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1 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — [Dedica] »
storia del più brillante spettacolo di Europa alcune mie osservazioni sulla maniera di perfezionar le varie e moltiplici part
scenza non sentirebbe ad ogni momento l’involontario rimorso di menar sulla terra una vita inutile affatto per la sua gloria.
o avete dato a’ vostri pari di sensibilità spargendo lagrime, e fiori sulla tomba d’un amico illustre; voi, finalmente, che n
2 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 296
ando l’indice e il pollice e asciugandosi poi senza cerimonie le dita sulla tovaglia, dopo di aver gettato per terra la mocco
che cosa fosse davvero la felicità…. Come chiusa, l’attore-cuoco mise sulla tavola un secondo piatto, pieno di pezzi di porco
go : non la Marianna morta a venti anni. Se mai potrebbe cader dubbio sulla Gaetana, ma mi pare strano che il Bartoli, suo co
3 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 360
a, si può attribuire al ritegno che avevan sempre le donne di apparir sulla scena (e però più vivo per le parti di fantesca),
omici, il protettore, il critico, si credevano in diritto di penetrar sulla scena, e mettere gli attori e più specialmente le
4 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO V. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 262-269
liuolo ancor più poderoso e gran conquistatore e legislatore si formò sulla storia che studiava, e soprattutto su i Comentarj
decreti de’ Gran-Signori, e i Fetfà de’ Mufti, come noi ci occupiamo sulla Bibbia, su i santi Padri e sulle costituzioni de’
a de’ Teatri in un volume giova aggiugnere alcuna notizia più recente sulla fede dell’ab. Giambatista Toderini Veneziano che
e ha dimorato cinque anni in Costantinopoli, ed ha scritto tre volumi sulla Letteratura Turchesca impressi nel 1787. Egli dim
5 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO VIII » pp. 141-143
62 lin. 19 nodo i strinsi   nodo io strinsi pag. 71 lin. 6 sulla scena Ericia ossia la Vestale   sulla scena
rinsi pag. 71 lin. 6 sulla scena Ericia ossia la Vestale   sulla scena Artemira   pag. 118 lin. 5 morto da no
6 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO IV. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 47-55
figliuolo ancor poderoso e gran conquistatore e legislatore si formò sulla storia che studiava, e soprattutto su i Comentari
decreti de’ Gran-Signori, e i Fetfà de’ Muftì, come noi ci occupiamo sulla Sacra Bibbia, su i santi Padri e sulle costituzio
i aggiunga quanto riferimmo sin dal 1789 nel tomo V di questa istoria sulla fede dell’ab. Giambatista Toderini veneziano che
a delle Lettere di Miledy Maria Worthley. a. Egli scrisse tre volumi sulla Letteratura Turchesca impressi nel 1787. a. Vedi
7 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 914
nfondendosi co’ ripetuti evviva tenne per lunga pezza i due Comici in sulla scena ammutoliti. E a proposito dell’ arte sua,
proposito dell’ arte sua, lo stesso Bartoli aggiunge : Il Fiorilli è sulla scena un gran Comico, e per tale fu adottato da t
8 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Mantoua li 16 Dicembre 1678. » pp. 127-128
lla Compagnia di Luigi Fini ; e una mattina, trovandomi a passeggiare sulla riva degli Schiavoni, vidi giungere un vecchio, s
e da quegli che passavano si formò un semicircolo intorno alla sedia, sulla quale era seduto il suddetto, che tutti salutava,
i era ridotto in miseria. Allora inventò di dar quel nuovo spettacolo sulla riva dei Schiavoni, che bastava a farlo vivere, s
9 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 678-680
mmalatasi nel Carnevale del 1840, fece ancor qualche rara apparizione sulla scena, che dovette abbandonar poi per sempre nell
rabile Verità….. Delle due commedie il Paroncin e il Momolo Cortesan sulla Brenta, divenuto poi il Prodigo, altra commedia d
rlo e di farlo in pubblico. Ho scritto dunque intieramente il Prodigo sulla Brenta, e poi ho ricavato dalla Commedia lo schel
10 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 118-120
eodora, figliuola del Raffi, moglie in appresso del Medebach, ballava sulla corda passabilmente, ma danzava a terra con somma
e l’ammalata tosto guariva. Mi presi la libertà di farla rappresentar sulla scena da sè medesima. Se ne accorse alcun poco ;
questa compagnia, una delle prime città delle Marche a veder le donne sulla scena. Sposò, il 6 dicembre 1786, Clemente Giovan
11 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1053-1054
I). » La qual cosa concorderebbe con quanto ci fa sapere il Casanova sulla minor figliuola dell’Imer, Teresa, « figlia d’un
casa presso il palazzo del senator Malipiero, e le cui finestre davan sulla sua camera da letto. Codesta figlia, diciassetten
12 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 241
a caso ci preme la stizza, e svogliata noi abbiamo la mente, il veder sulla scena Pelizza, tutto quanto obliare ci fa.
13 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
Ventura Battista, detto il Beccaro, recitava le parti di Pantalone sulla metà del secolo xvii ; e un famigliare del Princi
14 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
perduto la vista ; ma che poi, ricuperatala completamente, riapparve sulla scena, ove si ebbe il maggior favore del pubblico
15 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 156-158
più forti e gloriosi artisti del nostro tempo, che regnò sessant’anni sulla scena italiana fra gli astri di maggiore grandezz
e'viventi attori italiani, l’Amleto, ch'egli stesso adattò alle scene sulla traduzione del Rusconi. Chiamato il '54 a diriger
16 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VIII. Teatro Lirico: Opera Comica: Teatri materiali. » pp. 177-187
oro credere non può avere la verità richiesta nell’epopea, l’avrà poi sulla scena? Ebbe dunque ragione M. Diderot allorchè de
n Ispagna nè in Italia gli spettatori si frammischiano con gli attori sulla scena stessa, come avviene in Francia, lasciando
si sono costrutti altri cinque teatrini da fiera, ne’ quali si balla sulla corda e si cantano drammi burleschi. I tre che si
. 8. 53. Poëtiq. Fran. e nell’art. Opera nell’Enciclop. 54. Saggio sulla Storia univ. cap. 204. 55. Dès que la Musique e
17 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »
lettante. Chi abbia ragione dei due non so. Le osservazioni del Croce sulla rappresentazione della Flaminia sono giustissime 
18 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
Toscano….. È così menzionato sulla fede di Gio. Marciano da Giambatista Castiglione
19 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VII. Su i principali Requisiti per giudicar dritto de’ Componimenti Scenici, Mente rischiarata, e Cuore sensibile. » pp. 69-85
di buona erudizione, di aggiustatezza, e di sapienza: le Riflessioni sulla Poetica fondate nella dottrina Aristotelica sparg
forse trovereste ancora quel pregio nel saper ripetere tutto ciò che sulla ormai fino a’ barbieri nota diffinizione Aristote
gli è da indagarsi ne’ di lui giudizj. Scrisse egli buone Riflessioni sulla Poetica, benchè in esse in prima copiasse molte o
a in più di una censura. Ma con tutte le sue ottime Riflessioni fatte sulla Poetica in generale, egli intanto conchiude, che
“Ancor l’intenso ardore “Ferve vivace e spira “Dell’Eolia donzella in sulla Lira1.” Ha forse dato segno di sensibilità il P.
nti di Circe, i giardini e i conviti di Alcinoo, il canto di Demodoco sulla rete fabbricata da Vulcano per inviluppare Venere
o, non è Italiano: egli è Francese, dotto, sensibile, atto a decidere sulla Poesia Epica; è M. de Voltaire, che in tal manier
20 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO VII [IV]. Teatro Lirico: Opera Comica: Vaudeville. » pp. 192-230
oro credere non può avere la verità richiesta nell’epopea, l’avrà poi sulla scena? Ebbe dunque ragione m. Diderot allorchè de
e in Delancourt il proprio cognato. Chi approverà un esempio siffatto sulla scena? Vedere una giovanetta virtuosa che in appa
, consistono per Io più in una lotta di concetti e di scherzi mordaci sulla parola, de’ quali i Francesi de’ Dipartimenti com
durlo facendone giudice il pubblico, e si ritenne, e nella mia dimora sulla Senna lo vidi frequentato. Il repertorio del Vaud
Ispagna, nè in Italia gli spettatori si frammischiano con gli attori sulla stessa scena, come avviene in Francia, lasciando
ultimi tempi del XVIII si è riparato all’inconveniente di mischiarsi sulla scena gli spettatori con gli attori. Vero è pur a
epubblica Francese altri cinque teatrini da fiera, ne’ quali si balla sulla corda, e si cantano drammi burleschi. I primi ad
galleria in arcate su tutta la lunghezza. La facciata dell’entrata è sulla piazza di 50 tesi di lunghezza sopra 24 di larghe
art. III cap. 8. b. Poètiq. Fran. e nell’Enciclop. c. Nel Saggio sulla storia universale cap. 204. a. Dès que la mus
21 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « NOTE DEL FU D. CARLO VESPASIANO. » pp. 270-273
giens. Può vedersi anche il giudizio portato da uno scrittore Inglese sulla maggior parte delle tragedie di Pietro Corneille
tica. Tralle altre opere compose alcune commedie, e una dissertazione sulla declamazione teatrale ch’ella egregiamente esegui
22 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 718-721
-Lin, salutato da un fragoroso, unanime applauso al suo primo apparir sulla scena, dopo appena tre sere dal suo debutto. R
spadini lucenti, di parrucche, vicino alla sua tavola di truccatura, sulla quale, accanto ai barattoli del minio, del bianco
nostra o forastiera che tramonta…. E così, mercè sua, Goldoni rivive sulla scena, di vita, se non anche gagliarda, non più t
23 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 753
si recò nella Marca Anconitana ov' era proibito alle donne di apparir sulla scena, e ove s’ebbe la migliore accoglienza speci
24 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XV. ed ultimo. Conchiusione con pochi Avvisi amorevoli agli Apologisti. » pp. 214-236
ci soggiaceste su i Teatri Greci, e Romani a proposito del Saguntino: sulla immaginaria Drammatica de’ Moro-Ispani: sulla cre
roposito del Saguntino: sulla immaginaria Drammatica de’ Moro-Ispani: sulla creduta mancanza d’invenzione nella Sofonisba del
el Trissino: sul negare che fossero Traduzioni le Tragedie del Perez: sulla infelice difesa che imprendeste della Isabella de
sulla infelice difesa che imprendeste della Isabella dell’Argensola: sulla vostra novella foggia di conteggiare, che io ho c
al Signorelli, che in fatti sono vostri errori di Storia di Critica: sulla sognata decenza delle favole Lopensi, e Calderoni
Critica: sulla sognata decenza delle favole Lopensi, e Calderoniche: sulla possibile imitazione di un Metastasio delle Opere
i altre dotte produzioni, ha arricchita la Spagna dell’Opera preziosa sulla Industria Popolare. Per altra via intento a dissi
ologista con troppa sicurezza, senza avere riscontrati gli originali, sulla fede de’ compilatori Cordovesi della Storia Lette
25 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 277
del precedente, figliuola di saltimbanchi, che recitavano e ballavano sulla corda in baracche mobili di legno, preceduti e ac
26 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
ilmente l’offesa ; e appostatosi di notte sotto un ponte della città, sulla strada che conduceva all’anfiteatro Mauroner, al
27 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO II. In quali cose si rassomigli ogni teatro. » pp. 10-16
i storici e i viaggiatori, da’ quali soltanto noi possiamo instruirci sulla legislazione e la poesia di tali regioni, si foss
mi pubblicati sotto il nome di Ossian fatta dal celebre Ab. Cesarotti sulla traduzione Inglese di Macpherson, e impressa in P
re come Ossian. (Nota I.) 20. Vedi la Dissertazione del Dottor Brown sulla nascita, l’unione, il potere, i progressi, la sep
28 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VIII. Commedia turca. » pp. 422-425
to forse più della maggior parte de’ principi della sua età, si formò sulla storia che amava di studiare, e soprattutto sui c
