Maggi Andrea. Fu al suo apparir sulla scena
uno
de' più promettenti giovani, preconizzato il succ
giovane seguì amorosamente a traverso le varie fasi : Andrea Maggi è
uno
dei più prestanti attori che abbiano calcate le s
o dei segreti, che dirò psicologici, dell’arte, e ne avrebbe ottenuto
uno
splendido effetto. Nuli ameno egli occupa uno dei
, e ne avrebbe ottenuto uno splendido effetto. Nuli ameno egli occupa
uno
dei primi posti nell’areopago dell’arte drammatic
che si distacca dalla truppa un paio di ragazzi. Non falla mai che l’
uno
non incominci dal rubare all’altro un mazzetto di
ile scherzo; vanno in collera, si rappattumano poco stante insieme; l’
uno
invita l’altro a ballare, e si mettono su per il
altro concerto, che è di un pelo e di una buccia col primo. Conoscine
uno
e gli conosci tutti; si cambiano gli abiti dei ba
o delle Eumenidi, di ciò che operava l’arte di Pilade e di Batillo, l’
uno
de’ quali moveva col ballo a misericordia e a ter
l’ambulatorio del Fondo. Pioveva a dirotto : la poverina, addossata a
uno
spigolo di muro, levava gli occhi al soffitto, di
spigolo di muro, levava gli occhi al soffitto, di volta in volta, con
uno
sguardo cosi triste, cosi disperato che impietosi
onio Morrocchesi pel 1802, trovo un Checcherini amoroso tenero, forse
uno
zio della Marianna.
giata servetta. formò compagnia, mantenendosi per quasi un trentennio
uno
de'più esperti capocomici. E dice il Colomberti n
e del '79. Lasciò molti figli dedicati all’arte paterna, tra'quali
uno
che sposò Lucrezia Bettini, figlia della celebre
Petrioli Nicola, abruzzese, nato ad Aquila il 1710 circa, fu
uno
de'più noti capocomici del secolo xviii. Recitava
orta Agostino Zurlini generici A Ravenna, trovandosi il 1765 in
uno
de'momenti più critici, fuggì dalla Compagnia, di
di Henschel nel Vetturale Henschel di Gherardo Hauptmann, ottenendovi
uno
schietto e clamoroso trionfo per la grande vigori
iù grande semplicità. Al punto in cui scrivo, egli è additato come
uno
de' più forti sostenitori, se non il più forte do
Zoppetti Giovan Battista. Fu attore e capocomico di assai pregio, e
uno
de' primi a rappresentare Francesca da Rimini di
veneto. Dopo il bravissimo artista e poeta Francesco Augusto Bon, fu
uno
dei migliori che rappresentassero le tre belle co
ano. Reg.° Passaporti 780. 1737, 10 Settembre. – Giuseppe Campioni :
uno
dei capi della compagnia de’ comici veneziani ven
meo Cavalieri, e attrice rinomatissima. Egli ebbe due figli de’ quali
uno
violinista espertissimo. Dice il Bartoli che « fa
n cassa, e fatti segno alle favorevoli dimostrazioni del pubblico, l’
uno
per la voce stentorea, per la persona aitante, pe
ove stetter quattr’ anni, e tanto avevan progredito nell’ arte che l’
uno
era divenuto il primo amoroso della compagnia e l
ma delle opere alla quale aveva posto ogni cura, e alla quale portava
uno
speciale amore. Partita di Francia per recarsi in
uscito fuora, là su di rivederla ho speme e fede. Il quale ancora in
uno
de’Suoi Capitoli alla Carlona (Trento, per Gio. B
o, un molle bacio, pieno d’insidie, una grata ma perfida accoglienza,
uno
sdegno lieve artificioso, una repulsa pietosament
ni a Dio — dice Fr. Bartoli — ne’ Monasteri di Mantova ; » de’ figli,
uno
fu quel D. Pietro Paolo, Monaco di Vallombrosa, c
he sostenne (Bartoli) « carichi ragguar devoli nella sua Religione, »
uno
, Domenico, si diede alla milizia, e il terzo, Gio
anno da imitare piu perfettamente che sia possibile come sarebbe, che
uno
inamorato sia bello un soldato membruto, un paras
ui siano. ne darrei [potendo far di meno] la parte di un uecchio, ad
uno
che hauesse la uoce fanciullesca, ne una parte da
la uoce fanciullesca, ne una parte da donna [e da donzella maxime] ad
uno
che hauesse la uoce grossa. Et se io, poniam caso
cono troppo il recitare. et se la necessità mi stringesse far fare ad
uno
sbarbato, la parte di un vecchio, io li dipingere
ra. Mass. Qui messer Veridico ui uorrei piu chiaro. Ver. Eccomi con
uno
essempio. dico che non basterà ad uno che faccia
ei piu chiaro. Ver. Eccomi con uno essempio. dico che non basterà ad
uno
che faccia la parte [poniam caso] d’uno auaro, il
mpio. dico che non basterà ad uno che faccia la parte [poniam caso] d’
uno
auaro, il tener sempre la man su la scarsella, in
ficaci effetti, che danno spirito al recitare. Et se farà la parte di
uno
sciocco, oltre al risponder mal a proposito [il c
i mentione di molti histrioni eccelenti, et si conosce che questo era
uno
studio particolare, nel quale si essercitauano ;
cerui uoglio recitarui due sonetti soli che mi ricordo in lode sua l’
uno
è Mentre gli occhi fatali hor lieti, hor mesti &a
cciato, ma anzi porrei a dosso a quella una bona Gamurra, Et a questo
uno
apariscente giacchetto ; accrescendo poi tanto di
dubbio che il ueder quei cenci, che altri mette tal uolta attorno ad
uno
auaro, o ad un famiglio ; toglie assai di riputat
toglie assai di riputatione allo spettacolo. Ver. Ben si puo uestir
uno
auaro, o un uillauo ancora, di certi habiti che h
r se io haurò [per gratia di essempio] da uestir tre o quattro serui,
uno
ne uestirò di bianco, con un capello ; uno di ros
estir tre o quattro serui, uno ne uestirò di bianco, con un capello ;
uno
di rosso con un berettino in capo : l’altro a liu
lori, come nelle foggie de gl’ habiti ; farli tra lor differentissimi
uno
con la cappa, l’ altro co’ l ruboncello ; uno co
tra lor differentissimi uno con la cappa, l’ altro co’ l ruboncello ;
uno
