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121. (1715) Della tragedia antica e moderna

[4.53ED] Così è sempre stato giudicato prosa vera il componimento di S.  […] [4.118ED] Perché con l’imaginazione facendosi presente quel caso, si astrae nel medesimo e si figura che la vera Ifigenia parlasse con que’ sentimenti e si smaniasse in quella maniera in cui appunto si esprime e smaniasi la Flaminia, e che il poeta non abbia fatt’altro che mettere in versi il discorso della principessa d’Argo; e così la vera Ifigenia rammemorata, i di lei sentimenti vivamente al popolo ricordàti ed espressi nel loro maggior lume, gli atti della vera Ifigenia ad esso sì spiritosamente rappresentati, muovono il popolo ad ira, a misericordia, ad amore; e fin qui può arrivar l’impostura; imperocché, se altrimenti avvenisse e che non la vera, ma la finta Ifigenia lo movesse, ne avverrebbe infallibilmente che l’ira, la misericordia e l’amore ancora dopo l’azione durerebbero negli ascoltanti verso l’attrice; siccome quando noi per qualche azion fatta di nostro piacere o scontento, amando o pur odiando un obbietto, ancora fuori di quell’azione seguiamo ad odiarlo o ad amarlo; così, finita la rappresentazione, avremmo gli stesse movimenti verso la finta Ifigenia; e pure (quand’altro fine non muovaci) non gli abbiamo, là dove verso la vera Ifigenia, anche fuori della rappresentazione, li conserviamo. [4.119ED] Ed eccoti il vero arcano della mozione del popolo assiso allo spettacolo della tragedia. [4.120ED] Questa meditazione ti arriverà forse nuova, ma mi glorio che quanto più vi rifletterai, tanto più la ritroverai vera, spogliato che tu sia del pregiudicio della tua prima e folle credenza. [4.121ED] Quindi è che né i versi né tampoco le rime impediscono il movimento della passione, e tu hai pianto, se vuoi dire il vero, o almen veduto piangere il popolo all’Ifigenia di Racine con tutti i versi e le rime; sicché questi legami non impediscono la movizione e non l’impediscono per le ragioni accennate. […] [5.105ED] Con tai condizioni tu avrai l’avvertenza di scegliere una storia favolosa mista di numi, di eroi, o una storia vera di eroi per fondamento all’azione, capace di tali avvenimenti che possano agevolmente nel dato teatro rappresentarsi; capace di tai personaggi che adattar si possano a quelle voci che son destinate, e conferitala con l’impresario e col compositor della musica, ricevine prima l’approvazione e poi, conseguitala, datti immediatamente a disporla. […] [commento_2.28ED]-[commento_2.29ED]: con effetto simile a quello riscontrato in I.[101], M. si pronuncia in una proposizione assiomatica, subito smentita dalla successiva, con evidente allusione a Gravina, Della tragedia, p. 508: «Sicché ridotta la tragedia nella sua vera idea, si viene a rendere al popolo il frutto della filosofia e dell’eloquenza», e passim.

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