nte volgare di certi lazzi e certe cascate, che furon prerogativa del
suo
predecessore Antonio Costantini, figlio naturale
eleganza di contorni, da muover l’applauso del pubblico, senza che il
suo
labbro avesse profferito una sillaba. Lo Jal ripo
punti Carlino ha fatto piangere. Queste poche parole devon bastare al
suo
elogio. Carlo Bertinazzi nacque a Torino il 2 d
nazzi, il quale, non troppo signore della lingua francese, scelse per
suo
esordire l’Arlecchino muto per forza, scenario it
elegante ballerino. Le opere nelle quali egli palesò maggiormente il
suo
valore artistico furono la Corallina maga, commed
o del D’Origny. Alla fine dello stesso anno l’apoplessia lo colse nel
suo
domicilio di Parigi, Via dei Petits-Champs, ove m
i musica e la Commedia Francese. Carlo Bertinazzi godè, in grazia del
suo
nome e dell’indole sua, dell’affetto e del rispet
tto di ragguardevoli personaggi ; e vediamo i sei figliuoli avuti dal
suo
matrimonio con Susanna Foulquier di Nantes, attri
ra diciottesima, per esempio, nella quale Carlino descrive al papa il
suo
debutto, e la ventesima, in cui parla della sua c
no, il marmo non ha avuto cura sin qui di eternarne le sembianze : il
suo
volto sconosciuto quasi anche a’contemporanei, po
poche copie furon distribuite agli amatori. Qualche particolarità del
suo
carattere, qualche aneddoto appartenente alla fin
9 ottobre dello stesso anno, nè men due mesi dopo la morte dell’amico
suo
; e il Giornale di Parigi il 17 ottobre pubblicò
te dell’amico suo ; e il Giornale di Parigi il 17 ottobre pubblicò il
suo
Elogio funebre di Carlino, del quale il Campardon
comune, riusciva meglio d’ogni altro in qualunque impresa. Propose al
suo
domestico di servirlo per ventiquattr’ ore, all’i
’ordine, avrebbe dovuto formarsi una onesta fortuna : ma la bontà del
suo
cuore gli procurò sciagure da parte di coloro cui
ramente onesto ! ! ! Mori a Parigi il 6 settembre dell’ ’83. Ecco il
suo
epitaffio : Ci-git Carlin, digne d’envie, qui, b
matrimonio, ecc. Fra gli oggetti, che in un ingente furto commesso in
suo
danno un giorno che egli era andato a desinar fuo
mi propongo altresì di renderle conto esatto di quello che accadrà a
suo
tempo, giacchè è deciso che il signor Coralli non
tabili : la sua figura, i suoi gesti, i suoi movimenti prevenivano in
suo
favore : le sue maniere ed il suo talento lo face
ti, i suoi movimenti prevenivano in suo favore : le sue maniere ed il
suo
talento lo facevano ammirar su la scena, e predil
cconta che recitò una sera davanti a due sole persone, conservando il
suo
buon umore, e non saltando nè una scena, nè un la
starsi alla ribalta ; e famigliarmente e sottovoce con un garbo tutto
suo
gli disse : Signore, l’altra metà del pubblico se
glio di Arlecchino. Pantalone gli ordina di prenderlo e restituirlo a
suo
padre. Scapino vorrebbe portarlo in qualche luogo
pra l’intrico. Che fare ? Mentre Arlecchino si diverte a scherzar con
suo
figlio, seduto per terra poco lnnge dalla sua cas
nge dalla sua casa, Scapino vi entra senz’esser visto, e ne invola il
suo
vero figliuolo. Camilla trova suo marito occupato
ra senz’esser visto, e ne invola il suo vero figliuolo. Camilla trova
suo
marito occupato a far carezze a suo figlio, e ne
suo vero figliuolo. Camilla trova suo marito occupato a far carezze a
suo
figlio, e ne gioisce, e mostra ad Arlecchino la s
ene ; Celio replica ch’ei potrebbe ingannarsi, e che il bambino non è
suo
. Nascono in Arlecchino sospetti sulla virtù della
lecchino che l’ha in conto di sapiente, lo prega a trar l’oroscopo di
suo
figlio per vedere s’egli sia veramente suo. Panta
prega a trar l’oroscopo di suo figlio per vedere s’egli sia veramente
suo
. Pantalone glie ne dà promessa. Al secondo atto,
ella sera. Arlecchino viene con Pantalone, per conoscer l’oroscopo di
suo
figlio ; eccolo : Ce fils que d’Arlequin on avait
io fattogli, appicca l’incendio alla capanna ; nè pur pensa a salvare
suo
figlio, volendo sterminar tutto quanto possa atte
alvare suo figlio, volendo sterminar tutto quanto possa attestare del
suo
disonore. Celio giunge ; e vedendo le fiamme, esc
chino ch’egli ha tra le braccia, e di farle credere che quello sia il
suo
. Camilla desolata dello sdegno di suo marito, giu
farle credere che quello sia il suo. Camilla desolata dello sdegno di
suo
marito, giunge dolendosi del suo destino. Volge m
uo. Camilla desolata dello sdegno di suo marito, giunge dolendosi del
suo
destino. Volge mestamente gli occhi verso la capa
il terrore la vincono così che va a traverso le ruine per salvare il
suo
piccino, e non trovatolo, esce, abbandonandosi ad
, ne cerca la causa. Scapino giunge col figlio d’ Arlecchino sotto il
suo
mantello. Rosaura gli si accosta per muovergli ri
gli rimprovero ; Scapino la placa, dandole il bimbo che le dice esser
suo
figlio. Camilla vuol rapirglielo, dicendo ch’egli
le dice esser suo figlio. Camilla vuol rapirglielo, dicendo ch’egli è
suo
; ed eccoti arriva Pantalone che obbliga Rosaura
lone che obbliga Rosaura a cederlo ; ella sviene, e Fileno accorre in
suo
soccorso ; Celio che la vede nelle sue braccia, è
l figlio di Celio nelle mani di un contadino, ha creduto che fosse il
suo
, e s’avanza accarezzandolo. Camilla giunge da un
l suo, e s’avanza accarezzandolo. Camilla giunge da un altro lato col
suo
vero figlio, che Pantalone le ha fatto restituire
azzi). In quella viene Celio, avvisato dal contadino del rapimento di
suo
figlio, e avvicinatosi ad Arlecchino, gli strappa
cchino appare, mentre questi si lascia andare al furore, e gli chiede
suo
figlio, e tanto l’importuna, che Celio, al colmo
vedendo che tutto è scoperto, permette di render conto a Rosaura del
suo
bene, e le permette di sposar Celio. In questo me
mette di sposar Celio. In questo mentre, Arlecchino viene a richieder
suo
figlio a Celio, e Camilla muove la stessa domanda
scioglie il bandolo della matassa, dicendo che quello che ha Celio è
suo
, e ridà a Camilla e ad Arlecchino quello ch’egli
o : chè anzi non ebbe per esso mai una benevola parola, nonostante il
suo
successo ottimo e schietto, chiamandolo piccola b
o, non avrebbe mai visto la luce pubblica, nè mai sarebbe entrata nel
suo
teatro italiano. « Vi saranno forse stati diamant
stata fatta da un autore, ma l’insieme dell’opera da uno scolaro…… Il
suo
errore principale, per esempio, era quello dell’i
rappresentazioni di quella fortunata bagattella, che ’sta volta, con
suo
grande stupore, fu innalzata alle stelle sul teat
media è la prima data dal signor Goldoni sul Teatro italiano, dopo il
suo
arrivo a Parigi, ove i comici, sempre intesi a pr
la lingua italiana e più larghe cognizioni per poter dare all’ingegno
suo
tutta la giustizia che gli è dovuta. Adunque non
edeva. Venuto alla disperazione, risolse di disertare ; ed essendo il
suo
reggimento non lungi dalla Savoja, si rifugiò sul
re attore Quinault, che allora recitava a Strasburgo, esponendogli il
suo
triste stato, e chiedendogli soccorso. Quinault r
rmesso l’entrata a chi veniva dalla Savoja, senza un chiaro esame sul
suo
nome, sul suo stato, sui suoi disegni. Come fare
ta a chi veniva dalla Savoja, senza un chiaro esame sul suo nome, sul
suo
stato, sui suoi disegni. Come fare ? Visto un rag
le ingannare le guardie, ed entrare in città, dove avrebbe trovato il
suo
liberatore. Ma il corriere di Strasburgo non sare
dei disagi patiti. Il domani una lettera di Quinault gli annunziò il
suo
arrivo, e infatti alle quattro del giorno stesso
egli fu in Basilea, e rivolse le sue prime cure all’abbigliamento del
suo
nuovo compagno d’arte, che, condotto subito a Str
dei Nuovi Comici italiani. Il Mercurio di Francia così annunziava il
suo
esordire : Il (venerdì) 13 aprile (1725) il signo
gli il Curato di Fontainebleau la sepoltura, si deliberò d’inviare il
suo
corpo, chiuso in un cassone, a Parigi, ove fu sep
vi ottenne un successo enorme, secondo che attesta Matteo Marais nel
suo
diario, alla data del 5 marzo 1730, che dice : «
lla. Prima attrice dei Confidenti, fu una delle più forti artiste del
suo
tempo, lodata in vita e pianta dopo morta da'più
netto seguente : Post’avea già sul formidabil arco l’invida morte il
suo
funereo strale, e volea aprir de la prigion morta
tale de la famosa Delia a l’alma il varco. Ma'l Dio d’amore a l’uopo
suo
non parco di favor, disse a lei rivolto ; or qual
o mio si grave incarco ? Ella ben mille a me alme rubelle mi darà col
suo
dir, allor che ornato sarà il teatro di sue fiamm
elo l’alma, Signor, donata, che congiunta gode felice in Voi, come in
suo
cielo. Dal qual sonetto si potrebbe anche inferi
ncorderebbe col bel candore decantato da Francesco Andreini in questo
suo
sonetto : Or che Delia è sparita, e 'l suo splen
ncesco Andreini in questo suo sonetto : Or che Delia è sparita, e 'l
suo
splendore inargenta altre selve ed altri colli, c
nzi (pag. 36) ? Fu Delia de le donne onore e lume, gloria del sposo
suo
, pompa del mondo, e dei teatri luminosa Aurora.
, contento del secol nostro….. Ma nè anche questa è prova sicura del
suo
cognome di sposa, serbando le attrici in arte il
lie del precedente. Passò tutta la sua vita artistica in compagnia di
suo
marito ; e tanto e così fortemente volle, che sal
i, della Perotti, della Bazzi e della Goldoni, i più grandi astri del
suo
tempo. Avendo suo marito formato compagnia il 182
della Bazzi e della Goldoni, i più grandi astri del suo tempo. Avendo
suo
marito formato compagnia il 1826 in società con G
tragica, benchè di oltre cinquant’anni, potè mostrare l’antico valor
suo
, ammirata dovunque così nell’ Isabella del Filipp
a alla Fenice e al S. Carlino, non lasciando alcuna traccia del valor
suo
. Ma quando a varj attori della antica Compagnia G
l’eguale, la seconda. Efficace in tutte queste cose fu il potere del
suo
ciglio e tanto animato il volto che bastava veder
dipingevasi si vivo nella Colli, che la illusione toccava il massimo
suo
grado. Ajutata era in ciò da un volto in cui legg
gonda Colli, la romana passata dalla Fenice al S. Carlino, preparò il
suo
debutto di caratterista nelle Funnachere, con pel
a fatto credere agli amici suoi, che anche la parte sua era opera del
suo
talento, e che tutto quel che diceva, lo diceva a
mprovviso non dice sempre le stesse cose, e molti non badavano che il
suo
discorso era sempre il medesimo ; e gli credevano
e non dispiacque ; ma il Golinetti andò in terra, perdette affatto il
suo
spirito, la sua facondia ; e non riconoscevan più
ì bene che niente più si poteva desiderare. Il Gollinetti confessò il
suo
torto, riacquistò il suo credito di buon attore,
poteva desiderare. Il Gollinetti confessò il suo torto, riacquistò il
suo
credito di buon attore, senza usurparsi quello di
art, nel 1750, è detto di lui che era un uomo alto e ben tagliato. Il
suo
ruolo era quello del Pantalone che rappresentava
ana di Angelo Moro-Lin, salutato da un fragoroso, unanime applauso al
suo
primo apparir sulla scena, dopo appena tre sere d
e applauso al suo primo apparir sulla scena, dopo appena tre sere dal
suo
debutto. Restò con Moro-Lin fino a che (giugno
ri progressi del figliuolo Giuseppe (uno dei quattro ch'egli ebbe dal
suo
matrimonio [carnovale 18 con la signorina Cesira
non so bene se per ragioni artistiche o finanziarie, congiungersi al
suo
confratello dialettale Francesco Benini, e rinnov
go del Libero scambio aggiunga alcuna delle sue strampalerie, qualche
suo
granellin di pepe ? A lui deve già tanto il pubbl
go, che ha in sè tutta la spigliatezza arguta, tutta la bonarietà del
suo
popolo veneziano, è forse il più atto a sentire e
aspirazione. Bisogna conoscerlo personalmente, battere, dirò così, al
suo
cuore, e farglielo aprire, senza soggezione : su
erlo fra un atto e l’altro, e magari fra una scena e l’altra, in quel
suo
camerino, ingombro di giubbe di ogni specie, di s
agnia d’incisioni minori di suoi personaggi, di maschere, di mode del
suo
tempo ; bisogna vederlo, dico, col suo libricciuo
aggi, di maschere, di mode del suo tempo ; bisogna vederlo, dico, col
suo
libricciuolo in mano di una commedia del Maestro,
;… E così, finalmente, nel costante favore di popolo e di critica, un
suo
pallido e debole sogno di creare la casa di Goldo
neziani e repertorio goldoniano, va acquistando nella sua mente e nel
suo
cuore luce e vita per modo da occuparlo tutto oma
ia de' Pierò. Secondo i varj sentimenti che lo moveano, egli sapeva a
suo
talento diventar pallido come un cadavere, o ross
Toltosi dalla professione, correva le strade di Palermo chiedendo del
suo
fallo perdono con queste parole : Vi chiedo scusa
i. E il popolo seguivalo ridendo e applaudendo. Venuto a morte, fu il
suo
corpo disseccato a guisa di mummia, e collocato i
erra ; e aggiunge il Bartoli, che la memoria di lui, viveva ancora al
suo
tempo (1781). In tuttociò è probabilmente una gra
tto e di tutti, non aveva amici perchè voleva suppeditar tutti con il
suo
prepotente contegno, e con il suo basso e trivial
rchè voleva suppeditar tutti con il suo prepotente contegno, e con il
suo
basso e triviale frasario. Osteriante, bene spess
gli piantò il coltello nel basso ventre, e Lombardi cadde immerso nel
suo
sangue. A quella vista, il disgraziato vecchio fu
go, padre di Francesco, che non abitava con lui, lo andò a cercar nel
suo
appartamento, e avendo saputo dal cameriere ov'er
ola. Era il giugno del 1845. Molti testimoniaron della grandezza del
suo
valore. Francesco Righetti nel suo Teatro italian
testimoniaron della grandezza del suo valore. Francesco Righetti nel
suo
Teatro italiano (II, 104), parlando de' comici fi
le parti tutte gli stieno bene del pari, pure la tragedia è quasi il
suo
campo d’onore, dov'egli in quelle, che sostiene,
ddio, di cui ecco alcune strofe allusive all’abbandono del Sacco e al
suo
mancato impegno : Chi di sorte il cieco dono amò
co e al suo mancato impegno : Chi di sorte il cieco dono amò più del
suo
decoro loro infuse l’abbandono per saziar sua fam
gnia di Girolamo Medebach, in cui stette più anni, facendo mostra del
suo
gran valore artistico nelle commedie dell’abate C
. Il 1778 le morì il marito ; e dice Fr. Bartoli, che quando al valor
suo
avesse unito un personale più vantaggioso, poteva
etta !… Dopo le quali parole, tornato Principe di Danimarca, disse il
suo
e non essere coll’accento voluto dalla scena. Tal
strava al pubblico sicuro di sè, padrone assoluto della sua voce, del
suo
gesto, della sua concezione, quale artista ! Reca
el Corso tacito, isolato, guardando i cerchi di fumo che s’alzano dal
suo
sigaro, e nè men forse ascoltando chi parla intor
ando chi parla intorno a lui. Di quando in quando si risveglia nel
suo
cervello il ricordo de’ passati studi e allora te
spensierato Edmondo Kean, e il pazzo Principe di Danimarca ricade nel
suo
letargo…. a pena indicato alla curiosità o alla d
uca, fu egregio attore per le parti di brillante, un de' migliori del
suo
tempo. Fece le prime armi come secondo amoroso e
ime armi come secondo amoroso e secondo brillante, nella compagnia di
suo
padre, e, lui morto, esordì brillante assoluto ne
cribe, in cui il povero Riccardo di Kerbriand, discorre con Elena del
suo
amore per Berta e della sua balbuzie ? E l’altra,
illanti facevano smascellar dalle risa. L'andatura dello Zoppetti, il
suo
occhio, la sua dizione, tutto era comico…. Quando
etti fu tutt’altro che nobile, o, a dir meglio, fu nobile solo a modo
suo
. Dal suo matrimonio con Giulia Checchi, egregia s
utt’altro che nobile, o, a dir meglio, fu nobile solo a modo suo. Dal
suo
matrimonio con Giulia Checchi, egregia seconda do
i lei scrive Fr. Bartoli : « Educata sotto gl’insegnamenti di Placido
suo
marito, riuscì un’eccellente prima attrice. È ind
iuscì un’eccellente prima attrice. È indicibile quanto fosse il valor
suo
nelle cose dell’arte, e quanto unitamente al suo
uanto fosse il valor suo nelle cose dell’arte, e quanto unitamente al
suo
consorte facesse brillare le scene all’ improvvis
Lapy Giuseppe. Così ci è descritto da Antonio Piazza nel
suo
Teatro (Venezia, Costantini, 1777) : Venne colà,
n questo modo arricehi. Vecchio, com’è presentemente, parla ancora il
suo
disgustoso dialetto, con quella stessa [illisible
iscono per la sua Compagnia. La narrativa di Egisto nella Merope è il
suo
pezzo diletto, per conoscere l’altrui abilità. Sd
ato magistralmente, corregge, applaude, biasima, approva, s’ alza dal
suo
tribunale, tira le braccia al suo discepolo, gli
aude, biasima, approva, s’ alza dal suo tribunale, tira le braccia al
suo
discepolo, gli torce il collo, gli piega la vita,
n quella roano vilissima, che la saponata faceva per i biricchini del
suo
Paese, d’aggiungere, di cangiare, di deturpare i
Per queste sue pessime qualità egli ha privato il Teatro Italiano del
suo
migliore ornamento, disgustando la Prima Donna, c
lla rappresentazione dell’indomani. Conosciuto dal Modena, e divenuto
suo
segretario, accettò il suo consiglio di continuar
ndomani. Conosciuto dal Modena, e divenuto suo segretario, accettò il
suo
consiglio di continuar nell’impresa del recitare
sua terra natale, come al Teatro Rossini di Torino, dove si ammira un
suo
busto assai rassomigliante ; ma il più bel monume
è nel cuore del nostro popolo che pensa colla sua testa e giudica col
suo
buon senso, infinitamente superiore a tutte le fi
cuole, e che Teofilo Gauthier ha così ben modernamente illustrato nel
