Ill.mo Sig.re et Pad.e Coll.mo L’allegrezza che mi ha apportato la
sua
cara lettera, per vedere ch’ella tien di me memor
o la sua cara lettera, per vedere ch’ella tien di me memoria, ben che
sua
minima nell’operatione, ma nell’affetto riuerente
o il non più pensarci, io non potrò non pensare a quegli onori che la
sua
presenza mi concedeua, et al mio sommo desiderio
mia pouera ventura. l’amoreuole proferta ch’ella mi fa si nuovo della
sua
casa, sarà da me accettata nelle occorrenze, et m
dem.te che le comedie di costì non li piaccino, nè possa qui goder le
sue
che p. la dio gratia a tutti q.i Sig.ri danno il
omesse per le nostre due parti, sono quelli che il Sig.r Cinzio nella
sua
li descrive ; che giudicati buoni, e per esserui
l detto Cinzio, presi ardire col fauore di V. S. Ill.ma d’offerirli a
Sua
Altezza Ser.ma mio sempre riuerito padrone suplic
r.ma mio sempre riuerito padrone suplico dunque riuerente la bontà di
Sua
Altezza Ser.ma a non rendermi per questo indegna
a bontà di Sua Altezza Ser.ma a non rendermi per questo indegna della
sua
gratia, poi che il tutto scrissi con puro affetto
ma che si sapeua ch’io non ero in parola con nissuno. Hora con questa
sua
consegnata dall’Ill.mo Monsig.r Bentiuogli suo ne
il fauore che mi uien fatto da cossi gran principe di mettermi nella
sua
Compagnia con mio marito, rispondo a V. S. Ill.ma
pondo a V. S. Ill.ma che la maggior brama ch’io mi habbi, e di seruir
Sua
Altezza Serenissima ma lo accomodarmi con il Sig.
rmi. spero che le mie potenti ragioni appresso la natural Clemenza di
Sua
Altezza Serenissima mi faranno degna della grazia
rà tanto, quanto il conseruar la uita, e la salute dell’Anima, ad una
sua
riuerente serua. Con che fine offerendomi a prega
bo penfare 67. Argonauti Italiani 19. Ariosto Ludovico, giudizio di
sue
Commedie 219. Aristio Fusco comico Latino 127.
mmedie 219. Aristio Fusco comico Latino 127. Aristofane, analisi di
sue
Commedie 87. giudizio degli antichi e de’ moderni
egli antichi e de’ moderni su di esso 94. Arcadia, Accademia Romana,
sua
origine 316. Armodio Marso Giovanni p. L. 211.
onci 231. n. Autore del Parnasso Spagnuolo confutato 211. del Teatro
sua
ignoranza 223. Autori Latini di tragedie smarrit
Ayrer Giacomo p. T. 248. B Baviera (Maria Antonia Valburga di)
sue
opere in It. 406. Bambasio Tommaso, antico attor
Cadhalso Giuseppe p. S. 239. 408. 410. Calderon. Pedro, giudizio di
sue
opere 276. 359. Catini Conte p. It. 327. 389. 43
o p. It. 325. Cervantes Michele p. S. 252. 258. Cesare Cajo Giulio,
sua
Tragedia 127. Cesarotti Abate 10. 325. Chiabrer
p. F. 381. 383. Colman Giorgio p. I. 394. Commedia Greca antica 82.
sua
insolenza 84. divietata 99. mezzana 100. nuova 10
imitatrice della Greca 115. 125. purgata della satira personale 113.
sua
divisione 165. giudizio che ne dà Gellio e Salvin
t. 196. Correggio (Niccolò da) p. It. 205. Corneille Pietro 213. n.
sue
tragedie 293. commedie 306. Tommaso 305. Cortese
pero jolyot de) p. F. 356. Cronegk p. T. 399. Curiamo Materno p. L.
sue
tragedie 128. D Dancourt Fiorenzio Cartone
p. F. 365. E Ebrei se abbian avuto teatro 172. n. Eduardo VI.
sua
commedia 246. Ennio 114. Epicarmo comico Greco
signor p. It. 328. Eschilo padre della tragedia Greca 29. analisi di
sue
Opere 30. empio in una tragedia é condannato a mo
nnato a morte 36. Etruschi loro sapere 109. Eupoli comico Greco 82.
sua
disgrazia 99. Euripide introduce il prologo 54.
ireggiato in due commedie da Aristofane 93., saggio e giudizio di
sue
tragedie 53., infelice sua morte 79. F Fab
a Aristofane 93., saggio e giudizio di sue tragedie 53., infelice
sua
morte 79. F Fabrizio da Bologna 187. Fabb
353. n. loro guasta Filosofia 360. n. 427. n. Freron (Elia-Caterino)
sua
distesa di Aristofane 96. cosa dice di M. de la H
M Machiavelli Niccolò p. It. 210. 222. Maffei March. Scipione,
sua
Merope difesa 321. fue commedie 329. Magnocavall
a nella Corte di Francia 310. Menandro suo costume nel comporre 102.
sue
commedie imitate 120. 121. accusato di plagj 339.
ta dal Sulzer 239., lodato 334. n. 341. n. 348. 435. 438. giudizio di
sue
opere 334. seq. Molière autore ed attore comico
ia p. It. 274. Montagne Michele, suo giudizio fu di Terenzio 121. n.
sua
comparazione 326. n, Montchrétien Antonio p. F.
ica coltivata antichissimamente nella China dal Re Fo-hi 16. Italiana
sua
antichità 351. celebri professori di essa in Ital
: Neurospasti giocolari Greci di pupi 106. Nevio incarcerato per la
sua
mordacità 113. O Odi (Sforza degli) comico
ano corrette 16. 36. 99. 113, Opitz Martino p. T. 287. Ovidio p. L.
sua
Tragedia 127. Otwai Tommaso attore e p I. 183.
95. 304. 363. 365. 366. 371. 375. 376. 379. 382. 383. 426. 431. 434.,
sue
Commedie 377. Pallavicini p. It. 270. Pannard C
Abate primo compositore di Dramma musicale in Francia 311. Petrarca
sua
commedia 190. Piron Allessio, sua tragedia 361.
musicale in Francia 311. Petrarca sua commedia 190. Piron Allessio,
sua
tragedia 361. sua commedia 367. 383. Planelli Ca
a 311. Petrarca sua commedia 190. Piron Allessio, sua tragedia 361.
sua
commedia 367. 383. Planelli Cavalier Antonio 187
tre tragedie 81. Platone il Comico 100. Plauto saggio e giudizio di
sue
commedie 114. Poesia primitiva consacrata alla R
lt Filippo p. F. 309. 311. 314. 350. R Racine Gio: giudizio di
sue
tragedie 62. 298. sua commedia 90. 309. Rapin P.
311. 314. 350. R Racine Gio: giudizio di sue tragedie 62. 298.
sua
commedia 90. 309. Rapin P. Renato 94. suo fallo
p. S. 253. Rousseau Giambatista p. F. suo giudizio 298. n. 301. 339.
sue
commedie 371. Gia-Giacomo, suo sentimento sulla p
n y Latre Tommaso p. S. 409. Seneca se tutte le dieci tragedie sieno
sue
128. analisi e giudizio di quelle 129. cosa ne ha
iche 127. Shadwell Tommaso p. I. 283. Sofocle analisi e giudizio di
sue
tragedie 38 sua generalità 79. particolarità di s
ell Tommaso p. I. 283. Sofocle analisi e giudizio di sue tragedie 38
sua
generalità 79. particolarità di sua vecchiezza e
isi e giudizio di sue tragedie 38 sua generalità 79. particolarità di
sua
vecchiezza e morte 50. Solis Antonio p. S. 280.
co Greco 82. T Tasso Torquato, difesa del suo Torrismondo 215.
sua
. Aminta 232. n. Teatri materiali Greci 106. 172.
apponesi non sono fìssi 14. Spagnuoli loro descrizione 414. Saguntino
sue
rovine 178. n . Teatri letterarj seguendo l’ordi
e Francesi 417. Attori Spagnuoli disadatti 386. Teodette l’Oratore,
sua
tragedia 81. Terenzio giudizio di sue commedie 1
atti 386. Teodette l’Oratore, sua tragedia 81. Terenzio giudizio di
sue
commedie 121. se n’abbia scritte più 124. Tespi
8. 189. 190. 195. seq Torelli Conte p. It. 114. 313. Tragedia Greca
sua
origine 26. si spoglia del comico 27. sua gravità
. 114. 313. Tragedia Greca sua origine 26. si spoglia del comico 27.
sua
gravità e decorazione 29, suo miglioramento 37. s
ia del comico 27. sua gravità e decorazione 29, suo miglioramento 37.
sua
perfezione 50. Latina suoi inizj 118. sua divisio
e 29, suo miglioramento 37. sua perfezione 50. Latina suoi inizj 118.
sua
divisione 164. Trenta Filippo p. It… Trissino G
il Maffei 321. encomiato nel genere tragico 356. censurato 360. 361.
sue
commedie di poco pregio 376. Volunnio p. Etrusco
Winckelmann suo giudizio su di Menandro 103. n. Wycherley p. I. 185.
sua
fortuna 286, Young Edoardo p. I. 389. Zamora D.
