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113. (1715) Della tragedia antica e moderna

[3.57ED] Questa generazion di notizie tanto è più nobile e tanto è più profittevole quanto è reciproca. [3.58ED] L’uomo corporalmente genera nella donna un altro individuo, ma non la donna reciprocamente nell’uomo; là dove negli accoppiamenti intellettuali la generazione è reciproca e l’un intelletto propaga nell’altro le proprie cognizioni, di modo che la propagazione si va raddoppiando a vicenda sì nell’uno che nell’altro oggetto amante ed amato egualmente. [3.59ED] Ma perché questo amore veramente platonico non è popolare, non essendo o inteso o amato dal popolo inclinato alla libidine, non si è voluto per noi rappresentar nelle tragedie che aspettano il ‘viva’ dal popolo, incapace d’applaudere a ciò che per esser raro e maraviglioso esce al suo credere affatto fuori del verisimile. [3.60ED] Ma voi altri avete ne’ vostri amori rappresentati fra uomo e donna una fortuna che noi non avemmo, e questa è la religione. […] [6.17ED] Rideva in un canto il mio Impostore, fattosi ad osservarmi estatico e immerso in così lieto e nobile oggetto, ed accennatomi con mano di seguitarlo, uscii per un certo viale, cui dicono de’ Sospiri, da’ luoghi più frequentati e mi trovai in una deliziosa solitudine, ridotta in anfiteatro di verdi gradini a fronte de’ quali s’alzavano scene d’abete selvaggio costretto dalla forbice del giardiniero a quella figura e foltezza a cui fra noi altri il nero busso riducesi, con questa differenza che là dove il busso esala un odor disgustoso che fende le teste, questo ricrea la vista senza disgustar l’odorato e nuocere alla salute. [6.18ED] Montammo dunque su quel terreno, che forma il palco.

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