suo
immortale Capitan Fracassa. ……………………….. L'artist
mare il trovarobe, i macchinisti, gli scenografi, portandoli tutti al
suo
grande concetto costitutivo della grande arte : v
innovatore e rigeneratore del Teatro moderno. Ed è per questo che il
suo
nome glorioso non sarà più obliato dai veri culto
lerina esordì come attrice nella commedia, scritta a posta per lei da
suo
padre, intitolata Le due sorelle rivali, trascina
nte, tutti i moti improvvisi o progressivi dell’anima son dipinti sul
suo
volto con tale espressione non ancor trovata sin
nella lingua italiana, e italianismi nella francese, assicura che il
suo
volto e il suo gesto eran sovente sublimi d’espre
taliana, e italianismi nella francese, assicura che il suo volto e il
suo
gesto eran sovente sublimi d’espressione. Su di l
di una modestia rara che ne la rendea più degna. Lasciò morendo ogni
suo
avere alla sua famiglia, il che fece onore alla s
ni suo avere alla sua famiglia, il che fece onore alla sua mente e al
suo
cuore. Nonostante le piacevoli commedie di Col
È dunque assai più probabile che la data assegnata dal Bouchot o dal
suo
predecessore al disegno, sia di alquanto posterio
’ultimo ; ma seco non volle ritornare in Italia. In Cadice stabilì il
suo
domicilio aprendo una bottega ad uso caffè. Perdè
nte tornò poi a ricuperarla. Fu grata sulle scene per l’avvenenza del
suo
personale, e per qualche prontezza nel suo brilla
scene per l’avvenenza del suo personale, e per qualche prontezza nel
suo
brillante carattere. Vive in Cadice anch’oggi (17
o spirante grazia, e una voce dolcissima e chiara. Pare che il genere
suo
fosse più specialmente il patetico, dacchè il Gol
ssai bene il carattere di quella Pastorella innocente, innamorata del
suo
agnellino più che d’Ergasto ; umile e rispettosa
del suo agnellino più che d’Ergasto ; umile e rispettosa col vecchio
suo
genitore ; fiera e risoluta col Castellano suo te
rispettosa col vecchio suo genitore ; fiera e risoluta col Castellano
suo
tentator disonesto ; e vivamente spiccava il salt
prestavano, non fecero che abbreviarle la vita, onde rese l’ anima al
suo
Creatore in età di anni quaranta nel 1761. La r
dovè il Goldoni scrivere La moglie saggia. Ma egli errava certo nel
suo
giudizio. La Medebach, gelosa de' successi di Cor
ale ci mostra chiaro come la povera donna non trovasse come prima nel
suo
coraggio la forza di lottare col male, e nella qu
on convulsioni di nuova invenzione, che facevano impazzire sua Madre,
suo
marito, i suoi parenti ed i suoi domestici. Med
più sincero, che non potè avere la fortuna, a cui gli dava diritto il
suo
grande ingegno artistico, per la cerchia ristrett
e malato, e che restò poi fino all’ultimo della sua vita artistica il
suo
caval di battaglia. Recatosi col Majeroni a Firen
tata la Gerla al Pagliano, Alessandro Dumas, venuto per la recita del
suo
Don Giovanni, si recò sul palcoscenico, ed ebbe l
iano, direttore di quella Società filodramatica, a cui diede tutto il
suo
ingegno e tutto il suo affetto, e da cui fu amato
la Società filodramatica, a cui diede tutto il suo ingegno e tutto il
suo
affetto, e da cui fu amato e venerato fino all’es
nte, Don Marzio, Barbiere di Gheldria. Degli otto figliuoli avuti dal
suo
matrimonio, tre perirono, fra i quali Arturo, att
nsignito di più croci e medaglie che attestano la grandezza del valor
suo
e della suo devozione alla patria. Gli artisti so
più croci e medaglie che attestano la grandezza del valor suo e della
suo
devozione alla patria. Gli artisti sono : Enea,
gravemente, cadde alienato di sensi, e quando rinvenne, si trovò nel
suo
letto, circondato dagli amici, tra i quali si pot
. Morì d’idrope pettorale a Firenze ; e sulla pietra che sigillava il
suo
sepolcro nel chiostro di Santa Croce, a destra e
ò Giovanni Battista Niccolini, il quale non l’ebbe in vita troppo nel
suo
libro : qui riposa antonio morrocchesi di san cas
mia di belle arti professore di declamazione fra i tragici attori del
suo
tempo per consentimento d’italia a nessuno second
vi novembre mdcccxxxviii Fu amico de'più ragguardevoli italiani del
suo
tempo, fra' quali, oltre all’Alfieri, i Pindemont
o comparando al giudizio che ne dà il Righetti nel secondo volume del
suo
Teatro Italiano, e che qui riferisco, c’ è da cre
ssioni, imponente, terribile nell’espansione di violenti affetti ; il
suo
portamento, il suo gesto erano nobili, e dignitos
terribile nell’espansione di violenti affetti ; il suo portamento, il
suo
gesto erano nobili, e dignitosi, nè perdevano del
’errare se dico, che questo tragico attore era l’attore di genio ; il
suo
difetto nell’analisi dei caratteri traspariva nel
ssonia non mi fu possibile rintracciar notizie. Ne abbiamo invece sul
suo
esordire a Parigi il 21 novembre del 1739 nelle F
ta italiana : Arlequin Médecin volant, che ispirò poi al Boursault il
suo
Médecin volant. Si sa ancora che l’ 11 maggio del
usi che gli furon davvero prodigati si debbon più tosto attribuire al
suo
singolar pregio di acrobata. Questo troviam nelle
quale dice di lui (Ediz. Pasquali, XIII) che non valeva gran cosa nel
suo
personaggio, ma aveva degli adornamenti che attir
so il 1730 ed esordì alla Comedia italiana il 6 maggio 1744 insieme a
suo
padre colla parte di Colombina nel Double mariage
ine jardinière ovvero La Comtesse par hasard, commedia in tre atti di
suo
padre, e in Coraline esprit follet, scenario in t
mpo che recitò. » D'Origny dice che « non si sapeva se ammirar più il
suo
ingegno o la sua bellezza, » e Panard dettò per l
; Coraline offre sous ses traits Hébé, Terpsichore et Thalie. Fu dal
suo
esordire ricevuta alla Comedia italiana con stipe
vois, fait que je suis tout à la fois amant inconstant et fidèle. Il
suo
ingegno e la sua bellezza inspirarono anche una l
auréal. Corallina, morta nell’aprile del 1782, istituì per testamento
suo
legatario universale il Principe di Conti, il qua
olo nell’ intestatura misericordioso tutore, e nella sopra- scritta «
suo
come fratello minore Messer Ferdinando Medici, ma
la principessa di Toscana, Maria de' Medici, e divenuto ufficialmente
suo
promesso sposo nell’ inverno del '600, avendo sta
cipale il Martinelli. A questo infatti, col mezzo del signor di Rohan
suo
cugino, allora in Firenze, fece, il 21 dicembre '
, fece, il 21 dicembre '99 da Parigi, l’invito formale di recarsi nel
suo
regno, promettendogli ogni buon trattamento : e l
nno. Il 10 novembre 1606 da Fontainebleau Enrico scriveva gajamente a
suo
cugino Ferdinando Gonzaga, cardinale un anno dopo
ina Reggente per avere alla Corte il Martinelli, di cui fe' tenere in
suo
nome a battesimo un figliuolo, l’ottobre del 1611
7 gennaio il Re e la Regina Reggente in persona tennero nuovamente un
suo
figliuolo a battesimo. La Compagnia allora era c
Tristano Martinelli, Arlecchino ; Federigo Ricci, Pantalone ; Ricci,
suo
figlio, Leandro ; Giovanni Pellesini, Pedrolino,
rva, sotto nome di Bernetta. Assente il Re, pare non recitasse che al
suo
ritorno, il 12 gennaio 1621, all’ Hôtel de Bourbo
andandolo per la prioria di San Ruffino, a favore di un ecclesiastico
suo
parente. Quando il Re annunciò la sua partenza ne
giungere la sua armata, confermò i comici a Parigi, per trovarveli al
suo
ritorno ; ma Arlecchino, allegando in iscusa l’et
di lode. Fu anche traduttrice delle migliori produzioni francesi del
suo
tempo, e di esse si valse pel suo repertorio la C
le migliori produzioni francesi del suo tempo, e di esse si valse pel
suo
repertorio la Compagnia Reale Sarda. Del '46 la v
a. Del '46 la vediamo madre e direttrice della Compagnia di Balduini,
suo
nipote, assieme ai figli Giovannina e Salvatore ;
a Cavicchi, fu per universale consentimento la più grande artista del
suo
tempo. Ancor bambina s’era già fatta un nome, rec
r le condizioni da lei fatte della scrittura, poi per la speranza del
suo
matrimonio, non approdarono a buon fine. Ella fu
nuovo disegno s’interponeva un ostacolo non facilmente sormontabile :
suo
marito, da cui non si sarebbe mai separata, era s
e : la Ristori si era disfatta, coll’allontanarsi dal teatro, di ogni
suo
corredo…. Bisognava ricominciare, e su larghissim
o, nell’anno, le recite ch'ella non avrebbe potuto fare. La morte del
suo
Giuliano dovrebbe riguardarsi come morte sua, e p
ua scelta in principio, o fine delle Piazze, come credesse meglio pel
suo
interesse : dovrebbe conoscer l’elenco degli atto
e della sua parte ; volendo ella eseguirla secondo gliela dettasse il
suo
modo di sentire. Ora : le pretese eran senza dubb
rno con tutti i mezzi che le offrivan la sua grandezza artistica e il
suo
nuovo stato per « rivendicare all’estero — com’el
la si comprende, con l’espressione della sua faccia, e la melodia del
suo
organo di fisarmonica…. Questo per le doti fisic
tra con cento parole. Chi non ricorda il modo con cui s’avvolgeva nel
suo
manto alla fine del secondo atto di Mirra ? Chi n
ficile indovinare che la Ristori ha molto cuore : è il distintivo del
suo
talento. Ella non vive come una commediante, ma c
commediante, ma come la più onorata madre di famiglia, compiendo ogni
suo
dovere, che è per lei la felicità. Nelle parti od
cità. Nelle parti odiose si trovan per lei delle scuse, e pare che il
suo
personaggio non possa agire altramente sia che la
lla vuol sempre identificarsi con le sue eroine…. Il d’Heylli nel
suo
Journal intime de la Comédie Française (Paris, De
i imitazioni ristoriane, e che le deve, senza saperlo, gran parte del
suo
presente successo all’Ambigu nella Rosa Michel de
primo passo del lungo e glorioso cammino della Ristori, chè di là il
suo
nome echeggiò in ogni parte più riposta del mondo
e, lasciate le scene, diventò dama d’onore della Regina d’Italia. Al
suo
ottantesimo anno, tutto il mondo si preparò a fes
nel ’45 la moglie Marianna, come vediam più giù, era già vedova. Del
suo
valore artistico discorre largamente Angelo Broff
a, Domenico Righetti. Ecco le parole del Brofferio al proposito di un
suo
lavoro giovanile, La saviezza umana : …… Bazzi p
per incantesimo il proprio lavoro, e i suoi pensieri si animavano, il
suo
dialogo si vestiva di arcane significazioni, le s
ano trasfuso nelle vene tanto sangue che il medico avrebbe perduto il
suo
tempo. E più oltre : Chiudendo gli occhi alla v
ueste ultime parole : L’amante ingenuo dice all’oggetto più caro del
suo
cuore : – Sono innocente – colle voci di scusa,
e. Il traditore lo asserisce con quella enfasi che ha premeditata col
suo
delitto. Il padre coll’accento sicuro lo dice ai
a netta sua coscienza ; il serbino colla noncuranza e sufficienza del
suo
carattere a chi ebbe l’audacia di accusarlo. Il s
anni : sarebbe nato dunque il 1526), fu uno dei più grandi Zanni del
suo
tempo, più noto col nome di Pedrolino. Antonio Va
ha nel dominio di V. A. S. certo campo et pezzo di terra quale certo
suo
confinante fondato sopra cotesto statuto, intende
che il Pellesini prese parte al banchetto descritto dal Rossetti nel
suo
Scalco (Venetia, MDLXXXII), e già riferito in par
eruir qui à Modona, e pregandole da Nostro Signore felice fine d’ogni
suo
desiderio aspettano quanto prima la grazia, accio
cano a far loro gratia, che possano in Milano nella stanza solita del
suo
Palazzo recitar le loro honeste Comedie ; hanno g
sta ; confidano nella sua benignità ed offrendosi prontissimi ad ogni
suo
cenno le pregano da N. S. felice fine d’ogni suo
prontissimi ad ogni suo cenno le pregano da N. S. felice fine d’ogni
suo
desiderio. 1601 a' 12 di giugno. Facciasi la pate
iana il 18 maggio 1716 nella Compagnia detta del Reggente, formata da
suo
marito Luigi Riccoboni detto Lelio, sostenendovi
ensione, che non le fu restituita fuorchè il 29 marzo 1752, epoca del
suo
definitivo riposo. Tornata di Francia in Italia,
ipta della Cappella della Vergine nella Chiesa del San Salvatore. Dal
suo
matrimonio col Riccoboni nacque un figlio, Anton-
e un figlio, Anton-Francesco Valentino, detto Lelio in Commedia, come
suo
padre. Tutti e tre furono naturalizzati francesi,
fiate al popol denso sua recitata favola non spiacque : parte n’ebbe
suo
merto, io parte, e parte v’ebbe una sua già favo
e per quanta è Grecia, e non l’ Egeo spumoso, non l’ Ellesponto il
suo
cammin ritenne. Alle recite sue plaudente assiso
, io tengo ch’egli l’abbi presa dalla sua esperienza, e dallo spirito
suo
, che sopra i difetti altrui ha saputo conoscere i
a saputo conoscere il vero ; ma pure quand’anche fosse così, e non un
suo
complimento, non ha egli potuto vedere la natura
esentarne una con l’assistenza di questo gran Comico, per sentire dal
suo
giudizio, se trovasse la nostra maniera plausibil
oggi è pur seco, continuando a dimostrarsi pieno d’attenzione per il
suo
Mestiere. È comico di qualche ingegno, e scrive a
ingegno, e scrive a sufficienza alcune cose spettanti al Teatro, ed è
suo
parto una Commedia intitolata : L’Oppresso Felici
ficato ne’venticinque anni che gode l’onore di servire il nobilissimo
suo
teatro ; e un discorso preliminare, il quale ci d
ritta per fanciulli, ci racconta come in essa avesse parte il maggior
suo
figlio di anni dieci, il quale, recitata la Comme
oncerto di musica del Reale Infante, dal quale si ebbe poi patente di
suo
Virtuoso di camera. Il Fiorio si mostra in quest
’annuo stipendio di lire nuove di Piemonte 6300, e tre mezze serate a
suo
benefizio, di cui una, la quaresima, a Torino. »
ana di Chivry. Nè la coltura, e si potrebbe dir la grammatica, era il
suo
forte, come può vedersi da questo bigliettino ch'
Z. S. dispensato in foglio volante al Cocomero di Firenze la sera del
suo
benefizio 20 febbrajo 1851 : De' tuoi grand’ occ
tua perfetta scuola bellezza insuperabile, infinita. E quando più nel
suo
fulgor divina l’arte trasfonde l’ immortal suo sp
nita. E quando più nel suo fulgor divina l’arte trasfonde l’ immortal
suo
spiro al guardo e all’atto che ti fan regina ; ne
i diede a leggere quanti più libri potè, coll’esempio anche del padre
suo
, al quale, sebben macellaio, erano sconosciuti be
utte in versi per giunta. Spronato poi dal desiderio di realizzare un
suo
disegno, già gran tempo ventilato, si diede con a
poesie e commedie, le quali, se non mostran troppo la peregrinità del
suo
ingegno ed una coltura vasta, dicon chiaro quanto
schi ch’è assai bella Ragazza, dà di sua abilità chiari argomenti. Il
suo
marito è pur di buona razza, e può passar fra’Com
scritta in prosa, per soddisfare — dice l’autore ai lettori — al solo
suo
capriccio e non per altro motivo, che non mi par
r più di quindici anni scorse varie parti d’Italia a fissar giunse il
suo
domicilio in Rovigo ; e credette di far cosa grat
le private nobili Abitazioni ; acciocchè essi conoscano che l’innato
suo
genio per simili erudizioni non ha voluto trascur
tore la sua quiete, il Religioso collocamento della sua Figlia, e del
suo
Figliuolo ; e altresì una probabile sicurezza di
terminasse di passare a seconde nozze, non altri avrebbe preso che il
suo
Buffetto. Noi non seguiremo certo i due innamorat
ombina. Immaginarsi la gioia di entrambi : Colombina gli fe’dono d’un
suo
ritratto in miniatura, del quale aveva già fatto
ffetto dei suoi dolori. Sventuratamente una Staffetta del Serenissimo
suo
Padrone gli consegnò una lettera, nella quale era
teresse, mutar l’istrumento nella seguente maniera : che si leuasse a
suo
tempo di tutto l’haver di Colombina la prouisione
a ; rifiutarsi lui di andare in Francia, disobbedendo a un volere del
suo
padrone e più che altro del suo benefattore ? Mis
Francia, disobbedendo a un volere del suo padrone e più che altro del
suo
benefattore ? Mise in mezzo terze persone, si rac
argli animo. Degli onori a lui toccati in Francia diremo all’articolo
suo
. Qui basti sapere che non appena Buffetto fe’cenn
ni ben gravi le fecer prendere la risoluzione di scriver da Modena al
suo
amato Carlo, supplicandolo di non insistere oltre
aglia insieme a Giacomo Modena. L'arte sua somma nel rappresentare il
suo
personaggio, la facondia del suo dire, la lepidez
'arte sua somma nel rappresentare il suo personaggio, la facondia del
suo
dire, la lepidezza dei sali, congiunte a una prob
nitore per cinque lustri di quella Compagnia, parlando dell’imminente
suo
sfasciarsi, dopo di avere citato i nomi di coloro
i un grand’effetto con indicibile applauso. Ma la notizia chiara del
suo
valore, e soprattutto di ciò che tal valore forma
la parte di questo personaggio, ha voluto allontanarsi dall’adottato
suo
trivial costume, e l’ha reso un uomo illuminato e
a un assoluto maneggio vedesi pure il Zannoni porre in opera tutto il
suo
ingegno, ed infaticabilmente adoprarsi con lode n
ed infaticabilmente adoprarsi con lode nell’esecuzione dello studiato
suo
personaggio…. ecc. E va avanti di questo stil
i vento dei strattagemmi, per far che la colga nel segno dell’ardente
suo
desiderio. E via di questo passo. Nella raccolta
presentazione a riserba di Virginia e di Pompea, le quali caddero; il
suo
Andronico ed il Tiridate restarono al teatro. Ma
tragedie in istile debole e trascurato, e con viluppo romanzesco. Nel
suo
Amasi regna una molle galanteria sconvenevole all
on certo terrore tragico assai più vero e con un forte colorito tutto
suo
. Lontano dalla grandezza del primo non meno che d
e tragico quello di Radamisto nella tragedia che ne porta il nome: il
suo
Pirro è più grande ancora del Pirro della storia.
