/ 119
1 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 159
resso Sia il tuo bel cor ; essi (non l’abbi a sdegno) Fan testimon di tua bell’alma espresso ; Così quest’opra tua recando
bi a sdegno) Fan testimon di tua bell’alma espresso ; Così quest’opra tua recando al segno, Gli atti, gli accenti che t’è u
2 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 363
dalla sventura | che fra gli stenti al lavoro | consacrasti tutta la tua vita | la tua figlia adelaide | che amavi tanto e
a | che fra gli stenti al lavoro | consacrasti tutta la tua vita | la tua figlia adelaide | che amavi tanto e che sì presto
3 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 340-342
disertato la bandiera di monsignor Domeniconi, placida vittima della tua tirannia. Lo rimpiangerai…. ma io già non credo c
liono trovare un infaticabile che ti valga ? Quando tu convertirai la tua lupa, la tua fame di recitare in fame di dirigere
un infaticabile che ti valga ? Quando tu convertirai la tua lupa, la tua fame di recitare in fame di dirigere, tu spingera
4 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1019-1020
iva, ai fascini di un’idealità che si rispecchia nel vero. Tale fu la tua arte, o povera gentile Pierina, su questa l’arte
utti gli entusiasmi della giovinezza adorasti, perchè di lei, e della tua vita, non ti fosse ignota nessuna delle gioie, de
5 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 772
o l’arte come un amante appassionato, ed essa porterà il lutto per la tua immatura scomparsa. Se le tue ossa rimangono pred
ionato, ed essa porterà il lutto per la tua immatura scomparsa. Se le tue ossa rimangono preda del micidiale Brasile, il tu
6 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1016-
ti sonare dintorno il vasto riso dei popolosi teatri, suscitato dalla tua comicità arguta e gentille. Ma chi soltanto prese
eccezione, i migliori artisti e scrittori d’Italia all’annunzio della tua morte, è il più grande elogio su questo feretro.
, è il più grande elogio su questo feretro. A me, vecchio amico della tua famiglia e di te, tocca oggi di darti piangendo l
7 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 418
tto incerto potrìa fortuna a te render fugace. Saggio Consiglio. Alle tue mire ardenti sacro nume immortale appresti aita e
e appresti aita e i tuoi desiri alfin fausto contenti. Nell’imminente tua fatal partita pianga la figlia, il genero sgoment
8 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 841-848
ri e l’onda, che di Parnasso i lieti Campi irriga qual desir nuovo la tua mente instiga di far prima in virtù chi t’è secon
a in virtù chi t’è seconda ? Se più d’ogni altra di sapere abbonda la tua bell’alma, tu sol la Quadriga dei guidar di tua g
di sapere abbonda la tua bell’alma, tu sol la Quadriga dei guidar di tua gloria ; ogni altro Auriga di Climene al figliuol
ssimo, se ’nchiostro Dovessi oprar quant’ ho versato sangue Per colpa tua , l’opra fariami essangue. Tolto da lui dove col s
potesti salvar da la nemica Voragine, benchè Mida si lagni La patria tua , benchè la moglie pianga. Averrà me, che franga O
fine Rimaso se’ di mie speranze incerte Scherzi : ma non giamai qual tua sorella ; Cui freschissime rose in calde brine Da
9 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 142-145
ori che calzan coturno e veston manto, debbono umiliarsi dinanzi alla tua modesta livrea ! O quanti Edipi, quanti Eteocli,
ebbero fortunati di essere Meneghini ! Nè fu colpa del destino, ma fu tua scelta, se tu ti aggiri nei trivii di Milano, anz
esti un pagliaio. Fatevi innanzi, o filosofia, ed ammirate ! Ma se la tua parte non è quella d’un eroe, consolati, o Moncal
10 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1005-1006
letti, che ciascun pur senti te innalzar fra le bionde Dee Camene. Di tua virtude il luminoso fregio, di tua beltà l’impare
alzar fra le bionde Dee Camene. Di tua virtude il luminoso fregio, di tua beltà l’impareggiabil vanto ben accrescono in te
11 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 526-529
ci atti, e il riso, e i cari vezzi ; e per maggior mia pena, la Suora tua , ch'or vedi in Paradiso, la tua partita a ricorda
zi ; e per maggior mia pena, la Suora tua, ch'or vedi in Paradiso, la tua partita a ricordar mi mena. Figlio, io già non t’
al Sol, che alluma il benedetto chiostro ; ma quando avvien che a le tue grazie io pensi, piango me, di te privo, e il mor
12 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Venezia il 31 10bre 1837.E il 14 novembre : » pp. 389-402
osto le sue pretese ; a cui il Monti risponde il 21 dicembre : Dalla tua ho rilevato che tu o non hai piacere di far parte
ttera la Bettini risponde colla seguente : Mio Caro Monti, Ricevo la tua 21 spirante e la riscontro al momento. Si vede ch
contro al momento. Si vede che tu conosci poco il mio carattere – per tua norma io sono seria sempre e non amo per nulla sc
io contraccambiamo gli augurj che c’invil per il nuovo anno. Salutami tua moglie e credimi pure mai sempre Venezia il 31 1
mi tua moglie e credimi pure mai sempre Venezia il 31 10bre 1837. La tua Obb. ma amica Amalia Bettini. Il 14 gennaio 1838
ll’appalto ad uso comico. Le prime 4 commedie e le prime 4 tragedie a tua scelta ed oltre de’ riposi che dà la piazza, uno
41 scrive : « Ebbene, abbandoni la professione ? Dobbiamo piangere la tua perdita come abbiamo fatto poco tempo indietro pe
il tuo merito singolare…. …. Questi signori non attendono che questa tua risposta ed io egualmente onde non restarmene in
amico Gaetano Gattinelli. E il 14 novembre : Eccellente Amalia, La tua lettera gelò il sangue a que’ tali che ideavano a
13 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 212
il sembiante Vaccin volse che avesse, perchè Giove a goder le grazie tue acciò ch’Argo verun nulla sapesse, verrebbe giù d
14 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
mmi reca il seguente : ALL' ANGIOLINI-ZANONI Imita nel mestier la fu tua madre. Abborrisci la lingua di tuo padre. Certo
15 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 639-643
o inuitto Signor, superba attrice, ecco che ’l Ciel t’honora, e à la tua chioma ogni fauor destina : ecco la terra ancora
ra, e à la tua chioma ogni fauor destina : ecco la terra ancora a’ le tue palme, e’ a’ tuoi trofei s’inchina, et per l’onda
: sott’armi favolose son veri duoi, & vere piaghe ascose : poichè tue luci infeste ravivando i già spenti ancidono i vi
16 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
la voce isciogli al canto. Ma nell’ampio del mondo orribil Vallo, Per tua gloria maggior vinci poi tanto, Che pure hai l’al
17 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 181
on osa. « Melpomene, che grave il cuor conquide » sembri, e poi colle tue spoglie cangiate sei Talìa, che l’error percuote,
