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1 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Dato al castello di Versailles l’ 8 aprile. » pp. 364-378
nte volgare di certi lazzi e certe cascate, che furon prerogativa del suo predecessore Antonio Costantini, figlio naturale
eleganza di contorni, da muover l’applauso del pubblico, senza che il suo labbro avesse profferito una sillaba. Lo Jal ripo
punti Carlino ha fatto piangere. Queste poche parole devon bastare al suo elogio. Carlo Bertinazzi nacque a Torino il 2 d
nazzi, il quale, non troppo signore della lingua francese, scelse per suo esordire l’Arlecchino muto per forza, scenario it
elegante ballerino. Le opere nelle quali egli palesò maggiormente il suo valore artistico furono la Corallina maga, commed
o del D’Origny. Alla fine dello stesso anno l’apoplessia lo colse nel suo domicilio di Parigi, Via dei Petits-Champs, ove m
i musica e la Commedia Francese. Carlo Bertinazzi godè, in grazia del suo nome e dell’indole sua, dell’affetto e del rispet
tto di ragguardevoli personaggi ; e vediamo i sei figliuoli avuti dal suo matrimonio con Susanna Foulquier di Nantes, attri
ra diciottesima, per esempio, nella quale Carlino descrive al papa il suo debutto, e la ventesima, in cui parla della sua c
no, il marmo non ha avuto cura sin qui di eternarne le sembianze : il suo volto sconosciuto quasi anche a’contemporanei, po
poche copie furon distribuite agli amatori. Qualche particolarità del suo carattere, qualche aneddoto appartenente alla fin
9 ottobre dello stesso anno, nè men due mesi dopo la morte dell’amico suo  ; e il Giornale di Parigi il 17 ottobre pubblicò
te dell’amico suo ; e il Giornale di Parigi il 17 ottobre pubblicò il suo Elogio funebre di Carlino, del quale il Campardon
comune, riusciva meglio d’ogni altro in qualunque impresa. Propose al suo domestico di servirlo per ventiquattr’ ore, all’i
’ordine, avrebbe dovuto formarsi una onesta fortuna : ma la bontà del suo cuore gli procurò sciagure da parte di coloro cui
ramente onesto ! ! ! Mori a Parigi il 6 settembre dell’ ’83. Ecco il suo epitaffio : Ci-git Carlin, digne d’envie, qui, b
matrimonio, ecc. Fra gli oggetti, che in un ingente furto commesso in suo danno un giorno che egli era andato a desinar fuo
mi propongo altresì di renderle conto esatto di quello che accadrà a suo tempo, giacchè è deciso che il signor Coralli non
tabili : la sua figura, i suoi gesti, i suoi movimenti prevenivano in suo favore : le sue maniere ed il suo talento lo face
ti, i suoi movimenti prevenivano in suo favore : le sue maniere ed il suo talento lo facevano ammirar su la scena, e predil
cconta che recitò una sera davanti a due sole persone, conservando il suo buon umore, e non saltando nè una scena, nè un la
starsi alla ribalta ; e famigliarmente e sottovoce con un garbo tutto suo gli disse : Signore, l’altra metà del pubblico se
glio di Arlecchino. Pantalone gli ordina di prenderlo e restituirlo a suo padre. Scapino vorrebbe portarlo in qualche luogo
pra l’intrico. Che fare ? Mentre Arlecchino si diverte a scherzar con suo figlio, seduto per terra poco lnnge dalla sua cas
nge dalla sua casa, Scapino vi entra senz’esser visto, e ne invola il suo vero figliuolo. Camilla trova suo marito occupato
ra senz’esser visto, e ne invola il suo vero figliuolo. Camilla trova suo marito occupato a far carezze a suo figlio, e ne
suo vero figliuolo. Camilla trova suo marito occupato a far carezze a suo figlio, e ne gioisce, e mostra ad Arlecchino la s
ene ; Celio replica ch’ei potrebbe ingannarsi, e che il bambino non è suo . Nascono in Arlecchino sospetti sulla virtù della
lecchino che l’ha in conto di sapiente, lo prega a trar l’oroscopo di suo figlio per vedere s’egli sia veramente suo. Panta
prega a trar l’oroscopo di suo figlio per vedere s’egli sia veramente suo . Pantalone glie ne dà promessa. Al secondo atto,
ella sera. Arlecchino viene con Pantalone, per conoscer l’oroscopo di suo figlio ; eccolo : Ce fils que d’Arlequin on avait
io fattogli, appicca l’incendio alla capanna ; nè pur pensa a salvare suo figlio, volendo sterminar tutto quanto possa atte
alvare suo figlio, volendo sterminar tutto quanto possa attestare del suo disonore. Celio giunge ; e vedendo le fiamme, esc
chino ch’egli ha tra le braccia, e di farle credere che quello sia il suo . Camilla desolata dello sdegno di suo marito, giu
farle credere che quello sia il suo. Camilla desolata dello sdegno di suo marito, giunge dolendosi del suo destino. Volge m
uo. Camilla desolata dello sdegno di suo marito, giunge dolendosi del suo destino. Volge mestamente gli occhi verso la capa
il terrore la vincono così che va a traverso le ruine per salvare il suo piccino, e non trovatolo, esce, abbandonandosi ad
, ne cerca la causa. Scapino giunge col figlio d’ Arlecchino sotto il suo mantello. Rosaura gli si accosta per muovergli ri
gli rimprovero ; Scapino la placa, dandole il bimbo che le dice esser suo figlio. Camilla vuol rapirglielo, dicendo ch’egli
le dice esser suo figlio. Camilla vuol rapirglielo, dicendo ch’egli è suo  ; ed eccoti arriva Pantalone che obbliga Rosaura
lone che obbliga Rosaura a cederlo ; ella sviene, e Fileno accorre in suo soccorso ; Celio che la vede nelle sue braccia, è
l figlio di Celio nelle mani di un contadino, ha creduto che fosse il suo , e s’avanza accarezzandolo. Camilla giunge da un
l suo, e s’avanza accarezzandolo. Camilla giunge da un altro lato col suo vero figlio, che Pantalone le ha fatto restituire
azzi). In quella viene Celio, avvisato dal contadino del rapimento di suo figlio, e avvicinatosi ad Arlecchino, gli strappa
cchino appare, mentre questi si lascia andare al furore, e gli chiede suo figlio, e tanto l’importuna, che Celio, al colmo
vedendo che tutto è scoperto, permette di render conto a Rosaura del suo bene, e le permette di sposar Celio. In questo me
mette di sposar Celio. In questo mentre, Arlecchino viene a richieder suo figlio a Celio, e Camilla muove la stessa domanda
scioglie il bandolo della matassa, dicendo che quello che ha Celio è suo , e ridà a Camilla e ad Arlecchino quello ch’egli
o : chè anzi non ebbe per esso mai una benevola parola, nonostante il suo successo ottimo e schietto, chiamandolo piccola b
o, non avrebbe mai visto la luce pubblica, nè mai sarebbe entrata nel suo teatro italiano. « Vi saranno forse stati diamant
stata fatta da un autore, ma l’insieme dell’opera da uno scolaro…… Il suo errore principale, per esempio, era quello dell’i
rappresentazioni di quella fortunata bagattella, che ’sta volta, con suo grande stupore, fu innalzata alle stelle sul teat
media è la prima data dal signor Goldoni sul Teatro italiano, dopo il suo arrivo a Parigi, ove i comici, sempre intesi a pr
la lingua italiana e più larghe cognizioni per poter dare all’ingegno suo tutta la giustizia che gli è dovuta. Adunque non
2 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 401-403
edeva. Venuto alla disperazione, risolse di disertare ; ed essendo il suo reggimento non lungi dalla Savoja, si rifugiò sul
re attore Quinault, che allora recitava a Strasburgo, esponendogli il suo triste stato, e chiedendogli soccorso. Quinault r
rmesso l’entrata a chi veniva dalla Savoja, senza un chiaro esame sul suo nome, sul suo stato, sui suoi disegni. Come fare 
ta a chi veniva dalla Savoja, senza un chiaro esame sul suo nome, sul suo stato, sui suoi disegni. Come fare ? Visto un rag
le ingannare le guardie, ed entrare in città, dove avrebbe trovato il suo liberatore. Ma il corriere di Strasburgo non sare
dei disagi patiti. Il domani una lettera di Quinault gli annunziò il suo arrivo, e infatti alle quattro del giorno stesso
egli fu in Basilea, e rivolse le sue prime cure all’abbigliamento del suo nuovo compagno d’arte, che, condotto subito a Str
dei Nuovi Comici italiani. Il Mercurio di Francia così annunziava il suo esordire : Il (venerdì) 13 aprile (1725) il signo
gli il Curato di Fontainebleau la sepoltura, si deliberò d’inviare il suo corpo, chiuso in un cassone, a Parigi, ove fu sep
vi ottenne un successo enorme, secondo che attesta Matteo Marais nel suo diario, alla data del 5 marzo 1730, che dice : « 
3 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 386-389
lla. Prima attrice dei Confidenti, fu una delle più forti artiste del suo tempo, lodata in vita e pianta dopo morta da'più
netto seguente : Post’avea già sul formidabil arco l’invida morte il suo funereo strale, e volea aprir de la prigion morta
tale de la famosa Delia a l’alma il varco. Ma'l Dio d’amore a l’uopo suo non parco di favor, disse a lei rivolto ; or qual
o mio si grave incarco ? Ella ben mille a me alme rubelle mi darà col suo dir, allor che ornato sarà il teatro di sue fiamm
elo l’alma, Signor, donata, che congiunta gode felice in Voi, come in suo cielo. Dal qual sonetto si potrebbe anche inferi
ncorderebbe col bel candore decantato da Francesco Andreini in questo suo sonetto : Or che Delia è sparita, e 'l suo splen
ncesco Andreini in questo suo sonetto : Or che Delia è sparita, e 'l suo splendore inargenta altre selve ed altri colli, c
nzi (pag. 36) ? Fu Delia de le donne onore e lume, gloria del sposo suo , pompa del mondo, e dei teatri luminosa Aurora.
, contento del secol nostro….. Ma nè anche questa è prova sicura del suo cognome di sposa, serbando le attrici in arte il
4 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »
lie del precedente. Passò tutta la sua vita artistica in compagnia di suo marito ; e tanto e così fortemente volle, che sal
i, della Perotti, della Bazzi e della Goldoni, i più grandi astri del suo tempo. Avendo suo marito formato compagnia il 182
della Bazzi e della Goldoni, i più grandi astri del suo tempo. Avendo suo marito formato compagnia il 1826 in società con G
tragica, benchè di oltre cinquant’anni, potè mostrare l’antico valor suo , ammirata dovunque così nell’ Isabella del Filipp
5 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 678-680
a alla Fenice e al S. Carlino, non lasciando alcuna traccia del valor suo . Ma quando a varj attori della antica Compagnia G
l’eguale, la seconda. Efficace in tutte queste cose fu il potere del suo ciglio e tanto animato il volto che bastava veder
dipingevasi si vivo nella Colli, che la illusione toccava il massimo suo grado. Ajutata era in ciò da un volto in cui legg
gonda Colli, la romana passata dalla Fenice al S. Carlino, preparò il suo debutto di caratterista nelle Funnachere, con pel
a fatto credere agli amici suoi, che anche la parte sua era opera del suo talento, e che tutto quel che diceva, lo diceva a
mprovviso non dice sempre le stesse cose, e molti non badavano che il suo discorso era sempre il medesimo ; e gli credevano
e non dispiacque ; ma il Golinetti andò in terra, perdette affatto il suo spirito, la sua facondia ; e non riconoscevan più
ì bene che niente più si poteva desiderare. Il Gollinetti confessò il suo torto, riacquistò il suo credito di buon attore,
poteva desiderare. Il Gollinetti confessò il suo torto, riacquistò il suo credito di buon attore, senza usurparsi quello di
art, nel 1750, è detto di lui che era un uomo alto e ben tagliato. Il suo ruolo era quello del Pantalone che rappresentava
6 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 718-721
ana di Angelo Moro-Lin, salutato da un fragoroso, unanime applauso al suo primo apparir sulla scena, dopo appena tre sere d
e applauso al suo primo apparir sulla scena, dopo appena tre sere dal suo debutto. Restò con Moro-Lin fino a che (giugno
ri progressi del figliuolo Giuseppe (uno dei quattro ch'egli ebbe dal suo matrimonio [carnovale 18 con la signorina Cesira
non so bene se per ragioni artistiche o finanziarie, congiungersi al suo confratello dialettale Francesco Benini, e rinnov
go del Libero scambio aggiunga alcuna delle sue strampalerie, qualche suo granellin di pepe ? A lui deve già tanto il pubbl
go, che ha in sè tutta la spigliatezza arguta, tutta la bonarietà del suo popolo veneziano, è forse il più atto a sentire e
aspirazione. Bisogna conoscerlo personalmente, battere, dirò così, al suo cuore, e farglielo aprire, senza soggezione : su
erlo fra un atto e l’altro, e magari fra una scena e l’altra, in quel suo camerino, ingombro di giubbe di ogni specie, di s
agnia d’incisioni minori di suoi personaggi, di maschere, di mode del suo tempo ; bisogna vederlo, dico, col suo libricciuo
aggi, di maschere, di mode del suo tempo ; bisogna vederlo, dico, col suo libricciuolo in mano di una commedia del Maestro,
;… E così, finalmente, nel costante favore di popolo e di critica, un suo pallido e debole sogno di creare la casa di Goldo
neziani e repertorio goldoniano, va acquistando nella sua mente e nel suo cuore luce e vita per modo da occuparlo tutto oma
7 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 179
ia de' Pierò. Secondo i varj sentimenti che lo moveano, egli sapeva a suo talento diventar pallido come un cadavere, o ross
Toltosi dalla professione, correva le strade di Palermo chiedendo del suo fallo perdono con queste parole : Vi chiedo scusa
i. E il popolo seguivalo ridendo e applaudendo. Venuto a morte, fu il suo corpo disseccato a guisa di mummia, e collocato i
erra ; e aggiunge il Bartoli, che la memoria di lui, viveva ancora al suo tempo (1781). In tuttociò è probabilmente una gra
8 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 41-43
tto e di tutti, non aveva amici perchè voleva suppeditar tutti con il suo prepotente contegno, e con il suo basso e trivial
rchè voleva suppeditar tutti con il suo prepotente contegno, e con il suo basso e triviale frasario. Osteriante, bene spess
gli piantò il coltello nel basso ventre, e Lombardi cadde immerso nel suo sangue. A quella vista, il disgraziato vecchio fu
go, padre di Francesco, che non abitava con lui, lo andò a cercar nel suo appartamento, e avendo saputo dal cameriere ov'er
ola. Era il giugno del 1845. Molti testimoniaron della grandezza del suo valore. Francesco Righetti nel suo Teatro italian
testimoniaron della grandezza del suo valore. Francesco Righetti nel suo Teatro italiano (II, 104), parlando de' comici fi
le parti tutte gli stieno bene del pari, pure la tragedia è quasi il suo campo d’onore, dov'egli in quelle, che sostiene,
9 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 591
ddio, di cui ecco alcune strofe allusive all’abbandono del Sacco e al suo mancato impegno : Chi di sorte il cieco dono amò
co e al suo mancato impegno : Chi di sorte il cieco dono amò più del suo decoro loro infuse l’abbandono per saziar sua fam
gnia di Girolamo Medebach, in cui stette più anni, facendo mostra del suo gran valore artistico nelle commedie dell’abate C
. Il 1778 le morì il marito ; e dice Fr. Bartoli, che quando al valor suo avesse unito un personale più vantaggioso, poteva
10 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 584-585
etta !… Dopo le quali parole, tornato Principe di Danimarca, disse il suo e non essere coll’accento voluto dalla scena. Tal
strava al pubblico sicuro di sè, padrone assoluto della sua voce, del suo gesto, della sua concezione, quale artista ! Reca
el Corso tacito, isolato, guardando i cerchi di fumo che s’alzano dal suo sigaro, e nè men forse ascoltando chi parla intor
ando chi parla intorno a lui. Di quando in quando si risveglia nel suo cervello il ricordo de’ passati studi e allora te
spensierato Edmondo Kean, e il pazzo Principe di Danimarca ricade nel suo letargo…. a pena indicato alla curiosità o alla d
11 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 766-767
uca, fu egregio attore per le parti di brillante, un de' migliori del suo tempo. Fece le prime armi come secondo amoroso e
ime armi come secondo amoroso e secondo brillante, nella compagnia di suo padre, e, lui morto, esordì brillante assoluto ne
cribe, in cui il povero Riccardo di Kerbriand, discorre con Elena del suo amore per Berta e della sua balbuzie ? E l’altra,
illanti facevano smascellar dalle risa. L'andatura dello Zoppetti, il suo occhio, la sua dizione, tutto era comico…. Quando
etti fu tutt’altro che nobile, o, a dir meglio, fu nobile solo a modo suo . Dal suo matrimonio con Giulia Checchi, egregia s
utt’altro che nobile, o, a dir meglio, fu nobile solo a modo suo. Dal suo matrimonio con Giulia Checchi, egregia seconda do
12 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1042
i lei scrive Fr. Bartoli : « Educata sotto gl’insegnamenti di Placido suo marito, riuscì un’eccellente prima attrice. È ind
iuscì un’eccellente prima attrice. È indicibile quanto fosse il valor suo nelle cose dell’arte, e quanto unitamente al suo
uanto fosse il valor suo nelle cose dell’arte, e quanto unitamente al suo consorte facesse brillare le scene all’ improvvis
13 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 11-12
Lapy Giuseppe. Così ci è descritto da Antonio Piazza nel suo Teatro (Venezia, Costantini, 1777) : Venne colà,
n questo modo arricehi. Vecchio, com’è presentemente, parla ancora il suo disgustoso dialetto, con quella stessa [illisible
iscono per la sua Compagnia. La narrativa di Egisto nella Merope è il suo pezzo diletto, per conoscere l’altrui abilità. Sd
ato magistralmente, corregge, applaude, biasima, approva, s’ alza dal suo tribunale, tira le braccia al suo discepolo, gli
aude, biasima, approva, s’ alza dal suo tribunale, tira le braccia al suo discepolo, gli torce il collo, gli piega la vita,
n quella roano vilissima, che la saponata faceva per i biricchini del suo Paese, d’aggiungere, di cangiare, di deturpare i
Per queste sue pessime qualità egli ha privato il Teatro Italiano del suo migliore ornamento, disgustando la Prima Donna, c
14 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 598-599
lla rappresentazione dell’indomani. Conosciuto dal Modena, e divenuto suo segretario, accettò il suo consiglio di continuar
ndomani. Conosciuto dal Modena, e divenuto suo segretario, accettò il suo consiglio di continuar nell’impresa del recitare
sua terra natale, come al Teatro Rossini di Torino, dove si ammira un suo busto assai rassomigliante ; ma il più bel monume
è nel cuore del nostro popolo che pensa colla sua testa e giudica col suo buon senso, infinitamente superiore a tutte le fi
cuole, e che Teofilo Gauthier ha così ben modernamente illustrato nel suo immortale Capitan Fracassa. ……………………….. L'artist
mare il trovarobe, i macchinisti, gli scenografi, portandoli tutti al suo grande concetto costitutivo della grande arte : v
