuttosto un poeta il quale recita le sue poesie, che un attore che esagera le sue passioni, mentre non solamente essi alzano in armonioso tuono le voci ne’ grandi affari, ma ne’ bei passi, e nell’enfasi de’ gran sentimenti; di modo che par che non solo essi vogliano rilevare la verità dell’affetto naturalmente imitato, ma anche l’artificio e l’ingegno dello scrittore tragico. […] Nella mia dimora in Parigi l’anno 1800 e ne’ primi due mesi del 1801 fioriva nella declamazione l’ attuale attore tragico Talma, e dalla buona scuola di Du Gazon usciva La-Fond, che cominciò a farsi pregiare rappresentando nella Semiramide la parte d’Arsace, e nella Zaira quella d’Orosmane.
Il '47 è collo stesso Domeniconi, al fianco della Ristori, già forte promessa nel Paolo della Francesca da Rimini, nel Romeo di Giulietta e Romeo, nel Carlo del Filippo, nell’Egisto della Merope ; il '48 a Roma è consacrato attore tragico, suscitando nel pubblico l’entusiasmo coll’Oreste di Alfieri.
Sul principio i poeti e i direttori cercarono d’accomodar in qualche riiodo i suddetti intermedi alla natura del dramma, e frapposero quelli di genere boschereccio alle pastorali in musica, i seri al melodramma tragico, e i comici all’opera buffa. […] personaggi fantastici, numi ed eroi mischiati tra buffoni, un miscuglio di tragico e di comico, che non aveva né la vivacità di questo né il sublime di quello, ne facevano allora il più cospicuo ornamento del dramma.
Non meno licenziosa e sfacciata é l’altra intitolata le Oratrici o l’Assemblea donnesca, il cui stile é più sollevato che in ogni altra, e si avvicina al tragico. […] Il poeta tragico Girolamo che col suo sentimento avea fatto determinare i giudici dei drammi a permettere, come cosa lecita e onesti, la rappresentazione delle Nuvole di Aristofane, viene pure per la sua troppo strana e lugubre fantasia dileggiato in un coro degli Acarnanii.
Non sono le lagrime che rendono difettose le favole di Sedaine, Mercier, Falbaire e tanti altri, ma il tuono tragico, i gran delitti, i patiboli. […] Ecco come egli ne ragiona con conoscimento nel Dialogo sopra la tragedia antica e moderna nella sessione VI: Osservo ne’ Francesi piuttosto un poeta il quale recita le sue poesie che un attore che esagera le sue passioni, mentre non solamente essi alzano in armonioso tuono le voci ne’ grandi affari, ma ne’ bei passi e nell’enfasi de’ gran sentimenti; di modo che par che non solo essi vogliano rilevare la verità dell’affetto naturalmente imitato, ma anche l’artificio e l’ingegno del tragico.