ompagnia del L…… Bolognese, nomo assai famoso per la sordidezza della
sua
avarizia, e per la sua temerità di metter mano ne
ese, nomo assai famoso per la sordidezza della sua avarizia, e per la
sua
temerità di metter mano negli altrui scritti. Bar
vestire anche i corpi più malfitti, si valse di quella rozza, per la
sua
Carcuma nella Sposa Persiana , e per [illisible c
isible lines] da comparsa. [illisible lines] che si esibiscono per la
sua
Compagnia. La narrativa di Egisto nella Merope è
an prova, e sappia leggere, o no, egli lo lusinga, vantandosi, per la
sua
abilità d’insegnare, di poter fare in pochi giorn
co di un guattero che non sà l’ alfabeto. Pazienza se i delirii della
sua
ignoranza si limitassero all’arte sola di recitar
o, non fa mai conto de'Personaggi, che recano decoro e vantaggio alla
sua
Compagnia, crede di bastar egli solo al sostentam
, mai non prega nessuno, è villano ed insolente con tutti. Per queste
sue
pessime qualità egli ha privato il Teatro Italian
sabetta Caminer. Il repertorio dunque della Compagnia fu a iniziativa
sua
de' più varj, sapendo egli con buon discernimento
il Bartoli – in buona prosperità, ed ha la consolazione di vedere la
sua
famiglia incamminata ad un auge, per cui anche do
ottobre del 1770 a Domenico Rosa-Morando del successo ottenuto colla
sua
tragedia La Andromaca, già replicatasi quattro se
nor Girolamo Pompei favorisca i versi che desidera di aggiungere alla
sua
Calliroe, avendo il bisogno di darla nuova a Vene
no Francesco Calderoni detto Silvio, e Agata Calderoni detta Flaminia
sua
moglie, nonna della mia. [La figlia di Francesco
r à spasso p. i capricci d’altri ; la Sig.ª Flaminia à dato una delle
sue
parte che ne faceva due à mia sorella addesso par
va le parti di capitano, e la signora Flaminia, la prima attrice, era
sua
moglie. Di loro sappiamo dal Bertolotti (op. cit.
alla Corte di Mantova, nell’aprile 1670 lasciavale il Capitan Fialla,
sua
moglie Flaminia, loro figli e cognato, affinchè s
Calderoni non avea ancor preso moglie ; e data la famigliarità della
sua
lettera, doveva, se ben giovanissimo, essersi già
a cui forse è diretta la lettera del Calderoni. E pubblicò con nuove
sue
aggiunte a Vienna il 1699 da Gio. Van Ghelen, sta
Compagnia del Calderoni, e subito risolse di legarla stabilmente alla
sua
Corte. Il contratto fu concluso nel luglio dal se
ipendio annuo di singoli attori. Francesco Calderoni e Agata Caterina
sua
moglie, Bernardo Bonifaci e Angela sua moglie, Fr
sco Calderoni e Agata Caterina sua moglie, Bernardo Bonifaci e Angela
sua
moglie, Francesco Balletti e Giovanna sua moglie,
Bernardo Bonifaci e Angela sua moglie, Francesco Balletti e Giovanna
sua
moglie, Vittorino D’Orsi e Teresa sua moglie ebbe
, Francesco Balletti e Giovanna sua moglie, Vittorino D’Orsi e Teresa
sua
moglie ebber fiorini 1 200 ciascuno ; Domenico Or
nata di Baviera. Molt. Ill.re S.re e P.ne Oss.mo Dalla compitissima
Sua
sento le glorie fracesi, che già comincio a veder
io e dirli che Non mi scordo receuer li suoi fauori per l’alloggio in
sua
Casa come per sua Gentilezza mi esebi e che tra p
mi scordo receuer li suoi fauori per l’alloggio in sua Casa come per
sua
Gentilezza mi esebi e che tra poco potria seguire
ua Gentilezza mi esebi e che tra poco potria seguire mi ualessi delle
sue
grazie, e qui con riuerenza per parte di tutti di
lderoni d.º Siluio. Molt. Ill.tre S.r e P.ne Oss.mo Son certo della
sua
Cortesia in auer gusto de miei caratteri et io so
ordinario li scriverò sino à tanto che lei sij in stato di farmi auer
sue
ogni ordinario. Il Nostro Signor Pantalone sara
pero nell’Altissimo, che sij di V. S. che mi sarà car.mo sentirlo con
sua
, è se potessi seruirla in cosa alcuna, fauorirmi
conosce abbile in Liuorno non mi lasciare infrotuoso ne sij scarso di
sue
lettere, e se pensa con il non scriuere esimersi
più tardi fu chiamato anche una volata da Massimiliano Emanuele alla
sua
splendida Corte di Bruxelles. Lo troviam poi nel
rvizio prestatomi dalla Sig.ra Clarice Gigli, e dalla Sig.ra Lucrezia
sua
Madre, mi sono volontieri e di buon animo risolut
pendio di Doppie trecento all’anno, et in oltre m’obligo à luogare le
sue
due sorelle della medes.ª nelgrado di loro inspir
habitatione della med.ª S.ª Clarice, come della sud.ª sig.ª Lucretia
sua
madre coll’obligo di habitare continuam.te in Man
le cose già passate coll’impegno di luogare la detta Sig.ra Clarice e
sue
sorelle, promettendo a non mancare alla S.ra Lucr
ue sorelle, promettendo a non mancare alla S.ra Lucrezia Madre, della
sua
clement.ma protet.ne volendo ritornare alla Patri
assignam.to Terzo. Quando la S.ra Clarice volesse habitare à Firenze
sua
Patria, coll’obbligo di esser dedicata di serva d
ettare alcuno di questi trè progetti, S. A. risolve di continuarli la
sua
benig.ma protettione, correndo però l’obligo, si
ore e titolo à gl’ordini, che gl’impone, incorrerano giustam.te nella
sua
indignatione. Io Ferdinando Carlo di Mantova aff
ieri (20) alle sei pomeridiane. Che vita artistica spensierata fu la
sua
! Era figlio dell’arte. Sua madre fu la famosa at
ane. Che vita artistica spensierata fu la sua ! Era figlio dell’arte.
Sua
madre fu la famosa attrice veneziana Morelli, que
il primo giro artistico all’estero, Adamo Alberti lo scritturò nella
sua
compagnia permanente al teatro Fiorentini di Napo
all’indomani non pensano. Amò i molti figli. Fu buon marito ; e dalla
sua
buona compagna, signora Graziosa, fu pietosamente
ora Graziosa, fu pietosamente assistito sino all’ultimo momento della
sua
vita. Aveva sessantacinque anni. Come artista, er
nza essere ottimo ; era bello, aveva una voce armoniosa, incantava la
sua
figura statuaria. Ecco mostrato in poche parole
oli, Bon e Berlaffa, e da Antonia Musich, nobile ungherese. Dell’arte
sua
e della sua vita abbiam testimonianza in un manos
erlaffa, e da Antonia Musich, nobile ungherese. Dell’arte sua e della
sua
vita abbiam testimonianza in un manoscritto conte
Achille Majeroni fu il più generoso degli artisti drammatici ; ma la
sua
generosità era piuttosto prodigalità, o meglio sc
roni fu il gran pizzo ch'egli non tolse mai, fuorchè pel Goldoni e le
sue
sedici commedie di Paolo Ferrari, ch'egli recitò
ovine, nella Compagnia di Cesare Rossi, della quale era prima attrice
sua
cugina Eleonora Duse. In seguito rimase per tre a
93 MANQUANTE] ch'egli dice senza lirico abbandono : prodigiosa nella
sua
semplicità. « Non mi chiedete – ella disse una vo
ueste opere, quando il temperamento gliel consenta, sa mostrar l’arte
sua
poderosa « fatta – scrive Angiolo Mori — di inten
i è avuta in conto di una solitaria, superba, intollerante, rude : la
sua
taciturnità le acquistò il nome di Principessa d’
altre considerazioni, cerca di nascondere il suo pensiero o velare le
sue
impressioni, esiste allora una tale antitesi fra
Lei è il signor tale ? sta bene : non dimenticherò l’indirizzo della
sua
ditta, quando avrò bisogno de'suoi prodotti. » E
rese con gentile violenza, pose con grazia squisitamente signorile la
sua
piccola mano nella mano tremante dell’incognito d
n gli umili, superba coi superbi : tale è il mio motto. » E di questa
sua
bontà anche fa fede sua madre, in una lettera a m
superbi : tale è il mio motto. » E di questa sua bontà anche fa fede
sua
madre, in una lettera a me diretta del '900, in c
i trova beata e felice quando rimane qualche giorno fra le braccia di
sua
madre che adora, e dei suoi fratelli e sorelle. »
editando o ritemprandomi lo spirito con sane e forti letture. » Nella
sua
esistenza affannosa e turbinosa…. pur troppo deve
vizio del Duca di Modena per la parte musicale, come si rileva da una
sua
curiosissima lettera al Duca stesso da Bologna, i
) senza aver riguardo alcuno alla lor povertà, vantandone autorità da
Sua
Altezza. Senza un permesso di lui, che talvolta s
recarsi ad accademie, o altre funzioni musicali, proprie, e solite di
sua
professione, alle quali era invitata dalle Dame p
del Marchese Palmieri, che più d’ogni altro cavaliere frequentava la
sua
casa, ajutando lei e la madre senza interesse alc
il Desiderij, da farlo sparlar della Torri con moltissimo danno alla
sua
riputazione. E per tutto ciò ella si raccomandava
llo stesso anno, entrata in trattative di scrittura, chiede da Roma a
Sua
Altezza la licenza di accettare il contratto per
di Modena : Ser.mo sig.re Horatio Colletta da Ferrara con tutta la