innovatore e rigeneratore del Teatro moderno. Ed è per questo che il suo nome glorioso non sarà più obliato dai veri culto
15 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 642-645
lerina esordì come attrice nella commedia, scritta a posta per lei da suo padre, intitolata Le due sorelle rivali, trascina
nte, tutti i moti improvvisi o progressivi dell’anima son dipinti sul suo volto con tale espressione non ancor trovata sin
nella lingua italiana, e italianismi nella francese, assicura che il suo volto e il suo gesto eran sovente sublimi d’espre
taliana, e italianismi nella francese, assicura che il suo volto e il suo gesto eran sovente sublimi d’espressione. Su di l
di una modestia rara che ne la rendea più degna. Lasciò morendo ogni suo avere alla sua famiglia, il che fece onore alla s
ni suo avere alla sua famiglia, il che fece onore alla sua mente e al suo cuore. Nonostante le piacevoli commedie di Col
È dunque assai più probabile che la data assegnata dal Bouchot o dal suo predecessore al disegno, sia di alquanto posterio
16 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »
’ultimo ; ma seco non volle ritornare in Italia. In Cadice stabilì il suo domicilio aprendo una bottega ad uso caffè. Perdè
nte tornò poi a ricuperarla. Fu grata sulle scene per l’avvenenza del suo personale, e per qualche prontezza nel suo brilla
scene per l’avvenenza del suo personale, e per qualche prontezza nel suo brillante carattere. Vive in Cadice anch’oggi (17
17 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 118-120
o spirante grazia, e una voce dolcissima e chiara. Pare che il genere suo fosse più specialmente il patetico, dacchè il Gol
ssai bene il carattere di quella Pastorella innocente, innamorata del suo agnellino più che d’Ergasto ; umile e rispettosa
del suo agnellino più che d’Ergasto ; umile e rispettosa col vecchio suo genitore ; fiera e risoluta col Castellano suo te
rispettosa col vecchio suo genitore ; fiera e risoluta col Castellano suo tentator disonesto ; e vivamente spiccava il salt
prestavano, non fecero che abbreviarle la vita, onde rese l’ anima al suo Creatore in età di anni quaranta nel 1761. La r
dovè il Goldoni scrivere La moglie saggia. Ma egli errava certo nel suo giudizio. La Medebach, gelosa de' successi di Cor
ale ci mostra chiaro come la povera donna non trovasse come prima nel suo coraggio la forza di lottare col male, e nella qu
on convulsioni di nuova invenzione, che facevano impazzire sua Madre, suo marito, i suoi parenti ed i suoi domestici. Med
18 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 759-763
più sincero, che non potè avere la fortuna, a cui gli dava diritto il suo grande ingegno artistico, per la cerchia ristrett
e malato, e che restò poi fino all’ultimo della sua vita artistica il suo caval di battaglia. Recatosi col Majeroni a Firen
tata la Gerla al Pagliano, Alessandro Dumas, venuto per la recita del suo Don Giovanni, si recò sul palcoscenico, ed ebbe l
iano, direttore di quella Società filodramatica, a cui diede tutto il suo ingegno e tutto il suo affetto, e da cui fu amato
la Società filodramatica, a cui diede tutto il suo ingegno e tutto il suo affetto, e da cui fu amato e venerato fino all’es
nte, Don Marzio, Barbiere di Gheldria. Degli otto figliuoli avuti dal suo matrimonio, tre perirono, fra i quali Arturo, att
nsignito di più croci e medaglie che attestano la grandezza del valor suo e della suo devozione alla patria. Gli artisti so
più croci e medaglie che attestano la grandezza del valor suo e della suo devozione alla patria. Gli artisti sono : Enea,
19 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 163-168
gravemente, cadde alienato di sensi, e quando rinvenne, si trovò nel suo letto, circondato dagli amici, tra i quali si pot
. Morì d’idrope pettorale a Firenze ; e sulla pietra che sigillava il suo sepolcro nel chiostro di Santa Croce, a destra e
ò Giovanni Battista Niccolini, il quale non l’ebbe in vita troppo nel suo libro : qui riposa antonio morrocchesi di san cas
mia di belle arti professore di declamazione fra i tragici attori del suo tempo per consentimento d’italia a nessuno second
vi novembre mdcccxxxviii Fu amico de'più ragguardevoli italiani del suo tempo, fra' quali, oltre all’Alfieri, i Pindemont
o comparando al giudizio che ne dà il Righetti nel secondo volume del suo Teatro Italiano, e che qui riferisco, c’ è da cre
ssioni, imponente, terribile nell’espansione di violenti affetti ; il suo portamento, il suo gesto erano nobili, e dignitos
terribile nell’espansione di violenti affetti ; il suo portamento, il suo gesto erano nobili, e dignitosi, nè perdevano del
’errare se dico, che questo tragico attore era l’attore di genio ; il suo difetto nell’analisi dei caratteri traspariva nel
20 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 726
ssonia non mi fu possibile rintracciar notizie. Ne abbiamo invece sul suo esordire a Parigi il 21 novembre del 1739 nelle F
ta italiana : Arlequin Médecin volant, che ispirò poi al Boursault il suo Médecin volant. Si sa ancora che l’ 11 maggio del
usi che gli furon davvero prodigati si debbon più tosto attribuire al suo singolar pregio di acrobata. Questo troviam nelle
quale dice di lui (Ediz. Pasquali, XIII) che non valeva gran cosa nel suo personaggio, ma aveva degli adornamenti che attir
21 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 639-641
so il 1730 ed esordì alla Comedia italiana il 6 maggio 1744 insieme a suo padre colla parte di Colombina nel Double mariage
ine jardinière ovvero La Comtesse par hasard, commedia in tre atti di suo padre, e in Coraline esprit follet, scenario in t
mpo che recitò. » D'Origny dice che « non si sapeva se ammirar più il suo ingegno o la sua bellezza, » e Panard dettò per l
; Coraline offre sous ses traits Hébé, Terpsichore et Thalie. Fu dal suo esordire ricevuta alla Comedia italiana con stipe
vois, fait que je suis tout à la fois amant inconstant et fidèle. Il suo ingegno e la sua bellezza inspirarono anche una l
auréal. Corallina, morta nell’aprile del 1782, istituì per testamento suo legatario universale il Principe di Conti, il qua
22 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 96-104
olo nell’ intestatura misericordioso tutore, e nella sopra- scritta «  suo come fratello minore Messer Ferdinando Medici, ma
la principessa di Toscana, Maria de' Medici, e divenuto ufficialmente suo promesso sposo nell’ inverno del '600, avendo sta
cipale il Martinelli. A questo infatti, col mezzo del signor di Rohan suo cugino, allora in Firenze, fece, il 21 dicembre '
, fece, il 21 dicembre '99 da Parigi, l’invito formale di recarsi nel suo regno, promettendogli ogni buon trattamento : e l
nno. Il 10 novembre 1606 da Fontainebleau Enrico scriveva gajamente a suo cugino Ferdinando Gonzaga, cardinale un anno dopo
ina Reggente per avere alla Corte il Martinelli, di cui fe' tenere in suo nome a battesimo un figliuolo, l’ottobre del 1611
7 gennaio il Re e la Regina Reggente in persona tennero nuovamente un suo figliuolo a battesimo. La Compagnia allora era c
Tristano Martinelli, Arlecchino ; Federigo Ricci, Pantalone ; Ricci, suo figlio, Leandro ; Giovanni Pellesini, Pedrolino,
rva, sotto nome di Bernetta. Assente il Re, pare non recitasse che al suo ritorno, il 12 gennaio 1621, all’ Hôtel de Bourbo
andandolo per la prioria di San Ruffino, a favore di un ecclesiastico suo parente. Quando il Re annunciò la sua partenza ne
giungere la sua armata, confermò i comici a Parigi, per trovarveli al suo ritorno ; ma Arlecchino, allegando in iscusa l’et
23 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 410
di lode. Fu anche traduttrice delle migliori produzioni francesi del suo tempo, e di esse si valse pel suo repertorio la C
le migliori produzioni francesi del suo tempo, e di esse si valse pel suo repertorio la Compagnia Reale Sarda. Del '46 la v
a. Del '46 la vediamo madre e direttrice della Compagnia di Balduini, suo nipote, assieme ai figli Giovannina e Salvatore ;
24 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 364-382
a Cavicchi, fu per universale consentimento la più grande artista del suo tempo. Ancor bambina s’era già fatta un nome, rec
r le condizioni da lei fatte della scrittura, poi per la speranza del suo matrimonio, non approdarono a buon fine. Ella fu
nuovo disegno s’interponeva un ostacolo non facilmente sormontabile : suo marito, da cui non si sarebbe mai separata, era s
e : la Ristori si era disfatta, coll’allontanarsi dal teatro, di ogni suo corredo…. Bisognava ricominciare, e su larghissim
o, nell’anno, le recite ch'ella non avrebbe potuto fare. La morte del suo Giuliano dovrebbe riguardarsi come morte sua, e p
ua scelta in principio, o fine delle Piazze, come credesse meglio pel suo interesse : dovrebbe conoscer l’elenco degli atto
e della sua parte ; volendo ella eseguirla secondo gliela dettasse il suo modo di sentire. Ora : le pretese eran senza dubb
rno con tutti i mezzi che le offrivan la sua grandezza artistica e il suo nuovo stato per « rivendicare all’estero — com’el
la si comprende, con l’espressione della sua faccia, e la melodia del suo organo di fisarmonica…. Questo per le doti fisic
tra con cento parole. Chi non ricorda il modo con cui s’avvolgeva nel suo manto alla fine del secondo atto di Mirra ? Chi n
ficile indovinare che la Ristori ha molto cuore : è il distintivo del suo talento. Ella non vive come una commediante, ma c
commediante, ma come la più onorata madre di famiglia, compiendo ogni suo dovere, che è per lei la felicità. Nelle parti od
cità. Nelle parti odiose si trovan per lei delle scuse, e pare che il suo personaggio non possa agire altramente sia che la
lla vuol sempre identificarsi con le sue eroine…. Il d’Heylli nel suo Journal intime de la Comédie Française (Paris, De
i imitazioni ristoriane, e che le deve, senza saperlo, gran parte del suo presente successo all’Ambigu nella Rosa Michel de
primo passo del lungo e glorioso cammino della Ristori, chè di là il suo nome echeggiò in ogni parte più riposta del mondo
e, lasciate le scene, diventò dama d’onore della Regina d’Italia. Al suo ottantesimo anno, tutto il mondo si preparò a fes
25 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 310-312
nel ’45 la moglie Marianna, come vediam più giù, era già vedova. Del suo valore artistico discorre largamente Angelo Broff
a, Domenico Righetti. Ecco le parole del Brofferio al proposito di un suo lavoro giovanile, La saviezza umana : …… Bazzi p
per incantesimo il proprio lavoro, e i suoi pensieri si animavano, il suo dialogo si vestiva di arcane significazioni, le s
ano trasfuso nelle vene tanto sangue che il medico avrebbe perduto il suo tempo. E più oltre : Chiudendo gli occhi alla v
ueste ultime parole : L’amante ingenuo dice all’oggetto più caro del suo cuore :  – Sono innocente – colle voci di scusa,
e. Il traditore lo asserisce con quella enfasi che ha premeditata col suo delitto. Il padre coll’accento sicuro lo dice ai
a netta sua coscienza ; il serbino colla noncuranza e sufficienza del suo carattere a chi ebbe l’audacia di accusarlo. Il s
26 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Mediolani 20 Iunii 1601. » pp. 242-244
anni : sarebbe nato dunque il 1526), fu uno dei più grandi Zanni del suo tempo, più noto col nome di Pedrolino. Antonio Va
ha nel dominio di V. A. S. certo campo et pezzo di terra quale certo suo confinante fondato sopra cotesto statuto, intende
che il Pellesini prese parte al banchetto descritto dal Rossetti nel suo Scalco (Venetia, MDLXXXII), e già riferito in par
eruir qui à Modona, e pregandole da Nostro Signore felice fine d’ogni suo desiderio aspettano quanto prima la grazia, accio
cano a far loro gratia, che possano in Milano nella stanza solita del suo Palazzo recitar le loro honeste Comedie ; hanno g
sta ; confidano nella sua benignità ed offrendosi prontissimi ad ogni suo cenno le pregano da N. S. felice fine d’ogni suo
prontissimi ad ogni suo cenno le pregano da N. S. felice fine d’ogni suo desiderio. 1601 a' 12 di giugno. Facciasi la pate
27 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 260-263
iana il 18 maggio 1716 nella Compagnia detta del Reggente, formata da suo marito Luigi Riccoboni detto Lelio, sostenendovi
ensione, che non le fu restituita fuorchè il 29 marzo 1752, epoca del suo definitivo riposo. Tornata di Francia in Italia,
ipta della Cappella della Vergine nella Chiesa del San Salvatore. Dal suo matrimonio col Riccoboni nacque un figlio, Anton-
e un figlio, Anton-Francesco Valentino, detto Lelio in Commedia, come suo padre. Tutti e tre furono naturalizzati francesi,
fiate al popol denso sua recitata favola non spiacque : parte n’ebbe suo merto, io parte, e parte v’ebbe una sua già favo
e per quanta è Grecia, e non l’ Egeo spumoso, non l’ Ellesponto il suo cammin ritenne. Alle recite sue plaudente assiso
, io tengo ch’egli l’abbi presa dalla sua esperienza, e dallo spirito suo , che sopra i difetti altrui ha saputo conoscere i
a saputo conoscere il vero ; ma pure quand’anche fosse così, e non un suo complimento, non ha egli potuto vedere la natura
esentarne una con l’assistenza di questo gran Comico, per sentire dal suo giudizio, se trovasse la nostra maniera plausibil
28 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 931-932
oggi è pur seco, continuando a dimostrarsi pieno d’attenzione per il suo Mestiere. È comico di qualche ingegno, e scrive a
ingegno, e scrive a sufficienza alcune cose spettanti al Teatro, ed è suo parto una Commedia intitolata : L’Oppresso Felici
ficato ne’venticinque anni che gode l’onore di servire il nobilissimo suo teatro ; e un discorso preliminare, il quale ci d
ritta per fanciulli, ci racconta come in essa avesse parte il maggior suo figlio di anni dieci, il quale, recitata la Comme
oncerto di musica del Reale Infante, dal quale si ebbe poi patente di suo Virtuoso di camera. Il Fiorio si mostra in quest
29 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 504-506
’annuo stipendio di lire nuove di Piemonte 6300, e tre mezze serate a suo benefizio, di cui una, la quaresima, a Torino. »
ana di Chivry. Nè la coltura, e si potrebbe dir la grammatica, era il suo forte, come può vedersi da questo bigliettino ch'
Z. S. dispensato in foglio volante al Cocomero di Firenze la sera del suo benefizio 20 febbrajo 1851 : De' tuoi grand’ occ
tua perfetta scuola bellezza insuperabile, infinita. E quando più nel suo fulgor divina l’arte trasfonde l’ immortal suo sp
nita. E quando più nel suo fulgor divina l’arte trasfonde l’ immortal suo spiro al guardo e all’atto che ti fan regina ; ne
30 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 284-287
i diede a leggere quanti più libri potè, coll’esempio anche del padre suo , al quale, sebben macellaio, erano sconosciuti be
utte in versi per giunta. Spronato poi dal desiderio di realizzare un suo disegno, già gran tempo ventilato, si diede con a
poesie e commedie, le quali, se non mostran troppo la peregrinità del suo ingegno ed una coltura vasta, dicon chiaro quanto
schi ch’è assai bella Ragazza, dà di sua abilità chiari argomenti. Il suo marito è pur di buona razza, e può passar fra’Com
scritta in prosa, per soddisfare — dice l’autore ai lettori — al solo suo capriccio e non per altro motivo, che non mi par
r più di quindici anni scorse varie parti d’Italia a fissar giunse il suo domicilio in Rovigo ; e credette di far cosa grat
le private nobili Abitazioni ; acciocchè essi conoscano che l’innato suo genio per simili erudizioni non ha voluto trascur
tore la sua quiete, il Religioso collocamento della sua Figlia, e del suo Figliuolo ; e altresì una probabile sicurezza di
31 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 426-430
terminasse di passare a seconde nozze, non altri avrebbe preso che il suo Buffetto. Noi non seguiremo certo i due innamorat
ombina. Immaginarsi la gioia di entrambi : Colombina gli fe’dono d’un suo ritratto in miniatura, del quale aveva già fatto
ffetto dei suoi dolori. Sventuratamente una Staffetta del Serenissimo suo Padrone gli consegnò una lettera, nella quale era
teresse, mutar l’istrumento nella seguente maniera : che si leuasse a suo tempo di tutto l’haver di Colombina la prouisione
a ; rifiutarsi lui di andare in Francia, disobbedendo a un volere del suo padrone e più che altro del suo benefattore ? Mis
Francia, disobbedendo a un volere del suo padrone e più che altro del suo benefattore ? Mise in mezzo terze persone, si rac
argli animo. Degli onori a lui toccati in Francia diremo all’articolo suo . Qui basti sapere che non appena Buffetto fe’cenn
ni ben gravi le fecer prendere la risoluzione di scriver da Modena al suo amato Carlo, supplicandolo di non insistere oltre
32 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 732-736
aglia insieme a Giacomo Modena. L'arte sua somma nel rappresentare il suo personaggio, la facondia del suo dire, la lepidez
'arte sua somma nel rappresentare il suo personaggio, la facondia del suo dire, la lepidezza dei sali, congiunte a una prob
nitore per cinque lustri di quella Compagnia, parlando dell’imminente suo sfasciarsi, dopo di avere citato i nomi di coloro
i un grand’effetto con indicibile applauso. Ma la notizia chiara del suo valore, e soprattutto di ciò che tal valore forma
la parte di questo personaggio, ha voluto allontanarsi dall’adottato suo trivial costume, e l’ha reso un uomo illuminato e
a un assoluto maneggio vedesi pure il Zannoni porre in opera tutto il suo ingegno, ed infaticabilmente adoprarsi con lode n
ed infaticabilmente adoprarsi con lode nell’esecuzione dello studiato suo personaggio…. ecc. E va avanti di questo stil
i vento dei strattagemmi, per far che la colga nel segno dell’ardente suo desiderio. E via di questo passo. Nella raccolta
33 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO I. Teatro Francese Tragico. » pp. 4-111
presentazione a riserba di Virginia e di Pompea, le quali caddero; il suo Andronico ed il Tiridate restarono al teatro. Ma
tragedie in istile debole e trascurato, e con viluppo romanzesco. Nel suo Amasi regna una molle galanteria sconvenevole all
on certo terrore tragico assai più vero e con un forte colorito tutto suo . Lontano dalla grandezza del primo non meno che d
e tragico quello di Radamisto nella tragedia che ne porta il nome: il suo Pirro è più grande ancora del Pirro della storia.