alvagio ambizioso e politico profondo si manifesta maestrevolmente il
suo
Catilina, benchè non a torto da Federigo II re di
attere incerto, e più d’uno lo reputerà stolto o maligno nel giudicar
suo
fratello. Stolto o maligno parimente (contro l’in
o appena ne 1718 anni 19 della sua etàb, quando scrisse e pubblicò il
suo
Edipo. Il pubblico l’accolse con applauso, e si r
cle, quello del Cornelio ed il proprio, o ciò che in una edizione del
suo
Edipo del 1729 scrisse contro La Motte. Ci basti
i al Cornelio, al Racine, al Crebillon, mostrando però ne’ tratti del
suo
pennello una maniera a se particolare. Non gli ma
ha soggiogata la sua passione, non ha rinunziato ad ogni speranza. Il
suo
amore persiste in tutto il vigore. Io mi volgo pi
Che mi ha egli fatto? ella ripiglia, e lo giustifica. Ecco intanto il
suo
disegno. Vado ad ubbidire, vado a trovar Nerestan
altro dramma francese che più felicemente ne’ tre ultimi atti vada al
suo
fine senza deviare e progressivamente aumentando
: ha preparata benissimo la venuta di Egisto, prevenendo l’uditorio a
suo
favore: ha giustificato come tratto di politica i
rouble il me jette! Son nom? parle, rêpons. Se egli avesse detto che
suo
padre si chiamava Narba, siccome ella sperava di
arba, siccome ella sperava di sentire, avrebbe in lui riconosciuto il
suo
Egisto. Ma egli dice che suo padre si chiama Poli
sentire, avrebbe in lui riconosciuto il suo Egisto. Ma egli dice che
suo
padre si chiama Policlete, e la reina torna a ved
dame, où voila ma victime. Egisto non ambiguamente ha manifestato il
suo
odio verso di lui. Barbaro, tiranno , l’ha chiam
clave où le maître. Ma Polifonte dovea dopo ciò persistere nel matto
suo
disegno? dovea conchiudere, t’aspetto all’altare,
fine pennellate il di lui ritratto, facendo che egli abboccandosi col
suo
gran nemico deponga la maschera e manifesti i gra
postore. Essi non hanno discordato dall’abate Giovanni Andres che per
suo
particolare avviso vorrebbe banditi dal teatro mo
di Zamoro e di Gusmano; Alzira senza volerlo muove Zamora a danni del
suo
rivale; Alzira dà il più vivace colore ed il cara
mbra del re Nino intento a vendicarsi di Semiramide per mano di Ninia
suo
figliuolo che ignoto a se stesso vive sotto il no
la Persia coll’insinuare per bene del pubblico sentimenti di pace al
suo
successore, e per la Grecia col mettere con bell’
cia col mettere con bell’arte le lodi de’ Greci in bocca dello stesso
suo
nemico. Ma l’ombra di Nino non ha altro oggetto c
he si vuole impedire un incesto; ma Semiramide non conosce Arsace per
suo
figlio, ed Arsace è virtuoso ed innamorato di un’
or non bastava di far loro sapere l’arcano? Il poeta si è perduto nel
suo
piano, e dà la più atroce idea della divinità. In
o del Crebillon, che egli in una epistola a mad. di Pompadur chiamò
suo
maestro . Quest’ultimo scrittore col Triumvirato,
gorose, sebbene vi si veggano varii tratti eccellenti del maestrevole
suo
pennello. Noi non abbiamo dissimulati alcuni dife
re la mano con sei dita in una figura di Raffaello; ma il tragico del
suo
pennello, l’espressione inimitabile, la maestosa
60 in Parigi, compose una Ifigenia in Tauride, nella quale immaginò a
suo
modo lo scioglimento. Fu molto bene accolta in te
senza scelta, le frequenti declamazioni sostituite alla passione. Nel
suo
Aristomene comparvero tali difetti più manifestam
menticate, per essere scritte in istile duro, inesatto, prosaico. Nel
suo
Spartaco verseggiato nella stessa guisa si osserv
ata ugualmente dal re e dal generale, il quale riduce agli estremi il
suo
rivale, ma penetrato di dolore dal di lui pericol
netrato di dolore dal di lui pericolo pentito dimentica che Eduardo è
suo
rivale, e si sovviene che è suo re. Quest’eroismo
icolo pentito dimentica che Eduardo è suo rivale, e si sovviene che è
suo
re. Quest’eroismo si applaudì in teatro, ma si cr
diventa eroico e virtuoso. L’autore ebbro del buon successo del primo
suo
saggio tragico volle ergersi a legislatore del te
l’autore gl’intelligenti a dispetto di una lettera ch’egli scrisse al
suo
maestro Voltaire, in cui amaramente satireggia i
r di moda sulle scene francesi, e profonde un torrente di encomii sul
suo
protettore. L’arbitro della letteratura francese
he gli scrisse, accennò con acutezza alcune indiscrete asserzioni del
suo
allievo pieno di boria, fingendo di approvarle; e
rimase al teatro. Voltaire gl’indrizzò un madrigale in occasione del
suo
Fanatismo. Poinsinet nato in Parigi nel 1735 trad
riuscì sulle scene, e non vi tornò a comparire. Più complicato fu il
suo
Gustavo Wasa composto nel 1733 che ebbe venti rap
quasi tutti i personaggi, non eccettuandosi il tiranno Cristierno col
suo
confidente. Ogni atto presenta un punto important
na? Belloy talmente si appropriò questo vanto che nella prefazione al
suo
Gastone e Bajardo se ne pavoneggia sino all’estre
a nausea un uffiziale come Bajardo mandare un biglietto di disfida al
suo
generale, ed accettarla costui preferendo un liti
ritirata è viltà (lâchetè) mancanza di valore; ed Avogadro diede del
suo
coraggio non dubbie prove, entrando a viva forza
mbra inescusabile. Belloy calunniandolo attribuisce ad un immaginario
suo
tradimento la morte che gli fu data, se non per n
iore. Egli punto non era reo, avendo soltanto seguito la natura ed il
suo
dovere.» Si descrive in seguito con tratti compas
ofittarsi di questo tratto istorico proprio del coturno narrato da un
suo
nazionale? Ma il Belloy intento a calunniare la n
illustri, perchè volle rendere interessanti il traditore Avogadro e
suo
figlio . Egli poi si accinge a discutere il fatt
qual diritto’ poi questo picciolo scarabbocchiatore di carta osò nel
suo
garbuglio tragico trattare il pontefice Giulio II
col dipingere Giulio subornatore di Bajardo esortandolo a tradire il
suo
re, mentre egli era in arme contro la Francia? E
atroci? E non è egli l’autore di Gabriela di Vergy? Non è francese il
suo
Fajele ed il più implacabile, il più vendicativo,
a di Medea che propone di avvelenar Teseo ad Egeo che ignora di esser
suo
figlio; l’artificio di Medea per giugnere al suo
che ignora di esser suo figlio; l’artificio di Medea per giugnere al
suo
scopo rendendosi vie più padrona del cuore di Ege
. Finchè io mi trattenni in Parigi l’autore avendo richiamato a se il
suo
componimento per ritoccarlo, più non curò di rend
col padre, credendo che le abbia destinato Montcassin, niun altro al
suo
avviso potendo meritare il titolo d’illustre. Giu
o palazzo; riceverete coll’usata sacra cerimonia Bianca dalle mani di
suo
padre. Atto IV. Il teatro cangia in una cappella
zo di Bedmar. Tutti lasciano Bianca, che ritornando in se domanda del
suo
destino, ed intende che Montcassin è ne’ ferri, e
i un mantello. Risolve di volere andarvi anch’essa, e divider seco il
suo
destino. Atto V. Il teatro rappresenta il luogo d
eli in questo punto che Montcassin è mio rivale? per cangiar forse il
suo
giudice in amante irritato? Il cuore di Capello è
ndotto dietro al fondo del teatro. Si giudica. Contarini pronunzia il
suo
voto di morte. Capello prima di giudicarlo reo vo
rini lo chiama a parte, e gli dice: io ben comprendo che se non foste
suo
rivale, punto non esitereste a punire quel trasgr
ell’Istituto Nazionale di Parigi. Piacque all’autore di abbigliarlo a
suo
modo. Diede da prima all’azione un lieto fine, fa
tener le parti di secondo amoroso. Entrò il’57-58 nella Compagnia che
suo
padre aveva formata in società con Luigi Aliprand
’60 con Prina e Asti, dai quali si sciolse per pagare alla patria il
suo
tributo di buon cittadino. Fece parte della secon
vi fu scritturato qual primo attor giovine. Ma il patetico non fu il
suo
forte : e se ben dalle beccate del suo esordire a
vine. Ma il patetico non fu il suo forte : e se ben dalle beccate del
suo
esordire al teatro di Cremona, passasse poi alla
ti-Bon (che il Bertini con sentimento di gratitudine profonda, chiama
suo
solo maestro), al fianco della Tessero e della Fa
se ; non faceva nulla ; discorreva : ma intanto il pubblico era tutto
suo
. Della vasta opera goldoniana fu un interprete va
esse a notar qualche pecca nell’arte sua. Tra tante testimonianze del
suo
valore e della sua gloria son degne di nota quell
nesto Rossi e di Tommaso Salvini. Il primo, recatosi una sera dopo il
suo
lungo esilio, al Carignano, ove recitava la Compa
al Carignano, ove recitava la Compagnia Reale, e richiesto del parer
suo
su di essa, rispose : « È senza dubbio una compag
ero. Al solo vederlo suscitava il buon umore, infondeva l’amenità del
suo
carattere nell’uditorio, e faceva fare buon sangu
ro, insieme ad Agostino Lolli, il Dottor Baloardo, che divenne poi il
suo
testimonio di nozze. Il Bendinelli si recò a Pari
Lemusnier, ha mosso querela contro Don Pietro Gazotti, prete modenese
suo
compatriotta, ch’egli conosceva da 6 anni, e in c
mo, pensò bene di affrontare il detto Gazotti e dirgli intero l’animo
suo
. Al che non fu il prete nè umiliato, nè confuso ;
on solo lo minacciò di morte, ma tentò anche di mandare ad effetto il
suo
triste proposito, servendosi di due sicarj, due s
ampardon mette erroneamente 1707). Si chiamò in teatro Thomassin come
suo
padre, ed esordì mercoledì 19 novembre 1732 alla
nto pel teatro, e, a perfezionarsi, lo consiglia di studiare e imitar
suo
padre che ha il potere di afferrare il pubblico a
diare e imitar suo padre che ha il potere di afferrare il pubblico al
suo
primo apparir su la scena. Sposò Maria Agnese Sim
ro, alla chiusura 3 aprile del '55. Il 4 settembre seguente fu data a
suo
beneficio una rappresentazione, che ebbe grande s
oi nel tribunale con rescritto del granduca Ferdinando, come ajuto di
suo
padre. Ma la Legge non aveva per lui alcuna attra
que persecuzioni, abbandonò Firenze e la Toscana, senza sapere ove il
suo
buon genio lo guidasse. E andò a Milano. Quivi l’
pediente della fuga, in cerca di una compagnia che lo accogliesse nel
suo
seno a qualunque costo ; e la trovò a Perugia. Le
chietto e vivo entusiasmo, giacchè allora, ad allargar la cerchia del
suo
repertorio, e ad acquistar nova gloria al suo nom
allargar la cerchia del suo repertorio, e ad acquistar nova gloria al
suo
nome, si diede alla interpetrazione e rappresenta
ttro balli, vide in un attimo, gli affari volti al male, perduto ogni
suo
risparmio, perduta per molti anni, volendo a ogni
sino all’ultimo centesimo agli assunti impegni, la maggior parte del
suo
stipendio, ch'era di 16,000 lire. La morte del
r. otium. agentes pec. conl. pos ob. offerita La bontà dell’animo
suo
fu quasi proverbiale. Certo a quella non corrispo
ovava vicina alla sua, si volgeva a lui per soccorso ; ed egli, se il
suo
dovere glie lo consentiva, accorreva subito, e co
tissimo, ed ebbe in ciò una rara potenza creatrice, perchè appunto il
suo
recitare non era di sole parole, ma scrutando con
rghi di lode al genio dell’artista furono gli stranieri. Il Byron nel
suo
diario, alla data del 6 gennaio 1821, a Ravenna,
ere ascoltata. Vestri che faceva il Burbero è un attore che non ha il
suo
simile. Egli non può mostrarsi senza essere subit
inora eran tedeschi, olandesi o inglesi. Nella vastità e varietà del
suo
repertorio eran da notarsi, come quelle che gli a
el Giglio in Lucca nella primavera dell’anno 1826, gli ammiratori del
suo
merito gli offerirono il seguente sonetto, la ser
uò passare. Povero Infante ! Non aveva da giorni avuto lo spesato dal
suo
capocomico. » Salvini Tommaso. Fratello del p
i, a fianco di Clementina Cazzola, che doveva poi essere la donna del
suo
cuore e la madre dei suoi figli. Il '57 va a Pari
cui son parti principali la Cazzola e la Piamonti, Alessandro Salvini
suo
fratello, Privato, Woller, Coltellini, Biagi ; si
cui scrivo (1903), egli crede di dare un addio alle scene a fianco di
suo
figlio Gustavo, recitando l’Otello, la Morte Civi
che pajan veri : a gli occhi manda l’anima dolente lagrime dolci nel
suo
dolce errore, e chi t’ode e ti mira, o Prode, il
dietro ! Nella polve lasciatelo : dinnanzi ad Arduino Re, quello è il
suo
trono. E il famoso : Spavento m’è la tromba di
olosso di ben altra specie, che il pubblico riguardava assai più come
suo
antagonista, che come suo emulo, lasciava a lui c
, che il pubblico riguardava assai più come suo antagonista, che come
suo
emulo, lasciava a lui con generosa sommessione la
irebbe ch'egli volle cader di proposito nell’opposta esagerazione del
suo
grande Compagno d’arte. Come sul suo petto non br
to nell’opposta esagerazione del suo grande Compagno d’arte. Come sul
suo
petto non brillò quasi mai una delle tante decora
i, pur di Firenze, lesse intorno al teatro del '500. L'ultimo e nuovo
suo
trionfo può dirsi oggi la lettura della miglior p
struzione gli ha fatto coniare una medaglia d’oro per solennizzare il
suo
sessantesimo anno di vita artistica. Quando un ar
tista in ben trenta rappresentazioni e nelle più importanti opere del
suo
repertorio, noi siamo certi di poter chiedere all
egli dovè cedere alla volontà imperante del padre che lo restituì al
suo
ufficio ; ma dopo un anno di prigionìa del corpo
in breve tempo mancò ai vivi, il 10 di maggio, non ancor compiuto il
suo
cinquantasettesimo anno di età. [http://obvil.gi
al servizio di S. M. il Re di Sardegna, dettò nel secondo volume del
suo
Teatro Italiano (Torino, Paravia, s. d.), e quell
a giusta e proporzionata figura univa un portamento nobile, mentre il
suo
volto imitava con una sorprendente facilità tutte
e e sul gesto, De Marini occupava moltissimo tempo per trasformare il
suo
volto, e bene spesso egli recavasi al teatro due
e dello spettacolo. Onde riuscire a diferenziare la sua fisionomia il
suo
volto fu sempre raso. Egli teneva nella sua tavol
to preparativo servivagli per un gesto, per un’occhiata. E mentre nel
suo
pensiero era tutto preparato, riesciva a far cred
mura, si domanda il perchè egli mettesse quel De al Marini che era il
suo
vero casato. Alcuni dissero che il facesse per no
ia ; e quivi apprese – dice Fr. Bartoli – alcune cose appartenenti al
suo
Mestiere, le quali poi con molta cura, ritornato
i voltò poi le spalle, non avendo egli alcuna novità per allettare il
suo
pubblico. Vecchio, povero, malazzato, si recò nel
lfo Bartoli, dallo spoglio fatto nelle notizie, più volte citate, del
suo
omonimo, dà l’elenco di alcune delle personne che
quel posto, ammirato e acclamato, al fianco de' migliori artisti del
suo
tempo, e scritturato da' migliori capocomici, qua
ormai sconosciute alla presente generazione. La modestia, più che il
suo
intrinseco talento artistico, lo arrestò nel suo
modestia, più che il suo intrinseco talento artistico, lo arrestò nel
suo
cammino, il quale avrebbe potuto essere più glori
rale di Sassonia Giovanni Giorgio III, ch'egli aveva accompagnato nel
suo
viaggio in Olanda, nacque il 1600. Federigo Augus
oglie Caterina, di cinquantotto anni, sua figlia Maria di diciotto, e
suo
figlio Giovanni che tanta importanza s’acquistò p
esda, ove morì del 1753, di ventidue. Tommaso Ristori aveva — dice il
suo
passaporto d’allora, tuttavia esistente — i capel
otti a fianco della Pedretti, di Calloud, Diligenti, Piccinini ; e il
suo
esordire fu coronato da tal successo, che al terz