lcorano, e sui decreti de’ gran signori e i tetfà de’ Mufti, come noi sulla Bibbia e i santi padri, e sul codice e le costitu
29 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Firenze, 3 settembre 1841. » pp. 473-475
be onoranze funebri degne di lui : una pietra commemorativa fu alzata sulla sua tomba dalla figlia Laura colla seguente iscri
amore ed acume dell’opera letteraria del Bon discorse nel suo studio sulla Real Compagnia Sarda (pag. 23-24). Scrisse più d
30 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO VI. Stato della Commedia Francese prima e dopo di Moliere. » pp. 212-244
dozzinale, il quale aveva indegnamente ferito Moliere, motteggiandolo sulla condotta della moglie col Ritratto del Pittore. M
ospesa la rappresentazione, Compiuta, corretta, riveduta e approvata, sulla permissione verbale ottenutane dal sovrano. Molie
ione. Se imbatteva in qualche personaggio originale degno di ritrarsi sulla scena, nol perdeva di vista prima di averlo piena
eriva da una novella del Boccaccio già dallo stesso Porta trasportata sulla scena. Il Dispetto amoroso è del Secchi. Lo Stord
eatro le Rivali favola tessuta alla spagnuola su di una deflorazione, sulla fuga di due donne rivali, e sul loro travestiment
i Moliere é la Muse historique di Loret presso l’autore delle Memorie sulla vita e sulle opere di Moliere. b. Vedi le citate
ffo. In essa un eremita vestito da frate monta di notte per una scala sulla finestra di una donna maritata, e poi ricomparisc
31 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO II. In quali cose si rassomigli ogni Teatro. » pp. 12-22
i storici e i viaggiatori, da’ quali soltanto noi possiamo instruirci sulla legislazione e la poesia di tali regioni, si foss
icati sotto il nome di Ossian fatta dal sig. Ab. Melchiorre Cesarotti sulla traduzione inglese di Machpherson, impressa in Pa
e dipinture come Ossian. a. Vedi la Dissertazione del dottor Browon sulla nascita, l’unione, il potere, i progressi, la sep
32 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 723
e fortunato stato di servizio di Vittorio Zampieri, il quale, recando sulla scena, oltre allo studio e alle chiare attitudini
33 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 266-272
morato, per esempio, pare non avesse che uno studio : quello di recar sulla scena tutto un repertorio di immagini achillinesc
anche oggi con lievi modificazioni ; e si capisce come restasse viva sulla scena oltre un secolo. Nullameno l’opera che died
i giorni — dice il Bartoli — poco dopo il 1640. Ed ora alcune parole sulla maschera che egli creò. Questo tipo, più moderno
l vestito. L’incisione del Joulain, che è nel Riccoboni, è modellata sulla maschera della Supplica qui riprodotta. Ed eccone
34 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 968
enezia al Duca, in cui dà notizie de’teatri di Venezia, e ne promette sulla Ippolita, richiesta, pare, dal Duca, per aggregar
35 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 4
lla Cannobbiana, dice : Primieramente fermeremo la nostra attenzione sulla gentile prima donna Regina Laboranti. Questa giov
36 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 27
tta di lauti guadagni. Dice il Colomberti che « nulla potevasi vedere sulla scena di più grazioso. Il di lei spirito, le graz
37 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO III. Stato della Commedia Francese prima e dopo di Moliere. » pp. 36-58
e dozzinale, il quale avea indegnamente ferito Moliere motteggiandolo sulla condotta della moglie col Ritratto del Pittore. M
spesa la rappresentazione. Compiuta, corretta, riveduta, e approvata, sulla permissione verbale ottenutane dal sovrano, Molie
ione. Se imbatteva in qualche personaggio originale degno di ritrarsi sulla scena, non lo perdeva di vista prima d’averlo pie
eriva da una novella del Boccaccio già dallo stesso Porta trasportata sulla scena. Il Dispetto amoroso è del Secchi. Lo Stord
eatro le Rivali favola tessuta alla spagnuola su di una deflorazione, sulla fuga di due donne rivali e sul loro travestimento
Moliere, e la Muse historique di Loret presso l’autore delle Memorie sulla Vita e sulle Opere di Moliere. 14. Vedi le anzi
38 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 745-749
olle calze di colore, colle scarpe colla fibbia, e cosi truccato sali sulla scena. Il Del Buono viaggiò colla compagnia e fe’
va allora in via Gora, mettevalo con lui in immediato contatto. Anche sulla origine del nome di Stenterello varj sono i parer
carnagione giallastra, ma non difettoso della persona. Giacchè sono sulla citazione del Morrocchesi, continuo. Avea la fro
39 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO V. Teatro Spagnuolo Tragico. » pp. 56-148
oltura che raffina gli artificii. La favola sino all’atto V si aggira sulla delicatezza dell’amore di Placidia offeso da cert
rgli più volte, detente, calla calla , e ponendo inutilmente la mano sulla spada. Morto Ataulfo si spendono tre altre non br
Ma non dovea il poeta riflettere che, perchè il Moro potesse fondare sulla di lei passione, avrebbe dovuto con più artifizio
dover essere mas vestida aquella declaration del Moro. Discorda però sulla versificazione degli endecasillabi rimati per cop
Napoli-Signorelli (dice il difensore) suppone pochissima riflessione sulla natura del poema epico e della tragedia . Secondo
to e pienamente tutto ciò con pubblicare l’analisi intera che scrissi sulla Numancia; ma me ne distolse lo spiacevole annunzi
senza perchè sino a questo punto. Essi trattengonsi in tre soli versi sulla picciola bagattella del tirarsi a sorte colui che
i. Oggi si esige che l’azione inevitabilmente si avanzi al suo fine o sulla scena o fuori di essa. Diceva l’editore che l’azi
ttono al genere lirico in cui parla un poeta ispirato, ma si reputano sulla scena false fantastiche contrarie all’effetto ed
ilità e senza verità. Alfonso riposando su tali disposizioni riflette sulla condizione de’ principi bene infelice, e si vale
del cadavere di Rachele caldo ancora, repentinamente acquista dominio sulla sua disperazione, ed ammette in quel medesimo ist
a che passa tra una vera esecuzione di giustizia ed un evento esposto sulla scena tragica. L’esecuzione reale lascia il fatto
le fare una puerile allusione al di lui cognome Carnicero, scherzando sulla parola carnifex con darle erroneamente un doppio
nti giudizii mal fondati, e tanti fatti erroneamente esposti, non che sulla letteratura straniera, sulla spagnuola, mostrano
anti fatti erroneamente esposti, non che sulla letteratura straniera, sulla spagnuola, mostrano ad evidenza essersi il sig. A
castiga le intemperanze dello stile. Questo semplice giudizio portato sulla versione della Rachele non è stato punto alterato
ù anni mi onorò della sua amicizia, e volle prima di pubblicarla udir sulla sua tragedia il mio qualunque avviso. Intanto l’a
improverarmi questo gravissimo errore nel ribattere il mio sentimento sulla Numancia. a. Non so per qual ragione non aggiuns
40 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO V. LIBRO VII » pp. 107-140
ufo. In essa un eremita vestito da frate monta di notte per una scala sulla finestra di una donna maritata, e vi ricomparisce
iga, e giudizio nello scioglimento. Nel suo Manlio Capitolino formato sulla Venezia salvata di Otwai, col trasportare agli an
Gluck postala in musica venne a Parigi per farla eseguire, e comparve sulla scena nell’aprile del 1774 con assai felice succe
i ultimi tempi sento essersi riparato all’inconveniente di mischiarsi sulla scena gli spettatori agli attori. Vero è pur anco
galleria in arcate su tutta la lunghezza. La facciata dell’entrata è sulla piazza di 50 tesi di lunghezza sopra 24 di larghe
si rappresentavano all’aria aperta e senza lumi, i quali si ammisero sulla scena più tardi, e questa si adornava di tapezzer
no le nove linee che seguono dalle parole, Nell’inverno in cui sino a sulla scena questo argomento, e si scriva la presente a
41 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Rimini, li 22 Giug.º 1698. » p. 489
8. Nè da Ferrara, nè da Rimini mi fu possibile rintracciar notizie sulla compagnia alla quale apparteneva il Bononcini. Si
42 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
a egli nobile, e maestoso ! Tutta la dignità del Senato latino sedeva sulla sua fronte, e come ne'suoi atteggiamenti, e parti
43 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Introduzione »
sa tutto il XVIII secolo, sullo statuto dello spettacolo operistico e sulla sua collocazione nella gerarchia dei generi lette
supporto della sua tesi, Algarotti compone una sintetica ricognizione sulla storia dell’opera a partire dalle origini, che in
nell’Estratto dell’arte poetica (inedito all’epoca, ma di un trattato sulla poetica di Aristotele Metastasio comincia a parla
oni dell’inizio del secolo si collocava all’interno della riflessione sulla tradizione nazionale ed era strettamente connesso
critto di Algarotti il discorso si sposta su questioni più tecniche e sulla natura del rapporto tra tutte le componenti del t
ntà di un discorso più pacato, concentrato sulle soluzioni tecniche e sulla ricerca di un compromesso in grado di valorizzare
esentato d’Europa, i letterati e la gente del mestiere si interrogano sulla struttura del dramma per musica e sul rapporto co
arti, diventa molto di più un trattato sull’organizzazione teatrale e sulla funzione del teatro nella società contemporanea.
note d’autore più sviluppato. Non viene meno la volontà di riflettere sulla funzione catalizzatrice della poesia ma ogni aspe
44 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 229
a maggior parte dei loro predecessori, facciano rivivere e perpetuino sulla scena italiana il senno di Pianca Paganini, la di
45 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 477
 aprile 1886, nella quale discorre di certa porta del teatro che dava sulla strada, e che non ostante la promessa di esso Pig
46 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 602-604
fferisse i tratti caratteristici, e soprattutto togliesse ogni dubbio sulla maggiore o minor sua bellezza, sulla quale i pare
oprattutto togliesse ogni dubbio sulla maggiore o minor sua bellezza, sulla quale i pareri furon diversi, come abbiam visto n
47 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 337-341
alla Scuola di Carità dalle monache figlie di Gesù. La prima apparita sulla scena ella fece in convento. Entrata nella Societ
ramento artistico” : con queste due parole si scusan molte stramberie sulla scena. Se v'è temperamento artistico, non si può
48 (1878) Della declamazione [posth.]
composti, né può essere definita la reale forza di impatto che ebbero sulla recitazione degli attori a venire. Tuttavia a par
mine, non avessero potere di influenza sull’elaborazione delle teorie sulla recitazione. Il discorso è valido anche nel senso
contesto e senza menzionare la fonte principale del Salfi, le Lettere sulla mimica di Engel, la cui influenza lo situa in una
nella Sala dei Nobili. Anche in questa sede il recensore si sofferma sulla prostituzione delle scene italiane dominate «[…]
un teatro nazionale articolato in diciassette punti. Egli si sofferma sulla necessità di retribuire degnamente gli attori per
la stessa. Trascurando del tutto l’aspetto testuale, egli si sofferma sulla resa interpretativa, passando in lista i singoli
i elaborare delle riflessioni sul gesto come sostituto della parola e sulla capacità di impatto che uno spettacolo esclusivam
iste in una descrizione interamente didascalica di quello che avviene sulla scena, con particolare attenzione al decoro e all
l Vous pleurez! di Voltaire nella Zaira48. Salfi si sofferma inoltre sulla questione della versificazione, sottolineando com
ere tragico. Dibattito che, come fa notare Bernard Franco53, apertosi sulla figura di Diderot, avrà poi ripercussioni nella G
rmi la sua diffidenza verso il sistema tragico romantico, il giudizio sulla pièce non è del tutto negativo. Egli infatti scri
a collaborazione dello spettatore a immaginare che quanto non avviene sulla scena si verifichi negli intervalli tra gli atti.
