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36. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 680-681

Di bella persona, di volto piacente, di voce magnifica, d’ingegno non comune, riuscì in breve un egregio primo attor giovine ; e dopo di essere stato alcun tempo nelle Compagnie Dorati e Righetti passò in quella di Fabbrichesi, allo stipendio della Corte di Napoli, diventandone il 1824 primo attore assoluto e capocomico in società con Prepiani e Tessari, fino al 1838, in cui, condotta nella novena di settembre la moglie a Macerata, sua patria, fuor dal clima di Napoli, e da una vita ordinata, fu colpito prima da febbre, poi da paralisi nervosa, che lo impedì nella parola. […] Vuolsi ch'egli dovesse la sua rovina a una perdita di 4000 ducati, cagionatagli da false speculazioni di suo figlio. […] Di lui dice il Regli : Fu attore di grande slancio ; la sua voce aveva il suono d’un campanello d’argento. Di figura alquanto tozza, gestiva pochissimo ; pronunziava esattamente ; alle volte pareva un po' freddo, ma nel fuoco delle passioni, nell’ardore degli affetti si riscaldava, giovandogli molto in que' momenti la potenza straordinaria della sua voce. Di nobili pensamenti e coscienziosissimo, sprezzava quegli artisti, che per farsi dei partigiani, recitano la commedia al Caffè, anzichè in Teatro (parole sue).

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