co pennacchi alla berretta, et l’altro con oro se
osto che l’huomo uegga, non pur il uiso, ma il lembo della ueste de l’
uno
, o dell’altro ; lo riconosca : senza hauer da asp
Sant. O quante uolte son io stato ambiguo un pezzo, nel riconoscere
uno
in scena, per non esser ben differente da un altr
o, Ma per non lasciarui ingannati, credendo uoi forse, che ci bisogna
uno
stato per rappresentare una tragedia, uoglio dir
fare tutti i uestimenti apposta, ui andrebbe [come disse il Santini]
uno
tesoro. Ver. Il medesimo ui andarebbe anco, o po
che honoreuolmente sia nel suo grado uestita : Variando i pastori l’
uno
da l’ altro, ne i colori, et qualità delle pelli
altre habbiano un solo Dardo, da lanciare, alcune habbiano poi et l’
uno
, et l’ altro. et sopra tutti gl’ auuertimenti, bi
Et si come rende gran uaghezza, se il pastore haurà seco alle uolte,
uno
, o piu cani, cosi mi piacerebbe, che alcuna delle
e prologhi usati da gl’ antichi, cioè che in persona del poeta, eschi
uno
, togato, Et laureato, il cui habito richiede esse
. Senza convenzionalismi arte non v’ha : e molte volte per isbandirne
uno
a casaccio, se ne crea un altro maggiore e peggio
produrre veruna novità! Ma quell’abitatore d’Icaria, che ne sorprese
uno
nel suo podere, fu per sicurezza della sua vigna
orpo principale del dramma, trattarono favole ed affetti, e formarono
uno
spettacolo sì dilettevole, che meritò di essere i
a Thespis. b. In fatti Arione che fiorì nel l’olimpiade XXXVIII fu
uno
di quelli che precedettero Tespi ed inventò il ve
Era questa figliuola di Cercione della quale Nettuno ebbe Ippotoonte
uno
dei dieci eroi che diedero il nome alle dieci tri
ntamente dall’altra tutto ciò farà sempre ammirar questo teatro come
uno
de’ più gloriosi monumenti dell’amor del grande e
appresentazioni, essi riescono a tutt’altro opportuni che a godere di
uno
spettacolo destinato a commuovere per dilettare.
ltri teatri si eressero nel medesimo secolo e quasi ogni città n’ebbe
uno
qual più qual meno magnifico a proporzione, tutte
eno magnifico a proporzione, tutte volendo partecipare del piacere di
uno
spettacolo pomposo come l’opera in musica. Sono d
n Italia una delle mie commedie intitolata i due gemelli veneziani, l’
uno
de’quali era balordo, e l’altro spiritoso : vi di
ra erano stati in lui profusi. Una bella presenza, una buona voce, ed
uno
spirito inimitabile contribuivano moltissimo a re
cchi i più avvezzi a vederlo, e giustificava l’entusiasmo di Garrick,
uno
de’ primi comici dell’ Europa. L’uomo, in Colalto
1782. Dei libretti pubblicati dal Cambiagi due soli potei vedere ; l’
uno
di mia proprietà, che contiene 47 ottave cantate
rchè a ciascuna ne toccasse alcuno avrian pagati i Buchi un Zecchin l’
uno
. 7 gennaio 1779 Più facile saria con l’acqua
ccolte di ottave e ad altre opere piacevoli del Corsini, assai noto è
uno
Scherzo poetico intitolato : Il viaggio dei fiore
tti. Il Bartoli si prova, naturalmente, di dare un colpo al cerchio e
uno
alla botte, dedicandole un de'soliti sonetti, e c
zato ingiustamente il garzone d’un caffettiere, che la serviva ed era
uno
svizzero, gli diede uno schiaffo. Il ragazzo soff
rzone d’un caffettiere, che la serviva ed era uno svizzero, gli diede
uno
schiaffo. Il ragazzo soffri le parole, ma non i f
uccedevan nella sua mente accesa : ora era un pezzo dell’ Otello, ora
uno
della Zaira che egli diceva ad alta voce con febb
a voce con febbrile concitazione…. e da quel momento non ebbe più che
uno
scopo nella vita : salire sul palcoscenico. Fece
cchi. Studiò ben poco agl’ Ignorantelli, poi, giovinetto, fu messo in
uno
studio d’avvocato, che abbandonò all’insaputa dei
agiatezze che s’ era formata col teatro. Gaspare Lavaggi fu anche
uno
de'più eleganti attori della nostra scena di pros
pria istruzione, è giusto, naturale, preciso, degno di Euripide. Nè L’
uno
nè L’altro prende a parlare per mezza ora almeno
sti gonfio della propria robustezza e potenza prende il linguaggio di
uno
spirito-forte, e beffeggia gli Dei nominati da Ul
esto genere Scira nativo di Taranto, di cui Ateneo stesso dice che fu
uno
de’ poeti Italici, e si sa che Italiche si disser
olta fatica nè molta spesa, e gli Spartani se ne compiacevano come di
uno
spettacolo assai proprio per la loro frugalità. E
ergiche espressioni tragiche con lievi cambiamenti; ma formò eziandio
uno
spettacolo e una farsa particolare così chiamata.
e ingannato; ma potrebbero parimente due diversi scrittori di mimi, l’
uno
coetaneo di Socrate, l’altro di Augusto, aver por
Traci ed Arabi ed Americani, tutti hanno avuto il loro Androne, cioè
uno
che prima di ogni altro si avvisò di saltare e di
ffare tutti i personaggi di una favola; la qual cosa avendo osservata
uno
straniere, quest’abile danzatore c’inganna , esc
tirsi! Fra tanti magnifici ingegnosi spettacoli de’ Greci ne troviamo
uno
assai puerile. Non mancava la Grecia di ciurmator
ria instruzione, è giusto, naturale, preciso, degno di Euripide. Nè l’
uno
nè l’altro prende a parlare per mezz’ora almeno s
sti gonfio della propria robustezza e potenza prende il linguaggio di
uno
spirito-forte e beffeggia gli dei nominati da Uli
esto genere Scira nativo di Taranto, di cui Ateneo stesso dice che fu
uno
de’ poeti Italici, e si sa che Italiche si disser
olta fatica nè molta spesa, e gli Spartani se ne compiacevano come di
uno
spettacolo assai proprio per la loro frugalità. E
ergiche espressioni tragiche con lievi cangiamenti; ma formò eziandio
uno
spettacolo e una farsa particolare così chiamata.