18 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Bologna, 23 dicembre 1639. » pp. 5-7
olto, per figlio avesti il mio verace amore. Io venni ad osservar la tua Pazzia sulla scena baccante, e con tormento non s
. Ebbi un cieco per guida, e a passo lento, con timor conduceami alla tua via, per non aver altr’oro allor che al mento. »
19 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 616-618
pur, delle muse illustre dono, i dorati coturni o i lievi socchi ; a tua voglia or diletti, or fai, che al suono de’ tuoi
tingi D’innocente onestà Se la difficil fingi Cara semplicità ! Dalla tua voce scende Magica non so che ; Si sente, e non s
20 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 183
e e mira ti giura Angel Celeste ai gesti e al viso, e all’alte grazie tue fervido aspira. E in un rogo d’amor da sè diviso,
21 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 521
rmi Che stian su l’ale taciturni i Venti ; E so che Febo a l’immortal tua laude Vili tenendo al paragon suoi carmi Lascia l
22 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 201
il piacer degli eccellenti attor, che tanto insuperbir li fero. Su le tue scene Arrisi oggi rinnova i prodigi che un di l’a
23 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
zaffiri. Ne’ più vaghi concetti, o Cintia, spiri, qualor tu sei alle tue suore intorno, di costei, che non so, quando a le
24 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 915-921
e m’onora e spaventa ? O generoso popolo d’Antenòr, tu sol tu puoi la tua speme avverar : se tutti i frutti, quali ei si si
piede, e il sanguinoso Coturno Sofocléo, novella apparve Carolina la tua figlia d’ amore Orme a stampar su le Romulee scen
erebbero ancor Roscio ed Esopo, Mentre su questi candidi papiri Della tua figlia a delibar le sacre Non vendevoli laudi imp
25 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 203
risuonar d’intorno. E l’attonita Udienza ognor più folta pende dalle tue labbra ; e al chiaro giorno preferisce la notte,
26 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 728-730
ro. Ers. Sarà vinta al sicuro. Ost. Tale già si confessa vinto da tua beltà questo mio core. Ers. Eh, parliamo di gue
he dunque farai ? Ost. Vinto già in guerra, chiede pace ottener da tua pietade il core. Ers. Eh, parliamo di guerra e
27 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 671
’esca infelice : saprà per eternarlo un Giove ultrice ( ?) eternar le tue pene in una ruota. Ogni cosa qui ruota : e Cieli,
28 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 656-657
i applausi e cari, lunga d’amanti e catenata schiera ; e delle glorie tue l’istoria intera lo stral che ne trafisse anco di
29 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 549
cava aiuto al Modena, il quale da Palmanova rispondeva : la posizione tua e di tutti voi mi lacera le viscere ; ma io non p
30 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 35-37
aprino, che voi sete, suo amico. Gra. Tn sa dir al to concet, zuè la tua vpilation, tu vuo dir Mad. la qual parland cun mi
ma perdes qstù, a mi la free po castrà da vera, va mit zo qste rob, e tua quel cha t’hò dit, e vsa bona salcizza da Vdine d
31 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 216-226
germogliando sotto le amare spine della vita il vago fior dell’anima tua , quasi presago d’un destino miglior, splenda inco
sanguinei tetti ! Cessa, Adelia, dal piangere ! Perenne ti porgerà la tua virtù conforto. Pensar tu dèi che di chi fece il
, pia creatura, Mi lega d’invincibili catene, E seguirò coll’anima le tue Poche gioie, o diletta, e i tuoi dolori Sin che t
32 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 504-506
ha, non ha parola questo misero sogno della vita, che non prenda alla tua perfetta scuola bellezza insuperabile, infinita.
33 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 745-749
inacce e i crociti…. Bisticcio. Tu ti picchi ? Anch’io mi picco alla tua picca, se hai la pecca di aver pacche, non t’appi
è a lutto non fai motto ; tu mi batti, io ti ribatto, e in baratto di tua botta, io ti butto giù in un botto ; se sei dotto
34 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 644-646
i di Grecia il furor, se mite mi doni un sorriso s’io bacio la chioma tua d’or ! » E dolce la bionda figura nel sogno sorri
35 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 697-702
uista al ciel nel mal sommerso. MADRIGALE Ev l’aria rimbomba de le tue glorie, e del tuo dir facondo : degna, ch’ il cie
e rubini, tesor de l’ onde, onor de i gioghi alpini ? Nel foglio di tua gota leggo già ; ch’ alta gemma è vetro vile (lap
36 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE II — LIBRO X ed ultimo » pp. 161-344
a rivedrai, ch’io stessa Più non vedrò, senza rossor potrai De la tua figlia rammentarti, e forse Non fia l’ultimo fr
De la tua figlia rammentarti, e forse Non fia l’ultimo fregio a le tue glorie Qual viss’ ella fra i ceppi, e qual mori
. . . Oh tu del mio destin compagna amata, Rimanti in pace . . . tue virtù coroni La sorte amica, e i giorni tuoi me
lvo, Che il ciel m’avea già destinato sposo, E mi ritolse . . . a tue promesse, a i voti Conservati fedel . . . siegu
alvo . . . deciso è il mio destino . . . Dividerci convien . . . Di tua virtude Mi fido, Albumasar . . deh tu consola
confonda insieme Il lor sangue col mio. Ricuso, Enrico, L’offerte tue , la tua pietà. Enr. L’offerte tue, la tua pietà
insieme Il lor sangue col mio. Ricuso, Enrico, L’offerte tue, la tua pietà. Enr. L’offerte tue, la tua pietà. Vuoi d
mio. Ricuso, Enrico, L’offerte tue, la tua pietà. Enr. L’offerte tue , la tua pietà. Vuoi dunque Perir, ed io deggio
cuso, Enrico, L’offerte tue, la tua pietà. Enr. L’offerte tue, la tua pietà. Vuoi dunque Perir, ed io deggio soffrirl
teco sì crudel? Ana. Ad esser teco sì crudel? Virtude. Enr. Ma la tua vita? Ana. Ma la tua vita? Io non la curo. Enr
Ad esser teco sì crudel? Virtude. Enr. Ma la tua vita? Ana. Ma la tua vita? Io non la curo. Enr. Ma la tua vita? Io n
Ma la tua vita? Ana. Ma la tua vita? Io non la curo. Enr. Ma la tua vita? Io non la curo. Oh Dio! E se perisci inta
nnocenza . . . o vero Sostegno de’ Templarj! Il cielo, Enrico, Le tue virtù coroni ed a te renda La dovuta mercede:
o ancora . . . Da quel globo di luce, ove tu splendi, Stendimi la tua destra . . . amato padre . . . Stendila pure al
ma espressione di Gerbino: E m’è concesso d’esalar di nuovo Sulla tua mano il cor sciolto in sospiri. Di nuovo? si p
iero a forza di tormenti, Del facondo martir la certa prova Della tua mente ogni dubbiar dilegui. Dare il parlare all
e 1 Come vi piace ognor fate governo. Questa vita, e quest’alma è tua . Disponi Arbitro ognor di me, del mio destino.