alvagio ambizioso e politico profondo si manifesta maestrevolmente il suo Catilina, benchè non a torto da Federigo II re di
attere incerto, e più d’uno lo reputerà stolto o maligno nel giudicar suo fratello. Stolto o maligno parimente (contro l’in
o appena ne 1718 anni 19 della sua etàb, quando scrisse e pubblicò il suo Edipo. Il pubblico l’accolse con applauso, e si r
cle, quello del Cornelio ed il proprio, o ciò che in una edizione del suo Edipo del 1729 scrisse contro La Motte. Ci basti
i al Cornelio, al Racine, al Crebillon, mostrando però ne’ tratti del suo pennello una maniera a se particolare. Non gli ma
ha soggiogata la sua passione, non ha rinunziato ad ogni speranza. Il suo amore persiste in tutto il vigore. Io mi volgo pi
Che mi ha egli fatto? ella ripiglia, e lo giustifica. Ecco intanto il suo disegno. Vado ad ubbidire, vado a trovar Nerestan
altro dramma francese che più felicemente ne’ tre ultimi atti vada al suo fine senza deviare e progressivamente aumentando
: ha preparata benissimo la venuta di Egisto, prevenendo l’uditorio a suo favore: ha giustificato come tratto di politica i
rouble il me jette! Son nom? parle, rêpons. Se egli avesse detto che suo padre si chiamava Narba, siccome ella sperava di
arba, siccome ella sperava di sentire, avrebbe in lui riconosciuto il suo Egisto. Ma egli dice che suo padre si chiama Poli
sentire, avrebbe in lui riconosciuto il suo Egisto. Ma egli dice che suo padre si chiama Policlete, e la reina torna a ved
dame, où voila ma victime. Egisto non ambiguamente ha manifestato il suo odio verso di lui. Barbaro, tiranno , l’ha chiam
clave où le maître. Ma Polifonte dovea dopo ciò persistere nel matto suo disegno? dovea conchiudere, t’aspetto all’altare,
fine pennellate il di lui ritratto, facendo che egli abboccandosi col suo gran nemico deponga la maschera e manifesti i gra
postore. Essi non hanno discordato dall’abate Giovanni Andres che per suo particolare avviso vorrebbe banditi dal teatro mo
di Zamoro e di Gusmano; Alzira senza volerlo muove Zamora a danni del suo rivale; Alzira dà il più vivace colore ed il cara
mbra del re Nino intento a vendicarsi di Semiramide per mano di Ninia suo figliuolo che ignoto a se stesso vive sotto il no
la Persia coll’insinuare per bene del pubblico sentimenti di pace al suo successore, e per la Grecia col mettere con bell’
cia col mettere con bell’arte le lodi de’ Greci in bocca dello stesso suo nemico. Ma l’ombra di Nino non ha altro oggetto c
he si vuole impedire un incesto; ma Semiramide non conosce Arsace per suo figlio, ed Arsace è virtuoso ed innamorato di un’
or non bastava di far loro sapere l’arcano? Il poeta si è perduto nel suo piano, e dà la più atroce idea della divinità. In
o del Crebillon, che egli in una epistola a mad. di Pompadur chiamò suo maestro . Quest’ultimo scrittore col Triumvirato,
gorose, sebbene vi si veggano varii tratti eccellenti del maestrevole suo pennello. Noi non abbiamo dissimulati alcuni dife
re la mano con sei dita in una figura di Raffaello; ma il tragico del suo pennello, l’espressione inimitabile, la maestosa
60 in Parigi, compose una Ifigenia in Tauride, nella quale immaginò a suo modo lo scioglimento. Fu molto bene accolta in te
senza scelta, le frequenti declamazioni sostituite alla passione. Nel suo Aristomene comparvero tali difetti più manifestam
menticate, per essere scritte in istile duro, inesatto, prosaico. Nel suo Spartaco verseggiato nella stessa guisa si osserv
ata ugualmente dal re e dal generale, il quale riduce agli estremi il suo rivale, ma penetrato di dolore dal di lui pericol
netrato di dolore dal di lui pericolo pentito dimentica che Eduardo è suo rivale, e si sovviene che è suo re. Quest’eroismo
icolo pentito dimentica che Eduardo è suo rivale, e si sovviene che è suo re. Quest’eroismo si applaudì in teatro, ma si cr
diventa eroico e virtuoso. L’autore ebbro del buon successo del primo suo saggio tragico volle ergersi a legislatore del te
l’autore gl’intelligenti a dispetto di una lettera ch’egli scrisse al suo maestro Voltaire, in cui amaramente satireggia i
r di moda sulle scene francesi, e profonde un torrente di encomii sul suo protettore. L’arbitro della letteratura francese
he gli scrisse, accennò con acutezza alcune indiscrete asserzioni del suo allievo pieno di boria, fingendo di approvarle; e
rimase al teatro. Voltaire gl’indrizzò un madrigale in occasione del suo Fanatismo. Poinsinet nato in Parigi nel 1735 trad
riuscì sulle scene, e non vi tornò a comparire. Più complicato fu il suo Gustavo Wasa composto nel 1733 che ebbe venti rap
quasi tutti i personaggi, non eccettuandosi il tiranno Cristierno col suo confidente. Ogni atto presenta un punto important
na? Belloy talmente si appropriò questo vanto che nella prefazione al suo Gastone e Bajardo se ne pavoneggia sino all’estre
a nausea un uffiziale come Bajardo mandare un biglietto di disfida al suo generale, ed accettarla costui preferendo un liti
ritirata è viltà (lâchetè) mancanza di valore; ed Avogadro diede del suo coraggio non dubbie prove, entrando a viva forza
mbra inescusabile. Belloy calunniandolo attribuisce ad un immaginario suo tradimento la morte che gli fu data, se non per n
iore. Egli punto non era reo, avendo soltanto seguito la natura ed il suo dovere.» Si descrive in seguito con tratti compas
ofittarsi di questo tratto istorico proprio del coturno narrato da un suo nazionale? Ma il Belloy intento a calunniare la n
illustri, perchè volle rendere interessanti il traditore Avogadro e suo figlio . Egli poi si accinge a discutere il fatt
qual diritto’ poi questo picciolo scarabbocchiatore di carta osò nel suo garbuglio tragico trattare il pontefice Giulio II
col dipingere Giulio subornatore di Bajardo esortandolo a tradire il suo re, mentre egli era in arme contro la Francia? E
atroci? E non è egli l’autore di Gabriela di Vergy? Non è francese il suo Fajele ed il più implacabile, il più vendicativo,
a di Medea che propone di avvelenar Teseo ad Egeo che ignora di esser suo figlio; l’artificio di Medea per giugnere al suo
che ignora di esser suo figlio; l’artificio di Medea per giugnere al suo scopo rendendosi vie più padrona del cuore di Ege
. Finchè io mi trattenni in Parigi l’autore avendo richiamato a se il suo componimento per ritoccarlo, più non curò di rend
col padre, credendo che le abbia destinato Montcassin, niun altro al suo avviso potendo meritare il titolo d’illustre. Giu
o palazzo; riceverete coll’usata sacra cerimonia Bianca dalle mani di suo padre. Atto IV. Il teatro cangia in una cappella
zo di Bedmar. Tutti lasciano Bianca, che ritornando in se domanda del suo destino, ed intende che Montcassin è ne’ ferri, e
i un mantello. Risolve di volere andarvi anch’essa, e divider seco il suo destino. Atto V. Il teatro rappresenta il luogo d
eli in questo punto che Montcassin è mio rivale? per cangiar forse il suo giudice in amante irritato? Il cuore di Capello è
ndotto dietro al fondo del teatro. Si giudica. Contarini pronunzia il suo voto di morte. Capello prima di giudicarlo reo vo
rini lo chiama a parte, e gli dice: io ben comprendo che se non foste suo rivale, punto non esitereste a punire quel trasgr
ell’Istituto Nazionale di Parigi. Piacque all’autore di abbigliarlo a suo modo. Diede da prima all’azione un lieto fine, fa
34 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 379-381
tener le parti di secondo amoroso. Entrò il’57-58 nella Compagnia che suo padre aveva formata in società con Luigi Aliprand
’60 con Prina e Asti, dai quali si sciolse per pagare alla patria il suo tributo di buon cittadino. Fece parte della secon
vi fu scritturato qual primo attor giovine. Ma il patetico non fu il suo forte : e se ben dalle beccate del suo esordire a
vine. Ma il patetico non fu il suo forte : e se ben dalle beccate del suo esordire al teatro di Cremona, passasse poi alla
ti-Bon (che il Bertini con sentimento di gratitudine profonda, chiama suo solo maestro), al fianco della Tessero e della Fa
35 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 786-787
se ; non faceva nulla ; discorreva : ma intanto il pubblico era tutto suo . Della vasta opera goldoniana fu un interprete va
esse a notar qualche pecca nell’arte sua. Tra tante testimonianze del suo valore e della sua gloria son degne di nota quell
nesto Rossi e di Tommaso Salvini. Il primo, recatosi una sera dopo il suo lungo esilio, al Carignano, ove recitava la Compa
al Carignano, ove recitava la Compagnia Reale, e richiesto del parer suo su di essa, rispose : « È senza dubbio una compag
ero. Al solo vederlo suscitava il buon umore, infondeva l’amenità del suo carattere nell’uditorio, e faceva fare buon sangu
36 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 343
ro, insieme ad Agostino Lolli, il Dottor Baloardo, che divenne poi il suo testimonio di nozze. Il Bendinelli si recò a Pari
Lemusnier, ha mosso querela contro Don Pietro Gazotti, prete modenese suo compatriotta, ch’egli conosceva da 6 anni, e in c
mo, pensò bene di affrontare il detto Gazotti e dirgli intero l’animo suo . Al che non fu il prete nè umiliato, nè confuso ;
on solo lo minacciò di morte, ma tentò anche di mandare ad effetto il suo triste proposito, servendosi di due sicarj, due s
37 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 676-677
ampardon mette erroneamente 1707). Si chiamò in teatro Thomassin come suo padre, ed esordì mercoledì 19 novembre 1732 alla
nto pel teatro, e, a perfezionarsi, lo consiglia di studiare e imitar suo padre che ha il potere di afferrare il pubblico a
diare e imitar suo padre che ha il potere di afferrare il pubblico al suo primo apparir su la scena. Sposò Maria Agnese Sim
ro, alla chiusura 3 aprile del '55. Il 4 settembre seguente fu data a suo beneficio una rappresentazione, che ebbe grande s
38 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 646-656
oi nel tribunale con rescritto del granduca Ferdinando, come ajuto di suo padre. Ma la Legge non aveva per lui alcuna attra
que persecuzioni, abbandonò Firenze e la Toscana, senza sapere ove il suo buon genio lo guidasse. E andò a Milano. Quivi l’
pediente della fuga, in cerca di una compagnia che lo accogliesse nel suo seno a qualunque costo ; e la trovò a Perugia. Le
chietto e vivo entusiasmo, giacchè allora, ad allargar la cerchia del suo repertorio, e ad acquistar nova gloria al suo nom
allargar la cerchia del suo repertorio, e ad acquistar nova gloria al suo nome, si diede alla interpetrazione e rappresenta
ttro balli, vide in un attimo, gli affari volti al male, perduto ogni suo risparmio, perduta per molti anni, volendo a ogni
sino all’ultimo centesimo agli assunti impegni, la maggior parte del suo stipendio, ch'era di 16,000 lire. La morte del
r. otium. agentes pec. conl. pos ob. offerita La bontà dell’animo suo fu quasi proverbiale. Certo a quella non corrispo
ovava vicina alla sua, si volgeva a lui per soccorso ; ed egli, se il suo dovere glie lo consentiva, accorreva subito, e co
tissimo, ed ebbe in ciò una rara potenza creatrice, perchè appunto il suo recitare non era di sole parole, ma scrutando con
rghi di lode al genio dell’artista furono gli stranieri. Il Byron nel suo diario, alla data del 6 gennaio 1821, a Ravenna,
ere ascoltata. Vestri che faceva il Burbero è un attore che non ha il suo simile. Egli non può mostrarsi senza essere subit
inora eran tedeschi, olandesi o inglesi. Nella vastità e varietà del suo repertorio eran da notarsi, come quelle che gli a
el Giglio in Lucca nella primavera dell’anno 1826, gli ammiratori del suo merito gli offerirono il seguente sonetto, la ser
39 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 484-498
uò passare. Povero Infante ! Non aveva da giorni avuto lo spesato dal suo capocomico. » Salvini Tommaso. Fratello del p
i, a fianco di Clementina Cazzola, che doveva poi essere la donna del suo cuore e la madre dei suoi figli. Il '57 va a Pari
cui son parti principali la Cazzola e la Piamonti, Alessandro Salvini suo fratello, Privato, Woller, Coltellini, Biagi ; si
cui scrivo (1903), egli crede di dare un addio alle scene a fianco di suo figlio Gustavo, recitando l’Otello, la Morte Civi
che pajan veri : a gli occhi manda l’anima dolente lagrime dolci nel suo dolce errore, e chi t’ode e ti mira, o Prode, il
dietro ! Nella polve lasciatelo : dinnanzi ad Arduino Re, quello è il suo trono. E il famoso : Spavento m’è la tromba di
olosso di ben altra specie, che il pubblico riguardava assai più come suo antagonista, che come suo emulo, lasciava a lui c
, che il pubblico riguardava assai più come suo antagonista, che come suo emulo, lasciava a lui con generosa sommessione la
irebbe ch'egli volle cader di proposito nell’opposta esagerazione del suo grande Compagno d’arte. Come sul suo petto non br
to nell’opposta esagerazione del suo grande Compagno d’arte. Come sul suo petto non brillò quasi mai una delle tante decora
i, pur di Firenze, lesse intorno al teatro del '500. L'ultimo e nuovo suo trionfo può dirsi oggi la lettura della miglior p
struzione gli ha fatto coniare una medaglia d’oro per solennizzare il suo sessantesimo anno di vita artistica. Quando un ar
tista in ben trenta rappresentazioni e nelle più importanti opere del suo repertorio, noi siamo certi di poter chiedere all
40 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 754-756
egli dovè cedere alla volontà imperante del padre che lo restituì al suo ufficio ; ma dopo un anno di prigionìa del corpo
in breve tempo mancò ai vivi, il 10 di maggio, non ancor compiuto il suo cinquantasettesimo anno di età. [http://obvil.gi
al servizio di S. M. il Re di Sardegna, dettò nel secondo volume del suo Teatro Italiano (Torino, Paravia, s. d.), e quell
a giusta e proporzionata figura univa un portamento nobile, mentre il suo volto imitava con una sorprendente facilità tutte
e e sul gesto, De Marini occupava moltissimo tempo per trasformare il suo volto, e bene spesso egli recavasi al teatro due
e dello spettacolo. Onde riuscire a diferenziare la sua fisionomia il suo volto fu sempre raso. Egli teneva nella sua tavol
to preparativo servivagli per un gesto, per un’occhiata. E mentre nel suo pensiero era tutto preparato, riesciva a far cred
mura, si domanda il perchè egli mettesse quel De al Marini che era il suo vero casato. Alcuni dissero che il facesse per no
41 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 294
ia ; e quivi apprese – dice Fr. Bartoli – alcune cose appartenenti al suo Mestiere, le quali poi con molta cura, ritornato
i voltò poi le spalle, non avendo egli alcuna novità per allettare il suo pubblico. Vecchio, povero, malazzato, si recò nel
lfo Bartoli, dallo spoglio fatto nelle notizie, più volte citate, del suo omonimo, dà l’elenco di alcune delle personne che
42 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 276
quel posto, ammirato e acclamato, al fianco de' migliori artisti del suo tempo, e scritturato da' migliori capocomici, qua
ormai sconosciute alla presente generazione. La modestia, più che il suo intrinseco talento artistico, lo arrestò nel suo
modestia, più che il suo intrinseco talento artistico, lo arrestò nel suo cammino, il quale avrebbe potuto essere più glori
43 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 361
rale di Sassonia Giovanni Giorgio III, ch'egli aveva accompagnato nel suo viaggio in Olanda, nacque il 1600. Federigo Augus
oglie Caterina, di cinquantotto anni, sua figlia Maria di diciotto, e suo figlio Giovanni che tanta importanza s’acquistò p
esda, ove morì del 1753, di ventidue. Tommaso Ristori aveva — dice il suo passaporto d’allora, tuttavia esistente — i capel
44 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 610
otti a fianco della Pedretti, di Calloud, Diligenti, Piccinini ; e il suo esordire fu coronato da tal successo, che al terz
parti di non minore importanza. Sposò il '69 Ada Lucidi, figlia di un suo zio materno, e il '71 andò in America scritturato
