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150. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 44-148

Ecco come ne favellò presso l’Alcionio Giovanni Medici essendo Cardinale: Sovviemmi di avere nella mia fanciullezza udito da Demetrio Calcondila peritissimo delle Greche cose, che i Preti Greci ebbero tanto credito e tale autorità presso i Cesari Bizantini, che per di loro favore ebbero la libertà di bruciare la maggior parte degli antichi poeti, e specialmente quelli che parlavano di amori; alla qual disgrazia soggiacquero le favole di Menandro, Difilo, Apollodoro, Filemone e Alesside, e i poemi di Saffo, Erinna, Anacreonte, Minnermo, Bione, Alcmone e Alceo.

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