/ 182
1 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO X. Ultima Epoca della Tragedia Greca. » pp. 208-215
li secondo Eliano prima di tutto dedicarsi alla filosofia scrisse tre tragedie e une favola satiresca, per concorrere con una te
re con una tetralogia nel certame tragicoa. Non pertanto delle di lui tragedie si racconta, che Socrate dopo averle ascoltate gl
li altri Senocle, il quale ne’ Giuochi Olimpici superò Euripide colle tragedie Edipo, Licaone, Bacchide e col dramma satirico At
tivò le muse; ed Aristosseno afferma che avea Pontico composto alcune tragedie che volle pubblicare sotto il nome di Tespi. Dice
maleone incolpato. Acheo Siracusano anche poeta tragico compose dieci tragedie , tralle quali l’Etone dramma satirico, dal quale
ù noto per l’erudito quanto oscuro poema di Cassandra, e per le varie tragedie , delle quali se ne trovano venti rammentate da Su
e CXXVII. Suida tralle poesie di Callimaco rammemora drammi satirici, tragedie e commedie. Debbesi al medesimo poeta la cura di
2 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO II. Tragedie di Pietro Cornelio, di Racine e di altri del XVII secolo. » pp. 8-35
je puis Egaler le gran nom, tout vainqueur que je suis. L’altre tragedie reputate degne del gran Cornelio sono il Nicomede
cede usarono i Francesi e singolarmente il Voltaire alle altre di lui tragedie . Eraclio, Pertarite, Teodora, Edipo, Berenice, Ot
ne poeta, da cui cominciò una specie di tragedia quasi novella. Nelle tragedie di Cornelio grandeggia la virtù, e l’eroismo vi s
affaelli, ai Correggi, ai Pergolesi, ai Racini, ai Metastasii. Tralle tragedie di Racine senza dubbio più giudiziosamente combin
correzione de’ costumi. Adunque (dirà taluno) bandiremo l’amore dalle tragedie ? Io non so per qual gotica stranezza di gusto i c
one di Desprèaux. Non si domandi dunque se l’amore possa entrar nelle tragedie come ogni altra eccessiva passione; ma si bene, q
ne, qual sia l’amore che le degradi, e che indebolisca quasi tutte le tragedie francesi. Racine nelle sue belle favole non sempr
abile per tanti pregi, non ci obbliga a fare una piena eccezione alle tragedie francesi, che quasi tutte sono un tessuto d’inter
ati con tetra gravità. Dupin non a torto conchiudeva così: “Le nostre tragedie le più gravi altro non sono che commedie sollevat
sono che commedie sollevate”. Dacier fralle altre critiche fatte alle tragedie nazionali, diceva: “Noi abbiamo tragedie, la cui
le altre critiche fatte alle tragedie nazionali, diceva: “Noi abbiamo tragedie , la cui costituzione è sì comica, che, per farne
rtoriscono noja e rincrescimento. Simili maniere abbondano anco nelle tragedie del Racine, ma ecco in che egli si distingue da’
o di Pietro minore d’intorno a venticinque anni, compose ancora varie tragedie fortunate. La sua Arianna si rappresentò nel 1672
delle quali parleremo appresso, compose otto tragicommedie e quattro tragedie . Tralle prime riscosse particolari applausi Agrip
angiando linguaggio non migliorò di vivacità ne’ colpi di teatro8. Le tragedie sono: la Morte di Ciro uscita nel 1656, in cui si
torniti, ma non mostrò di esser nato per la poesia tragica. Nelle sue tragedie , come osservò Saint Evremond, si cerca sovente il
leau e adulatore de’ moderni. Anche Pradon cattivo scrittore di varie tragedie spesso rappresentate con affluenza di spettatori,
Duchè ajutante di camera di Luigi XIV ebbe l’onore di comporre alcune tragedie sacre pel teatro della sala di mad. di Maintenon,
j ad eccitar la pietà tragica. Anche l’ab. Gênet compose alcune altre tragedie rappresentate dalla duchessa du Maine colle sue d
duchessa du Maine colle sue dame. Si composero parimente varie sacre tragedie latine. Le più note sono quelle del celebre Dioni
i Niccolò Causin. Si pubblicarono nel 1695 anche in Parigi le quattro tragedie di Francesco Le Jay, cioè il Giuseppe riconoscent
l cosa non la diversifica nell’essenza. Diceva poi nella pag. 194: le tragedie Francesi possono definirsi drammi di Menandro e d
3 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO V. Teatro Tragico Francese nel XVII secolo. » pp. 166-211
di quel tempo. Egli impose silenzio agl’invidiosi e ai pedanti con le tragedie gli Orazii, il Cinna, il Poliuto. Nel maneggiare
ito di quel perdono magnanimo. Il Poliuto è un’altra delle applaudite tragedie del Corneille. Benchè le rappresentazioni de’ mar
il genio di Lucano, e quindi di essersi elevato più che in altre sue tragedie . Ma gli ornamenti e le figure epiche e liriche, c
ine je puis Ègaler le gran nom, tout vainqueur que je suis. Le altre tragedie reputate degne del gran Cornelio sono il Nicomede
o pregiarono i Francesi, e singolarmente il Voltaire, le altre di lui tragedie , Eraclio, Pertarite, Teodora, Edipo, Berenice, Ot
ne poeta, da cui cominciò una specie di tragedia quasi novella. Nelle tragedie del Cornelio grandeggia la virtù e l’eroismo vi s
elli, a i Correggi, a i Pergolesi, a i Racini, a i Metastasii. Tralle tragedie del Racine senza dubbio più giudiziosamente combi
dunque (in tal proposito può dirsi da taluno) bandiremo l’amore dalle tragedie ? Non so per quale gotica stranezza di gusto i Cri
ione del Boileau. Non si domandi dunque se l’amore entrar possa nelle tragedie come ogni altra eccessiva passione; ma si bene, q
ne, qual sia l’amore che le degradi, e che indebolisca quasi tutte le tragedie francesi, Giovanni Racine nelle sue belle favole
abile per tanti pregi, non ci obbliga a fare una piena eccezione alle tragedie francesi, che quasi tutte sono un tessuto d’inter
ati con tetra gravità. Dupin non a torto conchiudeva così: «Le nostre tragedie più gravi altro non sono che commedie elevate.» D
sono che commedie elevate.» Dacier, fralle altre critiche fatte alle tragedie nazionali, diceva: «Noi abbiamo tragedie, la cui
le altre critiche fatte alle tragedie nazionali, diceva: «Noi abbiamo tragedie , la cui costituzione è sì comica, che per farne u
a, che avrebbe mai lasciato alla gloria della posterità? Quante poche tragedie soffrono il confronto dell’Ifigenia, dell’Atalia,
qual Cosa non là diversifica nell’essenza. Diceva poi altresì che le tragedie francesi possono definirsi drammi di Menandro e d
di Pietro minore d’intorno a venticinque anni compose parimente varie tragedie fortunate. L’Arianna si rappresentò nel 1672 nel
delle quali parleremo appresso, compose otto tragicommedie e quattro tragedie . Tralle prime riscosse particolari applausi Agrip
do linguaggio non acquistò punto di vivacità ne’ colpi di teatroa. Le tragedie sono la Morte di Ciro uscita nel 1656, in cui si
torniti, ma non mostrò di esser nato per la poesia tragica. Nelle sue tragedie , come osservò Saint-Evremont, si cerca sovente il
leau e adulatore de’ moderni. Anche Pradon cattivo scrittore di varie tragedie spesso rappresentate con affluenza di spettatori,
Duchè ajutante di camera di Luigi XIV ebbe l’onore di comporre alcune tragedie sacre pel teatro della sala di madama di Mainteno
roprii ad eccitar la pietà tragica. Anche l’abate Gênet compose altre tragedie rappresentate dalla duchessa du Maine colle sue d
duchessa du Maine colle sue dame. Si composero parimente varie sacre tragedie latine. Le più note sono quelle del celebre Dioni
i Niccolò Causin. Si pubblicarono nel 1695 anche in Parigi le quattro tragedie di Francesco Le Jay, cioè il Giuseppe riconoscent
4 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo VI. Spettacoli Scenici Spagnuoli nel medesimo Secolo XVI. » pp. 252-267
gnuoli ne composero moltissime, intitolandole novelle, tragicommedie, tragedie , e commedie, delle quali inutilmente si farebbe u
quelle novelle, e fece credere che la Celestina e l’Eufrosina fossero tragedie spagnuole. I traduttori volgari sogliono esser la
vantes medesimo il quale ragionò si bene, lodò come eccellenti alcune tragedie che la posterità ha trovate strane e difettose. D
mmatici di questo tempo ne troviamo quattro, i quali scrissero undici tragedie , Fernan Perez de Oliva, Geronimo Bermudez, Giovan
nediti sopra argomenti sacri, dorici, morali, e tra essi erano alcune tragedie di Assalone, Amone, Saule e Gionata. Ma furono ve
une tragedie di Assalone, Amone, Saule e Gionata. Ma furono veramente tragedie ? Non si può sapere, perché gli spagnuoli convengo
i tal’incertezza l’erudito Montiano nel secondo suo discorso sopra le tragedie vorrebbe con questo Tanco contrastare agl’italian
produce per conseguenza un é. Del resto si é veduto già, quante altre tragedie han prodotto gl’italiani assai prima del Carretto
teriore come Cherilo, o Senocle. Passiamo alle undici non immaginarie tragedie spagnuole. Fernan Perez de Oliva compose verament
narie tragedie spagnuole. Fernan Perez de Oliva compose veramente due tragedie castigliane, ma in prosa benché buona l’Hecuba Tr
lla del Trissino: dunque (notisi la logica) gli Spagnuoli hanno avuto tragedie prima degl’italiani. Né anco di costui si sa l’an
89, pubblicò in Madrid nel 1577 sotto il nome di Antonio di Silva due tragedie sopra Doña Inés de Castro, intitolate Nise Lastim
intitolate Nise Lastimosa, e Nise Laureada. L’autore le chiamò «prime tragedie spagnuole», e non era vano il vanto, ben meritand
commedie di Giovanni de la Cueva, impresse nel 1588, trovansi quattro tragedie , i Sette Infanti di Lara, la Morte d’Ajace, la Mo
i Argensola nato nel 1565, essendo nell’età di venti anni compose tre tragedie l’Isabella, l’Alessandra, e la Filli, le quali si
5 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Indice. » p. 443
gnuolo confutato 211. del Teatro sua ignoranza 223. Autori Latini di tragedie smarrite 118. 127. di commedie smarrite 120. di t
ri Latini di tragedie smarrite 118. 127. di commedie smarrite 120. di tragedie Italiane 201. 211. 270. 317. 435. di commedie Ita
liane 201. 211. 270. 317. 435. di commedie Italiane 204. 271. 222. di tragedie Francesi 329. 292. 305. 355. 362. 431. di commedi
292. 305. 355. 362. 431. di commedie Francesi 244. 306. 376. 431. di tragedie Spagnuole p. 264. 281. 407. 431…, di commedie Spa
e Inglesi 246. 283. 389., di Commedie Inglesi 247. 283. 391. 430., di tragedie Tedesche 287. 397. 427., di Commedie Tedesche 249
96. Correggio (Niccolò da) p. It. 205. Corneille Pietro 213. n. sue tragedie 293. commedie 306. Tommaso 305. Cortese Giulio C
jolyot de) p. F. 356. Cronegk p. T. 399. Curiamo Materno p. L. sue tragedie 128. D Dancourt Fiorenzio Cartone, autore
giato in due commedie da Aristofane 93., saggio e giudizio     di sue tragedie 53., infelice sua morte 79. F Fabrizio da
elli Cavalier Antonio 187. n. 274. Platone il Filosofo autore di tre tragedie 81. Platone il Comico 100. Plauto saggio e giud
o Bolognese scrittore di Atellane 167. Pomponio Secondo scrittore di tragedie Latine 128. Popoli antichi non communicavano tra
ilippo p. F. 309. 311. 314. 350. R Racine Gio: giudizio di sue tragedie 62. 298. sua commedia 90. 309. Rapin P. Renato 9
 399. Sebastian y Latre Tommaso p. S. 409. Seneca se tutte le dieci tragedie sieno sue 128. analisi e giudizio di quelle 129.
127. Shadwell Tommaso p. I. 283. Sofocle analisi e giudizio di sue tragedie 38 sua generalità 79. particolarità di sua vecchi
arretto, Trissino 211. e Rucellai 215. Torrismondo del Tasso e altre tragedie 214. Commedie dell’Ariosto ed altre 219. Farse le
a e Pastor fido 233. Opere musicali 234. XVII. Sieguono sul principio tragedie regolari 270. E graziose commedie 271. Poscia il
436., dello scadimento delle Lettere in Francia 99. 426., riprova le tragedie cittadinesche e le commedie lagrimevoli 364. seq.
6 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Alemanno. » pp. 4-31
produsseto Dario, Benisa, il Bello-Spirito, l’Ippocondrico, ed altre tragedie e commedie modellate freddamente alla francese. G
al 1763) rassomigliano più agl’Inglesi che a’ Francesi; nelle nostre tragedie amiamo di vedere e pensare più che non si pensa,
morto nel più bello della carriera. Suoi lavori scenici furono cinque tragedie in versi, Arminio, Didone, Canuto re di Danimarca
i Behermann negoziante di Amburgo morto da non molti anni compose due tragedie ben verseggiate il Timoleone, e gli Orazzi, ed in
e un tragico eccellente, sì patetico e dilicato si dimostra nelle sue tragedie e nelle Solitudini, ovvero un gran comico per la
i teatrali, e morì parimente negli anni suoi più verdi. Scrisse varie tragedie regolari, benchè l’espressioni non sempre fossero
scrisse diverse pastorali in un atto rappresentate per tramezzi nelle tragedie e nelle commedie. Ad onta degli applausi che ne r
o il colorito e la forza dell’Inglese. Con questo intento compose più tragedie , tralle quali si distinguono Edoardo III, Riccard
poema la Messiade nato nel 1732 in Quedlinburgo. Egli compose quattro tragedie  la Morte di Adamo, il Salomone, il Davide, la Bat
i voti si sono riuniti a tener quest’ultima per la migliore delle sue tragedie urbane, essendo scritta con precisione, discernim
quel piacevole dolore che commuove e tocca gli animi sensibili nelle tragedie . Forte, odioso, detestabile è il carattere dell’e
alterarne la natura. Attenderà dunque il sig. Andres che un autore di tragedie urbane, ancorchè buone, riesca del pari nella gra
nda commedia rattoppata di ritagli della Scozzese e del Beverley. Due tragedie in prosa sul gusto inglese si coronarono verso il
à. Il colonnello Ayrenhoff uno de’ letterato dell’Austria compose più tragedie e commedie, e tralle prime viene sommamente celeb
Berlichingen, notabile per la lunghezza, equivalendo almeno a quattro tragedie regolari, pel numero degli attori che passano i t
7 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO II. Tragedie latine d’oltramonti, Tragici Olandesi, e Teatro Alemanno. » pp. 135-142
alche tragedia da mentovarsi. Vondel si distinse fra’ suoi con alcune tragedie al pari di Corneille e Shakespear, benchè a quest
Celinda, Caterina di Georgia, la Morte di Papiniano, e Carlo Stuardo, tragedie , di più Santa Felicità tratta da una tragedia lat
l mal gusto imitando con maggior caricatura il Marini. Compose cinque tragedie , Epicari, ed Agrippa pubblicate nel 1665, Ibraim
henstein fu Giovanni Hallemann, il quale dal 1660 al 1763 compose sei tragedie , Marianna, l’Amor celeste, il Teatro della Fortun
er mendicare ascoltatori ricorsero a i Gran Drammi Politici ed Eroici tragedie grossolane condite dalle buffonerie di Han Wourst
8 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO V. Tragedie Latine d’Oltramonti: Tragici Olandesi: Teatro Alemanno. » pp. 286-290
tragedia da mentovarsi. Il Vondel si è distinto fra’ suoi per alcune tragedie al pari di Cornelio e di Shakespear, benchè a que
Celinda, Caterina di Georgia, la Morte di Papiniano, e Carlo Stuardo tragedie ; di più Santa Felicita tratta da una tragedia lat
l mal gusto imitando con maggior caricatura il Marini. Compose cinque tragedie , Epicari, ed Agrippina pubblicate nel 1665, Ibrai
henstein fu Giovanni Hallemann, il quale dal 1660 al 1673 compose sei tragedie , Marianna, l’Amor celeste, il Teatro della fortun
per mendicare ascoltatori ricorsero ai Gran Drammi Politici ed Eroici tragedie grossolane condite dalle buffonerie di Han Wourst
9 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO II. Spettacoli teatrali in Alemagna. » pp. 13-20
umero co’ titoli di giuochi piacevoli, giuochi buffoneschi, commedie, tragedie , comicotragedie. Il solo Hann Sachs o Giovanni Sä
antacinque giuochi di carnevale, settantasei commedie e cinquantanove tragedie , le quali cose racchiudonsi in cinque volumi in f
o, volle adoperare la scenica poesia per contese di religione. Le sue tragedie col Baile possono chiamarsi di controversia 13. Q
lla Biblioteca del Gesnero. Tali sono il Protoplaste, e la Nomothesia tragedie ed il Sacrificio d’Isacco commedia, le quali appa
itato, Prisciano battuto, gli Elvezi Germani, alle quali aggiunse due tragedie Venere e Didone. S’impressero in un volume da Ber
’eleganza, purezza ed erudizione di Melantone e di Erasmo. Le due sue tragedie sono tratte dal libro I e dal IV dell’Eneide. La
10 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo V. Stato de’ Teatri in Francia, Inghilterra, e Alemagna nel medesimo Secolo XVI. » pp. 242-251
isce al suo amico Stefano Jodelle la gloria di aver composte le prime tragedie e commedie francesi. Questo Jodelle morì nel 1573
hé non avea pur veduti i buoni libri. Quindi é che le di lui languide tragedie sono scritte in istile molto basso e ineguale, se
e di nome, tra’ quali due poeti Belleau e La-Peruse. Più azione delle tragedie hanno le commedie di Jodelle, e dipingono i costu
ea d’infelice riuscita. Sotto Errico III Roberto Garnier compose otto tragedie , migliori di quelle di Jodelle, a giudizio di Ron
Errico IV, Hamlet, e ’l Mercante di Venezia passano per le più belle tragedie di Shakespear. Abbiamo osservato nel teatro itali
acevoli, giuochi buffoni ec., ed alcune altre col titolo di commedie, tragedie , e comico-tragedie vi comparissero in numero prod
carnevale dal 1518 fino al 1553, settantasei comedie, e cinquantanove tragedie , quali cose si racchiudono in cinque grossi volum
di Gesnero si fa menzione del Protoplaste e della Nomothesia, comico tragedie , e del Sacrificio d’Isacco commedia, di Geronimo
11 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO II. Teatro Alemanno. » pp. 232-252
hi conposero Dario, Benisa, il Bello spirito, l’Ippocondrico ed altre tragedie e commedie modellate freddamente alla francese. G
al 1763) rassomigliano più agl’ Inglesi che a’ Francesi: nelle nostre tragedie amiamo di vedere e pensare più che non si pensa e
morto nel più bello della carriera. Suoi lavori scenici furono cinque tragedie in versi, Arminio, Didone, Canuto re di Danimarca
i Behermann negoziante di Amburgo morto da non molti anni compose due tragedie ben verseggiate, il Timoleonte, e gli Orazj nella
e un tragico eccellente, sì patetico e dilicato si dimostra nelle sue tragedie e nelle Solitudini, ovvero un gran comico per la
ti teatrali, e morì eziandio negli anni suoi più verdi. Scrisse varie tragedie regolari benchè non sempre naturali nell’espressi
scrisse diverse pastorali in un atto rappresentate per tramezzi nelle tragedie e commedie. Riscossero molti applausi, ma vi si d
o il colorito e la forza dell’Inglese. Con questo intento compose più tragedie , tralle quali son da distinguersi Edoardo III, Ri
i voti si sono riuniti a tener quest’ultima per la migliore delle sue tragedie urbane, essendo scritta con precisione, discernim
quel piacevole dolore che commuove e tocca gli animi sensibili nelle tragedie . Forte, odioso, detestabile è il carattere dell’e
tico senza alterarne la natura, egli attenderà che un autore di buone tragedie urbane riesca del pari nelle reali, cioè nella gr
nda commedia rattoppata di ritagli della Scozzese e del Beverley. Due tragedie in prosa sul gusto Inglese si coronarono non ha m
l colonnello Ayrenhoff uno de’ letterati dell’Austria ha composte più tragedie e commedie, e tralle prime viene sommamente celeb
Berlichingen, notabile per la lunghezza equivalendo almeno a quattro tragedie regolari, pel numero degli attori che passano i t
12 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO I. Teatro tragico Italiano. » pp. 98-130
oltivatori alle amene lettere ed al teatro. Tuttavolta troviamo varie tragedie degne di leggersi con utile e diletto. Non era ne
t e la Medea di Cornelio, quando i nostri produssero più di cinquanta tragedie ricche di molti pregi. L’Ingegnieri, il Persio, i
ggi, il Porta diedero alla luce ne’ primi anni del secolo dieci buone tragedie se non esimie. Angelo Ingegnieri autore di un Dis
gno di proseguire nella carriera tragica, e diede alla luce due altre tragedie di cristiano argomento, la Giustina in versi scio
tore de’ Caratteri di Teofrasto morto di anni 58 nel 1623 compose tre tragedie la Silandra, l’Alcippo e le Gemelle Capuane. Lo s
a tragedia delle Gemelle Capuane meritava di entrare in una scelta di tragedie . Perchè questo componimento ebbe assai felice riu
vedesi nel tomo II del Teatro Italiano? Seguirono alle nominate prime tragedie del secolo quelle del Gambaruti, del Finella, del
Scamacca fecondo gesuita Siciliano dal 1632 al 1651 pubblicò quaranta tragedie sacre, morali ed imitate dalle greche, le quali h
o. Intorno a questo periodo uscirono alla luce delle stampe tre buone tragedie latine del gesuita Bernardino Stefonio, il Crispo
dell’antica Tragedia e difesa del Crispo. Una delle più interessanti tragedie di questo secolo è il Solimano del conte Prospero
lla catastrofe, a differenza della galanteria che illanguidisce tante tragedie Francesi. Solimano avido di gloria e geloso della
ueste osservazioni non l’escluderanno dal meritato luogo tralle buone tragedie Italiane, e dal piacere in teatro e nella lettura
na letteratura; ma col discorso egli tentò invano insegnare che nelle tragedie , sul di lui esempio, dovessero usarsi i versi rim
degli affetti per altro vivissimi. Si vogliono mentovare le seguenti tragedie tralle regolari di questo secolo, le quali posson
e di esse poesie dell’edizione del Raillard del 1691: e finalmente le tragedie di Bartolommeo Tortoletti Veronese mentovate dal
raccio di Nardò nel 1702. Scrisse il primo nella sua gioventù quattro tragedie , la Cleopatra, la Lucrezia, il Medoro, il Creso,
ente nel 1733. Tutti gli eruditi che hanno gusto tengono per buone le tragedie di questo porporato. Il Gravina le commenda. Il c
contri, e più vivacità nella favola. Posteriore di alquanti anni alle tragedie del Delfino fu il Corradino del lodato Caraccio,
anchi nell’opera su i Difetti del Teatro contandole tralle più felici tragedie cristiane. 59. Vedasi di essa ciò che ne dicemmo
13 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO I. Teatro Tragico Italiano. » pp. 228-273
oltivatori alle amene lettere ed al teatro. Tuttavolta troviamo varie tragedie degne di leggersi con utile e diletto, Non era ne
e la Medea del Corneille, quando i nostri produssero più di cinquanta tragedie ricche di molti pregi. L’Ingegnieri, il Persio, i
ggi, il Porta diedero alla luce ne’ primi anni del secolo dieci buone tragedie se non esimie - Angelo Ingegnieri autore di un Di
gno di proseguire nella carriera tragica, e diede alla luce due altre tragedie di cristiano argomento, la Giustina in versi scio
anchi nell’opera su i Difetti del Teatro contandole tra le più felici tragedie cristiane. Il conte Ridolfo Campeggi pubblicò nel
re de’ Caratteri di Teofrasto, morto di anni 58 nel 1623, compose tre tragedie , la Silandra, l’Alcippo, e le Gemelle Capuane. Lo
edia delle Gemelle Capuane meritava di entrare in una scelta di buone tragedie . Perchè questo componimento ebbe assai felice riu
apuane nel tomo II del Teatro Italiano? Seguirono alle nominate prime tragedie del secolo quelle del Gambaruti, del Finella, del
Scamacca fecondo gesuita siciliano dal 1632 al 1651 pubblicò quaranta tragedie sacre, morali ed imitate dalle greche. Esse merit
o. Intorno a questo periodo uscirono alla luce delle stampe tre buone tragedie latine del gesuita Bernardino Stefonio, il Crispo
lati Rinnovazione dell’antica Tragedia e difesa del Crispo. Una delle tragedie più interessanti di questo secolo è il Solimano d
ella catastrofe a differenza della galanteria che inlanguidisce tante tragedie francesi. Solimano avido di gloria e geloso della
ueste osservazioni non l’escluderanno dal meritato luogo tralle buone tragedie italiane, e dal piacere in teatro e nella lettura
etteratura; ma col disborso l’autore tentò invano insegnare che nelle tragedie , sul di lui esempio, dovessero usarsi i versi rim
egli affetti per altro vivissimi. Si vogliono mentovare le seguenti tragedie tralle regolari di questo secolo, le quali posson
le stesse poesie dell’edizione del Raillard del 1691: e finalmente le tragedie di Bartolommeo Tortoletti veronese mentovate dal
raccio di Nardò nel 1702. Scrisse il primo nella sua gioventù quattro tragedie , la Cleopatra, la Lucrezia, il Medoro, il Creso,
orrettamente. Tutti gli eruditi che hanno gusto, tengono per buone le tragedie di questo porporato. Il Gravina le comendò. Il c
contri, e più vivacità nella favola. Posteriore di alquanti anni alle tragedie del Delfino fu il Corradino del lodato Caraccio,
14 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO I. Stato della poesia scenica in Francia. » pp. 65-76
isce al suo amico Stefano Jodelle la gloria di aver composte le prime tragedie e commedie francesi. Secondo Pasquier questo Jode
talento, benchè non avesse conosciuto i buoni libri. Le sue languide tragedie , per avviso de’ medesimi Francesi, sono scritte i
L’esgesuita Saverio Bettinelli nel Discorso che premise alle proprie tragedie , affermò che Jodelle e la Peruse tradussero i nos
i argomenti che abbigliarono alla loro foggia. Cleopatra fu una delle tragedie di Jodelle, e nell’atto III senza verun riguardo
da Plauto. Sotto Errico III asceso al trono nel 1574 uscirono le otto tragedie di Roberto Garnier, le quali secondo lo stesso Ro
ia di regolare e di decente che alcune deboli traduzioni delle nostre tragedie , pastorali e commedie nel precedente libro da noi
15 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO I. Stato della poesia scenica in Francia. » pp. 3-12
isce al suo amico Stefano Jodelle la gloria di aver composte le prime tragedie e commedie francesi. Secondo Pasquier questo Jode
a di talento, benchè non avesse veduto i buoni libri. Le sue languide tragedie , per avviso de’ medesimi Francesi, sono scritte i
, senza azione, senza maneggio di teatro9. Cleopatra fu una delle sue tragedie , e nell’atto III l’autore, senza verun riguardo n
da Plauto. Sotto Errico III asceso al trono nel 1574 uscirono le otto tragedie di Roberto Garnier, le quali, secondo lo stesso R
rancia di regolare e di decente che le deboli traduzioni delle nostre tragedie , pastorali e commedie nel precedente libro da noi
. IV. 9. Il chiar. Ab. Bettinelli nel Discorso premesso alle proprie tragedie affermò che Jodelle e la Peruse tradussero i nost
16 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO I » pp. 116-223
cominciato a comporre qualche dramma musicale, e si rivolse indi alle tragedie , che s’ impressero in più volumi. Niuno può negar
n teatro, sì per la rima e la monotonia che l’accompagna, e le di lui tragedie dopo alcuni anni cessarono di rappresentarsi. Cer
volle richiamarci allo studio de’ Greci, e scrisse in tre mesi cinque tragedie , Palamede, Andromeda, Servio Tullio, Appio Claudi
ciò recare al moderno teatro che sì poco desiderava le stesse lodate tragedie de’ cinquecentisti? Dovea egli poi serbare il mod
i produsse ne’ primi anni del secolo due altri pregevoli scrittori di tragedie , il consigliere conte Saverio Pansuti, ed il duca
averio Pansuti, ed il duca Annibale Marchese. Compose il primo cinque tragedie impresse in Napoli, cioè Bruto nel 1723, Sofonisb
delle regine sino alla loro morte. Compose in oltre il Marchese dieci tragedie cristiane impresse magnificamente in Napoli in du
a dedicarsi alla poesia e singolarmente alla tragica. Compose quattro tragedie , Giunio Bruto, Marco Bruto, Giulio Cesare e Druso
rsonaggi imitati. I suoi Romani (ciò che per lo più si desidera nelle tragedie francesi) vi compariscono veri Romani; Cassio, Br
ed Inglesi trattarono questo argomento con tali sconcezze che le loro tragedie rimasero nascendo sepolte? Perchè non vide che se
pettoso silenzio (Nota II). Io auguro all’Italia e alla Francia molte tragedie che pareggino queste due Meropi, dovessero anche
o Padovano morto giovane qualche anno dopo del 1738. Egli compose tre tragedie col coro continuo lavorate con una troppo servile
ente del Maffei, si diffuse per l’Italia tutta, e si produssero molte tragedie regolari e giudiziose, benchè non sempre eccellen
atro Tragico e Comico col trattato della Perfetta Tragedia; ma le sue tragedie erano ben lontane dalla perfezione. Sebastiano de
nome Arcadico di Lauriso Targiensé nel 1761 in quattro volumi dodici tragedie regolari, decenti e giudiziose, ma non vigorose,
da’ suoi studenti con grandissimo concorso, dove oltre alle nominate tragedie si rappresentarono ancora due sue commedie, l’Ant
osservante nato nel 1693 e morto verso il 1773 diede alla luce cinque tragedie . Il suo Orazio uscì in Venezia nel 1742, e si ris
seconda volta nel 1764. Il signor Bicchierai produsse in Firenze due tragedie regolari e giudiziose nel 1767, la Virginia, e la
iderazioni sopra il teatro per lo più utili e sagge. Ma niuna di tali tragedie levò grido, o parve degna compagna della Merope d
rj a’ 23 di giugno del 178841 arricchì il teatro tragico di tre buone tragedie Demetrio, Giovanni di Giscala e Agnese. L’autore
la quale verisimilmente l’avvicina all’epoca della publicazione delle tragedie del Maffei, del Zanotti e del Recanati. Nobile, t
e. Se questa favola da alcuni non si voglia ammettere tralle migliori tragedie , io credo che al compiuto trionfo del Varano si o
i Modena, morto l’anno 1769, è l’altro autore che ci ha somministrate tragedie degne di mentovarsi insieme colla Merope, col Ces
si del vantaggio che apportano sul teatro le femmine, compose quattro tragedie , qual più qual meno, tutte però lodevoli, Sedecia
cioglimento? qual taccia daremo al Dione per non riporlo tra le prime tragedie italiane? Non ardisco proporre a titolo di taccia
nso intorno al Dione; pur mi sentirei disposto a riporre tralle prime tragedie italiane anzi il Sedecia e il Manasse, che il Dio
o l’anno 1718 nella patria di Virgilio45. Se ne hanno tre ragionevoli tragedie , Gionata, Demetrio Poliorcete, ossia la Virtù Ate
ti di recare esattamente nel nostro idioma le più applaudite e felici tragedie francesi. Non parlerò io di certe fangose compila
erte fangose compilazioni di traduzioni senza scelta di ogni sorte di tragedie buone, mediocri e cattive, le quali servono unica
rti spuntar nuovamente i lieti giorni de’ Principi Farnesi. Tra varie tragedie prodotte dal comparire del real programma per tut
in Vercelli nel 1782. Il più accigliato censore non negherà che tali tragedie conseguirono meritamente la promessa corona, aven
o Ateniese? Nè con ciò si pretende assicurare che abbiano le nominate tragedie tutta l’energia e la grandezza tragica, calore, m
to con regolarità costante, con arte e con giudizio composero le loro tragedie Carl’ Antonio Monti, che pubblicò nel 1760 in Ver
alcuni moderni innamorati di un nuovo stile e di un nuovo modo di far tragedie . Egli oppone ancora al suo componimento che sia a
ne avuta. Ma nel rimanente lo stile rassomiglia a quello delle nostre tragedie e talora delle opere musicali, la qual cosa par c
si trasgredisce. Se il P. Salvi (che dicesi che abbia composte altre tragedie ancora) non avesse dimostrato nel Calto ingegno a
nese, e Don Ignazio Gajone di Casale di Monferrato autori di alquante tragedie regolari: il conte Alessandro Verri che nel 1779
che nel 1779 impresse in Livorno col modesto titolo di Tentativi due tragedie la Congiura di Milano, e Pentea argomento tratto
certo Dottore Don Pietro Napoli Signorelli che non avea lodate le sue tragedie che l’Italia chiama mostruose? Ciò che ne dicemmo
ezia nel 1787 due volumi di Capricci Teatrali, ne’ quali trovansi tre tragedie , Gertruda Regina d’Aragona, Giulio Sabino in Roma
a tragica nella storia di ogni nazione, ed ha sinora pubblicate sette tragedie che si trovano raccolte nell’edizione di Venezia
onte Vittorio Alfieri da Asti51. Il sig. Monti ha sinora composte due tragedie , l’ Aristodemo, e Galeotto Manfredi Principe di F
no chi ricusa pagar lo scotto a simili pirati, come mai parlare delle tragedie del conte Alfieri senza farsi un nemico? Brevemen
iranno. Tali mi sembrano i pregi ed i difetti generali delle nominate tragedie . Scendiamo a qualche particolarità su ciascuna.