Gaspare Lavaggi, ammalato, e ne condusse l’anno dopo la Compagnia in suo nome. Fu di nuovo e per un triennio con Salvini,
45 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 556-560
pubblicamente nel largo della Piazza di Castello a Napoli, fatta nel suo banco una scena, vi faceva recitar da dieci perso
pro, che era contravveleno ? E Giovanni Tabarini di Venezia diede col suo casato il nome alla famosa maschera del Ponte Nuo
ervo del Ciarlatano Mondor, sotto la quale si celava Giovanni Salomon suo socio ? O essa, ignara pur anco dell’esistenza de
e del Tabarino del Ponte Nuovo ? Secondo lui, riferito dal Petrai nel suo Spirito delle maschere, egli era il bastardo di
palco sulla piazza del Delfino…. Tabarrino finì in modo tragico. Il suo palcoscenico l’aveva arricchito ; i lazzi che per
 ; facendo sopr'a tutto sbellicar dalle risa colle trasformazioni del suo cappello di feltro bigio a punta, al quale, nelle
arini ? E, fosse pur di Zanni, com’è a supporre, lo rappresentava col suo nome di casa o con un nome di teatro ? Nè anche a
46 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 954-957
io. Però nel 1633, quarantesimo quinto dell’età sua, ne fu stampato a suo onore il ritratto, che fu inciso da Agostino Cara
opolo, che affollato fermavasi ad ascoltarlo. Dopo recar faceva da un suo domestico un gran Valigione, dicendo di tenere iv
n ragionamento variato, e dilettevole, cavando prima dal valigione un suo figliuolino maggiore (Scappino), dicendo : eccovi
le 1611 il figlio Scapino al Duca di Mantova, dice che il Siuello era suo amorevole. Ma s’egli viveva nel 1633, come mai il
veva nel 1633, come mai il Caetani scriveva l’ ’11 che il Siuello era suo amorevole ? Nella biblioteca dell’università di B
. Zan FROGNOCOLA con Madonna GNIGNIOCOLA Alla Bergamasca Con il suo Baletto alla Romana, & altre Bizarie, Compo
47 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO V. Tragedia Francese nel secolo XVIII. » pp. 75-133
ppresentazione a riserba di Virginia e di Pompea le quali caddero; il suo Andronico ed il Tiridate restarono al teatro. Ma
un’ Ipermestra: La Fosse che della Venezia salvata di Otwai formò il suo Manlio Capitolino trasportando agli antichi Roman
mpre ben accolta dal pubblico; nè è da dubitarsi dell’ asserzione del suo autore che niuna tragedia dopo il Cid siasi rappr
on certo terrore tragico assai più vero e con un forte colorito tutto suo . Lontano dalla grandezza del primo non meno che d
e tragico quello di Radamisto nella tragedia che ne porta il nome: il suo Pirro è più grande ancora del Pirro della storia:
lvagio, ambizioso e politico profondo si manifesta maestrevolmente il suo Catilina, benchè non a torto da Federigo II re di
ttere incerto, e più di uno lo reputerà stolto o maligno nel giudicar suo Fratello. Stolto o maligno parimente (contro l’in
el 1718 anni diciannove della sua età34, quando scrisse e pubblicò il suo Edipo. Il pubblico l’accolse con applauso e si re
ocle, quello di Cornelio ed il proprio, o ciò che in una edizione del suo Edipo del 1729 scrisse contro M. de la Motte. Ci
i al Cornelio, al Racine, al Crebillon, mostrando però ne’ tratti del suo pennello una maniera a se particolare. Non gli ma
ha soggiogata la sua passione, non ha rinunziato ad ogni speranza. Il suo amore persiste in tutto il vigore. Io mi volgo pi
Che mi ha egli fatto? ella ripiglia, e lo giustifica. Ecco intanto il suo disegno: vado ad ubbidire, vado a trovar Nerestan
altro dramma francese che più felicemente ne’ tre ultimi atti vada al suo fine senza deviare e progressivamente aumentando
: ha preparata benissimo la venuta di Egisto, prevenendo l’uditorio a suo favore: ha giustificato come tratto di politica i
le il me jette! Son nom? Parle: répons. Se egli avesse detto che suo padre si chiamava Narba, siccome ella sperava di
arba, siccome ella sperava di sentire, avrebbe in lui riconosciuto il suo Egisto. Ma egli dice che suo padre si chiama Poli
sentire, avrebbe in lui riconosciuto il suo Egisto. Ma egli dice che suo padre si chiama Policlete, e la reina torna a ved
idare un innocente in vece di un reo, ma il figlio stesso in vece del suo uccisore. Se l’armatura apparteneva all’ucciso, l
me, où voila ma victime? Egisto non ambiguamente ha manifestato il suo odio verso di lui. Barbaro, tiranno, l’ha chiamat
ave ou le maître. Ma Polifonte dovea dopo ciò persistere nel matto suo disegno? dovea conchiudere: t’aspetto all’altare,
ve le ultime fine pennellate il di lui ritratto, facendo che egli col suo gran nemico deponga la maschera e manifesti i suo
di Zamoro e di Gusmano; Alzira senza volerlo muove Zamoro a danni del suo rivale; Alzira dà il più vivace colore ed il cara
mbra del re Nino intento a vendicarsi di Semiramide per mano di Ninia suo figliuolo che ignoto a se stesso vive sotto il no
la Persia coll’ insinuare per bene del pubblico sentimenti di pace al suo successore, e per la Grecia col mettere con bell’
ia col mettere con bell’ arte le lodi de’ Greci in bocca dello stesso suo nemico. Ma l’ ombra di Nino non ha altro oggetto
he si vuole impedire un incesto; ma Semiramide non conosce Arsace per suo figlio, ed Arsace è virtuoso ed innamorato di un’
or non bastava di far loro sapere l’arcano? Il poeta si è perduto nel suo piano, e dà la più atroce idea della divinità. V
sio e del Crebillon ch’egli in una epistola a mad. di Pompadur chiamò suo maestro. Quest’ultimo scrittore col Triumvirato,
gedie meno perfette e vigorose, sebbene vi si veggano varj tratti del suo pennello maestrevole. Noi non abbiamo dissimulati
are la mano con sei dita in una figura di Raffaele, ma il tragico del suo pennello, l’espressione inimitabile, la maestosa
senza scelta, le frequenti declamazioni sostituite alla passione. Nel suo Aristomene comparvero tali difetti più manifestam
dimenticate, essendo scritte in istile duro, inesatto, prosaico. Nel suo Spartaco verseggiato nella stessa guisa si osserv
mase al teatro, e Voltaire gl’indirizzò un madrigale in occasione del suo Maometto. Poinsinet nato in Parigi nel 1735 scrit
a! Belloy talmente si appropriò questa gloria che nella prefazione al suo Gastone e Bajardo se ne pavoneggia fino all’estre
a nausea un uffiziale come Bajardo mandare un biglietto di disfida al suo generale sul punto di darsi una battaglia, ed il
ritirata è viltà, lâcheté, mancanza di valore; ed Avogadro diede del suo coraggio non dubbie pruove entrando a viva forza
mbra inescusabile. Belloy calunniandolo attribuisce ad un immaginario suo tradimento la morte che gli fu data se non per na
liore. Egli punto non era reo, avendo soltanto seguito la natura e il suo dovere”. Si descrive in seguito con tratti compas
ofittarsi di questo tratto istorico proprio del coturno narrato da un suo nazionale? Ma Belloy intento a calunniare la nazi
i illustri, perchè volle rendere interessanti il traditore Avogadro e suo figlio. Egli poi si accinge a discutere il fatto
Di qual diritto poi questo picciolo scarabocchiatore di carta osò nel suo garbuglio tragico trattare il pontefice Giulio II
dipingere Giulio come subornatore di Bajardo esortandolo a tradire il suo re mentre egli era in arme contro la Francia? E c
oro. Come principe e come politico chi può rimproverargli l’amore del suo paese? Ultimamente nella prefazione il Belloy imp
atroci? E non è egli l’autore di Gabriela di Vergy? Non è Francese il suo Fajele ed il più implacabile, il più vendicativo,
48 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Di Milano, il dì 28 agosto 1620. » pp. 140-157
qualche poesia, non del tutto sprezzabile, come il presente sonetto a suo marito. Cigno felice, che spiegando i vanni, var
morte aura vivace. Allude alla tragedia Florinda, scritta per lei da suo marito, e da lei recitata con grandissimo plauso
III.ma vengo con questa mia a farle riverenza, cosi fa Gio. Battista suo servo, ambidue con ogni affetto pregandola a tene
ua alterigia et frenesia nell’ amor di Cintio, invero con grandissimo suo obrobrio. Udrà V. S. sopra di questo cento ottave
Per tanto, caro il mio Sig.re, procuri con l’ Altezza Sereniss.ma del suo Signor Padre, ch’ io al partir di Torino (durando
ano, non mai stanca di giovare a Florinda ; cosi fa Gio. Batta, servo suo , et da N. S. le auguriamo il colmo dei suoi altis
o qualche volta, obbiettare, se la povera Virginia fu, dietro comando suo , costretta a raggiungere a Torino la Compagnia de
licava il Duca a mettere riparo a tanto sconcio : nè lo supplicava in suo nome soltanto, ma a nome anche di alcuni colleghi
molto probabile, tanto più che a questa, sposa onesta e fedelissima a suo marito (« per quanto addetta al servizio del Duca
er quanto addetta al servizio del Duca Vincenzo, non faceva parte del suo harem riservato…. » A. Ademollo, La bell’ Adriana
è, rade Sono le penne, che di lei pietade Non mostrino, scrivendo il suo dolore. Ma che ? se da mortal corpo se ’n uola L’
guardi Acutissimi dardi ; Ma uolto nel mirar tanto soave, Che tal nel suo bel regno Amor non haue. Quel sì pregiato FIORE,
ime parole. V’hanno versi per la Pazzia di Florinda, ve n’hanno Pe’l suo vestirsi da uomo, Pel suo meraviglioso modo di ca
per la Pazzia di Florinda, ve n’hanno Pe’l suo vestirsi da uomo, Pel suo meraviglioso modo di cantare e di suonare. Le poe
fior l’homaggio ; Che forse di Parnaso a’ i colli aprici Produrà nel suo auttun frutti felici. Al proposito poi dell’
h’ apron vermiglie il rugiadoso seno ; s’egli avvien che propinquo il suo candore spieghi giglio gentil fiorito appieno, fa
ch’essa da alcuni anni ; ed essendo di fresca età e vistosa, oltre il suo valore nell’arte del teatro, pensò Gio. Battista
pensò Gio. Battista di passar seco alle seconde nozze. Spiegatole il suo desiderio, ella di buona voglia v’acconsentì, e f
ata, et voleva mandar per una carozza per venirsene a Mantova, quando suo suocero con suo compare, et il Moiadé nostro port
andar per una carozza per venirsene a Mantova, quando suo suocero con suo compare, et il Moiadé nostro portinaro corsero a
ole : Le stratageme et persecucioni che me vengono dalla Florinda et suo marito et i mali trattamenti loro sono così grand
tanto è difforme. Dopo la quale dichiarazione, al solito, imitando il suo egregio avversario, aggiunge paurosamente : sopra
va farlo assassinare ; onde Maria de’Medici chiedeva in una lettera a suo nipote il Cardinal Duca di Mantova, protezione e
49 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 361
soli diciott’anni diventò la prima donna assoluta della Compagnia di suo padre, nel qual ruolo ebbe applausi e onori e gua
a rivoluzione. Fu sposa di Luigi Lancetti, veneziano, che recitava al suo fianco le parti dell’amoroso, e tornata in Italia
re città principali, e nel 1813 Luigia, a soli quarant’anni, diede il suo addio al teatro.
50 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 56
anch'io qui, come chiusa, il sonetto del Bartoli, che è alla fine del suo articolo. Bravo Comico in Scena, e bravo in Piaz
ventor di Fole ; ed in Teatro e fuori ei può che vuole con il talento suo , che ogni altro ammazza. Convien pur dir, ch'ei
nino ognun già chiama : famoso nell’astuzia anco più ardita ; onde in suo onor suona per tutto fama.
51 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 447-448
lvolta confusa, e meglio usar della voce talvolta velata. Al pari del suo collega Ciro Galvani, benchè in altro modo, egli
do, egli unisce a questa del comico l’arte del disegnatore. Il genere suo preferito è la caricatura, e in moltissime, speci
specialmente del Novelli, egli ha mostrato tutta la pieghevolezza del suo ingegno.
52 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 263-265
sentato al pubblico dal padre Salvatore, come il Pantalone Rubini dal suo predecessore Gio. Batta Garelli. Toltasi il vecch
i era andato a seder, come al solito, nel corridojo sul quale dava il suo camerino. Colpito d’apoplessia fulminante, cadde
il primo specialmente, concedevan ch'ei desse commedie loro sotto il suo nome. L'opera del Petito non regge d’avanti alla
e gl’interessamenti ; così le volgari stupidaggini della commedia, il suo difetto d’umanità, di nesso logico, di spirito, e
e nostri e forestieri si occupò della origine della sua persona e del suo nome : in taluni prevalse l’idea che la maschera
53 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 889-912
comica in Francia, nacque a Napoli il 9 novembre del 1608. Secondo il suo biografo Angelo Costantini, egli sarebbe figlio d
l 1660 : ma v’è errore evidente ; poichè dall’atto di battesimo di un suo figliuolo, pubblicato dallo Jal, risulta che il ’
e anni, era di pessimo umore, e nulla poteva calmar le sue grida e il suo pianto. Scaramuccia ebbe l’animo di dire alla Reg
importunato ogni tre giorni, e perchè dice per tutto Parigi che è il suo figlio che l’ ha fatta levare e rinserrare, e che
ono dietro col detto vecchio che dice per vivere per due soli mesi al suo figlio, che si ritirerà in una camera guarnita, e
mi danno non poco da fare. 3 settembre 1685. – Anche Scaramuccia col suo figlio mi fanno ammattire ; trotto, galoppo, veng
a. Questo volentieri lascerebbe il padre che facesse e disfacesse del suo tutto quello che volesse, se li desse il denaro p
aledice chi gli ha fatto levare la sua donna, che quello che diede al suo figlio fu un poltrone che non lo seppe finire, ch
zzero e datone l’ordine ; che non vuole venga a Firenze a mangiare il suo . A questo li risposi che non ho mai creduto che a
lettera a S. Altezza nella quale li dirà tutte le pessime cose che fa suo figlio ; io li risposi che quello mi diceva a me
le che io sia stato quello che le prese perchè non avevo mai visto il suo segreto ne dove fossero le chiavi ; et se è vero
uello si è potuto fare è stato che dia 60 scudi al figlio per fare il suo viaggio in Italia, ma come non ha volsuto pigliar
uccia acciò paghi al sig. Carlieri le 20 mila doppie di Spagna per il suo figlio, il quale partì sabato per il Cocchio d’Ar
per accomodare i suoi affari e per vivere 20 giorni fuori di casa di suo padre, si che anco a questo è bisognato farli dar
ontro di lui, perchè non l’ha visto e dice che vuol lasciare tutto il suo alla sua donna. Adesso che la Granduchessa ha le
sia bestialità, e poi egli è innamorato e tanto basti. Il Fiorilli al suo arrivo informerà V. S. III.ª di tutto. 22 ottobr
et ostinato, e per due volte gli ho discorso di volersi intendere col suo figlio adesso che è lontano, ma non c’ è stato po
; mi manda qualche lettera che piglio perchè le credo di servizio del suo sig.r figlio. Mi dissero a giorni passati in casa
o stesso Fiorilli dà del figliuolo, e per la data che vi troviamo del suo ritiro dalle scene. A ottantadue anni adunque egl
ti nove mila franchi che aveva a l’[o]tel de villa per agiu[s]tare un suo abicioso interese d’una carica conpra se[n]ca che
e questa lite è un anno che continova con (parola inimelligibile) del suo procoratore ed ora per la stesa causa mi a camato
o riceuto da V. S. Ill.ma in Pariggi e la suplico di continovarmi il suo afetto e patrocinio. Parigi li 3 Marco 1692. Tib
esercitasse. E perchè per l’ amor grande che li portavo li fece in el suo matrimonio donacione dopo la mia morte e li fu ve
vo la cortesissima di V. S. Ill.ma de li 16 Magio e in esa conosco il suo continovo afetto. Ora dò parte a V. S. Ill.ma com
to e derubato. Tiberio Fiorilli offrì colla sua vita avventurosa, col suo valor teatrale, e il suo spirito spontaneo materi
orilli offrì colla sua vita avventurosa, col suo valor teatrale, e il suo spirito spontaneo materia a scrittori ed artisti
mai altro che capitano, mentre in Francia fu d’ ogni cosa un poco. Il suo carattere è di essere spavaldo insieme e pauroso.
rduto la causa, non doveva dunque avere il cuor molto tenero verso il suo glorioso avversario. Ma ecco la testimonianza che
moglie di Cosimo III de’Medici. 7. Ferdinando, Principe ereditario, suo figlio. 8. Luigi XIV.