A sostegno dell’abolizione delle unità, Romagnosi sposta l’attenzione sulla questione dello sviluppo dei caratteri, ponendo a
D’altronde anche le critiche delle messe in scena parigine comparse sulla Revue encyclopédique 78 in quegli anni si fanno t
zioni non sono grandi […] Parlando del Salfi mi ha chiesto dell’opera sulla Declamazione ch’ei crede assai buona, e urgente a
igina è la traduzione, da parte dell’amico Rasori, dell’opera Lettere sulla mimica (1818-1819) di Engel. Salfi, pur dovendo,
costanza del teatro giacobino, avevano visto la luce. Avendo intuito, sulla scorta delle trattazioni e delle messe in scena c
La struttura epistolare veniva adottata anche da Engel ne le Lettere sulla mimica. Il destinatario era un immaginario uomo d
enio individuale, ma sarebbe stato retto da metodi razionali, fondati sulla corrispondenza perfetta tra corpo e anima, che av
ichità fino all’epoca contemporanea.   Capitolo I: Salfi si sofferma sulla risonanza che l’attività dell’anima ha sull’ester
a e corrisponde al tono. Capitolo III: Il capitolo terzo si incentra sulla pronunciazione visibile, ossia sul linguaggio cor
uibili, ma allo stesso tempo non svilire il lavoro compiuto dal poeta sulla metrica. Salfi si sofferma su problemi specifici,
chi, le ciglia, la fronte, i capelli e le mani. Il capitolo si chiude sulla proposta di Sulzer di elaborare delle categorie p
VI: Il sesto capitolo, dedicato alla teoria dell’espressione, si apre sulla distinzione tra percezione e sensazione, la prima
deve tuttavia adeguarsi al grado di nobiltà dei personaggi che porta sulla scena. Se è giusto allontanarsi dall’ampollosità
il carattere del personaggio si modifichi dal contatto con gli altri sulla scena. L’attore deve allora modificare l’espressi
ali i confidenti o le comparse. A questo proposito, Salfi si sofferma sulla tecnica dei quadri, che mostrano i personaggi in
che corrisponde alla loro reazione all’evento che si sta verificando sulla scena. Capitolo XIX: Salfi affronta qui la quest
sale al 1819. Il Ms. XX. 43 (II) contiene un Primo bozzo del trattato sulla declamazione, lo Sbozzo di un trattatello sulla d
mo bozzo del trattato sulla declamazione, lo Sbozzo di un trattatello sulla declamazione, oltre a una sezione dedicata alla S
elva, le fonti citate spaziano dal De oratore di Cicerone, al Dialogo sulla danza di Luciano, al De la littérature di Madame
il sublime delle inglesi, non mai scende sì basso, e sempre si tiene sulla stessa linea alquanto uniforme di decoro e di nob
di Larive, le osservazioni della Clairon, della Dumesnil, e il poema sulla declamazione di Dorat ec. ec. Ha l’Inghilterra fr
le parole si possono riguardare come la materia prima ed estrinseca, sulla quale il declamatore deve esercitare l’arte sua,
le tronche e le sdrucciole in quanto hanno o possono avere l’accento sulla penultima, ultima od antipenultima sillaba, ond’è
ri estendiamo orizzontalmente la mano con le dita, battiamo la destra sulla sinistra, leviamo l’indice piegando le altre dita
pportano. Quindi l’ostinato stringe il pugno e si tiene ritto e saldo sulla persona, il malinconico e il timoroso contraggono
almente tradite, Clitennestra, Andromaca e Merope tremando egualmente sulla sorte de’ figli, pronunciano le sentenze e le par
nia e al contegno richiesti dalla parte». Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 356. [commento_Intro.17] L’impo
incline a pensare incessantemente, e che, senza la presenza di sangue sulla scena e di trame complesse, avrebbe finito per ad
i al mondo del teatro dalla sua passata esperienza di attore, insiste sulla necessità dello studio dell’arte drammatica. Prom
giato alla figura del maestro, egli sancisce la superiorità dell’Arte sulla Natura. Il commediante non deve affidarsi al fuoc
iscono delle riflessioni sull’arte drammatica. Per un approfondimento sulla figura di M.lle Clairon si veda Valeria De Gregor
io Cirillo, Introduzione, in Hippolyte Clairon, Memorie e riflessioni sulla declamazione teatrale, traduzione, introduzione e
Amburgo nel 1755. Il testo, che si presentava come un breve trattato sulla mimica, veniva menzionato da Engel, che lo giudic
a nemico della verità; poi consigliava ai suoi lettori le riflessioni sulla bellezza di Hogarth. A questo proposito si veda J
za di Hogarth. A questo proposito si veda Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., pp. 376-378. Johann Jakob Engel (17
ll’elaborazione di una trattazione che sia scientifica. Nelle Lettere sulla mimica, composte di 44 lettere rivolte ad un ipot
sua contemporaneità. Il testo tuttavia si sofferma solo marginalmente sulla componente performativa dei drammi, e dunque sull
etici, svolgono una riflessione sul ruolo del silenzio, si soffermano sulla postura che l’attore deve tenere in scena, il tut
ue Réflexions critiques sur la poésie et sur la peinture, si sofferma sulla spartizione che gli attori dell’antichità facevan
che può sviluppare a proprio piacimento» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 541). [commento_1.14] L’idea ch
formativi dei suoi drammi. Egli si soffermerà lungamente, ad esempio, sulla natura visiva da conferire alla catastrofe. Nel P
verbale. Questa tematica aveva trovato spazio anche nelle sue Lezioni sulla filosofia della storia, frutto degli insegnamenti
la lingua «pantomimica o di azione» (Francesco Saverio Salfi, Lezioni sulla filosofia della storia, a cura di Franco Crispini
di rispetto dell’oggetto di venerazione (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., pp. 362-363). Il gesto esprimente l
he a stento hanno dei punti in contatto» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 379). A proposito dell’espressio
i determinati «dall’attività dell’anima» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit. p. 367). [commento_3.9] Sono quelli
’ira, le braccia protese all’amore […]». (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 384). [commento_3.10] Nel caso
entrando a capo scoperto nella sinagoga» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 362). [commento_3.18] Salfi esp
guaggio di azione si rivelerà un veicolo per conferire al personaggio sulla scena un maggiore spessore psicologico. Capito
x-en-Provence, Université de Provence, 1992, pp. 79-96. Nelle Lettere sulla mimica Engel aveva contestato l’uso del verso in
tesso metro che resta fisso e immutato?» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 529.) L’utilizzo del medesimo me
it., tomo VI, 1790, p. 171, n. 48). [commento_4.3] Alfieri insisteva sulla necessità da parte degli interpreti di comprender
i sente con quanto si vede» (Hippolyte Clairon, Memorie e riflessioni sulla declamazione teatrale, traduzione, introduzione e
il quale il primato spetta all’occhio?» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 372.) Lo stesso può dirsi dell’a
ella spesse volte danzava con gli occhi» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 466). [commento_5.24] La sesta
mia o non piuttosto piuttosto di Sulzer» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 375). Il gesto infatti, per la p
isentire dell’influsso di Locke fu Hume, che pubblicò il suo Trattato sulla natura umana nel 1738. All’interno del secondo li
ia, e la maggior parte delle passioni indirette (David Hume, Trattato sulla natura umana, testo inglese a fronte, introduzion
ologici, Engel non nascondeva la difficoltà dell’attore di riprodurli sulla scena, e mostrava la sua diffidenza nell’evocazio
ell’attore, avrebbero dovuto rafforzare» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 387). [commento_6.5] Così si es
oi effetti non immediatamente sensibili» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 384) Tra gli esempi, viene posto
strando «l’effetto in luogo della causa» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 382). [commento_6.8] Nella desc
paura di aggravare lo stato in cui si versa. [commento_6.11] Salfi, sulla scorta di Engel, si allontana da una tassonomia c
re, accogliere passivamente impressioni» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 402). [commento_6.12] Salfi sot
o all’azione. La preoccupazione risiede primariamente nell’intervento sulla realtà esterna (attraverso la fuga o lo scontro),
ntervento sulla realtà esterna (attraverso la fuga o lo scontro), poi sulla realtà interiore e, solo in seguito, magari all’i
l dito dalla fiamma quando ci si scotta» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 421). [commento_6.13] Salfi sot
commento_6.14] Il gesto, al contrario del linguaggio verbale, fondato sulla successione lineare, può essere scisso in unità m
oco simili a se stesse ad ogni istante!» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., pp. 436-437.) Sulla figura di Otell
prospettata ha Hume, che affronta il tema delle passioni nel Trattato sulla natura umana (1738) e nella già menzionata Disser
attraverso i loro effetti più violenti?» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., pp. 481-482.) Salfi in questo caso
oviamo mentre pensiamo a questi oggetti» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 480). Capitolo VII [comme
tistica teatrale, insinueranno la possibilità di ricreare le passioni sulla scena, mimandone solamente i segni fisici, legitt
r l’analista di mimica c’è molteplicità» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 435). La frase rieccheggia inolt
gro, individuando come emblematici: «una testa che non si tiene retta sulla cervice, ma ricade avanti sul petto; le labbra di
ttura le braccia che ricadono penzoloni» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 391). Dante Alighieri, Purgatori
ma attraversare uno stato di confusione» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 551). Dante, Inferno, cit., cant
, canto II, vv. 37-39, p. 53. [commento_7.13] L’autore delle Lettere sulla mimica forniva come esempio la condizione di Amle
lla direzione da cui proviene il rumore» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 418). [commento_7.18] A questo
ensato potesse essere fuorché un attore» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 461). [commento_7.25] «come il
’espressione del volto né nella postura» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 438); Dante Alighieri, Inferno,
atalogazione costituisce un leitmotiv anche all’interno delle Lettere sulla mimica di Engel. Nella lettera XLII, ad esempio,
