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23. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 732-736

Bartoli, là dove dice che Atanasio Zannoni per rendersi particolare nell’eseguire la parte di questo personaggio, ha voluto allontanarsi dall’adottato suo trivial costume, e l’ha reso un uomo illuminato e spiritoso ; che parla con eleganza, che raziocinia con buon criterio, che ha qualche cognizione delle scienze, e ch' è naturalmente per sè stesso un poco filosofo. […] E va avanti di questo stile per una buona pagina ancora, in cui, dopo avere accennato alla sua probità, alla sua amorevolezza, alla sua carità e alla sua religione, parla della sua erudizione nella storia antica e moderna, e delle sue attitudini allo scrivere in verso.

24. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 584-585

Il Capelli vive oggidì a Bologna, passando le notti al Caffè del Corso tacito, isolato, guardando i cerchi di fumo che s’alzano dal suo sigaro, e nè men forse ascoltando chi parla intorno a lui.

25. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 88-136

parla; già io non passo più oltre. […] Parla; ti prometto ogni attenzione. […] Ella parla con Polonio, il quale e vedendo venire Amlet si ritira per ascoltare non veduto. […] Parla. […] Dopo simili osservazioni si avvicina a’ becchini e parla con essi lungamente.

26. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 218-219

Itene ; in biasmo vostro il Mondo parla ; ma di lei, e de'suoi costumi egregi lode risuona, e ognun brama onorarla.

27. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Iphigénie en Aulide. Opera — Acte IV »

Mais vous qui menacez ici, oubliez-vous à qui vous parlez ? […] Parlez, je ne puis rien vous refuser.

28. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 300

Pasquali) così ne parla : Prima Donna Andriana Bastona Veneziana, detta la Bastona Vecchia, per distinguerla da Marta Foccheri sua figliuola, detta essa pur la Bastona.

29. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. -306

Quando sciogli agli accenti il lusinghiero labbro, s’asconde l’Arte, e sol Natura parla, ed in forse stiam, se fingi il vero.

30. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 734-735

Nel citato libro su La Compagnia Reale Sarda e il Teatro italiano dal 1821 al 1855 (Milano, 1893), così parla il Costetti della egregia artista, dopo di avere accennato al ritirarsi dalle scene della Romagnoli : Le succede Daria Cutini-Mancini, giovane, avvenente e bellissima attrice, ben degna insomma di succedere nella Reale a quella celebrità del grembiule.

31. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO V. Rappresentazioni chiamate Regie: Attori Accademici: Commedianti pubblici. » pp. 345-356

Le Accademie letterarie de’ Rozzi e degli Intronati che tornarono a fiorire nel XVII secolo, quella brigata di nobili attori che rappresentava in Napoli le commedie a soggetto del Porta, gli Squinternati di Palermo, di cui parla il Perrucci ed il Mongitore, i nobili napoletani Muscettola, Dentice, Mariconda che pure recitarono eccellentemente, facevano cadere in dispregio la maniera per lo più plebea caricata declamatoria de’ pubblici commedianti, Il celebre cavalier Bernini nato in Napoli, e che fiorì in Roma dove morì nel 1680, rappresentava egregiamente diversi comici caratteria Il famoso pittore e poeta Satirico napoletano Salvador Rosa morto in Roma nel 1673 empì quella città non meno che Firenze di meraviglia per la copiosa eloquenza estemporanea, per la grazia, per la copia e novità de’ sali, e per la naturalezza onde si fece ammirare nel carattere di Formica personaggio raggiratore come il Coviello ed il Brighella, ed in quello di Pascariello, La di lui casa in Firenze divenne un’ accademia letteraria sotto il titolo de’ Pencossi, ove intervenivano l’insigne Vangelista Torricelli, il celebre Carlo Dati, l’erudito Giambatista Ricciardi, i dotti Berni e Chimentelli ecc.  […] Di lui parla Andrea Perrucci nella sua Arte rappresentativa.

32. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 534-535

Egli è probabilmente quello stesso Lucio Fedele, di cui parla il Quadrio, e che cominciò a fiorire verso il 1560. « Il Ghilini nel suo Teatro – dice esso Quadrio – per occasione di Giulio Cesare Capaccio, fa menzione di costui, come di eccellentissimo comico, e il migliore assolutamente de’ tempi suoi.

33. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 562-563

Al proposito di quest’ultimi, Luigi Capuana, nel suo Teatro italiano contemporaneo (Palermo, Lauriel, 1872) così parla di lei : La signorina Campi si è mostrata inarrivabile nella bellissima parte d’Emma.

34. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 148-185

Nell’atto I leggesi in margine Rex Borsius loquitur ; ed in fatti seco stesso egli parla a lungo delle prodezze del Piccinino; indi sopragiunge un sacerdote che narra varii funesti prodigii, e dopo aver molto l’uno e l’altro cianciato termina l’atto con un coro. […] Parla del Verardo e del suo Fernandus servatus Apostolo Zeno nelle Dissertazione Vossiane; ma non pare che avesse conosciuto la prima edizione in quarto fatta de i di lui drammi in Roma per Magistrum Eucharium Silber, alias Franck nel 1493 a’ 7 di maggioa Vi si trova impresso il Fernandus servatus, la Historia Betica, e una ballata in fine colle note musicali. […] In Milano il duca Ludovico Sforza fe aprire in questo secolo un magnifico teatro, di cui si parla in un epigramma di Lancino Cortia In Firenze il celebre traduttore di Tito Livio, Giacomo Nardi, secondo il Fontanini, al più tardi produsse nel 1494 la sua commedia composta in vario metro intitolata l’Amicizia. […] Nel Diario di Jacopo Volterrano pubblicato dal Muratoria si parla di un dramma intorno alla vita di Costantino rappresentato a’ cardinali nel carnovale del 1484, nel quale sostenne il personaggio di Costantino un Genovese che da quel tempo sino alla morte fu sempre chiamato l’Imperadore. […] Il padre Bianchi nulla seppe di queste due edizioni, delle quali si parla nel l’Eloq.

35. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO IV. La drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 47-73

Nell’atto I leggesi nel margine Rex Borsius loquitur; ed in fatti egli seco stesso parla a lungo delle prodezze del Piccinino; indi sopraggiugne un sacerdote che narra varii funesti prodigi, e dopo aver molto l’uno e l’altro cianciato termina l’ atto con un coro. […] Parla del Verardi e del suo Fernandus servatus Apostolo Zeno nelle Dissertazioni Vossiane; ma non pare che avesse conosciuto la prima edizione in quarto fatta de’ di lui drammi in Roma per Magistrum Eucharium Silber, alias Franck nel 1493 a’ 7 di maggio50. […] In Milano il duca Ludovico Sforza fe aprire in questo secolo un magnifico teatro, di cui si parla in un epigramma di Lancino Corti61. […] Nel Diario di Jacopo Volterrano pubblicato dal Muratori62 si parla di un dramma intorno alla vita di Costantino rappresentato a’ cardinali nel carnovale del 1484, nel quale sostenne il personaggio di Costantino un Genovese nato e cresciuto in Costantinopoli, che da quel tempo sino alla morte fu chiamato sempre l’imperadore. […] Bianchi nulla seppe di queste due edizioni, delle quali si parla nell’Eloq.

36. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO III. LIBRO III » pp. 50-54

Si parla eziandio di alcune pastorali de’ Provenzali, che altro pure non furono se non che piccioli dialoghi, ne’ quali confabulava il poeta e qualche pastorella.

37. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 84-85

Dei primi anni di questa egregia artista, nata a Firenze al principio del 1871, e andata il '77 e '78 a sostener colla Ristori a Parigi e in Ispagna le parti di uno dei bimbi nella Medea e del Delfino nella Maria Antonietta, una delle più intellettuali tra le giovani prime donne del nostro teatro di prosa, così parla Gacc nel Resto del Carlino del 29 novembre 1897 : Scioltasi la Compagnia Ristori, le sventare domestiche cominciarono a sperimentare la tempra del cuore della piccola attrice, educandola alla scuola del dolore.

38. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 94-95

Uno, che nel Foro Romana parla da Dottore, l’altro che urla, senza poter mai piegare quella voce da bufalo, formano una coppia galante da far ridere anche quando si ammazzano.

39. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 566-567

Degl’ inviti al pubblico per la beneficiata si parla ai nomi di Anzampamber e di Ricci.

40. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « A CHI AMA LA POESIA RAPPRESENTATIVA. » pp. -

La morale è la maestra de’ costumi, e la poesia drammatica è la stessa morale posta in azione: quella si trasmette per l’udito, questa si presenta alla vista: quella fa supporre un rigido precettore che gravemente ammonisce, questa affabile e popolare in aria gaja e gioconda non mostra all’uomo che l’uomo stesso: quella parla nudamente all’ intendimento, questa l’intendimento stesso illustra commovendo gentilmente il cuore: quella è un farmaco salutevole ma amaro, questa una bevanda vitale insieme e grata al palato. […] Je ne parle point ici (aggiugnesi) du peu d’application & d’usage qu’on peut faire de plusieurs de ces vérités . . . . . je parle de ces vérités considerées en elles mêmes.

41. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 203-211

Probabilmente essa fu figlia dell’arte, e nacque a Venezia, ove sua madre, incinta, era a recitare : questo il parere del D’Ancona, il quale cita al proposito i vari comici D’Armano, dei quali si parla più oltre. […] Nel 1567 a Mantova recitavan due compagnie, una colla Flaminia e l’altra colla Vincenza ; chi lodava questa, chi quella : c’era gran fermento nel pubblico, e il Rogna, citato dal D’Ancona, in una lettera del 6 luglio ne parla assai chiaramente, descrivendo con particolari interessantissimi l’allestimento scenico delle due compagnie. […] La Flaminia poi, oltre l’havere apparato benissimo quel luogo de corami dorati, et haver trovati abiti bellissimi da nimpha, et fatto venire a Mantova quelle selve, monti, prati, fiumi et fonti d’Arcadia, per intermedi della Favola introdusse Satiri, et poi certi maghi, et fece alcune moresche, a tal che hora altro non si fa nè d’altro si parla, che di costoro.

42. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 444-445

Avec les meilleurs sujets qui pouvoient venir d’Italie, avec des comédiens qui excellent à peindre les passions, qui sont sur-le-champ des scènes remplies de traits vifs et délicats, qui parlent avec autant d’élégance que de facilité, en un mot qui savent entrer si parfaitement dans les caractères qu’ils représentent et si bien se consulter qu’ils attachent jusqu’aux personnes qui ne les entendent point.

43. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XIII. » pp. 182-206

Quì si parla di spettacoli dell’occhio, e non del piacere che danno i versi all’udito: si parla delle corse, che si facevano nel Circo a piedi, e a cavallo: si parla dello spettacolo trionfale (che pur nel Circo solea condursi1), de’ Re prigionieri incatenati, che seguivano il Carro di colui che trionfava, delle ricchezze de’ paesi soggiogati, e delle Navi, e delle Città dipinte che accrescevano quella pompa. Si parla appresso dal medesimo Orazio delle fiere rare o mostruose, che i Capitani soleano mostrare al Popolo per dilettarlo ne’ loro Trionfi, e nomina il Camelo pardale, e l’Elefante bianco. […] Si parla di virtù in Teatro: i di lei dettati si accolgono dall’Uditorio con applauso universale; sono però tutti virtuosi gli ascoltatori?

44. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 533-536

Parla perf.

45. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 642-645

Eseguì l’agosto del 1760 con una verità maravigliosa, la parte della Statua nel Pigmalione di Billioni ; e Favart, giudice competente in materia, così parla di siffatta creazione : Nulla uguaglia la finezza dell’arte sua pantomimica, specie quando la statua si va gradualmente animando.

46. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO IX. Pregiudizj dell’Autore della Storia de’ Teatri, rilevati dall’Apologista. » pp. 95-111

Vengo a dire il perchè nella prima edizione sì mi condussi: bene inteso, che se allora parlai poco dello Spagnuolo, meno assai parlai dell’Italiano, se si attenda alla lunghezza del tempo, in cui l’Italia ha coltivata la Drammatica. […] Per vedere intanto il Signor Lampillas di ragguagliare i conti in qualche maniera, scappa fuori con una Dedicatoria del Varchi, in cui si parla con disprezzo delle Commedie Italiane.

47. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO II. Pastorali Italiane del XVII secolo. » pp. 274-291

Telaira stessa parla con Gelopea nell’atto V, e si scioglie l’equivoco, conoscendo gli amanti che l’uno non era andato al fenile di Alfeo se non in traccia dell’altro. […] Scrivendo egli a Persio Caracci poi vescovo di Larino a’ 25 di marzo 1627, la chiama la mia povera Procri, e così ne parla a’ 15 di aprile a monsignor Ciampoli.

48. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO II. Pastorali Italiane. » pp. 131-143

Telaira stessa parla con Gelopea nell’atto V, e si scioglie l’ equivoco, conoscendo gli amanti che l’uno non era andato al fenile d’Alfeo che in traccia solamente dell’altro. […] Così ne parla a’ 15 di aprile a monsignor Ciampoli.

49. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Bologna, 23 dicembre 1639. » pp. 5-7

Il Loret non parla che di Béatrix, e la lettera del Cardinal legato non nomina che la Beatrice.

50. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 301-303

E di questa sostituzione così parla il Goldoni nella prefazione al Tomo XIV delle sue opere (Ediz.

51. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 616-618

Il 3 dicembre 1812 creò in Verona la parte di Mistriss Herfort nell’Atrabiliare del Nota, facendosi molto applaudire ; e il Giornale del Dipartimento del Reno di Bologna del 14 aprile così parla di lei : ….

52. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO X. Ultima Epoca della Tragedia Greca. » pp. 208-215

Giulio Polluce parla della favola Endimione, ma non si sa a quale di questi due ultimi Euripidi appartenga.

53. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 554-557

r Esmenard a midy - ; Nous avons parlé de vous.

54. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 954-957

Di lui parla con lode il Padre Ottonelli (op. cit.

55. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 216-226

Il corrispondente triestino del Mondo illustrato scriveva il 23 gennaio 1847 : « si parla più dell’attrice Arrivabene, come speranza delle scene italiane, che di musici e cantanti. […] E ier sentii nella profonda notte Del mio pensiero un tremito di vita, Una fiera allegrezza ; e con la muta Ala del desiderio io ti deposi Lagrimando sull’omero la fronte E ti parlai così : Misterïoso È veramente de’mortali il Fato.

56. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo II. La Poesia Drammatica a imitazione degli antichi rinasce in Italia nel Secolo XIV. » pp. 188-193

I pag. 173 ec.) ha pubblicate tredici lettere latine scritte verso la fine di questo secolo, in una di esse parla di una sua tragedia, che avea scritta sopra la caduta di Antonio dalla scala, quando gli fu tolto il dominio di Verona, e ne reca egli medesimo alcuni versi che non ci fanno desiderar molto di vederne il rimanente.

57. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO PRIMO. Antichità Etrusche fondamento delle Romane. » pp. 2-8

V. la citata Descrizione dell’Italia dell’ Alberti dove parla dell’Etruria.

58. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 678-680

Tutti non pensano che chi parla all’ improvviso non dice sempre le stesse cose, e molti non badavano che il suo discorso era sempre il medesimo ; e gli credevano.

59. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »

S’avvicina, piange, le parla colla eloquenza propria d’un’anima che conosce tutta la sua umiliazione, e che vorrebbe pur patteggiare fra la religione e l’amore. […] Allorché l’uomo parla, il suo discorso si distingue precisamente per la maggior lentezza o rapidità nel profferir le parole o le sillabe, pel grado di acutezza o di gravità che vi si mette, e per la forza o remissione colla quale si notano le inflessioni. […] E se di questo solo piacere si parla, e di questo si contentano, e per questo solo vanno al teatro, appigliai eglino pure alle decisioni del volgo, che io non m’oppongo. […] Ciò è vero se si parla dell’armonia, falsissimo estendendolo alla melodia. […] E intorno alle commedie Elio Donato, grammatico, ne parla in guisa che non si può ragionevolmente dubitare.

60. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. IV. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo XVI quando fiorirono gli scrittori producendo le Commedie dette Erudite. » pp. 136-255

E quì si avverta che si parla appunto de’ Rettori di Ferrara, dove si rappresentava la commedia in presenza del principe e forse di que’ medesimi Rettori. […] Cintio teme che il Negromante colla sua scienza possa scoprire il proprio secreto, e con Fazio, e col servo Temolo parla della fama delle di lui opere prodigiose. […] Col viso tutto alzato al cielo si sputa in su, poi con tutta la persona si dà una scossa, poi si apre gli occhi, si parla, e si muove i membri: allor la morte si va con Dio, e l’uomo ritorna vivo. […] Giovanni Imperiali nel Museo Istorico parla delle due prime con molta lode, e cita, Trajano Boccalini, da cui il Piccolomini stimavasi pel principe de poeti comici Italiani. […] Di una commedia composta dal Guarcello fa menzione Muzio Manfredi nelle citate Lettere scritte da Lorena; di un’ altra intitolata gl’Inganni di Curzio Gonzaga celebre nell’armi e nelle lettere, parla il Quadrio.

61. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO II. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo. » pp. 175-262

E quì si avverta che si parla appunto dei rettori di Ferrara, dove si rappresentava la commedia in presenza del principe e forse di que’ medesimi rettori. […] Il nostro insigne poeta così ne parla: . . . . […] Cintio teme che il Negromante colla sua scienza possa scoprire il proprio secreto, e con Fazio e col servo Temolo parla della fama delle di lui opere prodigiose. […] Col viso tutto alzato al cielo si sputa in su, poi con tutta la persona si dà una scossa, poi si apre gli occhi, si parla, e si muove i membri: allor la morte si va con Dio, e l’ uomo ritorna vivo. […] Giovanni Imperiali nel Museo Istorico parla delle due prime con molta lode, e cita Trajano Boccalini, da cui stimavasi il Piccolomini come principe de’ poeti comici Italiani.

62. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo IV. Risorge in Italia nel Secolo XVI la tragedia Greca e la Commedia Nuova, e s’inventa il Dramma Musicale. » pp. 210-241

Quando si parla delle cose letterarie per tradizione, e si vanno afferrando per aria le notizie, come fan de’ grilli e delle mosche i ragazzi, s’inciampa e si cade in assurdi grossolani. […] Ammirisi l’eleganza dello stile e la patetica delicatezza che si scorge in tutte l’espressoni d’Alvida: …………… A lui sovente Prendo la destra, e m’avvicino al fianco; Ei trema, e tinge di pallore il volto, Che sembra (onde mi turba e mi sgomenta) Pallidezza di morte e non d’amore; O in altra parte il volge, o ’l china a terra Turbato e fosco; e se talor mi parla, Parla in voci tremanti, e co’ sospiri Le parole interrompe. […] A me pare che ciò addivenuto sia, perché «chi poco considera (secondo che dice il proverbio), presto parla e presto scrive», e perché i francesi facendo sempre da suffisants (voce caratteristica che manca alla nostra lingua) hanno, come glielo va rimproverando con somma ragione il presidente di Montesquieu nelle Lettere Persiane, «la fureur d’écrire avant que de penser, et de juger avant que de connaitre», per servirmi delle parole di M. d’Alembert. «C'est à la mode à Paris (afferma un’altro scrittor francese) de parler, juger et décider de tout avec une confiance intrépide».

63. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 66-74

L’Espugnazione di Mileto, di cui parla Eliano stessoa, appartiene a un altro Frinico figliuolo di Melanta, il quale per tal tragedia fu punito dagli Ateniesi con una multa di mille dramme.

64. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XIII. Commedia Mezzana. » pp. 141-150

Nell’originale si parla dell’acida pozione abyrtaca accennata da Alesside, che si componeva di porro nasturzo ed acini di melogranato.

65. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO V. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 262-269

V. il tomo I della Gazzetta letteraria dell’Europa, dove si parla delle Lettere di Miledy Maria Worthley.

66. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 175-178

, 126, nota), si parla di un Flaminio Napoleone o Nobilione, che nel 1648 era a Roma coll’ambasciatore di Francia e aveva intelligenze coi ribelli napoletani.

67. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO III. Commedie del secolo XVII. » pp. 292-313

Egli sulle orme degl’Intronati e de’ Rozzi e di altri che introdussero qualche personaggio che parla veneziano, bolognese, spagnuolo, napoletano, frammischiò ancora qualcheduno che si vale del dialetto napoletano, ma coll’atticismo patrio e con ogni lepore cittadinesco come nato in Napoli e versato nelle grazie della propria favella. […] Intanto non posso dispensarmi dall’osservare che il chiarissimo abate esgesuita Giovanni Andres asserisce con una franchezza che fa meraviglia, che il Teatro Italiano regolare da principio ma languido e freddo (di che vedasi ciò che si è detto nel precedente volume della nostra Storia) sbandi poi nel passato secolo e nel principio del presente (parla del decimottavo) ogni legame di regolarità, e lasciate le tragedie e le castigate commedie altro non presentava che pasticci drammatici, come dice il Maffei .

68. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 420-431

… Ma pare che il Righetti gli scrivesse al proposito di tali minaccie una lettera di buon inchiostro, perchè Rossi, il 12 ottobre '51, da Mantova, venuto a più miti consigli, gli dichiara che la loro amicizia non deve venir meno per sì piccola bazzecola, e, naturalmente, non si parla mai più di scioglimento. […] Jamais le rôle que je rêve, Dans l’espace où l’on marche et parle, ne s’achève, Et l’espace où l’on rêve est si près du néant !

69. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO IV. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 47-55

Si vegga ciò che se ne dice nel tomo I della Gazzetta letteraria dell’Europa, dove si parla delle Lettere di Miledy Maria Worthley.

70. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO IV. Stato presente degli spettacoli teatrali. » pp. 293-299

Cedono ad una lugubre prosa soporifera; ond’è che Voltaire scriveva all’imperadore della China, che oggi in Francia Le tragique étonné de sa metamorphose, Fatigué de rimer, ne va parler qu’en prose.

71. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 456-459

Zatta), in cui Traccagnino vien travestito nella scena V dell’atto III da Capitan Coviello, e parla napolitano.

72. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO II. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 80-124

Si parla eziandio di alcune pastorali de’ Provenzali che erano piccioli dialoghi ne’ quali confabulava il poeta e qualche pastorella. […] Egli ne parla come di un erudito in forza di ragionamento superiore assai al suo avversario Carlo Magno , sotto il cui nome uscirono i libri Carolini contro il culto delle immagini. […] Nella II al tit. 21 si parla in 25 leggi de’ duelli, e tra esse nella 13 e 14 s’insegna il modo di fare i cavalieri e gli scudieri, e nella 21, si dice, che gli antichi cavalieri combattevano a favor degli aggraviati. […] Vedi il libro IV delle Antichità Romane dove parla del Coliseo.

73. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 130-141

. – Mi fa da ridere quando parla dei Faigny e dei Doligny, e altri francesi : quei poveri infelici, dopo d’aver divertito il colto pubblico italiano, han dovuto far delle collette per tornare in Francia ; e qui si son mangiati gli abiti, i bijoux, le camicie, e fin le unghie. […] E Modena di rimando : « Risponderò a lei come fu già risposto da un uomo libero come me ad un grande tiranno – ma ad un tiranno da tragedia, non da commedia, a Napoleone I : È il nostro destino quando si parla di libertà – per me di arrossire, per voi di impallidire. » L'Assemblea andò sossopra – il pubblico batteva freneticamente le mani.

74. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO III. Se ne’ secoli XIV., e XV. gl’Italiani ebbero Poesie Sceniche. » pp. 14-19

Egli parla soltanto delle rozze e sacre rappresentazioni riprese dall’erudito Quadrio.

75. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo III. La Poesia Drammatica nel Secolo XV fa maggiori progressi in Italia. In Francia cominciano i Misteri. » pp. 194-209

II parla eziandio di una tragedia latina di Bernardino Campagna sulla passione di Cristo, da lui dedicata al pontefice Sisto IV. […] Poggio Fiorentino fu tra i ritrovatori di antiche opere celeberrimo, né ad alcun’altro in questo genere di gloria cedé Tommaso da Sarzana, che poscia sotto il nome di Niccolò V. montò sulla cattedra di San Pietro, oltre a molti altri, de’ quali parla colla sua solita dottrina ed esattezza il sopralodato storico della letteratura italiana.

76. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo VI. Spettacoli Scenici Spagnuoli nel medesimo Secolo XVI. » pp. 252-267

Paolo Giovio, minuto biografo di questo Pontefice, che tante particolarità ci riferisce degli Spettacoli da lui fatti rappresentar in Roma, non parla punto di commedie spagnuole ivi rappresentate. […] S’ignora affatto Si sa solo che vivea in tempo di Carlo V, e fece un opuscolo sopra la nascita di Filippo II. nel 1527, e che nel 1547 pubblicò una traduzione della storia di Paolo Giovio intitolandola capricciosamente Palinodia, e finalmente che nel 1551 fé imprimere il suo Giardino dell’Anima Cristiana, di cui parla l’epigramma apportato in margine.

77. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Pistoia, questo dì 21 di ottobre 1589. » pp. 405-415

E il Perrucci, che colla sua arte rappresentativa ha gettato veri sprazzi di luce in mezzo al bujo che avvolge le nostre scene ne’secoli xvi e xvii, dice : La parte del Dottore non ha da esser tanto grave, servendo per le seconde parti di Padre, ma per la vivacità dell’ingegno, per la soverchia loquela può darsele qualche licenza d’uscire dalla gravità ; ma non tanto che si abbassi al secondo Zanni, perchè allora sarebbe un vizio da non perdonarsele ; il suo linguaggio ha da esser perfetto Bolognese, ma in Napoli, Palermo ad altre città lontane da Bologna, non deve essere tanto strigato, perchè non se ne sentirebbe parola, onde bisogna moderarlo qualche poco, che s’accosti al Toscano, appunto come parla la nobiltà di quell’inclita Città, e non la Plebe, di cui appena si sente la favella : onde allora ch’ebbi la fortuna di esservi, al mio Compagno sembrava d’esser fra tanti Barbari, non intendendo punto quella lingua. […] Se al jè ch’ el parla, ch’ inanz ch’ el finissa de dir al se sintirà una tempesta de mintide zo per la gola, difficile impedire unum multos …… E conclude : Se, numerus ternarius ad quascunque controversias dirimendas maxime idoneus, ut qui principium medium et finem habet, segond Dionisi Alicarnaseo, notate observatio inaudita, e po stà zitt’.

78. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda Guerra Punica. » pp. 129-244

Non pertanto lo scrittore della vita di Terenzio a chiare note parla di Cecilio e non di altri. […] Su parla Get. […] Su parla È al porto. […] L’unico motivo che ebbe l’annotatore di censurarla, è che Fedria parla della medesima cosa accennata da Taide. […] Quì dunque o si parla di un altro Azzio, o di un altro Giulio Cesare.

79. (1878) Della declamazione [posth.]

Essi descrivono e quasi dipingono l’oggetto di cui si parla. […] Essi mostrano, anziché l’oggetto esterno o la cosa di che si parla, lo stato interno o la passione di chi ne parla. […] Da chi parla nello stile più semplice e familiare sino a chi parla nello stile più studiato e sublime ciascuno preferisce e pratica una maniera propria la più conveniente di pronunziare, ossia di usare convenientemente della voce e del gesto. […] E così varia pure chi parla in verso da chi in prosa. […] La natura non parla e si esprime in tutti egualmente; perlocché conviene osservare i più naturalmente sensibili ed eloquenti.

80. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO I. Teatro Tragico Italiano. » pp. 228-273

Parla indi Annibale della promessa fatta ad entrambe di condurle seco, aggiungendo: Ma l’attener sarà che dall’opposta Parte, per altre scale e per altr’uscio Io mi condurrò fuor di queste mura. […] Ei parla meco ognora E ride e scherza, e non mi guarda in viso? […] Può vedersi ancora la sobrietà e nobiltà dello stile del Caraccio affatto lontano da i difetti del secolo in cui visse, nella scena terza dell’atto III, in cui Corradino saputa la deliberazione di Carlo di farlo morire parla a Federigo.

81. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO PRIMO. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 2-31

In Costantinopoli l’ introdusse verso il X secolo il patriarca Teofilatto11: si celebrava in Francia in Dijon, in Autun, in Sens, in Viviers: in Inghilterra anche verso il 1530 trovavasi nella chiesa di Yorck un inventario, in cui si parla della mitra e dell’anello del vescovo de’ pazzi 12. […] Egli ne parla come di un erudito in forza di ragionamento superiore assai al suo avversario Carlo Magno, sotto il cui nome uscirono i libri Carolini contro il culto delle immagini. […] Nella II al tit. 21 si parla in 25 leggi de’ duelli, e tra esse nella 13 e 14 s’insegna il modo di fare i cavalieri e gli scudieri; e nella 21 si dice che gli antichi cavalieri combattevano a favor degli aggraviati.

82. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO V. Sulle due Sofonisbe Italiane, e su due Traduzioni dal Greco di Fernan Perez de Oliva. » pp. 26-42

In oltre il Varchi parla dell’Antigona di Luigi Alamanni, e dice che anzi che Tragedia debba dirsi traduzione dell’Antigona di Euripide. […] Con qual altra proprietà ed energia di passione, parla l’Elettra Greca in questo medesimo luogo!

83. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VII. Su i principali Requisiti per giudicar dritto de’ Componimenti Scenici, Mente rischiarata, e Cuore sensibile. » pp. 69-85

Scrisse egli buone Riflessioni sulla Poetica, benchè in esse in prima copiasse molte osservazioni Italiane, approfittandosi degli scritti del Tasso, del Riccoboni, del Castelvetro, e di Paolo Beni, che egli chiamava, Dottore in tutto, fuorchè nella corda che a lui dissonava, cioè quando parla della sua Nazione: di poi vi censurasse per lo più mal fondatamente gl’Italiani e gli Spagnuoli, chiamandoli ignoranti nelle regole Aristoteliche, malgrado di non pochi Italiani ch’egli pur cita e trascrive: e appresso vi attaccasse con armi fragili, non solo il Poema del Chiabrera e dell’Ariosto, ma quello del Tasso, e finalmente tratto tratto vi contradicesse e Aristotile, di cui pure affermava, che on s’égare dès qu’on ne le suit pas, e se medesimo ancora in più di una censura. […] Egli volle perciò regalare il Tasso dell’Humano capiti di Orazio, copiando Quintiliano, quando parla del vizio Oratorio detto da’ Greci κοινισμος, miscea di varj dialetti.

84. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO III. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 125-139

Giovanni Manzini della Motta, nato nella Lunigiana, scrisse verso la fine del secolo alcune lettere latine, ed in una parla di una sua tragedia sulle sventure di Antonio della Scala signore di Verona, e ne reca egli medesimo (dice il celebre Tiraboschi) alcuni versi che non ci fanno desiderar molto il rimanente.

85. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO III. Teatro Inglese. » pp. 143-156

Prima però verso il 1634 avea egli composta la famosa Maschera, intitolata Comus, produzione bizzarra che a guisa dell’opera dava luogo in un tempo al ballo ed al canto, di cui parla Paolo Rolli nella Vita di Milton, esponendone l’argomento, e commendandone la sublimità, di che non ci fa dubitare la vastità del suo ingegno.

86. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO II. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 32-40

Giovanni Manzini della Motta, nato nella Lunigiana, scrisse verso la fine del secolo alcune lettere latine, ed in una parla d’una sua tragedia sulle sventure di Antonio della Scala signore di Verona, e ne reca egli medesimo, dice il chiar.

87. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO VI. Teatro Inglese. » pp. 291-300

Prima però verso il 1634 avea egli composta la famosa Maschera intitolata Comus, produzione bizzarra, che a guisa dell’opera dava luogo in un tempo al ballo ed al canto, di cui parla Paolo Rolli nella Vita del Milton, esponendone l’argomento, e comendandone la sublimità, di che non ci fa dubitare il di lui ingegno.

88. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 724-729

Parla italiano, balbetta il francese, mastica l’inglese e non scortica alcuno ».

89. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quarto »

Potrei citare Filippo di Comines, che lo dice, potrei aggiugnere l’Abate du Bos, che di proposito lo pruova, autori entrambi di sommo grido e di sicura critica; ma essendo eglino stranieri, come son io, non debbono chimarsi in giudizio contro all’Italia, essendo tale la debolezza degli uomini, alla quale gl’Italiani al paro degli altri, e forse più degli altri partecipano, che chiunque di patria e di linguaggio è diverso si stima, qualora non parla a grado nostro, che debba esser acciecato dall’odio o dall’ignoranza. […] [23] Italiano è pure il Morigi, e interessato nelle lodi della sua patria, del quale però eccone le parole tratte dal suo libro assai noto della nobiltà milanese, ove parla di Galeazzo Sforza Duca di Milano, che vivea nel 1470. […] Ne parla alla distesa lo storico Tristano Calco 52 da cui ne verrò raccogliendo quelle circostanze soltanto che possano giovare all’istruzione non meno che al divertimento dei lettori. […] Il Signor Abbate si mostra informato di tutto ciò, parla dell’Edda alla pagina 88 del suo secondo tomo, entra di proposito a spiegate il meccanismo della versificazione settentrionale, ne adduce egli stesso degli esempi, ne cita i versi, e poi dimanda «dove trovarli»? […] E tali Accademici, alla testa dei quali si trovavano Enzo e Manfredi figliuoli dell’Imperatore, erano forse i cantambanchi, i mimi e gl’istrioni, di cui parla Gotifredo?

90. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO II. Tragedie Italiane del XVI secolo. » pp. 28-131

Dell’Edipo dell’Anguillara impresso e rappresentato in Padova nel 1556 parla in una lettera citata dal Tiraboschi Girolamo Negri, ma con disprezzo dando all’Anguillara il nome di poeta plebeo . […] E forse non se ne trovano le immagini nelle favolose storie di Turpino, e nel romanzo della Tavola Rotonda del re Artù, di cui parla il Camden in Britannia, e in altri simili, i quali (al dire dell’erudito benchè infelice verseggiatore Chapelain) sono storie che rappresentano i costumi Europei di que’ tempi ? […] Notisi con qual tragica gravità ella esprima la delicatezza e sensibilità che avviva tutti i di lei concetti: Madre, io pur vel dirò, benchè vergogna Affreni la mia lingua e risospinga Le mie parole indietro: a lui sovente Prendo la destra, e m’avvicino al fianco, Ei trema, e tinge di pallore il volto, Che sembra (onde mi turba e mi sgomenta) Pallidezza di morte e non di amore, O in altra parte il volge, o il china a terra Turbato e fosco; e se talor mi parla, Parla in voci tremanti, e co’ sospiri Le parole interrompe. […] L’argomento (aggiugne) ha molta rassomiglianza col dramma del suo compatriotto Shakespeare Giulietta e Romeo, e non si allontana dalla novella di Giulietta di Luigi da Porto (di cui parla il Crescimbeni) stampata in Venezia nel 1535. […] E chi si perderebbe a confutare un superficiale scarabocchiatore di carta che parla de’ Greci e de’ Latini come un assonnato, e che del Teatro Italiano altre notizie confessò di non avere se non quelle mal digerite acquistate col grande studio del Mercurio di Francia, in cui s’immerse verso il 1735.

91. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda guerræ Punica. » pp. 91-171

Cicerone l’esalta molte volte, e solo nel primo delle Leggi parla con disprezzo di un poeta nominato Accio, e forse quì intende di qualche altro. […] Non pertanto lo scrittore della Vita di Terenzio a chiare note parla di Cecilio e non di altri. […] Su parla. […] L’unico motivo che ebbe l’annotatore di censurarla, è che Fedria parla della medesima cosa accennata con Taide. […] Dunque qui si parla o di un altro Accio o di un altro Giulio Cesare.

92. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO VI. La Drammatica oltre le Alpi nel XV secolo non oltrepassa le Farse e i Misteri. » pp. 186-200

Don Tommaso Tamayo citato dallo stesso Antonio ne vide però manoscritte col canzoniere altre cose anche in versi ai re cattolici, fra’ quali potè trovarsi il componimento mentovato dal Nasarre, ma da niuno, eccetto che dal Lampillas, si parla di diversi componimenti drammatici composti dall’Encina .

93. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica oltre le alpi nel XV secolo non eccede le Farse e i Misteri. » pp. 74-84

Don Tommaso Tamayo citato dallo stesso Antonio ne vide però manoscritte col canzoniere altre cose anche in versi ai re cattolici, fra’ quali potè trovarsi il componimento mentovato dal Nasarre, ma da niuno, eccetto che dal Lampillas, si parla di diversi componimenti drammatici composti dall’Encina.

94. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VIII. Teatro Lirico: Opera Comica: Teatri materiali. » pp. 177-187

Dès que la Musique eut appris à peindre & à parler, les charmes du sentiment firent ils bientôt négliger ceux de la baguette; le théâtre fut purgé du jargon de la mythologie; l’intérêt fut substitué au merveilleux; les machines des poëtes & des charpentiers furent detruites, & le dramme lyrique pris une forme plus noble & moins gigantesque . . .

95. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 506-512

Dell’ arte sua, negli ultimi anni, e del suo secondo matrimonio con un figliuolo del capocomico Giuseppe Lapy, suonator di violino, così parla il velenoso autore del Teatro, Antonio Piazza (Tom. 