54 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Tramezzi. » pp. 68-88
olo altri che Giuseppe Cañizares sebbene motteggiato da’ satirici del suo tempo come cattivo verseggiatore. Seguitando il s
riccio di voler fare esperienza di Leonora a lui promessa, e prega un suo amico che è di lei occulto amante, a fingere di a
uattordici, ed ha atterrate tre altre mogli. Ella amava un giovanetto suo uguale che era andato in Madrid, e per vincerla l
o tre settimane arriva l’amante e trova Isabella sposata a Don Rocco suo corrispondente, in casa di cui viene ad albergare
armente per le seguenti cose: per le piacevoli scene di Don Rocco col suo domestico Muñoz; per quelle d’Isabella col suo am
scene di Don Rocco col suo domestico Muñoz; per quelle d’Isabella col suo amante, e spezialmente per la 12 dell’atto I, e l
mente per l’aringa eccellente d’ Isabella, in cui svela i secreti del suo cuore al marito, detesta l’ inganno del tutore, a
hiara e la vera bontà di Agnese, perchè quella, per discolparsi di un suo errore, all’arrivo di suo padre prende il linguag
gnese, perchè quella, per discolparsi di un suo errore, all’arrivo di suo padre prende il linguaggio melato degl’ ipocriti
n cui si prepara lo scoglimento colla mutazione che fa un parente del suo testamento. Egli volea lasciar Chiara erede del s
fa un parente del suo testamento. Egli volea lasciar Chiara erede del suo , ma sapendo che si faceva religiosa, fa la sua di
tana, viva infelice, sappia a quante disgrazie la soggetta il pessimo suo procedere. Ma Agnese in questa guisa esprime i be
ro Degli oppressi non scemi. Oggi assicuri Legittimo contratto in suo favore Quanto a lei cedo: un generoso amplesso
o in suo favore Quanto a lei cedo: un generoso amplesso Del padre suo i dubbj miei disgombri, E a tutti il suo perdon
eroso amplesso Del padre suo i dubbj miei disgombri, E a tutti il suo perdon renda la calma. Deh piaccia al ciel, cug
viandanti mal capitati, quando non si trovavano di giusta misura pel suo letto28. 24. Si lodano due commedie di questi
i stesso ridicolamente millanta, ha di V.S. trionfato nel Prologo del suo Teatro) ultimamente ha composta una Loa che si ra
55 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 938
rina Landi una Fortunati ? O il nome di Fortunati ebbe la Lucrezia da suo marito ? Fortunati Domenico. Egregio comico per
al che piuttosto s’ebbe nome di Domenico Sfortunato. Come saggio del suo stile, riferisco io pure il sonetto recitato da T
gesta il fortunato impegno. L’orrida Fellonia, l’ingiusto sdegno Nel suo sangue lasciò l’aspre memorie ; Sono vostre però
56 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 933-934
fu comunemente appellato, e si venne quindi a perdere la memoria del suo vero nome. In alcune commedie ridicole, e dove la
molto vasta, era divisa in più compartimenti. Ciascuna donna aveva il suo nicchio separato da coltrine. Avevano fatto un bu
si istrumenti, e si canta molto. La cameriera confidente rapivami col suo canto, e guardandola attentamente, facevami una s
ali che se le presentano, e vuol gettare la cameriera nella tomba del suo caro gattino. Tutti prendono la parte della camer
olitano. Probabilmente egli assunse il nome di Florindo, lasciato dal suo concittadino, Domenico Antonio Parrino, innamorat
57 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 147-149
ore pe'l teatro gli si andò sviluppando a grado a grado, e, quando il suo ufficio gliel comportava, stava inchiodato alle q
alle quinte, pendendo dalle labbra degli artisti, e specialmente del suo padrone. Ora accadde che una sera il Ferri, a ora
dice la cronaca che il servo si mostrasse assai più in carattere del suo padrone. Da quella sera cominciò la vita artistic
erò gli altri artisti. Regolari ed espressivi furono i lineamenti del suo volto, vivi gli occhi e nerissimi, proporzionate
sipario, egli rimaneva come stupito e fuori di sè, e visibile era il suo sforzo per passar da quella esistenza creatasi co
, del quale artista sarebbe ingiustizia non promulgare soprattutto il suo ardente zelo nelle parti che esprimono affetti e
58 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 130-141
e, che accrebber nuova fama all’artista già famoso. La robustezza del suo petto era tale, ch'egli potè a sessantacinque ann
lasciar le scene per darsi alla vita tranquilla della famiglia. Ma il suo riposo non durò che sei anni. Costretto dalla sor
no preluse a quella del '48, egli, chiamato a soccorrer la patria del suo braccio e del suo nome, tutto abbandonò e sacrifi
a del '48, egli, chiamato a soccorrer la patria del suo braccio e del suo nome, tutto abbandonò e sacrificò, come nel '31 ;
distruggendo la casa e la terra ch'egli aveva in Treviso, frutto del suo ingegno e delle sue fatiche. Esiliato dalla Lomba
estarne il precipitoso decadimento, riprodotta poi dal Bertolotti nel suo studio sul Moncalvo. V. Gustavo Modena e l’arte s
ser asino ? Lo son tutti. Il Battaglia vuol fare una compagnia per il suo teatro Re ; ma in questa io non entro per nulla.
pagnia, se egli avesse trovato i duecento sovventori che chiedeva nel suo prospetto stampato ; non li ha trovati ; ed io mi
sensi della mia riconoscenza per l’onore che mi ha fatto di nominarmi suo Socio corrispondente. Mi è poi di grandissima com
dal Deputato Modena. Modena scattò in piedi, rosso in viso contro il suo solito, tremante, schizzando fuoco dagli occhi :
te a questa indegna commedia di Palazzo Vecchio. Guerrazzi, dal suo banco ministeriale, pallido, terreo, mandando lam
figliastro dell’amore, corrodendogli le cartilagini nasali deformò il suo volto, ch'era nobilissimo, e alquanto fessa rese
hiuse le sue rappresentazioni nel Teatro di Palma, intitolato poi dal suo nome. No – non è l’oro l’idolo, a cui sacra gl’i
orse l’industre artefice di questa nova gloria era presago, quando il suo circo immaginò sì vago. Or nobil premio all’opera
59 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 663
64-'66 al Fondo di Napoli con Majeroni, il '67-'69 nella Compagnia di suo marito in società con Pezzana, il '70 in altra in
riboni, ov' io l’ebbi ottima compagna, l’ '80 in Compagnia sociale di suo marito, e l’ '81 e l’ '82 con Emanuel. Entrato po
ai si è stabilita, paga della vita di pace che s’è venuta creando col suo ingegno e colla sua bontà.
60 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 680-681
a a una perdita di 4000 ducati, cagionatagli da false speculazioni di suo figlio. Tutti ebbero del suo valore artistico un
i, cagionatagli da false speculazioni di suo figlio. Tutti ebbero del suo valore artistico un grande concetto, e più specia
audire, ma egli studiava poco, non sapeva le parti, e però mancava al suo còmpito.
61 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 674-675
a parrocchia, assistito da 44 preti, in presenza d’Innocente Collalto suo fratello e di suo genero che firmarono Innocente
stito da 44 preti, in presenza d’Innocente Collalto suo fratello e di suo genero che firmarono Innocente Collalto e Felix G
collera, della gioia a traverso una orribile maschera nella quale il suo ingegno superiore aveva saputo trionfare. Nè si s
lto, non la cedeva all’autore. Modesto, semplice, disinteressato ; il suo candore domandava grazia all’ invidia. Scrupoloso
sfacimento lento e doloroso. I suoi figli che non han lasciato mai il suo capezzale, se lo son visto morir tra le braccia.
62 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 691-696
retti. Passò quindi nella Compagnia Bellotti-Bon e Marini, diretta da suo zio Cesare, in qualità di seconda amorosa ; fu su
ubblico la commozione mia, li accetto. » Di qui la grande varietà del suo repertorio : accanto a Hedda Gabler, Suor Teresa 
ogna. Certo : Italia Vitaliani non è melliflua. Ella, consapevole del suo valore, irrigidita nello sforzo costante di una m
onaggio, la secca, essa lo dimostra ; quando un lavoro, sottoposto al suo giudizio, le spiace, essa lo dice, senza perifras
e bontà dell’animo o per altre considerazioni, cerca di nascondere il suo pensiero o velare le sue impressioni, esiste allo
63 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 684-685
dò formando da sè una sana istruzione. Cominciò a esercitar l’arte di suo padre con infime parti fino a’ 17 anni ; compiuti
atria di lei ; donde poi si restituì alle scene, formando società con suo padre e Nicola Vedova. Fece parte poi qual primo
volumi, uno di ricordi della sua vita, uno di notizie de’ comici del suo tempo, tuttavia inediti. Quanto alla recitazione
altri preponderanza. E prima aveva detto che era eloquentissimo quel suo sguardo dei grandi e grossi occhi di color grigio
64 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1060-1062
limi chiostri, brillar, gelar fa il sangue entro le vene. Suscita col suo dir gioje e terrori ; pronuncia ad un sol cenno e
nno e pace ed ira ; sveglia con un sol guardo odj ed amori. Mosso dal suo voler, l’altrui s’aggira ; e mentre a’ moti suoi
a e l’Angiola ; e vanno dal ’77 al ’91. La Duchessa di Parma scrive a suo fratello, il Principe Rinaldo d’Este, il 16 april
Ranuccio Farnese in persona al Duca di Modena che la voleva con Lelio suo marito per mandare a Londra. V’è un ordine di pag
65 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 280-281
recedenti, nato a Roma il 1827, fu il più forte artista brillante del suo tempo. Cominciò giovanissimo a recitar nella Comp
gli occorreva più spedir l’ elenco della Compagnia a'vari teatri : il suo nome era più che sufficiente. A un colpo di tosse
ossibile, poichè in tutte egli fu eccellente. Talvolta anche uscì dal suo ruolo, come ad esempio, nella Satira e Parini del
Colla mia destrezza sostengo persino la Dreoni, che viene salutata al suo comparire ; Salvini furoreggia ; ma con la debita
66 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO IV. LIBRO V » pp. 67-93
ipitazione di sua madre che apdena passato un mese dalla morte del re suo marito che tanto l’amava, si è congiunta in matri
hio Polonio. Laerte prende congedo da sua sorella Ofelia e da Polonio suo padre, vecchio cicalone che con molte parole scag
o moralizza a lungo. Appare il Morto. Amlet gli domanda, se sia Amlet suo padre, e perchè dal sepolcro torni a vedere i rag
più ingiusto e il più fraudolento . . . . .” Il Morto racconta, come suo fratello innamorato della moglie e del regno suo,
Morto racconta, come suo fratello innamorato della moglie e del regno suo , lo fece avvelenare mentre dormiva nel giardino v
antz, i quali d’ordine reale gli parlano per leggere nell’interno del suo cuore. Il discorso passa in seguito su i commedia
sta riflettendo al potere della rappresentazione, per cui un attore a suo grado dirige gli affetti, trasforma il volto, pia
a regina dopo la rappresentazione, per tentare di trargli dal seno il suo secreto. Polonio si esibisce ad ascoltar occulto
ppresenta la scena da lui aggiunta, tenga egli l’occhio attento su di suo zio; l’esamini con ogni cura; dice che egli farà
nio col regicida. La regina confusa, compunta, abbattuta, confessa il suo torto, e lo prega a più non dire. Esce il Morto v
. . . qual pallida luce esce da lui! Ahi di me! la sua presenza e il suo dolore basterebbe a commuovere le stesse pietre.
Le dà poscia sani consigli per separarla a poco a poco dal colpevole suo nuovo sposo . . . Di poi ripigliandosi le dice, c
ccia; ed ironicamente le insinua di tosto recarsi a lui, di porsi nel suo letto, e fralle sue braccia di scoprirgli che la
te. Entra Laerte pieno di furore con disegno di vendicare la morte di suo padre, che ha cagionata anche la follia di Ofelia
si uniranno insieme cercando entrambi ogni più opportuno sollievo al suo dolore. Partono. Esce Orazio, cui due marinai pre
rn egli entrò leggermente, e s’impossessò delle loro carte, tornò nel suo camerino, aprì i dispacci, e scoprì il tradimento
e, egli è pronto. Amlet confessa ad Orazio di sentir qualche cosa nel suo cuore che l’affanna. Orazio vorrebbe dissuaderlo
col disordine della sua ragione. Laerte ed Amlet prendono ciascuno il suo fioretto, e si dispongono all’assalto. Il re ordi
di tante stragi”. “Aml. Questa punta è avvelenata? E bene faccia il suo effetto . . . Trafigge il re. . .” Amlet muore. T
67 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE II — LIBRO X ed ultimo » pp. 161-344
ab. Angelo Dalmistro la di lui Rodoguna: l’avvocato Luigi Bramieri il suo Pompeo: il nobil uomo Francesco Gritti con garbo
urriferite tragedie l’autore ha voluto presentare all’Italia un nuovo suo teatro tragico meglio congegnato, che esige nuove
bodoniani. Prese in prima per mano l’Adelinda, e adattandola al nuovo suo sistema ebbe il piacere che si rappresentasse con
implorar il perdono in prò della sua rivale. Imperocchè l’energia del suo carattere che non mai si smentisce, le sue furie
sì per la parlata di Romeo, che candidamente esprime i sentimenti del suo cuore agitato e i disegni senza paventar del tira
losia e di amore estremo pel marito, che forma la tinta imperiosa del suo carattere, vuol salvarlo ad ogni modo; e credendo
scioglimento, che che ne abbia detto il Cesarotti, non tutti sono del suo avviso; non solo pel genere di morte, ma perchè n
compassione un’ empia adultera che di propria mano trucida un gran re suo marito ed obblia i suoi figli per assicurarsi il
i da che Ifigenia fu sacrificata in Aulide, l’accoglie, e l’immola al suo furor vendicativo. Prima di chiudere la classe de
iano Lorenzini e da Orsola Maria Neri bolognese. Egli che insegnò col suo esempio l’arte di congiungere felicemente nella p
mor rispettoso, oltre l’uso della sua nazione, la mano, e le offre il suo scettro. Osta al suo amore la fede e la tenerezza
l’uso della sua nazione, la mano, e le offre il suo scettro. Osta al suo amore la fede e la tenerezza che Ormesinda serba
la tenerezza che Ormesinda serba a Consalvo già destinatole sposo da suo padre. Questo sposo credendola morta precipitata
da viva, teme che veduta da Consalvo possa egli vacillare ad onta del suo voto, e tenta di evitar l’incontro dei due, ma no
lfonso che trova viva la figlia, e le fa sapere che più non può esser suo Consalvo, perchè tra essi       Voto solenne I
chiudano in carcere. Ormesinda altro non potendo palesa che Alfonso è suo pae che l’altro è il suo sfortunato amante. Album
sinda altro non potendo palesa che Alfonso è suo pae che l’altro è il suo sfortunato amante. Albumasar irritato per le reti
oso della figlia; ed ella che vede in Fernando un grande appoggio del suo partito e un valoroso e virtuoso cavaliere, sacri
guainata vuole impedirlo, e nel dirizzarsi a Rodrigo lo riconosce per suo padre; si confonde, si umilia, pugnando nel suo c
rigo lo riconosce per suo padre; si confonde, si umilia, pugnando nel suo cuore il rispetto di figlio con l’amor di marito;
tto le spade Aragonesi. Enrico rappresenta al generale il pericolo di suo figlio insieme con la sposa; vuol liberarli; Rodr
Anagilda, e Ramiro lo dissuade: e la settima, dove Anagilda palesa al suo amante di essere già sposa di un altro, che non i
o in questi ultimi anni dall’illustre sig. principe di Caposele Lagnì suo autore. La Merope poi dell’insigne marchese Maffe
, Ma sol cieco eseguirle. Questa massima non è punto evidente. Al suo dire dunque, se le leggi per le circostanze de’ p
sogno narrato da Corradino (scena 2. del II) quanto poco si confà col suo valor maschile e coll’aspetto della vicina morte
ra volta l’interruppe. Racconta Erbele di essere stata mandata dal re suo padre al re di Granata, e la confidente va tratto
cendo, che seguì d’appresso? (e dir voleva che seguì di poi). Gerbino suo amante venne a combattere i legni che la conducev
a Granata, intanto che altri di loro trucidano una donna coperta del suo manto reale sugli occhi di Gerbino che lei creden
stretta dal padre alle nozze di lui, ma che ella conserverà sempre il suo ardore, perchè. Non mai si estingue in nobil co
