Discendente legittimo dei Dogi, dovè, accasciato sotto il peso della rovina incombente, senza aiuti, senza energia, assistere all’ultimo crollo della grande fortuna : il Palazzo dei Foscari fu venduto al Governo, per soddisfare in parte alle legittime e illegittime esigenze dei creditori nati, cresciuti, moltiplicati con vertiginosa rapidità. […] Uno dei principali ornamenti della compagnia fu la Carletti, moglie di Prosperi, la quale cantava mirabilmente.
Paralello della poesia e musica moderne con quelle dei Greci. […] E se qualcuno si serviva degl’inni e dei cori nel culto degli dei diversi da quelli che sono prescritti dalle leggi, i sacerdoti e i magistrati dovevano scacciarlo dalla comunità. […] S’ampliò il numero delle corde e de’ suoni negli strumenti, si confusero insieme le proprietà dei generi, dei modi e delle voci, né più sì conservò per l’avvenire l’applicazione delle cantilene ai loro rispettivi uffizi. […] Lo ritrovava nel camminar lento non meno che nell’affrettato galoppar dei cavalli. […] Il ritmo poetico non era che una successiva imitazione dei diversi moti delle passioni; il ritmo musicale adunque non poteva essere che una rappresentazion successiva dei medesimi moti.
Noi lo vediamo il 1796 nell’elenco dei componenti la gran Compagnia del San Carlino di Napoli al fianco dei Cammarano e dei Fracanzano, dalla quale uscì il 1803, già ottimo caratterista, a niuno secondo per la grande spontaneità, acquistata su quelle scene, ricercato dai migliori capocomici. […] Sia per doverosa gratitudine al suo Grande estimatore, sia per intima convinzione, sia per istinto di ribellione a ogni oltraggio inconsulto alla Regia Dominazione, egli si sentì trascinato a mostrarsi pubblicamente avverso alla sètta dei Carbonari, gli affigliati alla quale viveano in Napoli, facendo temer prossima una sollevazione.
Finito un atto, saltano fuori tutto a un tratto dei ballerini, che per nulla non hanno che fare con l’argomento dell’opera. […] Conoscine uno e gli conosci tutti; si cambiano gli abiti dei ballerini, il carattere dei balli non mai. […] E veramente nel comico, o sia grottesco, sonosi veduti tra noi dei balli degni di applauso ed anche dei ballerini che aveano, come disse colui, le mani e i piedi eloquenti, e non erano forse tanto lontani da Batillo. […] L’arte della coregrafia nacque già tra loro alla fine del Cinquecento, e tra loro apparirono in questi ultimi tempi i balletti della Rosa, di Arianna, di Pigmalione e parecchi altri, i quali si avvicinano di molto all’arte di Pilade e dei più nobili antichi pantomimi.
A Guglielmo Pitt: William Pitt, 1st Earl of Chatham (Londra, 1708 – Hayes, 1778) esponente politico britannico del partito dei Whig, capo del governo inglese due volte dal 1756 al 1761 e dal 1766 al 1768, protagonista della guerra dei Sette anni e fautore dell’espansione coloniale dell’Inghilterra. […] Nicolini: Nicolò Grimaldi (1673 – Venezia, 1732) fu uno dei più noti cantanti castrati del suo tempo. […] John Wallis (Ashford, 1616 – Oxford, 1703) fu un matematico, professore di Geometria all’università di Oxford e uno dei fondatori della Royal Society. John Lowthorp (1658 o 1659-1724) è il compilatore dei volumi di The Philosophical Transactions and Collections, to the End of the Year 1700. […] Camillo Mercati, Bologna, 1707, e dei Disegni delle scene che servono alle due opere che si rappresentano l’anno corrente nel R.
Riflessioni sui giudizi popolari, e sulla varietà dei gusti musicali. […] Come potranno contraffare gli dei coloro che sono al di sotto degli uomini? […] Quale idea si formano essi adunque del luogo dove si trovano, e dei personaggi che rappresentano? […] V’ha dei casi dove spicca la sola poesia con pochissimo accompagnamento di musica; dei casi dove la poesia prende alcuni caratteri di canto coll’intervento degli strumenti; dei casi infine dove la poesia trasfondendosi intieramente nel canto e fregiata da tutti gli ornamenti della strumentale concorre insiem colla musica a render più pomposo e più illustre il trionfo del sentimento. […] Da qual sovrana decisione, da qual tribunale emanò un’autorità così destruttiva dei nostri più squisiti piaceri?
L’intervento di Algarotti d’altronde, se anticipa alcuni dei temi al centro della riflessione dei decenni successivi, rappresenta anche un momento di rilancio della discussione che parte dalla constatazione della diffusione europea dell’opera italiana e da un’accettazione del genere nel sistema complessivo della cultura letteraria. […] L’argomento deve sottostare ad alcune condizioni, permettere la delineazione dei caratteri dei personaggi e delle loro passioni e legarsi in modo organico alle altre componenti, musica, cori, balli, necessarie per la buona riuscita dell’opera. […] Ortes condivide anche alcune esperienze europee di Algarotti come la frequentazione dei teatri di Vienna e Berlino e la conoscenza del repertorio veneziano. […] Anche l’aggiunta, alla fine del trattato, di un paragrafo dedicato alla costruzione dei teatri e a problemi logistici, mostra la volontà di riformare nella sua interezza il mondo dello spettacolo operistico, a partire dal rapporto tra testo, musica, canto, ballo cui è dedicato un ampio spazio, fino alla soluzione dei problemi logistici e organizzativi. […] Un intero paragrafo, Del teatro, assente nelle redazioni precedenti, è aggiunto alla fine, prima della conclusione; tratta dell’architettura e della costruzione dei teatri d’opera.
Un altro difetto dei loro versi era la mancanza d’immagini e di colorito poetico. […] «La struttura e il meccanismo dei versi provenzali ha maggiore somiglianza colla struttura e meccanismo dei versi arabici che con quella dei Greci e Latini. […] Agli uni e agli altri fu comune l’uso dei giullari o giuocolieri. […] «Dove trovar dei vetsi Goti e Normanni?» […] La morte del serpente Pitone, e l’imitazion dei fischi del mostro moribondo.
Antinori Amilcare, della famiglia dei marchesi Antinori di Perugia, invaghitosi nel 1842 dell’Annetta Vestri, figlia del celebre Luigi e artista di non pochi pregi, si diede con ogni amore all’arte comica. […] Volle poi formar Compagnia, e s’unì in società (1855-56) con Vestri, uno dei cognati. […] Recitava col nome di Ortensio le parti di secondo innamorato, prima nella Compagnia de’Gelosi, poi dei Confidenti.
Questa giovinetta, dotata di naturali requisiti per riescir ottima artista drammatica, imprese a studiarne i precetti dalla rinomata Ristori, la quale seppe guidare il genio della nobilissima allieva, ed infondere nella di lei azione gran parte di quella perizia che la elevarono al grado delle prime celebrità drammatiche dei nostri giorni. Nella Laboranti traluce il dire ed il gesto della Ristori………… Nella sua serata di benefizio scelse un nuovo dramma francese dei signori Scribe e Legreve (sic), Legouvé, tradotto dall’artista comico Gaetano Vestri, col titolo Adriana Lecouvreur. […] Nell’atto quinto, dove la francese commediante rimane avvelenata fiutando un mazzolino di fiori inviatole dalla sua rivale, il lento processo della venefica emanazione fu così bene dipinto dalla Laboranti, che a giudizio dei provetti frequentatori della commedia, ella ragguinse la sublimità della Ristori.