[1.125ED] E così lodo quel genio tragico che a tutta possa si astiene da simili annodamenti gordiani che non si possono sciogliere senza tagliarli, e lodo in questo fra gli altri l’autore del tuo Papiniano. [1.126ED] La ragione si è che a ciascheduno di noi privati, come di quelli che per poco prendiamo degli sbagli e che piccoli affari abbiam per le mani e siamo meno osservatori e meno osservati, avvengono cose che quando ci avvengono sogliam dire parer così inverisimili che raccontate in un romanzo o rappresentate in una commedia sarebbero derise come impossibili; e pur le abbiam provate noi vere e non v’è uomo privato che nel corso della sua vita non ne possa numerar qualcheduna di questa tempra bizzarra ed apparentemente incredibile. […] — [4.154ED] — Ma che dirà — io interruppi — di cotesta tua opinione un certo giureconsulto che scrive con tanto disprezzo e nausea della rima italiana. [4.155ED] Queste sono, se ben mi ricorda, le sue parole: «essendosi perduta la distinzion delicata e gentile del verso dalla prosa, s’introdusse quella grossolana, violenta e stomachevole delle desinenze simili». […] [4.174ED] Per usare di un miglior raziocinio doveva egli dire piuttosto della lingua italiana vivente non potersi assegnare ancora lo stato: alcuni credere che l’abbia avuto quattrocento anni fa, quasi che nel suo nascere, mercé di Dante, del Petrarca e del Boccaccio, che allora vissero e l’illustrarono; ma costoro di gran lunga ingannarsi, sì perché le voci ne crescono giornalmente, sì perché tanto la prosa che il verso con l’uso delle voci stesse si perfezionano; allora essere stato accetto il periodo ritondo latino, che in oggi genera oscurità nella spiegazione de’ sentimenti, la quale dalla nostra lingua si vuole più disinvolta e spedita o meno lontana dalla costruzion naturale, come pur sin da que’ tempi osservò e praticò nel volgarizzare i Morali del pontefice San Gregorio, Zanobi da Strata, illustrato dall’eruditissima penna di monsignor Fontanini; essersi allora sofferto il verso rimato perché: «essendosi perduta la distinzion delicata e gentile del verso dalla prosa per mezzo de’ piedi, s’introdusse quella grossolana, violenta e stomachevole delle desinenze simili»; ma in oggi questa impostura esser cessata e volersi da’ giovani il verso senza vincolo di strofe, di punteggiatura e di rime. […] [5.184ED] Mettiti ancora in capo che nelle arie, quanto più le proposizioni son generali, tanto più piacciono al popolo, perché trovandole o verisimili o vere, se ne fa un capitale per valersene onestamente con la sua donna, cantandoli nelle occasioni che di giorno in giorno avvengono agli amanti di gelosie, di sdegni, di promesse reciproche, di lontananza e simili: e ciò è pure per riuscirti assai comodo, mentre più agevolmente il poeta sul generale riportasi, e potrà passeggiando talvolta riempirne la sua poetica guardaroba per poi mobigliarne i recitativi de’ melodrammi. [5.185ED] Ma nelle arie di azioni guàrdati pure da’ generali e commettiti a’ soli particolari, perché, se l’azione non si vuol fredda, si ricerca che le parole l’animino di tal guisa che siano uno spirito adattatissimo a quella e non ad altra azione. […] [5.214ED] E pure si dovran per questo chiudere tutti i teatri che a simili rappresentazioni son destinati?