’ lodati drammisti Francesi hanno i nostri inventate altre domestiche tragedie e commedie lagrimanti, alcune originali alcune tr
e di lugubri pantomimi nojosamente ripetuti. Venezia ha vedute varie tragedie cittadine simili a quella del dottor Simoni uscit
i dire, tanto ne perde per lo stucchevol vezzo delle rime. 38. Delle tragedie del Pansuti trovasi una testimonianza onorevole d
pariet cui Cleopatra decus. 51. Non si vogliono però obbliare le tragedie latine composte nel presente secolo per lo più da
a in italiano, il Maurizio, e Clodoaldo Principe di Danimarca; le sei tragedie latine del dotto Carpani stampate in Roma nel 174
iava &c. 60. Terminiamo quì la nostra narrazione delle reali tragedie moderne. Non avendole vedute nulla diciamo nè del
frammischiata di frequenti involontarj versicoli. Tralasciamo alcune tragedie tuttavia inedite, cioè Giovanna d’Arc del chiar.
e latina) ma non recitata. Non ci affrettiamo a parlare di queste tre tragedie , sapendo che l’autore nel tempo della pubblicazio
r ammirar poi tutto ad un tratto e le sue teorie drammatiche e le sue tragedie , e per confrontare quanto in lui stesso si accord
ilierebbe la sua opinione di sbandire gli empj e i gran malvagi dalle tragedie , coll’ ammettere com’ egli fa le favole cittadine
17 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IV. Teatro Italiano nel Secolo XVIII » pp. 316-354
ciò a far qualche dramma musicale, e si rivolse poi di proposito alle tragedie e n’empì più volumi. Le sue favole sono ingegnose
ngedo da Perselide, e va a morire senza manifestarglielo. L’altre sue tragedie più celebrate sono Ifigenia in Tauri, e Alceste.
utto il suo studio a contraffare i greci e scrisse in tre mesi cinque tragedie , il Palamede, l’Andromeda, il Servio Tullio, l’Ap
gli fu fatta da molti contemporanei soverchia ingiustizia. Le di lui tragedie semplici, regolari, e giudiziose dipingono con ma
n felicità la poesia tragica. Meritano ben di leggersi le quattro sue tragedie , Giunio Bruto, Marco Bruto, Cesare, e Druso. La c
e sublime, e i versi liberi da lui usati con destrezza rendono le sue tragedie superiori a quelle del Martelli e del Gravina. So
tramandatici dagli scrittori antichi. L’autore volle ricondurre nelle tragedie i cori nella fine degli atti per riunire alla rap
quenza, e l’erudizione profonda, e la regolarità e lo stile di quelle tragedie , non ballano per farle proporre alla gioventù per
uditorio. «E chi (dice ottimamente il signor Bicchierai autore di due tragedie la Virginia e la Cleone stampate in Firenze nel 1
a invenzione e senza interesse? E chi non preferirebbe la sorte delle tragedie di Shakespear a quelle del Gravina e dell’abate C
ltri potesse essere in istato di saperle leggere negli antichi, varie tragedie sopra tale argomento, come il Telefonte del Caval
iani trattarono l’istesso argomento con sì poca felicità, che le loro tragedie restarono sepolte appena nate. E se egli confessa
ertà italiana copiata da Voltaire, i Francesi fra tante di loro buone tragedie non conterebbero ancora una Merope degna di nomin
di sotto della Merope maffeiana. Il P. Granelli é notissimo autore di tragedie . Apparisce il di lui studio sui greci: ha egli pa
ie scene eccellenti; e buono n’é ordinariamente lo stile. Tuttavia le tragedie del P. Granelli hanno avuto una gloria efimera, m
ti rappresentazioni si son fatte, e si fanno tuttavia in Italia delle tragedie del P. Ringhieri. Molte ne ha egli scritte, e la
tacolo di alcuni colpi forse anche troppo teatrali hanno sostenute le tragedie del P. Ringhieri, le quali hanno fatta la fortuna
terati hanno trasportate con maestria nella nostra lingua le migliori tragedie francesi, e tra essi si sono contraddistinti l’ab
a da Saverio Bettinelli si sono pubblicate in Bassano nel 1771 le tre tragedie di questo letterato, Gionata, Demetrio Poliorcete
Raccolta di Composizioni Teatrali moderne. Questa raccolta comprende tragedie e commedie francesi, inglesi, tedesche e spagnuol
ra Maria Fortuna che ha già fatto stampare la Zaffira e la Saffo, due tragedie in versi sciolti, nelle quali vi é il pregio di u
quali vi é il pregio di uno stile fluido e purgato. Nel resto queste tragedie sono sufficienti a formare un inerito poetico non
pie e piene d’intrighi amorosi simili alla pretta galanteria di certe tragedie francesi, e lo stile abbonda di pensieri e di esp
diverso stile. Ma Scudery e Boisrobert aveano scritte in Francia due tragedie su Didone; e in Ispagna molto prima di essi Crist
Egli é però, manifesto a chi fa la storia letteraria, che di tutte le tragedie fu questa fondatrice di Cartagine le italiane com
18 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori.  » pp. 245-317
e soprannomato) secondo Orazio fu buon poeta lirico, e scrisse ancora tragedie : Ovidio fece una Medea, della quale abbiamo un fr
uintiliano: e il famoso Mecenate, oltre a varii poemi, scrisse alcune tragedie , delle quali da Seneca si mentova il Prometeo, e
giudizio di Quintiliano, poteva degnamente compararsi colle migliori tragedie greche, e pure (già l’accennammo) egli riconobbe
ori ingegni onde si vanti la poesia latina, Virgilio ed Orazio. Se di tragedie intenda favellare quest’ultimo nell’ode che a lui
del dialogo sulla corruzio ne del l’Eloquenza, sommamente esaltate le tragedie Medea, Tieste, Catone, Domizio del celebre poeta
ponio Secondo, di cui Plinio il naturalista avea composta la vita. Le tragedie di questo Pomponio (dal marchese Maffei nella sua
or quando alcuno amico esortavalo a far qualche cambiamento nelle sue tragedie da lui non giudicato opportuno, soleva provocare
Romano nemico che ardisca sprezzar quella tragedia. Pacuvio colle sue tragedie procacciossi rinomanza di dotto, e la si conservò
Severo, e da Quintiliano riputato degno di compararsi colle migliori tragedie greche. Aggiungansi a ciò le nominate tragedie di
pararsi colle migliori tragedie greche. Aggiungansi a ciò le nominate tragedie di Curiazio Materno esaltate dall’autore del dial
ettanto della tragedia; anzi sostenne nettamente esservi state alcune tragedie latine degne di venire in confronto colle miglior
r tutta la fede a que’ Latini scrittori che ebbero sotto gli occhi le tragedie romane da essi esaltate, a que’ Latini che sapeva
to Denina che con tutta la posterità non ha veduta nè anche una delle tragedie latine. Nè debbe egli fondarsi nè poco nè punto n
darsi nè poco nè punto nella mancanza di originalità desiderata nelle tragedie latine; perchè se tal mancanza derogasse al merit
lga sino ai Cori di Bacco prodotti in Icaria, dir non sapremmo quante tragedie ostentar si potrebbero come perfette, grandiloque
da personaggi ragguardevoli, non sono a noi pervenute se non le dieci tragedie attribuite a Seneca, le quali (che ne dica Martin
ugusto: e ad alcun novizio declamatore l’Ottavia. Se vogliansi queste tragedie paragonare in generale colle greche, si troverann
se si discernono. Cercheremo d’investigarle. La Medea. Se v’ha tralle tragedie latine conservate alcuna che sostenga il confront
vero che alterò sempre la verità della natura nell’imitare le greche tragedie , e che corruppe, come altri disse, quel vin grec
quello di cui tante volte si è scritto. Accompagna degnamente le due tragedie descritte la Troade, la qualo abbraccia parte del
pensiero, Priamus flamma indiget ardente Troja . Tutti i cori delle tragedie latine, ancorchè ben verseggiati, cedono di assai
lla Troade accoppiato ai lamenti di Ecuba rassomiglia ad alcuni delle tragedie greche, e dovè riescire assai commodo alla musica
tta di azione, dimostra essere diverso da quello delle tre precedenti tragedie . Sofocle ha somministrata la materia di questa; m
l coronato Agamennone di Eschilo. Il Tieste è una delle più terribili tragedie per l’atrocità dell’azione. Ma l’autore latino ch
er mio avviso è Seneca, o per meglio dire ciascuno autore delle dieci tragedie latine che sotto il di lui nome ci sono rimastea.
le Storie che Pollione scrisse della guerra civile, e non già creduti tragedie da lui composte a. Vedasene anche Seneca nell’ep
mirum complures ampullae et utres. a. Le nostre osservazioni sulle tragedie di Seneca di poco in questa edizione alterate, eb
19 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo II. Teatro Spagnuolo, Inglese, e Alemano nel medesimo Secolo XVII. » pp. 276-290
, se ne trovano in questo. Cristoforo Virues nel 1609 pubblicò cinque tragedie , la Gran Semiramis, la Cruel Casandra, Attila fur
regola veruna, siccome confessa il Montiano nel primo discorso sulle tragedie . Il Pompeyo di Cristoforo de Mesa impresso nel 16
rda, e Los Siete Infantes de Lara di Velarde, non meritano il nome di tragedie per la mescolanza delle buffonerie ne’ punti più
lo più eccellente comico de’ suoi tempi, benché avea composto ancora tragedie . Giacomo Shirly cattolico scrisse alcuni componim
ico e comico Tommaso Otwai, morto nel 1685, il quale spiccò più nelle tragedie , e mostrò prima d’ogni altro in teatro Catilina,
e Celinda, Caterina di Georgia, la Morte di Papiniano, Carlo Stuardo, tragedie ; Santa Felicita, tratta da una tragedia latina di
ccesso per mezzo di Daniel Gasparo di Lohenstein. Egli compose cinque tragedie , Epicari, e Agrippina, pubblicate nel 1665, Ibrai
fu Giovanni Cristiano Hallmann, il quale dal 1667 al 1673 compose sei tragedie , Marianna, l’Amor Celeste, il Teatro della Fortun
ttau, precipitò nel basso e nel triviale. Egli fé rappresentar le sue tragedie e commedie dal 1677 in poi dagli scolari del suo
e il concorso per mezzo dei gran drammi politici ed eroici, spezie di tragedie grossolane condite dalle buffonerie di Hanns Wour
20 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 37-96
osero moltissime tutte in prosa intitolandole novelle, tragicommedie, tragedie e commedie. Di esse inutilmente si tesserebbe un
gni vigore al riflettersi ch’ egli lodò ancora come eccellenti alcune tragedie , che la posterità (come diremo) ha trovate cattiv
uelle che chiamò commedie. Altre sei delle sue favole volle denominar tragedie , cioè el Duque de Viseo, Roma abrasada, el Castig
a Aurora, la Sangre inocente, el Marido mas firme. Ma perchè le disse tragedie ? In esse, oltre a’ soliti difetti circa le unità
raniero le disotterrasse. Ma vediamo se gli Spagnuoli ebbero mai vere tragedie senza veruna mescolanza comica. Non è vero che es
olanza comica. Non è vero che essi non ne hanno veruna, o che le loro tragedie non possono distinguersi dagli altri drammi, come
a corte ben posso attestare di averne vedute diverse. Ecco per ora le tragedie Spagnuole del secolo XVI. Oltre alle latine del P
z Tanco de Fregenal, che altri leggermente pretese che avesse scritte tragedie prima de’ suoi compatriotti e degli stessi Italia
asce tosto al nominarlo la curiosità di sapere dove mai si trovino le tragedie di questo Vasco, e se furono impresse ovvero rima
ti inediti sacri, storici e morali, e che fra essi erano anche alcune tragedie di Assalone, Ammone, Saule e Gionata. Il caratter
ttere di questo Tanco fa sì che senza molto esitare si ripongano tali tragedie nelle biblioteche immaginarie. Gli stessi naziona
oduce per conseguenza un è. Del resto la storia dimostra quante altre tragedie produssero gl’ Italiani assai prima del 1502 in c
Hann Sachs. Nè anche pongo nel teatro tragico Spagnuolo quelle mille tragedie dell’Andaluzzo Giovanni Malara, le quali, sull’ a
essere stata tragedia vera; perchè il medesimo Cueva confessa che le tragedie del Malara non erano scritte secondo il metodo de
, ma secondo il gusto nazionale. Dicasi la stessa cosa di poche altre tragedie accennate nel II Discorso del Montiano, cioè la H
tono, e perciò se ne ignora la natura, o certamente non sono rigorose tragedie più delle sei del Vega, e delle altre favole eroi
icate in Valenza nel 162154. Ma venghiamo alle dodici non immaginarie tragedie Spagnuole. Due ne scrisse Fernan Perez de Oliva,
lla del Trissino; dunque (notisi la logica) gli Spagnuoli hanno avute tragedie prima degl’ Italiani. Nè anche del Perez si sa l’
a) si lusinga di rendere contemporanee le favole del Perez alle prime tragedie Italiane. Vuole in oltre che l’Ecuba e la Vendett
89, pubblicò in Madrid nel 1577 sotto il nome di Antonio di Silva due tragedie sulla morte d’Inès de Castro intitolate Nise last
o intitolate Nise lastimosa e Nise laureada. L’autore le chiamò Prime tragedie Spagnuole; ma se i Portoghesi debbono dirsi Spagn
nelle mani, giacchè l’ha copiata nella sua Nise lastimosa. Ambedue le tragedie di questo Galiziano mancano di azione e d’intrigo
igliano Giovanni de la Cueva impresse nel 1588 trovansi quattro altre tragedie , i Sette Infanti di Lara, la Morte di Ajace, la M
inia e di Appio Claudio, il Principe Tiranno. Noi le riconosciamo per tragedie , ma ci rapportiamo su di esse alla censura del na
or della natura il carattere del protagonista. Ciò vuol dire che sono tragedie , ma difettose. Nega questi difetti il sig. Lampil
strò saviezza, intelligenza e sobrietà, tra perchè come autore di due tragedie ben condotte è giudice competente in simili esami
e Argensola nato nel 1565, essendo nell’età di venti anni compose tre tragedie l’Isabella, la Filli e l’Alessandra, le quali si
o Spagnuolo cominciò male dalla Celestina e dell’Eufrosina credendole tragedie . 34. Dee però avvertirsi che questa favola di Do
re il coturno nella prima gioventù. 51. Nel suo Discorso II sopra le tragedie . 52. Il ridicolo manifesto di questo sogno credu
che è peggio anche ultimamente dal chiar. Ab. Andres che tralle altre tragedie spagnuole cita quelle del Malara) è stato da me p
e’ Greci è stato il Perez. Ma se non si sa quando egli scrisse le sue tragedie , qual fondamento ha l’ asserzione del sig. Andres
21 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO II. Spettacoli teatrali in Alemagna. » pp. 77-87
l 1518 sino al 1553 compose 55 giuochi di carnevale, 76 commedie e 59 tragedie , le quali cose racchiudonsi in cinque volumi in f
io, volle adoperare in contese di religione la scenica poesia. Le sue tragedie possono col Baile chiamarsi di controversia a. Qu
ella Biblioteca del Gesnero. Tali sono il Protoplaste e la Nomothesia tragedie , ed il Sacrificio d’Isacco, commedia, le quali ap
tato, Prisciano battuto, gli Elvezii Germani, alle quali aggiunse due tragedie Venere e Didone. S’impressero in un volume da Ber
all’eleganza purezza ed erudizione di Melantone ed Erasmo. Le due sue tragedie sono tratte del libro I e dal IV dell’Eneide. La
22 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO I. Drammi Latini del XVI secolo. » pp. 7-27
re poi a queste rappresentazioni si composero in latina favella nuove tragedie e commedie. Il dotto Francesco Benzib scrisse due
56, su la quale fe poscia il commento Orazio Anisio suo nipote. Altre tragedie scrisse Giovanni Francesco Stoa. Ma le più pregev
. Altre tragedie scrisse Giovanni Francesco Stoa. Ma le più pregevoli tragedie latine di questo secolo uscirono da Cosenza. Anto
che che tragiche delle Baccanti, di Jone, di Alceste; ma dalle latine tragedie in poi si sono rigettate come impertinenti. Io no
lui gusto nella scelta fatta nel tradurre l’Elettra. Delle tre greche tragedie rimasteci sulla vendetta di Agamennone, benchè Ma
sioni, e in grandezza e sobrietà di stile va innanzi a quasi tutte le tragedie di Seneca. Ma per vedere Aristofane ritratto con
il vescovo Martirano quasi ne’ primi lustri del secolo colle otto sue tragedie e colle due commedie eseguì egli solo con ottima
ompatimento certi critici e ragionatori di ultima moda! Passiamo alle tragedie Italiane. a. Vedi l’epistola 35 del libro XXIII
23 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Teatro di Eschilo. » pp. 75-103
attore e di direttore. Settanta, o, come altri vuole, novanta o cento tragedie egli compose, delle quali sette appena ce ne rima
, grande, benchè talvolta turgido, impetuoso, gigantesco, oscuroa. Le tragedie che se ne sono conservate, s’intitolano: Prometeo
le Coefore, l’Eumenidi, e i Persi. Di queste non meno che delle altre tragedie greche a noi giunte, in grazia della gioventù cur
re di Prometeo, quello di Ajace in Sofocle, ed altri ancora di ottime tragedie moderne. Nella condotta delle Danaidi supplichevo
e, ed uno solo favella pel resto, la qual cosa si osserva in tutte le tragedie antiche. Finalmente i Persi tragedia data da Esch
onosce e addita le bellezze. Dopo queste succinte notizie delle sette tragedie di Eschilo, non c’incresca di ascoltare ciò che a
arate da alcune patetiche declamazioni . Se il leggitore conosce tali tragedie , non potrà non ridere e non rimaner meravigliato
di Atene sua patria, tanto più quanto cominciarono ad applaudirsi le tragedie del giovane Sofocle. La prima volta che questo nu
iesi diedero pubblici attestati della stima che facevano delle di lui tragedie , avendo decretatob che si rappresentassero anche
ente la corona teatrale. Euforione figlio di Eschilo, oltre ad alcune tragedie da lui composte, vinse secondo Suida e Quintilian
24 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 1 pp. 2-271
cominciato a comporre qualche dramma musicale, e si rivolse indi alle tragedie , che s’impressero in più volumi. Niuno può negarg
arretti) sì per la rima e la monotonia che l’accompagna ; e le di lui tragedie dopo alcuni anni cessarono di rappresentarsi. Cer
volle richiamarci allo studio de’ Greci, e scrisse in tre mesi cinque tragedie , Palamede, Andromeda, Servio Tullio, Appio Claudi
ciò poteva al moderno teatro che sì poco desiderava le stesse lodate tragedie de’ cinquecentisti ? Dovea egli poi serbare il mo
usse ne’ primi anni del secolo XVIII due altri pregevoli scrittori di tragedie , il consigliere conte Saverio Pansuti, ed il duca
averio Pansuti, ed il duca Annibale Marchese. Compose il primo cinque tragedie impresse in Napoli, cioè Bruto nel 1723, Sofonisb
quanto il pubblico a vederla rappresentare. Onorevole menzione deile tragedie di Saverio Pansuti fe l’immortale Alessio Simmaco
lle regine sino alla loro morte. Compose in seguito il Marchese dieci tragedie cristiane impresse magnificamente in Napoli in du
enegildo del Marchese circoscrisse il suo trionfo fra’leggitori delle tragedie cristiane del Marchese senza passare su di un pub
ca alla salvezza della prole reale. Ecco un tratto eroico degno delle tragedie di prima fila che ha preceduto il sacrificio fatt
a dedicarsi alla poesia e singolarmente alla tragica. Compose quattro tragedie , Giunio Bruto, Marco Bruto, Giulio Cesare, Druso.