e ingannato; ma potrebbero parimente due diversi scrittori di mimi, l’
uno
coetaneo di Socrate l’altro di Augusto, aver port
Traci ed Arabi ed Americani, tutti hanno avuto il loro Androne, cioè
uno
che prima di ogni altro si avvisò di saltare e di
ffare tutti i personaggi di una favola; la qual cosa avendo osservata
uno
straniere, quest’abile danzatore c’inganna, escla
tirsi! Fra tanti magnifici ingegnosi spettacoli de’ Greci ne troviamo
uno
assai puerile. Non mancava la Grecia di ciurmator
embiule. La Cutini-Mancini recava con sè, in più della Romagnoli,
uno
spirito di modernità e un sentimento di grande fi
ubblico dell’ Accademia Fiorentina de’ Fidenti. Non era una donna, ma
uno
spiritello, che correva per la scena con movenze
Talvolta molti secoli scorrono senza che la storia possa annoverarne
uno
solo. La pianta dell’aloè, che sta cent’anni a ge
l canto e della ragionevolezza nel tutto, giaccia obbrobriosamente in
uno
stato peggiore di una prosa infelice e meschina,
riosamente in uno stato peggiore di una prosa infelice e meschina, in
uno
stato dove né il teatro conserva i suoi diritti,
il teatro conserva i suoi diritti, nè la lingua i suoi privilegi, in
uno
stato dove la musica non ritrova immagini dà rend
e la musica non ritrova immagini dà rendere né ritmo da seguitate, in
uno
stato dove la ragioni non vede alcuna connession
le parti, né il buon senso alcun interesse fondato nelle passioni, in
uno
stato finalmente dove s’insulta ad ogni passo all
ia la forte e la più intensa della natura, è tuttavia la meno estesa,
uno
solo essendo l’oggetto che la determina e semplic
llo spettatore. In secondo luogo la necessità di riempire le scene in
uno
spettacolo, dove altro non si cerchi che di abbag
guastar i costumi e di rovinar la poesia. Nella prima mi sembra udire
uno
dei Ceteghi che rimprovera a Catilina la sua ribe
te pubblicato in Napoli è paragonato coll’Ipermestra, ciò che sarebbe
uno
stravagante quadro di Giordano posto accanto ad u
trettante energumene sanguinarie e il genitore comparisce un perfido,
uno
spergiuro, un mostro; laddove nelle Supplicanti d
a lettera al Conte Vittorio Alfieri; bisogna pur accordare esser egli
uno
de’ principali corruttori del moderno musicale te
solo per cavar d’impaccio il poeta terminando col solito formolario d’
uno
sposalizio. Gli stessi pregi e i difetti stessi s
e a rinvenirsi ha avuto il coraggio d’intraprendere in lingua non sua
uno
de’ più difficili lavori della ragione poetica qu
uttosto un farnetico divenuto giuoco della sua eccessiva sensibilità,
uno
schiavo della mollezza che ci vendica fra le sue
zio d’un’anima più ingenua, e colla non mentita allegrezza, indizio d’
uno
spirito più contento. [23] Per poco che il lettor
ente battuta e corrosa che non vi si scorgeva né un dio né un uomo ma
uno
scoglio informe, così i pregiudizi e gli abusi ha
l’impresaro. Io ho divisato non per tanto d’aprire a questo settembre
uno
spettacolo, e voglio che sia nuovo perché il pubb
era buffa, non è da maravigliarsi se i lettori non degnano di gettare
uno
sguardo sul libretto, se il poeta da sovrano, qua
do certo per altro che trovasi attualmente fra i poeti italiani più d’
uno
che compone con sensatezza e con gusto. 152. [N
sero ammessi a rappresentare in città. I noti carri di Tespi menati d’
uno
in altro luogo dovettero essere una specie di ten
teatro edificato dagli Arcadi in Megalopoli. Policleto ne architettò
uno
in Epidauro, che sorpassò in vaghezza e in propor
vano per prezzo, non è da stupirsene; e Cornelio l’adduce appunto per
uno
degli esempj della diversità de’ costumi de’ Grec
mpj della diversità de’ costumi de’ Greci e de’ Romani. La musica era
uno
de’ pregi di Epaminonda e di altri grand’ uomini
uoi versi. Eschilo musico, attore e saltatore non meno che poeta, era
uno
de’ valorosi capitani del suo tempo, e sotto di l
rispettivi cunei. Ogni coppia di queste picciole scalinate conteneva
uno
spazio, che dall’andarsi sempre ristringendo nel
corato. Due splendidi campi di onore aperse agl’ ingegni la Grecia, l’
uno
ne’ giuochi Olimpici e l’altro in Atene; e nell’u
che non sarei più entrata in nessuna compagnia buona, perchè sembravo
uno
stenterello (a quell’ epoca non v'era molta simpa
vamo fatto un sogno : stabilirci…. lasciar l’arte. Egli diffatti aprì
uno
studio fotografico in Padova ; ma lo colpi una gr
servatrici del testo : me n’ ebbi ad accorgere, vedendola più sere in
uno
stesso lavoro. La vivacità della sua dizione, la
ttosto, spero, di modestia, accennando ai giornali che le predicevano
uno
splendido avvenire nelle parti di forza e di sent
Pani Lorenzo. Nato a Firenze il 1750, fu un egregio tiranno, e
uno
de'principali capocomici dal 1785 al 1815. Morì a
Scarlatino Zoan Maria. È citato assieme a
uno
Zaccagnino, a Francesco Ruino e a Pignatta (V. Ru
i recò in Ispagna, ov’era ancora nel 1782 impiegato alla direzione di
uno
di que’ teatri.