sua
compagnia de Comici hauendo uisuto sempre desider
che in questa Città non si trouano altri comici, et essendoli noto la
sua
humanità che tiene in fauorire li uirtuosi comici
rtuosi comici uiene esso pronto ad offerirsi di seruirla con tutta la
sua
compagnia anzi a pregarla, che si uoglia degnare
he esso si offerisce pronto di seruirla se non quanto che comporta la
sua
grandezza, almeno secondo che comportara il loro
tto riceuera per gratia singularissima. Quam Deus &. Di fuori :A
Sua
Altezza Serenissima Per Horatio Colletta Comico A
ce in convento. Entrata nella Società Cuore ed Arte, al momento della
sua
formazione, vi emerse in poco tempo, mostrando as
breve e rapido giudizio dell’artista. Ma basti affermare ch'Ella per
sue
doti fisiche e intellettuali è noverata oggi fra
e alcune scorrettezze di forma lamentate dall’acume della critica. La
sua
voce metallica, estesa, capace delle melodie più
ui si avvince la folla dominata. In quella bellissima faccia ebraica (
sua
madre era figlia del custode della Sinagoga di Mo
i perle grandi ed uguali che attraggono : se la parte inferiore della
sua
persona rispondesse armonicamente a quella di sop
evitabili in chi si abbandona con tutte le esuberanti doti dell’anima
sua
d’artista, senza lasciar tempo nè modo alla mente
ppresentazioni, il cui temperamento artistico si esplichi in tutta la
sua
pienezza. In Virginia Reiter forse il temperament
anoni, tal volta a base di oppio, dell’arte moderna…. Insomma : nella
sua
modernità c’è sempre della Virginia Marini. Ma la
la Reiter è la Reiter…. ; e, grazie a Dio (anche in ciò somiglia alla
sua
egregia antenata), non bisogna al povero pubblico
esto personaggio storico, potesse in una sola parte spiegare tutte le
sue
doti ; e credo che chiunque avesse letta la comme
vigore artistico dell’attrice, lascia che questa domini con tutta la
sua
originalità, con tutta la sua valentia. Quanto
, lascia che questa domini con tutta la sua originalità, con tutta la
sua
valentia. Quanto alla seconda, a una mia dimand
di Corte di Maria Luisa di Parma, che gli aveva lasciato parte delle
sue
fortune) era il 1824 primo amoroso in Compagnia D
o Lipparini colla moglie Marianna e i figli Cesare e Vitaliano. Della
sua
vita privata un piccol cenno si ha in un epigramm
mpagnie, primo attore pregiato e non men pregiato Direttore. Mercè la
sua
cultura e la sua intelligenzanoncomuni fu chiamat
tore pregiato e non men pregiato Direttore. Mercè la sua cultura e la
sua
intelligenzanoncomuni fu chiamato dall’ Italia ar
ssiche italiane, tra cui era La Mandragola di Macchiavelli. All’ arte
sua
di attore e direttore egli accoppiò quella di scr
a cui legò favorevolmente e per alcun tempo il suo nome. Fra le molte
sue
opere vanno annoverate come le migliori, l’Amore,
veva formato il ’53 ; e poco mi resta da dire sul miglior tempo della
sua
vita artistica, essendo essa legata intimamente a
spensabili, che aveva tavola imbandita, che le sventure altrui faceva
sue
…. Sì ! proprio minchioncione e peggio ! Fu noto i
minchioncione e peggio ! Fu noto in tutta la Società artistica per le
sue
distrazioni, natural conseguenza di quella sua mi
cietà artistica per le sue distrazioni, natural conseguenza di quella
sua
mitezza d’indole che lo faceva fiacco, debole, in
zau, ebbe assai pochi che l’uguagliassero, niuno che lo superasse. La
sua
esagerata modestia, frutto anch’essa della sua in
o che lo superasse. La sua esagerata modestia, frutto anch’essa della
sua
incomparabile bontà, gli nocque non poco nella vi
ari, mancando di fondi, temendo famiglia e comici rovinati per cagion
sua
, ne impazzì : e fu per tre o quattro mesi ricover
o di gloria in voi splender si vede. Al proposito del Maffei e della
sua
Merope, il Pindemonte scrisse che a invaghirlo de
eguitasse la Compagnia, intervenendo in molte città alle recite della
sua
Merope. Nè io sarei alieno dal crederlo ; parendo
to…, risponde : Facciol perchè l’ingrato entro il mio amore specchi
sua
colpa, e sè convinto accusi. Ben quaranta fiate a
hi sua colpa, e sè convinto accusi. Ben quaranta fiate al popol denso
sua
recitata favola non spiacque : parte n’ebbe suo m
non spiacque : parte n’ebbe suo merto, io parte, e parte v’ebbe una
sua
già favorita attrice, che colle finte lagrime le
sapea svegliar di chi l’udìa ne’ lumi : ma nè per questo il saziò
sua
lode. Fido seguìa la sua Comica errante per qu
’udìa ne’ lumi : ma nè per questo il saziò sua lode. Fido seguìa la
sua
Comica errante per quanta è Grecia, e non l’ Eg
’ Egeo spumoso, non l’ Ellesponto il suo cammin ritenne. Alle recite
sue
plaudente assiso col lumicin su l’esemplar de l’o
i guardi e là coi cenni, spettatore e spettacolo, gli evviva. A quel
sua
già favorita attrice, il Maffei, forse punto sul
, forse punto sul vivo, diede in ismanie, tanto che il Martelli nella
sua
lettera di pentimento, scrisse : …. tolga Dio, c
avuta questa intenzione. So, e ne ho prove incontravertibili l’onestà
sua
, e l’onestà di Flaminia, nè una parzialità nata d
enso, cioè che intervenisse in varie città d’Italia alle recite della
sua
Merope, è cosa assai nota, e della quale ho in ma
i che lo meriti. Per creder vero, io tengo ch’egli l’abbi presa dalla
sua
esperienza, e dallo spirito suo, che sopra i dife
non ho bisogno di sentirlo nella Commedia, non mettendo in dubbio la
sua
eccellenza. In quella parte in cui ho trovato qua
cui ebbe una figlia, battezzata a Santa-Marina. Volata la fama della
sua
grandezza artistica a Parigi, i comici del Re lo
il 5 luglio del 1778. Fu sepolto il domani nella chiesa di S. Lorenzo
sua
parrocchia, assistito da 44 preti, in presenza d’
3) : Quest’ uomo intimamente comico, aveva l’ arte di far parlar la
sua
maschera, ma a viso scoperto brillava ancora di p
il Bartoli : Il Collalto rappresentava fra l’ altre una Commedia di
sua
particolare fatica, che aveva per titolo : i tre
tre personaggi rappresentasse. Passò nella Provincia a giocare questa
sua
Commedia, e colà recitolla tutta in francese, e d
nella Commedia a Parigi, che fu nel 1780, circa un anno e mezzo dalla
sua
morte. Il D’Origny, pure contemporaneo del Collal
ed era specialmente ammirato nelle scene appassionate, in cui l’anima
sua
ardente poteva mostrarsi tutta intera. Alcune inf
co : la commedia dei tre gemelli ne è la prova. In essa egli era alla
sua
volta galante, amoroso, appassionato, brusco, imp
poloso osservatore de’suoi doveri, non se ne schermì mai. La famiglia
sua
divideva il frutto de’suoi guadagni, e ringraziav
guadagni, e ringraziava lo sventurato che il caso aveva offerto alla
sua
generosità. Egli si è spento nell’angoscia di un
autore ; e una volta che il maestro gli strappò di mano e lacerò una
sua
commediola, egli, furibondo, gli scaraventò in fa
re approntare la carrozza ; e quando Ella comanda, è prontissima ed a
sua
disposizione. » Codesto vizio dell’andare a sogge
o di natura a chi non sa che tale divien l’arte, quando è giunta alla
sua
perfezione. Chè tal è il porgere di Adamo Alberti
Goldoni, su le cui commedie si è per dir così modellato sin dalla età
sua
prima. Così, definita che avremo l’indole di ques
berti elemento, se questo non è comico del tutto. E quali sono mai le
sue
parti nella commedia ? Le più facili in apparenza
oli vecchissimo e miserabile. Io l’ho sentito negli ultimi anni della
sua
impresa ai Fiorentini, in quella Compagnia, nella
sua impresa ai Fiorentini, in quella Compagnia, nella quale faceva le
sue
prime armi Andrea Maggi al fianco di Don Michele
ena di comicità fosse dotato ne’più begli anni della begli anni della
sua
vita artistica. Divenuto amico intrinseco, dalla
ntrinseco, dalla giovinezza, di F. A. Bon, potè coltivar con amore la
sua
passione dello scrivere ; e abbiamo di lui commed
Ernesto Rossi, il quale di lui lasciò scritto nel primo volume delle
sue
memorie : Il vero sesso forte si componeva di un
nto. Fu presto tolto all’ arte ed alle speranze ed agli affetti della
sua
famiglia e di tutti coloro che lo conobbero, quan
oro che lo conobbero, quando per mezzo delle mie assidue cure e della
sua
buona volontà ne aveva fatto un eccellente amoros
bravo attore Gaspare Pieri, dopo poco tempo morì, vittima forse della
sua
troppo sensibile anima, che non seppe mai rinvigo
era, a detta del Pieri, quella comica di Suggeritore nel Goldoni e le
sue
Sedici Commedie Nuove di Paolo Ferrari.
