Un tale contrasto dà bensì piacere per la pittura della naturale agitazione che prova Cinna, ma non si può quindi nascere il frutto della compassione richiesta, perciocché qual pietà merita un traditore che mette in bilancia il debito che ha verso il suo principe con quello che ha verso l’amata? […] A spuntarla è in questo caso Timante, il quale, convinto che la tragedia non debba comprendere la rappresentazione dell’amore, sembra in sostanza riprendere in maniera moderata le argomentazioni di Pierre Nicole e, più propriamente, del principe di Conti (Armand de Bourbon, prince de Conti, Traité de la comédie et des spectacles, selon la tradition de l’Eglise, tirée des Conciles et des Saints Peres, Paris, Billaine, 1667), rivolgendo contro Racine le stesse accuse che erano state mosse al predecessore.