parti di non minore importanza. Sposò il '69 Ada Lucidi, figlia di un
suo
zio materno, e il '71 andò in America scritturato
Gaspare Lavaggi, ammalato, e ne condusse l’anno dopo la Compagnia in
suo
nome. Fu di nuovo e per un triennio con Salvini,
pubblicamente nel largo della Piazza di Castello a Napoli, fatta nel
suo
banco una scena, vi faceva recitar da dieci perso
pro, che era contravveleno ? E Giovanni Tabarini di Venezia diede col
suo
casato il nome alla famosa maschera del Ponte Nuo
ervo del Ciarlatano Mondor, sotto la quale si celava Giovanni Salomon
suo
socio ? O essa, ignara pur anco dell’esistenza de
e del Tabarino del Ponte Nuovo ? Secondo lui, riferito dal Petrai nel
suo
Spirito delle maschere, egli era il bastardo di
palco sulla piazza del Delfino…. Tabarrino finì in modo tragico. Il
suo
palcoscenico l’aveva arricchito ; i lazzi che per
; facendo sopr'a tutto sbellicar dalle risa colle trasformazioni del
suo
cappello di feltro bigio a punta, al quale, nelle
arini ? E, fosse pur di Zanni, com’è a supporre, lo rappresentava col
suo
nome di casa o con un nome di teatro ? Nè anche a
io. Però nel 1633, quarantesimo quinto dell’età sua, ne fu stampato a
suo
onore il ritratto, che fu inciso da Agostino Cara
opolo, che affollato fermavasi ad ascoltarlo. Dopo recar faceva da un
suo
domestico un gran Valigione, dicendo di tenere iv
n ragionamento variato, e dilettevole, cavando prima dal valigione un
suo
figliuolino maggiore (Scappino), dicendo : eccovi
le 1611 il figlio Scapino al Duca di Mantova, dice che il Siuello era
suo
amorevole. Ma s’egli viveva nel 1633, come mai il
veva nel 1633, come mai il Caetani scriveva l’ ’11 che il Siuello era
suo
amorevole ? Nella biblioteca dell’università di B
. Zan FROGNOCOLA con Madonna GNIGNIOCOLA Alla Bergamasca Con il
suo
Baletto alla Romana, & altre Bizarie, Compo
ppresentazione a riserba di Virginia e di Pompea le quali caddero; il
suo
Andronico ed il Tiridate restarono al teatro. Ma
un’ Ipermestra: La Fosse che della Venezia salvata di Otwai formò il
suo
Manlio Capitolino trasportando agli antichi Roman
mpre ben accolta dal pubblico; nè è da dubitarsi dell’ asserzione del
suo
autore che niuna tragedia dopo il Cid siasi rappr
on certo terrore tragico assai più vero e con un forte colorito tutto
suo
. Lontano dalla grandezza del primo non meno che d
e tragico quello di Radamisto nella tragedia che ne porta il nome: il
suo
Pirro è più grande ancora del Pirro della storia:
lvagio, ambizioso e politico profondo si manifesta maestrevolmente il
suo
Catilina, benchè non a torto da Federigo II re di
ttere incerto, e più di uno lo reputerà stolto o maligno nel giudicar
suo
Fratello. Stolto o maligno parimente (contro l’in
el 1718 anni diciannove della sua età34, quando scrisse e pubblicò il
suo
Edipo. Il pubblico l’accolse con applauso e si re
ocle, quello di Cornelio ed il proprio, o ciò che in una edizione del
suo
Edipo del 1729 scrisse contro M. de la Motte. Ci
i al Cornelio, al Racine, al Crebillon, mostrando però ne’ tratti del
suo
pennello una maniera a se particolare. Non gli ma
ha soggiogata la sua passione, non ha rinunziato ad ogni speranza. Il
suo
amore persiste in tutto il vigore. Io mi volgo pi
Che mi ha egli fatto? ella ripiglia, e lo giustifica. Ecco intanto il
suo
disegno: vado ad ubbidire, vado a trovar Nerestan
altro dramma francese che più felicemente ne’ tre ultimi atti vada al
suo
fine senza deviare e progressivamente aumentando
: ha preparata benissimo la venuta di Egisto, prevenendo l’uditorio a
suo
favore: ha giustificato come tratto di politica i
le il me jette! Son nom? Parle: répons. Se egli avesse detto che
suo
padre si chiamava Narba, siccome ella sperava di
arba, siccome ella sperava di sentire, avrebbe in lui riconosciuto il
suo
Egisto. Ma egli dice che suo padre si chiama Poli
sentire, avrebbe in lui riconosciuto il suo Egisto. Ma egli dice che
suo
padre si chiama Policlete, e la reina torna a ved
idare un innocente in vece di un reo, ma il figlio stesso in vece del
suo
uccisore. Se l’armatura apparteneva all’ucciso, l
me, où voila ma victime? Egisto non ambiguamente ha manifestato il
suo
odio verso di lui. Barbaro, tiranno, l’ha chiamat
ave ou le maître. Ma Polifonte dovea dopo ciò persistere nel matto
suo
disegno? dovea conchiudere: t’aspetto all’altare,
ve le ultime fine pennellate il di lui ritratto, facendo che egli col
suo
gran nemico deponga la maschera e manifesti i suo
di Zamoro e di Gusmano; Alzira senza volerlo muove Zamoro a danni del
suo
rivale; Alzira dà il più vivace colore ed il cara
mbra del re Nino intento a vendicarsi di Semiramide per mano di Ninia
suo
figliuolo che ignoto a se stesso vive sotto il no
la Persia coll’ insinuare per bene del pubblico sentimenti di pace al
suo
successore, e per la Grecia col mettere con bell’
ia col mettere con bell’ arte le lodi de’ Greci in bocca dello stesso
suo
nemico. Ma l’ ombra di Nino non ha altro oggetto
he si vuole impedire un incesto; ma Semiramide non conosce Arsace per
suo
figlio, ed Arsace è virtuoso ed innamorato di un’
or non bastava di far loro sapere l’arcano? Il poeta si è perduto nel
suo
piano, e dà la più atroce idea della divinità. V
sio e del Crebillon ch’egli in una epistola a mad. di Pompadur chiamò
suo
maestro. Quest’ultimo scrittore col Triumvirato,
gedie meno perfette e vigorose, sebbene vi si veggano varj tratti del
suo
pennello maestrevole. Noi non abbiamo dissimulati
are la mano con sei dita in una figura di Raffaele, ma il tragico del
suo
pennello, l’espressione inimitabile, la maestosa
senza scelta, le frequenti declamazioni sostituite alla passione. Nel
suo
Aristomene comparvero tali difetti più manifestam
dimenticate, essendo scritte in istile duro, inesatto, prosaico. Nel
suo
Spartaco verseggiato nella stessa guisa si osserv
mase al teatro, e Voltaire gl’indirizzò un madrigale in occasione del
suo
Maometto. Poinsinet nato in Parigi nel 1735 scrit
a! Belloy talmente si appropriò questa gloria che nella prefazione al
suo
Gastone e Bajardo se ne pavoneggia fino all’estre
a nausea un uffiziale come Bajardo mandare un biglietto di disfida al
suo
generale sul punto di darsi una battaglia, ed il
ritirata è viltà, lâcheté, mancanza di valore; ed Avogadro diede del
suo
coraggio non dubbie pruove entrando a viva forza
mbra inescusabile. Belloy calunniandolo attribuisce ad un immaginario
suo
tradimento la morte che gli fu data se non per na
liore. Egli punto non era reo, avendo soltanto seguito la natura e il
suo
dovere”. Si descrive in seguito con tratti compas
ofittarsi di questo tratto istorico proprio del coturno narrato da un
suo
nazionale? Ma Belloy intento a calunniare la nazi
i illustri, perchè volle rendere interessanti il traditore Avogadro e
suo
figlio. Egli poi si accinge a discutere il fatto
Di qual diritto poi questo picciolo scarabocchiatore di carta osò nel
suo
garbuglio tragico trattare il pontefice Giulio II
dipingere Giulio come subornatore di Bajardo esortandolo a tradire il
suo
re mentre egli era in arme contro la Francia? E c
oro. Come principe e come politico chi può rimproverargli l’amore del
suo
paese? Ultimamente nella prefazione il Belloy imp
atroci? E non è egli l’autore di Gabriela di Vergy? Non è Francese il
suo
Fajele ed il più implacabile, il più vendicativo,
qualche poesia, non del tutto sprezzabile, come il presente sonetto a
suo
marito. Cigno felice, che spiegando i vanni, var
morte aura vivace. Allude alla tragedia Florinda, scritta per lei da
suo
marito, e da lei recitata con grandissimo plauso
III.ma vengo con questa mia a farle riverenza, cosi fa Gio. Battista
suo
servo, ambidue con ogni affetto pregandola a tene
ua alterigia et frenesia nell’ amor di Cintio, invero con grandissimo
suo
obrobrio. Udrà V. S. sopra di questo cento ottave
Per tanto, caro il mio Sig.re, procuri con l’ Altezza Sereniss.ma del
suo
Signor Padre, ch’ io al partir di Torino (durando
ano, non mai stanca di giovare a Florinda ; cosi fa Gio. Batta, servo
suo
, et da N. S. le auguriamo il colmo dei suoi altis
o qualche volta, obbiettare, se la povera Virginia fu, dietro comando
suo
, costretta a raggiungere a Torino la Compagnia de
licava il Duca a mettere riparo a tanto sconcio : nè lo supplicava in
suo
nome soltanto, ma a nome anche di alcuni colleghi
molto probabile, tanto più che a questa, sposa onesta e fedelissima a
suo
marito (« per quanto addetta al servizio del Duca
er quanto addetta al servizio del Duca Vincenzo, non faceva parte del
suo
harem riservato…. » A. Ademollo, La bell’ Adriana
è, rade Sono le penne, che di lei pietade Non mostrino, scrivendo il
suo
dolore. Ma che ? se da mortal corpo se ’n uola L’
guardi Acutissimi dardi ; Ma uolto nel mirar tanto soave, Che tal nel
suo
bel regno Amor non haue. Quel sì pregiato FIORE,
ime parole. V’hanno versi per la Pazzia di Florinda, ve n’hanno Pe’l
suo
vestirsi da uomo, Pel suo meraviglioso modo di ca
per la Pazzia di Florinda, ve n’hanno Pe’l suo vestirsi da uomo, Pel
suo
meraviglioso modo di cantare e di suonare. Le poe
fior l’homaggio ; Che forse di Parnaso a’ i colli aprici Produrà nel
suo
auttun frutti felici. Al proposito poi dell’
h’ apron vermiglie il rugiadoso seno ; s’egli avvien che propinquo il
suo
candore spieghi giglio gentil fiorito appieno, fa
ch’essa da alcuni anni ; ed essendo di fresca età e vistosa, oltre il
suo
valore nell’arte del teatro, pensò Gio. Battista
pensò Gio. Battista di passar seco alle seconde nozze. Spiegatole il
suo
desiderio, ella di buona voglia v’acconsentì, e f
ata, et voleva mandar per una carozza per venirsene a Mantova, quando
suo
suocero con suo compare, et il Moiadé nostro port
andar per una carozza per venirsene a Mantova, quando suo suocero con
suo
compare, et il Moiadé nostro portinaro corsero a
ole : Le stratageme et persecucioni che me vengono dalla Florinda et
suo
marito et i mali trattamenti loro sono così grand
tanto è difforme. Dopo la quale dichiarazione, al solito, imitando il
suo
egregio avversario, aggiunge paurosamente : sopra
va farlo assassinare ; onde Maria de’Medici chiedeva in una lettera a
suo
nipote il Cardinal Duca di Mantova, protezione e
soli diciott’anni diventò la prima donna assoluta della Compagnia di
suo
padre, nel qual ruolo ebbe applausi e onori e gua
a rivoluzione. Fu sposa di Luigi Lancetti, veneziano, che recitava al
suo
fianco le parti dell’amoroso, e tornata in Italia
re città principali, e nel 1813 Luigia, a soli quarant’anni, diede il
suo
addio al teatro.
anch'io qui, come chiusa, il sonetto del Bartoli, che è alla fine del
suo
articolo. Bravo Comico in Scena, e bravo in Piaz
ventor di Fole ; ed in Teatro e fuori ei può che vuole con il talento
suo
, che ogni altro ammazza. Convien pur dir, ch'ei
nino ognun già chiama : famoso nell’astuzia anco più ardita ; onde in
suo
onor suona per tutto fama.
lvolta confusa, e meglio usar della voce talvolta velata. Al pari del
suo
collega Ciro Galvani, benchè in altro modo, egli
do, egli unisce a questa del comico l’arte del disegnatore. Il genere
suo
preferito è la caricatura, e in moltissime, speci
specialmente del Novelli, egli ha mostrato tutta la pieghevolezza del
suo
ingegno.
sentato al pubblico dal padre Salvatore, come il Pantalone Rubini dal
suo
predecessore Gio. Batta Garelli. Toltasi il vecch
i era andato a seder, come al solito, nel corridojo sul quale dava il
suo
camerino. Colpito d’apoplessia fulminante, cadde
il primo specialmente, concedevan ch'ei desse commedie loro sotto il
suo
nome. L'opera del Petito non regge d’avanti alla
e gl’interessamenti ; così le volgari stupidaggini della commedia, il
suo
difetto d’umanità, di nesso logico, di spirito, e
e nostri e forestieri si occupò della origine della sua persona e del
suo
nome : in taluni prevalse l’idea che la maschera
comica in Francia, nacque a Napoli il 9 novembre del 1608. Secondo il
suo
biografo Angelo Costantini, egli sarebbe figlio d
l 1660 : ma v’è errore evidente ; poichè dall’atto di battesimo di un
suo
figliuolo, pubblicato dallo Jal, risulta che il ’
e anni, era di pessimo umore, e nulla poteva calmar le sue grida e il
suo
pianto. Scaramuccia ebbe l’animo di dire alla Reg
importunato ogni tre giorni, e perchè dice per tutto Parigi che è il
suo
figlio che l’ ha fatta levare e rinserrare, e che
ono dietro col detto vecchio che dice per vivere per due soli mesi al
suo
figlio, che si ritirerà in una camera guarnita, e
mi danno non poco da fare. 3 settembre 1685. – Anche Scaramuccia col
suo
figlio mi fanno ammattire ; trotto, galoppo, veng
a. Questo volentieri lascerebbe il padre che facesse e disfacesse del
suo
tutto quello che volesse, se li desse il denaro p
aledice chi gli ha fatto levare la sua donna, che quello che diede al
suo
figlio fu un poltrone che non lo seppe finire, ch
zzero e datone l’ordine ; che non vuole venga a Firenze a mangiare il
suo
. A questo li risposi che non ho mai creduto che a
lettera a S. Altezza nella quale li dirà tutte le pessime cose che fa
suo
figlio ; io li risposi che quello mi diceva a me
le che io sia stato quello che le prese perchè non avevo mai visto il
suo
segreto ne dove fossero le chiavi ; et se è vero
uello si è potuto fare è stato che dia 60 scudi al figlio per fare il
suo
viaggio in Italia, ma come non ha volsuto pigliar
uccia acciò paghi al sig. Carlieri le 20 mila doppie di Spagna per il
suo
figlio, il quale partì sabato per il Cocchio d’Ar
per accomodare i suoi affari e per vivere 20 giorni fuori di casa di
suo
padre, si che anco a questo è bisognato farli dar
ontro di lui, perchè non l’ha visto e dice che vuol lasciare tutto il
suo
alla sua donna. Adesso che la Granduchessa ha le
sia bestialità, e poi egli è innamorato e tanto basti. Il Fiorilli al
suo
arrivo informerà V. S. III.ª di tutto. 22 ottobr
et ostinato, e per due volte gli ho discorso di volersi intendere col
suo
figlio adesso che è lontano, ma non c’ è stato po
; mi manda qualche lettera che piglio perchè le credo di servizio del
suo
sig.r figlio. Mi dissero a giorni passati in casa
o stesso Fiorilli dà del figliuolo, e per la data che vi troviamo del
suo
ritiro dalle scene. A ottantadue anni adunque egl
ti nove mila franchi che aveva a l’[o]tel de villa per agiu[s]tare un
suo
abicioso interese d’una carica conpra se[n]ca che
e questa lite è un anno che continova con (parola inimelligibile) del
suo
procoratore ed ora per la stesa causa mi a camato
o riceuto da V. S. Ill.ma in Pariggi e la suplico di continovarmi il
suo
afetto e patrocinio. Parigi li 3 Marco 1692. Tib
esercitasse. E perchè per l’ amor grande che li portavo li fece in el
suo
matrimonio donacione dopo la mia morte e li fu ve
vo la cortesissima di V. S. Ill.ma de li 16 Magio e in esa conosco il
suo
continovo afetto. Ora dò parte a V. S. Ill.ma com
to e derubato. Tiberio Fiorilli offrì colla sua vita avventurosa, col
suo
valor teatrale, e il suo spirito spontaneo materi
orilli offrì colla sua vita avventurosa, col suo valor teatrale, e il
suo
spirito spontaneo materia a scrittori ed artisti
mai altro che capitano, mentre in Francia fu d’ ogni cosa un poco. Il
suo
carattere è di essere spavaldo insieme e pauroso.