tano Sirelli. Tale notizia venne confermata dallo stesso Mascherpa in
uno
scritto da lui presentato alla I. R. Polizia di V
e la sua Compagnia al servizio di Maria Luigia Duchessa di Parma, con
uno
stipendio annuo per quelle stagioni che doveva pa
ochissime parole. Non si occupò mai di direzione, ch' egli affidava a
uno
de' suoi artisti ; e v'eran mesi in cui non compa
nni Cristofano Amaduzzi mio dotto amico, m’indussi a credere che nè l’
uno
fosse nè l’altro. Le reliquie indicate per suo pa
ità che introdusse nell’arte pantomimica. Erode Ascalonita ne edificò
uno
assai grandioso in Gerusalemme. Prima che nella P
a tutti i filosofi, retori ed altri letterati stranieri. Era Tiberio
uno
de’ principi più avversi allo spettacolo teatrale
essi furono da lui destinati procuratori delle provincie; ne collocò
uno
nell’ordine de’ cavalieri; un altro nel senatorio
ne collocò uno nell’ordine de’ cavalieri; un altro nel senatorio; ed
uno
che da giovine avea rappresentato nella stessa ci
edica una mezza pagina di lodi a questo comico, per aver potuto, dopo
uno
studio indefesso, accurato e minuzioso, sostituir
e una sorella minore delle precedenti, e moglie di Francesco Fefferi,
uno
de’ principali attori della compagnia. Al nome di
kespear ed Otwai anche nelle mostruosità. Applaudiva il pubblico or l’
uno
or l’altro partito, e la sua approvazione data a
che cinque anni) comparve un dramma intitolato lo Cecato fauzo che è
uno
sposo che si finge cieco per gelosia66. Giovanni
o e somma intelligenza nel colorire i caratteri e le passioni. Eccone
uno
squarcio che può dar qualche idea del patetico ch
presso a precipitare nel fondo dell’abisso, ma mi fento trattenere da
uno
che pareva mi rassomigliasse. Io co’ più vivi rin
te sono lo Spirito-forte in cinque atti, e gli Ebrei, ed il Tesoro in
uno
solo. Nella prima ha ben colorita la malvagità de
1737 a Tundern, imitatore della maniera di Ossian nelle sue Poesie di
uno
Scaldo, ha dato al teatro tedesco l’Ugolino trage
quale si notano molte bassezze ed assurdità. Il colonnello Ayrenhoff
uno
de’ letterati dell’Austria ha composte più traged
lo Sposo Cieco del Krüger o col Cecato fauzo napoletano, perchè non è
uno
sposo geloso, ma un padre trincato che per tal me
o, e molte ne tradusse dal francese. Dettò varj romanzi e due volumi,
uno
di ricordi della sua vita, uno di notizie de’ com
cese. Dettò varj romanzi e due volumi, uno di ricordi della sua vita,
uno
di notizie de’ comici del suo tempo, tuttavia ine
lla vis comica. Fanciullo, non ebbe alcun amore agli studj, ma n’ebbe
uno
grandissimo al teatro, ch'egli si fabbricava da s
macilenta per fame ; che ad ogni passo verso l’agiatezza e la gloria,
uno
vedea farne contro di lui dalla maldicenza e dall
dopo di aver compiuto il corso di studj a Padova diventando in breve
uno
dei migliori brillanti del suo tempo. Fu il primo
ndovi da Brighella. Fu artista il Nicolini di non comune versatilità,
uno
degli ultimi e fortunati campioni della commedia
Letteratura e Commedia Turca. Declinando dal settentrione e dando
uno
sguardo a Costantinopoli ad oggetto di lasciar tu
more della storia debbesi la beneficenza usata da questo principe con
uno
storico Italiano. Giammaria Angiolello Vicentino
spirito imitatore fecondo da per tutto ha prodotto fra’ Turchi ancora
uno
spettacolo scenico. Ma la drammatica di questi mo
gliata ed oscura, e pareva che le sue parole uscissero dall’esofago d’
uno
che mangiasse. L'ho trovato in veste da camera, c
mmedianti che stavano tra le ventitrè e le ventiquattro, era riputato
uno
degli ultimi grandi uomini dell’arte. Chiamava og
n pur con stupor l’onde Tirrene, che di calcar seguite il bel costume
uno
i dotti Licei, l’altro le Scene.
sero ammessi a rappresentare in città. I noti carri di Tespi menati d’
uno
in altro luogo dovettero essere una specie di ten
teatro edificato dagli Arcadi in Megalopoli. Policleto ne architettò
uno
in Epidauro, che sorpassò in vaghezza e in propor
vano per prezzo, non è da stupirsene; e Cornelio l’adduce appunto per
uno
degli esempj nella diversità de’ costumi de’ Grec
mpj nella diversità de’ costumi de’ Greci e de’ Romani. La musica era
uno
de’ pregi di Epaminonda e di altri uomini grandi
e belliche. Eschilo musico attore e saltatore non meno che poeta, era
uno
de’ valorosi capitani del suo tempo, e sotto di l
rispettivi ounei. Ogni coppia di queste picciole scalinate conteneva
uno
spazio, che dall’andarsi sempre ristringendo nel
ecorato. Due splendidi campi di onore aperse agl’ingegni la Grecia, l’
uno
ne’ giuochi Olimpici e l’altro in Atene; e nell’u
Galeazzo Savorini che gli successe nella maschera, non potrei citarne
uno
che avesse compiuto un corso di studi. » Lo vedia
brevità e nettezza possibile tutto ciò che nella presente materia ha
uno
stretto legame col mio argomento ai capi seguenti
qualora si crede di ritrovar in queir oggetto la propria felicità. L’
uno
e l’altro è stato dalla natura con mirabile prove
degli Efori, il quale autorizzava colla sua compostezza e taciturnità
uno
spettacolo così strano. Gli occhi nostri lo ritro
obustezza d’animo erano qualità e circostanze atte a render innocente
uno
spettacolo così stravagante per qualunque popolo
della danza nel melodramma. [14] In tre maniere può questa entrare in
uno
spettacolo teatrale o accompagnando costantemente
avoriti; per lo che ottenne la permissione di sostituire in suo luogo
uno
schiavo, che cantasse il poema insieme col musico
fatto ballo, come non disdirebbe nemmeno rappresentandosi un trionfo,
uno
sposalizio, un’allegrezza pubblica, una festa cam
l buon senso. Difatti se tutto ciò che distrugge il fine principale d’
uno
spettacolo è da condannarsi; se il fine principal
ia intromettersi sarà sempre una mutilazione che si fa al melodramma,
uno
svagamento straniero che fa perdere il filo al re
che viene appunto a far lo stesso nel melodramma? E se sarebbe deriso
uno
storico, che sul più bello d’un racconto fatto in
