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28. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo settimo »

Quel genio, che la determinò a incoronar il Petrarca in Campidoglio e a preparare per Torquato Tasso il medesimo onore, che la mosse ad inalzar il primo teatro conosciuto in Italia a tempi di Sisto IV e a far rappresentare a’ tempi di Leon X la prima tragedia che la sollecitava a voler fregiare colla porpora di cardinale gli omeri di Raffaello d’Urbino e a profonder tesori a pro de’ begli ingegni, quel genio medesimo fecesì che ben presto allignò per entro alle sue mura codesto nuovo genere di musica teatrale. […] Nel 1660 comparve sul medesimo teatro l’Ercole amante finché nel 1669 Monsieur Perrino ottenne il privilegio di comporre esclusivamente per l’opera francese70, condotta di poi a gran celebrità pell’erezione dell’Accademia in musica, per le armonie del Lulli, e per le mirabili poesie di Quinault. […] Imperocché sdegnato di ciò il Cambert, musico francese che pretendeva al medesimo onore, lasciò il proprio paese e si ritirò a Londra, dove le feste musicali erano in uso come per tutto altrove da lungo tempo. […] [8] Nel medesimo tempo in circa si lasciò il melodramma vedere tra gli Spagnuoli amantissimi della musica massimamente nazionale. […] Gli strumenti erano egualmente semplici e l’arte gli ha così poco perfezionati che si veggono a un dipresso nel medesimo stato in cui furono inventati.

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