rduto la causa, non doveva dunque avere il cuor molto tenero verso il
suo
glorioso avversario. Ma ecco la testimonianza che
moglie di Cosimo III de’Medici. 7. Ferdinando, Principe ereditario,
suo
figlio. 8. Luigi XIV.
olo altri che Giuseppe Cañizares sebbene motteggiato da’ satirici del
suo
tempo come cattivo verseggiatore. Seguitando il s
riccio di voler fare esperienza di Leonora a lui promessa, e prega un
suo
amico che è di lei occulto amante, a fingere di a
uattordici, ed ha atterrate tre altre mogli. Ella amava un giovanetto
suo
uguale che era andato in Madrid, e per vincerla l
o tre settimane arriva l’amante e trova Isabella sposata a Don Rocco
suo
corrispondente, in casa di cui viene ad albergare
armente per le seguenti cose: per le piacevoli scene di Don Rocco col
suo
domestico Muñoz; per quelle d’Isabella col suo am
scene di Don Rocco col suo domestico Muñoz; per quelle d’Isabella col
suo
amante, e spezialmente per la 12 dell’atto I, e l
mente per l’aringa eccellente d’ Isabella, in cui svela i secreti del
suo
cuore al marito, detesta l’ inganno del tutore, a
hiara e la vera bontà di Agnese, perchè quella, per discolparsi di un
suo
errore, all’arrivo di suo padre prende il linguag
gnese, perchè quella, per discolparsi di un suo errore, all’arrivo di
suo
padre prende il linguaggio melato degl’ ipocriti
n cui si prepara lo scoglimento colla mutazione che fa un parente del
suo
testamento. Egli volea lasciar Chiara erede del s
fa un parente del suo testamento. Egli volea lasciar Chiara erede del
suo
, ma sapendo che si faceva religiosa, fa la sua di
tana, viva infelice, sappia a quante disgrazie la soggetta il pessimo
suo
procedere. Ma Agnese in questa guisa esprime i be
ro Degli oppressi non scemi. Oggi assicuri Legittimo contratto in
suo
favore Quanto a lei cedo: un generoso amplesso
o in suo favore Quanto a lei cedo: un generoso amplesso Del padre
suo
i dubbj miei disgombri, E a tutti il suo perdon
eroso amplesso Del padre suo i dubbj miei disgombri, E a tutti il
suo
perdon renda la calma. Deh piaccia al ciel, cug
viandanti mal capitati, quando non si trovavano di giusta misura pel
suo
letto28. 24. Si lodano due commedie di questi
i stesso ridicolamente millanta, ha di V.S. trionfato nel Prologo del
suo
Teatro) ultimamente ha composta una Loa che si ra
rina Landi una Fortunati ? O il nome di Fortunati ebbe la Lucrezia da
suo
marito ? Fortunati Domenico. Egregio comico per
al che piuttosto s’ebbe nome di Domenico Sfortunato. Come saggio del
suo
stile, riferisco io pure il sonetto recitato da T
gesta il fortunato impegno. L’orrida Fellonia, l’ingiusto sdegno Nel
suo
sangue lasciò l’aspre memorie ; Sono vostre però
fu comunemente appellato, e si venne quindi a perdere la memoria del
suo
vero nome. In alcune commedie ridicole, e dove la
molto vasta, era divisa in più compartimenti. Ciascuna donna aveva il
suo
nicchio separato da coltrine. Avevano fatto un bu
si istrumenti, e si canta molto. La cameriera confidente rapivami col
suo
canto, e guardandola attentamente, facevami una s
ali che se le presentano, e vuol gettare la cameriera nella tomba del
suo
caro gattino. Tutti prendono la parte della camer
olitano. Probabilmente egli assunse il nome di Florindo, lasciato dal
suo
concittadino, Domenico Antonio Parrino, innamorat
ore pe'l teatro gli si andò sviluppando a grado a grado, e, quando il
suo
ufficio gliel comportava, stava inchiodato alle q
alle quinte, pendendo dalle labbra degli artisti, e specialmente del
suo
padrone. Ora accadde che una sera il Ferri, a ora
dice la cronaca che il servo si mostrasse assai più in carattere del
suo
padrone. Da quella sera cominciò la vita artistic
erò gli altri artisti. Regolari ed espressivi furono i lineamenti del
suo
volto, vivi gli occhi e nerissimi, proporzionate
sipario, egli rimaneva come stupito e fuori di sè, e visibile era il
suo
sforzo per passar da quella esistenza creatasi co
, del quale artista sarebbe ingiustizia non promulgare soprattutto il
suo
ardente zelo nelle parti che esprimono affetti e
e, che accrebber nuova fama all’artista già famoso. La robustezza del
suo
petto era tale, ch'egli potè a sessantacinque ann
lasciar le scene per darsi alla vita tranquilla della famiglia. Ma il
suo
riposo non durò che sei anni. Costretto dalla sor
no preluse a quella del '48, egli, chiamato a soccorrer la patria del
suo
braccio e del suo nome, tutto abbandonò e sacrifi
a del '48, egli, chiamato a soccorrer la patria del suo braccio e del
suo
nome, tutto abbandonò e sacrificò, come nel '31 ;
distruggendo la casa e la terra ch'egli aveva in Treviso, frutto del
suo
ingegno e delle sue fatiche. Esiliato dalla Lomba
estarne il precipitoso decadimento, riprodotta poi dal Bertolotti nel
suo
studio sul Moncalvo. V. Gustavo Modena e l’arte s
ser asino ? Lo son tutti. Il Battaglia vuol fare una compagnia per il
suo
teatro Re ; ma in questa io non entro per nulla.
pagnia, se egli avesse trovato i duecento sovventori che chiedeva nel
suo
prospetto stampato ; non li ha trovati ; ed io mi
sensi della mia riconoscenza per l’onore che mi ha fatto di nominarmi
suo
Socio corrispondente. Mi è poi di grandissima com
dal Deputato Modena. Modena scattò in piedi, rosso in viso contro il
suo
solito, tremante, schizzando fuoco dagli occhi :
te a questa indegna commedia di Palazzo Vecchio. Guerrazzi, dal
suo
banco ministeriale, pallido, terreo, mandando lam
figliastro dell’amore, corrodendogli le cartilagini nasali deformò il
suo
volto, ch'era nobilissimo, e alquanto fessa rese
hiuse le sue rappresentazioni nel Teatro di Palma, intitolato poi dal
suo
nome. No – non è l’oro l’idolo, a cui sacra gl’i
orse l’industre artefice di questa nova gloria era presago, quando il
suo
circo immaginò sì vago. Or nobil premio all’opera
64-'66 al Fondo di Napoli con Majeroni, il '67-'69 nella Compagnia di
suo
marito in società con Pezzana, il '70 in altra in
riboni, ov' io l’ebbi ottima compagna, l’ '80 in Compagnia sociale di
suo
marito, e l’ '81 e l’ '82 con Emanuel. Entrato po
ai si è stabilita, paga della vita di pace che s’è venuta creando col
suo
ingegno e colla sua bontà.
a a una perdita di 4000 ducati, cagionatagli da false speculazioni di
suo
figlio. Tutti ebbero del suo valore artistico un
i, cagionatagli da false speculazioni di suo figlio. Tutti ebbero del
suo
valore artistico un grande concetto, e più specia
audire, ma egli studiava poco, non sapeva le parti, e però mancava al
suo
còmpito.
a parrocchia, assistito da 44 preti, in presenza d’Innocente Collalto
suo
fratello e di suo genero che firmarono Innocente
stito da 44 preti, in presenza d’Innocente Collalto suo fratello e di
suo
genero che firmarono Innocente Collalto e Felix G
collera, della gioia a traverso una orribile maschera nella quale il
suo
ingegno superiore aveva saputo trionfare. Nè si s
lto, non la cedeva all’autore. Modesto, semplice, disinteressato ; il
suo
candore domandava grazia all’ invidia. Scrupoloso
sfacimento lento e doloroso. I suoi figli che non han lasciato mai il
suo
capezzale, se lo son visto morir tra le braccia.
retti. Passò quindi nella Compagnia Bellotti-Bon e Marini, diretta da
suo
zio Cesare, in qualità di seconda amorosa ; fu su
ubblico la commozione mia, li accetto. » Di qui la grande varietà del
suo
repertorio : accanto a Hedda Gabler, Suor Teresa
ogna. Certo : Italia Vitaliani non è melliflua. Ella, consapevole del
suo
valore, irrigidita nello sforzo costante di una m
onaggio, la secca, essa lo dimostra ; quando un lavoro, sottoposto al
suo
giudizio, le spiace, essa lo dice, senza perifras
e bontà dell’animo o per altre considerazioni, cerca di nascondere il
suo
pensiero o velare le sue impressioni, esiste allo
dò formando da sè una sana istruzione. Cominciò a esercitar l’arte di
suo
padre con infime parti fino a’ 17 anni ; compiuti
atria di lei ; donde poi si restituì alle scene, formando società con
suo
padre e Nicola Vedova. Fece parte poi qual primo
volumi, uno di ricordi della sua vita, uno di notizie de’ comici del
suo
tempo, tuttavia inediti. Quanto alla recitazione
altri preponderanza. E prima aveva detto che era eloquentissimo quel
suo
sguardo dei grandi e grossi occhi di color grigio
limi chiostri, brillar, gelar fa il sangue entro le vene. Suscita col
suo
dir gioje e terrori ; pronuncia ad un sol cenno e
nno e pace ed ira ; sveglia con un sol guardo odj ed amori. Mosso dal
suo
voler, l’altrui s’aggira ; e mentre a’ moti suoi
a e l’Angiola ; e vanno dal ’77 al ’91. La Duchessa di Parma scrive a
suo
fratello, il Principe Rinaldo d’Este, il 16 april
Ranuccio Farnese in persona al Duca di Modena che la voleva con Lelio
suo
marito per mandare a Londra. V’è un ordine di pag
recedenti, nato a Roma il 1827, fu il più forte artista brillante del
suo
tempo. Cominciò giovanissimo a recitar nella Comp
gli occorreva più spedir l’ elenco della Compagnia a'vari teatri : il
suo
nome era più che sufficiente. A un colpo di tosse
ossibile, poichè in tutte egli fu eccellente. Talvolta anche uscì dal
suo
ruolo, come ad esempio, nella Satira e Parini del
Colla mia destrezza sostengo persino la Dreoni, che viene salutata al
suo
comparire ; Salvini furoreggia ; ma con la debita
ipitazione di sua madre che apdena passato un mese dalla morte del re
suo
marito che tanto l’amava, si è congiunta in matri
hio Polonio. Laerte prende congedo da sua sorella Ofelia e da Polonio
suo
padre, vecchio cicalone che con molte parole scag
o moralizza a lungo. Appare il Morto. Amlet gli domanda, se sia Amlet
suo
padre, e perchè dal sepolcro torni a vedere i rag
più ingiusto e il più fraudolento . . . . .” Il Morto racconta, come
suo
fratello innamorato della moglie e del regno suo,
Morto racconta, come suo fratello innamorato della moglie e del regno
suo
, lo fece avvelenare mentre dormiva nel giardino v
antz, i quali d’ordine reale gli parlano per leggere nell’interno del
suo
cuore. Il discorso passa in seguito su i commedia
sta riflettendo al potere della rappresentazione, per cui un attore a
suo
grado dirige gli affetti, trasforma il volto, pia
a regina dopo la rappresentazione, per tentare di trargli dal seno il
suo
secreto. Polonio si esibisce ad ascoltar occulto
ppresenta la scena da lui aggiunta, tenga egli l’occhio attento su di
suo
zio; l’esamini con ogni cura; dice che egli farà
nio col regicida. La regina confusa, compunta, abbattuta, confessa il
suo
torto, e lo prega a più non dire. Esce il Morto v
. . . qual pallida luce esce da lui! Ahi di me! la sua presenza e il
suo
dolore basterebbe a commuovere le stesse pietre.
Le dà poscia sani consigli per separarla a poco a poco dal colpevole
suo
nuovo sposo . . . Di poi ripigliandosi le dice, c
ccia; ed ironicamente le insinua di tosto recarsi a lui, di porsi nel
suo
letto, e fralle sue braccia di scoprirgli che la
te. Entra Laerte pieno di furore con disegno di vendicare la morte di
suo
padre, che ha cagionata anche la follia di Ofelia
si uniranno insieme cercando entrambi ogni più opportuno sollievo al
suo
dolore. Partono. Esce Orazio, cui due marinai pre
rn egli entrò leggermente, e s’impossessò delle loro carte, tornò nel
suo
camerino, aprì i dispacci, e scoprì il tradimento
e, egli è pronto. Amlet confessa ad Orazio di sentir qualche cosa nel
suo
cuore che l’affanna. Orazio vorrebbe dissuaderlo
col disordine della sua ragione. Laerte ed Amlet prendono ciascuno il
suo
fioretto, e si dispongono all’assalto. Il re ordi
di tante stragi”. “Aml. Questa punta è avvelenata? E bene faccia il
suo
effetto . . . Trafigge il re. . .” Amlet muore. T
ab. Angelo Dalmistro la di lui Rodoguna: l’avvocato Luigi Bramieri il
suo
Pompeo: il nobil uomo Francesco Gritti con garbo
urriferite tragedie l’autore ha voluto presentare all’Italia un nuovo
suo
teatro tragico meglio congegnato, che esige nuove
bodoniani. Prese in prima per mano l’Adelinda, e adattandola al nuovo
suo
sistema ebbe il piacere che si rappresentasse con
implorar il perdono in prò della sua rivale. Imperocchè l’energia del
suo
carattere che non mai si smentisce, le sue furie
sì per la parlata di Romeo, che candidamente esprime i sentimenti del
suo
cuore agitato e i disegni senza paventar del tira
losia e di amore estremo pel marito, che forma la tinta imperiosa del
suo
carattere, vuol salvarlo ad ogni modo; e credendo
scioglimento, che che ne abbia detto il Cesarotti, non tutti sono del
suo
avviso; non solo pel genere di morte, ma perchè n
compassione un’ empia adultera che di propria mano trucida un gran re
suo
marito ed obblia i suoi figli per assicurarsi il
i da che Ifigenia fu sacrificata in Aulide, l’accoglie, e l’immola al
suo
furor vendicativo. Prima di chiudere la classe de
iano Lorenzini e da Orsola Maria Neri bolognese. Egli che insegnò col
suo
esempio l’arte di congiungere felicemente nella p
mor rispettoso, oltre l’uso della sua nazione, la mano, e le offre il
suo
scettro. Osta al suo amore la fede e la tenerezza
l’uso della sua nazione, la mano, e le offre il suo scettro. Osta al
suo
amore la fede e la tenerezza che Ormesinda serba
la tenerezza che Ormesinda serba a Consalvo già destinatole sposo da
suo
padre. Questo sposo credendola morta precipitata
da viva, teme che veduta da Consalvo possa egli vacillare ad onta del
suo
voto, e tenta di evitar l’incontro dei due, ma no
lfonso che trova viva la figlia, e le fa sapere che più non può esser
suo
Consalvo, perchè tra essi Voto solenne I
chiudano in carcere. Ormesinda altro non potendo palesa che Alfonso è
suo
pae che l’altro è il suo sfortunato amante. Album
sinda altro non potendo palesa che Alfonso è suo pae che l’altro è il
suo
sfortunato amante. Albumasar irritato per le reti
oso della figlia; ed ella che vede in Fernando un grande appoggio del
suo
partito e un valoroso e virtuoso cavaliere, sacri
guainata vuole impedirlo, e nel dirizzarsi a Rodrigo lo riconosce per
suo
padre; si confonde, si umilia, pugnando nel suo c
rigo lo riconosce per suo padre; si confonde, si umilia, pugnando nel
suo
cuore il rispetto di figlio con l’amor di marito;
tto le spade Aragonesi. Enrico rappresenta al generale il pericolo di
suo
figlio insieme con la sposa; vuol liberarli; Rodr
Anagilda, e Ramiro lo dissuade: e la settima, dove Anagilda palesa al
suo
amante di essere già sposa di un altro, che non i
o in questi ultimi anni dall’illustre sig. principe di Caposele Lagnì
suo
autore. La Merope poi dell’insigne marchese Maffe
, Ma sol cieco eseguirle. Questa massima non è punto evidente. Al
suo
dire dunque, se le leggi per le circostanze de’ p
sogno narrato da Corradino (scena 2. del II) quanto poco si confà col
suo
valor maschile e coll’aspetto della vicina morte
ra volta l’interruppe. Racconta Erbele di essere stata mandata dal re
suo
padre al re di Granata, e la confidente va tratto
cendo, che seguì d’appresso? (e dir voleva che seguì di poi). Gerbino
suo
amante venne a combattere i legni che la conducev
a Granata, intanto che altri di loro trucidano una donna coperta del
suo
manto reale sugli occhi di Gerbino che lei creden
stretta dal padre alle nozze di lui, ma che ella conserverà sempre il
suo
ardore, perchè. Non mai si estingue in nobil co
dopo quel notturno illecito abbracciamento, dopo di avere stretto al
suo
bianco seno un amante, baciatolo, e concesso al f