ntrodotti cotesto ballo e cotesto coro, né se i poeti conservassero l’
uno
e l’altro più per l’autorità imperiosa della reli
sca per ammazzar Jason; e quando furono all’entrare, s’ammazzavano ad
uno
ad uno, ma non si vedevano morire. Dietro ad essi
ammazzar Jason; e quando furono all’entrare, s’ammazzavano ad uno ad
uno
, ma non si vedevano morire. Dietro ad essi se n’e
pur tutto pieno di fuoco, ed essa in cima con una corona in testa, ed
uno
scettro in mano sedendo sopra una nube, e da essa
zione delle pastorali da lui modulate e celebre fra gli altri divenne
uno
chiamato il Granduca. In seguito la corte di Tori
la danza e da gran numero di decorazioni sorprendenti rappresentarono
uno
de’ più ingegnosi divertimenti in quel genere. Ne
qualità de’ corpi, e queste delle più inerti non isvegliano se non se
uno
scarso numero d’imagini, laddove per gli occhi ma
ammai, e che se riesce bene una qualche volta per mille altre volte è
uno
spettacolo assurdo. La cagione si è perché la mat
ai non si genera senza la chiara percezion dell’oggetto. Come farebbe
uno
scultore che si credesse d’aver maravigliosamente
r Ezio, Fulvia, e Valentiniano. [37] Adoperando l’inventore dei balli
uno
strumento così difettoso come lo è una tragedia o
lo cercano dappertutto, finché trovatolo che s’era nascosto dietro ad
uno
scoglio, il riportano in mezzo alla scena, e danz
allora da una sala da ballo dove pigliata avessero insieme lezione da
uno
stesso maestro; ora in quella smania di far ad og
o la sua totale proscrizione potrebbe sembrar troppo rigorosa a più d’
uno
de’ miei lettori. Ned io contrasterò che atteso l
n senso; perocché allora si suppone che sia essa non un intermezzo ma
uno
spettacolo nuovo, il quale non è obbligato ad ave
eccitar la fantasia degli Spartani coll’idea del godimento aveva anzi
uno
scopo diametralmente opposto. Conobbe egli che bi
lità. Sono parecchi anni che trovasi in Napoli (1781-82) impiegato in
uno
di que’ Teatri, facendosi onore e procurando a sè
a possente sovrana dell’uomo, e in cui di mille piaceri se ne formava
uno
solo ed unico al mondo59. [Concl.2] Ma poiché l’
e due esempi di dramma, lavorati nel modo che s’è andato divisando. L’
uno
di essi è Enea in Troia, l’altro Ifigenia in Auli
nel seguente foglio I il numero 129 e continuare sino al 144; ma per
uno
de’ soliti errori tipografici si è ripetuta la nu
tanto vi si distinse che a’tempi del Bartoli (1782) egli passava per
uno
de’ migliori avvocati, sapendo anche ne’ più astr
l suo patrocinio quest’Opera Scenica allora, che se ne riproduceva in
uno
di quei Teatri la recitazione. Il Libro fu stampa
uoi ragionamenti, già riferite dal D’Ancona (op. cit.) : Io mi rido d’
uno
che lo dimandavano il figlio di Ciampolo (Giampao
amo alle stampe col titolo di motti brighelleschi. « Il tempo però ed
uno
studio più assiduo – aggiunge lo stesso Bartoli –
rono lo svantaggio in lui di una voce monotona e non insinuante, e di
uno
sceneggio sovente, se naturale, troppo confidenzi
Letteratura e Commedia Turca. Declinando dal settentrione e dando
uno
sguardo a Costantinopoli (ad oggetto di lasciar l
more della storia debbesi la beneficenza usata da questo principe con
uno
storico italiano. Giammaria Angiolello vicentino
spirito imitatore, fecondo da per tutto, ha prodotto ancor fra Turchi
uno
spettacolo scenico. Ma la drammatica di questi mo
in obligo di vmiliare à V. A. S. come oggi a mezo giorno è urtata in
uno
di questi Molini una Barca, in cui ui era la Comp
ancesco. Nato a Napoli il 1770, più noto col diminutivo di Ciccio, fu
uno
de' più chiari del suo tempo nelle parti di carat
vi riuscì compiutamente. Come attore, invece, egli avrebbe diritto ad
uno
studio accurato che ne rivelasse le alte doti. Eg
ora ristampare la commedia chiamata la Donna costante, essendo questo
uno
de’frutti della mia professione, ecc. ecc. È ques
Morelli Alamanno. Figlio del precedente,
uno
dei più forti e gloriosi artisti del nostro tempo
lla quale specialmente il personaggio di Sior Filipetto s’ebbe in lui
uno
de' più ingegnosi e brillanti interpreti, e per l
rlechino, et altri che imitano simili personaggi ridiculosi, che ogni
uno
di questi parlano a suo modo, senza osservanza di
alata. Sposa a un Giustiniano Mozzi, primo amoroso,n’ebbe due figli :
uno
maschio, il rinomato tenore, e una femmina, attri
alla scuola degli artisti che eran colla Battaglia, diventò in breve
uno
de’ principali caratteristi. In capo a tre anni d
po in Fossano una Compagnia di Comici assai faceti, capo de'quali era
uno
chiamato Toscano, che si tirava dietro un gran nu
Woller Gaetano. Nativo di Roma, fu
uno
de'più egregi artisti italiani pel ruolo di gener
kespear ed Otwai anche nelle mostruosità. Applaudiva il pubblico or l’
uno
or l’altro partito, e la sua approvazione data a
opportunità alle sue figluole di scroccare; là dove il Krüger dipinge
uno
Sposo che si finge cieci per gelosia. Esiste poi
Napoli un’ altra opera buffa intitolata lo Cecato fauzo, ed è appunto
uno
sposo che si finge cieco per gelosia, come quello
ed intelligenza nel colorire i caratteri e le passioni. Ne recheremo
uno
squarcio che darà qualche idea del patetico che v
presso a precipitare nel fondo dell’abisso, ma mi sento trattenere da
uno
che pareva che mi rassomigliasse. Io co’ più vivi
1737 a Tundern, imitatore della maniera di Ossian nelle sue Poesie di
uno
Scaldo, ha dato al teatro tedesco l’Ugolino trage
quali si notano alcune bassezze ed assurdità. Il colonnello Ayrenhoff
uno
de’ letterato dell’Austria compose più tragedie e
cava gli effetti nella varietà delle voci, di cui, dicesi, egli aveva
uno
scatolino. L’originale non dava dunque troppa gar
a recitar le parti comiche, e dopo di essere stato un anno con lui e
uno
con Beltramo e Della Guardia, si scritturò con Pa
razione, il quale affetto sostituito ad ogni altro rendeva pregievote
uno
spettacolo contrario per se stesso al buon senso.