Cesare Rossi, al Re Vecchio di Milano e il 3 dicembre '71 vi creò per
sua
beneficiata la parte di Lidia nella Visita di Noz
e Pietriboni, ne fu anche la prima attrice assoluta, sino al dì della
sua
morte, avvenuta a Torino per carcinoma il 21 febb
ei non fosse come me affezionato e devoto, e come me non piangesse la
sua
morte sì come quella di una buona amica, di una s
dalle Camelie, Due Dame ed altro, assai meglio riuscì, per l’ indole
sua
, in quelli, ove fosser primo elemento il sorriso
i buoni villici, La Sposa sagace, ecc. – Nel primo anniversario della
sua
morte (21 febbraio '93) il marito raccolse con pi
rravecchia col titolo In Memoriam, quanto fu scritto e stampato nelle
sue
esequie dagli amici, dalla critica, dall’ arte tu
poeta anonimo tessè un ampio elogio di lei, nel 1725, al colmo della
sua
rinomanza ; elogio che fu poi pubblicato nel Merc
commedie di Marivaux più specialmente ebbe campo di mostrare tutte le
sue
doti artistiche, e si vuole che anche a cinquant’
altava subito agli occhi, e affascinava), dopo di avere parlato delle
sue
maniere gentili, dello spirito fine e abbondante,
in via del Petit-Lion. Fu sotterrata nella chiesa del San Salvatore,
sua
parrocchia. Al proposito della Compagnia, detta L
una donna religiosa, pia, virtuosa. Il Casanova, che fu presente alla
sua
morte, scrive : La natura ha rapito a questa don
i Parigi è sovente fatale alle attrici italiane. Due anni prima della
sua
morte, io l’ ho veduta recitar la parte di Marian
i Marianna nella commedia di Marivaux, e nonostante il suo stato e la
sua
età, l’illusione fu perfetta. Morì in mia presenz
e la sua età, l’illusione fu perfetta. Morì in mia presenza, tenendo
sua
figlia tra le braccia, e dandole i suoi ultimi av
, artisti e ammiratori, gli dedicaron monumenti marmorei così a Cuneo
sua
terra natale, come al Teatro Rossini di Torino, d
ù mai nè nella memoria nè nel cuore del nostro popolo che pensa colla
sua
testa e giudica col suo buon senso, infinitamente
più o men camuffati da Aristarchi Scannabue. Giovanni Toselli, colla
sua
invenzion fortunata della commedia in dialetto gi
a dell’antichissimo Carro di Tespi ; perchè, quando cominciò a far le
sue
prime prove, la modestissima compagnia, di cui s’
esta, compagnia composta di elementi affatto primitivi, formava nella
sua
piccola compagine un quadretto così caratteristic
lezza del nostro povero Toselli ? Chi può ricordar senza rimpianto le
sue
incomparabili creazioni del Pover paroco, del Ton
, del Travet, del Ciochè del vilage, del Papà grand, e di tante altre
sue
glorie imperiture ? Nemico di ogni convenzionalis
Milone, e dopo il carnovale dell’ '82 abbandonò il teatro seguendo le
sue
figliuole Clara e Carlotta, attrici della Compagn
ova il 12 di gennajo del 1886, e il 9 di aprile dello stesso anno, la
sua
salma, reclamata dall’autorità municipale di Cune
gni qualvolta gli veniva fatto di raccapezzar qualche soldo coll’arte
sua
(dopo tante e diverse prove, s’era dato definitiv
onta che la soggezione e l’emozione lo paralizzarono per modo, che la
sua
voce non arrivò a’suonatori di orchestra. Il’48 t
uonatori di orchestra. Il’48 troncò d’un colpo quei primi passi della
sua
carriera artistica ; ma tornato di Roma, e recita
re, prima a intervalli, poi (quaresima del’61 al ’63) stabilmente con
sua
moglie Cesira. Il ’64 fu diviso tra la scena (con
Ma neanche il successo di Roma (all’Anfiteatro Corea) fissò la
sua
carriera, sempre interrotta ; tanto che tornato a
isti. La Compagnia di Giuseppe Pietriboni continuò per anni e anni la
sua
marcia trionfale ; e coll’intelligenza e la soler
ambault, I Borghesi di Pontarcy, I nostri buoni villici, Goldoni e le
sue
sedici commedie lo hanno collocato tra i migliori
per lo spirito che il Bertinazzi sapeva mettere ne’suoi gesti, nella
sua
fisonomia, nelle inflessioni della sua voce. Non
a mettere ne’suoi gesti, nella sua fisonomia, nelle inflessioni della
sua
voce. Non siam dunque dinanzi a un buffone volgar
omo di Camera del Re, Ordiniamo alla Compagnia dei comici italiani di
Sua
Maestà di fare esordire senza ritardo sul loro te
mps, ove morì il 6 settembre 1783. Fu sotterrato il domani a S. Rocco
sua
parrocchia ; e il 28 dello stesso mese i comici i
stesso mese i comici italiani fecer celebrare in suffragio dell’anima
sua
un servizio funebre, nella Chiesa dei Petits-Père
Francese. Carlo Bertinazzi godè, in grazia del suo nome e dell’indole
sua
, dell’affetto e del rispetto di ragguardevoli per
o descrive al papa il suo debutto, e la ventesima, in cui parla della
sua
celebrità, e dell’esser diventato di moda, tanto
rità del suo carattere, qualche aneddoto appartenente alla fine della
sua
carriera, lo dipingeranno forse meglio di uno sch
a del D’Alembert, oltre alle cure morali e materiali prodigate ad una
sua
figliuola cieca, per sollevarlo di una perdita di
servitori esemplari…. Se Carlino era il cucco del pubblico per l’arte
sua
, non l’era meno di quanti lo conobbero, per le su
ubblico per l’arte sua, non l’era meno di quanti lo conobbero, per le
sue
qualità morali. La giovialità, la bonarietà piace
tà piacevole e la sperimentata probità constituivano precipuamente la
sua
natura. Ottimo padre, ha dato a’figli suoi una ed
suo cuore gli procurò sciagure da parte di coloro cui diede intera la
sua
fiducia. D’allora in poi quest’ultimo sentimento
’allora in poi quest’ultimo sentimento s’andò in lui attenuando, e la
sua
felicità ne fu scossa. Talvolta, amareggiato nel
toute sa vie, et nous fit pleurer à sa mort. Per dare un’idea della
sua
bontà, dirò che, rubatagli una vistosa somma di d
una vistosa somma di danaro da un uomo ch’egli aveva accolto in casa
sua
e per lungo tempo nutrito, sollecitò la protezion
o quella di Carlo Goldoni, il quale, come abbiam visto, aveva con una
sua
commedia, offerto modo a Carlino di mostrar tutta
veva con una sua commedia, offerto modo a Carlino di mostrar tutta la
sua
valentìa. Nè codesta del Figlio d’Arlecchino perd
acchi in Italia. La natura lo aveva dotato di grazie inimitabili : la
sua
figura, i suoi gesti, i suoi movimenti prevenivan
figura, i suoi gesti, i suoi movimenti prevenivano in suo favore : le
sue
maniere ed il suo talento lo facevano ammirar su
luminati rusticamente ; i vicini ballano e cantano per festeggiare la
sua
sposa che ha lasciato il letto dopo il parto. Non
ma s’imbatte nuovamente in Pantalone, il quale va a consegnarlo colle
sue
mani ad Arlecchino. Scapino, ancor più imbrogliat
diverte a scherzar con suo figlio, seduto per terra poco lnnge dalla
sua
casa, Scapino vi entra senz’esser visto, e ne inv
o a far carezze a suo figlio, e ne gioisce, e mostra ad Arlecchino la
sua
gran contentezza. Celio, marito di Rosaura, che s
figlia di Pantalone. Questi vuol darla in moglie a Fileno, amato alla
sua
volta da Dorinda ; noi sorvoleremo questo episodi
restano adirati. Al terzo atto, egli studia il modo di vendicarsi di
sua
moglie ; risolve di abbandonarla ; ma per lasciar
moglie ; risolve di abbandonarla ; ma per lasciarle un segno dell’ira
sua
, e punirla dell’oltraggio fattogli, appicca l’inc
ione e di dolore. Giunge Rosaura, e chiede a Camilla la ragione delle
sue
lagrime e de’suoi singhiozzi. La vista degli spav
ce lei pure. Camilla, meravigliata dell’interesse ch’ella prende alla
sua
sciagura, ne cerca la causa. Scapino giunge col f
la sviene, e Fileno accorre in suo soccorso ; Celio che la vede nelle
sue
braccia, è preso da gelosia. Il quarto atto comin
E tanti furon davvero gli applausi, che ad essa dovette il Goldoni la
sua
andata a Parigi, e a Parigi assistè a nuove rappr
gli è dovuta. Adunque non potendo apprezzar come si conviene l’opere
sue
, non mi resta che far conoscere la sua rara modes
ezzar come si conviene l’opere sue, non mi resta che far conoscere la
sua
rara modestia, pubblicando la lettera seguente ch
one, tutti vi prendon parte, non escluso l’ Arlecchino, che toglie la
sua
maschera ; e tutti declamano de’ versi in buon it
dell’indole e dell’ingegno de’comici italiani. E aveva ragione : e le
sue
parole potrebber benissimo esser ripetute oggi se
cantato nel 1731 e 1742. Faceva e recitava le commedie in musica con
sua
moglie, la Tincanera. Datosi più tardi alla sce
i maestro o direttore, con l’annua pensione di 100 scudi vita durante
sua
e della moglie, e d’impresario del detto teatro….
che fu poi famosa. Il Goldoni assistè più volte a rappresentazioni di
sue
commedie, e alla prefazione del Cavaliere e la Da
seguente nota : Pietro Pertici, assai noto al Mondo per l’eccellente
sua
abilità nelle parti buffe per musica, e presentem
Morelli, che avevala sentita nella Suonatrice d’Arpa, di andar nella
sua
Compagnia a prendervi il posto di Amalia Fumagall
dalle preghiere della madre, risolse finalmente di abbandonar l’arte
sua
diletta, ed esordì a Livorno con grandissimo succ
, col nome di Giuseppina Biagini, che fu quello del secondo marito di
sua
madre. Passò da Livorno a Firenze, nel Teatro
lla Compagnia il giovane Erminio Pescatori, che aveva lasciato Parma,
sua
patria, nel '58, per darsi all’arte. Innamoratosi
gosto del 1756, e fu barbiere, comico, e poeta. Nella prefazione alle
sue
Rime, scritta da Arpalo Argivo (Firenze, Pietro A
ra, il quale nella Corneide ha un cenno di lode sul Somigli. L'opera
sua
poetica è composta di sonetti, egloghe e cantate,
an Guiseppe. Chi voglia avere notizie particolareggiate e dell’indole
sua
e del suo poetare, specialmente improvviso, veda
rlotto del febbrajo 1859, pag. 97. Intanto, a dare un saggio delle
sue
rime, ecco i due sonetti che trattan della sua na
a dare un saggio delle sue rime, ecco i due sonetti che trattan della
sua
nascita e della sua vita, foggiati alla maniera b
le sue rime, ecco i due sonetti che trattan della sua nascita e della
sua
vita, foggiati alla maniera bernesca, nella quale
Luigia, vedova di Napoleone I, presentatale dal Bon l’edizione delle
sue
commedie, gli disse : Signor Augusto Bon non so c
li – il Bon si chiamò Francesco Augusto, in onore di colei che fecesi
sua
matrina in questo battesimo di gloria. Secondo il
mpre direttore, recitando ancora talvolta, benchè in età avanzata, la
sua
Trilogia di Ludro. Lasciata l’arte e ridottos
ranze funebri degne di lui : una pietra commemorativa fu alzata sulla
sua
tomba dalla figlia Laura colla seguente iscrizion
Goldoni primo morto in Padova il xvi decembre mdccclviii Laura figlia
sua
maggiore con doloroso affetto questa pietra pose
dri, un tipo tolto ad imprestito a Carlo Goldoni ; e cioè, Ludro e la
sua
gran giornata, il matrimonio di Ludro, e la vecch
anni ed anni sulle scene con successo commozionale. Il vagabondo e la
sua
famiglia ha tutte le attrattive del dramma france
te del servitore intrigante………… Lasciò scritte, e tuttora inedite, le
sue
Memorie ; in fondo alle quali, di suo pugno, si l
rapporto della società degl’imbecilli. È vero peccato che le memorie
sue
, narrate sotto il titolo di Avventure comiche e n
riuerrente gl’ espone, come l’Anno passato, doppo hauerli esebita la
sua
Compagnia, non trouò la sodisfatione di V. A. S.