obrietà espresso, gli dice,      “Perchè mai stringi L’imbelle madre tua , e ti raccogli Nel seno mio, quale augellin rifug
ue? Bru. Che far vuoi dunque? O salvar Roma io voglio, O perir di tua mano. Si separano fermi l’uno di secondare la p
uel funesto presagio tuo più che te stesso . . . Non ti smarrire, son tua , voglio esser tua... Non so morire? Anche acconci
io tuo più che te stesso . . . Non ti smarrire, son tua, voglio esser tua ... Non so morire? Anche acconcia alle circostanze
e dice partendo,      Non mi seguir . . . Festeggia Nelle ricerche tue , sogna, vaneggia; quel festeggia nelle ricerche
Del morto sposo,   Parlami . . . accennami,   Che vuoi da me? La tua di lagrime   Bagnata Elvira Di sangue a tinger
ventura. Eug. No, non sperar, ch’Eugenio sopravviva Alla perdita tua . Rach. Alla perdita tua. Saprà Rachele, S’è v
perar, ch’Eugenio sopravviva Alla perdita tua. Rach. Alla perdita tua . Saprà Rachele, S’è ver che nel tuo petto ancor
37 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO I. Teatro Spagnuolo. » pp. 4-134
, (Ne soffra anche il tuo onor: chè l’onor tuo È nulla ove son io) la tua sovrana A non sdegnar; ove ella volga il guardo N
osse vera. L’onore ancora avventurar dovessi, Pensa a qual rischio la tua vita esponi. Specchiati in questa immagine del ve
r tacendo. Die. Scelgo il morir, ma palesando al mondo L’amor tuo, la tua fe. Isa. L’amor tuo, la tua fe.Sai ch’ho un mari
ir, ma palesando al mondo L’amor tuo, la tua fe. Isa. L’amor tuo, la tua fe.Sai ch’ho un marito. Die. Io, io son tuo marit
Isa. E l’onor mio? Die. E l’onor mio?Tutto si perda omai. Isa. E la tua vita? Die. E la tua vita?Oggi finisca. Isa. E l
ie. E l’onor mio?Tutto si perda omai. Isa. E la tua vita? Die. E la tua vita?Oggi finisca. Isa. E la tua vita? Oggi fini
mai. Isa. E la tua vita? Die. E la tua vita?Oggi finisca. Isa. E la tua vita? Oggi finisca.E il mio Consorte? Die. Conso
agio Tanta infamia si udì? Quella che amasti, Nè vo’ già dir la sposa tua , tu stesso Meni di un altro in braccio? Il giusto
mpio capo Recida… Ma che dico ? Oimè, ben mio, Mio sposo, mio signor, tua schiava io sono, Fa di me quel che vuoi. Ma se ti
. Ma se ti offesi, Se nel tuo sdegno incorsi, uccidi, mora La schiava tua senza cangiar catena. Splenda a te sempre mai pro
voti Dal Ciel t’implorerò giorni felici Quel tempo che il dolor della tua assenza, Della perdita tua, mi lasci in vita. E s
iorni felici Quel tempo che il dolor della tua assenza, Della perdita tua , mi lasci in vita. E se Beatrice ingelosir pur te
ura, alto sovrano Della terra e del ciel, quali non debbo Grazie alla tua pietà, che di tai doni Sì mi colmasti, che quanto
l ricco peso, quanti monti Di dorato frumento ingombran l’aje, Tutto, tua gran mercè, per me si aduna. Nè la ricchezza è la
38 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 793-794
trafitti i cori. Ond’ognor minacciando al popol folto, ch’è già fatto tua preda, e foco, e strali, a’più sovrani Duci il pr
39 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 11-12
coraggio di recttare nelle Tragedie. Oh Popolo ! Popolo ! È bontà la tua , o [illisible chars] ? Un Erve di Roma ti parla B
40 (1715) Della tragedia antica e moderna
etti i seguenti refusi: I.[32] interpetri → interpreti; I.[63]: sue →  tue ; I.[99]: suoi → tuoi; II.[69]: quuali → quali; IV
na figura muoverti a riso che, quantunque dentro respinto dall’onestà tua , non è però che non ti appaia negli occhi ed ora
edi nuovo cominciamento alla vita che va a finir pochi lustri dopo la tua . [1.25ED] Ed ecco quanto io posso addurti per ren
rispose — l’hanno i tuoi Sermoni, il tuo poema, i tuoi dialoghi e le tue tragedie ottenuto. [1.35ED] Ed eccoti già nella c
ione d’esaminare tutte le parti della medesima, mentre la legge della tua o non tua Poetica, ma che sotto il nome d’Aristot
minare tutte le parti della medesima, mentre la legge della tua o non tua Poetica, ma che sotto il nome d’Aristotile va per
’aggiungere angustie nuove a quelle in che ha ristretti gl’ingegni la tua Poetica. [1.39ED] Ma lascia in pria ch’io mi sfog
9ED] Ma lascia in pria ch’io mi sfoghi contra cotesti adoratori della tua Grecia, la quale a me non è dio, ma è bene una pa
de’ quali si strepita maggiormente è il non aver osservate le regole tue , che tutte sono ragioni nate dall’esempio e dall’
epubbliche, coteste cose erano così perfette, tu hai a provarmi colla tua loica che tali fossero a’ tempi di Omero, di Esch
ostura. [1.93ED] Dal ritratto che sta intagliato in fronte dell’opere tue ti ravvisai, ti conobbi nell’alma città di Roma e
ttendovi l’uno e l’altro a quello del popolo. [1.107ED] Sin ad ora le tue sono uscite in teatro felicemente e molto popolo
è bellissima, e che tu ti sei ingegnato d’imitare e di compiere nella tua tragedia di questo nome; e vi è quella di Agrippa
anti — interruppe il nostro Aristotile — ché spero di soddisfare alla tua curiosità e, se non m’inganno, incontrerò ancora
a questa ideal perfezione? [2.34ED] Ma contraponi ora all’onnipotenza tua immaginaria del conformare i corpi umani precisam
digiosa facilità di mutare scena, della quale ha la gloria maggior la tua patria, è nata, per così dire, con te. [2.68ED] I
rocché non hai fatta cosa degna di me, né de’ tuoi maggiori, né della tua patria, tu che entrato in una città che, constitu
con questo così palpabile esempio non hai tu ardito di fingere nella tua tragedia dell’Edipo l’azione parte dentro e parte
o qualche genio che ho per te non mi accieca, per quanto ho letto le tue tragedie, non hai da pentirti né de’ tuoi soliloq
eneggiamento. — [3.37ED] — Siasi questa — io soggiunsi — o parzialità tua o ben fondato giudizio, o per l’uno o per l’altro
alità tua o ben fondato giudizio, o per l’uno o per l’altro titolo la tua approvazione mi è sempre cara ed accetta, e, giac
li amori sono affatto celesti fra madre, figlio e parenti: per questa tua condotta ne’ quattro drammi accennati hai tu sent
to oggi, dopo l’Ifigenia, mi vedrai nel caffè di Ponte nuovo, che per tua notizia è il caffè de’ poeti: ivi conoscerai M.r 
tutti i miei scritti di quanto ho temerariamente asserito contro alle tue sentenze, poiché tu sostieni con tanta costanza l
iché tu sostieni con tanta costanza la mia; né certamente credo che a tue ragioni possan resistere le contrarie quantunque