discorso pura e regolato, ma non saranno giammai sufficienti a formar
uno
scrittore eloquente. La forza degli argomenti, la
prima vista né straordinario, né difficile ad ottenersi, è nullameno
uno
degli sforzi più grandi che abbiano fatto i moder
Antonio Perti bolognese abbastanza noto in Europa e per essere stato
uno
dei primi maestri nella musica di chiesa, e per a
iascuno stromento necessario in parte al fine propostosi, non dovea l’
uno
impedir l’azione dell’altro cosicché il basso, pe
di Zeffiro, gli fu presentata al sortire dà una maschera sconosciuta
uno
smeraldo di gran valore. Io ho veduto un suo ritr
i fecero ben tosto sviluppare i portentosi suoi talenti pel canto. Ni
uno
a’ tempi nostri ha sortito dalla natura còrde più
come a torto il chiama il Conte Algarotti 90, il fece anzi comparire
uno
de’ più rinomati cantori del suo tempo. Antonio R
lani e Pio Fabri, tenori eccellenti, Bartolino faentino, e il Minelli
uno
di que’ cantori che hanno a’ tempi nostri possedu
uso quotidiano del teatro, una gran cognizione critica della storia,
uno
studio filosofico, analizzato e profondo del cuor
oluto adombrar il vero, o recar onta alle glorie della loro patria. L’
uno
si è il signor conte Benvenuto di San Raffaele re
e settecento, ove colla licenza che permette la maschera, schiera ad
uno
ad uno con festiva ironia tutti i difetti che dom
ecento, ove colla licenza che permette la maschera, schiera ad uno ad
uno
con festiva ironia tutti i difetti che dominavano
Orsola Cecchini. » A corredo poi dell’articolo, pubblica tre sonetti,
uno
di Gio. Bernardino Sessa, che sta in fine delle r
o Delfa in tragedia, ispirò un sonetto al Sofferente Incognito (12) e
uno
all’Astratto (16) ; un madrigale al Riparato (51)
ognito (12) e uno all’Astratto (16) ; un madrigale al Riparato (51) e
uno
all’Affilato (85). Per la Pazzia di Flaminia, scr
città di Toscana, e tornò a Firenze ov’ebbe l’egual fortuna. Mortogli
uno
zio prete assai dovizioso, lasciò il teatro, e si
bellezza della voce, e soprattutto la grandezza dell’ingegno, diventò
uno
de’ più egregi attori del suo tempo. Fu, qual pri
costumi, ma tanto si diè allo studio, che in brevissimo tempo divenne
uno
de’ più forti artisti de’ suoi giorni. In alcune
a, ne restò vedova dopo alcun tempo. Vezzosissima attrice e dotata di
uno
spirito singolare, volle abbandonare le parti in
condia, e la natural comicità. Passò poi col Pianizza a Napoli, « e i
uno
di que' teatri – dice Fr. Bartoli – si fece conos
e ed Elisa. Figli di Carlo Berti e di Giovanna Mazzarelli, nacquero l’
uno
a Treviso il 17 gennaio del’ 1870, e l’altra a Tr
ucato alla scuola dello Zaccone, col quale fu per alcun tempo, è oggi
uno
de’ migliori amorosi del nostro teatro di prosa.
tenente alla fine della sua carriera, lo dipingeranno forse meglio di
uno
schizzo di Vanloo. Oltre alla corrispondenza del
ndo egli annunziare al pubblico lo spettacolo del domani, fe’segno ad
uno
degli spettatori, l’altro aveva già preso la port
ualche scena era stata fatta da un autore, ma l’insieme dell’opera da
uno
scolaro…… Il suo errore principale, per esempio,
uovo grande trionfo per l’Arlecchino Bertinazzi, non pare ne segnasse
uno
per l’autore. Il Des Boulmiers (ivi, pag. 498) ch
le parti che per natura o per arte loro si attagliano ; ed è raro che
uno
, o due al più, possano rappresentare differenti c
tale attrice, ne verrebbe gran vantaggio all’arte…. Al pubblico certo
uno
grandissimo ; chè la varietà delle Compagnie prod
restituì a Firenze, ove, aperta una bottega di libri antichi, doventò
uno
dei più pregiati e intelligenti librai, ed ove mo
ere stato il Calcese giureconsulto. Comunque fosse, egli ebbe fama di
uno
de’ migliori comici del suo tempo, nè solamente a
tta, chè a cagione appunto della sua melensaggine, riuscì, egli dice,
uno
de' più dilettevoli personaggi della commedia.
il seguente sonetto con in fronte il ritratto qui riprodotto. Opera l’
uno
e l’altro, a quanto sembra, dello stesso autore,
te con la intelligenza, mercè la quale, toltosi dal recitare, diventò
uno
de' più abili capocomici e direttori. Formò una s
andola qual cosa sua. Laudivio, poeta natìo del regno di Napoli137, e
uno
tra coloro che componevano l’accademia del Panorm
lennemente rappresentare in Roma dal sopraccennato Cardinal Riario; l’
uno
in prosa latina (trattone l’argomento e ’l prolog
volte in Lipsia nel principio del XVI secolo. Leon Battista Alberti,
uno
de’ più gran valentuomini de’ suoi tempi, nato se
ivolgata come sua, e dedicata al marchese di Ferrara Leonello d’Este,
uno
de’ più dotti principi della sua età e de’ più sp
pure in tal periodo due componimenti drammatici d’uomini di lettere;
uno
di D. Errico d’Aragona, marchese di Villena, ch’e
ni, della musica e della poesia, compongono quel tutto concatenato ed
uno
che appresso portò il titolo di opera. 142. Chi
militari, di sospensioni meravigliose, fatta in somma per presentare
uno
spettacolo degno di ogni attenzione. Longino otti
sospensioni e cautele erano indispensabili per disporre l’uditorio ad
uno
spettacolo oltremodo atroce di un figlio che si b
rmezzi è cantante, nel giudizio è parlante come ogni altro attore, ed
uno
solo favella pel resto, la qual cosa si osserva i
e sì spesso declama contro gli antichi, ne adottò la decisionea. Nè l’
uno
nè l’altro erudito in leggendola consultò il cuor
decorate dal ballo del coro; nè altra differenza può ravvisarsi tra l’
uno
e gli altri, se non quella che si scorge ne’ cara
a di Sciro in Atene, nella quale Cimone nominò i giudici scegliendone
uno
di ogni tribùa. Atene dovette all’istituzione di
poneasi alla contemplazione e al l’esercizio colla musiea, anche Chun
uno
de’ più celebri imperadori Cinesi, che secondo gl
ndare al palazzo dello sposo, e si congeda da Cano. Giova trascrivere
uno
sqarcio del loro dialogo. «Sac. Permettete, o Pa
più il più brutto di tutti gli uonrini, le segue e le accompagna con