dopo quel notturno illecito abbracciamento, dopo di avere stretto al suo bianco seno un amante, baciatolo, e concesso al f
le nozze sono meri contratti civili? Erra poi Gerbino nel dire che il suo ferro si tinse nel sangue Del Tunesin sugli occ
’egli liberato per qualche modo. Ma Gerbino sovvenendosi di Guglielmo suo avo, per voler fuor di luogo imitar l’espressione
o. Comincia, è vero, in tuono famigliare ed alla sua condizione ed al suo sesso corrispondente, ma poi quella mora si affib
in figure rettoriche, e manifesta l’autore. Fra i quaranta versi del suo racconto, havvene ventiquattro, ne’ quali si desc
. Nè in questa scena il virtuoso Gerbino lascia di dire che l’estremo suo Fiato accorrà quella leggiadra bocca In cui
he giugne per domandar grazia per lui al re. Gli espone come egli col suo decreto va in Gerbino a schiantar il germe della
i premette un discorso al Lettore, in cui l’autore esalta i pregi del suo componimento e aringa diffusamente contro del Cor
bba essenzialmente esser nazionale nella Poetica di Aristotile, o nel suo comentatore Eustazio, o in Teofrasto, o in Demetr
indemonte? IV Sostiene in fine che l’amore che egli ha introdotto nel suo Corradino, non è quel freddo episodico maneggiato
he ora vuol chiamare dominante) è episodico, che rende men tragico il suo argomento, e che l’ha introdotto per riempiere il
ettate: un legato del papa che insinua a Carlo di non lasciar vivo il suo nemico: Corradino che va alla morte: il popolo ch
il che vorrebbe dire che più non gli siede sul core nè pensiero del suo periglio, nè pensiero di regno. Dice di poi,    
to pontificio improvvisamente affetta amistà grande per Corradino dal suo sovrano esecrato, e cerca con arte scempia e spre
zza usata in prepararlo. Arriva Corradino, e sì chiaramente parla del suo amore, che Geldippe riesce infelicemente nel tent
che si ammazzi il reo. Un grandinar di colpi, dice, Piombi sul capo suo , piombi sul petto, e Geldippe grida Empj ferm
iore, Togli al tuo crine l’usurpato serto, Scendi dal trono, e al suo signor lo rendi. Il pubblico forza è che veda n
Iroldo però innamorato di quell’augellino ha voluto incastrarlo nel suo racconto ozioso, tuttochè vero non sia che Corrad
fiuta dicendo che il destino di Corradino dipende dalla decisione del suo Consiglio. Iroldo che non può ignorare che il dir
di Corradino, e Carlo gliene dà speranza contro ogni suggerimenti del suo interesse. Chiamati indi i suoi consiglieri Ermin
emanno oratore, ed Ermini lo consiglia a rigettarle ripetendo l’empio suo intercalare, il sacro ferro al petto indegno sant
no è stato decapitato. Ella al pari di Zelinda del Gerbino ornando il suo racconto con tinte rettoriche narra l’esecuzione
adere sul capo di lei. Vuol poi sapere da Amelia l’estreme parole del suo diletto. Amelia che malgrado della zuffa de’ cava
a de’ cavalieri col popolo e della calca, e del decoro conveniente al suo sesso, è stata presso al palco, le ha tutte racco
grandezza, nella versificazione più scorrevole senza allontanarsi dal suo genere, nella lingua tersa ed elegante senza sacr
utti palesa i proprj nobili sensi patriotici, e le insidiose mire del suo collega nel regno, disviluppano a maraviglia l’er
a discopre l’anima sua spartana, e colla sicurezza di morire torna al suo carcere. IV nell’atto V la prima che è un monolog
è vinta dagl’interni tumulti, è soperchiata, e fa svaporare l’intenso suo do lore, cagiona senza volerlo la morte dell’appa
o suo do lore, cagiona senza volerlo la morte dell’appassionato Perèo suo sposo, ed incorre nello sdegno di Ciniro suo padr
dell’appassionato Perèo suo sposo, ed incorre nello sdegno di Ciniro suo padre. Al fine chiamata viene alla sua presenza c
amandatoci dalla storia. Cesare è grande ed ambizioso, nè offusca col suo splendore il carattere dell’intrepido Marco Bruto
della gravità del coturno. Cesare indi gli svela l’arcano che egli è suo figlio, e la scena nel nuovo oggetto prende vigor
pazzo, e per la quale è sul punto di rovinare la sua riputazione, il suo stato, ed il vostro. Questa gioja dunque stavalo
, l’abboccamento della scena sesta dell’atto quarto tralla donna e un suo antico amante, che giugne e la trova maritata con
Udienza stabilita scopre gli sconcerti dello stato e le malvagità del suo Ministro che vien punito: 5 il Tempo fa giustizia
in procinto di eseguire un ratto riconosce l’abbandonata sua amante e suo figlio e si ravvede. Piacevoli commedie di caratt
ira come ozioso il personaggio del conte Ippolito che si enuncia come suo marito, e si fa credere morto, e nulla poi produc
eddezza ed indifferenza apparente, ella ne smania, vuol ricondurlo al suo amore, e finge di essersi avvelenata, ma scoperta
a, ma scoperta la sua macchina n’è derisa, e calmata al fine sposa il suo amante: 6 la Fanatica per ambizione di quattro at
er ricco; ma uno zio del giovane più ricco dell’Americano gli dona il suo , e tutto si calma. Questo novello scrittore dramm
ncipessa innamorata di un vassallo, un militare che ama la figlia del suo re, una pastorella che amoreggia e scherza e mott
portunità di abboccarsi colla regina Adelarda, per dirle che Ladislao suo marito vive. Sorge però in me singolarmente qualc
io conteso dal naturalista zio della giovane destinata ad un ridicolo suo discepolo, il quale è preso a sassate, che gli si
ulle spalle di Don Sossio destinato sposo della nipote di Don Macario suo maestro. I letterati stimando che tali pietre sie
ato. Trovasi il Socrate impresso in Roma nel 1790 nel tomo quarto del suo Saggio poetico. Disse nella prefazione l’autore d
li, i lampi poetici delle comparazioni. E certamente si riconosce nel suo stile forza e dolcezza; le immagini abbondano e f
ioventù l’esame de’ passi dati dal Calsabigi tanto allorchè giugne al suo fine, quanto allorchè lo veggiamo o in procinto d
in moglie nel caso che tal fosse quale si decantava, spedì Athelwold suo favorito al padre di lei. Preso però il messo dal
al contrario o per voglia natural di piacere, o per disdegno nato nel suo cuore contro dello sposo, si presentò al re con t
llito quest’argomento ne’ caratteri d’Elfrida facendola innamorata di suo marito, e di Edgar dandogli spiriti di generosità
Atto II. Il re palesa ad Adelvolto di voler passar seco nel delizioso suo giardino alquanti dì, e veder la sposa. Orgando c
meno generali idee. Atto III. Anfiteatro boscareccio. Siede il re col suo seguito. Vengono i combattenti. Orgando dice ad A
ù, ma non già prodezza di guerriera, divenuta un’ amazzone, impone al suo seguito che spezzi la barriera, e si avanza sino
he pro? Elfrida è già sulla carriera delle Camille; chiama barbaro il suo sovrano, urta, dissipa le guardie, si scaglia ver
stanno le cose. L’azione naturalmente richiedeva che Elfrida dopo il suo attentato avesse atteso senza dimora a ritirarsi
volto. Fermiamci qui. Orgando come il sa egli? Ella ha manifestato il suo disegno al marito nella scena 5; è venuto il re c
o, in cui Adelvolto risponde appena da parte che è smarrito l’imbelle suo cor, e qualche altra cosa simile, ed Osmondo, e S
prepararsi un poco più tal determinazione, dando maggiore energia al suo carattere? Ne rimane atterrita Elfrida, si lascia
atterrita Elfrida, si lascia cadere a’ piedi di Eggardo, e il vivace suo pregare ottiene la grazia e il perdono al marito.
. Hai vinto, le dice il re, e con nobil sentimento contrario al primo suo scandaloso pensiere di sposare la moglie di un al
e scellerate che precipitano gli eroi nell’infelicità. L’azione va al suo fine, malgrado di alcune scene di ripetizioni app
he più? che fin anco il Pagano l’ha impiastricciata pochi anni fa nel suo Gerbino. Or come era nova l’anno 1793 nell’Elfrid
o I. Notte avanzata. Elvira colla confidente Selinda attende Atellano suo occulto amante. Prega la notte a coprir ben di te
tenebre il cielo, affinchè non esca sì sollecita l’aurora col rosato suo colore, l’augellin non saluti il nuovo dì, l’arge
augellin non saluti il nuovo dì, l’argentea luna non la importuni col suo candido chiarore. I drammi musicali prima del Zen
che tale vuol mostrarsi, risponde a guisa di creditore che ripeta il suo , ma quanto ho da soffrir? Viene Almonte a present
nfaccia il foglio come da lei scritto. Elvira innocente nega di esser suo colla franchezza della verità che basterebbe a di
ri tragici, avendo anche la Cleopatra di Jodelle preso pe’ capegli un suo vassallo seguitandolo a calci per la scena. Buon
ualche dubbio, e pur dovrebbe fidarsene, e si tien ferma in celare il suo cuore. Odorico dunque prende il carattere di fals
porta che gli abbia prescritta la custodia delle mura?) di recarne il suo comando ad Elvira. Quest’Odorico non mostra molta
mando. Ricimero nella scena sesta ciò disse ad Elvira, aggiugnendo di suo che il padre minacciava, ed egli come compiangend
n un braccio involto di fascia. Sembra che il poeta sia in dubbio del suo disegno. Da una parte vorrebbe dalla ferita di Od
trarre partito e commuovere Elvira per determinarla a sopravvivere a suo riguardo alla perdita di Adallano; quindi fa che
questa scena dice Odorico che in rammentare il caro nome di Elvira il suo sangue si ribrezza. Due cose: I ribrezzare o ribr
a se nocevole. Adallano è bene ascoltato da Odorico nell’implorare il suo consenso perchè Elvira gli diventi moglie. Ed il
i moglie. Ed il buon vecchio mentendo un poco gli dice, che del primo suo rifiuto fu causa un cieco errore, e ne chiede scu
un cieco errore, e ne chiede scusa, e dice ad Elvira che sia Adallano suo consorte, e di lui figlio, illustre figlio, e deg
o poteva dire, che Odorico a lui stesso (sc. 10 del I) avea negato il suo assenso con asprezza, indignazione e disprezzo. E
indignazione e disprezzo. Ed Elvira altresì al sentir ora chiamar da suo padre Adallano figlio e degno di lui e degli avi,
I, che appunto si aggira sulla rivolta della Fiandra e sulla morte di suo ordine data al principe Don Carlos suo figliuolo?
della Fiandra e sulla morte di suo ordine data al principe Don Carlos suo figliuolo? 1. Se ne vegga alcun esempio. Nella
o di musica che dovea cantarsi da Elvira e Ricimero, e lo restituì al suo luogo. E pur qui è manifesto che ciò nuocere non
uetto di una prima cantante con una seconda parte, e specialmente nel suo dramma, in cui la parte di Ricimero si sostenne d
udizio di Paride, della quale è fama che il Poeta Cesareo chiesto del suo avviso, affermò con acconcio ed urbano scherzo ch
68 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO III. Teatro Inglese. » pp. 143-156
cagliandosi. I Puritani volevano estirparli. Pryne gli perseguitò col suo Histriomastix, mettendo alla vista le mostruosità
tralle commedie si ammirarono il Chimista e la Volpe. Ogni uomo ha il suo carattere può dirsi che sia piuttosto una raccolt
commendandone la sublimità, di che non ci fa dubitare la vastità del suo ingegno. È però strana cosa che egli avesse volut
giugnere) più a seconda dell’arte che non ignorava, che del gusto del suo paese che volle secondare. Niuno certamente megli
duto passando per le mie mani. Ma i lineamenti forti e grossolani del suo Goldingam accozzati colla finezza de’ tratti d’Ar
fiani, dissoluti; e nell’imitarli la sfacciatezza è posta in tutto il suo lume. La satira e l’oscenità sono le note caratte
iuscita al Collier, che nel 1698 produsse contro il teatro inglese il suo Quadro dell’empietà, e dell’irreligione. Ma il ce
a parola e l’onore de’ grandi”. Questa commedia è ben condotta; ma il suo argomento che consiste in un cavaliere dissoluto,
69 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 711-720
mpagni (il Biancolelli non gli lasciava troppo il modo di mostrare il suo valore) pensò di rappresentar parti staccate, imm
e Constantin, cantando la canzone dell’ Usignuolo, che ricantò poi al suo riapparir sul teatro de’ Nuovi Comici Italiani ne
olombina la maschera e l’abito di Arlecchino, non mutando però mai il suo nome di Mezzettino. È questa scena che ci descriv
poi dal re di Polonia, Augusto I, Elettore di Sassonia, di entrare al suo servizio, e da lui invitato a formar per quella C
mandò un titolo di nobiltà, creandolo cameriere intimo e custode del suo tesoro privato. Un posto di tale specie parve dov
oy (V. pag. 715), fatti probabilmente ad istanza di lui, il Gacon nel suo Poëte sans fard contrappose i due seguenti epigra
nt’Agnan, che pagava generosamente le dediche, si recò una mattina al suo palazzo per averne il dovuto compenso ; ma per po
i, scrivendolo, alla capacità di colui che avrebbe dovuto metterci il suo nome come autore. Nè di questa vanità ci sarebbe
70 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 245-250
prima attrice giovine della Compagnia Zannoni e Pinotti, ove sposò il suo condiscepolo e concittadino Ferdinando Pelzet, gi
lei dissero Cesare Scartabelli nella Polimazia, e Francesco Regli nel suo dizionario. Molti eletti ingegni dettarono poesie
signora Maddalena Pelzet attrice sarà sempre pieno di ammirazione il suo dev.mo servo G. B. Niccolini. E in altre ancora
tati, paiono a me assai meno sospetti. Il Colomberti, per un esempio, suo direttore, di cui la Pelzet in una lettera al Nic
nzi : La Pelzet andava ogni giorno decadendo dal favore ricevuto nel suo debutto. L'Impresa per sostenerla le fece rappres
fuoco, dalle quali però mi pare salti sempre fuori la correttezza del suo costume, e la bontà della sua indole. Nella medes
ezionata a forza d’ipocrisia e da cui è contento di farsi mangiare il suo . Io ho fatto il contrario, e mio marito non ha po
stesso Niccolini, al quale si raccomanda perchè sia dato un impiego a suo figlio, alla cui sussistenza non può pensare, ave
71 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 588-589
terrotta di fiori e sonetti ed epigrafi, con dono agli spettatori del suo ritratto, disegnato da Carolina Grasselli Scröthe
aga nel riso terribile nell’ira pietosa nel pianto soavemente a voler suo ogni animo rapiva con ingegno precoce sulle scene
’ ritratti dell’artista. E questa manifestazione di stima, strana nel suo riprodursi, mi fa pensare a quell’artista che a o
72 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 74
ro giovane pittore, certo Prati. Non potendo sfogare in altro modo il suo fervore pe 'l teatro, si diede il Marchetti a dec
o, quivi morì il 6 febbraio del 1869. Sulla pietra che suggella il suo sepolcro nella cappella del Vecchio Camposanto, è
e capocomico solo e in società. Giovane colto, si adoperò con qualche suo scritto in pro dell’arte drammatica, alla quale,
73 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 461-471
onaggio nell’altro Teatro del Cocomero, in cui vi travagliava Gaetano suo padre. Esegui il comando di quel Sovrano, mostros
ze. Sappiamo da Fr. Bartoli che non contento il Sacco di produrre il suo proprio divertimento, altro cerconne per maggiorm
o l’elenco della Compagnia per l’anno 1775 lasciatoci dal Lessing nel suo Tagebuch der italienischen Reise, che è nel XVI v
e lo Spinelli riferisce questo brano di lettera di Luigi Galafassi a suo padre Consigliere ducale : L'Imperatore disse ch
linghi, nelle preci, e l’opere di pietà co'miserabili ch' ei vide nel suo drappelletto, gli piacquero, dopo venticinque a
ori d’Italia, dove non intendesi la nostra lingua : che volar fece il suo nome appresso tutte le nazioni dove conoscesi e p
conoscesi e pregiasi la comic’ arte : che nelle nostre parti rese col suo valore angusti al concorso i maggiori teatri, è m
o valore angusti al concorso i maggiori teatri, è morto indigente nel suo tragitto da Genova a Marsiglia e il suo cadavere
teatri, è morto indigente nel suo tragitto da Genova a Marsiglia e il suo cadavere soggiacque al comune destino de'passeggi
ento tutto il genio mio per la Comica artificiosa, e tutto il talento suo per l’esecuzione (V. anche nelle Memorie il Cap. 