naggi imitati. I suoi Romani (ciò che per lo più si desidera in varie tragedie straniere) compariscono veri Romani. Cassio, Brut
ed Inglesi trattarono questo argomento con tali sconcezze che le loro tragedie rimasero nascendo sepolte ? perchè non vide che s
ea con rispettoso silenzio. Io auguro all’Italia e alla Francia molte tragedie che paregeino queste due Meropi, dovessero anche
o padovano morto giovine qualche anno dopo del 1738. Egli compose tre tragedie col coro continuo lavorato con troppo servile imi
molti sentimenti del Salio, dopo di che più non si parlò delle di lui tragedie . Comunicato lo spirito di simil genere per la riu
ti, del Marchese e del Maffei, si diffuse per l’Italia tutta, e molte tragedie regolari e giudiziose, se non eccellenti, si prod
tro Tragico e Comico col trattato della Perfetta Tragedia ; ma le sue tragedie erano ben lontane dalla perfezione. Sebastiano de
nome arcadico di Lauriso Targiense nel 1761 in quattro volumi dodici tragedie regolari, decenti e giudiziose, ma non vigorose,
osservante nato nel 1693 e morto verso il 1773 diede alla luce cinque tragedie . Il suo Orazio usci in Venezia nel 1642 e si rist
onsiderazioni sul teatro utili e giudiziose. Ma niuna di tutte queste tragedie levò il grido e parve degna compagna o della Mero
i a’23 di giugno del 1788(a). Arricchi il teatro tragico di tre buone tragedie Demetrio, Giovanni di Giscala ed Agnese che si tr
rima sua gioventù, la quale verisimilmente l’avvicina all’epoca delle tragedie del Maffei, del Zanotti e del Recanati. Nobile, t
e. Se questa favola da taluni non si voglia ammettere tralle migliori tragedie italiane, credo che al compiuto trionfo del Varan
di Modena morto l’anno 1769, è l’altro autore che ci ha somministrate tragedie degne di mentovarsi insieme colla Merope, colla P
si del vantaggio che apportano sul teatro le femmine, compose quattro tragedie , quale più e quale meno, tutte però lodevoli, Sed
ata del Granelli prestava a’ suoi personaggi. Non essendo però le sue tragedie accomodate al bisogno de’pubblici teatri, fèce ch
ioglimento ? Qual taccia daremo al Dione per non riporlo tra le prime tragedie italiane ? Non ardisco proporre a titolo di tacci
o intorno al Dione ; pure mi sentirei disposto a riporre tralle prime tragedie italiane anzi il Sedecia e il Manasse, che il Dio
di non trovare in essa taccia veruna che osti a riporla tralle prime tragedie italiane. Seila figlia di Jefte è l’ultima trage
a rendersi religiose in un ritiro di clausura. Prima di passare alle tragedie dell’istesso signor Bettinelli, fa mestieri mento
lle tragedie dell’istesso signor Bettinelli, fa mestieri mentovare le tragedie latine composte nel secolo XVIII per lo più da’ g
hesini di Lucca Maurizio imperadore, ed Artavasdo, oltre di altre due tragedie scritte in italiano. Sei ne produsse in Roma il d
patria di Virgilio, e morto l’anno 1808. Se ne hanno tre ragionevoli tragedie , Gionata, Demetrio Poliorcete, ossia la Virtù Ate
erte fangose compilazioni di traduzioni senza scelta di ogni sorta di tragedie buone mediocri e cattive, le quali servono unicam
, on ne traduit point le gènie. L’abate Placido Bordoni autore di due tragedie , delle quali parleremo, forni alla raccolta Pepol
mente da Francesco Baldi. Vuolsi aggiugnere ai nominati traduttori di tragedie anche il Napoli-Signorelli autore di questa istor
e belle arti nuovamente i lieti giorni de’principi Farnesi. Fra varie tragedie prodotte dal comparire del real programma per tut
o Trenta, il quale prima del real programma avea pubblicate altre due tragedie , la Teone e l’Oreste. Nel concorso del 1775 ripor
in Vercelli nel 1782. Il più accigliato censore non negherà che tali tragedie conseguirono meritamente la promessa corona avend
ateniese ? Nè con ciò si pretende assicurare che abbiano le nominate tragedie tutta l’energia e la grandezza tragica, e calore,
o con regolarità costante, con arte e con giudizio, composero le loro tragedie Carlo Antonio Monti che pubblico nel 1760 in Vero
moderni innamorati di un nuovo stile, e di un nuovo modo di comporre tragedie . Egli oppone ancora contro il proprio componiment
zza, che chi si sovviene delle scene di Cesare e Marco Bruto di altre tragedie , ammira con diletto la novità de’ pensieri in que
una sua visione. Ma nel rimanente lo stile rassomiglia a quello delle tragedie e talora delle opere musicali, la qual cosa par c
ni si trasgredisce. Se il p. Salvi (che dicesi di aver composte altre tragedie ancora) non avesse dimostrato nel Calto ingegno b
i nel 1779 fe stampare in Livorno col modesto titolo di Tentativi due tragedie , la Congiura di Milano, e Pentea argomento tratto
per esse si concepirono. Il bolognese Flaminio Scarpelli produsse due tragedie che non debbono obbliarsi, il Creso ed il Pausani
usania. Il sig. Ignazio Gajone di Casal di Monferrato scrisse diverse tragedie delle quali ciascuna costogli in Madrid otto gior
poesia tragica nella sua gioventù. La sig. Maria Fortuna compose due tragedie la Zaffira e la Saffo. Tutti questi scrittori mer
a Rovina di Gerusalemme, di Nabucco, del Davide, della Sara, ed altre tragedie dell’ olivetano Ringhieri ristampate dopo la di l
certo Dottore don Pietro Napoli-Signorelli che non avea lodate le sue tragedie , che l’Italia continua a chiamar mostruose ? Ne d
ezia nel 1787 due volumi di Capricci teatrali, ne’ quali trovansi tre tragedie , Gertruda Regina di Aragona, Giulio Sabino in Rom
dall’ autore l’atto primo che sommamente interessava. Sopra tutte le tragedie inedite che io conosco, sarebbe a desiderarsi che
so il Cattolico augusto re Carlo III, l’altro di udirgli leggere tali tragedie , e di ottenerne copia che le mie posteriori disgr
ondotta, e verseggiato competentemente. Vogliono mentovarsi altre tre tragedie dell’ altro regnicolo Francesco Mario Pagano di B
un requisito essenziale, ne seguirebbe, che per noi moderni non sieno tragedie quelle che ci rimangono del teatro greco, non pot
altre nazioni settentrionali. Con simil norma non riconosceremmo per tragedie le moderne che vertono su’ fatti orientali o amer
azet, la Semiramide, l’Orfano della China ecc. passar non debbono per tragedie in Italia, giacchè non appartengono alla nostra n
in Italia, giacchè non appartengono alla nostra nazione. Non saranno tragedie Francesi, Inglesi, Spagnuole e Alemanne le nostre
on saranno tragedie Francesi, Inglesi, Spagnuole e Alemanne le nostre tragedie Ugolino, Giovanna I, Piccinino ec. Non saranno pe
ostre tragedie Ugolino, Giovanna I, Piccinino ec. Non saranno per noi tragedie Zaira, Tancredi ecc., Carlo d’Inghilterra, Carlo
edursi dagli esempi greci, perchè sebbene la maggior parte delle loro tragedie a noi pervenute contengano argomenti greci, e per
le loro favole amori freddi ed episodici ; che lo stile delle antiche tragedie Italiane, cioè quelle del XVI secolo, manchi di a
narrazioni di Amelia, le scempiagini d’ Iroldo. Le analisi di queste tragedie allora si diressero a preservar la gioventù dal c
. Il regno di Napoli ha veduto nascero negli ultimi anni altre cinque tragedie  : gli Arsacidi, Zelide, Erode, Ermione, Erettèo,
tradimento Berenice, indi uccide se stesso. Serba l’autore due altre tragedie scritte più tardi ma non ancor pubblicate per le
qualche maniera latina. Questo autore che ci compensa delle meschine tragedie de’Corradini e Gerbini e Pausanii di ultima data,
ogni nazione, abbandonando i greci argomenti. Pubblicò da prima sette tragedie che si trovano raccolte nell’ edizione di Venezia
resse) la necessità di meglio scrivere, e diede all’ Italia altre tre tragedie , l’Adelinda, Carlo ed Isabelle ed Agamennone. Al
nto della produzione del Pepoli, quanto delle altre antiche e moderne tragedie intorno ad Agamennone pervenute a mia notizia. No
oduzioni tardi si rivolse alla poesia teatrale. Ne abbiamo sinora tre tragedie , l’Aristodemo, il Galeotto Manfredi, ed il Cajo G
o chi ricusa pagar lo scotto a simili pirati ; come mai parlare delle tragedie del conte Vittorio Alfieri senza farsi de’nemici 
ettinelli che nel Discorso del Teatro Italiano si pregio d’aver nelle tragedie sue seguita la scorta di Eschilo e di Euripide ?
etto del tiranno. Tali mi sembrano i difetti e i pregi generali delle tragedie Alferiane uscite nel 1785 da Venezia. Scendiamo a
iò di somma lode. Don Garzia. Presenta i medesimi pregi delle ultime tragedie dell’Alfieri ; stil nobile, lumi filosoficí senza
curo, impunito e principe. Saule. Non esitiamo a contar tralle buone tragedie Alfieriane il Saule. Micol tenera figlia e sposa,
Sofonisba. Ci dice l’autore che Sofonisba è una delle cinque ultime tragedie da lui concepite e verseggiate due o tre anni dop
are l’eroismo di Bruto che fa rinascere la libertà. Quanto a tutte le tragedie di Vittorio Alfieri, malgrado delle critiche o sa
lingua. Io non so se io l’abbia conseguito nelle traduzioni di alcune tragedie greche e francesi, impresse in Milano ; almeno l’
esi che sono in Napoli venuti da più regioni Italiane oltre di trenta tragedie e varie non prive di merito. Alcune hanno riporta
I CORREZIONI Pag. 50, linea 22 convenuto covento 51, 23 tragadie tragedie 53, 18 elagante elegante 85, lin penult. de
la qual cosa è quello appunto che i Cori esigono, come si vede nelle tragedie greche, e come sulle loro tracce eseguì Racine ne
de’ suoi versi latini impressi nel 1742. (a). Queste due eccellenti tragedie dall’ autore mio antico amico a me affidate, ne’
abitazione). Di questo mai più non ho potuto sapere altro. Delle due tragedie del Bordoni seppi dal sig. Zanoni nel 1810 che l’
ll’ edizione di Firenze del 1807 della Dissertazione Accademica sulle tragedie di Vittorio Alfreri coronata in Lucca dall’ Accad
o discorso. Altre parimente di simil conio ne ha osservate in diverse tragedie il dotto professor Carmignani. (a). Chi conosce
25 (1732) Paragone della poesia tragica d’Italia con quella di Francia
dovuta proprio all’assunto di partenza e alla scelta di analizzare le tragedie dal punto di vista della qualità del protagonista
ualità del protagonista e del grado di patetismo della favola. Fra le tragedie settecentesche la preferenza è data al classicist
o, dando vita, attraverso eroi eccellenti, a drammi eroici, anziché a tragedie . Il bergamasco procede quindi all’analisi dei tra
entrati soltanto su pietà e terrore. La frequente introduzione, nelle tragedie francesi, di personaggi malvagi — e in questo cas
costituisce per accumulo di episodi. Di conseguenza egli condanna le tragedie seicentesche in cui gli episodi intervengono con
Si delinea qui una spiccata preferenza per la semplicità tipica delle tragedie greche e classicistiche, sempre in opposizione al
evoli. Ancora dal punto di vista della resa scenica, l’autore loda le tragedie francesi per la preparazione della peripezia, oss
(o il lieto fine); le eloquenti condanne dell’artificiosità di molte tragedie italiane, dal Torrismondo all’Aristodemo, fino an
e scenica, così come il pregiudizio circa l’eccessiva vicinanza delle tragedie italiane a quelle greche, diventeranno ben presto
ostrano alcuni monologhi, di carattere eccessivamente ingegnoso delle tragedie del vituperato Corneille. L’attacco del Cinna, ad
Nicole, all’interno del Traité de la comédie, proprio in margine alle tragedie corneilliane, e in particolare alla Théodore. Cal
lette le veementi accuse lanciate dal bergamasco nei confronti delle tragedie di Duché, il quale, nell’Absalon e nel Jonathas,
punto, ancor più che nei precedenti, emerge l’immenso divario fra le tragedie greche e quelle francesi, frutto del progressivo
attezza la maestosità dei soggetti romani che rappresentava nelle sue tragedie . Nel penultimo capo viene presa in esame la quest
ecolo. Al di là di queste censure in merito alle scelte formali delle tragedie del Rinascimento, l’obiettivo polemico principale
to da Calepio parrebbe avere fortuna nel Settecento, se si pensa alle tragedie di Antonio Conti, ma anche, sebbene con le dovute
re a specifiche accuse, dall’altra allargare la propria indagine alle tragedie pubblicate negli anni successivi all’uscita del P
on maggior frequenze in queste due pagine di prospetto, si contano le tragedie di Antonio Conti, di cui il bergamasco aveva potu
amasco aveva potuto leggere in prima istanza solo il Cesare, e non le tragedie degli anni Quaranta, il Brutus (1731) di Voltaire
tolto il vanto da’ Francesi, ed altri all’incontro sostengono che le tragedie di que’ poeti son lunge dalla perfezione di molte
un esame diligente e disappassionato delle italiane e delle francesi tragedie per discuoprire i pregi ed i difetti di queste e
Italiani, tentarono di seguirli nella imitazione medesima, ma le loro tragedie furono poco applaudite. [1.1.3] Credono alcuni c
ria: ma poi, veggendo poco corrispondere a tal regola molte delle sue tragedie , s’ingegna con sue nuove interpretazioni di far s
ché il purgamento delle sopradette passioni non pare che siegua nelle tragedie stesse, ove si ritrovano le condizioni che richie
quello più compiuto ed universale; laonde dal piacer recato dalle sue tragedie traeva egli bastante argomento della loro bontà:
traeva egli bastante argomento della loro bontà: né di vero a più sue tragedie poteva egli addurre altra giustificazione. [1.1.
cusabile, riguardano almeno di lontano un medesimo fine. Fra le sette tragedie d’Eschilo tre hanno il predetto attor tragico che
è castigo del dispregio con cui egli parla di Venere. [1.2.12] Varie tragedie del medesimo purgano solamente nella seconda mani
, ch’egli vien punito per l’uccisione degli adulteri. [1.3.3] Fra le tragedie di Gian Battista Giraldi non pur l’Orbecche ha si
a per altro soggetto assai regolare. [1.3.6] Fra molte altre moderne tragedie che abbiamo non mancano più saggi d’una ottima el
lle del Montanari. Non voglio già quindi conchiudere che le mentovate tragedie sieno però perfette; esse hanno i loro difetti ed
tal parte inferiori questi secondi. Cornelio non sa citare fra le sue tragedie per ottimi esempli di tragiche persone che Rodrig
o, ma ne ha fatto sì mal uso che n’ha formato due delle sue inferiori tragedie . L’azione tratta dall’Edippo di Sofocle gli è sem
ito che con ribrezzo, vinta dalla necessità. [1.4.7] Nelle altre sue tragedie il medesimo Francese si è discostato anche più da
farei cosa troppo vana se qui fare volessi particolare menzione delle tragedie di Rotrou, di Mairet, di Tomaso Cornelio, di Prad
ssi alcuno che ha mostrato di conoscere e di pregiare il valore delle tragedie del primo grado, ma niuno è stato provveduto de’
ffetti sì vivamente, che sarebbe difficile rinvenirne di simili nelle tragedie italiane. Ma sovente i più bei passi sono un puro
iare che ad una censura parmi all’incontro che soggiacciano non poche tragedie italiane per avere argomento finto, ancorché pera
i poeti greci non eran soliti a prendersi tal libertà se non in certe tragedie di lieta riconoscenza, come è probabile che fosse
onoscenza, come è probabile che fosse anche il Fior d’Agatone. Fra le tragedie della natura orribile abbiamo la sola Medea d’Eur
icolo I. [2.1.1] Per lo precedente capo si può comprendere che le tragedie de’ Francesi sono per lo più difettose ora per po
cimenti. [2.1.7] Alcuni per errore hanno creduto che la spezie delle tragedie doppie, ove i cattivi muoiono ed i buoni si liber
in particolar guisa praticato una qualità di drammi differenti dalle tragedie , la quale abbia per fine di giovare con l’esempio
ià due secoli fosse proposto dal nostro Castelvetro19. [2.1.9] Nelle tragedie italiane non s’è trascurata la meraviglia propria
ale, a cui principalmente dee dirigersi l’arte; e supposto che fra le tragedie di Pietro Cornelio più commuovessero, come egli d
erle ad una noiosa uniformità, per la quale la lettura delle italiane tragedie riesce talor men grata. [2.2.6] Ma giudico assai
e orribili senza incorrere nelle odiosità delle gran colpe, laonde le tragedie senza esser piene di scelleratezze ponno cagionar
si, se ben m’avviso, sono lontani da tale avvertenza e se hanno delle tragedie libere dalla macchia pare che ciò sia piuttosto e
perfezione. [3.1.3] Gl’Italiani ch’hanno preso per iscopo le antiche tragedie non sono incorsi comunemente nella censura d’aver
ma disadatti che si veggono sparsi in gran parte delle nostre antiche tragedie , il tedio de’ quali appare che fosse sentito anch
ie di episodio che dava alle favole una convenevol misura, così certe tragedie italiane considerate rispettivamente alla rappres
, esporrò le osservazioni che m’avvenne di fare nella lettura di tali tragedie . Articolo II. [3.2.1] Non può negarsi che
essi si richiederebbe. Un tal difetto mi sembra tollerabile in quelle tragedie ove il successo essenziale è secondo la storia al
i Pietro Cornelio e poscia generale presso li poeti di Francia che le tragedie ove amore non ha parte alcuna sieno prive de’ pri
enza violenza. [3.3.2] Aggiunge ch’essendo le donne necessarie nelle tragedie fa di mestiere introdurle a ragionare d’amore sì
i principi sopra accennati praticano l’amore generalmente nelle loro tragedie , non già per passione primaria sopra di cui debba
ienze al costume di quella nazione, come perché l’applauso delle loro tragedie dipende principalmente dall’approvazione delle da
on gli affetti degli episodi quello dell’azione. Nelle poche italiane tragedie che hanno digressioni d’amore s’è molto diversame
proprie calamità per le cure amorose. Il che, comeché avvenga in più tragedie , riesce notabilissimo nell’Idomeneo di Crebillon.
i ragioni sembrami assai biasimevole l’uso che si fa dell’amore nelle tragedie francesi, quantunque tali loro episodi meritino s
e s’è guardato di mischiare digressioni amorose alle azioni delle sue tragedie , e lodasi d’avere intenerito gli uditori senza ta
udizi, perocché con quella libertà che mi son preso nel dichiarare le tragedie di Francia meno regolari che le nostre nella teor
ato in ciò più degli altri guardingo, ma non è libero in tutte le sue tragedie da simili imperfezioni. Li nostri poeti non andar
no esenti da simili difetti degli antichi precessori, anzi, salvo più tragedie di questi ultimi tempi, nelle quali si scorge qua
cento altri falli meriti appena luogo fra le peggiori. [4.1.4] Nelle tragedie del Giraldi veggonsi non pur persone umane che co
.5] Non mancano presso li Francesi di simili inconvenienze, né fra le tragedie dello stesso Pietro Cornelio sono scusabili le na
, sì per l’azione che per gli episodi, il che di rado s’osserva nelle tragedie italiane. [4.1.6] Tutto ciò che potrebbesi censu
i trattan gli affari in molte favole italiane di coro continuo. Nelle tragedie greche non è notabile tale inconvenienza sì perch
e nell’atto primo. [4.3.2] Per non passare sotto silenzio le moderne tragedie aggiugnerò che nella Temisto del Salìo il rivolgi
mia della favola. [4.4.4] Per mancanza di cotale avvertimento in più tragedie è dunque successo che la comparsa delle persone s
identità di luogo sì particolare e maravigliosa che si vede in certe tragedie ove s’è meglio procurata cotal perfezione da Piet
a vanità degli ornamenti; oltre di che accade non rado nelle italiane tragedie di vedere delle scene quasi oziose e per consegue
i improprie. Contuttociò, se si considerano i soliloqui di moltissime tragedie italiane, assai maggiore è il numero e la qualità
e che di fare la loro recitazione. Ciò massimamente mi spiacque nelle tragedie del Giraldi ed in particolare nell’atto 5. della
do d’avere osservato tra francesi qualche viziosa frequenza che nelle tragedie di monsieur de La Fosse. [4.5.5] Altro difetto p
risimilmente esser noti; dove all’incontro è fermo convien privare le tragedie o della segretezza, con la qual d’ordinario si so
presso di noi si sono mostrati amatori di cotal ordine, ma nelle loro tragedie incontra di vedere or qualche inverisimile di luo
tà; nel che fare i nostri son meno lodevoli degli altri, sì perché le tragedie antiche non sono sì raffinate e perfette che non
ù sciocche favole per le loro rappresentazioni) certo è bensì che più tragedie dell’età nostra hanno de’ difetti o nelle azioni,
Tra coloro che sin ad ora hanno ragionato de’ costumi delle francesi tragedie , altri non sanno rifinire di lodarne la bellezza
tragica maggioranza. Una ragione che a ciò lo muove si è che se dalle tragedie degli antichi e de’ moderni si levassero i cattiv
li amabili ed utilmente esemplari. Per giustificare la pratica di far tragedie senza il riguardo di conciliare colla bontà moral
pio agli altri, di ciò convincendo le storie; sì l’imputare alle loro tragedie una totale mancanza di simili persone. Basta fra
introdusse l’usanza, seguita poscia da’ Francesi comunemente, di fare tragedie con puro oggetto di proporre alla gente de’ model
n ponno, sul qual metodo s’è lavorata la maggior parte delle francesi tragedie . Ciò massimamente mi spiace laddove tali caratter
popoli, i quali amavano stoltamente gli spettacoli e massimamente le tragedie . In ciò che riguarda la lesione della dignità de’
erto che il costume del secolo aveva non poco contribuito: però nelle tragedie scritte a’ tempi del Romano Impero, che vanno sot
a sono più radi i falli. Intorno all’ufficio hammi offeso assai nelle tragedie di Cornelio la temerità con cui parla Placido all
ncanza di questa credo esser rimaste con poco applauso molte italiane tragedie . La ragione che a ciò mi muove è che il popolo, p
antichi. Articolo VII. [5.7.1] Ora che abbiamo esaminato sì le tragedie italiane che quelle de’ Francesi rispettivamente
si veggono esempi nobilissimi nelle reliquie ch’abbiamo delle greche tragedie , e massimamente appresso Sofocle, che per animare
costumi ch’avevano intenzione di rappresentare non furono nelle loro tragedie dipinti con quel rilievo e con quella vivacità ch
ti ultimi tempi gli hanno anche in ciò superati. Certo chi leggerà le tragedie di Pier Jacopo Martelli incontrerà non solamente
zione di chi vi favella. Articolo II. [6.2.1] Più scrittori di tragedie italiane ebber ciò di comune, che mal sostennero
per tempo che la mia nave disarmata inscoglia. Il Giraldi nelle sue tragedie ha molti esempli di ciò; non dissimile del preced
é sasso, o altro ivi in suo danno guarda. Tra gli autori delle prime tragedie si distinse con qualche particolar pregio di subl
uore. Seguirono l’abuso dello stile più poeti che appresso scrissero tragedie , ora troncando la compassione in mezzo al corso d
del Verniero, nell’Elisa del Closio, nel Torrismondo del Tasso, nelle tragedie del Torelli si scorgono di ciò copiose prove e be
e a vedere l’imitazione, la quale è già nota a chiunque sente o legge tragedie ; inoltre le fanciulle per la riconoscenza dell’ar
estoso d’Omero, così Seneca vinse i tragici greci, ancorché in alcune tragedie per troppa vaghezza di procacciarsi ammiratori si
nostri poeti, i quali per affettare gravità le hanno seminate per le tragedie a guisa di filosofici precetti, laonde pare che l
il valore degli uni e degli altri. Se si paragonan le nostre antiche tragedie con i tragici drammi della Francia, non v’ha dubb
ccedevano ne’ pregi del drammatico. Ma se col paragone di più moderne tragedie che noi abbiamo e molto più se colla norma della
il distendermi in altri esempli poiché tutti questi son tratti dalle tragedie di cui l’autore s’è più compiaciuto ed ha sentito
parla un poeta conviene uscire da confini umani, offendono essi nelle tragedie di Cornelio suo imitatore, che in pari maniere fa
lodato i Francesi d’una prosaica naturalezza, han riconosciuto nelle tragedie di Cornelio dello smoderato innalzamento, ed han
medesimi, ora dall’arditezza. Il linguaggio ordinario delle francesi tragedie è un perpetuo tessimento d’astratti, di segni, di
per la troppa estensione. [6.5.4] Qualche fiata gli autori di queste tragedie , per far maggior pompa d’ingegno, fanno per così
te? […]88 [6.5.5] Le dizioni metaforiche sono assai lodevoli nelle tragedie come opportune per ispiegar le passioni violente,
dell’Italia l’han celebrato. Da che vuolsi dedurre che quantunque le tragedie francesi abbiano in questa parte alcuna superiori
one de’ Greci ha voluto introdurre la varietà che si trova nelle loro tragedie , mischiando agli endecasillabi gli anapesti, gli
egli animi dal sono lor convenevole. Nondimeno, se ben s’osservano le tragedie del Gravina, egli non è riuscito in pratica come
omigliante, perciocché, ritrovando generalmente della deformità nelle tragedie italiane degli andati secoli, giudicò che avesse
rticolo IV. [7.4.1] Per conoscere quanto disconvenga la rima alle tragedie basta considerare ch’ella fu ritrovata per produr
per indurre chi che sia a detestare le qualità de’ versi usati nelle tragedie francesi. Siccome la troppa frequenza delle locuz
ia d’arrivare a’ primi gradi della perfezione. Giunta toccante le tragedie di monsieur de la Motte [Giunta.1] In questi
el mio critico paragone. Certo per formare un compiuto giudizio delle tragedie francesi rimanevami a vedere una degna parte di e
ionevolmente degli altri francesi dell’amore da essi introdotto nelle tragedie , confessando con candidezza il comune abuso, e di
unto alcuno altro de’ tragici francesi: ancorché per vero dire le sue tragedie non ben corrispondono al ragionamento. [Giunta.3
amarsi se non una mezza tragedia. Io non dubito d’affermare che certe tragedie di primo grado, in cui il protagonista da felicit
, siccome si vedrà poscia notate ove discorrerò particolarmente delle tragedie . L’arte che per mio avviso è necessaria in esse p
sì prova quel difetto che io stesso ho già notato nella critica delle tragedie francesi; non già che la prosa generalmente sia p
i buoni. [Giunta.16] Ora passando ad esporvi ciò che ho notato nelle tragedie , comincerò da’ Macabei. Questa favola parmi lodev
e la Motte qui si scosta con esso dalla natura più che nell’altre sue tragedie . [Giunta.22] L’Inès de Castro, per quanto raccol
ltro desiderio del Bodmer, il quale chiedeva notizie circa le recenti tragedie pubblicate nella penisola, citando Gravina e Mart
bbene molti di essi non vedranno la luce — ad esempio una raccolta di tragedie italiane che proseguisse il Teatro Italiano curat
asco: «Ho già posto in ordine una parte dell’esame critico intorno le tragedie d’Italia e di Francia, giusta la determinazione c
i Calepio, inizialmente pensato come un’introduzione alla raccolta di tragedie a cura del Bodmer, conquista, per dimensione e po
distrazioni che ho sin ad ora patito, ma perché aspetto da Napoli più tragedie , una buona parte delle quali ho inteso essersi ul
ragone, al punto da escludere pregiudizialmente ogni riferimento alle tragedie del de la Motte che pure in quei giorni il Bodmer
ola — e quindi della scelta dell’intreccio su cui si fondano le varie tragedie antiche, italiane e francesi —, quindi le caratte
io al desiderio di imitare l’antecedente greco, senza distinzione fra tragedie aderenti al modello greco, come quelle di Trissin
ale filiazione potrebbe essere più facilmente misurata, più che nelle tragedie di Jodelle, nella vasta fortuna del soggetto di S
. Ancor più categorico il giudizio di Émile Lefranc, il quale, fra le tragedie del Cinquecento francese, giudica originale solta
cenico come causa prima del malanimo dei francesi nei confronti delle tragedie greche, ultimamente espresso appunto da Voltaire
Gianni Guastella, Roma, Carocci, 2006, pp. 167-206. I testi di queste tragedie si possono leggere nell’edizione del Teatro del C
i drammi francesi, come quelli di Philippe Quinault — autore di varie tragedie e tragicommedie nonché ideatore, in collaborazion
ettami aristotelici. Di maggior spessore sono tuttavia considerate le tragedie di Pierre Corneille, capaci, più di quelle di Qui
am Brooks, Philippe Quinalt, Dramatist, Bern, Lang, 2009. [1.1.4] Le tragedie di Pierre Corneille furono al centro, fin dalle p
ere (1660), ai quali fece seguito una dura requisitoria di alcune sue tragedie da parte dell’abate François Hédelin d’Aubignac,
ard J Bourque, Tübingen, Narr Verlag, 2014). Sul versante italiano le tragedie corneilliane godettero sin dalla metà del diciass
ncano tuttavia versioni italiane a stampa o rappresentazioni di altre tragedie come Rodogune, Horace, Cinna o Polyeucte. Sulla f
ento e Settecento si vedano ancora i pur datati: Giulio Meregazzi, Le tragedie di Pierre Corneille nelle traduzioni e imitazioni
ngepierre — traduttore di poesia greca ed autore di alcune sfortunate tragedie  —, stampato per la prima volta nel 1686 (Hilaire-
ebrazione dell’intento moralistico e pedagogico che muove molte delle tragedie di Corneille. Nel mezzo si conta un’altra replica
Corneille, piuttosto che un equilibrato esame della conformità delle tragedie del francese ai dettami del trattato greco. Inolt
padovano Giuseppe Salìo — allievo di Domenico Lazzarini ed autore di tragedie composte sul modello greco —, in cui Calepio vien
Aristotele ritenuto in Francia fra i più autorevoli; le misconosciute tragedie del giurista e filosofo olandese Ugo Grozio, auto
ulla passione di Cristo e una sul personaggio biblico di Giuseppe; le tragedie sacre dell’umanista George Buchanan (Pierre Corne
l malvagio», Antonio Conti, «Prefazione al Druso», in Id., Le quattro tragedie , Firenze, Bonducci, 1751, p. 460), viene respinta
nione di Terrasson che segnalava come, nello stimolare il terrore, le tragedie potessero risultare assai perniciose, allegando l
azione. [1.2.8] Calepio procede ad un sondaggio sulla presenza nelle tragedie greche di protagonisti conformi ai dettami della
edie greche di protagonisti conformi ai dettami della Poetica. Fra le tragedie di Eschilo, ritenute generalmente rispettose dell
di Eschilo nel Settecento, misurata sulla base delle traduzioni delle tragedie del drammaturgo greco cfr. Ettore Garioni, «Le tr
, II, 2, 2004, pp. 184-259: 197-203. In generale, sul Fortleben delle tragedie di Eschilo nel Rinascimento si veda: Monique Mund
es et imitations, Louvain, Peeters, 1984. [1.2.9] Gli eroi di alcune tragedie eschilee non soddisfano invece a pieno le caratte
a di Dacier che nominava Agamennone tra i protagonisti migliori delle tragedie antiche, considerandolo più buono che cattivo (An
o. L’argomentazione di Calepio circa la natura del protagonista nelle tragedie di Eschilo sarà ripresa diligentemente da Frances
l personaggio euripideo. In merito alla natura dei protagonisti delle tragedie di Euripide diversa era la posizione espressa nel
sia, vol. III, Milano, Agnelli, 1743, p. 241). Sulla diffusione delle tragedie euripidee già nel Cinquecento si rimanda ad Agost
a un uomo di gran virtù, purché non esente da qualche difetto. Fra le tragedie di Euripide egli ne scorge molte di questa second
rché un tale mutamento di stato non sarebbe improbabile. [1.2.13] Le tragedie esemplari dal punto di vista del protagonista rim
debole agli occhi di Calepio, in quanto mette in scena una di quelle tragedie che Aristotele definiva «doppie», poiché prevedev
protagonista mezzano, reputando distanti dal vero fine tragico quelle tragedie che mirano soltanto a mostrare premiati gli oppre
ut suivre», ivi, p. 252), alcuna utilità morale nella tipologia delle tragedie doppie, alla quale venivano ascritti molti drammi
ottete, già citato da Dacier come esempio dell’eccentricità di alcune tragedie di Sofocle rispetto al modello edipico (André Dac
o terzo articolo il bergamasco sonda a tal proposito la perizia delle tragedie italiane nell’impiego di protagonisti atti a susc
, fin dal Cinquecento, riconosce la Sofonisba come una delle migliori tragedie italiane, benché venga spesso meno la riflessione
ragion poetica (II, 20), lodava la Sofonisba, insieme ad alcune altre tragedie cinquecentesche, per la vicinanza agli antecedent
esche, per la vicinanza agli antecedenti greci («Imperocché le nostre tragedie sono ad imitazione delle greche inventate, ed esp
ra, pur ammettendo la presenza di alcuni elementi bassi, tipici delle tragedie greche, ma palesemente contrari al senso del deco
’ costumi antichi», Scipione Maffei, Teatro Italiano, o sia scelta di tragedie per la scena, t. I, Verona, Vallarsi, 1723, p. n.