uno
strumento di rame chiamato nell’India Tam. Mentre
aver notizia che il Ludolfo ha fatto un lessico Etiopico, l’Antequil
uno
del linguaggio Zend, Haex del Malaico, Clodio del
desimo anno trionfare nelle quattro parti del mondo, venga intitolato
uno
scritto che ragiona di poesia, di musica, di cose
anta la probabilità che il nome di Arlecchino venga dall’essere stato
uno
zanni protetto da Achille di Harlay, primo presid
rbarie le moderne nazioni Europee, prima di avere chi potesse dettare
uno
squarcio di prosa competente, abbondarono di Trov
cono nuovi bisogni e nuovi mali. Il teatro che vuol considerarsi come
uno
de’ pubblici educatori, per rimediare a que’ mali
poesia non tocca l’eccellenza se non quando la nazione giunta sia ad
uno
stato florido, e quando i vizj dell’uomo colto e
sima, esercitava su’novizj e su’ provetti un fascino ineffabile : non
uno
de’ vissuti con lui o sotto di lui che non ne abb
ata, scoppiavan risa convulse ; ma il pubblico era sempre in faccia a
uno
specchio di vera eleganza…. Dire delle lodi tribu
lo smembramento di essa ne segnò il materiale e morale scadimento. In
uno
slancio di megalomania, profondamente convinto, n
alorché si consiglia coi grandi della nazione intorno alla scelta di
uno
sposo. Chi può frenare il riso in veggendo un Tim
gliano ancor sul teatro comparir que’ tali, che sono, che si facciano
uno
scrupolo di mentire al pubblico e (come diceva a
. Per mettere in tutto il suo lume una proposizione che profferita da
uno
straniero in mezzo alla Italia può forse comparir
iano loro tanto di modestia e di buona fede quanto basta per degnar d’
uno
sguardo le osservazioni di un amatore del bello,
ni aggradevoli. L’armonia è, per così dire, il legame o vincolo fra l’
uno
e l’altra siccome quella che modifica l’accento s
musica, giustifica l’intervento di essa, anzi lo rende necessario. Ma
uno
stato dove la passione s’esprime per reticenze e
ella poesia e degli strumenti come di due interlocutori che parlano l’
uno
dopo l’altro. Ed è qui appunto dove più che altro
aga ed incerta s’appiglia pure ad un qualche partito, o si risolve in
uno
o più sentimenti determinati, allora l’accento de
ossa degli strumenti è incitata e veloce. Sarebbe lo stesso che se ad
uno
che anela nel corso, altri gettasse fuori di stra
estremamente assurde e ridicole le arie obbligate dove la voce imita
uno
stromento sia da fiato ossia da corda. Lo scopo d
o prima di finire. Chi sei mangia fra’ denti, chi lo canta ridendo. L’
uno
strilla, l’altro balbutisce e il terzo scivola.
derne ballerine del Suratte descritte con penna rapida e brillante da
uno
storico filosofo lo sono nel preparar eruditament
cazione. [48] Diffatti se l’imitazion teatrale si proponi due fini, l’
uno
la rassomiglianza della copia che imita coll’orig
ureurs ton pays accablé.»143 [51] Eppure (mi sento opporre da più d’
uno
) le vostre invettive sono altrettanti colpi dati
sofisma, il quale ridotto in massima dalla ignoranza e avvalorato da
uno
spezioso pregiudizio, è quello che cagiona l’este
ualche cosa di peggio. Quindi la sorpresa mista di sdegno colla quale
uno
straniero nuovo alle impressioni riguarda l’insul
misura del tempo e del movimento, che troppo è difficile conservar l’
uno
e l’altro nelle carte musicali prive dell’aiuto d
ato, del vero non m’hanno incallito l’orecchio contro le seduzioni di
uno
stile pieno di artifizio e di sorpresa, Pacchiero
un qualunque lavoro poetico, ora al recitar un poema, ora al declamar
uno
squarcio di orazione rettorica, e talora (come ne
verle tutte, e che nei dialoghi era a quando a quando accompagnata da
uno
strumento che rimetteva in sesto la voce quando a
gli Antichi. Quello di Marcello che conteneva venti mille persone era
uno
dei più piccoli a paragone di quello di Scauro do
ostetti) nel Bersagliere di Roma : Carlo Romagnoli tenne meritamente
uno
dei primi posti fra i nostri attori. Aveva bella
, radici solide e profonde nella Corte (si vuole che lo Scolari fosse
uno
Zanni perfetto), spirito bizzarro, irrequieto, in
iani, che a coppia a coppia, per solito (un Magnifico, o Pantalone, e
uno
Zanni, ossia : un padrone e un servo), si recaron
no prigione è se l’ esaminarano li essami non si confrontariano dell’
uno
e dell’ altro è potrebbe succedere del danno tant
quattrino in pranzi e cene da pazzo. Ridotto al mendicare, ricorse a
uno
strattagemma che l’arte gli suggerì. Egli recitav
orona tragica non ancora toccata. E per conseguirla attese a formarsi
uno
stile grave e sublime e maestoso e spoglio della
osservare nelle aringhe de’ Greci oratori con quali forti ingiurie l’
uno
contro l’altro essi si scagliassero nel Pritaneo
, figlio di Atreo famoso per la scellerata cena e di Cressa colta con
uno
straniero. Dopo ciò arriva Ulisse, e cerca di pla
. È mai naturale che egli avesse due volte valicato in tempo sì corto
uno
stretto di sessanta miglia italiane interposte da
ardisca contrapporle? Certo niuno b. Si apre sì bel componimento con
uno
spettacolo curioso e compassionevole. Vedesi in u
agione che soggiungo. Se fossero stati semplici individui accresciuti
uno
per volta, ne seguirebbe che Eschilo non avesse i
oncepirsi un luogo stabilmente composto di diversi membri, tra’ quali
uno
vene fosse fuor di mano nè da altri prima frequen
o dalle guardie borboniche, che gli trovarono un rapporto politico in
uno
stivale. Liberato poi, e cambiato il governo, egl
n farne altri mai più. La serbò in vita un marinaio, che trovavasi in
uno
schifo, vicino al sito dove gettossi, afferrandol
ce armoniosa, la fisionomia aperta, la figura adatta al suo ruolo, fu
uno
de' più reputati caratteristi del suo tempo. Le c
a leggere ciò che in tal questione scrisse giudiziosamente M. Diderot
uno
de’ più rinomati ragionatori moderni della Franci
ntazione posta in musica dallo Zarlino per Errico III in Venezia, che
uno
sbozzo e quasi un preludio dell’opera. 149. Mura
