[6.110ED] Ecco abbandonamenti, risalti là dove non gli aspettavi, ma il tutto eseguito con tanta grazia a seconda degl’instrumenti che t’innamora, e tu avrai certamente nella Medea lasciati gli occhi dietro il leggiadro danzare della piccola e più che vezzosa madame Prevoste. [6.111ED] Questa maniera di ballo piace estremamente ai Franzesi, inclinati agli atteggiamenti amorosi, e piace ancora generalmente all’altre provincie, perché l’amore è una passione che è comune a tutto il genere umano. [6.112ED] Con tutto ciò lo spagnuolo ha una maniera di ballo in sé raccolta e che, nello stesso svincolamento leggero di vita, custodisce un non so qual decoro di maestà che è indivisibile dal genio grave della nazione, dimodoché questa danza sembra più tosto un passeggio adorno di bizzarrie spiritose, di movimenti che mettono in vista la dispostezza e l’agilità della vita, alta, minuta e disciolta: doti tutte che si tengono in giusto pregio da un popolo che mai non piega a viltà. [6.113ED] L’italiano in mezzo ed a’ lati dispone ordinatamente la spiritosa sua danza: si vibra nell’aria e, trinciate in essa agilissime capriole, si restituisce in punta di piè leggerissimamente sul piano e, appena toccatolo, risale come pernice che tutta ritta si spicca nel breve suo volo di terra, a cui, agilmente rendutasi, delude il cane che se le accosta col rialzarsi. [6.114ED] Questa terza sorta di ballo che fa la maggior comparsa nell’aria, somigliasi al volo. [6.115ED] Abbonda del brio franzese, ma poscia manca di que’ soavi abbandonamenti di madame Prevoste. [6.116ED] Abbonda dell’ordine e della dispostezza spagnuola, ma poscia manca di quella altrui gravità. [6.117ED] Ora tu vedi che questi tre balli, quando siano esequisitamente eseguiti, egualmente son grati e son belli; ma gratissimi sono e bellissimi ciascheduno al genio prevenuto delle tre differenti nazioni. [6.118ED] Il vestire del ballerino italiano s’uniforma a quello del ballerino franzese, benché questo vesta più ricco e più bizzarro, ma quei più liscio e leggero. […] [commento_1.61ED] ma… insoffribili: M. applica al genere tragico la medesima critica mossa all’epica omerica (è il tòpos del ‘sonno di Omero’) nei Sermoni, II, 34-73 e IX, 39.