le nozze sono meri contratti civili? Erra poi Gerbino nel dire che il
suo
ferro si tinse nel sangue Del Tunesin sugli occ
’egli liberato per qualche modo. Ma Gerbino sovvenendosi di Guglielmo
suo
avo, per voler fuor di luogo imitar l’espressione
o. Comincia, è vero, in tuono famigliare ed alla sua condizione ed al
suo
sesso corrispondente, ma poi quella mora si affib
in figure rettoriche, e manifesta l’autore. Fra i quaranta versi del
suo
racconto, havvene ventiquattro, ne’ quali si desc
. Nè in questa scena il virtuoso Gerbino lascia di dire che l’estremo
suo
Fiato accorrà quella leggiadra bocca In cui
he giugne per domandar grazia per lui al re. Gli espone come egli col
suo
decreto va in Gerbino a schiantar il germe della
i premette un discorso al Lettore, in cui l’autore esalta i pregi del
suo
componimento e aringa diffusamente contro del Cor
bba essenzialmente esser nazionale nella Poetica di Aristotile, o nel
suo
comentatore Eustazio, o in Teofrasto, o in Demetr
indemonte? IV Sostiene in fine che l’amore che egli ha introdotto nel
suo
Corradino, non è quel freddo episodico maneggiato
he ora vuol chiamare dominante) è episodico, che rende men tragico il
suo
argomento, e che l’ha introdotto per riempiere il
ettate: un legato del papa che insinua a Carlo di non lasciar vivo il
suo
nemico: Corradino che va alla morte: il popolo ch
il che vorrebbe dire che più non gli siede sul core nè pensiero del
suo
periglio, nè pensiero di regno. Dice di poi,
to pontificio improvvisamente affetta amistà grande per Corradino dal
suo
sovrano esecrato, e cerca con arte scempia e spre
zza usata in prepararlo. Arriva Corradino, e sì chiaramente parla del
suo
amore, che Geldippe riesce infelicemente nel tent
che si ammazzi il reo. Un grandinar di colpi, dice, Piombi sul capo
suo
, piombi sul petto, e Geldippe grida Empj ferm
iore, Togli al tuo crine l’usurpato serto, Scendi dal trono, e al
suo
signor lo rendi. Il pubblico forza è che veda n
Iroldo però innamorato di quell’augellino ha voluto incastrarlo nel
suo
racconto ozioso, tuttochè vero non sia che Corrad
fiuta dicendo che il destino di Corradino dipende dalla decisione del
suo
Consiglio. Iroldo che non può ignorare che il dir
di Corradino, e Carlo gliene dà speranza contro ogni suggerimenti del
suo
interesse. Chiamati indi i suoi consiglieri Ermin
emanno oratore, ed Ermini lo consiglia a rigettarle ripetendo l’empio
suo
intercalare, il sacro ferro al petto indegno sant
no è stato decapitato. Ella al pari di Zelinda del Gerbino ornando il
suo
racconto con tinte rettoriche narra l’esecuzione
adere sul capo di lei. Vuol poi sapere da Amelia l’estreme parole del
suo
diletto. Amelia che malgrado della zuffa de’ cava
a de’ cavalieri col popolo e della calca, e del decoro conveniente al
suo
sesso, è stata presso al palco, le ha tutte racco
grandezza, nella versificazione più scorrevole senza allontanarsi dal
suo
genere, nella lingua tersa ed elegante senza sacr
utti palesa i proprj nobili sensi patriotici, e le insidiose mire del
suo
collega nel regno, disviluppano a maraviglia l’er
a discopre l’anima sua spartana, e colla sicurezza di morire torna al
suo
carcere. IV nell’atto V la prima che è un monolog
è vinta dagl’interni tumulti, è soperchiata, e fa svaporare l’intenso
suo
do lore, cagiona senza volerlo la morte dell’appa
o suo do lore, cagiona senza volerlo la morte dell’appassionato Perèo
suo
sposo, ed incorre nello sdegno di Ciniro suo padr
dell’appassionato Perèo suo sposo, ed incorre nello sdegno di Ciniro
suo
padre. Al fine chiamata viene alla sua presenza c
amandatoci dalla storia. Cesare è grande ed ambizioso, nè offusca col
suo
splendore il carattere dell’intrepido Marco Bruto
della gravità del coturno. Cesare indi gli svela l’arcano che egli è
suo
figlio, e la scena nel nuovo oggetto prende vigor
pazzo, e per la quale è sul punto di rovinare la sua riputazione, il
suo
stato, ed il vostro. Questa gioja dunque stavalo
, l’abboccamento della scena sesta dell’atto quarto tralla donna e un
suo
antico amante, che giugne e la trova maritata con
Udienza stabilita scopre gli sconcerti dello stato e le malvagità del
suo
Ministro che vien punito: 5 il Tempo fa giustizia
in procinto di eseguire un ratto riconosce l’abbandonata sua amante e
suo
figlio e si ravvede. Piacevoli commedie di caratt
ira come ozioso il personaggio del conte Ippolito che si enuncia come
suo
marito, e si fa credere morto, e nulla poi produc
eddezza ed indifferenza apparente, ella ne smania, vuol ricondurlo al
suo
amore, e finge di essersi avvelenata, ma scoperta
a, ma scoperta la sua macchina n’è derisa, e calmata al fine sposa il
suo
amante: 6 la Fanatica per ambizione di quattro at
er ricco; ma uno zio del giovane più ricco dell’Americano gli dona il
suo
, e tutto si calma. Questo novello scrittore dramm
ncipessa innamorata di un vassallo, un militare che ama la figlia del
suo
re, una pastorella che amoreggia e scherza e mott
portunità di abboccarsi colla regina Adelarda, per dirle che Ladislao
suo
marito vive. Sorge però in me singolarmente qualc
io conteso dal naturalista zio della giovane destinata ad un ridicolo
suo
discepolo, il quale è preso a sassate, che gli si
ulle spalle di Don Sossio destinato sposo della nipote di Don Macario
suo
maestro. I letterati stimando che tali pietre sie
ato. Trovasi il Socrate impresso in Roma nel 1790 nel tomo quarto del
suo
Saggio poetico. Disse nella prefazione l’autore d
li, i lampi poetici delle comparazioni. E certamente si riconosce nel
suo
stile forza e dolcezza; le immagini abbondano e f
ioventù l’esame de’ passi dati dal Calsabigi tanto allorchè giugne al
suo
fine, quanto allorchè lo veggiamo o in procinto d
in moglie nel caso che tal fosse quale si decantava, spedì Athelwold
suo
favorito al padre di lei. Preso però il messo dal
al contrario o per voglia natural di piacere, o per disdegno nato nel
suo
cuore contro dello sposo, si presentò al re con t
llito quest’argomento ne’ caratteri d’Elfrida facendola innamorata di
suo
marito, e di Edgar dandogli spiriti di generosità
Atto II. Il re palesa ad Adelvolto di voler passar seco nel delizioso
suo
giardino alquanti dì, e veder la sposa. Orgando c
meno generali idee. Atto III. Anfiteatro boscareccio. Siede il re col
suo
seguito. Vengono i combattenti. Orgando dice ad A
ù, ma non già prodezza di guerriera, divenuta un’ amazzone, impone al
suo
seguito che spezzi la barriera, e si avanza sino
he pro? Elfrida è già sulla carriera delle Camille; chiama barbaro il
suo
sovrano, urta, dissipa le guardie, si scaglia ver
stanno le cose. L’azione naturalmente richiedeva che Elfrida dopo il
suo
attentato avesse atteso senza dimora a ritirarsi
volto. Fermiamci qui. Orgando come il sa egli? Ella ha manifestato il
suo
disegno al marito nella scena 5; è venuto il re c
o, in cui Adelvolto risponde appena da parte che è smarrito l’imbelle
suo
cor, e qualche altra cosa simile, ed Osmondo, e S
prepararsi un poco più tal determinazione, dando maggiore energia al
suo
carattere? Ne rimane atterrita Elfrida, si lascia
atterrita Elfrida, si lascia cadere a’ piedi di Eggardo, e il vivace
suo
pregare ottiene la grazia e il perdono al marito.
. Hai vinto, le dice il re, e con nobil sentimento contrario al primo
suo
scandaloso pensiere di sposare la moglie di un al
e scellerate che precipitano gli eroi nell’infelicità. L’azione va al
suo
fine, malgrado di alcune scene di ripetizioni app
he più? che fin anco il Pagano l’ha impiastricciata pochi anni fa nel
suo
Gerbino. Or come era nova l’anno 1793 nell’Elfrid
o I. Notte avanzata. Elvira colla confidente Selinda attende Atellano
suo
occulto amante. Prega la notte a coprir ben di te
tenebre il cielo, affinchè non esca sì sollecita l’aurora col rosato
suo
colore, l’augellin non saluti il nuovo dì, l’arge
augellin non saluti il nuovo dì, l’argentea luna non la importuni col
suo
candido chiarore. I drammi musicali prima del Zen
che tale vuol mostrarsi, risponde a guisa di creditore che ripeta il
suo
, ma quanto ho da soffrir? Viene Almonte a present
nfaccia il foglio come da lei scritto. Elvira innocente nega di esser
suo
colla franchezza della verità che basterebbe a di
ri tragici, avendo anche la Cleopatra di Jodelle preso pe’ capegli un
suo
vassallo seguitandolo a calci per la scena. Buon
ualche dubbio, e pur dovrebbe fidarsene, e si tien ferma in celare il
suo
cuore. Odorico dunque prende il carattere di fals
porta che gli abbia prescritta la custodia delle mura?) di recarne il
suo
comando ad Elvira. Quest’Odorico non mostra molta
mando. Ricimero nella scena sesta ciò disse ad Elvira, aggiugnendo di
suo
che il padre minacciava, ed egli come compiangend
n un braccio involto di fascia. Sembra che il poeta sia in dubbio del
suo
disegno. Da una parte vorrebbe dalla ferita di Od
trarre partito e commuovere Elvira per determinarla a sopravvivere a
suo
riguardo alla perdita di Adallano; quindi fa che
questa scena dice Odorico che in rammentare il caro nome di Elvira il
suo
sangue si ribrezza. Due cose: I ribrezzare o ribr
a se nocevole. Adallano è bene ascoltato da Odorico nell’implorare il
suo
consenso perchè Elvira gli diventi moglie. Ed il
i moglie. Ed il buon vecchio mentendo un poco gli dice, che del primo
suo
rifiuto fu causa un cieco errore, e ne chiede scu
un cieco errore, e ne chiede scusa, e dice ad Elvira che sia Adallano
suo
consorte, e di lui figlio, illustre figlio, e deg
o poteva dire, che Odorico a lui stesso (sc. 10 del I) avea negato il
suo
assenso con asprezza, indignazione e disprezzo. E
indignazione e disprezzo. Ed Elvira altresì al sentir ora chiamar da
suo
padre Adallano figlio e degno di lui e degli avi,
I, che appunto si aggira sulla rivolta della Fiandra e sulla morte di
suo
ordine data al principe Don Carlos suo figliuolo?
della Fiandra e sulla morte di suo ordine data al principe Don Carlos
suo
figliuolo? 1. Se ne vegga alcun esempio. Nella
o di musica che dovea cantarsi da Elvira e Ricimero, e lo restituì al
suo
luogo. E pur qui è manifesto che ciò nuocere non
uetto di una prima cantante con una seconda parte, e specialmente nel
suo
dramma, in cui la parte di Ricimero si sostenne d
udizio di Paride, della quale è fama che il Poeta Cesareo chiesto del
suo
avviso, affermò con acconcio ed urbano scherzo ch
cagliandosi. I Puritani volevano estirparli. Pryne gli perseguitò col
suo
Histriomastix, mettendo alla vista le mostruosità
tralle commedie si ammirarono il Chimista e la Volpe. Ogni uomo ha il
suo
carattere può dirsi che sia piuttosto una raccolt
commendandone la sublimità, di che non ci fa dubitare la vastità del
suo
ingegno. È però strana cosa che egli avesse volut
giugnere) più a seconda dell’arte che non ignorava, che del gusto del
suo
paese che volle secondare. Niuno certamente megli
duto passando per le mie mani. Ma i lineamenti forti e grossolani del
suo
Goldingam accozzati colla finezza de’ tratti d’Ar
fiani, dissoluti; e nell’imitarli la sfacciatezza è posta in tutto il
suo
lume. La satira e l’oscenità sono le note caratte
iuscita al Collier, che nel 1698 produsse contro il teatro inglese il
suo
Quadro dell’empietà, e dell’irreligione. Ma il ce
a parola e l’onore de’ grandi”. Questa commedia è ben condotta; ma il
suo
argomento che consiste in un cavaliere dissoluto,
mpagni (il Biancolelli non gli lasciava troppo il modo di mostrare il
suo
valore) pensò di rappresentar parti staccate, imm
e Constantin, cantando la canzone dell’ Usignuolo, che ricantò poi al
suo
riapparir sul teatro de’ Nuovi Comici Italiani ne
olombina la maschera e l’abito di Arlecchino, non mutando però mai il
suo
nome di Mezzettino. È questa scena che ci descriv
poi dal re di Polonia, Augusto I, Elettore di Sassonia, di entrare al
suo
servizio, e da lui invitato a formar per quella C
mandò un titolo di nobiltà, creandolo cameriere intimo e custode del
suo
tesoro privato. Un posto di tale specie parve dov
oy (V. pag. 715), fatti probabilmente ad istanza di lui, il Gacon nel
suo
Poëte sans fard contrappose i due seguenti epigra
nt’Agnan, che pagava generosamente le dediche, si recò una mattina al
suo
palazzo per averne il dovuto compenso ; ma per po
i, scrivendolo, alla capacità di colui che avrebbe dovuto metterci il
suo
nome come autore. Nè di questa vanità ci sarebbe
prima attrice giovine della Compagnia Zannoni e Pinotti, ove sposò il
suo
condiscepolo e concittadino Ferdinando Pelzet, gi
lei dissero Cesare Scartabelli nella Polimazia, e Francesco Regli nel
suo
dizionario. Molti eletti ingegni dettarono poesie
signora Maddalena Pelzet attrice sarà sempre pieno di ammirazione il
suo
dev.mo servo G. B. Niccolini. E in altre ancora
tati, paiono a me assai meno sospetti. Il Colomberti, per un esempio,
suo
direttore, di cui la Pelzet in una lettera al Nic
nzi : La Pelzet andava ogni giorno decadendo dal favore ricevuto nel
suo
debutto. L'Impresa per sostenerla le fece rappres
fuoco, dalle quali però mi pare salti sempre fuori la correttezza del
suo
costume, e la bontà della sua indole. Nella medes
ezionata a forza d’ipocrisia e da cui è contento di farsi mangiare il
suo
. Io ho fatto il contrario, e mio marito non ha po
stesso Niccolini, al quale si raccomanda perchè sia dato un impiego a
suo
figlio, alla cui sussistenza non può pensare, ave
terrotta di fiori e sonetti ed epigrafi, con dono agli spettatori del
suo
ritratto, disegnato da Carolina Grasselli Scröthe
aga nel riso terribile nell’ira pietosa nel pianto soavemente a voler
suo
ogni animo rapiva con ingegno precoce sulle scene
’ ritratti dell’artista. E questa manifestazione di stima, strana nel
suo
riprodursi, mi fa pensare a quell’artista che a o
ro giovane pittore, certo Prati. Non potendo sfogare in altro modo il
suo
fervore pe 'l teatro, si diede il Marchetti a dec
o, quivi morì il 6 febbraio del 1869. Sulla pietra che suggella il
suo
sepolcro nella cappella del Vecchio Camposanto, è
e capocomico solo e in società. Giovane colto, si adoperò con qualche
suo
scritto in pro dell’arte drammatica, alla quale,
onaggio nell’altro Teatro del Cocomero, in cui vi travagliava Gaetano
suo
padre. Esegui il comando di quel Sovrano, mostros
ze. Sappiamo da Fr. Bartoli che non contento il Sacco di produrre il
suo
proprio divertimento, altro cerconne per maggiorm
o l’elenco della Compagnia per l’anno 1775 lasciatoci dal Lessing nel
suo
Tagebuch der italienischen Reise, che è nel XVI v
e lo Spinelli riferisce questo brano di lettera di Luigi Galafassi a
suo
padre Consigliere ducale : L'Imperatore disse ch
linghi, nelle preci, e l’opere di pietà co'miserabili ch' ei vide nel
suo
drappelletto, gli piacquero, dopo venticinque a
ori d’Italia, dove non intendesi la nostra lingua : che volar fece il
suo
nome appresso tutte le nazioni dove conoscesi e p
conoscesi e pregiasi la comic’ arte : che nelle nostre parti rese col
suo
valore angusti al concorso i maggiori teatri, è m
o valore angusti al concorso i maggiori teatri, è morto indigente nel
suo
tragitto da Genova a Marsiglia e il suo cadavere
teatri, è morto indigente nel suo tragitto da Genova a Marsiglia e il
suo
cadavere soggiacque al comune destino de'passeggi
ento tutto il genio mio per la Comica artificiosa, e tutto il talento
suo
per l’esecuzione (V. anche nelle Memorie il Cap.