eua, per incontrar le sodisfationi di V. A. S., ha impignato tutte le
sue
Gioie per ottanta doppie al Banco di S. Giacomo d
da Napoli a Modona in Letiche, Carrozze, spese cibarie, e condotta di
sue
Robe ; onde hora gl’è necessario che mandi il mar
iù d’altre venti doppie. Onde genuflessa a Piedi di V. A. supplica la
sua
innata bontà, e Generosità di ristorarla del suo
rta, che V. A. S. non vuole ueder la ruina, esterminio, e danno d’una
sua
obbligatissima serua supplicante, et attendendone
ua obbligatissima serua supplicante, et attendendone gl’effetti della
sua
magnanima bonta, con ogni profonda humiltà, bacci
fetti della sua magnanima bonta, con ogni profonda humiltà, baccia la
sua
Ser.ma mano dalla quale attende la gratia, e sogl
Marzia Fiala per essere distribuite in ragione di sei a Gabionetto e
sua
moglie (?), quattro a Florindo (il Parrino) e due
. Con questa data cessa la comparsa del Fiala tra’comici di S. A. ; e
sua
moglie, che pure ha due lettere del ’92 e ’94, no
cademica fiorentina, che recitò nel Teatro della Piazza Vecchia nella
sua
Patria. Luigi Perelli capocomico la stabili per l
Vecchia nella sua Patria. Luigi Perelli capocomico la stabili per la
sua
compagnia l’anno 1778, ond’ ella potè incominciar
e, e poscia acquistando maggio concetto, Fedele Venini la volle nella
sua
Truppa per assoluta prima donna. Dopo la morte di
Piemonte fa presentemente (1781) distinguersi piena d’abilità per la
sua
professione, inclinata alle cose della musica, e
o delle lettere, del disegno e della musica, con tutto l’ardore della
sua
giovinezza gagliarda : ma sciagure domestiche lo
lazione. Da quel momento figure e squarci poetici si succedevan nella
sua
mente accesa : ora era un pezzo dell’ Otello, ora
con una specie di compagnia formata da quattro o cinque ragazzi della
sua
età, e capitanata da Ferdinando Salvaja, amico in
di amor figliale, ammiratrici profonde del suo ingegno e dell’indole
sua
. Fu allora che si affacciò alla mente della Malfa
ma, così dolce che tutta rispecchiava la mitezza angelica dell’indole
sua
. E quella fibra gagliarda si spezzò in brev’or
a, come quercia schiantata dalla bufera. Arturo Diotti, vittima della
sua
spensieratezza, moriva a Rio Janeiro, colpito da
eale istituita dal Principe Eugenio Beauharnais, impresa Paganini. Le
sue
più grandi creazioni furono Aristodemo, Icilio ne
ferma Fr. Regli – fu nel Saul. Lo troviamo nel 1812 a Tolentino colla
sua
regia Compagnia, della quale eran prime parti la
lli-Blanes, fiorentino, mancato di vita ne’ 15 ottobre 1823, ha delle
sue
virtù e del suo ingegno lasciato negli amici il d
de l’Epée e Ciniro nella Mirra. Il Bonazzi (Gustavo Modena e l’arte
sua
, Perugia, 1865) dice del Blanes che calzava con m
Santi protettori ed Avvocati, acciò lo assistano nel punto estremo di
sua
vita, si apprende come dopo aver lasciato alla Ca
i sua vita, si apprende come dopo aver lasciato alla Carlotta Corazzi
sua
diletta consorte (sic) (era una nobile signora ve
legittimamente dalla moglie, lasciasse otto scudi fiorentini al mese
sua
vita natural durante a Coriolano figlio naturale
rava a Firenze in Piazza degli Agli, N. 898 : e un mese dopo circa la
sua
morte fu fatto l’inventario degli oggetti trovati
sto il titolo di Sentimenti affettuosi di Paolo Belli nel rivedere la
sua
Patria Firenze, i suoi genitori, e la famiglia de
i, e la quale comincia così : Care, beate mura cui lambe intorno con
sue
limpid’onde il rapid’Arno ! oh de’ natali miei fo
dell’aurea mediocrità. Figlio d’Arte dunque, il nostro Enrico fece le
sue
prime prove nei Due Sergenti, nell’Andromaca o Pi
più grandicello con Giorgio Duse, zio della celebre Eleonora : ma la
sua
vita artistica, può dirsi datare dal ’62, nel qua
ettore. Passò con lui sedici anni, i migliori, non è a negarsi, della
sua
carriera artistica ; ed altri ancora forse avrebb
queste poi, a quelle di caratterista e promiscuo, ultimo grado della
sua
vita artistica, sul quale egli si trova tuttavia
de all’arte comica giovanissimo. Dopo di avere aiutato la madre nella
sua
professione, entrò nella Compagnia di Giuseppe La
ano,fratello del Belloni. Alle suppliche della moglie atterrita, alle
sue
lagrime incessanti egli dovè cedere finalmente :
e recarsi a Roma sottraendosi così a morte sicura alla quale, per le
sue
idee liberali, era già stato dalla Commissione re
i, si scioglieva : e recatosi a Torino colla famiglia, prestò l’opera
sua
a quella Società Filodrammatica ; ma rottosi l’ac
i, colle Compagnie Novelli, Pasta e Drago, a rafforzare sempre più la
sua
delicata fibra d’artista. Dopo gli anni, che chi
ta dall’incoraggiamento dei pochi, che vedevan nella gagliardìa della
sua
mente, e della sua volontà, nello sviluppo ognor
ento dei pochi, che vedevan nella gagliardìa della sua mente, e della
sua
volontà, nello sviluppo ognor crescente delle sue
sua mente, e della sua volontà, nello sviluppo ognor crescente delle
sue
attitudini, una giovane forza che sarebbe arrivat
della battaglia grande che ingaggiava col pubblico, ma fidente nelle
sue
forze. E vinse. E il pubblico l’acclamò ; e procl
con naturale e vivo compiacimento, sentendo di dovere a sè sola, alla
sua
tenacità, al suo amore per l’arte, all’ingegno su
po due anni desse di sè le più liete speranze, egli sentiva essere la
sua
via. Le recite con dilettanti della città, tra' q
primo, lo esaltarono, specie quella del Filippo, che Alfieri fece in
sua
casa, rappresentando egli stesso il protagonista,
dal padre, che mal pativa l’animo ribelle di lui, e sopr' a tutto le
sue
inclinazioni all’arte del teatro, la quale soleva
il gran De Marini, che, udito il giovine artista, e capite subito le
sue
chiare attitudini alla scena, lo consigliò ad ass
zza, in angustie tormentose : e si vuole che, senza tener conto della
sua
paga annuale, avesse potuto colle sole beneficiat
n di 200,000 lire. Quando una misera compagnia si trovava vicina alla
sua
, si volgeva a lui per soccorso ; ed egli, se il s
spirito e dall’umor gajo e giocondo dell’anfitrione. Anche dell’arte
sua
incomparabile abbiam testimonianze grandissime, d
e sporgente innanzi ; alto però quanto si conveniva, non notavi nelle
sue
membra alcuna increscevole sproporzione. Piacevol
o, rispetto verso quel tremendissimo giudice innanzi a cui stanno. La
sua
voce era chiara, aggradevole, risonante ; se non
oni, egli non già, che troppo sentiva altamente. Nel pronunziar delle
sue
parole udivi tutta la gentilezza del favellare to
ggio, per quanto fosse di poca importanza nel dramma, diventava nelle
sue
mani importantissimo, ed ebbe in ciò una rara pot
ndosi ai diversi caratteri che rappresenta, non mai sveste certa aria
sua
naturale che può dirsi il tuono fondamentale d’og
te certa aria sua naturale che può dirsi il tuono fondamentale d’ogni
sua
musica. A molti parrà questo difetto ; a me sembr
etti che tratta, ma serba intatta una parte per farsi conoscere nella
sua
essenza, che mai non muta. Però non manca chi il
uditorio, nel rappresentare le parti comiche scendeva alquanto dalla
sua
dignità, abbandonandosi a certe facezie che poco
universale per farsene signore, e poi, quando lo potè trarre a voglia
sua
, lo indirissò pel retto cammino. A cotesto d
rma di Luigi Vestri, la data de' 10 agosto 1840 : un anno prima della
sua
morte. Curiose erano anche le sue più vecchie scr
0 agosto 1840 : un anno prima della sua morte. Curiose erano anche le
sue
più vecchie scritture teatrali. Io ho quella di L
e comprende una paginetta e mezzo di stampa a grossi caratteri. Delle
sue
tante lettere riferisco in fac-simile, ma un po'
negativamente alla domanda di lui di voler conoscere il motivo della
sua
partenza dalla Compagnia, e conclude : « Ciò che
iratori del suo merito gli offerirono il seguente sonetto, la sera di
sua
beneficiata, che fu il 10 di giugno : Grecia
cco come il Goldoni descrive la Compagnia Raffi nel XVII volume delle
sue
Commedie, edizione del Pasquali : Erano già tre
di carnovale Gasparo Raffi Romano, Capo de' ballerini di corda colla
sua
Compagnia, ch' era una delle più famose in tal ge
era una delle più famose in tal genere. Eravi la bravissima Rosalia,
sua
cognata, moglie in allora di un saltatore tedesco
’ottima condotta della prudente, devota, e caritatevole signora Lucia
sua
consorte. Il Marliani, non so, se stanco di quel
he Madama Medebach era un’ attrice eccellente ed attaccatissima alla
sua
professione, ma una donna soggetta a vapori. Era
da sè medesima. Se ne accorse alcun poco ; ma trovando bellissima la
sua
parte, se ne incaricò volentieri, e rappresentoll
iù immaginari che sinceri e che come tali dipinge Paolo Ferrari nella
sua
incomparabile commedia, la Medebach univa la gelo
va grida, faceva mille smorfie e mille contorsioni. La buona gente di
sua
famiglia, credendola affascinata, fece venir Esor
in letto con convulsioni di nuova invenzione, che facevano impazzire
sua
Madre, suo marito, i suoi parenti ed i suoi domes
a. Figlio dei precedenti, veneziano, fu attore e capocomico ; e fu la
sua
, la prima compagnia venale che, nel novembre del
anze — dice Francesco Bartoli — delle opere musicali, in compagnia di
sua
sorella Caterina. Appassionatissima dell’arte com
terina. Appassionatissima dell’arte comica, trovò modo di mostrare la
sua
grande attitudine a Giovanni Roffi, col mezzo del
rte Francesco Bartoli. A questo fu da quel capocomico affidata per la
sua
educazione teatrale ; e fra un ammaestramento e l
fonte del Conte Carlo Gozzi, il protettore della Compagnia, che nelle
sue
memorie inutili molto parlò, e fors’anche troppo,
ozzi ne scrive : Vidi quella giovane di bella figura, quantunque una
sua
gravidanza l’alterasse. La sua faccia, benchè dir
iovane di bella figura, quantunque una sua gravidanza l’alterasse. La
sua
faccia, benchè diroccata dal vajuolo, non lasciav
dal vajuolo, non lasciava d’essere teatrale in qualche lontananza. Le