scritta come si conviene, non vi sarebbe maggior disconvenienza, che
uno
morisse cantando, che recitando versi. 151. Cas
esso, che nella serpe divien veleno e nell’ape si converte in mele) l’
uno
impugnate, l’altro trascritte. L’impugnò il Lampi
n si sia curato di citar la fonte onde bevve, pur mi piace di recarne
uno
squarcio: Los Cantores Son acaso los unicos
ternativamente, ancora col Rossi, e con Pietro Rosa. Ebbe tre mariti,
uno
dei quali, il secondo, a noi sconosciuto. Gli alt
i copia del suo maestro, che chiudendo gli occhi si poteva scambiar l’
uno
con l’altro. Uscito dalla compagnia, ne formò una
a intelligenza e per la vivacità non ebbe chi gli stesse a fronte. Fu
uno
de'principali ornamenti della Compagnia di Antoni
’intrecciavano pezzuole bianche-gialle tra palco e palco, intanto che
uno
scelto coro di cantori venuto per le musiche sacr
del Re, e da Renata di Romilly, Duchessa di Cheures ; rappresentati l’
uno
da Michele La Caille de La Tour, suo scudiere, l’
Orvieto il 2 ottobre 1694 al fine di ottenere il passaporto per sè e
uno
per tutta la sua Compagnia : il che fa credere es
immaginazione gli traevano, per così dire, dal nulla, e presentavano
uno
spettacolo tutto nuovo. Di là uscirono quelle mar
. Tutto è inutile; egli è fermo nel suo pensiero; si congeda, cavalca
uno
scarafaggio sull’ autorità di un apologo di Esopo
e, ma l’argomento n’è indecentissimo. L’Ateniese Lisistrata moglie di
uno
de’ primi magistrati si fa capo delle donne Grech
to colle formalità tragiche, mettendo, in vece di sangue, del vino in
uno
scudo. I comici non lasciavano occasione alcuna d
ione prendere il sostentamento di ciascuno; perocchè non mi piace che
uno
straricchisca, mentre un altro manca del bisognev
ace che uno straricchisca, mentre un altro manca del bisognevole: che
uno
possegga moltissima terra, intanto che un altro n
to che un altro non ne abbia pure una spanna per esservi sepolto: che
uno
sia circondato da una folla di schiavi e un altro
). La satira de’ poeti contemporanei, e spezialmente de’ tragici, era
uno
de’ principali oggetti della commedia antica, non
gli. L’angustia di Mnesiloco vicino ad essere scoperto dovea produrre
uno
spettacolo assai piacevole. Egli si spaventa e l’
i nel vasto teatro Ateniese, che comprendesse due membri, de’ quali l’
uno
rappresentasse parte di una strada, e l’altro il
e l’altro il tempio di Cerere adjacente, il luogo in tal caso sarebbe
uno
. Le Rane (Βατραχοι). Eschilo, Sofocle ed Euripide
tte per ispaventarlo; ma egli è bravo, non conosce timore. Sente però
uno
strepito, e comincia a temere. E’ curiosa in ques
te senza dar segno di dolore, sarà certamente Alcide. E’ battuto or l’
uno
or l’altro: vogliono lamentarsi, ma si trattengon
de’ pulcinelli e degli arlecchini, ma è vivace e ridicola. Un pianto,
uno
sdegno che convenga occultare, un riso o dissimul
della musica apposta alla loro poesia. Sembra che Euripide ripetendo
uno
squarcio di qualche dramma di Eschilo, lo declami
upo, a un toro? Esse si trasformano in quello che vogliono. Se vedono
uno
zotico come Senofonte, prendono la forma di centa
a prima gli Ateniesi a tale rappresentazione, non essendo preparati a
uno
spettacolo così strano. Ma lo stupore sì dissipò
a cui Pistetero insinua a misurar solo se stesso: ottima lezione per
uno
stuolo di sedicenti matematici. Tutti questi ozio
centi matematici. Tutti questi oziosi vengono discacciati, come anche
uno
spione ed uno che si spaccia per giureconsulto e
ci. Tutti questi oziosi vengono discacciati, come anche uno spione ed
uno
che si spaccia per giureconsulto e venditore di g
e del cane; indi decreta che al cane reo sia ficcato dove meglio stia
uno
stoppino e che si accenda e si consumi l’ oglio a
adrone (aggiugne Demostene) al principio del passato mese ha comprato
uno
schiavo tintore di pelli, di nazione Paflagone, c
d’ungerti Gli stinchi incancheriti. Cle. Ed io vo’ svellerti Ad
uno
ad uno i grigi peli, e renderti Un giovinastro
ti Gli stinchi incancheriti. Cle. Ed io vo’ svellerti Ad uno ad
uno
i grigi peli, e renderti Un giovinastro rigogli
solo, o Pluto, tutte s’inventarono le arti e le astuzie: per te solo
uno
taglia corami, uno è fabbro, un altro muratore, u
te s’inventarono le arti e le astuzie: per te solo uno taglia corami,
uno
è fabbro, un altro muratore, un altro ruha e fa b
, e composero essi pure delle favole coltivando la commedia nuova; ed
uno
di essi spiccò singolarmente più nel rappresentar
lora si separò dal teatro, nè più si agitarono questioni politiche in
uno
spettacolo di puro divertimento. Si circoscrisse
gli Apollodori che coltivarono la poesia teatrale, se ne trovano tre,
uno
Siciliano di Gela, uno Ateniese, ed uno Carisio.
ivarono la poesia teatrale, se ne trovano tre, uno Siciliano di Gela,
uno
Ateniese, ed uno Carisio. Essi fiorirono nella co
teatrale, se ne trovano tre, uno Siciliano di Gela, uno Ateniese, ed
uno
Carisio. Essi fiorirono nella commedia nuova; ma
tradette dalla storia, e debbono tenersi per semplici esagerazioni di
uno
zelo virtuoso che aspira al miglioramento de’ tea
no verso il fondo del teatro, vadano sempre salendo di qualche once l’
uno
sopra l’altro, e similmente vadano di qualche onc
fuori. In tal guisa meglio si affaccia ogni palchetto alla scena; e l’
uno
non impedisce punto la vista dell’altro; massimam
ppresentazioni, la maestà si conserva dell’antico teatro dei Greci. L’
uno
è del Sig. Tommaso Temanza, uomo raro, che ne’ su
ancora molti anni, consecrato in Berlino ad Apollo e alle Muse; ed è
uno
dei primari ornamenti di quella città regina. 5
i (Napoli, presso Egidio Longo, 1629). A lui fu affidato il prologo e
uno
dei servi, in compagnia di Geronimo Pescara. La c
Volle poi formar Compagnia, e s’unì in società (1855-56) con Vestri,
uno
dei cognati. In quella Compagnia la Virginia Mari
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