ze del primo Cinquecento, Manziana, Vecchiarelli, 2003. [1.3.3] Alle tragedie di Giambattista Giraldi Cinzio, ignorato dal Maff
terrore. Sia nel Discorso intorno al comporre delle commedie e delle tragedie che nella polemica con lo Speroni e la sua Canace
prio in virtù di questa speculazione, la qualità dei personaggi delle tragedie giraldiane doveva fatalmente andare a genio a Cal
o. Calepio non apprezza soltanto la natura del protagonista di queste tragedie che finiscono con una catastrofe, ma approva anch
che in punto di morte gli aveva affidato la figlia in moglie. Fra le tragedie lodevoli per la mediocrità del protagonista, Cale
te è in verità sua sorella. Vengono quindi prese in considerazione le tragedie di Pomponio Torelli, del quale Maffei aveva recen
i tagli e sfrondamenti —, oppure eruditi — il desiderio di pubblicare tragedie inedite o sconosciute —, nel Calepio emerge in pr
manoscritta di questi testi. Sarà interessante notare invece, fra le tragedie menzionate da Calepio e non dal veronese, la mass
ata scandalosa a causa dell’intreccio basato sull’incesto, e di altre tragedie semisconosciute come quella del Closio o del Razz
lgar poesia di Crescimbeni, che affastella questo sommario elenco di « tragedie nobilissime» da opporre alle dirimpettaie frances
nei Commentari, nel quale si inventariano i titoli di numerose altre tragedie cinquecentesche, fra le quali l’Idalba di Venier
etrobon e Franco Tomasi, Roma, Adi editore, 2014; sulla fortuna delle tragedie di Delfino nel Settecento cfr. Ead., «Sulle Trage
contemporaneità, Calepio esamina ora la natura dei protagonisti delle tragedie settecentesche, a partire dalle Tragedie Cinque d
ura di Cesare Garibotto, Milano, Giuffré, 1955, pp. 52-54). Nelle sue tragedie Gravina tenta di restaurare i fasti dell’antica G
, accusando il drammaturgo roggianese di aver imitato scioccamente le tragedie greche, riprendendone tanto i pregi quanto i dife
ano — che pure è scritto secondo il medesimo orientamento delle altre tragedie , dal momento che vede come protagonista un uomo i
ico — dimostrandosi tuttavia, più del bergamasco, un estimatore delle tragedie con eroi innocenti —, aveva rimproverato il Gravi
Paolo Scotton, Padova, Cleup, 2014, pp. 193-226. [1.3.5] Neppure le tragedie di Pier Jacopo Martello convincono Calepio sotto
ei protagonisti messi in scena. Anche il Martello, autore di numerose tragedie religiose, nonché grande ammiratore del teatro di
o di Corneille e di Racine — egli era stato a sua volta traduttore di tragedie francesi e membro rilevante della cerchia felsine
che Calepio non manca di registrare. Calepio cita successivamente due tragedie come il Cicerone e I Taimingi, nei cui proemi l’a
cento, Pisa, Pacini, 1999, p. 78-79. [1.3.6] Se Calepio citava poche tragedie seicentesche come esemplari per lo statuto medioc
nclusione il bergamasco sottolinea che il giudizio benevolo su queste tragedie recenti è tutt’altro che complessivo e riguarda s
complessivo e riguarda specificamente le qualità del protagonista. Le tragedie appena citate avrebbero in realtà numerosi difett
obiettivo non era quello di esaminare le particolarità delle singole tragedie — e se lo avesse fatto nella Temisto avrebbe trov
utili negli spettatori, dal momento che avevano introdotto nelle loro tragedie personaggi impropri o episodi fuorvianti. Come gi
stasse a destare pietà e terrore citando l’Orazia dell’Aretino fra le tragedie italiane meglio costruite in quanto a qualità del
atures classiques, LXVIII, 1, 2009, pp. 255-270. [1.4.7] Le restanti tragedie di Corneille sono ritenute da Calepio ancor più d
terrore. Corneille avrebbe infatti privilegiato alla costituzione di tragedie pietose, la composizione di drammi politici, oppu
ité de Manchester, 1968). Secondo Calepio non mancano infatti, fra le tragedie raciniane, opere adatte a destare pietà e terrore
scal, Paris, Gallimard, 1966, p. 129). Diversa era la gerarchia delle tragedie raciniane approntata da Antonio Conti, il quale r
nel teatro francese del Seicento, Bern, Lang, 2006. [1.4.9] Le altre tragedie di Racine risultano, secondo Calepio, molto difet
Calepio è evidentemente un lettore attento anche dei paratesti delle tragedie raciniane e in questo passaggio, come farà più ta
nerare pietà e terrore. [1.4.15] L’analisi di Calepio si limita alle tragedie dei due maggiori tragici francesi, Corneille e Ra
no menzionate nel corso del Paragone. Sarà bene specificare che sulle tragedie minori dei francesi e sui loro difetti struttural
ere gli affetti in modo così vivo e coinvolgente che difficilmente le tragedie italiane potrebbero stare al pari con loro. Quest
a fra le invero non troppo numerose ammissioni dell’inferiorità delle tragedie italiane nel reggere la rappresentazione: gli ste
iva tragica e collazionava, scorciandole e modificandole, le migliori tragedie italiane cinque-seicentesche, attirandosi peraltr
le sarcastiche critiche di qualche contemporaneo («Il raccoglitore di tragedie italiane stampate si fa lecito di recidere dalle
etterario diverso da quello tragico, considerando — in particolare le tragedie di Corneille — dei drammi eroici, perché costruit
ssima di personaggi adatti a fornire l’intreccio per tante eccellenti tragedie . Affinché la tragedia giunga al suo effetto — oss
vore della storia, quanto piuttosto, se non si fraintende, alle tante tragedie e drammi per musica di argomento pastorale che er
rmonico di Verona nel 1732 con la musica di Vivaldi. Accanto a queste tragedie il bergamasco situava probabilmente anche quelle
re era stato a sua volta un Arcade, confidava nella superiorità delle tragedie di argomento storico, adducendo le stesse ragioni
ia costruita su personaggi inventati e conclusa in modo lieto. Fra le tragedie costruite invece sull’evidenza del fatto orribile
ticolo I. [2.1.1] Calepio ricapitola i difetti fondamentali delle tragedie francesi che era andato elencando nel primo capo.
a cartesiana — nell’operazione apologetica di legittimare la bontà di tragedie e poemi contemporanei, quand’anche questi si allo
ngiustamente biasimato da molti contemporanei per il fatto che le sue tragedie si concludevano spesso con la catastrofe. L’esemp
stificazione, continuamente riproposta in età moderna, secondo cui le tragedie a lieto fine erano ammissibili in virtù del fatto
la utilità si dee considerare si dovrebbono anchora altre maniere di tragedie poter rappresentare come per cagione d’essempio,
esprimere le potenzialità patetiche del dramma, e condannava le molte tragedie italiane che si concludevano per mezzo di questi
e. Il drammaturgo francese considerava assai più toccanti, fra le sue tragedie , quelle che non impiegavano la riconoscenza, come
tragedia. Questa chiusa nasconde una polemica nei confronti di molte tragedie italiane che riproducevano in maniera inverosimil
alità di ciò che si debbe patire», rileva una netta superiorità delle tragedie italiane rispetto a quelle francesi: se infatti l
. A partire da questa constatazione, l’autore giudica benevolmente le tragedie italiane, al confronto con quelle francesi, per i
icorso a personaggi integralmente pravi, cosa che invece accade nelle tragedie di Corneille (si pensi, ad esempio, al caso dell’
lmente l’effetto della «purgazione». Calepio addita a modello, fra le tragedie italiane in cui non compaiono simili personaggi,
ane di Domenico Lazzarini. La Sofonisba e l’Oreste erano le due prime tragedie stampate da Scipione Maffei nella sua antologia d
ficando intenzionalmente o meno i figli ad una causa politica. Fra le tragedie del Settecento Calepio non può ovviamente citare
oni e dei cattivi. [2.4.2] Vengono di seguito nominati due esempi di tragedie italiane in cui non è rispettato il consiglio di
maggiormente biasimato è ancora una volta Corneille, autore di molte tragedie in cui vengono delineati personaggi spietati, ope
o alla Sofonisba di Trissino — e in generale classicistico — anche le tragedie di Lazzarini e di Salìo presentano la medesima st
stesso Calepio aveva perseguito, in qualità di autore, nelle sue due tragedie inedite, il Perdicca e il Seleuco. Nella prima di
ristiano, ma a differenza del Francese, il quale sviluppava nelle sue tragedie una sorta di agiografia eroica, pienamente rispon
co ha così scrupolosamente notato nel primo capo, recensendo svariate tragedie italiane dal punto di vista della qualità del per
dia greca il modello di semplicità drammaturgica a cui rifarsi. Nelle tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide non si riscontrer
tile, dal momento che molti letterati settecenteschi consideravano le tragedie greche o grecheggianti talvolta eccessivamente ve
a teatro, ossia essere mosso a compassione. [3.1.3] Discutendo delle tragedie italiane a livello di intreccio, Calepio distingu
del personaggio di Mulearbe, indovino del re. La fabula di queste due tragedie , in entrambi i casi complicata da una sottotrama
eschi difetti non troppo dissimili da quelli che scorgeva nelle coeve tragedie francesi. Egli tuttavia, per perseguire con coere
nella resa teatrale, considera più gravi le carenze strutturali delle tragedie francesi — nelle quali condanna l’introduzione di
Sulla necessità di eliminare le estese porzioni di testo che in molte tragedie italiane avevano soltanto valore esornativo o eru
e nell’antologia del Teatro Italiano aveva in tal senso operato sulle tragedie cinquecentesche che andava rieditando. Le scene a
[2]. In questa sede egli si limita a riflettere su come, mentre nelle tragedie greche il Coro costituiva un episodio indispensab
i contentarsi di quel pregio, che con verità potea convenire alle sue tragedie ; non avrebbe certamente provato questo amaro», Pi
ggiamento estetico. Sulla sostituzione dei Cori con gli episodi nelle tragedie francesi si rimanda a Jacques Scherer, La Dramatu
aver letto con attenzione l’opera, censisce la Demodice fra le «buone tragedie uscite a’ nostri giorni» (Pietro Calepio, Descriz
I, cit., pp. 292-293). [3.2.3] Calepio condanna l’introduzione nelle tragedie francesi di personaggi secondari sterili, alluden
e parte all’azione, ammissibili e talvolta rintracciabili anche nelle tragedie antiche, e confidenti romanzeschi — intesi soltan
di questi personaggi secondari (sull’esclusione dei confidenti nelle tragedie del giovane Alfieri si rimanda a Giuseppe Antonio
ed Hermione (cfr. Paragone I, 4, [11]). Vengono inoltre criticate le tragedie che sollecitano emozioni secondarie diverse dalla
indispensabile purgazione. In questa prospettiva egli stigmatizza due tragedie francesi, l’Électre (1708) di Prosper Jolyot de C
à leggersi come una censura dell’eccessiva presenza degli amori nelle tragedie francesi, in cui le sottotrame sono quasi sempre
condannato senza mezzi termini l’impiego dell’amore nel teatro nelle tragedie : «Mais n’est-ce point s’exposer à dégrader la tra
i, in virtù di una portata universalistica sconosciuta all’eros delle tragedie francesi: «Quell’amore che usi siamo d’intendere
ta dei drammaturghi francesi di porre l’amore al centro delle proprie tragedie sulla base del fatto che «de toutes les passions,
1675, pp. 145-146). Rapin imputava addirittura l’abuso di amori nelle tragedie francesi contemporanee al fatto che le donne, sen
l’unica cosa che garantisce un contatto con l’eroe protagonista delle tragedie . Se questo poteva effettivamente essere vero per
ta delle tragedie. Se questo poteva effettivamente essere vero per le tragedie francesi, imperniate sulla figura di un eroe inte
e non poteva avere in comune che questa debolezza sentimentale, nelle tragedie votate a far scaturire pietà e terrore attraverso
ndo cui le donne non potevano discutere se non d’amore. A suo dire le tragedie antiche costituivano la prova evidente che esse f
ri, i quali censuravano il largo impiego degli intrighi amorosi nelle tragedie francesi — meno netta era la posizione del Martel
agedia per renderla più piacevole. Egli biasima in particolare quelle tragedie in cui l’amore non è la passione principale, ma a
tragedia. Maggiormente censurabili appaiono tuttavia a Calepio quelle tragedie che, pur trattando principalmente altre passioni,
essioni episodiche di argomento amoroso sarebbero più scusabili delle tragedie interamente consacrate a descrivere i tormenti di
agionava Racine dall’accusa di aver introdotto troppi amori nelle sue tragedie : l’autore del Candide lodava invece il Racine per
— elemento che scagionerebbe almeno in parte la svenevolezza di certe tragedie amorose, perfettamente consone al carattere nazio
eille, Narr, Tübingen, 1990, pp. 99-107. In generale sull’amore nelle tragedie di Corneille si rimanda al classico contributo di
sentati intenti ad assecondare dei teneri pensieri amorosi. Una delle tragedie che rivelerebbe in modo eloquente questa contradd
ato delle critiche calepiane in quanto non aveva introdotto nelle sue tragedie digressioni amorose, era Joseph-François Duché de
— sono inutili allo sviluppo dell’azione. A chiudere questo elenco di tragedie francesi di soggetto religioso, figura l’Athalie
per imporre in Israele il culto del dio Baal. Dopo un lungo elenco di tragedie francesi censurate perché zeppe di episodi amoros
l quarto capo l’autore passerà in rassegna i principali difetti delle tragedie italiane che concernono principalmente alle quali
co dei classicisti. In questa sede l’autore condanna i prologhi delle tragedie greche, spesso recitati da divinità o prosopopee
ale, nell’ottica di Calepio, ad introdurre un rimprovero alle moderne tragedie classicistiche che riproducono un simile espedien
di Euripide un altrettanto severo sentimento di riprovazione verso le tragedie moderne che esordivano in maniera troppo secca, p
alogo —, fra le migliori del panorama italiano («Imperocchè le nostre tragedie sono ad imitazion delle greche inventate, ed espr
erosimiglianza e alla linearità della favola; egli elenca anche altre tragedie cinquecentesche che presentano il medesimo proble
ro della quale appena un’ombra, dic’egli, apparisce in tutte le altre tragedie , o estere, o Italiane», Pier Jacopo Martello, «De
inquecento», Italianistica, XXXV, 3, 2006, pp. 61-85. I prologhi alle tragedie graviniane sono stati editi in Amedeo Quondam, «A
ei Francesi in materia di avvio della favola, dal momento che le loro tragedie solitamente scansano quei soggetti per i quali so
li, 1743, p. 190). [4.1.6] La pecca maggiore che Calepio imputa alle tragedie francesi, dal punto di vista dell’esposizione dei
in veste di drammaturgo, nel Perdicca e nel Seleuco —, ritrova nelle tragedie francesi un’eccessiva abbondanza di confidenti; i
inenza il signor Cardinale Bentivoglio d’Aragona», in Id., Le quattro tragedie , Firenze, Bonducci, 1751, p. 351). Meno severo ne
ra stato peraltro sfruttato anche dal Racine, il quale, nelle sue due tragedie religiose, inserisce due visioni di questo tipo:
, «Esperienze del tragico nel sogno premonitore», in Teatri barocchi: tragedie , commedie, pastorali nella drammaturgia europea f
ti, come quelle di Gravina e dello stesso Calepio, i quali nelle loro tragedie avevano svuotato della solennità religiosa tali p
9, pp. 111-112). [4.2.2] Vengono condannate, in questo passaggio, le tragedie italiane che fanno ricorso al Coro continuo. Cale
rendere credibili le torbide scene di palazzo che si alternano nelle tragedie contemporanee. Voltaire esprime a chiare lettere
litica moderna. Giovanni Antonio Bianchi, teologo e autore di diverse tragedie senza Coro, pone l’accento su una contraddizione
rtelli, Tullia, Id., Rime, Lucca, Cappuri, 1730, pp. 302-303). Fra le tragedie di argomento medievale o moderno che ricorrevano
econdari che sono introdotti a bella posta per questa ragione. Fra le tragedie che esibiscono una costruzione troppo macchinosa
Arena nel primo atto, questo rivolgimento. Il tratto comune di queste tragedie , che ne condiziona la scarsa efficacia dal punto
cia, Venezia, Zatta, 1770, p. 236). Continuando con la rassegna delle tragedie contemporanee Calepio critica il Crispo del March
la serie di sticomitie è ormai esaurita (I, 1, vv. 59-60). In alcune tragedie in cui invece il nome del protagonista è specific
ttura «indecente». Tali difetti sono riscontrati dal Bergamasco nelle tragedie di Giraldi e anche in altri drammi ripubblicati d
ue passioni. Anche sotto questo profilo Calepio ritrova imperfette le tragedie italiane, a partire dalla Sofonisba di Trissino,
nto di vista politico Calepio censura anche alcune fra le più recenti tragedie francesi, prendendosela in particolare con il Rha
a detta di Calepio, grandi progressi negli ultimi tempi rispetto alle tragedie cinquecentesche, non mancano difetti talora macro
dotes», ibid.). In generale Calepio ritiene migliori i discorsi delle tragedie francesi rispetto a quelle italiane, dove abbonda
to questa veemenza può infatti giustificare un discorso fra sé. Nelle tragedie italiane, Calepio ritrova invece che i soliloqui
ivo; particolarmente riprovevole gli sembra l’uso dei monologhi nelle tragedie di Giraldi Cinzio, del quale biasima l’atto quint
epio non riscontra una sequenza così fitta di monologhi, se non nelle tragedie del de La Fosse; egli ha probabilmente in mente i
unziati», Antonio Conti, «Lettera al Bentivoglio», in Id., Le quattro tragedie , Firenze, Bonducci, 1751, p. 347). D’altra parte
isione questa lettura: trattando della sceneggiatura nel Parere sulle tragedie , si difendeva dalle accuse che gli venivano mosse
sé stesso e gli spettatori raffredda» (Vittorio Alfieri, Parere sulle tragedie e altre prose critiche, a cura di Morena Pagliai,
mostrava dal canto suo meno propenso ad accogliere i soliloqui nelle tragedie , preferendo loro il dialogo dei protagonisti con
zione settecentesca di Francesco Angiolini, Elettra, Edipo, Antigona, tragedie di Sofocle e il Ciclope, dramma satirico d’Euripi
illeau, 1731, pp. 77-78). Quanto a Calepio, egli ritiene che siano le tragedie italiane quelle in cui abbonderebbe questa cattiv
sto caso il paragone vedrà vincenti i Francesi, dal momento che nelle tragedie italiane gli atti sono solitamente divisi in un n
tesso Conti, invocando comunque un esame dell’uso del tempo nelle sue tragedie che non si basi su di una rigida misurazione cron
n modo puntuale — si potrebbe probabilmente scorgere nei finali delle tragedie di Corneille, dove l’accelerazione del tempo è pe
ché de Vancy, autore di diverse tragédies en musique nonché di alcune tragedie di argomento sacro già menzionate da Calepio; anc
asco loda la soppressione dei Cori nel Solimano del Bonarelli e nelle tragedie francesi sei-settecentesche. Fra i drammaturghi i
edie Cristiane, del Crispo e della Polissena e il Conti delle Quattro tragedie ) e quelli che adoperano invece il Coro stabile, c
agico antico («L’ab. Lazzarini, autore dell’Ulisse […] tra le moderne tragedie occupa quel loco ch’ha sempre avuto l’Edippo di S
erà la questione dell’unità di luogo in molti degli Examens delle sue tragedie , nei quali ammette talvolta di aver deliberatamen
o si trovava senz’altro d’accordo, dal momento che egli apprezzava le tragedie francesi in cui il cambiamento di luogo, da una p
siano peraltro marcati da specifiche didascalie. Al contrario, delle tragedie del Gorini egli salva soltanto il riguardo a ques
ri punti. Il Calepio, d’altra parte, dopo aver lodato incautamente le tragedie del marchese nella Descrizione de’ costumi italia
e comico, Venezia, Albrizzi, 1732, p. 45), censurando peraltro alcune tragedie francesi nelle quali l’osservanza di questa regol
entazione di scene segrete, tanto care a Calepio, mentre lodava altre tragedie corneilliane, fra le quali il Cid e il Cinna («Co
gli effetti un membro del partito dei Modernes quando afferma che le tragedie greche non sono un modello insuperabile e non and
lo. Del resto non mancavano neppure dei testi scritti in difesa delle tragedie grecheggianti, a partire dalle contro-parodie del
ione del Calepio e scettico nei confronti dell’assunto secondo cui le tragedie greche erano un modello perfettibile, il Salìo ma
ssa in qualsiasi punto migliorare l’esempio degli antichi («Le buone [ tragedie greche] col buon gusto allora universale, col con
i conclude con un doppio paragone riguardante la tenuta scenica delle tragedie : Calepio confronta prima la tragedia greca con qu
cate, sia da parte francese che italiana, le censure al costume delle tragedie italiane: Rapin aveva condannato l’improprietà de
addove, rifacendosi alla Poetica di Aristotele, condannava le moderne tragedie , costruite spesso su costumi chimerici ed incoere
ti sono appunto parte di que’ vizi, che corrono per le novelle nostre tragedie , le quali o non hanno costume umano, ma tutto chi
oderni in quanto alla trattazione del costume, ma nel paragone fra le tragedie francesi e quelle italiane su questo punto, a dif
nte condannato l’introduzione di personaggi poco virtuosi molte delle tragedie greche sarebbero risultate difettose («Aristote l
l prevenzione, con cui stoltamente dannano uno stuolo di maravigliose tragedie , han tolto a’ posteri la facoltà di novelle inven
francese egli salva però Racine, meritevole di aver scelto per le sue tragedie dei protagonisti quasi sempre virtuosi; se nei ca
catarsi. Oltre agli esempi che si ricavano dalla lettura delle stesse tragedie greche, il Bergamasco richiama le famose parole c
orneille, il quale ipotizzava che nella Poetica di Aristotele e nelle tragedie greche non venisse contemplata la possibilità di
ovrano, e Antigone, principessa pia e coraggiosa, protagonisti di due tragedie sofoclee. Per quanto riguarda Edipo, Calepio ripr
ria si riflette nella drammaturgia dell’epoca: sono moltissime, nelle tragedie dell’epoca, le Préfaces nelle quali gli autori si
r, 1703, p. n.n.). La questione della possibilità di mettere in scena tragedie il cui soggetto era tratto dalla Sacra Scrittura
all’autorità teorica del Minturno del De poeta, vengono menzionate le tragedie di Heinsius (Herodes Infanticida, 1632), Grozio (
oluce l’innocenza e la virtù del protagonista, si presenterebbe nelle tragedie di molti suoi connazionali, a partire da François
he qui il Quadrio riproduce puntualmente il giudizio di Calepio sulla tragedie di Deschamps e del de La Fosse, ammonendo che non
a viene ancora una volta biasimato in quanto i protagonisti delle sue tragedie , piuttosto che essere uomini di qualità mediocre
zzato e ucciso dall’impudente figlia e dal genero Tarquinio. Anche le tragedie che presentano protagonisti dalla condotta eccess
are la compassione del pubblico. Al contrario il Bergamasco Grazia le tragedie antiche, non tanto perché queste venivano conside
la descrizione dolorosa del suo amore fatale — così importante nelle tragedie di Euripide e di Seneca — viene completamente eli
ti sono appunto parte di que’ vizi, che corrono per le novelle nostre tragedie ; le quali o non hanno costume umano, ma tutto chi
ofilo, come si evince dalla superiorità, circa questo elemento, delle tragedie di Seneca a quelle di Euripide; egli in particola
Sommaville, 1640, p. 119). Lo stesso Rapin biasimava Eschilo, le cui tragedie gli sembravano fredde e molto carenti sotto il pr
alanteria dei personaggi non saranno più infatti i protagonisti delle tragedie di Racine, ma gli eroi della Liberata, come dimos
orali di Tasso, Guarini e Bonarelli. L’eccesso di amore nelle moderne tragedie viene censurato anche dai letterati italiani. Gra
hi francesi di essere incapaci di attribuire ai personaggi delle loro tragedie un linguaggio e dei pensieri differenti a secondo
a che era propria dell’epoca. In questo errore sarebbero cadute molte tragedie italiane, fra cui l’Oreste del Rucellai, la Merop