sue
belle chiome bionde supplivano a qualche difetto
plivano a qualche difetto del viso. I suoi vestiti, che spiegavano la
sua
indigenza, erano però accomodati e portati da lei
flettere se fossero di lana o di seta, nuovi o logori. ……………………….. La
sua
bocca, non picciola, indebolita, e rovinata negli
schife con l’udito e lo sguardo suo, e le dinotava col contorcere le
sue
labbra. Ciò ha rinforzato e viziato il suo difett
In che ginepraio si cacciò pover’uomo ! Egli voleva moralizzare colla
sua
protetta, ogni tanto le faceva il predicozzo, le
no della malignità dei comici per architettare aneddoti saporiti : la
sua
vita sbrigliata e sregolata era ormai palese…. Gi
ssimo com’era Luigi Del Buono non poteva non riuscire. Ideò subito la
sua
maschera che altro non doveva essere che il popol
ire. Secondo la tradizione, il Del Buono avrebbe accolto l’idea della
sua
maschera dalla viva voce del basso popolo fiorent
oce del basso popolo fiorentino, chiassoso, arguto, spensierato nella
sua
miseria, rigido conservatore del vernacolo, dacch
erato nella sua miseria, rigido conservatore del vernacolo, dacchè la
sua
casa situata in faccia alla via di Merignano, che
imo degli Stenterelli celebri, raccontava di avere udito (e le parole
sue
furon riferite nella Nazione del 31 marzo ’91 da
i, destando la pietà pel suo vestito, tutto toppe e brandelli, per la
sua
persona, scarna, allampanata, stentata : da ciò i
opo il ritratto che di Luigi Del Buono ci lasciò il Morrocchesi nelle
sue
memorie tuttavia inedite, pubblicato per la prima
stro – della maschera fiorentina – inventore In questa casa che fu di
sua
proprietà – morì ottantenne – il 19 ottobre 1832.
– della Beata Vergine Maria. Toltosi dal teatro, a continuar l’opera
sua
scelse Lorenzo Cannelli, del quale fu maestro app
abbandonare per la troppa scurrilità di cui si piaceva rivestire ogni
sua
frase ; giacchè il Del Buono, che il Morrocchesi
rico flagellatore. Un po’alla volta, pur troppo, la maschera perdè la
sua
prima fisionomia, terminando col trasformarsi in
ezia del 1821 cita un Vincenzo Fracanzani il quale partito da Firenze
sua
patria, immaginò in Lombardia un nuovo ridicolo p
nesattezza, avendo nel ’21 il Del Buono già da quarant’anni creato la
sua
maschera ? o forse il Fracanzani, caratterista al
questa forma, è anche anteriore al tempo in cui il Del Buono vestì la
sua
maschera, come anche anteriore mi sembra la giubb
ata famiglia, fu talmente acceso del teatro, che ad esso diè tutta la
sua
vita, recitando prima, poi diventando subito un c
rimonio in speculazioni drammatiche, facendo sempre il capocomico. La
sua
fine giustificò la causa del cattivo esito delle
l capocomico. La sua fine giustificò la causa del cattivo esito delle
sue
speculazioni. Aveva sposato la signora Pompili –
tutti : – Sentii vivo dolore per il suo abbandono e più tardi per la
sua
morte. »
nico. Colto e gentile, s’ebbe la stima di quanti lo accostarono, e la
sua
morte fu seguita dal generale compianto. Fu quasi
alvolta la sorte più avversa. Gustavo Modena che s’era aggregato alla
sua
Compagnia, scrive a Calloud da Parma il 20 novemb
almente, parlando, e nessuno glie ne tien conto. » E il Sossaj, nella
sua
cronaca (Teatro Comunale di Modena, autunno del 1
la rovina di Verniano (sic), per opera della prosopopea della Iob, la
sua
prima attrice. Sua moglie, Francesca, fu una e
(sic), per opera della prosopopea della Iob, la sua prima attrice.
Sua
moglie, Francesca, fu una egregia artista per le
838, in cui, condotta nella novena di settembre la moglie a Macerata,
sua
patria, fuor dal clima di Napoli, e da una vita o
co da un secondo colpo, rese l’anima a Dio. Vuolsi ch'egli dovesse la
sua
rovina a una perdita di 4000 ducati, cagionatagli
Metastasio. Di lui dice il Regli : Fu attore di grande slancio ; la
sua
voce aveva il suono d’un campanello d’argento. Di
ava, giovandogli molto in que' momenti la potenza straordinaria della
sua
voce. Di nobili pensamenti e coscienziosissimo, s
partigiani, recitano la commedia al Caffè, anzichè in Teatro (parole
sue
). E Adamo Alberti : Visetti era un pregiati
di aver dato prove di singolare attitudine tra' filodrammatici della
sua
città. Recitò lungo tempo a Venezia e specialment
specialmente nel Teatro di San Luca, pel quale dettava il Goldoni le
sue
commedie. Creò degnamente il Majani le parti di p
la moglie di lui, bolognese, punto inclinata al teatro per la estrema
sua
freddezza, e per la incorreggibile pronunzia dial
ar la parte di Graziosa nella Bancarotta, chè a cagione appunto della
sua
melensaggine, riuscì, egli dice, uno de' più dile
ma colla parte del Bugiardo, anche perchè, fuor della scena, l’indole
sua
rispondeva a meraviglia a quella del suo personag
ndeva a meraviglia a quella del suo personaggio. Ai primi tempi della
sua
vita artistica, egli recitò nelle commedie all’im
sì da esser reputato in quella parte superiore al gran De Marini. Le
sue
irrequietezze, le bugie che, per una consuetudine
se in Sicilia conduttore di compagnie di poco conto. L'ultima notizia
sua
si ha in una lettera del 16 gennaio 1832, ch'egli
ntati il 7 dicembre del 1773 ; e abbandonò la Commedia Italiana, alla
sua
chiusura del 1776. Baccherini Anna. Attrice fior
lei non abbiamo altre notizie che queste lasciateci dal Goldoni nelle
sue
memorie, che riproduco fedelmente per non sciupar
sieme amicizia, avendo bisogno l’uno dell’ altro : io lavoravo per la
sua
gloria, ed essa dissipava le mie malinconie. Era
oglia di far vedere il suo bel visino sotto varie figure. Corressi la
sua
pazzia, e procurai al tempo istesso di contentarl
pronunziare parola, mi dà da leggere una lettera venuta da Genova, e
sua
sorella era morta. Che fatal colpo per me ! Non e
ra morta. Che fatal colpo per me ! Non era un Amante che piangesse la
sua
Innamorata ; ma era un Autore che compiangeva la
rappresentazione a Pisa, ne fu soddisfattissimo. Ad essa egli dovè la
sua
partenza dalla Toscana e il ritorno a Venezia, sc
e i figli continuarono a recitare quando egli si ritirò (1878) nella
sua
Cortona, ove morì nel ’94 a ottantadue anni. Egli
, Ricordi) : « Florinda Concevoli…. il 3 di ottobre 1606 innalzava a
Sua
Eccellenza Don Pedro Rodriguez conte de Acevedo,
Sua Eccellenza Don Pedro Rodriguez conte de Acevedo, Governatore per
Sua
Maestà Cattolica in Milano, una sua domanda per o
conte de Acevedo, Governatore per Sua Maestà Cattolica in Milano, una
sua
domanda per ottener la grazia di poter fare eserc
gentile e direi quasi sentimentale, onde poter recitare insieme alla
sua
compagnia nel teatro solito del palazzo Ducale. U
e veniva imposta di presentare le commedie, o meglio i soggetti delle
sue
commedie, al Segretario del Senato, Gio. Battista
alle più basse della pochade, passando pel dramma moderno in tutte le
sue
svariatissime forme esprimenti le più calde passi
rammatici, comici, grotteschi, coi quali egli può far valere tutte le
sue
qualità di trasformista, dirò così, naturale, poi
di comicità, che gli zampilla su dal cuore, è entrata per modo nelle
sue
consuetudini, che non sappiam più se in iscena re
recita sempre bene. Il teatro, non occupandolo intero, non basta alla
sua
attività ; poichè Novelli è sempre stato ed è sop
redecessori, fra cui primo il Coltellini famoso, egli ha aperto nella
sua
casa di Venezia un ricchissimo negozio di oggetti
ai quali è già tanto affezionato, che tra' più gustosi aneddoti della
sua
vita è questo, che, venduto un orologio antico a
dell’arte tragica del Novelli non han pur l’ombra d’idea, ridon d’una
sua
interpretazione di tragedia, dicendolo vittima de
ridon d’una sua interpretazione di tragedia, dicendolo vittima della
sua
presunzione. I successi clamorosi avuti nel vecch
pupazzetti che ritraggon l’uomo e l’artista in ciascun momento della
sua
vita (Roma, 1899). Ma di tal reluttanza al pubbli
elle crudeltà, delle prepotenze, delle vanità, e delle sicumere tutte
sue
…. L'assenza dal teatro gli sembrò la più giusta d
teatro gli sembrò la più giusta delle lezioni all’audace…. diciamo la
sua
parola, allo sfacciato invasore, di cui la comici
plina era fatta tutta d’amore. Mostrava già allora la grandezza della
sua
duttilità artistica ; e il pubblico se ne compiac
ndo di convenienze e sconvenienze, che impedivan l’esplicazione della
sua
forza e della sua volontà. Fu in quei vincoli tro
e sconvenienze, che impedivan l’esplicazione della sua forza e della
sua
volontà. Fu in quei vincoli troppo stretti ch'egl
gnia modesta da avviare, da manipolare, da rendere primaria, mercè la
sua
forza direttiva, mercè il suo ingegno artistico,
ercè la sua forza direttiva, mercè il suo ingegno artistico, mercè la
sua
tenacità di propositi. Una compagnia comica…. Non
e, accuratissimo, si cattivò di colpo le simpatie del pubblico per le
sue
intelligenti interpretazioni, per una rara natura
metri, con la rigidità della nostra terribilissima lingua. Una delle
sue
passioni è il latino che conosce assai bene : un’
tura, ïntorno alla quale fa quotidianamente studi ed esperienze nella
sua
scuola. Fra noi su questo argomento, non s’ è fat
sa e misurata tutta l’importanza e d’avere accennato al da farsi. Una
sua
conferenza tenuta al nostro Circolo filologico e
edibili del Carducci. All’ esperimento che dette il mese scorso nella
sua
scuola, un alunno alto tre o quattro palmi lesse
trionfi della scena, una filarata di teste che pendono commosse dalle
sue
labbra, un’eletta d’ anime gentili che la parola
eso il culmine del capocomicato ed aspirava, con tutta la forza della
sua
tromba nasale, a quella commenda che è il sogno d
i, ch'egli volle dedicato a Teresa Sormanni, la fedele compagna della
sua
vita, la collaboratrice intelligente e amorosa de
glorie passate, se si trovasse chi fosse disposto a compensare delle
sue
spese e delle sue fatiche il provvido collettore.