nza, egli si lasci scappare qualche cosetta un po'grassetta, pure nel
suo
conversare familiare egli è tale che le vostre in
nza mutamento nè di abiti, nè di essenza. Il Rapparini a pag. 184 del
suo
Arlichino (Heidelberga, Müller, 1718) ce ne dà un
dei Beniamini della Corte ? Potrebbe adunque esser questo il ritratto
suo
, giacchè quel che parmi certo si è non trattarsi
rice supplementare con l’Assunta Perotti. Era amoroso della Compagnia
suo
marito Paolo. La Baldigara, specialmente nelle co
la sua sepoltura ; e scolpita sul marmo questa quartina : col figlio
suo
fu tolta da cruda morte amara Teresa Baldigara su
Piazza, l’autor del Teatro, il valore artistico del Martelli e l’amor
suo
pel Lapy furon di assai bassa lega. Ecco in fatti
rtore di professione, e cangiata l’aveva in quella di commediante. Il
suo
pregio maggiore è un gran tuono di voce da spaven
li sul naso, a rovinar Commedie, pareva un moribondo che scrivesse il
suo
testamento ; e brighella, coll’ago in mano, il su
o che scrivesse il suo testamento ; e brighella, coll’ago in mano, il
suo
sartore che gli facesse l’abito da morto. E poi l
lingua, si fe' sentire, invitato dal signor Palmer, già impresario di
suo
padre, nel monologo di Amleto. Il fiore della gio
eaten, La Causa celebre, Fromont e Risler, ecc. ecc. Di lui scrive
suo
padre : I caratteri che, a mio credere, più gli
rà con i migliori campioni della lizza artistica, e sarà tutto merito
suo
. Ammalatosi di tifo in California, e non curato
i sul Padrone del teatro, che pretende di trattenere la Compagnia per
suo
servigio, e si adopra quanto puole per via di Gen
tto IV è il discorso di Solimano dopo di aver deliberata la morte del
suo
gran figlio ; vi si mostra a maraviglia in qual g
l suo gran figlio ; vi si mostra a maraviglia in qual guisa laceri il
suo
cuore il sentimento della natura che pugna colla
aramente a Perselide, e pur vorrebbe far sapere a Zeanghire che muore
suo
amico : Mustafo Quel che udisti e vedrai, per pi
ed’ io) Giugnerà a Zeanghire, digli a mio nome addio : Digli che del
suo
nome nelle note a me care Partir tu mi vedesti, e
ll’istesso Martelli. Ma s’ingannò in più maniere nell’ esecuzione del
suo
disegno. Pieno com’era della più riposta erudizio
solo scrittore per modello per la difficoltà di trovarsene alcuno nel
suo
genere sì compiuto che tutte contenga le perfezio
hi serve al Re non è men caro a Dio. Recaredo Caro è a Dio sol chi al
suo
dovere intende, E il tuo non è di consigliar regn
rneille e Racine ; là dove l’Ermenegildo del Marchese circoscrisse il
suo
trionfo fra’leggitori delle tragedie cristiane de
ringerselo al seno, ma nel fissarvi lo sguardo si avvede che non è il
suo
picciolo Eraclio, ma sì bene il figlio della stes
per l’Orfano reale, perchè è il padre stesso che vuol sacrificare il
suo
sangue per la regia prole. Meriterebbe anche che
nio Bruto, Marco Bruto, Giulio Cesare, Druso. Il pregio singolare del
suo
stile è la gravità, la precisione e la verità pro
è sempre pura e corretta. Ciò però che caratterizza singolarmente il
suo
pennello è il decoro serbato nel costume e la pro
i non avrebbe potuto versar su di lui che a metà e con moderatezza il
suo
fiele, si mascherò sotto il finto nome di un mons
vendicando il furto avea restituito alla nazione francese ciò che era
suo
. Preso poi da nuovo capogirlo aggiunse che Merope
avalerino, il Liviera, il Torelli precedettero di più di un secolo il
suo
la Grange autore dell’Amasi, in comporre Meropi,
ico Anno MDCCXXVII Maggiori encomii merita la di lui modestia che al
suo
ritorno volle che si togliesse, a differenza di q
a scena quinta dell’atto III, in cui Demodice che ha penetrato che il
suo
sposo Alceste sarà il competitore del fratello Cr
stessa di essersi disingannata e di ravvisare il torto che faceva al
suo
Sicheo, e ne ha onta. Si duole di vedersi adorna
ar la morte a Creonte, e nel darsi a conoscere ad Osmene manifesta il
suo
disegno di uccidere il di lui padre, e pretende c
re umane in Padova, la censurò severamente. Diede poscia alla luce il
suo
Ulisse il giovane, nella qual tragedia non senza
a dal Diodati. Il marchese Gorini Corio stampò in Venezia nel 1733 il
suo
Teatro Tragico e Comico col trattato della Perfet
to nel 1693 e morto verso il 1773 diede alla luce cinque tragedie. Il
suo
Orazio usci in Venezia nel 1642 e si ristampò in
ire. Ma poco stante Seleuco rileva da Ircano, che Artamene è Demetrio
suo
figlio, e ne manda a sospendere l’esecuzione. L’a
tempio di Gerusalemme. Singolarmente quest’ultima favola che empie il
suo
oggetto d’inspirare il terrore colla morte di Gis
ig. Andres nel mentovar con onore i componimenti di lui, e dell’altro
suo
confratello Bettinelli, si contentò di spiegarsi
nte, e forse talvolta per questo appunto alquanto uniforme. L’istesso
suo
particolare ammiratore Saverio Bettinelli confess
one, ed in tutte le sue passioni il principio di una grande virtù. Il
suo
Geremia ben rassembra all’originale della sacra s
ressa, e nell’innoltrarsi l’azione desta pietà divenendo sensibile al
suo
pericolo. L’autore senza curarsi per altro di far
he in ciò il Granelli fu preceduto dal marchese Annibale Marchese nel
suo
Maurizio. L’agnizione di un figlio di Manasse sal
ì necessaria al teatro, e che sì di rado s’incontra. Aggiugne però il
suo
confratello : Ove troverassi un maggiore sforzo d
. Dione ha due favoriti, Callicrate perfido simulatore, Alcimene vero
suo
amico ; il re crede tutto al primo, e poco o null
doppiezza, di odio contro Alcimene. Io sono (dice egli stesso) e fui
suo
nemico e geloso del real favore ch’ei solo ottien
imene, e menzognero convinto dovesse meritare assai minor fede che il
suo
rivale ? Pure Dione tutto si abbandona su di code
’Ifigenia or di Euripide or di Racine, e la compassione si conduce al
suo
punto, e più di un bel passo se ne può comendare.
no. Tale è la scena quarta di Saule e Gionata, il quale ignorando il
suo
destino attende la riposta dell’oracolo, e vuol c
del III Saule domanda ad Abiele, se il popolo entrerebbe a parte del
suo
paterno affetto, ove egli inclinasse al perdono,
lio di Abnero e Samuele per deliberare su di ciò che pur non è più in
suo
arbitrio. Nel Demetrio Poliorcete abbondano i sen
e imprimere la sua Arsene ben condotta e ben verseggiata non meno del
suo
, Giulio Sabino ; il conte Alessandro Carli autore
dopo tal notizia intempestivi. Trattasi del tutto, di un figlio unico
suo
sostegno, perduto Ulisse ; e che dee a lei import
mbin sublime ! Ma non volle l’Arte Recarlo in grembo e in lui stillar
suo
latte, L’Arte che te nudrio, saggio Addissono !
n riva, ove ingannata Madre solleva l’omicida ferro Contro il proprio
suo
figlio. Ah ferma, ferma Le grida un vecchio, oh s
allor perdesti il padre. Giugne Arminio condotto spirante. Mostra il
suo
pentimento dell’ aver voluto opprimere la patria.
ta un’altra il Coreso. Ma l’Ulisse del Franceschi non si ristringe al
suo
ritorno in Itaca, ma ne contiene anche la morte s
in Itaca, ma ne contiene anche la morte seguita per mano di Telegono
suo
figlio non conosciuto. Nè ciò parve all’autor suf
sino al fine, e lasci che avvenga il parricidio. Egli si discolpa del
suo
silenzio con Telegono nella scena settima dell’at
n potei ; Ulisse mai non vidi, e lungi o estinto Io lo credei. Nè del
suo
amor gli effetti Io potei paventar, che di souver
onoscesse Ulisse. E quanto al non paventar gli effetti dell’amore del
suo
allievo, egli parla contro a ciò che non ignorava
edente. L’amor disperato e funesto dell’ appassionata Bibli per Cauno
suo
fratello segue le tracce della Fedra di Giovanni
da e lenta. Tornando Bibli prende nuovo vigore nella scena quinta col
suo
incontro con Cauno, nella quale narrando con pass
d immolare una vittima. Buona è la scena settima in cui Bibli apre il
suo
cuore ad Eurinoe. Le dice : E sarà vero, Eurinoe
! guai di quello ancora che ha solo se stesso per lodatore e qualche
suo
compiacente amico ! L’indifferenza del pubblico e
nelle avversità. Nella scena quarta del III otinamente seguente è il
suo
rifiuto della libertà offertafli a condizione di
cchie compagnie comiche. Aggiugneremo quel che ne dice un gazzettiere
suo
parziale, cioè che egli era il tragico del volgo
eopatra ed Ottavio nel tempio, in cui ella coll’ idea di adescarlo al
suo
amore mentre il marito dorme, domanda alla confid
rito dorme, domanda alla confidente, se le sue vesti si accordino col
suo
volto, ed entrambi poi tentano ogni via per ingan
da viva. Teme che veduta da Consalvo possa egli vacillare ad onta del
suo
voto ; e tenta di evitare che s’incontrino, ma in
lfonso che trova viva la figlia, e le fa sapere che più non può esser
suo
Consalvo, perchè tra essi Voto solenne Inviolabi
chiudere in carcere. Ormesinda altro non potendo palesa che Alfonso è
suo
padre, e Consalvo il suo sfortunato amante. Il re
sinda altro non potendo palesa che Alfonso è suo padre, e Consalvo il
suo
sfortunato amante. Il re, irritato per le reticen
so della figlia ; ed ella che vede in Fernando un grande appoggio del
suo
partito, o un valoroso e virtuoso cavaliere, sacr
guainata vuole impedirlo, e nel dirizzarsi a Rodrigo lo riconosce per
suo
padre, si confonde, si umilia, pugnando nel suo c
rigo lo riconosce per suo padre, si confonde, si umilia, pugnando nel
suo
cuore il rispetto di figlio coll’amor di marito,
tto le spade aragonesi. Enrico rappresenta al generale il pericolo di
suo
figlio insieme con la sposa ; vuol liberarli ; Ro
se in essa un discorso al lettore, in cui l’autore esalta i pregi del
suo
lavoro, ed aringa contro del Corradino del Caracc
ebba essenzialmente esser nazionale nella Poetica di Aristotile o nel
suo
comentatore Eustazio, o in Teofrasto, o in Demetr
atezza maggiore nella presente. Si scusa finalmente per gli amori del
suo
Corradino ; sostiene che sono tragici perchè domi
amante del fratello e del padre che all’ udire che i numi chiedono il
suo
sangue per salvare la patria, a somiglianza d’Ifi
so. Vi si vede una Clotilde violata involontariamente che ama però il
suo
violatore, e che continuando ad amarlo pure scopr
ontribuire al tragico terrore. Non può recare onta all’ autore che il
suo
Oramzeb si rassomigli al Maometto di Voltaire ; b
poteva mai ottenere col manifestarsi il più furbo degli uomini ad un
suo
spregevole schiavo ? Di tanto non faceva mestieri
li immaginò la tragedia di Romeo e Adelinda impressa nel volume V del
suo
Teatro nel 1788 e rappresentata con pieno applaus
e vedeva dal gran chiarore sorto da Asti coperta la luce nascente del
suo
tragico teatro, conscio delle nuove forze acquist
a altre tre tragedie, l’Adelinda, Carlo ed Isabelle ed Agamennone. Al
suo
nuovo sistema tragico adattò in prima l’Adelinda
mplorare il perdono in prò della sua rivale. Imperocchè l’energia del
suo
carattere che non mai si smentisce, le sue furie
nto per la parlata di Romeo che candidamente esprime i sentimenti del
suo
cuore agitato e i disegni senza paventar del tira
elosia e di amore estremo pel marito che forma la tinta imperiosa del
suo
carattere, vuol salvarlo di ogni modo ; e credend
le dirne il Cesarotti forse per indulgenza, non tutti si attennero al
suo
avviso ; non solo pel genere di morte, ma perchè
compassione un’empia adultera che di propria mano trucida un gran re
suo
marito ed obblia i suoi figli per assicurarsi il
ui da che Ifigenia fu sacrificata in Aulide, l’accoglie e l’immola al
suo
furor vendicativo. Chiudasi con lieta fronte la c
ela col lembo Del mio manto regal, mettete in brani Quella corona del
suo
sangue tinta, E gli avanzi spargetene e la polve
rza sua tragedia, il Cajo Gracco. Tutta la grandezza e l’eleganza del
suo
stile, tutta la nobiltà de’suoi concetti spiega l
rima scena del I atto senza perchè o solo per tornare dentro dopo del
suo
monologo ; la costruzione quasi alemanna, …. Ch’
reggia nemica per ottener da Antigone, che non conosce, il cenere del
suo
sposo ; primo monologo. Antigone contro del regio
zzo De’ suoi stà il re, qual man qual ferro strada Può farsi al petto
suo
? Clitennestra Qual man, qual ferro ? Ed allora
dice or d’ Argo il re son io, parole inconsiderate che smentiscono il
suo
carattere artifizioso e cauto in tutta la tragedi
mente, e senza necessità fa una confessione spontanea del secreto del
suo
cuore all’ inumana matrigna, e all’ uccisore di s
a del secreto del suo cuore all’ inumana matrigna, e all’ uccisore di
suo
padre. Anche il prode Ildovaldo che ha più volte
ori notturni che l’agitarono secondo Tacito nella notte precedente al
suo
esterminio ? Ne rileva la naturale viltà che l’ a
rito egregiamente nell’ incontro dell’ atto II cou Polifonte ; ma nel
suo
bel racconto la circostanza con mie man sua destr
a, alla cui immagine si desta il palpito di Merope che si sovviene di
suo
figlio. È dipinta altresì egregiamente nella scen
ria al padre stesso. Raimondo al contrario maltratta il proprio padre
suo
compagno nella congiura unicamente per la di lui
ncrescimento ed indignazione. E come poteva lusingarsi Alfieri che il
suo
Garzia riscossa avrebbe meritamente compassione,
utti palesa i proprii nobili sensi patriotici e le insidiose mire del
suo
collega nel regno, disviluppano a meraviglia l’er
a discopre l’anima sua spartana, e colla sicurezza di morire torna al
suo
carcere. E non interessa un quadro che presenta i
Bruto la congiura de’suoi figli. Io oso questa volta disconvenire dal
suo
avviso. Il corpo di Lucrezia spinge Roma a caccia
tatore nella rappresentazione. E niuno avventurerà che non produca il
suo
effetto, vale a dire che non interessi la parlata
Alfieri ha spiegata tutta la sua sagacità e destrezza per trattarlo a
suo
modo colla possibile decenza. Egli ha mostrata se
possibile decenza. Egli ha mostrata sempre Mirra senza che parli del
suo
detestabile amore. Egli ha preteso di vincere la
che cagioni così la morte di Pereo, ed incorra nello sdegno di Ciniro
suo
padre ? È vinta, secondo il piano dell’Alfieri, e
l punto in cui le passioni più non possono superarsi. Chi sa ? Se nel
suo
piano entrata fosse l’irresistibile violenza del
, forse sarebbe prevalso sopra gli espedienti pensati da Mirra, ed il
suo
stato ne sarebbe divenuto sempre più compassionev
sennata gettata si fosse avanti del padre, confessato avesse l’iniquo
suo
ardore, e punito in se stessa l’eccesso decretato
ode che Mirra giace svenata di propria mano, e che ardeva per Ciniro
suo
padre, il quale le dice, andiamo A morir d’onta
amandatoci dalla storia. Cesare è grande ed ambizioso, nè offusca col
suo
splendore il carattere dell’ intrepido Marco Brut
i non tieni. A esser Cesare impara oggi da Bruto. Tutti i tratti del
suo
discorso mi sembrano degni della gravità del cotu
avità del coturno. Cesare in seguito gli svela l’arcano di esser egli
suo
figlio ; e la scena prende nuovo vigore per la na
Bruto o per esser più da lui lontano o perchè si trattiene per esser
suo
figlio, dica E che io sol ferir nol possa ! Que
omano, ma di un uomo avido di sangue e bramoso di ferir con gli altri
suo
padre. Compiesi la tragedia coll’ aringa di Bruto
a virtù da’ rei mortali condannata a morte ; il prelodato Scevola per
suo
primo tragico saggio produsse il suo Socrate in M
morte ; il prelodato Scevola per suo primo tragico saggio produsse il
suo
Socrate in Milano sul teatro già detto Patriotico
ne nel terzo atto ai discepoli per salvar la vita al traditore Melito
suo
nemico, ed a Policrate che gli palesa la richiest
ruggere l’attentato de’ nemici. Affrettandosi l’ azione sempre più al
suo
fine, nel IV Policrate intento a salvarlo manifes
ni vi fanno vergognosa figura per la condotta del legato Flaminio col
suo
tribuno Albino. S’impossessano contro la fede del
e lasciò inedita intitolata Saaba scritta nel 1783. Inedito è pure un
suo
melodramma intitolato Geta. (a). Vedi Giustino
to si aggira sulla rivolta delle Fiandre e su gli amori e la morte di
suo
ordine data al principe don Carlos suo figliuolo
e e su gli amori e la morte di suo ordine data al principe don Carlos
suo
figliuolo ? (a). Si trova anche inserita nel tom
tiere simile. Es. (a). L’autor Colpo d’occhio incolpa l’Alfieri pel
suo
frasario lirico. Non è dunque possibile ch’egli n
elo che io lessi, non avendole più sotto gli occhi. L’Alfieri ideò il
suo
Filippo sulla relazione francese del San-Reale.
