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137. (1732) Paragone della poesia tragica d’Italia con quella di Francia

S’ingegnano bensì li suoi avversari di riprovare tale accusa, ora con dire che la lingua francese è non pure veramente ricca per aver voci esprimenti ogni cosa secondo le minori differenze, ma più pregevole dell’altre d’una particolare esattezza, per non avere se non termini unici di quasi ciascun significato, ora con produrre un’ampia raccolta di vocaboli toccanti le scienze e le arti, delle quali altre si sono perfezionate da moderni, altre eran del tutto ignote agli antichi. […] Questo recupero del «giovamento» che procede dalla poesia è condotto anche grazie al richiamo ad alcune auctoritates cinquecentesche; senz’altro una particolare importanza assume in questo senso il Discorso del cipriota Iason De’ Nores, insegnante all’Università di Padova e accanito avversario del Guarini nella querelle attorno alla liceità del genere tragicomico, il quale fissava già i passaggi principali di una storia teleologica dell’origine della poesia che Calepio recupera nel principio della sua opera maggiore: «ebbero dunque elle [la commedia, la tragedia e il poema eroico] due nascimenti: l’uno, quando que’ primi senza avertimento le componevano a caso, a lor beneplacito e le rappresentavano solamente per dilettar; l’altro poi che gli uomini di nobile e di sublime ingegno cominciarono, rendendole loro cagioni, a ridurle sotto regole e principi universali et a dirizzarle anco al beneficio et alla utilità pubblica, alla quale per ragione e per sentenza de’ savii deono aver la mira tutte le arti e profession d’uomini che vivono accostumatamente nelle città. […] La Querelle, le cui radici andranno ritrovate nella Francia degli anni Venti-Trenta e poi più tardi nell’Italia del pieno Seicento, ed in particolare in autori quali il Tassoni, il Beni e il Boccalini, ma concretamente inaugurata da Charles Perrault ne Le Siècle de Louis le Grand (1687) e dal più rilevante Parallèle des Anciens et des Modernes (1688-1697), porta alle sue conseguenze talvolta più estreme l’applicazione del metodo critico cartesiano, secondo una prospettiva pre-positivistica che coinvolge tanto le scienze quanto la letteratura e le arti.

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