e si trovasse chi fosse disposto a compensare delle sue spese e delle
sue
fatiche il provvido collettore. Il Rasi è sempre
di venti anni fa e par quasi che il tempo non l’ abbia toccato con la
sua
cipria fatale. – La voce di lui ha acquistato in
melodie della musica, anche quelle sonore d’ una orchestra intera. Le
sue
recitazioni del Manfredo di Byron, illustrato con
all’ opera, tradurrebbe Catullo meglio degli altri. Io consento nella
sua
spiegazione di quell’ extenuata gerens veteris ve
che dell’ arte del declamare fa un’estetica pensata e imaginosa. Alla
Sua
Signora tanti rispetti e ricordi da parte mia e d
tra cosa, cioè meno infelice, quando procurai di recitarli secondo le
sue
norme. O carissimo Rasi ! Non ci voleva che un pa
to utile e dirò, necessario…. Mi voglia sempre bene : mi ricordi alla
sua
egregia Signora : perdoni alla fretta, e mi tenga
olta fortuna. Tale lo stato di servizio di questo artista, che per la
sua
intelligenza, la sua modestia, la bontà della sua
stato di servizio di questo artista, che per la sua intelligenza, la
sua
modestia, la bontà della sua indole e la forza de
artista, che per la sua intelligenza, la sua modestia, la bontà della
sua
indole e la forza della sua volontà, passò gli ul
lligenza, la sua modestia, la bontà della sua indole e la forza della
sua
volontà, passò gli ultimi dodici anni in tre sole
otuto fare. La morte del suo Giuliano dovrebbe riguardarsi come morte
sua
, e però il contratto sarebbe da quel punto sciolt
e quali fosse obbligata a vestirsi da uomo ; le beneficiate farebbe a
sua
scelta in principio, o fine delle Piazze, come cr
e prima della riconferma, non dovrebber in esso farsi innovazioni, a
sua
insaputa. Il Direttore, qualunque fosse, non dovr
alunque fosse, non dovrebbe aver diritto d’imporle l’esecuzione della
sua
parte ; volendo ella eseguirla secondo gliela det
Ristori gli scriveva da Roma : « Nei nostri cuori fece gran senso la
Sua
lettera, ed in modo speciale nel mio, chè cresciu
lora che « come un baleno — è lei che lo dice — da un cantuccio della
sua
mente scaturì l’ardito progetto di andare in Fran
nti, primo dei quali la divisione con lui, nel caso di perdita, della
sua
parte di utili toccata in Italia. E la riso
e, e la Ristori si diede attorno con tutti i mezzi che le offrivan la
sua
grandezza artistica e il suo nuovo stato per « ri
o marito, per ora, e quindi ma alle distinte e ragguardevoli famiglie
sue
conoscenti, raccomandando onorare di loro appoggi
e della Ristori, fatta tutta di spontataneità, e quel battesimo della
sua
fama le aprì le vie di tutto il mondo. Ecco,
a le regine, ha ricevuto dalla natura tutti i doni necessarj all’arte
sua
. Grande, nobile, di bellezza commovente e appassi
un gesto d’imperatrice, incede come potrebber Pallade o Giunone, e la
sua
voce è una musica piena di soavità, o di forza, s
al pianto, anche quando non la si comprende, con l’espressione della
sua
faccia, e la melodia del suo organo di fisarmonic
sarmonica…. Questo per le doti fisiche. E per le intellettuali : Le
sue
ispirazioni sono sublimi, ella trova nelle sue pa
le intellettuali : Le sue ispirazioni sono sublimi, ella trova nelle
sue
parti ciò che l’autore stesso non aveva indovinat
cetta, perchè le ripugnano ; ed ella vuol sempre identificarsi con le
sue
eroine…. Il d’Heylli nel suo Journal intime d
o un de' più grandi ammiratori della Ristori. L'ho veduta in tutte le
sue
parti, e non ho lasciato alcuna delle sue rappres
ri. L'ho veduta in tutte le sue parti, e non ho lasciato alcuna delle
sue
rappresentazioni. Posso dire di doverle molto, po
tusiasmi ebbero anche il loro rovescio, e Lemercier De Neuville nelle
sue
Figures du temps (Paris, Bourdilliat, 1861), non
lei grandissimo e venerato. Ebbe tre fratelli che seguiron l’arte
sua
: Carolina, moglie di Pasquale Tessero (V.), nata
Enrico, artista egregio alcun tempo per le parti amorose al fianco di
sua
sorella, poi impiegato ferroviario, nato a Voltri
teatro, essa fu con Luigi Vestri prima donna assoluta, affermando la
sua
sovranità nell’arte dell’età sua ; e mortole il m
prima donna assoluta, affermando la sua sovranità nell’arte dell’età
sua
; e mortole il marito nel ’25, si mise a capo di
e di Euriclea nella Mirra dell’Alfieri, colla quale aveva iniziato la
sua
gloriosa carriera. Morì la notte dal 23 al 24
so anno, improvvisamente, e s’ebbe in Santa Croce esequie solenni. La
sua
salma riposa nell’ esterno della chiesetta di S.