di tanto in tanto totalmente inesatti!» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 566.) Ogni discorso sul gesto de
ltro all’interno del Paradoxe sur le comédien. Per un approfondimento sulla figura di Domenico Barone, si veda Francesco Cott
man & C., M DCC XXX, p. 176). [commento_8.5] Engel si soffermava sulla vivacità e la potenzialità espressiva della gestu
a una minaccia o un ammonimento. Si veda Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., pp. 382-383. La riflessione continu
ingolo momento dell’azione, e deve perciò scegliere il più pregnante, sulla base del quale quel che lo precede e quel che lo
il suo piede sinistro era troppo sobrio» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 459). [commento_9.9] Salfi, nel
in Salfi, che probabilmente sarebbe stato poco favorevole a trasporre sulla scena le grida di dolore di un Filottete, come vo
posito la critica fatta da Engel a Löwen: Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., pp. 377-378. [commento_9.11] Le li
quella che segue il percorso più breve» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 411). [commento_9.13] Salfi sfr
Arts réduits à un même principe, cit., p. 85). Per un approfondimento sulla questione, si veda Giampiero Moretti, Il genio, B
to all’assenza sostituisce la presenza tramite l’esposizione di corpi sulla scena. [commento_10.5] Salfi riprende la classif
lle restanti forze interiori dell’anima» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 507). [commento_10.8] Nel Laoco
o state figure importanti?» (Hippolyte Clairon, Memorie e riflessioni sulla declamazione teatrale, cit., p. 156.) Il resto de
che lo spinge al lavoro sul tragico, dettata dalla volontà di portare sulla scena quella «ferocia» nei caratteri e nelle pass
l’effetto auspicato. È necessario tuttavia che le virtù messe in luce sulla scena abbiano la grandezza che era propria di que
lare, osservano con tale attenzione tutto ciò che viene detto e fatto sulla scena, che non si lasciano sfuggire nulla. Una vo
fatto sulla scena, che non si lasciano sfuggire nulla. Una volta salì sulla scena un pantomimo piccolo di statura per interpr
sari al ruolo rappresentato»(Hippolyte Clairon, Memorie e riflessioni sulla declamazione teatrale, cit., p. 146). [commento_
della regina di Cartagine» (Hippolyte Clairon, Memorie e riflessioni sulla declamazione teatrale, cit., p. 146). [commento_
personalmente ora sono indotti da altri» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 531). [commento_13.7] La ricerc
o Criscuolo, cit., vol. 1, p. 164). Cristina Jandelli si è soffermata sulla questione, sottolineando come tale stato di cose
ell’arte. Il passaggio da un sistema fondato sui ruoli fissi e dunque sulla specializzazione dell’attore, a un’epoca di trans
ati ordini importantissimi» (Hippolyte Clairon, Memorie e riflessioni sulla declamazione teatrale, cit., p. 134). [commento_
, certo, un bel giudizio!…» (Hippolyte Clairon, Memorie e riflessioni sulla declamazione teatrale, cit., pp. 63-64); Pierre C
dall’una all’altra, ma la coesistenza è negata (David Hume, Trattato sulla natura umana, cit., p. 557, par. 278). Dunque il
, che Michael Fried identifica con il nome di absorbement, si traduce sulla scena in un’attitudine di indifferenza che, secon
i declamazione del tutto innovativa, dal momento che i due personaggi sulla scena, Orazio e Eugenio, cominciano a parlare pri
ervano poco più della prima si è che niuna persona debba mai comparir sulla scena o partirne, senza una qualche apparente rag
ensato potesse essere fuorché un attore» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 461). [commento_18.9] Jean Raci
Napoli nel 1794. La scena undicesima del secondo atto si apre infatti sulla seguente didascalia: «Tutti si compongono nelle a
di Salfi traduttore di Shakespeare, si legga quanto scritto da Renzi sulla fuga del cosentino da Napoli verso Capri nel 1794
e della parte interpretata» (Hippolyte Clairon, Memorie e riflessioni sulla declamazione teatrale, cit., p. 138). «chiamati
erisce qui alla tendenza dei primi attori di ostentare abiti lussuosi sulla scena, oscurando gli attori secondari. [commento
ntativo di ricostruzione dello spettacolo nell’antichità, si sofferma sulla spartizione che gli attori facevano del gesto e d
addirsi nel cap. IV, quando consiglia, a chi non riesca a emozionarsi sulla scena: «Abbi dunque uno specchio a te davante / e
oto che aveva investito le Calabrie quello stesso anno, potesse avere sulla popolazione, egli aveva discusso del ruolo centra
rescentini giuocava del gorguzzolo, come un ballerino giuoca di gamba sulla corda. Una volata, un gorgheggio, uno sforzo di a
: se no questa gente non ti elogerebbe»» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 476). Jacques-Henri Meister, Let
rizione del genere tragico, dal momento che aveva potuto sperimantala sulla sua stessa pelle nell’anno 1794 a Napoli, dove re
arte è di grande necessità» (Hippolyte Clairon, Memorie e riflessioni sulla declamazione teatrale, cit., p. 141). [commento_
ire o grandioso o triviale» (Hippolyte Clairon, Memorie e riflessioni sulla declamazione teatrale, cit., p. 141). [commento_
si conviene alle differenti situazioni» (Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 367). [commento_24.2] «Non nasc
i miei contemporanei […]». (Hippolyte Clairon, Memorie e riflessioni sulla declamazione teatrale, cit., p. 55). [commento_2
1820, tome VI, p. 348. 66. Ibid. 67. Johann Jakob Engel, «Lettere sulla mimica», introduzione, traduzione e note a cura d
oni, L’arte del teatro, cit., p. 26. 99. Johann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 352. 100. Ivi, p. 366. 101. Co
49 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 849
i dell’Inferno e Purgatorio di Dante. Lasciò inedite molte conferenze sulla letteratura drammatica delle varie nazioni, che r
50 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 330
gio ; e si vuole che ogni più grande artista del tempo che si trovava sulla piazza, ov’ei recitava, come ad esempio, la Pelan
51 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 888
bandavano paurosamente, a quando a quando, come, nel verno, soffiasse sulla loro straccioneria la raffica della miseria, livi
52 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LETTERA dell’autore all’editore. » pp. -
te altre cose notate ne’ primi cinque anni del secolo XIX sul Rodano, sulla Senna e nel l’Alta Italia. Tante cure (si ripeter
a Senna e nel l’Alta Italia. Tante cure (si ripeterà dalla malignità) sulla trita materia teatrale? Certamente parrà questa f
53 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XIII. Commedia Mezzana. » pp. 141-150
a licenza di tal dramma, e più non soffrirono di essere impunitamente sulla scena nominati e motteggiati. Eupoli che fiorì ne
polve. Secondo Plutarco l’eccellente comico Alesside finì di vivere sulla scena in mezzo agli applausi essendo stato corona
54 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 556-560
d imitazione di tutti gli empirici del secolo decimosettimo, un palco sulla piazza del Delfino…. Tabarrino finì in modo trag
sol con quello di teatro : e forse il celebre Tabarini si nascondeva sulla scena sotto uno dei tanti nomi di Zanni o di altr
55 (1732) Paragone della poesia tragica d’Italia con quella di Francia
auctores da evocare: occorreva cercare di definire prioritariamente, sulla base dell’analisi del Paragone e degli scritti pr
stica del fine poetico sostenuta in Francia e in Italia nel Seicento, sulla scorta del Castelvetro e di Heinsius, e di cui an
ità moralistica comune a quella che aveva mosso il progetto arcadico, sulla scorta anche del recupero del Discorso di Iason D
e ne guidano la stesura. L’autore prosegue poi con un ampio sondaggio sulla tragedia francese, stimata generalmente inferiore
pio affronta singolarmente questi tre punti insistendo in particolare sulla meraviglia, concetto impiegato da Aristotele nell
ché a tragedie. Il bergamasco procede quindi all’analisi dei trattati sulla tragedia e sul poema eroico composti tra Sei e Se
zione che in effetti è sempre animata da un vaglio delle auctoritates sulla base di un istinto scenico e razionale: prova ne
che costituisce l’utilità della tragedia. Calepio ragiona poi ancora sulla fedeltà alla storia nell’organizzazione della fav
to caso ancora alla Querelle des Anciens et des Modernes, inserendosi sulla scia delle molte polemiche sei-settecentesche cir
presso all’edizione del 1732. La presente edizione è stata approntata sulla princeps, optando per una sobria modernizzazione
a stessa. Stabilisce quel poeta francese la lode della sua invenzione sulla proposizione d’un simil modo inventato da Pietro 
rezza vie più di quella di Medea intollerabile, apparendo ella quindi sulla scena a compiacersi tranquillamente sì del suo mi
utile, come osservai già nella Tullia di Lodovico Martelli, che viene sulla scena a far lunga narrazione de’ suoi avvenimenti
l’assomiglianza della vera azione, parendo che le persone si mostrino sulla scena perché il poeta le fa venire, non perché gl
on pur senza ragione, ma talora contro il verisimile si fanno apparir sulla scena li personaggi secondo che torna meglio al b
qualità de’ discorsi che li poeti attribuiscono a coloro ch’espongono sulla scena per ben conoscere il valore della imitazion
precetti, laonde pare che le persone le quali le profferiscono sieno sulla scena per meditare, o per ammaestrar l’uditore, p
sa fureur115? [6.6.4] Nella Tebaide di Racine Antigone, che appare sulla scena desiderosa di finir la vita per la perdita
lci» coniando una formula celeberrima che accompagnerà la riflessione sulla finalità della poesia tra Cinque e Settecento («C
i, ma non mancano posizioni divergenti, anche in margine ai dibattiti sulla Poetica di Aristotele. Castelvetro, ad esempio, n
tesimo secolo prevale la concezione edonistica del fine della poesia, sulla scorta della lettura di Castelvetro; Sforza Palla
ssioni nel teatro musicale di Quinault e nella librettistica coeva, e sulla presa di questo «linguaggio dell’amore» sul pubbl
oomington, Indiana University Press, 2011. Sui libretti di Quinault e sulla loro fortuna si rimanda invece a: Buford Norman,
Cid: Corneille tentò di legittimare le proprie scelte drammaturgiche sulla base della Poetica aristotelica e dei suoi commen