a per sostenere il mio impegno; e però in questa parte usa pure della tua abituale sincerità e senza più che tanto adulare
za più che tanto adulare la mia opinione, palesami pur francamente la tua . — [4.90ED] Sorrise nuovamente Aristotile, e repl
to più la ritroverai vera, spogliato che tu sia del pregiudicio della tua prima e folle credenza. [4.121ED] Quindi è che né
ità d’armonia. [4.136ED] E in tal caso ti consiglierei per bene delle tue spalle a prenderti ancor tu un corno o un paio di
imil fortuna. — [4.154ED] — Ma che dirà — io interruppi — di cotesta tua opinione un certo giureconsulto che scrive con ta
io scriverò quanto fra noi si è discorso, che taluno vedendosi nelle tue parole allo specchio, si picchi; ma se l’immagine
ho in Vinegia, in Genova, in Milano, in Reggio ed in Bologna, benché tua patria, ascoltate, sono di questo carattere. — [5
si è poi propagata con tanto onor dell’Italia e particolarmente della tua patria. [5.78ED] Compose in Germania musica e par
el melodramma, purché, tralasciandosi l’uso delle macchine, pensi, la tua mercè, l’impresario a framezzare i tuo atti con q
essuna maniera potresti poi osservare. [5.107ED] Nell’atto primo sarà tua cura il preparar gli ascoltanti all’intreccio, da
i, che dovranno intervenire all’azione. [5.108ED] Nell’ingresso della tua favola avverti che il teatro si vegga guernito di
ri ed allo stesso impresario, perché le lascino vivere per riputazion tua e per onore delle sacre Muse nel tuo melodramma:
no non abborrire per la purità e per lo spirito, né qui dee finire la tua disinvoltura. [5.187ED] La professione del compor
cappella. [5.197ED] Che se poi l’impresario, il quale dee pagarti la tua fatica (non arrossire, che questa è l’unica sorta
à che tu le carichi e tu le carica, e dona al cielo l’esercizio della tua eroica pazienza in isconto o dell’aver violato qu
lo veda sempre piuttosto due che nessuno. [6.97ED] Son ben altresì in tua sentenza a non ammetter vuoto nell’azione perché,
delle quali egli ha già fatte felicemente rappresentare; e guai alle tue , s’ei ne compone una sola. [6.137ED] Ma l’aria co
41 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO X. Ultima Epoca della Tragedia Greca. » pp. 208-215
insinuò di bruciarle, dicendo: Questo Platone ha bisogno del l’opera tua , o Vulcano. Prima di consacrarsi totalmente al
42 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO IV. Teatro Spagnuolo. » pp. 196-285
(Ne soffra anche il tuo onor; che l’onor tuo E nulla ove son io) la tua sovrana A non sdegnar; ov’ella volga il guardo,
vera. L’onore ancora avventurar dovessi, Pensa a qual rischio la tua vita esponi. Specchiati in questa immagine del
estar non mi è concesso. Ti dirò solo in breve, che un soldato Di tua morte recò nuove fallaci, Che sospirai, che pia
cendo. Die: Scelgo il morir, ma palesando al mondo L’amor tuo, la tua fè. Isa: Sai ch’ho un marito. Die: Io, io son
a morte. Isa: E l’onor mio? Die: Tutto si perda omai. Isa: E la tua vita? Die: Oggi finisca. Isa: E il mio Cons
Tanta infamia si udì? Quella che amasti, Nè vo’ già dir la sposa tua , tu stesso Meni di un altro in braccio? Il gius
apo Recida ... Ma che dico? Oimè, ben mio, Mio sposo, mio signor, tua schiava io sono, Fa di me quel che vuoi. Ma se
se ti offesi, Se nel tuo sdegno incorfi, uccidi, mora La schiava tua senza cangiar catena. Splenda a te sempre mai p
Dal ciel t’implorerò giorni felici Quel tempo che il dolor della tua assenza, Della perdita tua, mi lasci in vita.
i felici Quel tempo che il dolor della tua assenza, Della perdita tua , mi lasci in vita. E se Beatrice ingelosir pur
alto sovrano Della terra e del ciel, quali non debbo Grazie alla tua pietà, che di tai doni Sì mi colmasti, che quan
cco peso, quanti monti Di dorato frumento ingombran l’aje, Tutto, tua gran mercè, per me si aduna. Nè la ricchezza è
43 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 550-553
nsipido, che d’altra ninfa ti procacci. Intendimi, nè più sopra di me tua mente fermisi : Che più possibil fia gli monti al
44 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1055-1059
ella memoria dei mortali) rivolgi a me un raggio della divina luce di tua sovrana intelligenza. Riscalda la mia povera anim
45 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 199-202
tuo della Colonia Alfea. Risposta d’ Onofrio Paganini al suddetto Le tue dotte, Signor, rime festive sanno incantare ed ob
46 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 1 pp. 2-271
di miglior sorte, il sai. Per me segui ad amarlo : le voglie sue sian tue , Tue sian le sue ; sì uniti siate ambo in ambedue
glior sorte, il sai. Per me segui ad amarlo : le voglie sue sian tue, Tue sian le sue ; sì uniti siate ambo in ambedue. Vir
meditai la morte, E per aver qualche ragion sul trono, Chiesi a te le tue nozze. E chi non vede, S’io mi fo noto al genitor
E chi non vede, S’io mi fo noto al genitor, che torna La falsa accusa tua sopra il tuo cavo ? Ma datti pace. Al re sarò Art
iglio e reo. Girami un guardo, o madre, e alla mia destra Giungi la tua . E così egli si conduce con Seleuco ostinandosi
ar Iddio : Chi son io, dice Dio, che ne l’Egitto Anzi che in me, le tue speranze affidi ? Quella forse è la terra, onde I
già salvata. Fido pugnai, fido morrò per lei. Ma paga di me sol sia tua vendetta, Il fratel viva. e Cleomene dice : Pad
esta scena sono le sue parole : Non mi rapir quel bene Che mi diè la tua torre. O torre amica, Chi mi ritorna a te ? Tu ca
atria rivedrai, ch’io stessa Più non vedrò, senza rossor potrai De la tua figlia rammentarti, e forse Non fia l’ultimo freg
ai De la tua figlia rammentarti, e forse Non fia l’ultimo fregio a le tue glorie Qual visse ella fra i ceppi, e qual morio…
, Consalvo, Che il ciel mi avea già destinato sposo, E mi ritolse….a tue promesse a i voti Conservati fedel…siegui il camm
caro padre Ah Consalvo…deciso è il mio destino… Dividerci convien…Di tua virtude Mi fido, Albumasar…Di tu consola Tanti in
si confonda insieme Il lor sangue col mio. Ricuso, Enrico, L’offerte tue , la tua pietà. Enrico Vuoi dunque Perir, ed io de
onda insieme Il lor sangue col mio. Ricuso, Enrico, L’offerte tue, la tua pietà. Enrico Vuoi dunque Perir, ed io deggio sof
hi ti sforza Ad esser teco sì crudel ? Anagilda Virtude. Enrico Ma la tua vita ? Anagilda Io non la curo. Enrico Oh Dio !