nio degli spettatori ed appassionarli. Questa carenza di decoro delle tragedie italiane, dovuta ad un’eccessiva vicinanza ai mod
ico del Tasso e la Lettera intorno al comporre delle commedie e delle tragedie del Giraldi. Egli richiama nello specifico le par
tenze», Giambattista Giraldi Cinzio, «Discorso sulle commedie e sulle tragedie », in Id., Scritti critici, a cura di Camillo Guer
l’amore introdotto nel teatro moderno deturpasse la maestosità delle tragedie greche, perdendo quella natura «admirable» che ca
tori di cose poetiche, Padova, Comino, 1738, p. 308). [5.5.2] Fra le tragedie italiane che, nell’imitazione troppo stretta degl
quali si sono adeguati al costume greco perché i soggetti delle loro tragedie erano prese dal mito greco, rispetto a quella di
Bergamasco — nel Discorso intorno al comporre delle commedie e delle tragedie , laddove ammetteva che non tutto ciò che i Greci
omano», Giambattista Giraldi Cinzio, «Discorso sulle commedie e sulle tragedie », in Id., Scritti critici, a cura di Camillo Guer
zio sopra la tragedia di Canace e Macareo, laddove asseriva che nelle tragedie greche «Re e Reine e altre persone gravi, […] ven
). Calepio ritrova infine delle gravi mancanze circa il decoro in due tragedie cinquecentesche italiane come la Tullia di Martel
inverosimilmente; la critica era stata ripresa nei Prologhi alle sue tragedie da Gravina, in polemica con l’Aminta e il Pastor
usiastici, ad esempio di Giovan Mario Crescimbeni («Tra le più scelte tragedie largamente risplende il suo Torrismondo», Giovan
ellai, L’Oreste, in Scipione Maffei, Teatro Italiano, o sia scelta di tragedie per uso della scena, vol. I, Verona, Vallarsi, 17
Calepio, al solito attento lettore dei paratesti che accompagnano le tragedie francesi, Crébillon rivendica di aver voluto scri
a alle favole imperniate su argomenti inventati, alludendo tanto alle tragedie del Cinquecento che sceglievano favole misconosci
i stupiva del fatto che il filosofo greco considerasse ammissibili le tragedie il cui soggetto era integralmente inventato, come
vol. II, Verona, Vallarsi, 1723, p. 13). Risolutamente a favore delle tragedie storiche si mostrava anche Antonio Conti, il qual
b’essere mai alla stessa Storia contrario», Antonio Conti, Le quattro tragedie , Firenze, Bonducci, 1751, p. 147). Più benevolo n
vece, ritenendo, al pari di Calepio, Conti e Muratori, preferibili le tragedie storiche, cita fra quelle inventate, oltre all’Or
Milano, Agnelli, 1743, p. 164). [5.6.5] Calepio biasima anche alcune tragedie italiane ree di non rispettare nella dipintura de
dans son Héraclius», ivi, p. 57). Calepio passa infine a censurare le tragedie di Duché, già precedentemente criticate sotto il
e aveva creato diversi problemi ai commentatori, sul fatto che alcune tragedie del suo tempo venivano recitate senza costumi. Lo
tri elementi della tragedia, aveva scritto che la maggior parte delle tragedie a lui contemporanee erano senza costumi e tale si
esto greco, che Robortello interpretava alla lettera, distinguendo le tragedie “morate” da quelle senza costumi; eppure a suo di
ll’oscura elucubrazione di Aristotele ed era giunto a identificare le tragedie senza costumi con quelle in cui gli attori dimost
e plausibili; secondo lui il filosofo greco intendeva dire che alcune tragedie dell’epoca rappresentassero i caratteri con poca
aggi («Onde quando Aristotele riferisce, che a’ suoi tempi le moderne tragedie fossero senza costume, dobbiamo intendere o che f
filo Calepio ritiene che Sofocle abbia allestito al meglio le proprie tragedie , infondendole velatamente di alti principi filoso
di e poco graditi al pubblico. La critica riguardante i costumi delle tragedie greche si allinea per la verità a quelle mosse ne
dia greca, cosa che invece rende al contrario apprezzabili proprio le tragedie moderne. [5.7.3] Calepio riprende ancora una vol
io le tragedie moderne. [5.7.3] Calepio riprende ancora una volta le tragedie italiane dei secoli precedenti per aver fallito n
). Se si passa tuttavia al Settecento, Calepio riconosce anche fra le tragedie italiane dei personaggi capaci di affascinare il
Martello, Caraccio, Maffei e Conti; egli menziona quindi tutte quelle tragedie in cui è più evidente l’influsso della drammaturg
nna qui non soltanto l’eloquio della Sofonisba, ma quello di tutte le tragedie cinque e settecentesche che proprio a questo arch
re figlie della latina; perciò non è maraviglia se i nostri autori di tragedie a quella sublimità non pervennero, perché non pot
tro difetto capitale che Calepio riscontra nello stile delle «antiche tragedie » italiane è legato all’imprescindibile criterio d
lassero alla maniera dei filosofi, Calepio censura i personaggi delle tragedie cinquecentesche che, al culmine della passione, s
Ancora concorde con il giudizio di Calepio in quanto allo stile delle tragedie cinquecentesche si dimostrava il Quadrio, pronto
e cinquecentesche si dimostrava il Quadrio, pronto ad elencare fra le tragedie poco pregevoli per abbondanza di «figure lontane
aldi. Positivo è invece nel complesso il giudizio nei confronti delle tragedie di Rucellai, il cui stile sublime, nonostante qua
oi, Napoli, Liguori, 2006; Vincenza Perdichizzi, Lingua e stile nelle tragedie di Vittorio Alfieri, Pisa, ETS, 2009) — era giust
II, Napoli, Orsino, 1788, pp. 116-117). Vengono quindi elencate altre tragedie che peccano sotto il medesimo profilo e che Calep
queste minori tuttavia egli nomina pure il Torrismondo del Tasso e le tragedie del Torelli, le quali, nonostante siano considera
na del Torrismondo cfr. Paragone V, 5, [4]). Anche nel giudizio sulle tragedie del Torelli Calepio non si discosta dalle opinion
e per lo stile» (Scipione Maffei, Il Teatro Italiano, o sia scelta di tragedie per uso della scena, t. II, Verona, Vallarsi, 172
lirico del Torrismondo, del Pastor Fido, del Solimano ed altre simili tragedie , che all’orecchie sane, gonfie e tumide riescono
e tumide riescono per aver voluto superare il loro originale, cioè le tragedie di Seneca, onde tutti han preso senza discernimen
preso da vicino dal Calepio, nel condannare le soluzioni argute delle tragedie seicentesche maggiormente inquinate da figure pro
n dello stile, che alcuni Autori del passato secolo introdussero», le tragedie presentate rimanevano di grande valore, ed era ne
ltro conoscere», Scipione Maffei, Il Teatro Italiano, o sia scelta di tragedie per uso della scena, t. III, cit., pp. VI-VII). S
tivo già proposto dal Crescimbeni, da Giovanni Delfino, autore le cui tragedie erano rimaste a lungo inedite, pur avendo avuto u
n’ampia circolazione manoscritta (cfr. sulla fortuna editoriale delle tragedie del Delfino Laura Drogheo, «Sulle Tragedie di Gio
ossi, 1702, p. 249). [6.2.7] Viene ora preso in esame lo stile delle tragedie settecentesche, che appaiono a Calepio generalmen
benché non esenti da qualche scadimento retorico. Egli cita tutte le tragedie che aveva precedentemente menzionato nel primo ca
nche altre, come la Merope del Maffei, l’Ezzelino del Baruffaldi o le tragedie del Martello che non contemplava in questo primo
ano nella categoria delle «favole doppie». Nella lista delle migliori tragedie contemporanee compare in prima battuta il Corradi
arj del Canonico Gio. Mario Crescimbeni…, cit., p. 256). Fra le altre tragedie che il Bergamasco cita — quelle di Lazzarini, Zan
’è una soluzione stilistica comune; Calepio parrebbe apprezzare tanto tragedie improntate ad un classicismo esasperato, come nel
tatori provavano un’«ammirazione accessoria» per i protagonisti delle tragedie di Corneille —, ma godrebbero non tanto dell’avve
logia di Gian Vincenzo Gravina, Milano, Mursia, 1968, p. 312), le sue tragedie erano reputate pressoché universalmente fredde e
, p. 159). [6.2.9] Viene qui biasimato uno dei tipici elementi delle tragedie graviniane, derivato dagli antecedenti greci, oss
fosse, apprezza la qualità morale delle sentenze contenute nelle sue tragedie , decisamente maggiore rispetto a quella di altri
pli, 2011, pp. 201-214; sulle implicazioni filosofico-politiche delle tragedie torelliane si rimanda invece al contributo di Pie
e al contributo di Pietro Montorfani, Uno specchio per i principi: le tragedie di Pomponio Torelli (1539-1608), Pisa, ETS, 2011.
ella facesse; i quali però sono in errore; perchè sebbene sono alcune tragedie , le quali proponendo bellissime sentenze, e regol
hese è giudicato reo di aver disseminato impropriamente nelle proprie tragedie sentenze morali, spesso affidandole a personaggi
questo terzo articolo Calepio, dopo aver esaminato l’elocuzione delle tragedie cinque-seicentesche italiane, ritrovandole manche
a, talaltra di semplicità eccessiva, passa in rassegna lo stile delle tragedie francesi, distinguendo fra le tragedie antiche, s
ssa in rassegna lo stile delle tragedie francesi, distinguendo fra le tragedie antiche, superiori a quelle italiane dello stesso
nza francese «classica» avesse degli scadimenti, traendo esempi dalle tragedie di Corneille e di Racine. Quanto al fatto che gli
rci senza iattanza, molto superiori a’ Franzesi, tanto dobbiamo nelle tragedie con disinteressata ingenuità confessarci ad essi
i Francesi non compaiono le lunghe similitudini che campeggiano nelle tragedie dal Trissino al Gravina e che egli ha censurato n
il commentatore di Aristotele aveva infatti notato che fra le moderne tragedie francesi la sentenza aveva perso la sua autentica
p. 278). [6.3.3] Ha qui inizio un inventario di passi estratti dalle tragedie di Corneille che sono, secondo Calepio, redarguib
Horace, soggetto che Calepio riteneva particolarmente adatto a creare tragedie eccellenti, in virtù delle passioni forti che pro
conclude la rassegna di passi corneilliani difettosi, estratti dalle tragedie considerate fra le più riuscite del drammaturgo n
storiografia teatrale sette-ottocentesca («Circa lo stile di esse [le tragedie francesi], senza derogare ai pregi inimitabili di
Calepio prosegue il suo regesto di difetti stilistici presenti nelle tragedie francesi riallacciandosi al discorso condotto in
questo stesso difetto era stato rimproverato in precedenza anche alle tragedie italiane, in particolare a quelle di Torelli e di
 180). Calepio si scaglia, infine, contro l’ornamento eccessivo delle tragedie francesi, i cui dialoghi gli paiono, piuttosto ch
[6.5.6] L’esemplificazione prosegue con altri passaggi tratti dalle tragedie raciniane. La prima allusione è ad una battuta de
ersonificato (Alexandre le Grand, II, 2, vv. 451-452). [6.5.8] Nelle tragedie raciniane si trovano altri passi commendabili per
esia del Muratori, che si soffermava principalmente sui difetti delle tragedie di Pierre Corneille, in cui spesso comparivano «p
ione, a cui andrà assommato il giudizio velato di superiorità, fra le tragedie contemporanee italiane, concesso all’Ulisse del L
rci senza iattanza, molto superiori a’ Franzesi, tanto dobbiamo nelle tragedie con disinteressata ingenuità confessarci ad essi
posizione espressa dall’Orsi nelle sue Considerazioni («Nelle nostre tragedie si usa non tanto l’endecasillabo solo, quanto l’a
enza e sul fatto vero il detto de’ Comici», Antonio Conti, Le quattro tragedie , Firenze, Bonducci, 1751, p. 186). Inoltre anch’e
illustrato i difetti dell’Arsinda del Testi, per mostrare come quelle tragedie seicentesche riuscissero molto migliori se privat
a base del fatto che anche i tragici greci li impiegassero nelle loro tragedie («Qui i letterati riprendono i troppi versi non i
no esse, non può negarsi, dal parlare ordinario della gente, e alcune tragedie rimate hanno finora ottenuto poco plauso […]. Ma
. Ma se si ritrovasse la vera maniera di usar questo condimento nelle tragedie e vi si avvezzasse l’orecchio degli ascoltanti pu
gico da adottare nel Cinquecento, con importanti osservanti sulle due tragedie criticate da Calepio in ragione della rima, ossia
ante proscriveva («Io ho vedute recitare in Venezia ed altrove alcune tragedie in verso sciolto, e fatte secondo le buone regole
versal gradimento di que’ drammi», Giuseppe Baretti, «Lettera I sulle tragedie di Pier Cornelio», in Id., Opere scelte, a cura d
rancese allegava il giudizio di La Bruyère sulla versificazione delle tragedie di Racine, che era definita «correcte, riche dans
ntrariamente alle soluzioni predilette per le versioni italiane delle tragedie francesi, imperniate sull’uso dello sciolto, Cale
li, traduttore di Racine (sulla prosodia delle traduzioni italiane di tragedie francesi nel Settecento si veda l’indispensabile
are la propria forma ai gusti del pubblico moderno. Al contrario i le tragedie francesi risultano meno ortodosse dal punto di vi
benché, nel complesso, esse possano essere considerate inferiori alle tragedie italiane più recenti. Il giudizio che Calepio esp
più recenti — dalla Merope di Maffei, all’Ulisse di Lazzarini e alle tragedie di Conti — vengono reputati migliori rispetto ai
cine. Non manca comunque un invito a fondere le prerogative delle due tragedie nazionali per raggiungere un prototipo tragico pe
per raggiungere un prototipo tragico perfetto. Giunta toccante le tragedie di Monsieur La Motte. [Giunta.1] Questa «giun
e tragedie di Monsieur La Motte. [Giunta.1] Questa «giunta» sulle tragedie di Houdar de La Motte si giustifica sulla base de
are il suo Paragone, ma a causa del ritardo nell’invio dei tomi delle tragedie del Francese — appena usciti in Francia, giacché
ito ai lavori di quel drammaturgo: «Avrei avuto caro di leggere sì le tragedie che le riflessioni <del> de la Motte prima
t., pp. 124-125), quindi dobbiamo immaginare che i tomi contenenti le tragedie del de La Motte siano giunti a Calepio nei primi
ca un sovrasenso morale e didattico senza il quale è inutile comporre tragedie ; la centralità del nodo catartico nel progetto di
uanto egli, a partire da questo principio, condannava non soltanto le tragedie a sfondo amoroso di Racine, e su tutte l’Andromaq
etterale —, chiaro, nobile e conveniente, e Calepio ammette che nelle tragedie il de La Motte non ha sempre applicato correttame
). Sulle ragioni di questa sistematica messa in ridicolo delle grandi tragedie francesi dell’epoca si sofferma molto utilmente A
eazione, all’interno della favola, dei personaggi, al lungo elenco di tragedie incentrate, oltre che sul soggetto della «Mort de
della sua proposta poetica, ossia l’accreditamento della scrittura di tragedie in prosa: egli aveva infatti deciso di pubblicare
re composizioni in verso, nonché al costume degli attori di preparare tragedie esclusivamente in quel modo —, egli sostiene che
ci (ivi, p. 679). La disputa in merito all’opportunità di scrivere le tragedie in prosa anziché in verso era presente fin dal Ci
non solo l’elenco di Calepio, ma anche il confronto quantitativo fra tragedie scritte in prosa e in verso nel Cinquecento. Su q
più diffusa teoria tassiana, secondo cui l’«affetto» che popolava le tragedie richiedeva «purità e semplicità, perch’in tal gui
i qui recare quel che scrive Giason di Nores delle antiche commedie e tragedie , dicendo che la meraviglia del verso nella traged
e ancora quanto siano da lodare coloro che a nostri dì hanno composto tragedie e comedie in prosa» (Lodovico Castelvetro, Poetic
e a vedere l’imitazione, la quale è già nota a chiunque sente o legge tragedie », cfr. Paragone VI, 2, [6]), avvicinandosi, ancor
fatto che non sia necessario modulare sulla prosa la composizione di tragedie , ma, per raggiungere ottimi livelli di verosimigl
nce, ammetteva che l’introduzione delle rime negli alessandrini delle tragedie francesi danneggiava non soltanto l’espressione,
nel merito dal giudizio del de La Motte, secondo cui la scrittura di tragedie in prosa gioverebbe all’incremento del numero deg
dell’arte tragica. [Giunta.16] Calepio passa quindi ad esaminare le tragedie del drammaturgo francese, cominciando con Les Mac
stile di questo dramma è reputato superiore rispetto alla media delle tragedie francesi in quanto meno affettato, ma vengono mos
va la presunta imparzialità critica nel giudicare comparatisticamente tragedie italiane e francesi (Amos Parducci, La tragedia c
26 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 137-226
osero moltissime tutte in prosa intitolandole novelle, tragicommedie, tragedie , e commedie. Di esse inutilmente si tesserebbe un
ogni vigore al riflettersi ch’egli lodò ancora come eccellenti alcune tragedie , che la posterità, come diremo, ha trovate cattiv
uelle che chiamò commedie. Altre sei delle sue favole volle denominar tragedie , cioè el Duque de Viseo, Roma abrasada, el Castig
a Aurora, la Sangre inocente, el Marido mas firme. Ma perchè le disse tragedie ? In esse, oltre a i soliti difetti circa le unità
aniero le disotterrasse. Vediamo ora se gli Spagnuoli ebbero mai vere tragedie senza veruna mescolanza comica. Non è vero che es
lanza comica. Non è vero che essi non ne hanno veruna o che le loro tragedie non possono distinguersi dagli altri drammi, co
corte, ben posso attestare di averne vedute diverse. Ecco per ora le tragedie spagnuole del secolo XVI. Oltre delle latine del
z Tanco de Fregenal, che altri leggermente pretese che avesse scritte tragedie prima de’ suoi compatriotti e degl’istessi Italia
asce tosto al nominarlo la curiosità di sapere dove mai si trovino le tragedie di questo Vasco, e se furono impresse ovvero rima
ti inediti sacri, storici e morali, e che fra essi erano anche alcune tragedie di Assalone, Ammone, Saule e Gionata. Il caratter
ttere di questo Tanco fa sì che senza molto esitare si ripongano tali tragedie nelle biblioteche immaginarie. Gli stessi naziona
oduce per conseguenza un è. Del resto la storia dimostra quante altre tragedie produssero gl’Italiani assai prima del 1502 in cu
Hann Sachs. Nè anche pongo nel teatro tragico spagnuolo quelle mille tragedie dell’andaluzzo Giovanni Malara, le quali, sull’as
essere stata tragedia vera; perchè il medesimo Cueva confessa che le tragedie del Malara non erano scritte secondo il metodo d
ma secondo il gusto nazionale . Dicasi la stessa cosa di poche altre tragedie accennate nel II discorso del Montiano, cioè la H
non esistono, e se ne ignora perciò la natura, o non sono certamente tragedie rigorose più delle sei del Vega, e delle altre fa
licate in Valenza nel 1621a. Ma venghiamo alle dodici non immaginarie tragedie spagnuole. Due ne scrisse Fernan Perez de Oliva,
lla del Trissino; dunque (notisi la logica) gli Spagnuoli hanno avute tragedie prima degl’Italiani. Nè anche del Perez si sa l’a
a) si lusinga di rendere contemporanee le favole del Perez alle prime tragedie italiane. Vuole in oltre che l’Ecuba e la Vendett
89, pubblicò in Madrid nel 1577 sotto il nome di Antonio de Siloa due tragedie sulla morte d’Inès de Castro intitolandole Nise l
ntitolandole Nise lastimosa e Nise laureada. L’autore le chiamò prime tragedie spagnuole; ma se i Portoghesi debbono aversi in c
nelle mani, giacchè l’ha copiata nella sua Nise lastimosa. Amendue le tragedie di questo Galiziano mancano di azione e d’intrigo
igliano Giovanni de la Cueva impresse nel 1588 trovansi quattro altre tragedie , i Sette Infanti di Lara, la Morte di Ajace, la M
inia e di Appio Claudio, il Principe Tiranno. Noi le riconosciamo per tragedie , ma ci rapportiamo su di esse alla censura del na
fuor di natura il carattere del protagonista. Ciò vuol dire che sono tragedie , ma difettose. Nega questi difetti il Lampillas,
ostrò saviezza, intelligenza e sobrietà, traperchè come autore di due tragedie ben condotte, in simili esami è giudice competent
e Argensola nato nel 1565, essendo nell’età di venti anni compose tre tragedie l’Isabella, la Filli e l’Alessandra, le quali si
spagnuolo cominciò male dalla Celestina, e dall’Eufrosina credendole tragedie . a. Dee però avvertirsi, che questa favola di Do
e il coturno nella prima giovanezza. a. Nel suo Discorso II sopra le tragedie . a. Il ridicolo manifesto di questo sogno credut
mpillas (e quel che è peggio anche dall’abate Andres che tralle altre tragedie spagnuole cita quelle del Malara) è stato da me p
27 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO PRIMO. Risorge in Italia nel secolo XVI la tragedia Greca, ed il teatro materiale degli antichi. » pp. 86-174
eranno in tal periodo in Italia 1 favole scritte in latina favella, 2  tragedie e commedie italiane di greca invenzione, 3 drammi
re poi a queste rappresentazioni si composero in latina favella nuove tragedie e commedie. Il dotto Francesco Benzi75 scrisse du
36, sulla quale fe poscia il commento Orazio Anisio suo nipote. Altre tragedie scrisse Giovanni Francesco Stoa. Ma le più pregev
. Altre tragedie scrisse Giovanni Francesco Stoa. Ma le più pregevoli tragedie latine di questo secolo uscirono da Cosenza. Anto
che che tragiche delle Baccanti, di Jone, di Alceste; ma dalle latine tragedie in poi si sono rigettate come impertinenti. Io no
to nella scelta fatta nel voler tradurre l’ Elettra. Delle tre greche tragedie rimasteci sulla vendetta di Agamennone, benchè eg
sioni, e in grandezza e sobrietà di stile va innanzi a quasi tutte le tragedie di Seneca. Ma per vedere Aristofane ritratto con
il vescovo Martirano quasi ne’ primi lustri del secolo colle otto sue tragedie e colle due commedie eseguì egli solo con ottima
compatimento certi critici e ragionatori d’ultima moda! Passiamo alle tragedie Italiane. II. Tragedie Italiane. La prima
che recano tanti bei passi pieni di eleganza e vaghezza sparsi nelle tragedie del Rucellai? Uno storico della letteratura lasce
9. Per simili riflessioni a noi sembra questa Tullia una delle nostre tragedie più difettose, benchè il Gravina l’abbia noverata
nel 1532. Per testimonio degl’ intelligenti non cede in eleganza alle tragedie del Trissino e del Rucellai, e le vince per gravi
ice; I’ dico l’Alamanni. Il Fontanini la colloca tralle migliori tragedie Italiane (Nota XI). L’Edipo, la più bella tragedi
r la nobiltà e l’eleganza dello stile essa gareggia colle più celebri tragedie di quel tempo. Si rappresentò nel 1585 con sontuo
e dell’anno stesso. Questo maraviglioso ingegno scrisse anch’egli due tragedie la Dalida e l’Adriana; ma esse colle altre di lui
esimi Ecatommiti più argomenti per la scena tragica, e ci lasciò nove tragedie , l’Orbecche, l’Altile, Didone, Antivalomeni, Cleo
ato con troppo studiato accordamento. Il Calepio conta quasi tutte le tragedie del Giraldi e specialmente l’Orbecche fralle Ital
d’anni sessanta in Venezia nel 1568 vi pubblicò più d’una volta varie tragedie tratte da’ Greci, e da’ Latini. Nel 1566 se ne fe
ata, e che ha trovato un apologista nel Signor Ab. Andres 92. Quattro tragedie pubblicò Antonio Cavallerino Modanese nel 1582 e
uove ed eccita il bel piacere delle lagrime. Sono forse moltissime le tragedie più moderne che possono vantarsi d’altrettanto? N
ratti e critiche di qualunque opera teatrale. Ravviva la storia delle tragedie degli ultimi anni del secolo la Semiramide di Muz
udizio di Francesco Patrizj può servire d’esempio a chi vuol comporre tragedie . Anche il dotto editore del Teatro Italiano ne po
l Signor di Calepio avesse allegato per uno degli ottimi esempj delle tragedie Italiane, dopo di avere in alcune di esse ripresa
obiltà e grandezza di stile e per versificazione vince quasi tutte le tragedie del cinquecento. Il Manfredi è stato il meno avid
ciottesima egli anima Eugenio Visdomini Parmigiano a stampare due sue tragedie l’Amata e l’Edipo. Era colui suo compare; e forse
basi altro Parmigiano accademico Innominato dice che pubblichi le sue tragedie la Lucrezia e l’Alidoro. Stimola nella ventesima
l Cristo, avendo saputo di essersi stampata. Furonvi allora altre due tragedie di penne non volgari rimaste inedite, l’Edipo pri