francese, reduce dal fallimento della tragedia Pertharite, incentrata sulla storia della regina longobarda Rodelinde vessata
Aubigtnac, il quale, nelle Dissertations contre Corneille, incentrate sulla Sophonisbe, sul Sertorius e sull’Œdipe, accusava
aggio ambiguo, troppo malvagio nell’antefatto ed esageratamente buono sulla scena, incapace di smuovere la compassione del pu
p. 145). A partire da questa analisi Corneille giunge ad interrogarsi sulla reale entità del processo catartico descritto da
riatica-Nizet, 1986, pp. 45-83. Sulla materia politica del Nicomède e sulla continuità delle riflessioni di Corneille sul rap
tente: se anche Cinna — protagonista dell’omonima tragedia incentrata sulla cospirazione del nipote di Pompeo contro Augusto 
masco è tuttavia a sua volta faziosa: Corneille insiste a più riprese sulla validità moralistica e pedagogica del teatro, ma
alche differenza da diversi letterati: Alessandro Piccolomini insiste sulla capacità della tragedia di temperare le passioni
mbiamenti, da Lorenzo Giacomini, il quale, all’interno di un discorso sulla purgazione tragica pronunciato in seno all’Accade
o soprattutto nell’Ottocento. Sulla nozione aristotelica di catarsi e sulla fortuna della Poetica nel Cinquecento cfr. Enrico
e del giurista e filosofo olandese Ugo Grozio, autore di una tragedia sulla passione di Cristo e una sul personaggio biblico
non si richiami semplicemente all’autorità di Aristotele, ma insista sulla ragionevolezza dello statuto («ogni ragione vuole
egistrare anche il consenso di Calepio in merito alla tragedia basata sulla figura del martire, presente in quelle Giunte pub
se considerato, come fa il suo autore, insistendo ingiustificatamente sulla colpevolezza del protagonista, una tragedia canon
Questa opzione, sostenuta dal Conti nella prefazione del Druso, anche sulla base del pronunciamento di Castelvetro («Secondo
dell’eroe innocente si veda Mauro Sarnelli, «Riflessioni preliminari sulla problematica dell’eroe innocente», in I luoghi de
ello cattolico della controriforma» (Enrico Mattioda, «La discussione sulla colpa tragica nelle interpretazioni della Poetica
éatrice Guion, Paris, H. Champion, 2002, p. 669). Per una riflessione sulla figura di Edipo nella tragedia francese del Sei-S
l destino tragico del protagonista può anche non essere rappresentata sulla scena, purché sia chiaro che tutta la vicenda è d
e non a destare ammirazione. [1.2.8] Calepio procede ad un sondaggio sulla presenza nelle tragedie greche di protagonisti co
1590, pp. 15v-20r). Sulla fortuna di Eschilo nel Settecento, misurata sulla base delle traduzioni delle tragedie del drammatu
no più degli altri a generare compassione e timore e dovevano quindi, sulla base della stessa opera di Aristotele, essere con
s, Rollin, Coignard et Rollin fils, 1730, pp. 195-196). Nel dibattito sulla concessione della preferenza all’Edipo oppure all
regolare della modernità. Il soggetto, tratto da Livio, è imperniato sulla vicenda della principessa cartaginese figlia di A
r l’Orestea di Eschilo. Sulla Rosmonda di Rucellai, e più in generale sulla tragedia fiorentina cinquecentesca e sulla ripres
ucellai, e più in generale sulla tragedia fiorentina cinquecentesca e sulla ripresa del modello euripideo si vedano: Marzia P
o in prima battuta dall’ambizione politica. In questo primo sondaggio sulla tradizione tragica italiana del Cinque e del Seic
ivi più prettamente teatrali — la capacità dei vari drammi di reggere sulla scena di fronte ad un pubblico moderno, anche att
di Torelli migliore della Merope. I due concordano invece, oltre che sulla tragedia trissiniana, sul Torrismondo, sulla Semi
ordano invece, oltre che sulla tragedia trissiniana, sul Torrismondo, sulla Semiramide di Manfredi, sulle Gemelle capuane di
sa, ETS, 2002, p. 43) —, ma assume piuttosto la forma di un sondaggio sulla capacità delle prove italiane di destare eleos ka
iflessione di Giraldi in merito alla mezza colpevolezza e in generale sulla teoria drammaturgica del ferrarese cfr. Marco Ari
aola Pecci, Ester Pietrobon e Franco Tomasi, Roma, Adi editore, 2014; sulla fortuna delle tragedie di Delfino nel Settecento
riproduzione di elementi logori della tragedia greca, che sfiguravano sulla scena moderna — egli pensa probabilmente al ripri
nea-modenese che si era adoperata alla trasposizione di questi drammi sulla scena italiana tra Sei e Settecento —, considerav
cerone e I Taimingi, nei cui proemi l’autore aveva riflettuto proprio sulla natura mediocre dei protagonisti. Il Cicerone rap
., Teatro, vol. III, cit., p. 3). Nel Proemio de I Taimingi, tragedia sulla fine di una potente famiglia reale cinese scenegg
tragedia sulla fine di una potente famiglia reale cinese sceneggiata sulla scorta dei libri di viaggio gesuitici, Martello s
28) del veronese Alfonso Montanari, ammiratore del Maffei, incentrata sulla storia di Achille, innamorato della troiana Polis
a è ben poca cosa, se confrontata all’obiettivo della tragedia basata sulla catarsi che propone Calepio. Inoltre il lieto ric
pp. 873-894). Sull’aspetto politico del teatro francese seicentesco e sulla delicatezza nella scelta dei soggetti tragici che
tose, la composizione di drammi politici, oppure di pièces incentrate sulla rappresentazione di eroi straordinari ingiustamen
il gusto del pubblico parigino. Nella Préface del Sertorius, tragedia sulla guerra civile spagnola in epoca romana che Calepi
nunciando a muovere le passioni, aveva scritto più che altro dialoghi sulla politica alla maniera di Tacito e Tito Livio («En
 di cui conosce il recondito innamoramento per Xiphares — e conclude, sulla scorta di un verso dell’Ars Poetica (v. 102), che
n sentimento medesimo. [1.4.14] Il Bajazet è una tragedia incentrata sulla recente storia turca, dove il protagonista eponim
a vicenda, che si conclude con l’esercizio di una meccanica clemenza, sulla scorta di quanto accadeva in alcuni drammi per mu
Francia che in Italia, lettori che misuravano la bontà della tragedia sulla base del rispetto della storia: contro questi Rac
colare le tragedie di Corneille — dei drammi eroici, perché costruiti sulla figura del martire o più in generale sul protagon
llustrano chiaramente i paratesti del Pastor Fido, si fondava proprio sulla favola doppia e sull’inserimento del lieto fine (
o la primazia nell’elaborazione teorica di un dramma basato non tanto sulla purgazione, quanto sulla punizione dei rei e sul
azione teorica di un dramma basato non tanto sulla purgazione, quanto sulla punizione dei rei e sul trionfo dei buoni. Castel
sorprendente in una scena (IV, 6) assai celebrata dai contemporanei ( sulla fortuna della Merope cfr. «Mai non mi diero i Dei
onoscimento di un personaggio post mortem non aveva un grande effetto sulla scena in quanto l’agnizione veniva assorbita e sm
eccio, condotto «à visage découvert», nel quale ci si concentrava più sulla rappresentazione delle passioni dei protagonisti
uri di produrre le passioni della tragedia, pietà e terrore, mettendo sulla scena dei protagonisti inadatti. Nel Cinna, ou La
tesio, ma pure nel contesto italiano si trovano testi assai rilevanti sulla questione, talvolta assai precoci, come ad esempi
umane è connessa al recupero della forma-tragedia e alla riflessione sulla rappresentazione delle passioni contenute nella P
assioni contenute nella Poetica di Aristotele. Nel Seicento francese, sulla scorta di Cartesio la riflessione in merito alle
ranzini, «Presentazione» a Jean-Baptiste Du Bos, Riflessioni critiche sulla poesia e sulla pittura, a cura di Maddalena Mazzo
ntazione» a Jean-Baptiste Du Bos, Riflessioni critiche sulla poesia e sulla pittura, a cura di Maddalena Mazzocut-Mis e Paola
ille lusinga il pubblico (sottintesi, ellissi, equivoci), si sofferma sulla natura ipocrita di Achille de La Mort d’Achille i
o a questo dramma fatte da Jean-Philippe Grosperrin, il quale insiste sulla rivisitazione in chiave galante e patetica del pe
rsonaggio malvagio nell’intreccio. Per una ricognizione del dibattito sulla struttura e sul finale dell’Iphigénie si rimanda
di la conclusione della Théodore di Pierre Corneille, tragedia basata sulla storia di Santa Teodora, oggetto dell’amore casto
e ai principi del gesuitismo cattolico, l’autore del Paragone insiste sulla definizione di personaggi fallibili, tutt’altro c
manchi di aggiungere al suo discorso una postilla che getta un’ombra sulla reale capacità dei Francesi di introdurre episodi
nnerà più avanti l’eccessiva galanteria di Ippolito, ingiustificabile sulla base della fama di cacciatore che al personaggio
ele sorte a cui andavano incontro, mentre gli ultimi atti, incentrati sulla battaglia e sul personaggio, male introdotto, di
ragedia di Giovan Battista Recanati che mette in scena una variazione sulla vicenda degli Orazi e dei Curiazi ispirata alle V
ici viventi raccolte da Teleste Ciparassiano, Venezia, Coletti, 1716, sulla quale si veda Gilberto Pizzamiglio, «Poetesse d’A
Bologna, Commissione per i testi di lingua, 1962, p. 43), forse anche sulla scorta delle affermazioni contenute nella prefazi
pp. xxvii-xxviii). Nell’ulteriore replica di questa piccola polemica ( sulla quale brevemente si sofferma Massimo Natale, Il c
Discours, che la tragedia, benché non dovesse fondarsi principalmente sulla drammatizzazione dell’amore, incapace di garantir
ammaturghi francesi di porre l’amore al centro delle proprie tragedie sulla base del fatto che «de toutes les passions, celle
a tragedia italiana dei primi decenni del Settecento, così incentrata sulla figura forte di una madre che si duole delle sven
oteva effettivamente essere vero per le tragedie francesi, imperniate sulla figura di un eroe integerrimo con il quale lo spe
ne passabile l’Ariane (1672) di Thomas Corneille, tragedia incentrata sulla rivalità tra Arianna e la sorella Fedra per l’amo
2e éd., Amsterdam, Ledet et Desbordes, 1731, p. 24) ed era ritornato sulla questione nella lettera sulla Merope inviata al V
esbordes, 1731, p. 24) ed era ritornato sulla questione nella lettera sulla Merope inviata al Veronese, in cui scagionava Rac
svolgere il ruolo di vittima sacrificale (IV, 1). Quanto al Solimano, sulla natura del personaggio inventato e non storico di
riteri aristotelici: gli amori di Despina e Mustafà erano ammissibili sulla base della Poetica (1551b 33), in quanto davano l
