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23. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XII. Confronto Apologetico della Opera Italiana, e della Commedia Spagnuola. » pp. 149-181

Ho paura però ch’egli travedendo abbia presi per folgori tremende i razzi da feste, e che non abbia letti bene que’ passi che adduce; perchè que’ grand’uomini ch’egli cita, so che riprendono la qualità del canto, e non il canto scenico per se stesso. […] Soggiugne quell’Erudito: “Il legame di que’ piccioli metri appellati volgarmente Ariette . . . . tolsero affatto a’ componimenti la forza degli affetti”. […] Aristofane proverbiava que’ Tragici, che con poca proprietà vestivano i personaggi. […] Avete bene studiati que’ due Libri del Goldoni, Mondo e Teatro? […] Giva adunque a guardarla colla prevenzione di perdonare a que’ Professori l’abuso introdotto.

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