dell’innocenza… o vero Sostegno de’ Templarii ! Il cielo, Enrico, Le tue virtù coroni, ed a te rènda La dovuta mercede. En
Fernando ancora… Da quel globo di luce, ove tu splendi, Stendimi la tua destra, amato padre… Stendila pure al tuo Fernan
al Dey : Signor, mi lascia Al mio destino… Il ciel ti ricompensi Di tua bontà… Morir m’era dovuto : Accogli il pianto mio
de’vassalli. Abbiti questo, Signor, nè d’altro ti curar. Se tuo Delle tue genti è il cor, solleva un grido, E vedrai mille
to !.. Che far vuoi dunque ? Bruto O salvar Roma io voglio O perir di tua mano. Si separano fermi l’uno di secondare la pr
47 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO IV. LIBRO V » pp. 67-93
all’impresa a non macchiar l’anima con un delitto incrudelendo contro tua madre. Lascia che la punisca il cielo; lascia che
altri Sposa io diventi? E creder puoi capace Di tradimento tal la tua diletta? No: chi un altro ne impalma, il primo
elenata, e . . ., mi ha morto; io ne avea una simile, e tu sei morto; tua madre ha bevuto la morte in quel vino . . . non p
48 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO VII. Teatro Lirico Francese, e suoi progressi per mezzo del Lulli, e del Quinault. » pp. 245-266
funesta Forse qualche pietà nel senti desta? Sangaride Ati, la sorte tua di pianto è degna, E pur tutta non sai la tua sve
Sangaride Ati, la sorte tua di pianto è degna, E pur tutta non sai la tua sventura. Ati Ah se ti perdo, ah se a morir son p
49 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO IV. Teatro Lirico Francese, e suoi progressi per mezzo di Lulli e Quinault. » pp. 59-74
nesta Forse qualche pietà nel sen ti desta? Sangar. Ati, la sorte tua di pianto è degna, E pur tutta non sai la tua s
angar. Ati, la sorte tua di pianto è degna, E pur tutta non sai la tua sventura. Ati. Ah se ti perdo, ah se a morir so
50 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO II. Prima Epoca del Teatro Latino. » pp. 16-128
ioni, e quelle singolarmente della 5 scena dell’atto II: Inimica est tua uxor mihi, inimicus filius ecc. Difilo in questa
assito. Orsù (dicegli in fine Tossilo) da te altro non voglio che la tua figliuola… La mia figliuola? (Interrompe Saturio
lo) tu puoi darmi il danajo che io cerco, permettendomi di vendere la tua figliuola. E Saturione. Tu vendere la mia figliu
un vestito per mascherar colui che dee fingersi forestiere e vendere tua figlia. Alla stessa foggia vesti ancor lei. Ma (
i grazia, padre mio, benchè sì spesso Corri alle mense altrui, per la tua gola Vendi forse tua figlia? Sat. Vendi forse tu
benchè sì spesso Corri alle mense altrui, per la tua gola Vendi forse tua figlia? Sat. Vendi forse tua figlia?Oh buon! Vor
nse altrui, per la tua gola Vendi forse tua figlia? Sat. Vendi forse tua figlia?Oh buon! Vorresti Che per lo re Filippo ov
a, o padre, se in età si verde. Ben dritto penso. Narreran la cosa Di tua figlia a svantaggio i tuoi nemici, Non attendendo
or dover. Dor. Faranno il lor dover.Non dei stupire, Se della patria tua , se de’ parenti Noi ti chiediam ragion. Ver. Noi
51 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO II. Prima epoca del teatro Latino. » pp. 9-90
le singolarmente della quinta scena dell’atto secondo, Inimica est tua uxor mihi, inimicus filius, ecc. Difilo in ques
rassito. Orsù (dicegli in fine Tossilo) da te altro non voglio che la tua figliuola . . . . La mia figliuola? (interrompe S
lo) tu puoi darmi il danajo che io cerco, permettendomi di vendere la tua figliuola. E Saturione: Tu vendere la mia figliuo
un vestito per mascherar colui che dee fingersi forestiere e vendere tua figlia. Satur. Molto bene. Toss. Alla stessa
grazia, padre mio, benchè sì spesso Corri alle mense altrui, per la tua gola Vendi forse tua figlia? Sat. Oh buon! Vo
hè sì spesso Corri alle mense altrui, per la tua gola Vendi forse tua figlia? Sat. Oh buon! Vorresti Che per lo re
o padre, se in età sì verde Ben dritto penso. Narreran la cosa Di tua figlia a svantaggio i tuoi nemici, Non attenden
iei Faranno il lor dover. Dor. Non dei stupire, Se della patria tua , se de’ parenti Noi ti chiediam ragion. Verg.
52 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 284-287
oscienza. Taci dunque mia Musa ; e in un silenzio rispettoso ed umil tua lingua arresta ; che dall’incarco grave io ti lic
53 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 995-998
uramente farti felice in tutte le maniere. La giovine, che prendi per tua Sposa è sì garbata, virtuosa e onesta, che fra le
54 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1064-1067
itazione. — Bella e quant’altra mai degna d’onore, O donna, è l’Arte tua . Per mute carte Di che pianto e che riso esser ca
55 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 203-211
brosi Ecclissi da ogn’alma sgombri, noi spesso contenti, Amor, che in tua virtù sè stesso sface. DI GIO. BATTISTA GOZZI
sento, e, mercè vostra, ottegno oggi ch’io sono indegno. Ella per la tua fede e per tuo merto dice : d’amor ti si concede
56 (1736) Observations sur la comédie et sur le génie de Molière
eorge Dandin, et l’engager à lui ouvrir la porte, fait semblant de se tuer . George Dandin sort pour s’assurer si c’est feint
e remarier, parce qu’une prêtresse d’Apollon30 lui avait prédit qu’il tuerait son fils, et qu’il épouserait sa propre fille ; q
fils de Pisandre, est pris, et pour satisfaire à sa vengeance, Ulysse tue de sa propre main ce jeune prince, et l’immole au
e jour qui suivrait ses noces. Cependant on donne l’assaut, le peuple tue Pisandre. On s’empare de la ville, et Ulysse appr
fils. À ce récit, Ulysse est persuadé que c’est son fils même qu’il a tué de sa propre main, il tombe évanoui ; et tandis q
eut cacher à Ulysse que la Reine est sa propre fille ; Ulysse veut se tuer  ; on s’oppose à son dessein ; il se crève les yeu
époux d’avoir voulu attenter à sa vie ; qu’Ulysse trompé par sa femme tua son propre fils, et que lui-même fut tué par un a
u’Ulysse trompé par sa femme tua son propre fils, et que lui-même fut tué par un autre de ses enfants. Quelques-uns demande
s ; elle les excite à la vengeance, et leur propose d’aller au Temple tuer Rutzvanscad. Cette proposition épouvante les jeun
avec tant de précipitation ; elle répond qu’ils vont au Temple, pour tuer le tyran : le cousin tâche d’arrêter un projet qu
it toujours de nouveaux malheurs, et qui le prie du moins de ne point tuer de sa main le fils de la Reine ; on la regarde co
ple. Ce Prince revient suivi de son Ministre, qui le félicite d’avoir tué de sa main le fils de la Reine, et d’avoir pourvu