’ GranDuchi di Toscana e stampata presso il Martelli nel 1592. Alcune tragedie Cristiane perdute si vuole che scrivesse ancora i
mponio Torelli col titolo di Merope possiamo chiudere la storia delle tragedie Italiane del cinquecento. Fioriva in Parma verso
ra il Torelli uno de’ principali ornamenti. Egli vi recitò cinque sue tragedie la Merope, il Tancredi, la Galatea, la Vittoria,
del Tancredi fatta in Parma nel 1598, e poi quella di tutte le cinque tragedie del 1605, cioè tre anni prima della morte dell’au
importanti della favola, è un difetto comune alla maggior parte delle tragedie di quel tempo. Non ne vanno esenti le altre trage
gior parte delle tragedie di quel tempo. Non ne vanno esenti le altre tragedie del Torelli, e nè anche la Victoria e ’l Tancredi
ati al di sopra della vita comune. Per tali cose essenziali le greche tragedie che noi leggiamò, si chiamano così, e non già per
egl’ Italiani il nuovo interprete de’ Greci tragici) lavorare le loro tragedie all’uso de’ Greci, senza sapere che fossero le Gr
e loro tragedie all’uso de’ Greci, senza sapere che fossero le Greche tragedie . Un Tasso! Un Trissino! uno Speroni! E sa il Sign
dice egli stesso? Ma come non seppero essi che cosa fossero le greche tragedie ? Non furono i primi nostri scrittori, specialment
28 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO II. LIBRO II » pp. 34-49
me Romano che ardisca sprezzar questa tragedia: Pacuvio che colle sue tragedie procacciossi rinomanza di dotto conservata anche
scir nella tragedia che nella commedia. Di fatti, oltre alle nominate tragedie a noi non pervenute, ebbero i Romani eziandio in
ltata in Roma ed encomiata dal satirico Giovenale, tutte queste buone tragedie danno a noi diritto di affermare che un genere di
i a prestar tutta la fede a que’ Latini che ebbero sotto gli occhi le tragedie romane da essi esaltate, e che sapevano quel che
i punto nè poco nella mancanza di originalità desiderata nelle lodate tragedie latine; perchè nè Eschilo, nè Sofocle, nè Euripid
vole moderne risalendo sino ai cori di Bacco in Icaria, non so quante tragedie potrebbero ostentarsi come perfette, grandiloquen
29 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO V. Tragedia Francese nel secolo XVIII. » pp. 75-133
i. Giovanni Campistron nato nel 1656 e morto nel 1723 scrisse diverse tragedie , che non cedono per regolarità a quelle di Racine
e: La Grange Chancel nato nel 1678 e morto nel 1758 che scrisse varie tragedie in istile trascurato e debole con viluppo romanze
na la molle galanteria28. A questa mollezza universale seminata nelle tragedie francesi volendo rimediare Longepierre compose un
oso l’arte, il bello-spirito, ed il parlar gergone. Nelle quattro sue tragedie i Macabei, Romolo, Edipo, Inès de Castro, poco fe
tana dalla generale affettazione di stile da’ Francesi adottata nelle tragedie . Le passioni son dipinte con vivacità; ma l’azion
del Romolo si risente più della precedente del difetto generale delle tragedie francesi, cioè vi si scorge più copia delle stess
atte che combattesse con Diomede o Ajace? La più applaudita delle sue tragedie fu senza dubbio l’Inès de Castro mai sempre ben a
anto l’Elettra e la Semiramide si reputano dal medesimo re di Prussia tragedie de toute beauté al pari del Radamisto. A noi, olt
biamo detto dell’Elettra, non sembra la Semiramide una delle migliori tragedie del Crebillon. Belo in essa è un traditore senza
vendendogli per nostri quando ci sembrino giusti. Il Maometto tralle tragedie è quello, che fu tralle commedie il Tartuffo, cio
cì a farne un’ opera eccellente da tenere forse il primato tralle sue tragedie , colla copia delle idee nuove ed ardite, colla po
diviene istruttiva ed utile alla società. L’Alzira una delle migliori tragedie del Voltaire composta e rappresentata dopo del Ma
rtemira disapprovata dal medesimo autore, Adelaide ed il Duca di Foix tragedie mediocri di fatti nazionali, e Tancredi, intrigo
a. Tutte le altre costituiscono a’ nostri sguardi una terza classe di tragedie meno perfette e vigorose, sebbene vi si veggano v
tosto due pagine sole che ce ne additassero le bellezze”. Poche altre tragedie di questo secolo sono da riporsi tralle bene acco
no inorridire. La Grange-Chancel nato nel 1678 e morto nel 1758 molte tragedie scrisse in istile trascurato e debole con viluppo
Vedova del Malabar, Guglielmo Tell, Artaserse, Ipermestra e Barnevel tragedie non meno dure e secche di quello che fu la Pucell
ualche dono naturale non accoppiò nè studio nè travaglio, scrisse due tragedie Astarbé e Calisto, delle quali durano ancora i no
i questo Ateniese che una tragedia. Scrisse anche Irza superiore alle tragedie di Colardeau; ma se ne riprende la versificazione
teatro? E’ questo il bell’ esempio da proporsi a’ nazionali per tirar tragedie dalla storia patria? Non fu Avogadro un traditore
ncerne le rang & les titres. È pur questo un bel modo di comporre tragedie nazionali, valersi di un nome illustre per denigr
e del real sangue di Francia?47 È in oltre precetto di poetica nelle tragedie nazionali il dir grosse villanie all’imperador Ma
rie, le note e le prefazioni del Belloy, e conchiudiamo che delle sue tragedie l’ Assedio di Calais, Gastone e Bajardo, Zemira,
30 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 260-263
lia, fu applauditissima specialmente nella rappresentazione di alcune tragedie esumate dal marito, come la Sofonisba del Trissin
mentre le Tragicommedie di Sansone e della Vita è un sogno, non sono tragedie  ; ed è ben diversa da quella la maniera nostra ne
Mitridate, Semiramide, Oreste, ecc., e le altre francesi ed italiane tragedie che eravamo accostumati di recitare, e che ora la
ngannarci infine se i Comici Italiani senza declamare possino recitar tragedie . Per altro non ho bisogno di sentirlo nella Comme
31 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo V. Teatro greco. » pp. 26-81
, e come poeta eccellente. Settanta, o come altri vuole, più di cento tragedie compose Eschilo, delle quali appena sette ce ne r
ellezze de’ loro componimenti, senza dissimularne qualche difetto. Le tragedie rimasteci di Eschilo sono Prometeo al Caucaso, le
o, che per tutti interloquisce; il che si osserva nel rimanente delle tragedie antiche. Finalmente i Persi, tragedia data da Esc
di commuovere e piacere21. Dopo questa succinta analisi delle sette tragedie di Eschilo, ascoltiamo ciò che ne dice D. Saverio
ate da alcune patetiche declamazioni». Il leggitore, che conosce tali tragedie , rimane sorpreso al veder nella dissertazione del
le quali in fine si risolvono in nulla22; e chi non conosce le greche tragedie , dee sulle di lui parole concepirne un’immagine t
asio introducono al ballo cinese. «Feste teatrali di ballo serio»! Le tragedie di Eschilo furono, come quelle di Sofocle e di Eu
é corpo a vari esseri allegorici, come Sofocle ed Euripide nelle loro tragedie si valsero delle apparizioni di Minerva, di Ercol
ontrattempo, come perché cominciavano ad applaudirsi piò delle sue le tragedie del giovane Sofocle, si ritirò presso Jerone re d
ar loro certe scarpe bianche. Delle cento diciassette, o cento trenta tragedie da lui scritte, solo sette ad onta de’ secoli ne
o miniere tutto il piombo, e lasciato l’oro»? Passiamo alle rimanenti tragedie di Sofocle. Egli é un altro capo d’opera dell’ant
e del III atto sembrano più parlanti del II, il che si trova in altre tragedie ancora, e può servir di prova, che non sempre ter
atura che a consultar l’arte. Scrisse, secondo alcuni, settantacinque tragedie , ma contando le diciannove intere che ce ne resta
fu preferito da’ giudici, come dice Eliano, sciocchi, o subornati. Le tragedie intere che ne abbiamo, sono Elettra, Oreste, Ifig
, e le passioni espresse con energia. L’Oreste, ch’é una delle di lui tragedie coronate, seguita la materia dell’Elettra. Egli n
te, che afferma che niuno europeo «ancora ha capito che cosa sieno le tragedie greche»; perché niuno, a suo credere, le ha ancor
che farà cader la penna dalle mani di chi oggidì si accinga a scriver tragedie . Il contrasto però di Admeto col padre, e i di lu
coronato dalla corona data al poeta, non riflettono, che tante altre tragedie e commedie diedero la corona Olimpica ai poeti, e
ndono dalla guerra troiana, oltre alle Ifigenie ed Elena, varie altre tragedie , come Ecuba, Andromaca, le Troiane, Reso, che ci
si é formato come si formerebbe ancora, sempre che si volesse, dalle tragedie inglesi o russe, non che dalle greche. Di più tal
i. Lo scioglimento si fa per macchina (come nella maggior parte delle tragedie antiche) dalla musa. Terpsicore madre di Reso, la
i cadavere sanguinoso sulle braccia. Medea é una delle più terribili tragedie dell’antichità, che contiene l’atroce vendetta pr
rrenda esecuzione della sua spietata vendetta. Le Fenisse, una delle tragedie d’Euripide che fu coronata, contiene la morte di
i di Eschilo, come si é detto, trattano delle Danaidi; pur queste due tragedie hanno tra loro qualche rapporto per la condotta.
alle altre sue, ed ha molto dello spettacolo satirico e delle antiche tragedie che trattavano solo di Bacco. Vi é nell’atto IV u
, della Penelope, dell’Edipo, del Frisso, del Teseo, e di molte altre tragedie d’Euripide, non é a noi pervenuti altro che alqua
econdo Eliano, prima di dedicarsi totalmente alla filosofia, fece tre tragedie e una satira, delle quali si componea la Tetralog
on vuol dire, che i moderni abbiano a disperare di poter mai produrre tragedie maravigliosamente belle (perché anzi noi pretendi
32 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 44-148
attore e di direttore. Settanta, o come altri vuole, novanta, o cento tragedie egli compose, delle quali sette appena ce ne rima
, grande, benchè talvolta turgido, impetuoso, gigantesco e oscuro. Le tragedie che se ne sono conservate, s’intitolano Prometeo
re di Prometeo, quello di Ajace in Sofocle, ed altri ancora di ottime tragedie moderne (Nota V). Nella condotta delle Danaidi Su
e, ed uno solo favella per tutti, la qual cosa si osserva in tutte le tragedie antiche. Finalmente i Persi, tragedia data da Esc
sce e ne addita le bellezze. Dopo queste succinte notizie delle sette tragedie di Eschilo, non c’ incresca di ascoltare ciò che
eparate da alcune poetiche declamazioni. Se il leggitore conosce tali tragedie , non potrà non rimanere maravigliato al vedere in
o al ballo Cinese. Che vuol dir mai festa teatrale di ballo serio? Le tragedie di Eschilo furono, come quelle di Sofocle e di Eu
di Arene sua patria, tanto più quanto cominciarono ad applaudirsi le tragedie del giovane Sofocle. La prima volta che questo nu
iesi diedero pubblici attestati della stima che facevano delle di lui tragedie , avendo decretato60 che si rappresentassero anche
olte la corona teatrale. Euforione figlio di Eschilo, oltre ad alcune tragedie da lui composte, vinse secondo Suida e Quintilian
scarpe bianche. Scrisse centodiciassette, o centotrenta ed anche più tragedie , delle quali venti furono coronate; ma non ne son
ro miniere tutto il piombo e lasciato l’ oro? Passiamo alle rimanenti tragedie di Sofocle. Egli è un altro capo d’opera dell’ant
a consigliarsi coll’arte. Secondo alcuni egli scrisse settantacinque tragedie ; ma contando le diciannove intere che ne rimangon
lui preferito da’ giudici, al dir di Eliano, sciocchi o subornati. Le tragedie che ne abbiamo intere sono: Elettra, Oreste, Ifig
sioni vi sono espresse con grande energia. L’Oreste, una delle di lui tragedie coronate, seguita la materia dell’Elettra. Egli n
ante che al suo dire niuno Europeo ha capito ancora che cosa sieno le tragedie Greche, perchè niuno, a suo credere, le ha ancora
ra”. Entra poscia l’erudito autore nel confronto delle due bellissime tragedie . Rende egli i dovuti elogj alla Fedra, ma convien
o a piacere nella guisa che potrebbe formarsi, volendosi, anche nelle tragedie Inglesi o Russe, non che nelle Greche. Tale terze
ntimento di moltissimi critici che la noverarono sempre tralle di lui tragedie , quanto alle molte espressioni del Reso famigliar
ganti. Lo scioglimento avviene per macchina (come in gran parte delle tragedie antiche) per mezzo della musa Tersicore madre di
i cadavere sanguinoso sulle braccia. Medea è una delle più terribili tragedie dell’ antichità, donde trassero la materia tante
là dove le Supplici di Eschilo parlano delle Danaidi; pure queste due tragedie hanno tra loro qualche relazione per la condotta.
alle altre sue, e si avvicina allo spettacolo satirico e alle antiche tragedie che trattavano soltanto di Bacco. Havvi nell’atto
pe, dell’Edipo, del Frisso, del Teseo, dell’Archelao e di molte altre tragedie di Euripide, altro a noi non è pervenuto se non s
ali talvolta appena bastano per conoscerne il soggetto. Famosa tralle tragedie perdute fu la sua Andromeda per la strana malatti
ηρα, e il Dizionario Critico di Pietro Bayle. L’autore di tante belle tragedie , sì gran filosofo, conoscitore sì savio del cuor
condo Eliano prima di dedicarsi totalmente alla filosofia scrisse tre tragedie e una favola satiresca, delle quali componeasi la
i la tetralogia necessaria per concorrere nel certame85. Delle di lui tragedie non per tanto si racconta che avendole Socrate as
i altri Senocle che ne’ Giuochi Olimpici restò di lui vincitore colle tragedie Edipo, Licaone, Bacchide, e coll’ Atamante dramma
torno al di lui tempo visse pure Euforione e Bione, e lo scrittore di tragedie non meno che di commedie Agatone che Platone onor
eta, ed Aristosseno scrittore musico afferma che avea composto alcune tragedie che volle pubblicare sotto il nome di Tespi. Egli
aleone. Acheo Siracusano fu un altro poeta tragico, che compose dieci tragedie , e si vuole che dal di lui Etone satirico avesse
l’erudito quanto oscuro poema di Cassandra, o Alessandra, e per varie tragedie , venti delle quali sono rammentate da Suida. Nomi
chi. L’Ateniese quì nominato fu poeta tragico, a cui, fra molte altre tragedie , per le quali fu varie volte coronato, se ne attr
o ve ne aggiunse un altro, e Sofocle il terzo. Ma contengono forse le tragedie di Eschilo soltanto due interlocutori e tre quell
per volta, ne seguirebbe che Eschilo non avesse introdotti nelle sue tragedie che due soli attori, oltre il coro, la qual cosa
non vuol dire che i moderni abbiano a disperare di poter mai produrre tragedie maravigliosamente belle (che anzi noi pretendiamo
nno in tutt’altro adoperate le medesime molle de’ Greci. Le più belle tragedie dell’immortale Racine sono senza dubbio l’Ifigeni
Quando il fatto deponesse ancora sì vantaggiosamente in favore delle tragedie moderne: quando si potesse assicurare che pari ev
33 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori. » pp. 172-221
re soprannomato) secondo Orazio fu buon poeta lirico e scrisse ancora tragedie : Ovidio fece una Medea, della quale abbiamo un fr
intiliano: e il famoso Mecenate, oltre a’ varii poemi, compose alcune tragedie , come il Prometeo citato da Seneca, e l’Ottavia m
giudizio di Quintiliano, poteva degnamente compararsi colle migliori tragedie Greche; e pure, come abbiamo accennato, egli rico
ori ingegni onde si vanti la poesia Latina, Virgilio ed Orazio. Se di tragedie intenda di favellare quest’ultimo nell’ode che a
re del dialogo sulla corruzione dell’eloquenza sommamente esaltate le tragedie la Medea, il Tieste, il Catone, il Domizio del ce
mponio Secondo di cui Plinio il naturalista avea composta la vita. Le tragedie di questo Pomponio, dal Marchese Maffei nella Ver
da personaggi ragguardevoli, non sono a noi pervenute se non le dieci tragedie attribuite a Seneca, le quali (che che ne dica Ma
ugusto: e ad alcun novizio declamatore l’Ottavia. Se vogliansi queste tragedie paragonare in generale colle Greche, si troverann
tico alcune bellezze che in esse si trovano. La Medea. Se v’ha tralle tragedie Latine conservate alcuna che possa sostenere il c
erò sempre la semplicità e verità della natura nell’imitare le greche tragedie , e che corruppe, come altri disse, quel vin Greco
e di quello di cui tante volte si è scritto. Accompagna degnamente le tragedie descritte la Troade, la quale abbraccia parte del
so pensiero, Priamus flammâ indiget ardente Trojâ. Tutti i cori delle tragedie latine, ancorchè ben verseggiati, cedono d’assai
ade accoppiato ai lamenti di Ecuba rassomiglia ad alcuni delle greche tragedie , e dovè riuscire assai comodo alla musica per gli
otta di azione, dimostra esser diverso da quello delle tre precedenti tragedie . Sofocle ha somministrata la materia di questa; m
l coronato Agamennone di Eschilo. Il Tieste è una delle più terribili tragedie per l’ atrocità dell’azione. Ma l’autor latino ch
er mio avviso è Seneca, o per meglio dire ciascuno autore delle dieci tragedie latine che sotto il-di lui nome ci sono rimaste.
le storie che Pollione scrisse della guerra civile, e non già stimati tragedie da lui composte. 118. Vedasene anche Seneca nell
o nell’Esame della Poesia Tragica. 128. Le nostre osservazioni sulle tragedie di Seneca di poco in quest’edizione alterate, ebb
34 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Teatro di Euripide. » pp. 134-207
dissimi oratori del l’antichità, col l’esercitarsi nello studio delle tragedie di Euripide, pervennero al colmo nel l’arte loro;
per la qual cosa Gian Vincenzo Gravina nella Ragion Poetica chiama le tragedie di Euripide vera scuola di eloquenza . Egli è no
a consigliarsi col l’arte. Secondo alcuni egli scrisse settantacinque tragedie ; ma contando le diciannove intere che ne rimangon
lui preferito da’ giudici, al dir di Eliano, sciocchi o subornati. Le tragedie che ne abbiamo intere sono: Elettra, Oreste, Ifig
sioni vi sono espresse con grande energia. L’Oreste, una delle di lui tragedie coronate, seguita la materia del l’ Elettra. Egli
nte che al suo dire niuno Europeo ha capito ancora che cosa sieno le tragedie greche , perchè niuno, a suo credere, le ha anco
ra.» Entra poscia l’erudito autore nel confronto delle due eccellenti tragedie . Rende egli i dovuti encomii alla Fedra, ma convi
o a piacere nella guisa che potrebbe formarsi, volendosi, anche nelle tragedie Inglesi o Russe, non che nelle Greche. Tale terze
timento di moltissimi critici che sempre l’annoverarono tralle di lui tragedie , quanto alle molte espressioni del Reso famigliar
ganti. Lo scioglimento avviene per macchina (come in gran parte delle tragedie antiche) per mezzo della Musa Tersicore madre di
i cadavere sanguinoso sulle braccia. Medea è una delle più terribili tragedie del l’antichità, donde trassero la materia tante
là dove le Supplici di Eschilo parlano delle Danaidi. Pur queste due tragedie hanno tra loro qualche relazione nella condotta.
imento di Euripide si osserva un carattere differente dalle altre sue tragedie . Questa si avvicina allo spettacolo satirico, e a
tragedie. Questa si avvicina allo spettacolo satirico, e alle antiche tragedie che trattavano soltanto di Bacco. Havvi nel l’att
’Alcmena, del Telefo, della Penelope, dell’Archelao, e di molte altre tragedie di Euripide, sono a noi pervenuti appena alquanti
i talvolta a stento bastano per conoscerne il soggetto. Famosa tralle tragedie perdute fu la sua Andromeda per la strana malatti
ηρα e da Pietro Bayle nel Dizionario Critico. L’autore di tante belle tragedie , filosofo sì grande, conoscitore sì savio del cuo
a che i moderni abbiano a disperare di potere in verun tempo produrre tragedie da soffrir delle indicate della Grecia il confron
ni, ma solo ne hanno per lo più escluso il Coro stabile. Le più belle tragedie dell’immortale Giovanni Racine sono l’Ifigenia e
ti greci. Quando il fatto deponesse con pari asseveranza in prò delle tragedie moderne: quando potesse dimostrarsi che pari even
zioni ed Analisi comparative. a. Chi amasse di veder tradotte le due tragedie di Euripide e di Racine con una analisi corrispon
35 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo II. La Poesia Drammatica a imitazione degli antichi rinasce in Italia nel Secolo XIV. » pp. 188-193
dico, e al non mai pienamente lodato Petrarca. Il primo ci lasciò due tragedie latine, fatte a imitazione di quelle di Seneca, u
facio VIII. Batista Parasols Limosino, morto nel 1383, scrisse cinque tragedie contro Giovanna I contessa di Provenza e regina d
e. Questi sono, a dir vero, abbozzi di poesie teatrali, anzi che vere tragedie e commedie, Ma non é nondimeno picciola lode l’av
36 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VI. Teatro inglese, alemano, e spagnuolo del medesimo nostro secolo. » pp. 389-417
di Swift, Pope, Richardson etc., morto nel 1765, ha scritte tre buone tragedie , il Busiri, (tradotto in Francia da M. de la Plac
, avea già arricchito il teatro con Sofonisba, Agamennone, e Alfredo, tragedie ricevute con sommo gradimento; ma la nazione malc
ha data nel 1755 la Suocera ambiziosa, stimata una delle sue migliori tragedie secondo il gusto degl’inglesi246. Giorgio Lillo,
avesse un carattere dolce, e costumi semplici, é autore di due atroci tragedie cittadinesche, l’una intitolata Barnwell 247, o i
ni fatte da lui e da’ suoi partigiani, Gottsched scelse ancora tralle tragedie inglesi la più regolare e vicina al gusto frances
porre ancora Dario, Banisa, il Bello-Spirito, l’Ipocondrico, ed altre tragedie e commedie modellate alla francese251. Parve non
più al gusto e ai costumi degl’inglesi che de’ francesi: nelle nostre tragedie amiamo di vedere e pensare più che non si pensa e
glesi. Minna de Barnhelm, e Miss Sara Sampson sono le di lui migliori tragedie cittadine. Lo Spirito forte in cinque atti, e gli
sce il famoso ministro Klopstock, il quale vi ha pubblicato due buone tragedie applaudite anche fuori della Germania, il Salomon
esche, tanti delitti atroci spiegati con tutta la pompa nelle odierne tragedie cittadinesche inglesi e francesi. Il re di Danima
merita solo di esser ricordata per un esempio della pazzia. Le prime tragedie adunque di questo secolo sono la Virginia pubblic
a posterità. D. Nicolàs de Moratin compose dopo di Montiano due altre tragedie , la Lucrezia uscita nel 1763, e l’Ormesinda rappr
timamente trasportata in versi castigliani e impressa nel 1768. Altre tragedie inedite si trovano in Madrid applaudite da que’ p
a amendue il meglio. Infatti questo carattere osservasi nelle due sue tragedie , Edoardo III, di cui havvi un estratto nel dianzi
37 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO II. Tragedie Italiane del XVI secolo. » pp. 28-131
che recano tanti bei passi pieni di eleganza e vaghezza sparsi nelle tragedie del Rucellai? Uno storico della letteratura unive
nel 1532. Per testimonio degl’intelligenti non cede in eleganza alle tragedie del Trissino e del Rucellai e le vince per gravit
linice; I’ dico l’Alamannia. Il Fontanini la colloca tralle migliori tragedie italiane. L’Edipo, la più pregiata tragedia di So
r la nobiltà e l’eleganza dello stile essa gareggìa colle più celebri tragedie di quel tempo. Si rappresentò nel 1585 con sontuo
e dell’anno stesso. Questo maraviglioso ingegno scrisse anch’egli due tragedie , la Dalìda e l’Adriana; ma esse colle altre di lu
esimi Ecatommiti più argomenti per la scena tragica, e ci lasciò nove tragedie , Orbecche Altile, Didone, Antivalomeni, Cleopatra
’anni sessanta in Venezia nel 1568 vi pubblicò più di una volta varie tragedie tratte da’ Greci e da’ Latini. Nel 1566 se ne fec
ando il mentovato componimento il Soldato e la Daria come due diverse tragedie . Ma il lodato Zeno avverte che la Daria è un pers
che il Soldato e la Daria sono una sola tragedia, e non due. Quattro tragedie pubblicò Antonio Cavallerino modanese nel 1582 e
uove ed eccita il bel piacere delle lagrime. Sono forse moltissime le tragedie più moderne che possono vantarsi di altrettanto?
