L’opera francese fondata dal Lulli e dal Quinault che tira dal fondo dell’immaginazione e dall’allegoria e dalle favole un ammasso di prodigj e stravaganze, nel nostro secolo non ha calcato miglior sentiero. […] Fortunatamente all’articolo sull’opera fornito nell’Enciclopedia dal Marmontel (il cui ragionamento per mille guise assurdo svilupperemo meglio altrove) se ne trova soggiunto un altro più degno della filosofia, che se ben m’appongo appartiene al celebre filosofo Ginevrino. […] Scrissero ne’ principj del secolo pel teatro lirico la Mothe, Danchet, Menesson, la Roque, Pellegrin sovente deriso ma lodato pel suo Jeste, Fuselier e Cahusac morto nel 1764 autore di Calliroe, e Bernard che compose le Sorprese dell’amore, e Castore e Polluce una delle migliori opere francesi posta in musica dal famoso Rameau. […] Ecco quello che dee piacere in ogni tempo; ecco il linguaggio che giugne al cuore perchè dal cuore parte”. […] Moline opera eroicomica che manca di comico e di eroico posta in musica dal celebre nostro Paisello, e Tarare di Beaumarchais stravaganza in cinque atti con prologo che incresce al buon senso, benchè diverta i volgari colle decorazioni spettacolose, e l’Amfitrione in tre atti nato e morto in un giorno nel 1788.