stent, en s’en allant, que s’il arrive encore quelque malheur, ils se tueront tous les deux. Le Chœur des Aveugles chante des v
oi sort, pour se rendre dans son appartement, où il dit qu’il veut se tuer  ; et le Ministre, pour détourner ce malheur, sort
stre lui apprend que le Roi n’est plus ; qu’il l’avait détourné de se tuer  ; mais que pendant qu’ils prenaient l’air sur un
auvre Reine vivait, elle aurait un violent déplaisir de voir son fils tué misérablement par une femme. La Reine l’interroge
rri par une biche ; et qu’enfin cet enfant est celui qu’elle vient de tuer . La Reine raconte son histoire, se reconnaît la m
de M. le marquis Maffei, dans laquelle le fils de la Reine tout seul tua le tyran au milieu de ses gardes. Toutes ces cita
de nom, et qu’il l’épousa ; que Rutzvanscad ayant ensuite détrôné et tué ce prince, elle résolut de s’en venger. 40. Il f
r fondement de leurs espérances, que l’exemple du fils de Mérope, qui tua à la vérité son ennemi, mais d’une façon qui est
onjure enfin de venir promptement séparer les deux frères qui vont se tuer  ; aussi Jocaste arrive-t-elle trop tard, et les t
rder soigneusement pour les garantir du péril qui les menaçait d’être tués par leur père, parce que Jupiter, irrité de ce qu
Kerestani* ne soit son aïeule, et que les deux jeunes Princes qu’il a tués ne soient ses fils ; il s’abandonne au désespoir,
e fait sur la perte de ses enfants, et sur la mort de celui qu’elle a tué elle-même ; ces plaintes deviennent, par le tour
57 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Di Milano, il dì 28 agosto 1620. » pp. 140-157
ol, virtute apprendo involandomi teco al tempo edace. Che se Florinda tua su ricche piume innalzi al Cielo, insieme anch’ i
, Segue l’alma il furor, segue gli affanni. Ma finta in finta scena è tua pazzia. Ne la scena d’ Amor uera è la mia. e l’a
ncento ? Pur è uer, e lo sento, Che mi rubasti il core : E gli diè la tua forma, il fabro Amore ; Mentre con sì soaui e do
58 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 260-263
a detto : mentre Femia m’accusi, io ben m’avveggio, che nelle accuse tue l’amor traluce, perchè se tu l’odiassi, i bei col
59 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 617-622
no i veri. CORO Sacrosanto Himeneo, Che alberghi in Helicona Con la tua casta madre, Là doue il Pegaseo Fonte, le dotte s
60 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO I » pp. 116-223
e degna di miglior sorte, il sai. Per me segui ad amarlo: le voglie tue sian sue, Tue sian le sue: sì uniti siate ambo
or sorte, il sai. Per me segui ad amarlo: le voglie tue sian sue, Tue sian le sue: sì uniti siate ambo in ambedue. Vi
tai la morte, E per aver qualche ragion sul trono, Chiesi a te le tue nozze. E chi non vede S’io mi fo noto al genito
hi non vede S’io mi fo noto al genitor, che torna La falsa accusa tua sopra il tuo capo? Ma datti pace. Al re sarò Ar
lio e reo. Girami un guardo, o madre, e alla mia destra Giungi la tua &c. E così l’eseguisce con Seleuco ostinan
Iddio: Chi son io, dice Dio, che ne l’Egitto, Anzi che in me, le tue speranze affidi? Quella forse è la terra, onde
à salvata. Fido pugnai, fido morrò per lei. Ma paga di me sol sia tua vendetta; Il fratel viva. Dice Cleomene:
cena son le di lui parole:   Non mi rapir quel bene Che mi diè la tua torre. O torre amica, Chi mi ritorna a te? Tu c
  Signor, mi lascia Al mio destino . . . Il ciel ti ricompensi Di tua bontà . . . Morir m’era dovuto: Accogli il pian
assalli. Abbiti questo, Signor, nè d’altro ti curar. Se tuo Delle tue genti è il cor, solleva un grido; E vedrai mill
61 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XII. Teatro di Aristofane. » pp. 16-140
na. Mangiamo pur noi; amici miei. Jer. Ed io? Tri. Oibò; mangia tu la tua Sibilla. Il ribattere le altrui parole è un arti
de sei (egli domanda) o tu che non sembri uomo del tutto? quale è la tua patria? che foggia di vestire adopri tu? che vive
ina: Incolpa, o misera fanciulla (dice a lei rivolto) incolpa della tua morte la spietata tua genitrice; mori…. Che veggi
a fanciulla (dice a lei rivolto) incolpa della tua morte la spietata tua genitrice; mori…. Che veggio? La bambina è diven
. O care le mie viscere (gli dice vedendolo venire) io scorgo nella tua fronte cert’aria novella d’impudenza che non avev
pazzo, o scellerato, non voler tentar gli Dei, se non vuoi vedere la tua malvagia generazione giustamente oppressa e incen
e, ti dico. Pist. Perchè? Prom. Non nominarmi; me la pagherai, se per tua colpa sarò scoperto da Giove. Ma affinchè io poss
o? E Demostene: Non v’ha cosa più agevole. Fa quel che fai ora delle tue salcicce; scomponi e rattoppa a tua posta, purchè
gevole. Fa quel che fai ora delle tue salcicce; scomponi e rattoppa a tua posta, purchè abbi cura di cattivarti l’animo del
62 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — (Ferdinando Martini, Al teatro. Firenze, Bemporad, 1895). » pp. 78-82
soavissima Venere del pianto. O rara donna ! A questo erami dunque la tua maravigliosa arte serbata, questo voleva il mio d
63 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 189-231
baro figlio del re del mondo . . . O spirito di Fingal, vieni e dalla tua nube regola l’arco di Comala sì che il tuo nemico
i . . . Ombra diletta, vieni tu a spaventare insieme e a consolare la tua Comala”? Ella fugge dall’amante credendolo estint
al tuo intento a costo di chiunque sarà così sciocco di fidarsi della tua apparente onestà. “Mi consigliate (gli dice il se
l’umana mente non può prevedere. Muori prima di me, non mi fido della tua debolezza”. L’ammazza e poi si ferisce. Alla let
64 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimo »
       Scudo di questo Core:         E a costo di mia vita         La tua difenderei,                 Mio dolce amore.» [1
za e la crudeltà d’Ulisse. «Guarda pur: o quello o questo         È tua prole, e sangue mio.         Tu nol sai; ma il so
65 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Tramezzi. » pp. 68-88
te, per te ... tu la cagion tu sei D’ogni tormento mio! Qual fu la tua Facilità crudel! Dunque ha potuto. In breve o
al ciel, cugina, che tu vegga Dal sincero amor mio rassicurata La tua felicità, giacchè vi prende Tanta parte il mio
66 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO IV » pp. 55-66
o, un nulla. O stelle infauste! O dolce Oreste, accogli Ne l’urna tua la desolata Elettra, Già volta in nulla, che a
67 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 245-250
rti udito muto io resto, nè so dir se potria bearmi il cor, più della tua , la voce di Melpomene stessa e di Talia. LA ROS