la lunga via di fermarmi su ciascuna di esse. Ravviva la storia delle tragedie degli ultimi anni del secolo la Semiramide di Muz
e Pietro da Calepio avesse allegato per uno degli ottimi esempi delle tragedie italiane, dopo di avere in alcune di esse ripresa
biltà e grandezza di stile, e per versificazione vince quasi tutte le tragedie del cinquecento. Il Manfredi è stato il meno avid
ella 18.a. egli anima Eugenio Visdomini parmigiano a stampare due sue tragedie l’Amata e l’Edipo. Era colui suo compare; e forse
basi altro parmigiano accademico Innominato dice che pubblichi le sue tragedie la Lucrezia e l’Alidoro. Stimola nella 20a il sig
ebbo a queste notizie aggiugnere che a quel tempo vi furono altre due tragedie di penne non volgari rimaste inedite, l’Edipo pri
Gran Duchi di Toscana, e stampata presso il Martelli nel 1592. Alcune tragedie Cristiane perdute si vuole che scrivesse ancora i
ponio Torelli col titolo di Merope, possiamo chiudere la storia delle tragedie italiane del Cinquecento. Fioriva in Parma verso
ra il Torelli uno de’ principali ornamenti. Egli vi recitò ciuque sue tragedie , la Merope, la Vittoria, il Polidoro, spiegandone
del Tancredi fatta in Parma nel 1597, e poi quella di tutte le cinque tragedie del 1605, cioè tre anni prima della morte dell’au
importanti della favola, è un difetto comune alla maggior parte delle tragedie di quel tempo. Non ne vanno esenti le altre trage
gior parte delle tragedie di quel tempo. Non ne vanno esenti le altre tragedie del Torelli, e nè anche la Vittoria ed il Tancred
ati al di sopra della vita comune. Per tali cose essenziali le greche tragedie che noi leggiamo, si chiamano così, e non già per
ani il calabrese nuovo interprete de’ Greci Tragici) lavorare le loro tragedie all’uso de’ Greci, senza sapere che fossero le gr
e loro tragedie all’uso de’ Greci, senza sapere che fossero le greche tragedie . Un Torquato Tasso! un Giovanni Giorgio Trissino
llo che dice egli stesso? E come non seppero essi che cosa fossero le tragedie greche? Non furono i primi nostri scrittori, spec
le tre unità, e che servì per ciò di modello alla maggior parte delle tragedie francesi che vennero dopo. Si verifica in ogni pa
38 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO I. Teatro Francese Tragico. » pp. 4-111
. Giovanni Campistron nato nel 1656, e morto nel 1723 scrisse diverse tragedie che non cedono per regolarità a quelle di Racine.
ento. La Grange Chancel nato nel 1678, e morto nel 1758 scrisse varie tragedie in istile debole e trascurato, e con viluppo roma
igliore della sua Merope. A simile mollezza universale seminata nelle tragedie francesi volendo rimediare il Longepierre compose
o l’arte ed il bello-spirito, ed il parlar gergone. Nelle quattro sue tragedie i Macabei, Romolo, Edipo, Inès de Castro poco fel
tana dalla generale affettazione di stile da’ Francesi adottata nelle tragedie . Le passioni son dipinte con vivacità; ma l’azion
Romolo si risente più che nella precedente del difetto generale delle tragedie francesi, cioè vi si scorge maggior copia delle s
Motte volle produrre un Edipo a, per avventura non contento di quelle tragedie che su di questo personaggio scrissero Corneille
combattesse con Diomede o Ajace? La più applaudita delle quattro sue tragedie fu senza dubbio l’Inès de Castro mai sempre bene
to l’Elettra e la Semiramide si reputarono dal medesimo re di Prussia tragedie de toute beautè al pari del Radamisto. A noi, olt
ll’Elettra abbiamo detto, non sembra la Semiramide una delle migliori tragedie del Crebillon. Belo in essa è un traditore senza
guere per l’umanità, pel patetico, per la libertà che regna nelle sue tragedie . Quel tetro e forte che hanno saputo dare alle t
vendendogli per nostri quando ci sembrino giusti. Il Maometto tralle tragedie è quello che fu tralle commedie il Tartuffo, cioè
cì a farne un’ opera eccellente da tenere forse il primato tralle sue tragedie , colla copia delle idee nuove ed ardite, colla po
grado della prosperità di uno scellerato. L’Alzira una delle migliori tragedie del Voltaire composta e rappresentata dopo del Ma
temira disapprovata dal medesimo autore, Adelaide, ed il Duca di Foix tragedie mediocri di fatti nazionali; e Tancredi intrigo c
a. Tutte le altre costituiscono a’ nostri sguardi una terza classe di tragedie meno perfette e vigorose, sebbene vi si veggano v
osto due pagine sole che ce ne additassero le bellezze.» Poche altre tragedie di questo secolo sono da riporsi tralle bene acco
Vedova del Malabar, Guglielmo Tell, Artaserse, Ipermestra e Barnevel, tragedie non meno dure e secche di quello che fu la Pucell
po i due suoi saggi tragici Astarbe e Calisto, fu preceduto dalle sue tragedie . Savigny compose la Morte di Socrate che è piutto
di quell’Ateniese che una tragedia. Scrisse anche Irza superiore alle tragedie di Colardeau; ma se ne riprende la versificazione
l teatro! È questo il bell’esempio da proporsi a’ nazionali per tirar tragedie dalla storia patria? Non fu Avogadro un traditore
concerne le rang et les titres . È pur questo un bel modo di comporre tragedie nazionali sulla storia, valersi di un nome illust
ipe del real sangue di Franciab. È inoltre precetto di poetica nelle tragedie nazionali il dir grosse villanie all’imperadore M
rie, le note e le prefazioni del Belloy, e conchiudiamo che delle sue tragedie l’Assedio di Calais, Gastone e Bajardo, Zemira, D
gouvèe, Mazoyer e qualche altro. Il cittadino Chenier autore di varie tragedie , si è distinto negli ultimi anni del secolo XVIII
ittorio Alfieri. Il sig. Arnault per quanto a me è noto, pubblicò tre tragedie negli ultimi due lustri del secolo XVIII recitate
oposto da un uomo decantato per eroe, per virtuoso annunzia una delle tragedie di Hardy. Bianca trema alla proposta scelta di mo
39 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « [Errata] »
trattato 173 16 De la Fevillade De la Feuillade 193 9 tragedia tragedie 194 12 alcuno alcuni 223 8 Molierè Moliere
40 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo V. Teatro Francese nel medesimo Secolo XVIII. » pp. 355-388
armente per gli sentimenti di umanità, di cui sono piene tutte le sue tragedie , e per la nobiltà ed eleganza con cui gli porge,
omo già di ottant’anni. La Semiramide non parmi la migliore delle sue tragedie . Belo non é un traditor senza discolpa che si ann
azione, e dagl’intrighi troppo romanzeschi della maggior parte delle tragedie francesi. Con sufficiente proprietà ha ritratti i
ersi e con tanta energia ed eleganza espressi. Apparisce nelle di lui tragedie pieno di tutto il lume quel contrasto di debolezz
e t’admire, en se vengeant de toi. Non regolandosi il giudizio delle tragedie di Voltaire pel loro evento prospero o sinistro a
tti essi deludono le speranze concepute ne’ primi ec. ec. Poche altre tragedie di questo secolo son da porsi tra le bene accolte
il fatta, hanno veduto spirare sotto gli occhi loro stessi le proprie tragedie . Benché manchino a M. Belloy certe qualità che an
sempre molti leggitori a cagione dell’interesse che anima queste due tragedie , e de’ costumi nazionali che rappresentano. Il Gu
tanti applausi su vari teatri, e passerà alla posterità tralle buone tragedie francesi. Il Maometto II di M. La-Noue, l’Ifigeni
ne di M. de Chateaubrun, e Venezia Salvata di M. de la Place, son pur tragedie meritevoli d’esser separate dalla folla delle med
buona commediola si é prodotta ancora in mezzo all’inondazione delle tragedie bourgeoises e delle commedie larmoyantes, come Le
da que’ drammi romanzeschi, così poco degni di stima sotto il nome di tragedie cittadinesche, e di commedie piangolose, pel cui
guasto e cancrenato tutte le parti della letteratura. Nelle migliori tragedie del signor di Voltaire trovasi qualche declamazio
he, le quali, al dire del signor di Voltaire, sono piuttosto saggi di tragedie domestiche o cittadinesche, che la naturale e pia
o l’impotenza, in cui sono gli autori, di creare vere commedie e vere tragedie , ma il loro gusto eteroclito e depravato. «Thali
41 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO III. Teatro Inglese. » pp. 143-156
ola, e lo trasportò al teatro colla protezione di Shakespear. Scrisse tragedie e commedie; e tra le prime si tennero in gran pre
a segno che si ebbe pel più eccellente comico dell’Inghilterra. Nelle tragedie nè osservò le regole del verisimile nè si guardò
twai morto nel 1685 d’anni trentaquattro. Passano per le migliori sue tragedie Venezia salvata e l’Orfana. Nella prima però i ca
della drammatica, e niuno la neglesse più di lui. Scrisse commedie e tragedie ed anche una specie di opera intitolata la Caduta
42 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO VI. Teatro Inglese. » pp. 291-300
la, e lo trasportò al teatro colla protezione del Shakespear. Scrisse tragedie e commedie; e tralle prime si tennero in gran pre
a segno che si ebbe pel più eccellente comico dell’Inghilterra. Nelle tragedie nè osservò le regole del verisimile nè si si guar
Tommaso Otwai morto nel 1685 di anni 34. Passano per le migliori sue tragedie Venezia salvata e l’Orfana. Nella prima però i ca
della drammatica, e niuno la trascurò più di lui. Scrisse commedie e tragedie ed anche una specie di opera intitolata la Caduta
43 (1715) Della tragedia antica e moderna
Tra il 1709 e il 1710 escono infatti il Teatro (che comprende cinque tragedie premesse dal trattato Del verso tragico), Comenta
el volo e la Poetica in terzine. Timoroso dell’accoglienza che le sue tragedie in martelliani avrebbero avuto, Martello meditò a
prosa il gran studio che mi costano queste apparenti negligenze delle tragedie . Io vi credo assai saggio per capire come debba p
iosa testimonianza di Eustachio Manfredi, che mostra di apprezzare le tragedie di Martello e in particolare l’Ifigenia in Tauri,
imitazione classicista lasciano intendere che tra i detrattori delle tragedie di Martello ci fosse anche Domenico Lazzarini, ch
re una specifica curiosità: «Saprei volentieri in qual metro sieno le tragedie di Gravina. Io vorrei vedere cotesti greci metter
ntusiasmi di Manfredi: «Mi avete fatto passar la voglia di leggere le tragedie del Gravina colla descrizione che me ne fate. Io
di Manfredi: «Mi giunse nuova che vi sia chi scriva contro le vostre tragedie , le quali, per quanto sieno censurate, si difendo
mista Martello partì da Roma nel marzo del 171319, portando con sé le tragedie già composte e qualcosa di più che il vago proget
rancese’ (così viene indicato in TrAM, III.[90]), secondo la quale le tragedie amorose si erano rese necessarie per compiacere i
vous ont imposè. Voilà le principal fondement de vostre Amour dans la tragedie , qui est tombè. Aprenez donc, Monsieur, a ne vous
Della tragedia: L’abbè Gravina sortirà d’abord avec un traitè sur la tragedie , e peut estre il me peignera fort bien, mais il s
delle Omeriche quistioni sei libri, due dell’Arte poetica, uno delle tragedie , uno della Locuzion de’ poeti e tre de’ Poeti med
pose — l’hanno i tuoi Sermoni, il tuo poema, i tuoi dialoghi e le tue tragedie ottenuto. [1.35ED] Ed eccoti già nella curiosità
a e da’ moderni e da me, e in ciò non vi è discrepanza fra le antiche tragedie e le nostre. [1.37ED] Intendo voler ragionare di
abbiam proposto) della tragedia. [1.57ED] Ma, padre mio, io so che le tragedie franzesi piacciono più delle vostre e la ragione
D] Ecco la massima con cui si debbono leggere ed osservare le antiche tragedie ed ecco quanto io posso dire di quelli che leggon
tro tu non t’inganni nel credere che io abbia veduto rappresentare le tragedie de’ nostri autori e de’ vostri, siccome ancora ho
— Quella — ei seguiva — in cui leggevasi il Papiniano, una di quelle tragedie moderne in cui s’affetta l’antichità. [1.96ED] Co
n mio lavoro di più di vent’anni venirmene un altro addosso di cinque tragedie corteggiate, non dirò dagli applausi de’ tuoi sco
o, della quale appena un’ombra, dic’egli, apparisce in tutte le altre tragedie o estere o italiane, tanto più che questo ristora
ha pagato per ascoltarle. [1.108ED] A questo cimento si attendono le tragedie de’ pochi mesi. — [1.109ED] — Questo popolo, sign
nte siam penetrati nella materia, né tu vuoi dare la decisione fra le tragedie de’ pochi mesi e le altrui, attendiam l’opinione
tra cosa sbaglia, al creder mio, giudicando che la condotta di quelle tragedie sia troppo etica e liscia, senza veruno intreccia
uali è nauseata la Lombardia dopo che ha gustato sui propri teatri le tragedie franzesi di una condotta facile, piana e naturale
’avervi esso dipinto in colori italiani un’immagine così giusta delle tragedie de’ nostri greci antenati, ma siete ben poco tenu
ortuna di quella del padre Scamacca siciliano che con più di quaranta tragedie di questo peso ed idea stava sepolto senza nome n
ivati, ancorché nobili cittadini; ma non l’ha né può mai averlo nelle tragedie , il cui viluppo dee esser semplice e naturale, ac
universalmente creduta inverisimile ne’ gran signori, si sfugge nelle tragedie . [1.132ED] Lodiamo dunque il genio spagnuolo negl
aggior semplicità e a questa ragione aggiungon l’esempio delle greche tragedie e ancora delle franzesi. [2.5ED] Io nondimeno sem
a Poetica, io frequentava il teatro ed, osservate attentamente quelle tragedie che riportavano maggior applauso dal popolo, cono
li, e se hai tu in mente le Trachinie, per parlar di una delle nostre tragedie che or mi sovviene, avrai osservato che Deianira,
ED] Ma se ottenessi il fine prescrittomi o non occorrerebbe più espor tragedie o quante se n’esponessero sarebbero tutte una sol
questo inverisimile ad inverisimili maggiori assai che accadono nelle tragedie di alcuni de’ nostri Greci, per voler rappresenta
amacca in un suo discorso stampato in fronte di uno de’ volumi di sue tragedie italiane; e per ciò molti Franzesi appunto fanno
tempo del mio gran re53 presedeva io alle rappresentazioni di alcune tragedie greche con mutazioni di scena non paragonabili ce
d’aver in grazia di essa ammesse mille sconvenevolezze nelle proprie tragedie , spende tre ore di un suo discorso a provare, che
.14ED] Pochi e per lo più brevi se ne leggono nelle loro più rinomate tragedie , ma nelle nostre e (se a me lice parlar di quello
é parlante, ma brevemente, essendovi di ciò esempli nelle loro famose tragedie ; e son’io d’accordo con essi che, quando si doves
tar tragici che sono i vostri esemplari. [3.30ED] E però nelle vostre tragedie ritrovando io soliloqui, già per questo conto com
da sé soli. [3.36ED] Ben è vero che l’empiere di questi soliloqui le tragedie è poi vizioso, viziosissimo il farli senza import
ualche genio che ho per te non mi accieca, per quanto ho letto le tue tragedie , non hai da pentirti né de’ tuoi soliloqui né di
bastanza, passerò a nuova interrogazione. [3.38ED] Tu vedi le nostre tragedie tutte ripiene di affetti amorosi, ove le vostre n
stri argomenti se ne conoscono i fonti, in guisa che noi, imitando le tragedie sì di Sofocle che di Euripide v’introduciamo agev
to e si son serviti di essa per muoverlo con tal forza che nelle loro tragedie piangono gli attori, che pur sanno di fingere; pi
a onestà ne potesse esser contenta, ce ne siamo nelle epopeie e nelle tragedie a tutto potere guardati. [3.49ED] Né ci ha punto
o inclinato alla libidine, non si è voluto per noi rappresentar nelle tragedie che aspettano il ‘viva’ dal popolo, incapace d’ap
osto per lo più tratta l’amore alla greca) e i moderni franzesi nelle tragedie hanno un linguaggio d’amore che in nulla si scost
dre, altrimente tutto soverchia e rovina, e la principal figura delle tragedie sarà occupata da questa indegna passione. [3.70ED
egarsi che aride come (perdona al vero) le vostre sarebbero le nostre tragedie senza che questa bella passione le rinverdisse. —
lche studio impiegato perché l’amore non mi guadagni la briglia nelle tragedie ; ma egli è però vero che di quest’affetto ho avut
do in difesa degli amori, sì abbondevolmente introdotti nelle moderne tragedie , e questo è un sentimento di qualche erudito fran
che, in udire opporsi da me questi soverchi infocamenti amorosi alle tragedie della sua patria, rispose cosa che mi arrestò e c
] Questo ho io fondato sull’idea la più generale delle nostre antiche tragedie , che è di esporre sul palco prìncipi sventuratame
del rendere odiosa la monarchia. [3.125ED] Converrà perciò che dalle tragedie si cavi qualche profitto morale che riguardi la b
do l’opinion di coloro che pensano tutto essersi cantato nelle greche tragedie , viene considerata come un’idea dell’antica trage
io scrissi M.r de la Motte. [4.22ED] Capistron poi è a te noto per le tragedie , come lo è Crebillon. [4.23ED] Ivi discorreremo u
erso tragico; né già mi pento dell’avere in simil guisa rimate le mie tragedie , con tutto che questa nuova sorta di verso italia
ssan di borbottarne; e perché pur vorrebbero, mordendo il verso delle tragedie , sopprimerne la lettura, certi di loro che han fa
o, perché finalmente son anche in tempo di cedere alla corrente nelle tragedie ch’io sto tessendo, nulla essendomi per avventura
formità di verso, non mantenuta né da’ Greci né da’ Latini nelle loro tragedie . [4.85ED] Ben è però vero che il mio verso non è
ri d’Europa? [4.152ED] Non hai dunque a pentirti del tuo rimare nelle tragedie e dovrebbonsi dagl’Italiani imitare i nostri Grec
allo stato di perfezione la lingua vostra, ora che sono uscite le sue tragedie senza rime e l’egloghe sue senza limite e la sua
ò applaudere al sentimento di Saint Evremond: «I Greci facevano belle tragedie , ove qualche cosa cantavano; i Franzesi ne fanno
rusca. [5.88ED] Costui dunque, voglia o non voglia, comporrà cattive tragedie per musica; ma pur tragedie saranno, perché altri
ue, voglia o non voglia, comporrà cattive tragedie per musica; ma pur tragedie saranno, perché altrimenti non servirebbe alla po
credo che Omero avrebbe poco più penato a metter insieme quarantotto tragedie di quello che abbia faticato a legar due azioni i
sol dramma, e però come prudente economo li tiene in serbo per altre tragedie ; e ne va sempre formando, fin che ritrova caratte
, Omero, Sofocle, Euripide, ma Cornelio, Racine siano morti con molte tragedie in corpo che per difetto di vita non han partorit
ED] Quindi anche avviene che pochissime fra tante di queste mostruose tragedie , si possan leggere con diletto disgiunte che sian
r v’ha cosa che o possa o debba spiacermi. [6.25ED] Essi dunque nelle tragedie hanno una certa che chiaman declamazione, mercé d
inare che tale per avventura poco diverso fusse il canto delle greche tragedie , nella qual opinione ho sentito convenire il nost
i nell’esprimerle vivamente, e questo è quello che si ascoltava nelle tragedie . [6.31ED] Del nostro canto voi non avete un’esatt
ad intendere la cantilena, qualunque ella fusse, delle nostre vecchie tragedie . [6.35ED] Già queste si tessevano in versi, prima
ato ne’ cori che si leggono o nelle pastorali o nelle loro principali tragedie rappresentate, non han potuto mai aver grazia che
non ha gran passione per questi cori; e noi potremmo, parlando delle tragedie , e di cotest’opere in musica, ripetere quello che
o che Saint Evremond lasciò scritto, cioè che «i Greci facevano belle tragedie ove qualche cosa cantavano; gl’Italiani e Franzes
nto s’ingannin coloro che credono essersi per noi tutto cantato nelle tragedie , quando nella maggior parte de’ tragici recitamen
he di sillabe brevi abbondate, recederete dal mal costume del recitar tragedie in prosa (parlo delle tragedi originali, perché l
reci e che tu non crederesti sì inferiori a’ nostri, se, come vedi le tragedie del secolo di Nerone avessi vedute quelle degli a
a professione, ma recitando insieme co’ suoi compagni regolate e sode tragedie , le rappresenta con vivacità e con fermezza conve
vestire ideale è quello che voi altri chiamate eroico, e che sì nelle tragedie che ne’ vostri drammi per musica usate, e che i F
ria l’avete copiosa, perché avete più fatti di noi da lavorarvi sopra tragedie , e molte ancor delle buone ne son lavorate, essen
nore, e lo vedrai nella raccolta che ei sta facendo di alcune antiche tragedie , parte delle quali egli ha già fatte felicemente
93ED] certa… derisori: il successivo cenno alla lettura di una delle tragedie di Gravina, il Papiniano (I.[95]), consente di id
etta intorno al giureconsulto calabrese, in cui venivano lette le sue tragedie (cfr. Gravina, Della divisione d’Arcadia, in Id.,
pubblico prevenuta in favore dell’autore’. [commento_1.99ED] cinque tragedie : quelle di Gravina: Palamede, Andromeda, Appio Cl
tini, autore, con lo pseudonimo di Martino Lafarina, di dieci tomi di tragedie sacre stampate a Palermo tra il 1632 e il 1648, a
.64ED] padre… italiane: O. Scamacca [pseud. Maritno Lafarina], Delle tragedie sacre e morali col discorso della tragedia, II, P
[commento_3.81ED]-[3.85ED]: Procolo… Rachele: si tratta delle cinque tragedie scritte da M. ed edite nel 1709 nel Teatro, Roma,
on l’esperienza degli attori. duri… Ebrei: Exod., XXXII, 9. cedere… tragedie : adeguarmi alla maggioranza. srimarle: ‘eliminar
, ivi, let. 22. Dove ‘secco’ è termine tecnico: cfr. TrAM, I.[62]. Le tragedie di Gravina circolarono ben prima della loro stamp
S. Maffei a Muratori (23.VIII.1710), in cui oltre a precisare che le tragedie furono composte a sua richiesta, aggiunge: «Così
aliani, non si può molto da me approvare, vado cercando se le antiche tragedie si cantassero alla guisa de’ sopradetti drammi» (
che furono proprio Landi e Conti a far conoscere ai ‘Francesi’ le sue tragedie , di cui, evidentemente, non poteva farsi mediator
Lettere a L. A. Muratori, p. 59, lett. LI, 22.X.1713: «Sono uscite le tragedie stampate in Napoli dall’abate Gravina, ma non cre
duellando, e l’armi, / l’armi mie stesse in me ritorse, e tanto / mie tragedie incalzò, che le sospinse / poco men che nel fiume
44 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « NOTE E OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 316-325
ce Callistene presso Luciano, e Plutarco nel Simposio, scrivea le sue tragedie tra’ bicchieri, quando era già caldo di vino. Anz
quenza Demostene e Cicerone, col molto esercitarsi nello studio delle tragedie di Euripide, mirabili progressi fecero nell’arte
condo Gian-Vincenzo Gravina nel lib. I della Ragion Poetica chiama le tragedie di Euripide vera scuola di eloquenza. Plutarco pe
di quello che ai Poeti Tragici facesse per la recitazione delle loro tragedie bisogno. E particolarmente teneva cura d’aver per
ed a quei Poeti, che ad esso paresse che ne susser degni, ed a quelle tragedie che ad esso pareva che lo meritassero, lo concede
45 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 163-168
utto alla scena, ove in breve conseguì, collo studio in ispecie delle tragedie di Alfieri, fama di attore insuperato e insuperab
Morrocchesi che rivelò a'pubblici d’Italia le riposte bellezze delle tragedie alfieriane. I successi dell’ Oreste e della Virgi
tutto particolari. Quest’attore si applicò quasi esclusivamente alle tragedie del grande Alfieri, e fu dei primi che le fece as
46 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
apprezzare dai vari pubblici sì nelle commedie e nei drammi, sì nelle tragedie . Morirono entrambi a Roma, egli nel 1830, ed ella
47 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »
ella cui Compagnia era primo amoroso Luigi Domeniconi, e madre per le tragedie nel ’14 con suo marito in Compagnia di Elisabetta
48 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 867
nia, poichè recitava assai bene nelle commedie, ed ancor meglio nelle tragedie . Egli si occupò molto di lei, e le prese un parti
49 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 60
parti di brighella nelle commedie all’improvviso, e di tiranno nelle tragedie e ne' drammi scritti. In tali ruoli lo vediamo a'
50 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »
ent’ anni le imprese teatrali. Fu la prima a recitar le prime quattro tragedie dall’Alfieri pubblicate : Filippo, Polinice, Anti
51 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 612
prima donna, che nel Teatro delle Vigne si distingue nelle commedie e tragedie mirabilmente il carnovale 1781. Vaga donna io ved
52 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 613
ddietro la più fresca gioventù, si mostrò nelle parti sostenute delle tragedie un attore applauditissimo ; e Verona, Bologna, Pa
53 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO IV. Memorie drammatiche d’oltramonti nel medesimo secolo XIV. » pp. 140-147
simo secolo XIV. Mentre l’Italia già aveva Ezzelino e l’Achilleide tragedie , e la Filologia ed il Paolo commedie; al di là de
sta Parasols Limosino morto nel 1383 compose cinque dialoghi chiamati tragedie contro Giovanna I contessa di Provenza e regina d
54 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO III. Memorie drammatiche d’oltramonti nel medesimo secolo XIV. » pp. 41-46
imo secolo XIV. Mentre l’Italia già avea l’Ezzelino e l’Achilleide tragedie , e la Filologia, e ’l Paolo commedie, al di là de
sta Parasols Limosino morto nel 1383 compose cinque dialoghi chiamate tragedie contro Giovanna I contessa di Provenza e regina d
55 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 121
ltura e l’ ingegno non ordinari in un comico (è stato autore di molte tragedie applaudite, tra le quali, applauditissima, la Dir
56 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO IV. Spettacoli scenici della Russia. » pp. 257-261
inta come il primo tragico Moscovita. Egli ha composte dieci o dodici tragedie tratte dalle storie nazionali recitate in Pietrob
nazionali sul di lui esempio hanno parimente contribuito a fornire di tragedie Russe le native contrade. L’uffiziale Macikow ha
57 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO IV » pp. 55-66
po, Ambivione &c. avessero sulla scena latina prodotte commedie e tragedie eccellenti, superando nelle prime Cecilio, Lucili
se n’eccettui il solo La Nue che compose il Maometto II) ha composte tragedie stimabili? quale che possa porsi in confronto de’
tori Shakespear e Otwai che si distinsero pur come attori; ma le loro tragedie e commedie piene di bellezze ugualmente che di mo
58 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo I. Ritorno delle Rappresentazioni Teatrali dopo nate le Lingue moderne. » pp. 181-187
ane, veruna cosa che veramente si appartenga al teatro. Si favella di tragedie e commedie composte da Anselmo Faidits nella poco
ecolo tredicesimo, essendo morto nel 1120. E non ostante il titolo di tragedie e commedie, esse altro non erano che meri monolog
Bumaldi pretese, che Fabrizio da Bologna nel 1250 componesse volgari tragedie . Ma questo fatto é confutato dal Quadrio nella St
59 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO III. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 125-139
Europa la drammatica giusta la forma degli antichi. Egli compose due tragedie latine, cioè l’Achilleis detta così da Achille ch
adunque del Mussato ebbe l’Italia sin da’ primi lustri del XIV secolo tragedie fatte ad imitazione degli antichi. Reca diletto i
lib. III c. 3. b. Muratori Antiq. Medii Ævi tom. II. a. Che fossero tragedie non ne ha mai dubitato nè dubiterà uom sano avvez
60 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO II. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 32-40
Europa la drammatica giusta la forma degli antichi. Egli compose due tragedie latine, cioè l’Achilleis detta così da Achille ch
adunque del Mussato ebbe l’Italia sin da’ primi lustri del XIV secolo tragedie fatte ad imitazione degli antichi. Reca diletto i
, lib. III, c. 3. 30. Murat. Antiq. med. ævi t. II. 31. Che fossero tragedie , non ne ha mai dubitato, nè dubiterà uom sano ed
61 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 245-250
ei suoi scrittori, riconosco intieramente da voi la fortuna delle mie tragedie , ed è impossibile far meglio la parte di Teresa.