oprio quando più dovrebbero mostrarsi gravemente assorti a riflettere sulla catastrofe a cui vanno incontro, vengono rapprese
igioso, figura l’Athalie di Racine, ben più celebre pièce, incentrata sulla maligna figura di Athalie, decisa a sterminare tu
o, a suo parere, impediscono all’autore o al pubblico di concentrarsi sulla creazione di quelle condizioni necessarie a susci
o-settecenteschi, quali ad esempio Maffei e Martello, Calepio insiste sulla necessità di creare un contesto piacevole con il
eculare, come faceva il Francese — Poetica di Aristotele alla mano —, sulla proprietà teorica di ogni diversa forma di prolog
iche di avvio della vicenda tragica sfruttate dai drammaturghi greci, sulla base di un paradigma evoluzionista che era stato
Nell’Altea del Gratarolo in effetti tutto il primo atto è imperniato sulla conversazione — utile a ricostruire gli antefatti
graviniana. I prologhi inediti alle Tragedie con alcune osservazioni sulla “visione tragica” delle stesse», Filologia e Lett
potere (I, 3); quindi confessa a Charmion (II, 1) — è questa la scena sulla quale si appuntano i rilievi dei critici successi
le vicende sentimentali ben prima di quelle confessioni rappresentate sulla scena: «Ce sont choses dont il faut instruire le
r. Matteo Bosisio, «“La merveille des Tragedies Italiennes”: rassegna sulla ricezione e la fortuna critica del Re Torrismondo
za proprio a causa del fatto che il suo essere continuamente presente sulla scena tolga all’azione la segretezza necessaria a
ro Tragico (1746), rilevava la specificità politica del Coro presente sulla scena ateniese: se quel governo democratico presc
ria del Torelli — incentrata sulle vicende del regno di Federico II e sulla figura di Pier Delle Vigne — e il Tancredi dello
, 2). Diverso da quello di Calepio è il giudizio di Napoli Signorelli sulla Semiramide, peraltro molto apprezzata anche dal M
getto che prevedeva numerosissimi rivolgimenti. Tuttavia nel Giudizio sulla Liberata il Tasso, avversando esplicitamente ques
te ipotesto tragico. Su questo punto si veda Renzo Cremante, «Appunti sulla presenza della Canace di Speroni nell’Aminta di T
a un carattere artificioso e contorto che non può essere giustificato sulla base del naturale snodarsi dell’intreccio. Maffei
ina, il Solimano e altri personaggi. Ancora una volta Calepio insiste sulla necessità di assicurare alle favole che si basano
e, discorso pronunciato da un personaggio in presenza di altri attori sulla scena, ma udito soltanto dal pubblico. Il titolo
vece quest’argomentazione, sostenendo che il Coro fosse inammissibile sulla scena moderna proprio perché la sua introduzione
ge a Merope in un a parte che coinvolge soltanto le due donne, benché sulla scena vi siano già anche Polifonte e Adrasto, i q
nte ed al più essenziale della Poesia», ivi, p. 65). Maffei ritornerà sulla questione ribadendo questa posizione nelle Annota
ell’unità di tempo, nonché sul regolamento della prassi drammaturgica sulla base del rapporto fra tempo scenico e tempo della
ffragare la sua critica. L’attenzione dell’autore si concentra quindi sulla soluzione adottata da Monsieur de La Fosse, il qu
iseris, abeat fortuna superbis», Orazio, Ars Poetica, vv. 192-201), e sulla quale insistevano variamente diversi teorici dell
a sua essenza di «curatore ozioso» avrebbe infatti acceso una disputa sulla natura della tragedia greca — era essa interament
odia, quella Ipofrigia, «attiva» e adatta agli eroi chiamati ad agire sulla scena con l’accompagnamento di una musica energic
cento Europeo, Torino, E.D.T., 1986), non si esaurisce la discussione sulla natura originariamente musicata della tragedia gr
eille il mancato rispetto dell’unità di luogo, riportano l’attenzione sulla rigida applicazione dei precetti delle unità (cfr
dedicato appunto alle unità drammatiche, si mostra piuttosto scettico sulla reale utilità rappresentativa dell’unità di tempo
del suo Teatro, delineando un modello di tragedia a lieto fine basata sulla maestosità e sulla verosimiglianza, si esprimeva
ineando un modello di tragedia a lieto fine basata sulla maestosità e sulla verosimiglianza, si esprimeva a propria volta in
rsaglio secondario della requisitoria del conte bergamasco, che torna sulla Merope nel prosieguo dell’articolo. Del resto non
“Rutzvanscad il giovine” di Zaccaria Valaresso: note sulle edizioni e sulla tradizione manoscritta», Lettere italiane, LXV, 2
iamente alla rappresentazione. In questo senso la tragedia francese —  sulla base di tutte le argomentazioni riportate in ques
edica della tragedia ammetteva di essere intervenuto in diversi punti sulla favola greca, levando il personaggio inverosimile
-Bari, Laterza, 1973, pp. 520-521). Anche Gorini Corio si pronunciava sulla superiorità degli antichi ai moderni in quanto al
duit» (ibid.). Calepio contesta questa lettura del testo aristotelico sulla base della distinzione tra generi letterari: la r
tragedia si era animata fra Sei e Settecento; se Corneille insisteva sulla meraviglia che anche i malvagi potevano destare n
il gioco di Corneille e di una drammaturgia basata sull’ammirazione e sulla meraviglia; egli quindi subordina il costume al f
Œuvres complètes, t. II, cit., pp. 1315-1317. L’insistenza di Calepio sulla diversità che separa il fine del genere epico — t
ntonio Bruni posta in testa al Solimano, nella quale il poeta insiste sulla differenza fra storia e poesia («Si dubita dunque
ragedia e storia in Francia tra Cinque e Settecento, e in particolare sulla scelta di soggetti tratti dalla storia moderna, s
soggetto non poteva essere in nessun punto alterato in quanto fondato sulla Sacra Scrittura, e tragedia cristiana, di argomen
guata l’introduzione dei cattivi ingiustificata dal soggetto storico, sulla scorta di ciò che aveva peraltro prescritto Arist
nella carriera militare e poi nella finanza, il quale aveva debuttato sulla scena con il Caton d’Utique (1715), unica delle s
i, anche qui il Quadrio riproduce puntualmente il giudizio di Calepio sulla tragedie di Deschamps e del de La Fosse, ammonend
es, IV, 1981, pp. 54-65. Articolo III. [5.3.1] Calepio ritorna sulla questione della qualità del protagonista che avev
ano. Il Corradino è una tragedia storica dai toni senecani incentrata sulla contesa, avvenuta nel Regno di Napoli alla morte
erate figlie di un’etica non cristiana, ma in quanto erano incentrate sulla figura di Ippolito e non su quella di Fedra. La r
come faceva il Bergamasco, che i malvagi vengano puntualmente puniti sulla scena («Se necessità intervenga d’introdurre fina
duce, in accordo con la tradizione critica francese che sul décorum e sulla bienséance aveva fondato la propria drammaturgia,
o andava costituendosi di fatto la critica teatrale seicentesca, ed è sulla base del mancato rispetto della bienséance nel pe
Corneille, il quale, nel Discours du poème dramatique, si soffermava sulla nozione sopradetta in modo del tutto tradizionale
ella levatura di Alessandro Tassoni e di Lodovico Muratori, il quale, sulla scia di una consolidata tradizione critica, consi
mose, ora sull’opinion comune circa le cose naturali è fondato, e ora sulla credenza del popolo; quando il popolo avea per al
lla regina Elisabetta, viene messo a morte a seguito di un complotto ( sulla fortuna di questo soggetto nel tardo Seicento si
ino, nel sondaggio sulle connessioni fra trattatistica rinascimentale sulla donna e rappresentazione dei caratteri muliebri n
i medesimi, e mostrando l’impetuosità del carattere del protagonista ( sulla polemica circa il Bajazet e sulla risposta di Rac
ità del carattere del protagonista (sulla polemica circa il Bajazet e sulla risposta di Racine si veda l’edizione commentata
corde con lui si mostrava il Martello, il quale a sua volta insisteva sulla necessità di introdurre determinate trame per app
 Guerrieri Crocetti, Milano, Marzorati, 1973, p. 210). Sulla maestà e sulla semplicità della tragedia greca — elementi ritenu
cia recitare al giovane Oreste sentenze che sarebbero più appropriate sulla bocca di vecchi sapienti («E non sa, che l’uom mu
graviniana. I prologhi inediti alle Tragedie con alcune osservazioni sulla “visione tragica” delle stesse», Filologia e Lett
modenese della tragedia (Modena, Capponi, 1714), in cui, riflettendo sulla protagonista femminile della tragedia torelliana,
e del matrimonio nella letteratura italiana, Venezia, Marsilio, 2004; sulla fortuna tragica della discussione si rimanda a Pa
9) del giovane Voltaire. Il Bergamasco si era soffermato già in parte sulla tragedia del francese nella giovanile Apologia di
one degli amori. Egli condanna l’inverosimiglianza di questa passione sulla base dei racconti storici e poetici che descrivev
mondo, potesse potenzialmente dilettare tanto quanto i drammi fondati sulla storia, egli confessava di preferire questi ultim
dilettevoli, stimabili e belle saran l’Epopeie e le Tragedie fondate sulla Storia, che le interamente immaginate dalla Fanta
lle des Anciens et des Modernes, i cui documenti facevano spesso leva sulla cattiva rappresentazione dei costumi nella letter
r, Paris, Hermann, 2014). Parrebbe originale tuttavia l’accento posto sulla scarsa cura dei comprimari nella tragedia greca,
Se in precedenza il critico lombardo si era soffermato sul costume e sulla portata etica delle diverse favole e delle senten
che gli venga accreditata la paternità delle postille alla Sofonisba ( sulla questione si sono ormai accumulati numerosi inter
tragicommedie di Tasso e del Guarini. Se infatti il gesuita francese, sulla scorta di Rapin e di altri teorici antecedenti, r
e Oronte, sposo di Orbecche, filosofeggia sulle tempeste della vita e sulla maniera di affrontarle tenendo saldo il timone de
e. Ai patetici accenti della donna fa eco una disquisizione di Publio sulla natura della giovinezza, comparata ad un cavallo
Canace nell’Aminta si veda il contributo di Renzo Cremante, «Appunti sulla presenza della Canace di Speroni nell’Aminta di T
ta di Eolo tesa a scongiurare eventuali sventure che possano giungere sulla sua casa — l’autore doveva scorgere un’eccessiva
ile sullo stile della Canace, sempre arricchito della solita postilla sulla derivazione della pastorale da questo dettato, ve
ia tassiana, l’accusa di ampollosità era comune ad inizio Settecento ( sulla fortuna del Torrismondo cfr. Paragone V, 5, [4]).