96. (1732) Paragone della poesia tragica d’Italia con quella di Francia

Intorno all’ufficio hammi offeso assai nelle tragedie di Cornelio la temerità con cui parla Placido alla moglie paterna, Dircea a Giocasta sua madre e a Edippo suo padre. […] Egli nel novello suo Edippo appar tale che appena si potrebbon dire d’Ercole stesso, di cui fu soldato, i vanti che il poeta gli mette in bocca, rubando a Seneca i sentimenti con cui Alcmena parla del proprio figliuolo. […] Nel quale si vede una acutezza poco degna di quel poeta, ma riesce essa molto meno scusabile dove parla persona grave, che dove egli poeticamente si lagna. […] E poi siegue: Et nos sceptres en proie à ses moindres dédains, Des qu’il aurait parlé, tomberaient de nos mains. […] Un simil saggio si legge in altra scena, ove parla Atreo alla pietà: Lâche, et vaine pitié que ton murmure cesse: Dans les cœurs outragés tu n’es qu’une faiblesse.

97. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quinto »

[11] Nè contento di questo il Galilei tanto vi si affaticò coll’ingegno, che trovò nuova maniera di cantar melodìe ad una voce sola, poiché sebbene avanti a lui scusasse di farle coll’accompagnamento degli strumenti, esse altro non erano che volgari cantilene intuonate da gente idiota senz’arte o grazia: nel qual modo pose sotto le note quello squarcio sublime e patetico di Dante, ove parla del Conte Ugolino, che incomincia «La bocca sollevò dal fiero pasto», e in seguito le lamentazioni di Geremia, che grande applauso trovarono allora presso agl’intendenti. […] [14] Avvegnaché l’Italia sortisse allora del secolo più glorioso della sua letteratura, e che tanti scrittori bravissimi avessero di già arricchita, e fissatta la più dolce e la più bella delle lingue europee, nullameno per le differenze che corrono fra l’armonia musicale e la poetica, delle quali parlai nel capitolo secondo, la poesia non avea per anco aperti alla musica fonti copiosi d’espressione. […] Si parla in castigliano, in bolognese, in italiano, e persino in ebraico: lascio pensare qual armonico guazzabuglio risultar ne debba da tutto ciò.

98. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 889-912

Ce qui fit dire un jour à un grand Prince qui le voyoit jouer à Rome, Scaramucchia non parla, e dice gran cose : Scaramouche ne parle point, & il dit les plus belles choses du monde. […] Que ceux donc qui ont parlé si indignement de lui, & qui se sont servi de son nom, pour donner du débit à une infinité de fades quolibets & de mauvaises plaisanteries, rougissent, & viennent, la torche au poing, faire réparation aux mânes d’un si grand homme, s’ils veulent éviter le châtiment que leurs impostures méritent, & devant Dieu & devant les hommes.

99. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO I. Teatro Spagnuolo. » pp. 4-134

Essex viene a veder Bianca, la quale piena della mal riuscita impresa ne parla coll’amante con tutto l’impeto di una cieca vendetta, e con tutta l’efficacia dell’amore tenta di tirarlo al suo partito. […] Ecco come a lui parla Dorotea. […] Lo stile di Moreto generalmente è moderato e proprio del genere comico, eccetto quando parla l’innamorato, perchè allora egli si perde nel lirico e nello stravagante al pari degli altri. […] Don Tello parla con poco rispetto del re che crede assente, ed il finto Aguilera alzandosi ne lo riprende con bizzarria; ma don Tello quasi sdegnandosi di corrucciarsi con una persona tanto, al suo credere, a lui inferiore per nobiltà e per valore, gli dice con tranquilla superiorità, Sientese el buen Aguilera. […] Zamora spogliò la mostruosa favola del frate di molte inverisimiglianze; colorì assai meglio il carattere del libertino; circoscrisse l’azione all’ammazzamento del comendatore, rammentando per racconto i trascorsi del Tenorio in Napoli, e ritenne solo il prodigio della statua convitata che parla e camina e convita ed uccide Don Giovanni.

100. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO IV. Teatro Spagnuolo. » pp. 196-285

Essex viene a veder Bianca, la quale piena della mal riuscita impresa ne parla all’amante con tutto l’impeto di una cieca vendetta, e con tutta l’efficacia dell’amore tenta di tirarlo al suo partito. […] Il dramma originale del frate ha trionfato per più di cento anni su tanti teatri, e si riproduce da’ ballerini pantomimi, ad onta del re di Napoli che esce col candeliere alla mano a i gridi d’ Isabella vituperata e ingannata da uno sconosciuto, di tante amorose avventure di Don Giovanni, de i di lui duelli, della statua che parla e camina, che va a cena, che invita Don Giovanni a cenare, che gli stringe la mano e l’uccide. […] Ecco come a lui parla Dorotea: Mostro, barbaro, ingrato, ove trascorri? […] Lo stile di Moreto generalmente è moderato e proprio del genere comico, eccetto quando parla l’innamorato, perchè allora egli si perde nel lirico e nello stravagante al pari degli altri. […] Zamora spogliò la mostruosa favola del frate di molte inverisimiglianze, colorì assai meglio il carattere del libertino, circoscrisse l’azione all’ammazzamento del comendatore, rammentando per racconto i trascorsi del Tenorio in Napoli, e ritenne solo il prodigio della statua convitata che parla e camina e convita indi uccide Don Giovanni.

101. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Dato al castello di Versailles l’ 8 aprile. » pp. 364-378

La lettera diciottesima, per esempio, nella quale Carlino descrive al papa il suo debutto, e la ventesima, in cui parla della sua celebrità, e dell’esser diventato di moda, tanto che le belle signore davano il nome di Carlino a’ piccoli cani che tenevan sotto ’l braccio, o in tasca, sono veramente belle. […] Rosaura s’imbatte in Fileno, che le parla ancora.

102. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 2 pp. 2-245

Vi si parla in prosa ed in versi in ogni stile da’medesimi personaggi. […] Contansi tra gli attori un Indovino, un Gran Sacerdote, uno Stallone e Chesballèno cavallo che parla co’ nitriti. […] Valeva ciò la pena di moltiplicare i personaggi con un Osmida inutile che parla in una sola scena ? […] Ricimero ne parla ad Elvira che lo discaccia co’ soliti rimproveri. […] Ma i Fiorentini usano forse tale idiotismo quando si parla di più persone ?

103. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VIII. Degl’Inventori del Dramma Pastorale. » pp. 86-94

Se voi ad ognuno presterete i vostri vetri colorati, di cui parla Plutarco, ognuno vedrà quello che a voi sembra di vedere; altrimenti ognuno vedrà, ognuno palperà, leggerà, declamerà l’Orfeo, l’Egle, il Cefalo, e non vedrà mica una voce apologetica impalpabile, invisibile, come l’ecco.

104. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO VII. Copia di Teatri per l’Impero: magnificenza e profusione eccessiva negli spettacoli sceneci. » pp. 38-55

Vedi la Descrizione dell’Italia di Leandro Alberti, dove parla del ducato di Spoleto.

105. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO II. Tragedia Cittadina, e Commedia Lagrimante. » pp. 112-127

Piniere, autore dalla satira intitolata le Siècle, non ne parla diversamente, e si scaglia in ispecie contro la Prude, Ophis e Pinto, mostruosità, aggiugne, che fanno la vergogna del teatro francese.

106. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO PRIMO. Risorge in Italia nel secolo XVI la tragedia Greca, ed il teatro materiale degli antichi. » pp. 86-174

Dell’Edipo dell’Anguillara impresso e rappresentato in Padova nel 1556 parla in una lettera citata dal Tiraboschi Girolamo Negri, ma con disprezzo dando all’Anguillara il nome di poeta plebeo. […] E forse non se ne trovano le immagini nelle favolose storie di Turpino, e nel romanzo della Tavola Rotonda del re Artù, di cui parla il Camden in Britannia, e in altri simili, i quali (al dire dell’erudito benchè infelicissimo verseggiatore Chapelain) sono storie che rappresentano i costumi Europei di que’ tempi? […] Notisi con qual tragica gravità ella esprima la delicatezza e sensibilità che avviva tutti i di lei concetti: Madre, io pur vel dirò, benchè vergogna Affreni la mia lingua, e risospinga Le mie parole in dietro: a lui sovente Prendo la destra, e m’avvicino al flanco; Ei trema, e tinge di pallore il volto, Che sembra (onde mi turba e mi sgomenta) Pallidezza di morte, e non di amore; O in altra parte il volge, o il china a terra Turbato e fosco; e se talor mi parla, Parla in voci tremanti, e co’ sospiri Le parole interrompe. […] Di tali drammi non parla però con molta loda Lilio Gregorio Giraldi nel Dial. 1 De Poet. sui temp. […] E chi si perderebbe a confutare un superficiale scarabocchiatore di carta che parla de’ Greci e de’ Latini come un assonnato, e che del teatro Italiano altre notizie confessò di non avere, se non quelle mal digerite acquistate col grande studio del Mercurio di Francia in cui s’immerse verso il 1735?

107. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO V. Teatro Spagnuolo Tragico. » pp. 56-148

Ella in vece di lui trova in iscena Ataulfo, e vedendolo per le spalle gli parla come se fosse Sigerico, e gli rivela con molte parole tutti i suoi disegni. […] Stando altercando esce Aluro in tempo che Terma dice, refrena tu furor , ed egli ciò udendo dice; questa che parla è Olvia; certamente questo è inganno di Giugurta . […] Altra volta , ella dice, avrebbe per esse dichiarata la guerra a chi che sia , e ciò non è fuor di proposito; ma soggiunge che avrebbe fatto retrocedere il Tago verso la sorgente e convertita la notte in giorno ; e ciò è scherzare, mentre queste espressioni appena si permettono al genere lirico in cui parla un poeta ispirato, ma si reputano sulla scena false fantastiche contrarie all’effetto ed allo stato di Rachele. […] Rachele si consola alla meglio, si asside un’ altra volta sul trono, parla de’ pubblici affari, decreta, e fa quello stesso ch’ella un secolo prima fece nella favola di Diamante la Judia de Toledo. […] Nell’edizione di questa istoria del 1777 ne’ medesimi termini parlai della Lucrezia, e l’autore con nobile docilità prese in buon grado il mio giudizio senza punto alterare l’antica nostra famigliarità.

108. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosettimo, ed ultimo »

Quando si parla o si scrive sopra le belle arti, si sono giammai consultati gli antichi senza ritrarne gran frutto? […] Quello che parla all’imaginazione, che ne ricrea lo spirito, e lo sorprende, quello che porta seco un certo carattere di novità, e di singolarità è accolto e gustato contrasporto, e quasi direi con delirio. […] S’é il poeta che parla solo, e che racconta, con qualche verosimiglianza si passa dal racconto all’azione?

109. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « NOTE E OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 316-325

Rollin dicono, Euripide dovette morire il secondo anno dell’olimpiade XCII, e non nella XCIII; perciocchè Aristofane nelle sue Rane, le quali furono certamente rappresentate nell’olimpiade XCII, parla di Euripide come di un uomo ch’ era già morto; e Sofocle, per quanto ci assicurano parecchi autori, sopravisse di sei anni ad Euripide, e morì nonagenario nel quarto anno dell’ Olimpiade XCIII.

110. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 37-96

che parla di Paolo Emilio, di Pericle, di Anassagora, di Davide, di Paride, d’Ipermestra, Egisto, Saffo, Leandro, Sansone, Elena, Salomone, Arianna? […] Se ne fece un’ altra edizione in Lisbona l’anno 1595 unita ad un’ altra commedia del medesimo autore da me non veduta intitolata Os Estrangericos, della quale edizione parla solo l’Antonio. […] Don Nicolàs Antonio che parla distesamente del Naarro di Torres, afferma solo che dimorò in Roma in tempo di Leone X, e vi scrisse alcune satire contro i cardinali (e nella Propaladia ancora se ne legge una), e dovè scapparne via e rifuggirsi a Napoli in casa di Don Fabrizio Colonna. […] Tralle commedie si contano ancora quelle che trasse o dalla Sacra Scrittura, come la Creacion del Mundo y primer culpa del hombre, in cui discende sino a’ fatti di Caino e alle invenzioni di Tubalcain, o alle Vite di Santi, come El Animal Profeta, in cui San Giuliano fugge dalla patria, come fece Edipo, per non ammazzare i genitori, secondo la predizione di una cerva che parla, e va in una terra lontanissima ove appunto per errore gli uccide.

111. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 88-117

La Compagnia era quella stessa della quale parla il marito Francesco (V.) « tale che pose termine alla drammatica arte, oltre del quale non può varcare niuna moderna compagnia di comici. […] Se peut-il dans le ciel même trouver de plus douce crême que celle de son parler ? […] Deue fermar i piedi con appropriata maniera quando parla, et mouerli con leggiadria quando gl’ occorre, seruar co ’l capo un certo moto naturale, che non paia che egli l’ habbia affissato al collo co chiodi. et le braccia et le mani [quando non facci bisogno il gestar con essi] si deono lassar andare oue la natura gl’inchina. et non far come molti, che uollendo gestar fuor di proposito, par che non sappiano che se ne fare. […] Ne lodo io, che uadi mutando loco ; ma che con grauità si fermi a recitare, e se pur haurà da mouersi ; da un proposito all’ altro, puo far un passo solo, o due, ma graui, senza però uoltar mai le schiene a gl’ uditori. et non essendo hora fuor di proposito al tutto, dirò per regola generale, cosi a tutti i recitanti come al prologo, et all’ argomento ; che mai non bisogna Voltar le spalle a spettatori, et che sempre è bene il ridursi a ragionare piu in mezo, et piu in ripa al proscenio, che sia possibile, si per accostarsi il più che si può a gl’ uditori ; come per iscostarsi quanto piu sia possibile dalle prospettiue della scena, poi che accostandolisi perdono del lor naturale, et il molto discostarsene par però poco a i ueditori ; come benissimo la esperienza ci mostra. et generalmente dico ancora, che mentre si parla ; non si dee mai caminare, se gran necessità non ce ne sforza.

112. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO VII. ed ultimo. Vuoto della Storia teatrale. » pp. 248-280

Leandro Alberti nella descrizione dell’ Italia, dove parla del Ducato di Spoleto. […] Delle opere poetiche di questa vergine Sassona come monaca Benedettina parla a lungo il lodato P.

113. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO I. Teatro tragico Italiano. » pp. 98-130

Parla indi Annibale della promessa fatta ad entrambe di condurle seco, aggiugnendo: Ma l’attener sarà che dall’opposta Parte, per altre scale e per altr’uscio, Io mi condurrò fuor di queste mura. […] Ei parla meco ognora, E ride, e scherza, e non mi guarda in viso?

114. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 619-638

VII) : Prima guardarsi di parlar con il popolo, raccordandosi che non vi si prossume persona in quel luoco, se non quello con cui si parla in scena, et se per sorte si parla solo fra sè stesso, si dee andar discorendo, se della sua donna si querella, alla casa di quella si volta gli occhi, se d’amore, se di fortuna, o d’altro, hora il cielo, hora alla terra, et hor in un luoco, et hor nell’altro, e non far come quelli ch’ apostano nel auditorio uno o due amici, et a quelli vanno dicendo le loro raggioni, questo precetto è di tanta osservanza, quanto mal osservato quasi da tutti.