nza, egli si lasci scappare qualche cosetta un po'grassetta, pure nel suo conversare familiare egli è tale che le vostre in
nza mutamento nè di abiti, nè di essenza. Il Rapparini a pag. 184 del suo Arlichino (Heidelberga, Müller, 1718) ce ne dà un
dei Beniamini della Corte ? Potrebbe adunque esser questo il ritratto suo , giacchè quel che parmi certo si è non trattarsi
74 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »
rice supplementare con l’Assunta Perotti. Era amoroso della Compagnia suo marito Paolo. La Baldigara, specialmente nelle co
la sua sepoltura ; e scolpita sul marmo questa quartina : col figlio suo fu tolta da cruda morte amara Teresa Baldigara su
75 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 94-95
Piazza, l’autor del Teatro, il valore artistico del Martelli e l’amor suo pel Lapy furon di assai bassa lega. Ecco in fatti
rtore di professione, e cangiata l’aveva in quella di commediante. Il suo pregio maggiore è un gran tuono di voce da spaven
li sul naso, a rovinar Commedie, pareva un moribondo che scrivesse il suo testamento ; e brighella, coll’ago in mano, il su
o che scrivesse il suo testamento ; e brighella, coll’ago in mano, il suo sartore che gli facesse l’abito da morto. E poi l
76 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Venetia li 28 xbre 1681. » pp. 501-502
lingua, si fe' sentire, invitato dal signor Palmer, già impresario di suo padre, nel monologo di Amleto. Il fiore della gio
eaten, La Causa celebre, Fromont e Risler, ecc. ecc. Di lui scrive suo padre : I caratteri che, a mio credere, più gli
rà con i migliori campioni della lizza artistica, e sarà tutto merito suo . Ammalatosi di tifo in California, e non curato
i sul Padrone del teatro, che pretende di trattenere la Compagnia per suo servigio, e si adopra quanto puole per via di Gen
77 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 1 pp. 2-271
tto IV è il discorso di Solimano dopo di aver deliberata la morte del suo gran figlio ; vi si mostra a maraviglia in qual g
l suo gran figlio ; vi si mostra a maraviglia in qual guisa laceri il suo cuore il sentimento della natura che pugna colla
aramente a Perselide, e pur vorrebbe far sapere a Zeanghire che muore suo amico : Mustafo Quel che udisti e vedrai, per pi
ed’ io) Giugnerà a Zeanghire, digli a mio nome addio : Digli che del suo nome nelle note a me care Partir tu mi vedesti, e
ll’istesso Martelli. Ma s’ingannò in più maniere nell’ esecuzione del suo disegno. Pieno com’era della più riposta erudizio
solo scrittore per modello per la difficoltà di trovarsene alcuno nel suo genere sì compiuto che tutte contenga le perfezio
hi serve al Re non è men caro a Dio. Recaredo Caro è a Dio sol chi al suo dovere intende, E il tuo non è di consigliar regn
rneille e Racine ; là dove l’Ermenegildo del Marchese circoscrisse il suo trionfo fra’leggitori delle tragedie cristiane de
ringerselo al seno, ma nel fissarvi lo sguardo si avvede che non è il suo picciolo Eraclio, ma sì bene il figlio della stes
per l’Orfano reale, perchè è il padre stesso che vuol sacrificare il suo sangue per la regia prole. Meriterebbe anche che
nio Bruto, Marco Bruto, Giulio Cesare, Druso. Il pregio singolare del suo stile è la gravità, la precisione e la verità pro
è sempre pura e corretta. Ciò però che caratterizza singolarmente il suo pennello è il decoro serbato nel costume e la pro
i non avrebbe potuto versar su di lui che a metà e con moderatezza il suo fiele, si mascherò sotto il finto nome di un mons
vendicando il furto avea restituito alla nazione francese ciò che era suo . Preso poi da nuovo capogirlo aggiunse che Merope
avalerino, il Liviera, il Torelli precedettero di più di un secolo il suo la Grange autore dell’Amasi, in comporre Meropi,
ico Anno MDCCXXVII Maggiori encomii merita la di lui modestia che al suo ritorno volle che si togliesse, a differenza di q
a scena quinta dell’atto III, in cui Demodice che ha penetrato che il suo sposo Alceste sarà il competitore del fratello Cr
stessa di essersi disingannata e di ravvisare il torto che faceva al suo Sicheo, e ne ha onta. Si duole di vedersi adorna
ar la morte a Creonte, e nel darsi a conoscere ad Osmene manifesta il suo disegno di uccidere il di lui padre, e pretende c
re umane in Padova, la censurò severamente. Diede poscia alla luce il suo Ulisse il giovane, nella qual tragedia non senza
a dal Diodati. Il marchese Gorini Corio stampò in Venezia nel 1733 il suo Teatro Tragico e Comico col trattato della Perfet
to nel 1693 e morto verso il 1773 diede alla luce cinque tragedie. Il suo Orazio usci in Venezia nel 1642 e si ristampò in
ire. Ma poco stante Seleuco rileva da Ircano, che Artamene è Demetrio suo figlio, e ne manda a sospendere l’esecuzione. L’a
tempio di Gerusalemme. Singolarmente quest’ultima favola che empie il suo oggetto d’inspirare il terrore colla morte di Gis
ig. Andres nel mentovar con onore i componimenti di lui, e dell’altro suo confratello Bettinelli, si contentò di spiegarsi
nte, e forse talvolta per questo appunto alquanto uniforme. L’istesso suo particolare ammiratore Saverio Bettinelli confess
one, ed in tutte le sue passioni il principio di una grande virtù. Il suo Geremia ben rassembra all’originale della sacra s
ressa, e nell’innoltrarsi l’azione desta pietà divenendo sensibile al suo pericolo. L’autore senza curarsi per altro di far
he in ciò il Granelli fu preceduto dal marchese Annibale Marchese nel suo Maurizio. L’agnizione di un figlio di Manasse sal
ì necessaria al teatro, e che sì di rado s’incontra. Aggiugne però il suo confratello : Ove troverassi un maggiore sforzo d
. Dione ha due favoriti, Callicrate perfido simulatore, Alcimene vero suo amico ; il re crede tutto al primo, e poco o null
doppiezza, di odio contro Alcimene. Io sono (dice egli stesso) e fui suo nemico e geloso del real favore ch’ei solo ottien
imene, e menzognero convinto dovesse meritare assai minor fede che il suo rivale ? Pure Dione tutto si abbandona su di code
’Ifigenia or di Euripide or di Racine, e la compassione si conduce al suo punto, e più di un bel passo se ne può comendare.
no. Tale è la scena quarta di Saule e Gionata, il quale ignorando il suo destino attende la riposta dell’oracolo, e vuol c
del III Saule domanda ad Abiele, se il popolo entrerebbe a parte del suo paterno affetto, ove egli inclinasse al perdono,
lio di Abnero e Samuele per deliberare su di ciò che pur non è più in suo arbitrio. Nel Demetrio Poliorcete abbondano i sen
e imprimere la sua Arsene ben condotta e ben verseggiata non meno del suo , Giulio Sabino ; il conte Alessandro Carli autore
dopo tal notizia intempestivi. Trattasi del tutto, di un figlio unico suo sostegno, perduto Ulisse ; e che dee a lei import
mbin sublime ! Ma non volle l’Arte Recarlo in grembo e in lui stillar suo latte, L’Arte che te nudrio, saggio Addissono !
n riva, ove ingannata Madre solleva l’omicida ferro Contro il proprio suo figlio. Ah ferma, ferma Le grida un vecchio, oh s
allor perdesti il padre. Giugne Arminio condotto spirante. Mostra il suo pentimento dell’ aver voluto opprimere la patria.
ta un’altra il Coreso. Ma l’Ulisse del Franceschi non si ristringe al suo ritorno in Itaca, ma ne contiene anche la morte s
in Itaca, ma ne contiene anche la morte seguita per mano di Telegono suo figlio non conosciuto. Nè ciò parve all’autor suf
sino al fine, e lasci che avvenga il parricidio. Egli si discolpa del suo silenzio con Telegono nella scena settima dell’at
n potei ; Ulisse mai non vidi, e lungi o estinto Io lo credei. Nè del suo amor gli effetti Io potei paventar, che di souver
onoscesse Ulisse. E quanto al non paventar gli effetti dell’amore del suo allievo, egli parla contro a ciò che non ignorava
edente. L’amor disperato e funesto dell’ appassionata Bibli per Cauno suo fratello segue le tracce della Fedra di Giovanni
da e lenta. Tornando Bibli prende nuovo vigore nella scena quinta col suo incontro con Cauno, nella quale narrando con pass
d immolare una vittima. Buona è la scena settima in cui Bibli apre il suo cuore ad Eurinoe. Le dice : E sarà vero, Eurinoe
 ! guai di quello ancora che ha solo se stesso per lodatore e qualche suo compiacente amico ! L’indifferenza del pubblico e
nelle avversità. Nella scena quarta del III otinamente seguente è il suo rifiuto della libertà offertafli a condizione di
cchie compagnie comiche. Aggiugneremo quel che ne dice un gazzettiere suo parziale, cioè che egli era il tragico del volgo
eopatra ed Ottavio nel tempio, in cui ella coll’ idea di adescarlo al suo amore mentre il marito dorme, domanda alla confid
rito dorme, domanda alla confidente, se le sue vesti si accordino col suo volto, ed entrambi poi tentano ogni via per ingan
da viva. Teme che veduta da Consalvo possa egli vacillare ad onta del suo voto ; e tenta di evitare che s’incontrino, ma in
lfonso che trova viva la figlia, e le fa sapere che più non può esser suo Consalvo, perchè tra essi Voto solenne Inviolabi
chiudere in carcere. Ormesinda altro non potendo palesa che Alfonso è suo padre, e Consalvo il suo sfortunato amante. Il re
sinda altro non potendo palesa che Alfonso è suo padre, e Consalvo il suo sfortunato amante. Il re, irritato per le reticen
so della figlia ; ed ella che vede in Fernando un grande appoggio del suo partito, o un valoroso e virtuoso cavaliere, sacr
guainata vuole impedirlo, e nel dirizzarsi a Rodrigo lo riconosce per suo padre, si confonde, si umilia, pugnando nel suo c
rigo lo riconosce per suo padre, si confonde, si umilia, pugnando nel suo cuore il rispetto di figlio coll’amor di marito,
tto le spade aragonesi. Enrico rappresenta al generale il pericolo di suo figlio insieme con la sposa ; vuol liberarli ; Ro
se in essa un discorso al lettore, in cui l’autore esalta i pregi del suo lavoro, ed aringa contro del Corradino del Caracc
ebba essenzialmente esser nazionale nella Poetica di Aristotile o nel suo comentatore Eustazio, o in Teofrasto, o in Demetr
atezza maggiore nella presente. Si scusa finalmente per gli amori del suo Corradino ; sostiene che sono tragici perchè domi
amante del fratello e del padre che all’ udire che i numi chiedono il suo sangue per salvare la patria, a somiglianza d’Ifi
so. Vi si vede una Clotilde violata involontariamente che ama però il suo violatore, e che continuando ad amarlo pure scopr
ontribuire al tragico terrore. Non può recare onta all’ autore che il suo Oramzeb si rassomigli al Maometto di Voltaire ; b
poteva mai ottenere col manifestarsi il più furbo degli uomini ad un suo spregevole schiavo ? Di tanto non faceva mestieri
li immaginò la tragedia di Romeo e Adelinda impressa nel volume V del suo Teatro nel 1788 e rappresentata con pieno applaus
e vedeva dal gran chiarore sorto da Asti coperta la luce nascente del suo tragico teatro, conscio delle nuove forze acquist
a altre tre tragedie, l’Adelinda, Carlo ed Isabelle ed Agamennone. Al suo nuovo sistema tragico adattò in prima l’Adelinda
mplorare il perdono in prò della sua rivale. Imperocchè l’energia del suo carattere che non mai si smentisce, le sue furie
nto per la parlata di Romeo che candidamente esprime i sentimenti del suo cuore agitato e i disegni senza paventar del tira
elosia e di amore estremo pel marito che forma la tinta imperiosa del suo carattere, vuol salvarlo di ogni modo ; e credend
le dirne il Cesarotti forse per indulgenza, non tutti si attennero al suo avviso ; non solo pel genere di morte, ma perchè
compassione un’empia adultera che di propria mano trucida un gran re suo marito ed obblia i suoi figli per assicurarsi il
ui da che Ifigenia fu sacrificata in Aulide, l’accoglie e l’immola al suo furor vendicativo. Chiudasi con lieta fronte la c
ela col lembo Del mio manto regal, mettete in brani Quella corona del suo sangue tinta, E gli avanzi spargetene e la polve
rza sua tragedia, il Cajo Gracco. Tutta la grandezza e l’eleganza del suo stile, tutta la nobiltà de’suoi concetti spiega l
rima scena del I atto senza perchè o solo per tornare dentro dopo del suo monologo ; la costruzione quasi alemanna, …. Ch’
reggia nemica per ottener da Antigone, che non conosce, il cenere del suo sposo ; primo monologo. Antigone contro del regio
zzo De’ suoi stà il re, qual man qual ferro strada Può farsi al petto suo  ? Clitennestra Qual man, qual ferro ? Ed allora
dice or d’ Argo il re son io, parole inconsiderate che smentiscono il suo carattere artifizioso e cauto in tutta la tragedi
mente, e senza necessità fa una confessione spontanea del secreto del suo cuore all’ inumana matrigna, e all’ uccisore di s
a del secreto del suo cuore all’ inumana matrigna, e all’ uccisore di suo padre. Anche il prode Ildovaldo che ha più volte
ori notturni che l’agitarono secondo Tacito nella notte precedente al suo esterminio ? Ne rileva la naturale viltà che l’ a
rito egregiamente nell’ incontro dell’ atto II cou Polifonte ; ma nel suo bel racconto la circostanza con mie man sua destr
a, alla cui immagine si desta il palpito di Merope che si sovviene di suo figlio. È dipinta altresì egregiamente nella scen
ria al padre stesso. Raimondo al contrario maltratta il proprio padre suo compagno nella congiura unicamente per la di lui
ncrescimento ed indignazione. E come poteva lusingarsi Alfieri che il suo Garzia riscossa avrebbe meritamente compassione,
utti palesa i proprii nobili sensi patriotici e le insidiose mire del suo collega nel regno, disviluppano a meraviglia l’er
a discopre l’anima sua spartana, e colla sicurezza di morire torna al suo carcere. E non interessa un quadro che presenta i
Bruto la congiura de’suoi figli. Io oso questa volta disconvenire dal suo avviso. Il corpo di Lucrezia spinge Roma a caccia
tatore nella rappresentazione. E niuno avventurerà che non produca il suo effetto, vale a dire che non interessi la parlata
Alfieri ha spiegata tutta la sua sagacità e destrezza per trattarlo a suo modo colla possibile decenza. Egli ha mostrata se
possibile decenza. Egli ha mostrata sempre Mirra senza che parli del suo detestabile amore. Egli ha preteso di vincere la
che cagioni così la morte di Pereo, ed incorra nello sdegno di Ciniro suo padre ? È vinta, secondo il piano dell’Alfieri, e
l punto in cui le passioni più non possono superarsi. Chi sa ? Se nel suo piano entrata fosse l’irresistibile violenza del
, forse sarebbe prevalso sopra gli espedienti pensati da Mirra, ed il suo stato ne sarebbe divenuto sempre più compassionev
sennata gettata si fosse avanti del padre, confessato avesse l’iniquo suo ardore, e punito in se stessa l’eccesso decretato
ode che Mirra giace svenata di propria mano, e che ardeva per Ciniro suo padre, il quale le dice, andiamo A morir d’onta
amandatoci dalla storia. Cesare è grande ed ambizioso, nè offusca col suo splendore il carattere dell’ intrepido Marco Brut
i non tieni. A esser Cesare impara oggi da Bruto. Tutti i tratti del suo discorso mi sembrano degni della gravità del cotu
avità del coturno. Cesare in seguito gli svela l’arcano di esser egli suo figlio ; e la scena prende nuovo vigore per la na
Bruto o per esser più da lui lontano o perchè si trattiene per esser suo figlio, dica E che io sol ferir nol possa ! Que
omano, ma di un uomo avido di sangue e bramoso di ferir con gli altri suo padre. Compiesi la tragedia coll’ aringa di Bruto
a virtù da’ rei mortali condannata a morte ; il prelodato Scevola per suo primo tragico saggio produsse il suo Socrate in M
morte ; il prelodato Scevola per suo primo tragico saggio produsse il suo Socrate in Milano sul teatro già detto Patriotico
ne nel terzo atto ai discepoli per salvar la vita al traditore Melito suo nemico, ed a Policrate che gli palesa la richiest
ruggere l’attentato de’ nemici. Affrettandosi l’ azione sempre più al suo fine, nel IV Policrate intento a salvarlo manifes
ni vi fanno vergognosa figura per la condotta del legato Flaminio col suo tribuno Albino. S’impossessano contro la fede del
e lasciò inedita intitolata Saaba scritta nel 1783. Inedito è pure un suo melodramma intitolato Geta. (a). Vedi Giustino
to si aggira sulla rivolta delle Fiandre e su gli amori e la morte di suo ordine data al principe don Carlos suo figliuolo 
e e su gli amori e la morte di suo ordine data al principe don Carlos suo figliuolo ? (a). Si trova anche inserita nel tom
tiere simile. Es. (a). L’autor Colpo d’occhio incolpa l’Alfieri pel suo frasario lirico. Non è dunque possibile ch’egli n
elo che io lessi, non avendole più sotto gli occhi. L’Alfieri ideò il suo Filippo sulla relazione francese del San-Reale.