ngo inedite, pur avendo avuto un’ampia circolazione manoscritta (cfr. sulla fortuna editoriale delle tragedie del Delfino Lau
lo citato (Parlare acconcio alla persona. Parlar breve) si rifletteva sulla necessità di assegnare a ciascun personaggio un m
virtù della prospettiva di questo passaggio, incentrato sul decoro e sulla nobiltà del dettato, qualità in cui soprattutto E
a quella di altri drammi sei-settecenteschi; d’altro canto l’ingresso sulla scena di personaggi intenti a sciorinare massime
rgamasco, scevro di ogni pesantezza retorica o filosofica, si imporrà sulla scena settecentesca; molte sono le testimonianze
ingegno, le passioni, il linguaggio, Modena, Mucchi, 2004, pp. 76-83; sulla presa di distanze dal Bouhours comunque presente
tessa figura topica ritorna nell’Alexandre le Grand (IV, 3, v. 1185), sulla bocca di Taxile. Il secondo brano della Phèdre ri
cato il Boileau con le Réflexions sur Longin, in cui difendeva Racine sulla scorta di Longino: il drammaturgo avrebbe infatti
dal dettato drammatico. Diversa era l’opinione di Boileau, il quale, sulla scorta del Longino, difendeva Racine — nello spec
e storico della letteratura italiana, CXXXIX, 427, 1962, pp. 392-423; sulla traduzione omerica del Salvini si rimanda al cont
o Saverio Quadrio, ivi, pp. 212-213). [7.3.2] Calepio ritorna quindi sulla trattazione del Martello nel Verso tragico, ripor
anni dopo il Quadrio considererà migliore l’endecasillabo con accenti sulla quarta, settima e decima, cfr. Francesco Saverio 
a versificazione della Canace, giustificava l’uso dei metri più brevi sulla base del fatto che anche i tragici greci li impie
same della sua Andromède. In questo contesto Corneille si interrogava sulla natura del verso tragico, che doveva essere il pi
esi adoperavano in sede rimica. [7.4.4] L’abate Terrasson, ponendosi sulla scia delle riflessioni di Bouhours, celebrava la
ffragare tale opinione il Francese allegava il giudizio di La Bruyère sulla versificazione delle tragedie di Racine, che era
ra melodrammatica, come ad esempio Paolo Rolli, traduttore di Racine ( sulla prosodia delle traduzioni italiane di tragedie fr
1] Questa «giunta» sulle tragedie di Houdar de La Motte si giustifica sulla base del ritardo con cui Calepio aveva ricevuto i
distesamente di quanto aveva già fatto nel primo tomo della rivista, sulla superiorità della lingua e della letteratura fran
Maccabées, dopo aver giustificato la scelta del soggetto, imperniato sulla figura di una madre eroica, l’autore critica l’ec
ancese, perfettamente conforme a quanto aveva stabilito in precedenza sulla copiosità delle digressioni amorose presenti nell
IV, 4, [2]). Il Bergamasco approva anche il sentimento di de La Motte sulla superiorità metrica del verso libero impiegato ne
anto piuttosto, come si vedrà, all’insistenza, di marca corneilliana, sulla centralità del «merveilleux» all’interno dell’imp
erdote corrotto. Il de La Motte giustifica questa girandola di eventi sulla base della regola dell’unità di tempo, impegnando
n traduzione nel testo sono quelle in cui il drammaturgo si interroga sulla natura del personaggio di Tatius: cosa avrebbe do
cui delitti gli appaiono di natura diversa, ritorna ancora una volta sulla centralità dell’orientamento educativo e morale d
ato a concedere che uno spettacolo teatrale possa incidere pochissimo sulla crescita morale del pubblico e ritiene che il com
ce», ma anche di natura propriamente politica quando a essere esposto sulla scena, cadavere, era il «corpo del capo» (cfr. Be
ioni e ristampe. La vicenda, tratta dalla storia portoghese, è basata sulla storia d’amore irrealizzabile fra Inès e l’infant
, 2002, p. 677), lascerebbe i drammaturghi più liberi di concentrarsi sulla definizione di intreccio e dialoghi, senza costri
ccende una battaglia esegetica notevole, di volta in volta improntata sulla naturalezza, oppure sulla maestosità, che si rich
tica notevole, di volta in volta improntata sulla naturalezza, oppure sulla maestosità, che si richiedeva alla nascente lingu
a dell’Istoria della volgar poesia in cui Crescimbeni faceva il punto sulla tragedia in prosa nel Cinquecento, accennando ai
si non tanto ad una concezione edonistica del teatro, votata appunto, sulla linea dubosiana, alla ricerca del «plaisir», quan
ma autorevole proposta di «poème en prose», che alla lunga si imporrà sulla scena europea, si veda Fabienne Moore, Prose Poem
iderazioni, Calepio insiste sul fatto che non sia necessario modulare sulla prosa la composizione di tragedie, ma, per raggiu
che del verso e dalla rima, l’autore poteva concentrarsi maggiormente sulla definizione dei ragionamenti dei personaggi («Il
il rispetto dell’unità di tempo che veniva contestata al francese, e sulla quale lo stesso autore del Romulus si era sofferm
56 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 676-677
a, secondo amoroso della Compagnia di Petronio Zanerini, e occorsagli sulla riva degli Schiavoni la Marta, giovinetta allora
57 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 862
attias de’Medici e non ha data, ma deve appartenere al 1660 circa. Nè sulla Flaminia nominata nella lettera, che avrebbe fatt
58 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 392
inisce con queste parole di Minerva volta alla Compagnia schierata in sulla scena : ….. scendete O miei figli scendete ; ecc
59 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1027-1028
orte e originale artista : Bastava che la Giovanelli si mostrasse sulla scena perchè il teatro si mettesse di buon umore.
60 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1029-1030
vitor del Donato, Do moros, El Garibaldin, de’quali alcuni ancor vivi sulla scena ; tra gli altri non suoi di sana pianta, v
61 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO II. LIBRO II » pp. 34-49
Strano sembrami che il sig. Carlo Denina nella Parte I del Discorso sulla Letteratura abbia senza appoggio asserito che Gne
o Daniele approfittandosi del saccheggio dell’abadia di san Benedetto sulla Loira fatto dagli Ugonotti, s’impossessò di varj
risalire il Querolus almeno al cominciamento del V secolo fondandosi sulla dedicatoria fatta a Rutilio. L’opinione di chi lo
62 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Milano, 1°Aprile 1803. » pp. 318-327
Pensò bene di mutar nome, e per conservare le iniziali ch’ egli aveva sulla biancheria, si fece chiamare Pellegrino Blanes. N
ndosi dell’accusa che l’Internari gli aveva mossa di voler guadagnare sulla recita della Matilde, riportava questa parte del
) ; la truccatura più specialmente ; chè quando Belli-Blanes appariva sulla scena, ci si trovava ogni sera di fronte a un qua
63 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO II. Spettacoli teatrali in Alemagna. » pp. 13-20
rem Oilei Ajacis? La seconda tragedia più interessante si aggira sulla partenza di Enea e la morte di Didone. Paolo Rebh
la traduzione degl’ Idilj di Gesner promise un Saggio Storico critico sulla poesia Alemanna, che dovea abbracciare il tempo s
64 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 732-736
mo, e il buon uomo Atanagio…. diè la parola di rimanere, ridendo però sulla scrittura disegnata, perocchè (diss’ egli) lei ve
orì per via a Lione. Giuseppe Angeleri, il più celebre di tutti, morì sulla scena, appena entrato fra le quinte, d’un colpo a
65 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO V. Tracce di rappresentazioni sceniche in Ulietea. » pp. 42-43
intorno al paniere, ed i bianchi approfittandosi del tempo caminando sulla punta de’ piedi sollevavano leggermente gli addor
66 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 664
a Altezza col far battere Finocchio comico. E avendo il Duca risposto sulla attendibilità delle relazioni avute, si dovè proc
67 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 750-751
che hanno fatto in Milano. Attendo lettere di V. E. a Londra, e facci sulla mansione doppo il mio nome Chez Monsieur Gallini.
68 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 992
re discusse assai. Nel cimitero di Mestre è una lapide di marmo nero, sulla quale sono scolpite in oro queste parole : A — Fr
69 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 218-219
, di sembianze geniali, e gli occhi suoi sono due vivi specchi in cui sulla scena conosconsi chiaramente gli affetti interni
70 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 303-304
educenti cara la rendono agli occhi del pubblico al primo suo apparir sulla scena. Molte potranno correre a gara con lei nell
71 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 405-406
di tanti fiori già appassiti nel loro nascere, come quelli che hanno sulla loro gonnella. Tutte le suaccennate qualità le sc
72 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 482-483
ache 3000, coi viaggi pagati a entrambi, e 400 lire in più all’arrivo sulla piazza. Il quale onorario, considerati i tempi, f
73 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo undecimo »
lui alla poesia e lingua italiana. Esame de’ suoi pregi. Riflessioni sulla sua maniera di trattar l’amore. Suoi difetti. S’a
or.» e così via discorrendo. Niuno ha saputo meglio di lui adattare sulla lira italiana le corde della greca investendosi d
ragedia, né non è questo un picciol trionfo riportata dalla filosofia sulla immaginazione e sul pregiudizio. Osservisi la dis
ed animato per chi ha un cuore sensibile! Andromaca piangente ancora sulla morte di Ettore. Pirro ebbro d’amore per lei e fe
te ingentilito rimuovendo da esso ogni basso interesse, appoggiandolo sulla base fondamentale dell’animo e accomunandolo coll
a quelle che nascono dalla influenza della musica e della prospettiva sulla tragedia che un altro il quale ne schernisce ogni
gusto quanto giovano alla vera cognizione dell’Antichità le ricerche sulla struttura delle bracche che portava Marco Tullio,
amorati. E pazienza se quest’amore fosse sempre la passione primaria, sulla quale poggiasse tutto il nodo della favola, e da
ritiche circostanze, il sangue del gran Catone non si sarebbe versato sulla tomba della romana libertà, né gli avanzi della p
cere al buon senso che uomini nati fra gli scogli della Mauritania, o sulla riva del Gange, che Alessandro, Ciro, Semiramide,
gionieri destinati ai ceppi, o alla morte restino soli lungo tempo in sulla scena per dir delle tenerezze alla bella; che i p
no sotto gli occhi, s’intertengano insieme a far delle lunghe dicerie sulla galanteria, sulla possanza del sesso, sulla miser
, s’intertengano insieme a far delle lunghe dicerie sulla galanteria, sulla possanza del sesso, sulla miseria degli amanti, o
far delle lunghe dicerie sulla galanteria, sulla possanza del sesso, sulla miseria degli amanti, o su altri oggetti estranei
a donnesca vanità non fu ritrovato se non molti secoli dopo il metter sulla scena tre ritiratissime fanciulle cinesi, delle q
viene che i personaggi vadino, venghino, si fuggano e s’incontrino in sulla scena non già come richiederebbero le circostanze
bre Clarck dalle ragionevoli accuse, che fanno i teologi al suo libro sulla esistenza di Dio; intendo solo di dire, che quant
74 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 765-771
 ’93). Dal primo articolo : « gli entusiasmi. » Come nella vita così sulla scena soddisfa e rinvigorisce tutto ciò che è fru
dell’arte sua : – l’interpretazione. Essere soltanto Tina Di Lorenzo, sulla scena, in qualunque umana vicenda da un dramma o
udiare, non ha bisogno di pensare, non ha bisagno di ricordare : esce sulla scena così com’ è, e le meraviglie dell’arte si s
75 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO I. Tragedie. » pp. 4-67
coltura che raffina gli artifizj. La favola sino all’atto V si aggira sulla delicatezza dell’amore di Placidia offeso da cert
etergli più volte detente, calla calla, e ponendo inutilmente la mano sulla spada. Morto Ataulfo si spendono tre altre non br