famigliari, e ne trascrive alcune della Sofonisba nella pagina II del
suo
discorso. Altre parimente di simil conio ne ha os
vista, esporremo quì l’epilogo che l’istesso celebre Autore fece del
suo
Salto di Leucade nel seguente Sonetto : « Leucad
de' Comici di Parma del 1664 (V. Fabrizio Napolitano), fosse anche il
suo
nome di battesimo. Lucinda è la prima donna, quas
. C., ha per titolo : L'onorata fuga di Lucinda. Troviam Lucinda col
suo
casato di Nadasti nell’elenco de' Comici del Duca
ò fece mentre la prefata Altezza Serenissima trovavasi in Venezia per
suo
diporto, e affidar volle al suo patrocinio quest’
Serenissima trovavasi in Venezia per suo diporto, e affidar volle al
suo
patrocinio quest’Opera Scenica allora, che se ne
dì alla Commedia Italiana di Parigi, poco tempo appresso l’esordir di
suo
marito, in qualità di seconda serva col nome di M
etta. Ella era alta, magra, bellissima ; e attrice mediocre. Ebbe dal
suo
matrimonio due maschi e due femmine, le quali si
mento la sfoggiata pompa del macchinista, la quale faceva perder ogni
suo
effetto alla musica e alla poesia senza rifletter
poeti. La natura ha questo di proprio, che basta che ci si mostri nel
suo
vero aspetto, perché tosto faccia nascer vaghezza
ni ciò che la sintassi per il discorso. Può essa concorrere dal canto
suo
a produr la espressione ora ordinando con certa r
perché la poesia dei drammi così poco interessante faceva perdere il
suo
pregio, anche al lavoro delle note. Ma il vero st
bravo cantore, vi ravvisa per entro la sorgente onde ricavò Lulli il
suo
recitativo, se non in quanto lo svantaggio che eb
anza unita alle liberalità del monarca e alla politica illuminata del
suo
ministro Colbert contribuì infinitamente ai progr
musicali composti di moltiplicità di parti. Se ciascuna di esse ha il
suo
canto peculiare e distinto, come può darsi che su
i, divenne inimitabile per la semplicità accopiata alla grandezza del
suo
stile, per la verità dell’affetto, per la natural
musica vocale, ne prende anche essa l’indole dilicata e leggiera del
suo
modello. Così si vede per pruova, che posta la st
e patetici gravi lavorati in gran parte sull’esempio degli adagi del
suo
maestro, nelle sue brillanti variazioni e sopratt
agl’intelligenti a motivo della sua perizia nell’imitar lo stile del
suo
maestro, e nella esecuzione, come il Somis per la
s per la flessibile leggerezza, uguaglianza, soavità e limpidezza del
suo
stile. [13] Il gran Giuseppe Tartini si rese bene
re e meditare un qualche sonetto di quel poeta a fine di riscaldar il
suo
ingegno alle pure fiamme di quel platonico e subl
osi intorno a’ vani arzigogoli, come a’ tempi nostri, ma ponendo ogni
suo
studio nell’immitar l’accento naturale delle pass
cibilmente tutti gli affetti. Il Rousseau, che fa menzione di lui nel
suo
Dizionario, dice in pruova della sua abilità: «ch
formità d’accordo che faceva stupir gli uditori» 89. Non inferiore al
suo
merito era pure il favore del pubblico per esso l
una maschera sconosciuta uno smeraldo di gran valore. Io ho veduto un
suo
ritratto in carta con all’intorno questo moto pro
ia degli ornamenti, e per la esatta maniera di eseguir le cadenze. Il
suo
raro merito invece di renderlo «il caposcuola, e
Algarotti 90, il fece anzi comparire uno de’ più rinomati cantori del
suo
tempo. Antonio Raff, Giovanni Tedeschi, Tommaso G
, e Giambattista Mancini, che si è anche distinto fra i letterati pel
suo
bel libro intitolato Riflessioni pratiche sul can
on più ragione ripetersi dal Pasi bolognese scolaro del Pistocchi. Il
suo
stile composto di volatine, di gruppetti, di pass
le altri abbellimenti, se bene piacesse in lui perché proprio e tutto
suo
, era nullameno esposto a degenerare in abuso, qua
na terza, di cui farò in particolar modo menzione meno pel merito del
suo
canto che per un altro più insigne e più rispetta
.quali fu travagliato Metastasio nella sua gioventù dopo la morte del
suo
primo benefattore Gravina. Non solo gli fu negato
superba d’averlo avuto per figlio che de’ trionfi, che ne adornano il
suo
Campidoglio, ebbe egli a soffrire un ignominioso
a non dovrà mai al nostro avviso riputar vana una lode che suppone in
suo
favore una decisiva maggioranza nelle doti dell’i
ra ad uno ad uno con festiva ironia tutti i difetti che dominavano al
suo
tempo in sulle scene. Ad essa noi pure rimettiamo
o conformi alla eccellenza cui giunse dappoi, Tartini pagò tributo al
suo
secolo infettando le sue prime sonate con quello
le antiche buffonerie che ne deturpavano il coturno, sarebbe forse a
suo
favore decisa la lite della preferenza. Ma gli af
j, aprì agl’ Inglesi il sentiero della buona tragedia l’anno 1713 col
suo
Catone. Non avendo osato il sig. Hullin di tradur
cchio, Riflettendo ogni fior che a riva cresce, E nuovo ciel nel
suo
bel sen ne mostra. Dalla scena quarta dell’att
o dell’inferno, E torvo sorridendo lieto andava Carco del premio
suo
, nè invidiava Il firmamento e il suo bel sole a
ieto andava Carco del premio suo, nè invidiava Il firmamento e il
suo
bel sole a Giove 58. Seguono nell’atto IV gli a
Ah Sempronio, vuoi tu parlar d’amore A Marzia, or che la vita di
suo
padre Stà in periglio? Tu puoi carezzar anco
in bocca di un Romano. Ma Porzio che parimente ama mentre la vita di
suo
padre stà in periglio, non reca una ragione che d
more e senza impeto tutto della sua sapienza egli riempie il picciolo
suo
senato. Non si trasporta con Sempronio, ma non ce
stiasi Alla sentenza d’un Roman Senato. Ch’ei faccia questo, ed è
suo
amico Cato. Aggiugne poi che allora per non fa
ed è caduto da forte. Io son contento (dice Catone) egli ha fatto il
suo
dovere; Porzio, quando io morrò fa che la di lui
qual guisa espresse Metastasio sì gran sentimento nella mutazione del
suo
Catone: Ecco soggiace Di Cesare all’arbitr
ampidoglio e Roma. Addisson senza punto indebolire la fermezza del
suo
eroe sa colle disposizioni da lui date per la sal
aggrava gli occhi, ed egli vuol prima soddisfare a questo bisogno del
suo
corpo, dicendo, Colpa o timore Sveglino al
ioè che vieta il sommo Imperante di sprigionar lo spirito prima di un
suo
decreto: Oh numi voi Che penetrate il cuor
a famiglia del celebre David Hume ammiratore de i talenti tragici del
suo
parente, compose due buone tragedie Agis e Dougla
stessa rimanendo in vita. Vince e spedisce Hidallan ad annunziarle il
suo
ritorno. Il traditore le narra la morte di Fingal
ritorno. Il traditore le narra la morte di Fingal. Ella è ridotta dal
suo
dolore agli estremi. Torna l’amante ed ella spira
avviso della morte di Comala. Fingal si dispera; Hidallàn confessa il
suo
tradimento che ne ha cagionata la morte; Fingal l
igenza, abbandona la patria e l’amata colla speranza di migliorare il
suo
stato nell’Indie, e si sparge poi il romore di es
e imprecazioni! il sole continuerà a risplendere, e tutto compierà il
suo
corso, intanto che noi orrore e peso della terra
che però sedotto da una donna che ama, ruba il padrone, assassina un
suo
zio e benefattore, ed è impiccato. Quest’argoment
anno un colorito e un carattere vivace e compariscono a buon lume. Il
suo
principal merito consiste nella connessione delle
sincerità, un curiale tutta la sua probità, un verseggiatore tutto il
suo
danaro. E queste sono le tragedie, le commedie e
rici. Siccome l’Inghilterra può vantarsi di avere avuto in Garrick il
suo
Baron, così in Madamigella Cibber ebbe la sua le
no de’ primi signori Inglesi. Il dottor Swift intimo amico di Gay nel
suo
Gazzettiere non meno che il Pope nella Dunciade e
fa sapere che Polly è fort inferieure à son premier ouvrage. Gay nel
suo
Beggars’ Opera motteggiò l’opera italiana introdo
elvaggia. Questo principe la coltivò con certa felicità sotto Blondel
suo
maestro. La regina Elisabetta che amava la melodi
re Ofields ammira, ta in vita e sepolta poi accanto a’ gran poeti del
suo
paese in Westminster. Quins, Davesport, Marshall,
endere abbastanza qualche pensiero nobile che in esse si rinviene. Il
suo
Palamede ebbe voga perchè la morte di questo Grec
Latino e Italiano aprì il sentiero della vera drammatica colà sino al
suo
tempo sconosciuta. Fu questi Martino Opitz di Bob
rto nel 1639. Mentre nel 1625 Pietro Cornelio produceva in Francia il
suo
primo componimento scenico, Opitz trasportò in te
vero gusto; e forse la morte che lo rapì di soli quarantadue anni del
suo
vivere, ne impedì il pieno trionfo. Lo secondaron
da opera. Ma Hallemann con pari gonfiezza, e co’ medesimi difetti del
suo
modello vide i proprj drammi più lungo tempo appl
si, concedergli gratis la sudetta Habitatione, ordinando a quel Sig.r
suo
Comissario, che dal tempo, che li Supplicanti ser
le nostre Miserie, sicuri, che rimirate dalla medema con gl’ Ochi del
suo
benignissimo Compatimento, non ci lascierà senza
fede il Cauag.r Protettore, e col bacciare il terreno calpestato dal
suo
Seren.mo Piede, si giuriamo Brescia li 10 Agosto
pubblico calde e affettuose parole di ammirazione e di compianto pel
suo
grande predecessore, che gli accrebber subito la
impiego gli fa onore e giovagli altresì per il congruo, e necessario
suo
decoroso mantenimento. » Una delle migliori creaz
arava mai, a nessun patto, da questi tre elementi che costituivano il
suo
abbigliamento con una esclusività così assorbente
tti. La parola guitto è entrata nel gergo teatrale col significato
suo
proprio, ma non è stata creata in teatro. Essa è
e 54 del cantare undecimo. Risalendo a Guittone d’Arezzo, troviamo un
suo
sonetto indirizzato a Messere Onesto Guinizzelli
data, fama repartita in arte con un altro tipo, del quale parleremo a
suo
tempo : il Vaudagna. Non iscrivo ciò davvero per
oniugi Leigheb, genitori di Claudio. Della Compagnia del Perini e del
suo
repertorio parleremo a suo tempo ; intanto accenn
Claudio. Della Compagnia del Perini e del suo repertorio parleremo a
suo
tempo ; intanto accenneremo di volo come dall’ama
ondo in pallido, e di pallido in rubicondo, come a lui pareva ; e del
suo
modo, della sua grazia, del suo gentil discorrere
rubicondo, come a lui pareva ; e del suo modo, della sua grazia, del
suo
gentil discorrere, dava ammirazione e stupore a t
il 1770, più noto col diminutivo di Ciccio, fu uno de' più chiari del
suo
tempo nelle parti di caratterista e promiscuo. Av
o piacente, di fisonomia mobilissima, sapeva in modo mirabile dare al
suo
personaggio l’espressione voluta, senza il soccor
pasimo forte e continuo : all’applauso del pubblico mancava quello di
suo
padre, il quale risentitolo a Roma e a Firenze (n
dall’'89 a Ferrara), non solamente gli die' col bacio del perdono il
suo
assenso a continuare, ma si mostrò con lui nel Sa
speare : quest’ultimo recitato maestrevolmente a fianco del padre nel
suo
giro di addio. Anche lo volle Eleonora Duse co
co, egoista, maligno, calcolatore, sottile, feroce, che va diritto al
suo
scopo, serbando in quella sua servilità tutta la
lo stipendio determinò di prendere il volo insieme a un certo Melnati
suo
compagno d’art….istica miseria. Quel ch’ebbe a pa
tta Vernier-Iucchi, il ’77 con Giovanni Emanuel, che il Bracci chiama
suo
primo vero maestro, il ’78 con Achille Dondini, i
Pasta-Di Lorenzo, in qualità di primo attore a vicenda coll’ egregio
suo
capocomico. Fu ed è il Bracci artista di egregie
. A. Ser.ma della prottetione che ha goduto nella pace conseguita per
suo
figlio, et suplica di nouo l’ A. V. S.ma a contin
ca di nouo l’ A. V. S.ma a continuarli le gratie con il concederli un
suo
stafiere quale accompagni il detto suo figlio a M
le gratie con il concederli un suo stafiere quale accompagni il detto
suo
figlio a Milano, comme anche di qualche lettera d
unzia del più aperto bolognese : il che accresceva comicità all’esser
suo
. Chi nol ricorda nel Pugno incognito e nella Boll
sotto i quali militò, e sui quali si modellò, la sua attitudine e il
suo
buon volere fanno sperare assai bene del suo arti
, la sua attitudine e il suo buon volere fanno sperare assai bene del
suo
artistico avvenire.
n compagnia bufeto non parla per la camerata e perche uole il bologna
suo
compare il Cap.° non dice niente per amor di Giro
il bologna suo compare il Cap.° non dice niente per amor di Girolomo
suo
seruo non ce altro che me otanio et pantalone che
to frescamente Don Vincenzo Spinelli, Principe di Tarsia a Napoli dal
suo
Stato, cominciò ancor lui a vagheggiar la Lavinia
itti di sì fatte gemme formò con buona simmetria un piccolo trono dal
suo
baldacchino coperto, e ne fece un presente a S. A
nella sua Reale Cappella di Colorno. Fu a Barcellona in Compagnia di
suo
genero Costanzo Pizzamiglio (V.), e nel tornare i
a applaudita. Il cavaliere Giambatista della Porta diede alla luce il
suo
Ulisse nel 1614, nella quale dee lodarsi la scelt
l’armonia della versificazione co’ Torrismondi e colle Semiramidi. Il
suo
Giorgio però s’impresse nel 1611, e l’approvazion
monio ingannate da Annibale: Calavio padre che per ben corteggiare il
suo
ospite le spinge a trattenerlo con ogni libertà:
ntrigo e fuga comica. Nell’atto III Annibale che pure viene fuori col
suo
confidente, racconta le sue amorose avventure con
meto, i Perigli della Regina Creusa, il Re Meandro, e Giuliano; ma il
suo
Diogene accusato che il Ghilini credè tragedia, è
e del valoroso innocente Mustafà condannato da Solimano re de’ Turchi
suo
padre per gli artificj di Rusteno e della regina,
o figlio Selino e serbarlo all’impero; ma sventuratamente questo caro
suo
Selino si nasconde appunto nel da lei abborrito M
caro, ed ha tutti i pregi dell’ottimo personaggio tragico. Lo stesso
suo
amore con Despina contribuisce ad accrescere la c
vita di Merope con indicibil piacere di Amfia sua madre e di Policare
suo
amante e sposo. Aristodemo ne ode la notizia col
mostra che se mancasse Arena (giacchè Licisco protesta non esser del
suo
sangue) non ricuserebbe di dar per vittima la fig
tata morte, come dinota l’atto di coprirsi il volto per non vedere il
suo
uccisore mentre spira, e chiama a se l’interesse
o re Spagnuolo Ermenegildo eseguita per ordine dell’Ariano Leovigildo
suo
padre. S’impresse la prima volta nel 1644, e poi
è di nobiltà, nè porta la taccia degli eccessi ne’ quali trascorse al
suo
tempo l’amena letteratura; ma col discorso egli t
ittadella di tai città a’ 28 di Agosto del 1646, il quale ad onta del
suo
stile per lo più manierato manifestò ingegno gran
ta nel 162663 è da comendarsi per la semplicità dell’azione che va al
suo
fine senza avvolgimenti; ma lo stile è totalmente
volta in Roma nel 1694, cioè quattro anni dopo che ebbe dato fuori il
suo
poema l’ Impero vendicato ch’egli credeva men dif
furto confessato da Sofronia per morire in di lei vece; il Porta nel
suo
Moro adoperò ingegnosamente l’artifizio e l’erois
oi di non esser egli Corradino tosto che intende che il re vuol farlo
suo
genero. Carlo prende questa varietà come ostinazi
iso su di un palco come un reo volgare per ordine dell’usurpatore del
suo
regno, è un personaggio tragico che nella storia
è al fine egli seppe con arte conservare all’argomento gran parte del
suo
patetico, ed avea stile e nota sublime; ma non si
’Autore al Signor Abate Don Saverio Lampillas prima di pubblicarsi il
suo
Discorso. Madrid Agosto 1782. Un pubblico Profe
nna getta, un Ragionamento, in cui ribatto le obiezioni del precitato
suo
Volume, e che già è nelle mani dell’Impressore. P
mulate le sue ragioni, o risposto ad argomenti con invettive. Di ogni
suo
temuto raziocinio ho fatto caso, enunciandolo dis
un mistero di ciò che sono ‘per pubblicare, e sottoporre al medesimo
suo
giudizio. E perchè procederei altramente? Intento
orse appieno senza darmi luogo a chiedere mercè, e per incatenarmi al
suo
Carro Trionfale Apologetico, come con dolce sogno
ato che io meditassi un controbando, o una irruzione repentina, e che
suo
dover fosse il vegliare come buona sentinella in
amente, che la gloria delle nostre Nazioni dipenda dall’esistenza del
suo
Saggio Apologetico, e del mio Ragionamento. Inolt
ostrare di amar più, il Signorelli mostra di amar meglio. Resto tutto
suo
. *. Due secoli e mezzo sono trascorsi dalla mo
oi compagni. Bologna, Firenze, Genova, ed altre città applaudirono al
suo
modo di condurre e dirigere una società di person
loro mestiere con decoro, e con quella riputazione che ha formato il
suo
buon nome. » Scorreva il 1781-82 la Lombardia con
giovane egregio, se ne allontanò per sempre, e andò a stabilirsi con
suo
marito a Londra, ove conduce tuttavia una vita ag
sua mente scomposta, se non potè esser noverata fra le primissime del
suo
tempo, com’avrebbe meritato.
lino che era venuto a portarle un pollo in nome del Capitan Rodomonte
suo
padrone, e insidiatore dell’onore di lei, dice il
un pourceau !… Uscito poi dal sacco Frittellino, Isabella e Pifagna
suo
padre se ne spaventano…. Il banchetto nuziale va
Fiala, modenese. » Capitano Spagnuolo Giuseppe Fiala, napoletano (
suo
marito). » Gradelino Costantino Costantini, ve
chè, recitata la particina del bimbo ne Due Sergenti, in compagnia di
suo
padre, fu subito collocato a riposo per…. insuffi
ni, ai primi atori ; poichè, al finire del disastroso capocomicato di
suo
padre, nel ’59, egli, cavallo da tiro e da soma,
hi e Luigi Monti, deliziosa e indimenticabile coppia d’innamorati. Il
suo
maggior grido anzi gli venne in quella compagnia,
Minuti, attrice italiana col nome di Florinda. Esordì un po’prima di
suo
marito, come seconda amorosa nella Compagnia ital
se da St. Cloud, in data 10 agosto 1688 (otto giorni dopo la morte di
suo
marito), la lettera seguente che trovo trascritta
così dolorosa occorrenza, senza conceder a V. S. manifesti segni del
suo
dispiacere, insieme con certezza della sua protet
▲