[5.33ED] Ma quello ch’ei pronunzia de’ suoi nazionali puoi tu distenderlo a’ tuoi, perché, a dir vero, la maggior parte di quelle che ho in Vinegia, in Genova, in Milano, in Reggio ed in Bologna, benché tua patria, ascoltate, sono di questo carattere. […] [5.186ED] Quando poi tu, che finalmente non sei nel gregge de’ verseggiatori servili, vorrai che chi legge il tuo melodramma ti riconosca ancor per poeta, fatti onore nel recitativo ed al più al più in un’aria per ciaschedun atto, inginocchiandoti avanti al compositore, alle cantatrici, a’ cantori ed allo stesso impresario, perché le lascino vivere per riputazion tua e per onore delle sacre Muse nel tuo melodramma: forse a’ tuoi pianti si ammolliranno quei per altro durissimi cuori; ma se di più ne vorrai, non sperarle senza contrasto, inimicizia e ripulsa; e ti basti che le altre si possano non abborrire per la purità e per lo spirito, né qui dee finire la tua disinvoltura. [5.187ED] La professione del compor melodrammi (Martello mio) è un scuola per voi di morale, che più di ogni altra insegna a’ poeti il vincer se stessi, rinunciando al proprio desiderio. [5.188ED] Fatti ben animo a cangiar l’arie non cattive in cattive se un musico o se una musica vorranno al piè di un tuo recitativo conficcarne una che abbia guadagnato loro l’applauso in Milano, in Vinegia, in Genova o altrove: e sia pur lontana dal sentimento lo quale dovrebbe ivi esprimersi, che t’importa?