famigliari, e ne trascrive alcune della Sofonisba nella pagina II del suo discorso. Altre parimente di simil conio ne ha os
vista, esporremo quì l’epilogo che l’istesso celebre Autore fece del suo Salto di Leucade nel seguente Sonetto : « Leucad
78 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
de' Comici di Parma del 1664 (V. Fabrizio Napolitano), fosse anche il suo nome di battesimo. Lucinda è la prima donna, quas
. C., ha per titolo : L'onorata fuga di Lucinda. Troviam Lucinda col suo casato di Nadasti nell’elenco de' Comici del Duca
79 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »
ò fece mentre la prefata Altezza Serenissima trovavasi in Venezia per suo diporto, e affidar volle al suo patrocinio quest’
Serenissima trovavasi in Venezia per suo diporto, e affidar volle al suo patrocinio quest’Opera Scenica allora, che se ne
80 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 595
dì alla Commedia Italiana di Parigi, poco tempo appresso l’esordir di suo marito, in qualità di seconda serva col nome di M
etta. Ella era alta, magra, bellissima ; e attrice mediocre. Ebbe dal suo matrimonio due maschi e due femmine, le quali si
81 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo nono »
mento la sfoggiata pompa del macchinista, la quale faceva perder ogni suo effetto alla musica e alla poesia senza rifletter
poeti. La natura ha questo di proprio, che basta che ci si mostri nel suo vero aspetto, perché tosto faccia nascer vaghezza
ni ciò che la sintassi per il discorso. Può essa concorrere dal canto suo a produr la espressione ora ordinando con certa r
perché la poesia dei drammi così poco interessante faceva perdere il suo pregio, anche al lavoro delle note. Ma il vero st
bravo cantore, vi ravvisa per entro la sorgente onde ricavò Lulli il suo recitativo, se non in quanto lo svantaggio che eb
anza unita alle liberalità del monarca e alla politica illuminata del suo ministro Colbert contribuì infinitamente ai progr
musicali composti di moltiplicità di parti. Se ciascuna di esse ha il suo canto peculiare e distinto, come può darsi che su
i, divenne inimitabile per la semplicità accopiata alla grandezza del suo stile, per la verità dell’affetto, per la natural
musica vocale, ne prende anche essa l’indole dilicata e leggiera del suo modello. Così si vede per pruova, che posta la st
e patetici gravi lavorati in gran parte sull’esempio degli adagi del suo maestro, nelle sue brillanti variazioni e sopratt
agl’intelligenti a motivo della sua perizia nell’imitar lo stile del suo maestro, e nella esecuzione, come il Somis per la
s per la flessibile leggerezza, uguaglianza, soavità e limpidezza del suo stile. [13] Il gran Giuseppe Tartini si rese bene
re e meditare un qualche sonetto di quel poeta a fine di riscaldar il suo ingegno alle pure fiamme di quel platonico e subl
osi intorno a’ vani arzigogoli, come a’ tempi nostri, ma ponendo ogni suo studio nell’immitar l’accento naturale delle pass
cibilmente tutti gli affetti. Il Rousseau, che fa menzione di lui nel suo Dizionario, dice in pruova della sua abilità: «ch
formità d’accordo che faceva stupir gli uditori» 89. Non inferiore al suo merito era pure il favore del pubblico per esso l
una maschera sconosciuta uno smeraldo di gran valore. Io ho veduto un suo ritratto in carta con all’intorno questo moto pro
ia degli ornamenti, e per la esatta maniera di eseguir le cadenze. Il suo raro merito invece di renderlo «il caposcuola, e
Algarotti 90, il fece anzi comparire uno de’ più rinomati cantori del suo tempo. Antonio Raff, Giovanni Tedeschi, Tommaso G
, e Giambattista Mancini, che si è anche distinto fra i letterati pel suo bel libro intitolato Riflessioni pratiche sul can
on più ragione ripetersi dal Pasi bolognese scolaro del Pistocchi. Il suo stile composto di volatine, di gruppetti, di pass
le altri abbellimenti, se bene piacesse in lui perché proprio e tutto suo , era nullameno esposto a degenerare in abuso, qua
na terza, di cui farò in particolar modo menzione meno pel merito del suo canto che per un altro più insigne e più rispetta
.quali fu travagliato Metastasio nella sua gioventù dopo la morte del suo primo benefattore Gravina. Non solo gli fu negato
superba d’averlo avuto per figlio che de’ trionfi, che ne adornano il suo Campidoglio, ebbe egli a soffrire un ignominioso
a non dovrà mai al nostro avviso riputar vana una lode che suppone in suo favore una decisiva maggioranza nelle doti dell’i
ra ad uno ad uno con festiva ironia tutti i difetti che dominavano al suo tempo in sulle scene. Ad essa noi pure rimettiamo
o conformi alla eccellenza cui giunse dappoi, Tartini pagò tributo al suo secolo infettando le sue prime sonate con quello
82 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 189-231
le antiche buffonerie che ne deturpavano il coturno, sarebbe forse a suo favore decisa la lite della preferenza. Ma gli af
j, aprì agl’ Inglesi il sentiero della buona tragedia l’anno 1713 col suo Catone. Non avendo osato il sig. Hullin di tradur
cchio, Riflettendo ogni fior che a riva cresce, E nuovo ciel nel suo bel sen ne mostra. Dalla scena quarta dell’att
o dell’inferno, E torvo sorridendo lieto andava Carco del premio suo , nè invidiava Il firmamento e il suo bel sole a
ieto andava Carco del premio suo, nè invidiava Il firmamento e il suo bel sole a Giove 58. Seguono nell’atto IV gli a
Ah Sempronio, vuoi tu parlar d’amore A Marzia, or che la vita di suo padre Stà in periglio? Tu puoi carezzar anco
in bocca di un Romano. Ma Porzio che parimente ama mentre la vita di suo padre stà in periglio, non reca una ragione che d
more e senza impeto tutto della sua sapienza egli riempie il picciolo suo senato. Non si trasporta con Sempronio, ma non ce
stiasi Alla sentenza d’un Roman Senato. Ch’ei faccia questo, ed è suo amico Cato. Aggiugne poi che allora per non fa
ed è caduto da forte. Io son contento (dice Catone) egli ha fatto il suo dovere; Porzio, quando io morrò fa che la di lui
qual guisa espresse Metastasio sì gran sentimento nella mutazione del suo Catone:    Ecco soggiace Di Cesare all’arbitr
ampidoglio e Roma. Addisson senza punto indebolire la fermezza del suo eroe sa colle disposizioni da lui date per la sal
aggrava gli occhi, ed egli vuol prima soddisfare a questo bisogno del suo corpo, dicendo,    Colpa o timore Sveglino al
ioè che vieta il sommo Imperante di sprigionar lo spirito prima di un suo decreto:    Oh numi voi Che penetrate il cuor
a famiglia del celebre David Hume ammiratore de i talenti tragici del suo parente, compose due buone tragedie Agis e Dougla
stessa rimanendo in vita. Vince e spedisce Hidallan ad annunziarle il suo ritorno. Il traditore le narra la morte di Fingal
ritorno. Il traditore le narra la morte di Fingal. Ella è ridotta dal suo dolore agli estremi. Torna l’amante ed ella spira
avviso della morte di Comala. Fingal si dispera; Hidallàn confessa il suo tradimento che ne ha cagionata la morte; Fingal l
igenza, abbandona la patria e l’amata colla speranza di migliorare il suo stato nell’Indie, e si sparge poi il romore di es
e imprecazioni! il sole continuerà a risplendere, e tutto compierà il suo corso, intanto che noi orrore e peso della terra
che però sedotto da una donna che ama, ruba il padrone, assassina un suo zio e benefattore, ed è impiccato. Quest’argoment
anno un colorito e un carattere vivace e compariscono a buon lume. Il suo principal merito consiste nella connessione delle
sincerità, un curiale tutta la sua probità, un verseggiatore tutto il suo danaro. E queste sono le tragedie, le commedie e
rici. Siccome l’Inghilterra può vantarsi di avere avuto in Garrick il suo Baron, così in Madamigella Cibber ebbe la sua le
no de’ primi signori Inglesi. Il dottor Swift intimo amico di Gay nel suo Gazzettiere non meno che il Pope nella Dunciade e
fa sapere che Polly è fort inferieure à son premier ouvrage. Gay nel suo Beggars’ Opera motteggiò l’opera italiana introdo
elvaggia. Questo principe la coltivò con certa felicità sotto Blondel suo maestro. La regina Elisabetta che amava la melodi
re Ofields ammira, ta in vita e sepolta poi accanto a’ gran poeti del suo paese in Westminster. Quins, Davesport, Marshall,
83 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO V. Tragedie Latine d’Oltramonti: Tragici Olandesi: Teatro Alemanno. » pp. 286-290
endere abbastanza qualche pensiero nobile che in esse si rinviene. Il suo Palamede ebbe voga perchè la morte di questo Grec
Latino e Italiano aprì il sentiero della vera drammatica colà sino al suo tempo sconosciuta. Fu questi Martino Opitz di Bob
rto nel 1639. Mentre nel 1625 Pietro Cornelio produceva in Francia il suo primo componimento scenico, Opitz trasportò in te
vero gusto; e forse la morte che lo rapì di soli quarantadue anni del suo vivere, ne impedì il pieno trionfo. Lo secondaron
da opera. Ma Hallemann con pari gonfiezza, e co’ medesimi difetti del suo modello vide i proprj drammi più lungo tempo appl
84 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 694-696
si, concedergli gratis la sudetta Habitatione, ordinando a quel Sig.r suo Comissario, che dal tempo, che li Supplicanti ser
le nostre Miserie, sicuri, che rimirate dalla medema con gl’ Ochi del suo benignissimo Compatimento, non ci lascierà senza
fede il Cauag.r Protettore, e col bacciare il terreno calpestato dal suo Seren.mo Piede, si giuriamo Brescia li 10 Agosto
pubblico calde e affettuose parole di ammirazione e di compianto pel suo grande predecessore, che gli accrebber subito la
impiego gli fa onore e giovagli altresì per il congruo, e necessario suo decoroso mantenimento. » Una delle migliori creaz
85 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 187-190
arava mai, a nessun patto, da questi tre elementi che costituivano il suo abbigliamento con una esclusività così assorbente
tti. La parola guitto è entrata nel gergo teatrale col significato suo proprio, ma non è stata creata in teatro. Essa è
e 54 del cantare undecimo. Risalendo a Guittone d’Arezzo, troviamo un suo sonetto indirizzato a Messere Onesto Guinizzelli
data, fama repartita in arte con un altro tipo, del quale parleremo a suo tempo : il Vaudagna. Non iscrivo ciò davvero per
oniugi Leigheb, genitori di Claudio. Della Compagnia del Perini e del suo repertorio parleremo a suo tempo ; intanto accenn
Claudio. Della Compagnia del Perini e del suo repertorio parleremo a suo tempo ; intanto accenneremo di volo come dall’ama
86 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article »
ondo in pallido, e di pallido in rubicondo, come a lui pareva ; e del suo modo, della sua grazia, del suo gentil discorrere
rubicondo, come a lui pareva ; e del suo modo, della sua grazia, del suo gentil discorrere, dava ammirazione e stupore a t
87 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
il 1770, più noto col diminutivo di Ciccio, fu uno de' più chiari del suo tempo nelle parti di caratterista e promiscuo. Av
o piacente, di fisonomia mobilissima, sapeva in modo mirabile dare al suo personaggio l’espressione voluta, senza il soccor
88 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 499-500
pasimo forte e continuo : all’applauso del pubblico mancava quello di suo padre, il quale risentitolo a Roma e a Firenze (n
dall’'89 a Ferrara), non solamente gli die' col bacio del perdono il suo assenso a continuare, ma si mostrò con lui nel Sa
speare : quest’ultimo recitato maestrevolmente a fianco del padre nel suo giro di addio. Anche lo volle Eleonora Duse co
co, egoista, maligno, calcolatore, sottile, feroce, che va diritto al suo scopo, serbando in quella sua servilità tutta la
89 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 501-502
lo stipendio determinò di prendere il volo insieme a un certo Melnati suo compagno d’art….istica miseria. Quel ch’ebbe a pa
tta Vernier-Iucchi, il ’77 con Giovanni Emanuel, che il Bracci chiama suo primo vero maestro, il ’78 con Achille Dondini, i
Pasta-Di Lorenzo, in qualità di primo attore a vicenda coll’ egregio suo capocomico. Fu ed è il Bracci artista di egregie
90 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 879-880
. A. Ser.ma della prottetione che ha goduto nella pace conseguita per suo figlio, et suplica di nouo l’ A. V. S.ma a contin
ca di nouo l’ A. V. S.ma a continuarli le gratie con il concederli un suo stafiere quale accompagni il detto suo figlio a M
le gratie con il concederli un suo stafiere quale accompagni il detto suo figlio a Milano, comme anche di qualche lettera d
91 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 390-391
unzia del più aperto bolognese : il che accresceva comicità all’esser suo . Chi nol ricorda nel Pugno incognito e nella Boll
sotto i quali militò, e sui quali si modellò, la sua attitudine e il suo buon volere fanno sperare assai bene del suo arti
, la sua attitudine e il suo buon volere fanno sperare assai bene del suo artistico avvenire.
92 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 588
n compagnia bufeto non parla per la camerata e perche uole il bologna suo compare il Cap.° non dice niente per amor di Giro
il bologna suo compare il Cap.° non dice niente per amor di Girolomo suo seruo non ce altro che me otanio et pantalone che
to frescamente Don Vincenzo Spinelli, Principe di Tarsia a Napoli dal suo Stato, cominciò ancor lui a vagheggiar la Lavinia
93 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »
itti di sì fatte gemme formò con buona simmetria un piccolo trono dal suo baldacchino coperto, e ne fece un presente a S. A
nella sua Reale Cappella di Colorno. Fu a Barcellona in Compagnia di suo genero Costanzo Pizzamiglio (V.), e nel tornare i
94 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO I. Teatro tragico Italiano. » pp. 98-130
a applaudita. Il cavaliere Giambatista della Porta diede alla luce il suo Ulisse nel 1614, nella quale dee lodarsi la scelt
l’armonia della versificazione co’ Torrismondi e colle Semiramidi. Il suo Giorgio però s’impresse nel 1611, e l’approvazion
monio ingannate da Annibale: Calavio padre che per ben corteggiare il suo ospite le spinge a trattenerlo con ogni libertà:
ntrigo e fuga comica. Nell’atto III Annibale che pure viene fuori col suo confidente, racconta le sue amorose avventure con
meto, i Perigli della Regina Creusa, il Re Meandro, e Giuliano; ma il suo Diogene accusato che il Ghilini credè tragedia, è
e del valoroso innocente Mustafà condannato da Solimano re de’ Turchi suo padre per gli artificj di Rusteno e della regina,
o figlio Selino e serbarlo all’impero; ma sventuratamente questo caro suo Selino si nasconde appunto nel da lei abborrito M
caro, ed ha tutti i pregi dell’ottimo personaggio tragico. Lo stesso suo amore con Despina contribuisce ad accrescere la c
vita di Merope con indicibil piacere di Amfia sua madre e di Policare suo amante e sposo. Aristodemo ne ode la notizia col
mostra che se mancasse Arena (giacchè Licisco protesta non esser del suo sangue) non ricuserebbe di dar per vittima la fig
tata morte, come dinota l’atto di coprirsi il volto per non vedere il suo uccisore mentre spira, e chiama a se l’interesse
o re Spagnuolo Ermenegildo eseguita per ordine dell’Ariano Leovigildo suo padre. S’impresse la prima volta nel 1644, e poi
è di nobiltà, nè porta la taccia degli eccessi ne’ quali trascorse al suo tempo l’amena letteratura; ma col discorso egli t
ittadella di tai città a’ 28 di Agosto del 1646, il quale ad onta del suo stile per lo più manierato manifestò ingegno gran
ta nel 162663 è da comendarsi per la semplicità dell’azione che va al suo fine senza avvolgimenti; ma lo stile è totalmente
volta in Roma nel 1694, cioè quattro anni dopo che ebbe dato fuori il suo poema l’ Impero vendicato ch’egli credeva men dif
furto confessato da Sofronia per morire in di lei vece; il Porta nel suo Moro adoperò ingegnosamente l’artifizio e l’erois
oi di non esser egli Corradino tosto che intende che il re vuol farlo suo genero. Carlo prende questa varietà come ostinazi
iso su di un palco come un reo volgare per ordine dell’usurpatore del suo regno, è un personaggio tragico che nella storia
è al fine egli seppe con arte conservare all’argomento gran parte del suo patetico, ed avea stile e nota sublime; ma non si
95 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « LETTERA » pp. 3-14
’Autore al Signor Abate Don Saverio Lampillas prima di pubblicarsi il suo Discorso. Madrid Agosto 1782. Un pubblico Profe
nna getta, un Ragionamento, in cui ribatto le obiezioni del precitato suo Volume, e che già è nelle mani dell’Impressore. P
mulate le sue ragioni, o risposto ad argomenti con invettive. Di ogni suo temuto raziocinio ho fatto caso, enunciandolo dis
un mistero di ciò che sono ‘per pubblicare, e sottoporre al medesimo suo giudizio. E perchè procederei altramente? Intento
orse appieno senza darmi luogo a chiedere mercè, e per incatenarmi al suo Carro Trionfale Apologetico, come con dolce sogno
ato che io meditassi un controbando, o una irruzione repentina, e che suo dover fosse il vegliare come buona sentinella in
amente, che la gloria delle nostre Nazioni dipenda dall’esistenza del suo Saggio Apologetico, e del mio Ragionamento. Inolt
ostrare di amar più, il Signorelli mostra di amar meglio. Resto tutto suo . *. Due secoli e mezzo sono trascorsi dalla mo
96 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 868
oi compagni. Bologna, Firenze, Genova, ed altre città applaudirono al suo modo di condurre e dirigere una società di person
loro mestiere con decoro, e con quella riputazione che ha formato il suo buon nome. » Scorreva il 1781-82 la Lombardia con
97 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 225
giovane egregio, se ne allontanò per sempre, e andò a stabilirsi con suo marito a Londra, ove conduce tuttavia una vita ag
sua mente scomposta, se non potè esser noverata fra le primissime del suo tempo, com’avrebbe meritato.
98 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 199-200
lino che era venuto a portarle un pollo in nome del Capitan Rodomonte suo padrone, e insidiatore dell’onore di lei, dice il
un pourceau !… Uscito poi dal sacco Frittellino, Isabella e Pifagna suo padre se ne spaventano…. Il banchetto nuziale va
Fiala, modenese. » Capitano Spagnuolo Giuseppe Fiala, napoletano ( suo marito). » Gradelino Costantino Costantini, ve
99 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 298-299
chè, recitata la particina del bimbo ne Due Sergenti, in compagnia di suo padre, fu subito collocato a riposo per…. insuffi
ni, ai primi atori ; poichè, al finire del disastroso capocomicato di suo padre, nel ’59, egli, cavallo da tiro e da soma,
hi e Luigi Monti, deliziosa e indimenticabile coppia d’innamorati. Il suo maggior grido anzi gli venne in quella compagnia,
100 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 436-437
Minuti, attrice italiana col nome di Florinda. Esordì un po’prima di suo marito, come seconda amorosa nella Compagnia ital
se da St. Cloud, in data 10 agosto 1688 (otto giorni dopo la morte di suo marito), la lettera seguente che trovo trascritta
così dolorosa occorrenza, senza conceder a V. S. manifesti segni del suo dispiacere, insieme con certezza della sua protet
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