68 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo V. Teatro greco. » pp. 26-81
erigliosi morbi,  Te col cor tutto riverente onoro.  Quali sono or le tue risposte? e quali  Nell’avvenir saranno?  Dinnel
e di Licia, ancora  Il nervoso e aurato arco tendendo,  L’infallibili tue forti saette  In nostro aiuto spendi. Deh ci cons
corona,  E godi aver con questa  Città comune il nome,  A le Menadi tue compagno e duce  Unico qua t’invia:  E questo tra
a t’invia:  E questo tra li Dei  Spirto infame e nocivo  Fa che da la tua ardente Face trafitto giaccia. Simili traduzioni
strisce di fuligin tinti. Ahi più non ti vedrò! mai più le vaghe       Tue spaziose vie      Non calcherà il mio pié! Memori
?      Prevedi il tuo destin. Perché mai stringi      L’imbelle madre tua , e ti raccogli      Nel seno mio, quale augellin
69 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « LIBRO VIII. Teatri settentrionali del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 232-294
barbaro figlio del re del Mondo… O spirito di Fingal, vieni, e dalla tua nube regola l’arco di Comala, sì che il tuo nemic
iti, … Ombra diletta, vieni tu a spaventare insieme, e a consolare la tua Comala.» Ella fugge dall’amante credendolo estint
al tuo intento a costo di chiunque sarà così sciocco di fidarsi della tua apparente onestà. Mi consigliate (gli dice il se
l’umana mente non può prevedere. Muori prima di me; non mi fido della tua debolezza. L’ammazza, e poi si ferisce. Alla let
70 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 88-136
all’impresa a non macchiar l’anima con un delitto incrudelendo contro tua madre. Lascia che la punisca il cielo, lascia che
va e d’altri Sposa diventi! E creder puoi capace Di tradimento tal la tua diletta? No: chi un altro ne impalma, il primo uc
è avvelenata, e… mi ha morto; io ne avea una simile, e tu sei morto… Tua madre ha bevuta la morte nel vino… non posso più…
71 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 54-87
ggere il miele dall’alma del fiore di Zumpano (Casale di Cosenza), le tue narici son pezzi d’artiglieria, che sbarando, e c
i può udire senza tenerlo per pazzo, & s’ è tale perchè poi darli tua figlia, ò tua sorella per moglie ? Piace, & è
nza tenerlo per pazzo, & s’ è tale perchè poi darli tua figlia, ò tua sorella per moglie ? Piace, & è di molto dile
fio. Godi dunque felice un tanto onore, che’l mondo in premio de le tue fatiche lieto ti porge, e ne ringrazia il cielo ;
72 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 149-268
angiamo pur noi, amici miei. Jer. Ed io? Trig. Oibò, mangia tu la tua sibilla. Il ribattere le altrui parole è un art
onde sei (gli domanda) o tu che non sembri uomo del tutto? quale è la tua patria? che foggia di vestire adopri tu? che vive
mbina: Incolpa o misera fanciulla (dice a lei rivolto), incolpa della tua morte la spietata tua genitrice: mori . . . . Che
a fanciulla (dice a lei rivolto), incolpa della tua morte la spietata tua genitrice: mori . . . . Che veggio? La bambina è
pazzo, o scellerato, non voler tentare gli dei, se non vuoi vedere la tua malvagia generazione giustamente oppressa e incen
i dico. Pist. Perchè? Prom. Non nominarmi; me la pagherai, se per tua colpa sarò scoperto da Giove. Ma affinchè io poss
lo? E Demostene: Non v’ha cosa più agevole. Fa quel che fai ora delle tue salcicce; scomponi e rattoppa a tua posta, purchè
gevole. Fa quel che fai ora delle tue salcicce; scomponi e rattoppa a tua posta, purchè abbi cura di cattivarti l’animo del
o, consultata la traduzione del Silandro: Se quando al dì la madre tua ti espose, Con questa legge tu fra noi venisti,
73 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO V. LIBRO VII » pp. 107-140
risposta di Curiazio, Je vous connois encore, & c’est ce qui me tue ! ADDIZIONE III* Osservazioni sul Cinna.
troppo avvilito con dirgli: “tu faresti pietà anche a chi invidia la tua fortuna, Si je t’abbandonnois à ton peu de meri
74 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 23-39
più risplendente, ricevi i miei amplessi e dammi i tuoi, piegando le tue braccia, lontana ancora io sarò a te divota. O Pa
75 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO II. Pastorali Italiane del XVII secolo. » pp. 274-291
h’io ti riveggia? Deh che nuovi portenti? Sul mio primo apparire alle tue case Tu mi accogliesti appena Con un cotal sorris
76 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO II. Pastorali Italiane. » pp. 131-143
ti riveggia? Deh che nuovi portenti? Sul mio primo apparire alle tue case Tu mi accogliesti appena Con un cotal so
77 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Milano, 1°Aprile 1803. » pp. 318-327
va vita spingi Eroe che giacque in muto avel sepolto E nudo spirto di tue membra cingi (Cincinnato). Ed or per te rivive a
78 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Teatro di Euripide. » pp. 134-207
unita trarre i dì felici? No, caro padre (io ti dicea pendendo Da le tue guance ch’oggi ancora io tocco) Non fia mai ver c
La madre ha detto, ah figlia, ah madre sventurata per cagione della tua morte ; ed ella ripiglia, la medesima misura di
ride strisce di fuligin tinti. Ahi più non ti vedrò! Mai più le vaghe Tue spaziose vie, Non calcherà il mio piè! Memorie am
Tu piangi? Prevedi il tuo destin. Perchè mai stringi L’imbelle madre tua e ti raccogli Nel seno mio, quale augellin rifugg
79 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 44-148
igliosi morbi, Te col cor tutto riverente onoro. Quali sono or le tue risposte? e quali Ne l’avvenir saranno? Dinne
ta trarre i dî felici? No, caro padre (io ti dicea pendendo Da le tue guance ch’oggi ancora io tocco) Non fia mai ver
. La madre ha detto: ah figlia, ah madre sventurata per cagione della tua morte; ed ella ripiglia: la medesima misura di ve
strisce di fuligin tinti. Ahi più non ti vedrò! mai più le vaghe Tue spaziose vie Non calcherà il mio piè! Memorie a
piangi? Prevedi il tuo destin. Perchè mai stringi L’imbelle madre tua , e ti raccogli Nel seno mio, quale augellin rif
l’insinuò di bruciarle, dicendo: questo Platone ha bisogno dell’opera tua , o Vulcano. Prima di dedicarsi dell’intutto all’e
pigramma del VI libro diceva a Luperco, Comœdi tres sunt, sed amat tua Paulla, Luperce,   Quatuor. 62. Tra gli ese
80 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 832-837
così il Mercadet, e cosi ora l’Otello. ……………………….. …..mi recai nella tua genialissima Firenze, che io amo coll’anima d’un
81 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO V. Teatro Tragico Francese nel XVII secolo. » pp. 166-211