115. (1715) Della tragedia antica e moderna

[3.17ED] In tanto piace il ragionamento rappresentato in scena in quanto imita il vero parlare de’ gran personaggi ne’ gravi interessi ne’ quai li finge la favola; ed essendo la voce quell’instrumento che ci fa scorgere, come in uno specchio, l’immagine di que’ sentimenti che in altra guisa non si vedrebbero, ciò ottenuto, nulla più ci rimarrebbe a bramare se veramente credessimo che si pensasse come si parla e se non ci costasse per esperienza ed esempli che altro alle volte si dice ed altro si pensa. […] — [3.94ED] — Franchezza ci vuole — ripigliò l’Impostore — nell’impostura: almeno con questa il tuo avversario ha fatta tacere la disputa; ma non avrebbe già convinto Aristotile, che ha visto il teatro greco ed il teatro latino folti di donne non meno di quello che sien oggi il franzese, l’italiano, lo spagnuolo, il tedesco e l’inglese. [3.95ED] Nel teatro latino intervenivano infin le vestali e v’era il luogo per esse medesime destinato. [3.96ED] Ma, perché si parla del greco, non vo’ che tu creda alla mia parola, perché ritorceresti contro di me che ti parlo la mia sentenza; diresti almen fra te stesso che all’impostura ci vuoi franchezza nell’asserire, e che io già sono impostore. […] ‌ — [6.74ED] — Confesso — io risposi — che l’azion de’ Franzesi ha non so che di più attento quando non parla e, quando parla, di più commosso; e se questa è perfezione (siccome in parte concedo) avanza la nostra italiana. [6.75ED] Trovo però alcuni errori nel recitamento franzese che non sono nell’italiano. [6.76ED] Primieramente passano i loro attori dall’un estremo nell’altro, cominciando sempre i colloqui dal fondo della scena in voce sì bassa che dall’orchestra stessa non è uomo che si vanti di poter distinguere i sensi del lor borbottare. [6.77ED] Questo è un gravissimo error nell’attore, che dee in grazia degli uditori parlar sempre intelligibilmente, ancora quando la natura della cosa vorrebbe che in voce sommessissima favellasse; quando poi s’accosta al proscenio, allora fa rimbombare più del bisogno la sua sonora declamazione. [6.78ED] Deesi al comodo del popolo un altro riguardo, ed è che il viso e la bocca di chi favella sien sempre volti al teatro allorché pronunzia, potendo rivoltarsi, s’ei pur lo vuole, a’ compagni co’ quai dialoghizza negl’intervalli del suo ragionare; là dove l’interlocutore che finge ascoltare, può collocarsi in profilo verso di chi discorre, contrassegnando in simil guisa attenzione. [6.79ED] Ma ne’ Franzesi chi parla fa spesse volte lunghi ragionamenti in profilo, di modo ché chiunque si truova nel corno opposto all’attore può intender le sue parole; ma gli uditori a’ quali ei volge le spalle nulla ne intendono e quei di mezzo pochissimo. […] [commento_1.136ED] peripezia: il passaggio dalla buona alla cattiva sorte o viceversa di cui parla Aristotele nella Poetica (XI, 1452a22-29). […] [commento_2.80ED] ordigni: i ‘periatti’ di cui parla Vitruvio, De arch.

116. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Delle scene »

[Nota d’autore n. 13] «Un de nos grands artistes, qui ne sera pas soupçonné d’ignorer la belle nature par ceux qui ont vu ses ouvrages, a renoncé aux spectacles que nous appelons sérieux, et qu’il n’appelle pas du même nom; la manière ridicule, dont les dieux et les héros y sont vêtus, dont ils y agissent, dont ils y parlent, dérange toutes les idées qu’il s’en est faites ; il n’y retrouve point ces dieux et ces héros, auxquels son ciseau sait donner tant de noblesse et tant d’âme, et il est réduit à chercher son délassement dans les spectacles de farce, dont les tableaux burlesques sans prétention, ne laissent dans sa tête aucune trace nuisible», M. 

117. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 40-58

La partenza de’ guerrieri dai loro villaggi (cosi ne parla lo storico Robertson a), la marcia nel paese nemico, le cautele colle quali si accampano, l’accortezza con cui pongono alcuni del loro partito in agguato, la maniera di sorprendere l’avversario, lo strepito e la fierezza della battaglia, lo strappamento del pericranio a quegli che sono uccisi, la presa de’ prigionieri, il ritorno dei conquistatori in trionfo, ed il tormento delle vittime sventurate, sono tutte cose che vi si rappresentano una dopo l’altra.

118. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO I. Drammi Latini del XVI secolo. » pp. 7-27

Di tali drammi non parla però con molta lode Lilio Gregorio Giraldi nel dialog. 1 de Poetis sui temp.

119. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 28-41

La partenza dei guerrieri dai loro villaggi (così ne parla lo storico Robertson 34), la marcia nel paese nemico, le cautele colle quali si accampano, l’accortezza con cui pongono alcuni del loro partito in aguato, la maniera di sorprendere l’ avversario, lo strepito e la fierezza della battaglia, lo strappamento del pericranio a quegli che sono uccisi, la presa dei prigionieri, il ritorno de i conquistatori in trionfo, ed il tormento delle vittime sventurate, sono tutte cose che vi si rappresentano una dopo l’altra.

120. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 841-848

e in questi altri dell’ Essagerazione : Me contra ’l maritarsi ira non punge, benchè de’ suoi dolor mi viva a parle ; dico per vero dir ; di mille a pena una ne’ lacci suoi vita ha serena.

121. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 137-226

che parla di Paolo Emilio, di Pericle, d’Ipermestra, di Anassagora, di Egisto, di Davide, di Paride, di Sansone, di Salomone, di Ero e Leandro, di Elena, di Saffo, di Arianna? […] Se ne fece un’altra edizione in Lisbona l’anno 1595 unita ad un’altra commedia del medesimo autore da me non veduta intitolata Os Estrangericos, della quale edizione parla solo Nicolas Antonio. […] Don Nicolas Antonio che parla distesamente del Naarro de Torres, afferma solo che dimorò in Roma in tempo di Leone X, e vi scrisse alcune satire contro i cardinali (e nella Propaladia ancora se ne legge una) e dovè scapparne via e rifuggirsi a Napoli in casa di don Fabrizio Colonna. […] Tralle commedie si contano ancora quelle che trasse o dalla Sacra Scrittura, come la Creacion del Mundo y primer culpa del hombre in cui discende sino ai fatti di Caino e alle invenzioni di Tubalcain, ovvero dalle Vite de’ santi, come El Animal Profeta, in cui san Giuliano fugge dalla patria, come fece Edipo, per non ammazzare i genitori, secondo la predizione di una cerva che parla, e che va in una terra lontanissima, ove appunto per errore gli uccide.

122. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO I. Tragedie. » pp. 4-67

Andres ci parla di una traduzione francese di tal Virginia, di cui a me finora non è riuscito di trovar vestigio. […] Ella trova in di lui vece Ataulfo, e vedendolo per le spalle gli parla come fosse Sigerico e gli rivela con molte parole tutti i suoi disegni. […] Stando altercando esce Aluro in tempo che Terma dice, refrena tu furor, ed egli ciò udendo dice, questa che parla è Olvia, certamente questo è inganno di Giugurta. […] Rachele tosto si consola, si asside un’ altra volta sul trono, parla de’ pubblici affari, decreta, e fa quello stesso ch’ella un secolo prima avea fatto nella Judia de Toledo del Diamante.

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