[3.3.1] Fu massima di Pietro Cornelio e poscia generale presso li poeti di Francia che le tragedie ove amore non ha parte alcuna sieno prive de’ principali allettamenti. […] Fu però con ragione da’ critici censurato il poema del parto della Vergine del Sannazaro, e l’Iephte del Buccanano. […] Fu assai dibattuta, a partire dai commenti cinquecenteschi, l’entità delle passioni oggetto di questa purgazione; Calepio, ammettendo che essa «si possa estendere al regolamento d’ogni passione», si schiera con decisione dalla parte di coloro che intendevano quel «τὴν τῶν τοιούτων παθημάτων κάθαρσιν» con «la catarsi di tutte le passioni» — scorgendo nella definizione aristotelica della tragedia un afflato prioritariamente morale —, piuttosto che con «la purgazione di quelle stesse passioni», ossia pietà e terrore.