lla risposta di Curiazio, Je vous connois encore, et c’est ce qui me tue . E chi oggi ignora i rari pregi del Cinna? Ampio
peu de merite, e dicendogli, tu faresti pietà anche a chi invidia la tua fortuna, se io ti abbandonassi al tuo demerito. I
82 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VI. Teatro Spagnuolo Comico e Tramezzi. » pp. 149-194
? Per te, per te… tu la cagion tu sei D’ogni tormento mio! Qual fu la tua Facilità crudel! Dunque ha potuto In breve ora u
cia al ciel, cugina, che tu vegga Dal sincero amor mio rassicurata La tua felicità, giacchè vi prende Tanta parte il mio cu
83 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XIV. Commedia Nuova. » pp. 151-170
one del Silandro così rechiamo in italiano: Se quando al dì la madre tua ti espose Con questa legge tu fra noi venisti, Ch
84 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 2 pp. 2-245
r ventura. Eugenio No, non sperar ch’ Eugenio sopravviva Alla perdita tua . Rachele Saprà Rachele, S’è ver che nel tuo petto
ta Già dal destino, o Pigliatutto, e sculta Ella è in eterno, la tua egregia scelta Che di lor mista nasce. Ecco spari
sparite A un tratto l’ Ombre e stritolati i marmi E uscita in luce la tua esimia prole. In fatti allo strepito di tuoni e
to, o figlia, a darti un nome per onorarti, e rendere a tutti nota la tua deità. Neonata ripiglia : In fin che saggi Saret
ta alla maniera Metastasiana così : Guarda pure, o questo o quello È tua prole, è sangue mio Tu nol sai, ma il so ben io,
esto presagio più che te stesso. Le dice al fine Non ti smarrir, son tua , voglio esser tua… Non so morire ? Atto II. Il r
che te stesso. Le dice al fine Non ti smarrir, son tua, voglio esser tua … Non so morire ? Atto II. Il re Edgar palesa ad
rte dicendo dispettosamente, Non mi seguir… Festeggia Nelle ricerche tue , sogna, vaneggia. Veramente quel festeggia nelle
ndi l’effigie Del caro sposo, Parlami… accennami, Che vuoi da me ? La tua di lagrime Bagnata Elvira, Di sangue a tingersi A
85 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 420-431
rimoso : ….. Io sarò intrepido, sarò forte contro all’invidia e alla tua inimicizia, e mi lagnerò sol quando mi farai vede
86 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO I. LIBRO I » pp. 12-33
a più risplendente ricevi i miei amplessi, e dammi i tuoi piegando le tue braccia, lontana ancora io sarò a te divota. O Pa
87 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 130-141
sacro l’invidia de'pedanti lo fece, e lo consola l’eco possente della tua parola. Forse l’industre artefice di questa nova
88 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO V » pp. 4-31
d poenitendum properat, citò qui judicat. Amici vitia si feras, facis tua . Bis vincit qui se vincit in victoria. Citò ignom
89 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO V. Continuazione del teatro Latino. » pp. 222-242
pœnitendum properat, citò qui judicat. Amici vitia si feras, facis tua . Bis vincit qui se vincit in victoria. Citò i
90 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Pistoia, questo dì 21 di ottobre 1589. » pp. 405-415
, e peggio ? & poi nel fine dopo mille ingiurie ti convenga darli tua figliuola per moglie ? Vn’altra spetie Gratianato
91 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Di Venezia, 21 marzo 1620.Venezia, 16 di giugno 1618. » pp. 513-520
io : Godi dunque felice un tanto honore, che 'l mondo in premio delle tue fatiche lieto ti porge, e ne ringrazia il Cielo :
92 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Ferrara, li 4 marzo 1618.Ferrara, li 3 marzo 1618. » pp. 170-184
rtenti è meraviglia vaga il tuo furor, ch’ ogni pensiero accheta ; la tua follia, ch’ ogni desire appaga. Ripetutasi la co
93 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO I. Teatro Francese Tragico. » pp. 4-111
nga e ti perdoni. Alv. Ch’io ti compianga e ti perdoni.Ah figlio, La tua virtude al tuo coraggio è pari! Alz. Qual cangiam
per le mie fierezze, Pel maritaggio mio. La moribonda Mia man fralle tue braccia or la ripone. Vivete senza odiarmi. La S
nobiltà, dove la voce dell’orgoglio copre la voce del sangue, dove la tua fiamma è un delitto, e la mia un’ingiuria? Ecco i
94 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda guerræ Punica. » pp. 91-171
er questa destra, Per l’indole gentil, per quel bel cuore, Per la tua fe, per questa istessa, Panfilo, Derelitta fanc
Ti chiamerai, chiedendo in grazia ancora Un supplicio che lavi ogni tua colpa. Fed. Ribalda, indegna! Or sì conosco ben
dire, Di alcun cercasti acciochè mel dicesse? E in mezzo a queste tue tante incertezze Eccoti dieci mesi già passati:
95 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Teatro di Sofocle. » pp. 104-133
epigramma del 6 libro diceva a Luperoo, Comoedi tres sunt, sed amat tua Palla, Luperce, Quatuor. a. Vitruvio lib. VII
96 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 148-185
sfatti ambidua! Ecco che ti son tolta a gran furore, E non son or più tua . Ben tendo a te le braccia, ma non vale, Che indi
97 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO IV. La drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 47-73
ti ambidua! Ecco che ti son tolta a gran furore, E non son or più tua . Ben tendo a te le braccia, ma non vale, Che
98 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo undecimo »
on pretendi         Tiranno Amor? Vuoi, che al potere         Delle tue frodi         Ceda il sapere,         Ceda il val
ecidere, illustre Metastasio! onor d’una nazione, che t’adorava nella tua vecchiaia dopo averti abbandonato nella tua giovi
ione, che t’adorava nella tua vecchiaia dopo averti abbandonato nella tua giovinezza, e che vide con giubbilo premiati in u
99 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda Guerra Punica. » pp. 129-244
eh per questa destra, Per l’indole gentil, per quel bel cuore, Per la tua fe, per questa istessa, Panfilo, Derelitta fanciu
o Ti chiamerai, chiedendo in grazia ancora Un supplicio che lavi ogni tua colpa. Fed. Ribalda, indegna! Or sì conosco bene
sti dire, Di alcun cercasti acciochè mel dicesse? E in mezzo a queste tue tante incertezze Eccoti dieci mesi già passati! C
100 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO V. Tragedia Francese nel secolo XVIII. » pp. 75-133
l, m’impone Ch’io ti compianga e ti perdoni. Alv. Ah figlio, La tua virtude al tuo coraggio è pari. Alz. Qual cangi
le mie fierezze, Pel maritaggio mio. La moribonda Mia man fralle tue braccia or la ripone, Vivete senza odiarmi. L
/ 119