/ 200
115. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori. » pp. 172-221

Or Giasone provvede alla sua salvezza promettendo di sposar la figlia di Creonte, e Medea rimane sola la vittima dello Stato, e quindi obbligata ad abbandonar tosto Corinto ottiene a stento la dilazione di un solo giorno. […] Si scusa lo sposo infedele col timore de’ due re Creonte ed Acasto, hinc rex & illinc; e Medea minaccevole gli ricorda quanto sia più da temersi la sola Medea, . . . . . . . […] Questa è la sola maniera di bene ed utilmente favellare di quello di cui tante volte si è scritto. […] E perchè totalmente scoppi la tenerezza materna, cerca atterrirla: Tibi gratulandum est, misera, quod nato cares, Quem mors manebat sæva, præcipitem datum E turre, lapsis sola quæ muris manet; Alla qual cosa Andromaca sbigottisce: Reliquit animus, membra quatiuntur, labant, Torpetque vinctus frigido sanguis gelu.

/ 200