ura del Signorelli (dice il difensore) suppone pochissima riflessione sulla natura del poema epico e della tragedia. Secondo
asta sospesa sino a questo punto. Essi trattengonsi in tre soli versi sulla picciola bagattella del tirarsi a sorte chi dee m
, le quali sono espressioni appena ammesse nel genere lirico, e false sulla scena, fantastiche e contrarie alla verità, all’a
ilità e senza verità. Alfonso riposando su tali disposizioni riflette sulla condizione infelice de’ principi, valendosi di al
del cadavere di Rachele caldo ancora, repentinamente acquista dominio sulla sua disperazione, ed ammette in quel medesimo pun
a che passa tra una vera esecuzione di giustizia ed un evento esposto sulla scena tragica. L’esecuzione reale lascia il fatto
al dover essere mas vestida aquella declaracion del Moro; ma discorda sulla versificazione degli endecasillabi rimati per cop
iù anni mi onorò della sua amicizia e volle prima di pubblicarla udir sulla sua tragedia il mio qualunque avviso? Intanto l’a
uto rimproverarmi questo grave errore nel ribattere il mio sentimento sulla Numancia. 5. Non so per qual ragione non aggiuns
lle fare una puerile allusione al di lui cognome Carnicero scherzando sulla parola carnifex con darle un doppio erroneo signi
ηγεν ὀμμάτων πεπλον προϑείς. 23. Questo semplice giudizio portato sulla versione della Rachele non è stato punto alterato
76 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — 1759 – 16 Settembre. » pp. 258-259
media a soggetto di Carlo Antonio Veronese, fu accidentalmente ferito sulla scena, e non si riebbe più perfettamente. Da quan
77 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 709-710
ita Gabbrielli e l’ Anna Maria Millita detta Cintia. E giacchè siam sulla via delle ipotesi, anche potrebb’essere la Gabbri
78 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 763-764
o nell’invenzione d’alcune commedie a soggetto delle quali anch’ oggi sulla scena se ne suol far uso. » Morì in Romagna nel 1
79 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo secondo »
icandoli a misura del caldo o del freddo, influiscono prodigiosamente sulla formazione delle lingue. Quindi la varietà, e l’i
nanti “b, ff, r” come “arruffa, vibrato”, sulle quali, principalmente sulla prima, i toscani formano un suono, ch’io assomigl
può, per esempio, in una parola di cinque sillabe, mettendo l’accento sulla seconda, far brievi le tre che le rimangono, come
tanza, che più agevole rende la musicale misura: adatta l’accento ora sulla penultima, come in “bravura, sentenza”, ora sull’
ntonio Eximeno, libro 2. capitolo 4. 15. [NdA] Gravina, Ragionamento sulla tragedia, n. 30. 16. [NdA] Liberté de la musique
ria soggiungere due parole intorno al pregiudizio di questo scrittore sulla lingua spagnuola; tanto più che non si è fermato
li altri paesi, la più ridicolosa genia, che passeggi orgogliosamente sulla faccia della terra. Me felice! Che avrò per compa
80 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 869-873
capito un’acca, è una graziosa trovata ; quando la prima donna, ormai sulla quarantina, dice al Maester Pastizza di aver vent
e al posto, di scenderne, di ascoltar le parole sommesse dei compagni sulla scoperta fatta dal maestro delle buccie di salame
81 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — (Ferdinando Martini, Al teatro. Firenze, Bemporad, 1895). » pp. 78-82
messe meridiane della Consolata o di San Filippo, che prima di uscir sulla scena ogni sera si faceva senza ostentazione, nè
oglie mortali. La madre morì d’anni 65 il dì 24 marzo 1835 ; ed ebbe sulla sua tomba questa iscrizione : Ad Elisabetta Marc
82 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 275-276
o di azione della commedia, di Roma che era, in Firenze, recando così sulla scena i leggiadri e ricchi vestimenti della sua t
83 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 52-54
Maggi Andrea. Fu al suo apparir sulla scena uno de' più promettenti giovani, preconizza
84 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 88-136
a Laerte la licenza di tornare in Francia. Cade appresso il discorso sulla profonda tristezza di Amlet, cui danno consigli e
di Amlet impazzito. Viene Polonio, che prende gravemente a favellare sulla di lui follia, dicendo: Vostro figlio è pazzo, e
lcuni di essi con famigliarità, e vuol poi sentir declamare una scena sulla morte di Priamo. Egli stesso prima ne declama con
da se coll’affogarsi; scena comica bassa. Cade indi il loro discorso sulla nobiltà di coloro che maneggiano la zappa, come b
one qualche motto che muova a riso. Ma questo vero indiscreto non dee sulla scena imitarsi; in prima perchè la parte più sana
ma, dove se ne sarebbe come altrove trovato più d’uno. Voleva mettere sulla scena un usurpatore e un omicida, e per renderlo
curandomi di mettere al vaglio tante mal digerite opinioni spacciate sulla poesia italiana e francese, ove pesta non iscorge
85 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XVI. Dell’uso delle Antiche Maschere. » pp. 201-212
che Maschere. Tanti rappresentatori e ballerini non mai comparvero sulla scena greca a volto nudo, ma si coprirono di una
va il personaggio di Socrate, scrive cosìa. «Essendo Socrate mostrato sulla scena e nominato tratto tratto (della qual cosa n
86 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Dell’uso delle antiche Maschere. » pp. 290-297
che Maschere. Tanti rappresentatori e ballerini non mai comparvero sulla scena Greca a volto nudo, ma si coprirono di una
il personaggio di Socrate, scrive così144: “Essendo Socrate mostrato sulla scena e nominato tratto tratto (della qual cosa n
87 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo III. Progressi Teatrali in Francia tardi, ma grandi nel medesimo Secolo XVII. » pp. 291-315
hi fonderà il giudizio delle opere teatrali sugli applausi popolari e sulla lor durata ne’ pubblici teatri? Riouperoux autor
r credere, non può aver la verità conveniente all’epopea, come l’avrà sulla scena? La maggior parte de’ critici francesi abbo
outrées, au style confus et énigmatique ; e nella sua famosa Lettera sulla Musica Francese egli contrappone l’insipido e pue
no 1769, ove trovasi questo giudizio portato da uno scrittore inglese sulla maggior parte delle tragedie di Pietro Corneille.
t point digne d’admirer Molière». 202. V. M. de Voltaire nel Saggio sulla Storia Generale tom. VII, cap. 197. 203. Parte I
impresso la prima volta nel 1746. 204. Tom. VII, cap. 204 del Saggio sulla Storia Generale. 205. Veggansi i di lui due disc
88 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Indice. » p. 443
o p. T. 400. L La Santé P. Saverio confutato 215. Suo giudizio sulla Merope 320. La Cruz Ramòn p. S. 413. 417. La-Fo
dizio 298. n. 301. 339. sue commedie 371. Gia-Giacomo, suo sentimento sulla parola genie 354. suoi drammi 382. contro de’ Fil
hissima impertinenza 225. gli Scrittori Francesi sulle arguzie 295. e sulla loro franchezza nel giudicare e decidere della Le
a Letteratura forestiera che poco o niente conoscono 95-165. Voltaire sulla calunnia e malignità 311. seq. e sulle declamazio
89 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO IV. Opera Musicale. » pp. 314-344
dramma del Tronsarelli ci chiamano alla memoria un osservazione fatta sulla nostra Storia de’ Teatri del 1777 dall’erudito es
’ teatri d’Italia, si vide mescolata cotal genia. Potrebbe affermarsi sulla storia che tra’ Greci cominciasse la castrazione
eunuchi, avremo almeno stabilito che l’epoca della loro introduzione sulla scena si chiuda certamente nello spazio che corre
ietro Bayle che ciò rapporta, afferma di averlo tratto da un Discorso sulla Musica Italiana impresso colla Vita di Malherbe a
90 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO VI. Maschere materiali moderne. » pp. 265-269
ale si vede nella Tavola XXXV del IV volume delle Pitture di Ercolano sulla testa di una figura di donna che dimostra che stà
91 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO III. Maschere materiali moderne. » pp. 263-266
ale si vede nella Tavola XXXV del IV volume delle Pitture di Ercolano sulla testa di una figura di donna che dimostra di star
92 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — 1748, 10, Dicembre » pp. 9-10
dovevano far riconoscere la Passalacqua, Goldoni e Vitalba, e mostrar sulla scena la mala condotta della prima, la buona fede
93 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 280-281
i nella parte del Suggeritore. Bellissimi articoli mi scrissero tanto sulla Gassetta officiale, come negli altri fogli di Ven
94 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 657-659
a Commenda ad abbracciare il primogenito maschio, e quando ricomparve sulla scena, il pubblico, messo a parte omai dell’avven
95 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 766-767
o : « un gran brillante senza saperlo ». Quante, vere o no, storielle sulla sua non troppa coltura andaron per le bocche de'
96 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XIV. Commedia Nuova. » pp. 151-170
e Filetero, i quali e si valsero delle di lui fatiche per farsi luogo sulla scena, e composero essi pure alcune favole coltiv
ciosi e bizzarri oltre misura. Si dice inoltre che la commedia nuova sulla prima fù piuttosto un privato divertimento che un
mo a cui la grazia comica mostrossi in tutta la sua beltà, e comparve sulla scena menando seco le grazie e le venustà di un p
97 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 17-27
ancora comunemente in alcune corti orientali un Sovrano rappresentar sulla scena. Nel reame di Firando appartenente al Giapp
la China, le quali nel 1779 si compiacque d’inviarmi da Pisa a Napoli sulla speranza che avessero potuto quì tradursi e pubbl
98 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VI. Tragedia Cittadina e Commedia Lagrimante. » pp. 134-143
e di morte, esecuzioni di disertori, nè un padre che si getta a rubar sulla pubblica via vicino ad essere impiccato. Le passi
mente nel Figlio naturale ed in Costanza, che farà sempre sbadigliare sulla scena. Il disprezzo che avea Beaumarchais per l’e
99 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Pisa, li 13 agosto 1745. » pp. 192-197
ore ? A questa domanda si alza il D’Arbes dalla sedia, batte la mano sulla sua pancia, e in tuono di voce misto di fierezza
e senza vantarmi, o signore (dandosi in questo mentre un altro colpo sulla pancia) se è morto il Garelli è subentrato il D’A
100 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo duodecimo »
anto la diversa maniera di prender codesti oggetti ha dovuto influire sulla loro mediocrità. Imperocché ove le cose non hanno
del mar di Toscana109, Gian Jacopo Rousseau nella sua celebre lettera sulla musica francese vorrebbe far l’onore agl’Italiani
al paro dei Greci conosciuta l’influenza di quest’arte sui costumi e sulla politica. Le tradizioni della China parlano in gu
cantici al suono dell’arpa. «Il piloto vigilante con gli occhi fissi sulla bussola e premendo colla mano il timone del navig
all’incontro facevano uso del trocheo allorché introducevano a ballar sulla scena i vecchi. Come fece Aristofane nella commed
vantaggio che aveva il ritmo d’influire cioè sui costumi nazionali, e sulla pubblica educazione. Benché tal proposizione paia
gione per cui l’arte musicale, che tanta influenza aveva dianzi avuta sulla pubblica educazione, si trovasse allora ridotta a
per tanto si trovi un oggetto che agisca fortemente e immediatamente sulla sensibilità degli uomini, egli è chiaro che fra l
sicale presso agli antichi, la quale, essendo perfettamente modellata sulla prosodia poetica, rappresentava lo stesso numero
[NdA] Vedi il VI tomo delle Memorie concernenti i Cinesi, e il Saggio sulla Musica stampato a Parigi l’anno 1780. Tomo I. pag
ne di essi l’indole e natura d’ogni metro? 126. [NdA] Dissertazione sulla poesia degli Ebrei e dei Greci, c. 9. n. 6. 127.
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