Santoni, che non ebbe un applauso nel Foscarini, incapace di recitar tragedie e commedie, e le scaglia contro la più volgare de
el suo debutto. L'Impresa per sostenerla le fece rappresentare alcune tragedie da lei scelte, come la Rosmunda, la Medea ; ma il
62 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 361
i comiche, quanto nelle drammatiche ; e le commedie del Goldoni, e le tragedie del Ringhieri ebbero in lei una interprete valoro
63 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 807
pagnia, che aveva la maggior larghezza di repertorio, dacchè recitava tragedie e drammi lacrimosi e commedie goldoniane e farse
64 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 
ri, ed ampie ciglia egualmente nere. Nelle due Clitennestre delle due tragedie del grand’Astigiano, Agamennone, ed Oreste, nella
65 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO V. Produzioni comiche di Commediani di mestiere nel secolo XVI. » pp. 256-264
Esopo, Ambivione ecc. avessero sulla scena latina prodotte commedie e tragedie eccellenti, superando nelle prime Cecilio, Lucili
se n’accettui il solo La-Nue che compose il Maometto II) ha composte tragedie passabili, non che pregevoli? Quale che meriti di
66 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO III. Spettacoli scenici della Russia. » pp. 38-46
nta come il primo tragico della Moscovia. Egli compose dieci o dodici tragedie tratte dalle storie nazionali recitate in Pietrob
nazionali sul di lui esempio hanno parimente contribuito a fornire di tragedie russe le native contrade. L’uffiziale militare Ma
67 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO PRIMO. Antichità Etrusche fondamento delle Romane. » pp. 2-8
ghi satirici Fescennini. E per le cose sceniche troviamo mentovate le tragedie e la ludicra degli Etruschi, e ci si dice che le
lte lingue volgari Europee. Volunnio, secondo Varrone, scrisse alcune tragedie in lingua Etrusca. Che sieno però esse state comp
68 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo III. Progressi Teatrali in Francia tardi, ma grandi nel medesimo Secolo XVII. » pp. 291-315
même front qu’il donnait des États! Rodoguna, Ottone, e Attila, son tragedie degne ancora del gran Corneille. Teodora, Eraclio
giovane poeta, donde cominciò un genere tragico quasi novello. Nelle tragedie di Corneille grandeggia la virtù, e l’eroismo vi
ien ce mot cruel est affreux quand on aime? Ciò sarebbe bastato alle tragedie di Racine per aver ogni felice successo, spezialm
inguere i poeti grandi da tutto il resto191. Tralle di lui vaghissime tragedie senza dubbio più giudiziosamente combinate, megli
nto d’Ippolito e Aricia. Bandiremo adunque (dirà taluno) l’amor dalle tragedie ? Degrada dunque tal passione il teatro tragico fr
nza di Racine. Duché, aiutante di camera di Luigi XIV, compose alcune tragedie sacre pel teatro della sala di madama de Mainteno
erile galimathias di fiamme e di catene, che domina in quasi tutte le tragedie francesi, al tragico, al vivace, al brillante, al
o giudizio portato da uno scrittore inglese sulla maggior parte delle tragedie di Pietro Corneille. 189. «Corneille a bien fai
69 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « LIBRO VIII. Teatri settentrionali del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 232-294
e cadde nell’eccesso contrario di un Encidopedista, che nell’articolo tragedie la chiamò le chef d’oeuvre pour la regularitè, l
’amor della patria, della virtù e della libertà regna parimente nelle tragedie di Niccolò Rowe encomiatore e scrittore della vit
rgio Villiers duca di Buckingam fautore de’ poeti Inglesi compose due tragedie , il Cesare, ed il Bruto regolari e non imbrattate
, ed autore delle Notti lugubre poesia sepolcrale, scrisse ancora tre tragedie , il Busiri tradotta in Francia da m. la Place, e
poema delle Quattro stagioni, non acquistò minori applausi colle sue tragedie , nelle quali si allontanò ugualmente dal sentiero
te dal sentiero calcato da Shakespear, e dal gusto di Adisson. Le sue tragedie Sofonisba, Agamennone, Alfredo, Coriolano furono
Home forse tuttavia vivente che altri chiamò Hume, compose due buone tragedie , l’Agis e Douglas, le quali da’ suoi compatriotti
terazioni, Cibber, Hoadley, Farquar, e qualche altro, composero varie tragedie che si trovano nella collezione de’ quaranta dram
Inglese. Negli ultimi fogli periodici del secolo XVIII si lodano due tragedie pubblicate in Londra nel 1788, cioè la Sorte di S
l porgi, lascia che me ’l divori. Dell’Irlandese Preston si hanno due tragedie , la Rosmunda e Messene libera. Trovasi la Rosmund
la sua probità, un verseggiatore tutto il suo danaro. Queste sono le tragedie , le commedie, e le farse del secolo XVIII, nelle
70 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1014-1015
, fu attore di molto grido, specialmente per la forza con cui gridava tragedie e drammi da arena. Ma egli volgea le chiavi del c
71 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1047
898). E se nella commedia assurse a grandezze toccate da poche, nelle tragedie non fu spregevole. Recitò con pari ardore e con p
72 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO V. Primi passi del dramma musicale. » pp. 295-309
entazioni. Quindi s’introdusse nelle profane, cantandosi i cori delle tragedie e delle pastorali, ed anche i tramezzi delle comm
e della poesia che osservò in tante feste e cantate e ne’ cori delle tragedie e delle pastorali, volle il primo sperimentare l’
. Come risponderemo loro per renderli meglio istruiti? Che le antiche tragedie e commedie altro non erano che una specie di oper
, il eût dit peut-être: les anciens n’avoient qu’un opera, donc notre tragedie n’est pas bonne. Meilleur logicien il n’eût fait
73 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 21-36
elle lettere, ed oltre alle aringhe d’Isocrate, tradusse in latino le tragedie di Sofocle16. Non ebbe però questa gran regina mo
amico di Sidney favorito della regina Elisabetta. Grevil compose due tragedie Alaham e Mustapha, nelle quali introdusse il coro
on ha presso gl’ Inglesi altro titolo che quel di divino. Pure le sue tragedie sono altrettanti mostri. Quanto può immaginarsi d
che comparano Racine e Shakespear, perchè il primo (ei dice) ha fatte tragedie , e l’altro soltanto composizioni drammatiche. Dun
74 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO II. Tragedia Cittadina, e Commedia Lagrimante. » pp. 112-127
età. I Francesi in questi ultimi tempi hanno avuto varii scrittori di tragedie cittadine ora più ora meno ingegnose e composte p
gino nato nel maggio del 1706 morto nel novembre del 1781, oltre alle tragedie riferite tradusse quasi tutto dall’inglese il Bev
uello di Tompson alunno di Adisson, dee collocarsi nella classe delle tragedie cittadine per la mescolanza del patetico e del fa
75 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VII. Teatro Latino. » pp. 109-171
adiatori, e gli spettacoli teatrali. Gli antichi fanno menzione delle tragedie e della ludica degli etruschi, e ci dicono che le
si é perpetuato in Europa. Volunnio, secondo Varrone, scrisse alcune tragedie in lingua etrusca. Che poi sieno state composte a
e alla poesia satirica la rappresentativa, e, secondo Donato, compose tragedie , e commedie. La nobiltà dello spettacolo il rese
supera in modestia75. Essendo già vecchio Pacuvio76 scrisse le varie tragedie Lucio Accio che passò per un tragico assai sublim
tore arguto e pieno di sale attico senza saper il greco, riuscì nelle tragedie poco grave a cagione delle arguzie a lui famiglia
o, che sotto Scipione Africano militò nella guerra Numantina, scrisse tragedie , secondo che asserisce a Francesco Patrizio nella
o; in Plinio secondo, delle favole togate di Virgilio Romano, e delle tragedie di Pomponio secondo del quale favella ancora Quin
poco sotto i primi imperadori, non sono passate a noi se non le dieci tragedie attribuite a Seneca, le quali fuor di dubbio appa
pensiero, «Priamus flamma indiget, ardente Troia». Tutti i cori delle tragedie latine, ancorché ben verseggiati, cedono di gran
e, accoppiato ai lamenti di Ecuba, rassomiglia ad alcuni delle greche tragedie , e dovette riuscir molto comodo alla musica per g
ile, sia per condotta d’azione dimostra esser diverso da quello delle tragedie precedenti. Sofocle ha sumministrata la materia d
trovasi pur anco ne’ frammenti d’Euripide) é una delle più terribili tragedie per l’atrocità dell’azione. L’autor latino che d’
baide latina che ci é pervenuta mutilata. Essa cede di molto alle due tragedie greche per locuzione e per condotta. Nel lunghiss
azioni tragiche, dalla sublime terribile Medea! Il teatro latino ebbe tragedie , favole italiche, commedie, mimi, e pantomimi. Le
atino ebbe tragedie, favole italiche, commedie, mimi, e pantomimi. Le tragedie erano o palliate, che imitavano i costumi de’ gre
76 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE II — LIBRO X ed ultimo » pp. 161-344
LIBRO X ed ultimo ADDIZIONE I* Traduzioni di alcune tragedie Francesi. L’Edizione Pepoliana della Bibliote
ette tomi compiuta ha presentato all’Italia varie buone traduzioni di tragedie francesi. Il dottor Mattia Butturini ha tradotta
esimo tragico. ADDIZIONE II* Nuovo teatro tragico del co: Pepoli: tragedie inedite dell’ab. Bordoni: altre di regnicoli e di
l’ab. Bordoni: altre di regnicoli e di altri. Dopo le surriferite tragedie l’autore ha voluto presentare all’Italia un nuovo
ione de’ giudizj profferiti o di un totale disprezzo delle precedenti tragedie del conte, nelle quali scorgonsi certamente varj
na mia lettera preliminare su di essa e sulle altre antiche e moderne tragedie intorno ad Agamennone, pervenute a mia notizia. N
ltimi due buoni scrittori de’ quali rimane a dire, mentoveremo alcune tragedie latine di questo secolo, indi altre italiane rima
utori hanno voluto imprimere. Di fatti non si vogliono dimenticare le tragedie latine composte nel presente secolo per lo più da
ucchesini di Lucca Maurizio Imperadore e Artavasdo oltre di altre due tragedie italiane. Sei ne produsse in Roma il dotto Carpan
barone Francesco Bernardino Cicala. Egli tiene sotto la lima quattro tragedie , la Zelide, l’Ermione, l’Erode, e l’Eretteo; per
ella Coltura delle Sicilie nel Regno di Ferdinando IV. Sopra tutte le tragedie inedite che io conosco, è desiderabile che vengan
riveder dopo tanti anni l’antico amico quello di udirgli leggere tali tragedie , e di ottenerne copia. Il pubblico italiano mi sa
nell’imprimere il sesto volume di questa istoria di parlare delle tre tragedie stampate di un regnicolo di Brienza, sapendo che
mmirar poscia tutto ad un tratto e le sue teorie drammatiche e le sue tragedie , e di confrontare quanto in lui stesso si accorda
ora di non defraudare i nostri leggitori delle notizie delle tre sue tragedie , e sebbene ne tesseremo analisi non saranno quell
un requisito essenziale, ne seguirebbe, che per noi moderni non sieno tragedie quelle che ci rimangono del teatro greco, non pot
altre nazioni settentrionali. Con simil norma non riconosceremmo per tragedie le moderne che vertono su’ fatti orientali o amer
te, la Semiramide, l’Orfano della Cina &c. passar non debbono per tragedie fra noi, giacchè non sono nazionali pe’ nostri pa
fra noi, giacchè non sono nazionali pe’ nostri paesi. Non saranno poi tragedie pe’ Francesi, Inglesi, Spagnuoli, e Alemanni quel
di Ugolino, di Giovanna I, del Piccinino &c. Non saranno per noi tragedie la Zaira, il Tancredi &c., Carlo I d’Inghilte
e azioni. Lascio poi la memoria e qualche titolo restatoci di antiche tragedie , che indicano azioni straniere, come i Persi e gl
ro favole che amori freddi ed episodici; e che lo stile delle antiche tragedie italiane, cioè di quelle del XVI secolo, manchi d
ipinture fattizie*. Il sig. ab. Vincenzo Monti ha finora composte due tragedie &c.*. Dieci se ne pubblicarono dall’impressor
ll’impressore Graziosi &c.**. ADDIZIONE III*** Le nove ultime tragedie dell’Alfieri. L’elevarsi sopra la turba de’ v
Egli nell’edizione di Parigi del 1788 non solo ha riprodotte le dieci tragedie surriferite con opportune rettificazioni circa lo
particolar lode. Don Garzia. Presenta i medesimi pregi delle ultime tragedie dell’autore: stil nobile e tragico, lumi filosofi
attenzione del pubblico, che parmi potersi contar questa tralle buone tragedie del lodato autore. Tutte le parlate di David mi s
personaggi, oltre del Popolo Romano che anche parla. Dopo varie buone tragedie italiane e francesi di Giunio Bruto, il conte Alf
per render loro come converrebbe la dovuta giustizia. L’autore delle tragedie surriferite gli Esuli Tebani, Gerbino, e Corradin
per affettare eleganza. ADDIZIONE XII* Morte d’Ercole del Pepoli: tragedie in musica del Calsabigi. Non tutti però i poc
vien distratto o raffreddato da que’ meschini amori subalterni delle tragedie francesi e de’ melodrammi eroici italiani, che no
sabigi ha prodotto non ha molto due melodrammi istorici col titolo di tragedie in musica, Elfrida ed Elvira, la prima rappresent
l quale ad esclusione de’ passati poeti, crede di darci per la musica tragedie vere? Nella scena 2 viene Osmida secondo confiden
iche, e per la leziosaggine de’ sentimenti, si è la smania di chiamar tragedie le sue opere, portando seco questo rigido titolo
poi col Monti, col Pindemonte, col Pepoli in alcuna delle ultime sue tragedie , sovrasta di gran lunga ai Belloy, ai Dorat, ai C
77 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IX. Stato presente degli spettacoli teatrali. » pp. 426-437
olo passato, e quella di carattere vi é sconosciuta. Delle pochissime tragedie di autori moderni o viventi che han cercato di os
to e del passato secolo, pure oltre alle poche di sopra già mentovate tragedie , merita distinta lode la Didone del signor le Fra
ero fatti trasportar dalla corrente delle commedie piagnevoli e delle tragedie urbane difettose, cioé di quelle che accoppiano a
era oltracciò riserbato a’ nostri giorni l’insinuarsi che si scrivano tragedie in prosa, come fa M. Diderot267; e non senza ragi
78 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VIII ultimo. Primi passi del Dramma Musicale. » pp. 42-62
entazioni. Quindi s’introdusse nella profana, cantandosi i cori delle tragedie e delle pastorali, ed anche i tramezzi delle comm
e della poesia che osservò in tante feste e cantate e ne’ cori delle tragedie e delle pastorali, volle il primo sperimentare l’
Come risponderemo loro per porli nel dritto sentiero? che le antiche tragedie e commedie altro non erano che una specie di oper
, il eût dit peut être: les anciens n’avoient qu’un opera; donc notre tragedie n’est pas bonne. Meilleur logicien il n’eût fait
79 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « NOTE E OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 281-290
alcuno de’ suoi amici esortavalo a far qualche cambiamento nelle sue tragedie , e che egli nol giudicasse opportuno, soleva prov
observe ni conduite, ni caractére. Sa Piece, qu’on ne doit pas nommer tragedie , n’est qu’un tissu de sentences brillantes; &
e di strione fu reso ancora comune agli attori delle commedie e delle tragedie , contuttociò costoro furono esenti da quella macc
80 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO V » pp. 4-31
ie di favole sceniche latine. Ebbe il teatro Latino due specie di tragedie , drammi Italici, diverse commedie, mimi e pantomi
e di tragedie, drammi Italici, diverse commedie, mimi e pantomimi. Le tragedie erano o palliate che imitavano i costumi de’ Grec
’introdussero le donne. Dicemmo nel teatro Greco che nelle commedie e tragedie non rappresentavano donne, ed in Roma avvenne lo
ità) e persuadergli che le donne non rappresentavano nelle commedie e tragedie . a. Valerio Massimo lib. II, c. 10. Secondo il
81 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO V. Continuazione del teatro Latino. » pp. 222-242
ie di favole sceniche Latine. Ebbe il teatro latino due specie di tragedie , drammi Italici, diverse commedie, mimi, e pantom
di tragedie, drammi Italici, diverse commedie, mimi, e pantomimi. Le tragedie erano o palliate che imitavano i costumi de’ Grec
introdurvisi le donne. Dicemmo nel teatro Greco che nelle commedie e tragedie non rappresentavano donne, ed in Roma avvenne lo
ità) e persuadergli che le donne non rappresentavano nelle commedie e tragedie . 146. Val. Massimo lib. II, c. 10. Questi giuoc
82 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 516-517
Brunelli Rosa. Attrice di grandissimi pregi così per le tragedie come per le commedie scritte e all’improvviso, al
83 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 83
n una sola cosa, cioè in esser sempre eccellente. » Di lui abbiamo tragedie  : I Martiri, Olindo e Sofronia, Edea Zavella o La
84 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 418
no, aveva un’ ambizione invincibile per far da Eroe, e recitare nelle tragedie . Si metteva sull’elmo certe piume lunghe un bracc
85 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO PRIMO. Antichità Etrusche fondamento dell Romane. » pp. 4-14
ghi satirici Fescennini. E per le cose sceniche troviamo mentovate le tragedie e la ludicra degli Etruschi; e ci si dice che le
rie lingue volgari Europee. Volunnio, secondo Varrone, scrisse alcune tragedie in lingua Etrusca. Che sieno però state composte
86 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 189-231
’amor della patria, della virtù e della libertà regna parimente nelle tragedie di Niccolò Rowe encomiatore e scrittore della Vit
rgio Villiers duca di Buckingam fautore de’ poeti inglesi compose due tragedie il Cesare ed il Bruto regolari e non imbrattate d
; ed autore delle Notti lugubre poesia sepolcrale, scrisse ancora tre tragedie , il Busiri tradotta in Francia da M. la Place e r
poema delle Quattro stagioni, non acquistò minori applausi colle sue tragedie nelle quali si allontanò ugualmente dal sentiero
me ammiratore de i talenti tragici del suo parente, compose due buone tragedie Agis e Douglas encomiate dagl’ Inglesi. Dennis ne
azioni. Cibber, Hoadley, Farquar e qualche altro hanno composte varie tragedie che si trovano nella collezione de’ quaranta dram
titolo di Teatro Inglese. Si lodano negli ultimi fogli periodici due tragedie quivi pur pubblicate nel 1788, cioè la Sorte di S
a sua probità, un verseggiatore tutto il suo danaro. E queste sono le tragedie , le commedie e le farse di questo secolo, nelle q
87 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XVI. Dell’uso delle Antiche Maschere. » pp. 201-212
che si è veduto, fiori nell’Olimpiade LXV, e Tespi che rappresentava tragedie , e si era alla meglio trasformato, l’aveva preced
ello del personaggio rappresentato e per ajutar la voce; nè mai nelle tragedie e commedie si adoperò per eccitare il riso colla
88 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Dell’uso delle antiche Maschere. » pp. 290-297
che si è veduto, fiorì nell’ olimpiade LXV, e Tespi che rappresentava tragedie e si era alla meglio trasformato, l’avea precedut
llo del personaggio rappresentato, e per ajutar la voce; nè mai nelle tragedie e commedie si adoperò per eccitare il riso colla
89 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO III. LIBRO III » pp. 50-54
res sul Mussato. E Pure se il sig. ab. Andres, nel dire che nelle tragedie del Mussato vide Padova i primi saggi di tragedia
90 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO VI. Maschere materiali moderne. » pp. 265-269
aschere rappresentavano i volti umani quali sono, per valersene nelle tragedie e nelle commedie. I moderni coprono alcuni person
91 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO III. Maschere materiali moderne. » pp. 263-266
aschere rappresentavano i volti umani quali sono, per valersene nelle tragedie , e commedie. I moderni coprono alcuni personaggi
92 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VI. Tragedia Cittadina e Commedia Lagrimante. » pp. 134-143
ietà. I Francesi in questi ultimi tempi hanno avuto varj scrittori di tragedie cittadine ora più ora meno ingegnose e composte p
uello di Tompson alunno di Adisson, dee collocarsi nella classe delle tragedie cittadine per la mescolanza del patetico e del fa
93 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VII. Spettacoli scenici della Russia. » pp. 418-421
tinta é il primo autor tragico russo. Egli ha composte dieci o dodici tragedie tratte dalle storie nazionali, e i di lui compatr
94 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO III. Teatro Olandese: Danese: Suedese: Polacco. » pp. 253-256
l Van-del-Does appena si lodano come le migliori favole del paese due tragedie di Rotgans, ed un’ altra della sig. Van-Winter na
95 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 246-248
per le parti di padre nobile e di tiranno, che sostenne, specie nelle tragedie del Pindemonte e dell’Alfieri, col plauso general
96 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 94-95
ulla persona. Oh che bravo caratterista ! Bisogna poi goderselo nelle tragedie . Se pare, l’Impresario, vestito all’ eroica il Re
97 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO III. Commedie del secolo XVII. » pp. 292-313
pettacolo più seducente dell’Opera in musica. Dalle descritte erudite tragedie e pastorali e commedie del XVII chiara quanto il
nte (parla del decimottavo) ogni legame di regolarità, e lasciate le tragedie e le castigate commedie altro non presentava che
ostro gl’imparziali e meglio informati. Gli faremmo risovvenire delle tragedie dell’Ingegneri, del Chiabrera, del Bracciolini, d
98 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO X ed ultimo. Teatro Materiale, ove de’ più rinomati teatri, e della condizione degli attori Greci. » pp. 298-315
imi; non essendovi esempio in Grecia che le donne rappresentassero in tragedie o commedie. Le parti femminili, come bene osserva
ate il celebre Euripide. L’attore Cefisonte che recitava nelle di lui tragedie , era rispettato in Atene, e sommamente caro allo
spese necessarie. Ne’ Baccanali quando si esponevano a gara le nuove tragedie , preparavasi al popolo in teatro un gran rinfresc
99 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo IV. Risorge in Italia nel Secolo XVI la tragedia Greca e la Commedia Nuova, e s’inventa il Dramma Musicale. » pp. 210-241
erino, Dolce, Groto, ed altri non pochi, arricchirono ancora di molte tragedie regolari il teatro italiano. Ma spiccò sopra tutt
duce il bel piacere delle lagrime. Crede egli che sieno moltissime le tragedie che possano pregiarli d’altrettanto? Ammirisi l’e
ttei assai oltraggiati col soggiungere: Essi vollero lavorare le loro tragedie all’uso de’ greci senza saper che fossero le grec
le loro tragedie all’uso de’ greci senza saper che fossero le greche tragedie . Un Tasso! un Trissino! E come senza saper che fo
li-spiriti francesi. M. de la Harpe, modernissimo scrittore di alcune tragedie già obbliate, diceva nel Mercurio di Francia del
ne della musica e della poesia in tante feste e cantate, e cori delle tragedie , e pastorali italiane, si avvisò il primo di sper
simili le favole drammatiche». Come risponderemo loro? Che le antiche tragedie e commedie altro non erano che specie d’opere 163
100 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO II. Teatro Olandese: Danese: Suedese: Polacco. » pp. 32-37
el Van-del-Does appena si lodano tralle migliori favole del paese due tragedie di Rotgans, ed un’ altra della signora Van-Winter
/ 182