rola, così nella tragedia, come nella commedia e nel dramma ; e nella
sua
grandezza, modestissima. A siffatta modestia il R
recitava al Comunale. Mario Consigli, nel compilar la biografia della
sua
illustre concittadina, ricorda la potenza d’arte
ella da essa spiegata il 13 marzo agli Avvalorati, rappresentando per
sua
beneficiata la Mirra di Alfieri. « Quando al quin
fu, gli occhi riaprisse, in vedere quali cenci indossa la sciagurata
sua
figlia, talchè le vergogne fan mostra, generosa a
hierella per nome Annina, che le era stata raccomandata da persona di
sua
famiglia. Una lettera intima della celebre Pella
comincia così : La sera che mandai al Bonsaver la mia per unire alla
sua
, ricevetti la scatola benedetta e sospirata, non
n fece i soliti progressi con la solita rapidità, forse per la tempra
sua
di uomo freddo, calmo, che si rispecchiava su la
ttutto le sdolcinature dell’innamorato romantico. Per questo forse la
sua
carriera, che fu lenta fino all’entrata in Compag
a Compagnia Casilini e Meschini. Un anno di transizione. Pasta, nella
sua
austerità, nella sua perspicacia, nella sua fredd
e Meschini. Un anno di transizione. Pasta, nella sua austerità, nella
sua
perspicacia, nella sua freddezza, presentiva tutt
transizione. Pasta, nella sua austerità, nella sua perspicacia, nella
sua
freddezza, presentiva tutti i requisiti del capoc
quistato un palazzo e de' poderi nel trevigiano, e quivi stabilita la
sua
dimora « lungi dal pensier del teatro ». Non si c
dimora « lungi dal pensier del teatro ». Non si conosce la data della
sua
morte ; ma egli viveva ancora il 1790, del qual a
u avuto in gran pregio non solo come attore, ma altresì come uomo. Fu
sua
l’idea di far andare il Goldoni a Parigi, dopo il
sanguare la povera commedia italiana che dava i segni manifesti della
sua
prossima fine di anemia ; e n’ ebbe infatti incar
veneziano già ammiratore e conoscitore dei di lui pregi, lasciata la
sua
cara patria, ov' era accarezzato, festeggiato, ap
a a provvedersi di una nuova prima attrice. E ci venne di fatti, e la
sua
scelta cadde su Teodora Ricci (V.), la moglie del
a mostrare l’eccellenza del suo cuore, cita il fatto ch'egli allevò a
sue
spese una bimba, e la mise in grado di entrare ne
. Fu accettato ; e tanta misericordia destò in lui coi racconti delle
sue
avventure, e tanta stima si procacciò coll’obbedi
daron parti di generico e di secondo amoroso ; e si notaron subito le
sue
attitudini spiccate alla scena. Da'secondi amoros
opere. Pietro Monti, completamente illetterato, chè l’avventurosa
sua
adolescenza gli aveva chiusa ogni via da istruirs
e nerissimi, proporzionate ed armoniche le forme della persona, e la
sua
voce, la quale nella conversazione comune era d’u
r passar da quella esistenza creatasi con la fantasia, nell’esistenza
sua
propria. A queste parole vanno unite alcune sest
la propria salute : bel sacrifizio in vero che egli tributa all’ arte
sua
, e per la quale si fa tanto pregiare ed amare da
amare da tutti. Un degli ultimi tratti di follia che determinaron la
sua
entrata nell’ ospedale de' pazzi de' Ponti Rossi,
llusione si presentò una mattina al Palazzo Reale per voler parlare a
Sua
Maestà. Il portinajo ignorava lo stato della sua
per voler parlare a Sua Maestà. Il portinajo ignorava lo stato della
sua
mente, e gli disse che il Re era in colloquio col
del secolo xvii, fu al servizio del Duca di Modena con Anna Arcagnati
sua
moglie, detta in commedia Rosaura. Abbiamo di lui
dese per la stagione di Pasqua a Napoli, ove sarebbero andati a tutte
sue
spese con teatro e abitazione per la Compagnia, p
ioni molto vantaggiose, si dichiarano pronti a eseguire gli ordini di
Sua
Altezza, raccomandandosi in ogni modo, acciocchè
’ assalto l’11 marzo, e questa volta ricevettero dalla Munificenza di
Sua
Altezza per mezzo del medesimo abate quarantacinq
archese Decio Fontanelli lire 360, per darle alla Rosaura in conto di
sue
provvisioni, che dovevan principiare a decorrere
i gli eroi della Serenissima Casa Estense, Epilogata nella persona di
Sua
Altezza Serenissima. Alla coltura del Savorini a
lettera al Duca di Modena, in cui si lamenta di non aver ricevuto la
sua
parte del donativo passato ai comici, e dice di a
carità convenevole, volere andare a trovare la sacra M. della Regina
sua
sorella, e portarli un santo Ritratto qual dovevo
dovevo portare alla felice memoria dell’ Imper. Leonora, come da una
sua
lettera che tengo può vedere, e l’ assicuro che g
al Teatro Milanese del quale fu una vera colonna fino al giorno della
sua
morte, avvenuta per sincope, a Firenze, sulle sca
, il disegno, il colore della caricatura popolare. Chi non ricorda le
sue
crinoline, le sue cuffie, i suoi scialli, gli sco
olore della caricatura popolare. Chi non ricorda le sue crinoline, le
sue
cuffie, i suoi scialli, gli scozzesi inverosimili
fu appunto nella primitiva compagnia quello che è il Ferravilla nella
sua
: il personaggio più atteso, più gustato, più app
legge : La Giovanelli era stata maritata, ora era vedova. Partorì la
sua
bambina nel camerino suo del Teatro Milanese. Men
a, fu subito scritturato pel venturo anno in qualità di amoroso, e le
sue
prime prove furono disastrose ; ma il Mascherpa,
fischi e corbellature ; ma poi, fatto il pubblico l’orecchio a certe
sue
stridule intonazioni, ne divenne in breve il beni
ule intonazioni, ne divenne in breve il beniamino, soprattutto per la
sua
grande versatilità, mostrandosi ugualmente egregi
21, quand’egli era semplice generico in Compagnia Iob, accennano alle
sue
larghe promesse. Lo vediam primo attore il '47 co
quella bella maga d’ amore, che alletta i cori di mille amanti con le
sue
parole, quella dolce sirena, ch' ammalia con soav
oria voleva si recitasse la Cingana, et l’ altra voleva si facesse la
sua
Pazzia, titolata la Pazzia d’ Isabella, sendo che
d’ Este, raccomandandogli la Vittoria, la quale desiderava recitar le
sue
comedie a Padova. E al Cardinal d’Este, scriveva
to Vostra Altezza Ser.ma ha fato scriuer a petrollino et ben che come
sua
humil serua mi douessi aquetare à quanto conosco
he come sua humil serua mi douessi aquetare à quanto conosco esser di
sua
sodisfacione non dimeno astreta da quella pietà c
nassesse, et però à suoi piedi ricorro suplicandola ritornarmi nella
sua
gratia, et l’istesso dico di petrollino, poi che
ndo me et la mia Compagnia suplire al mancamento et pregar Dio per la
sua
conseruatione, che nostro Signore la feliciti. di
are V. A. con la presente con molta caldezza. E con questo fine nella
sua
buona grazia mi raccomando e le bacio la mano. D
edicò, ancor giovine, i due seguenti madrigali, pubblicati poi tra le
sue
rime a Venezia il 1620. Per la Signora Vittoria C
ar beltà celeste indarno aspira Accolse questi accenti la fama, e per
sua
gloria intorno fece risuonar Vittoria.
ediam poi più tardi con la Battaglia insieme a Giacomo Modena. L'arte
sua
somma nel rappresentare il suo personaggio, la fa
egato dal Sacco d’interporsi perchè egli non se n’andasse, lo pregò a
sua
volta, promettendogli di far firmare al Sacco que
più che ricordato è nella prefazione del Re Cervo, in cui, oltre alla
sua
parte di credenziere del Re, rappresenta il vecch
stile per una buona pagina ancora, in cui, dopo avere accennato alla
sua
probità, alla sua amorevolezza, alla sua carità e
na pagina ancora, in cui, dopo avere accennato alla sua probità, alla
sua
amorevolezza, alla sua carità e alla sua religion
i, dopo avere accennato alla sua probità, alla sua amorevolezza, alla
sua
carità e alla sua religione, parla della sua erud
nnato alla sua probità, alla sua amorevolezza, alla sua carità e alla
sua
religione, parla della sua erudizione nella stori
a sua amorevolezza, alla sua carità e alla sua religione, parla della
sua
erudizione nella storia antica e moderna, e delle
ne, parla della sua erudizione nella storia antica e moderna, e delle
sue
attitudini allo scrivere in verso. Le parole tras
Commedia improvvisa dell’Arte ». Dovè nascere dunque verso il '20. La
sua
fine fu delle più misere. Pare che la maschera di
rnandicco Spagnuolo…… Si recò la prima volta a Parigi nel 1571 colla
sua
compagnia, secondo un documento del 15 settembre
re in considerazione del piacere che procuraron colle loro commedie a
Sua
Maestà. Francesco Bartoli e altri fecer di Zan Ga
non mancano. Il De la Fresnaye Vanquelin dice nel secondo libro della
sua
Arte poetica : …………… Ou le bon Pantalon, ou Zany
Zany dont Ganasse Nous a représenté la façon et la grâce…. e in una
sua
satira al De Sanzay, lo dice il buon Ganassa. Il
accenna a lui, divenuto ricco in Ispagna ; e il Padre Ottonelli nella
sua
Cristiana moderazione (Tom. II, pag. 37) : Io a
nte la brigata ; onde guadagnò molto in quelle città, e dalla pratica
sua
impararono poi gli Spagnuoli a fare le commedie a
lieutenant du petit criminel — pubblicato dal Fournier il 1865 nelle
sue
Variétés historiques et littéraires, è detto in n
nella Compagnia Solmi e Pisenti. G. B. Cipro, in un articolo su certa
sua
Maria Nienfour recitatasi al Malibran di Venezia
stri, uno dei cognati. In quella Compagnia la Virginia Marini fece le
sue
prime armi. Le cose andate a male, abbandonò poi
n suo grande rincrescimento l’arte militante ; e si ritirò a Perugia,
sua
patria, ove fu nominato Direttore della Filodramm
morato, prima nella Compagnia de’Gelosi, poi dei Confidenti. (Vedi la
sua
lettera a D. Giovanni De Medici al nome di Antona
scere non bisognar dormire ogni sonno a chi vuole per mezzo dell’arte
sua
farsi onore. E questa, in risposta a uno di lui,
mmedia. Nel libretto delle Rime varie sono le maggiori notizie della
sua
vita. Il luogo di nascita ci dice egli stesso in
ogo di nascita ci dice egli stesso in un sonetto A Cividal del Friuli
sua
patria in occasion di guerra civile, e ci ripete
de’ suoi infortunij da che nacque fino all’anno quarantesimo sesto di
sua
età, e la conchiude con la morte della figliuola.
figliuola. Canzone che riferisco intera, come quella d’onde trasse le
sue
notizie Francesco Bartoli : Acquetar non si può
fu poi disgiunta Da chi togato altrui sembrava Lince, Ed era talpa in
sua
ragion non franco ; Onde mi volsi ad essercizio i
co Che direste pel ver, ch’espresso io dico ? Anzi non dico a pien di
sua
figura Il perduto vigor, che si vi piacque, E sì
lla ; Cui freschissime rose in calde brine Date dal ciel, divine Fean
sue
sembianze ; e non vegg’io chi merte A par di lei
, divine Fean sue sembianze ; e non vegg’io chi merte A par di lei in
sua
innocenza bella. Perduta io l’ ho, nè più trovar
ovanni Pelesini, per l’opera loro prestata durante cinque mesi. Della
sua
patria, dell’arte sua, e del suo stato assai mise
’opera loro prestata durante cinque mesi. Della sua patria, dell’arte
sua
, e del suo stato assai miserevole discorre egli n
nor, io sono un, che sempre in comedia s’innamora : Ma così Dio della
sua
grazia il dono mi conceda benigno come mai non se
che co’ suoi modi pargoletti in fasce un’ Aurora bambina rassomiglia.
Sua
ventura ha ciascun dal di che nasce, disse ’l Pet
lio dei di lei genitori volle sposarlo ; ma ben presto si penti della
sua
scelta. Era essa chiamata nella sua patria la bel
lo ; ma ben presto si penti della sua scelta. Era essa chiamata nella
sua
patria la bella Cappellarina, perchè figlia di un
si sicura colà, si recò nascostamente a Forli presso di una cugina di
sua
madre. Ma temendo sempre di esser troppo vicina a
r troppo vicina al marito, si offri al capo comico Brangi, che con la
sua
Compagnia occupava il teatro di quella città, com
ti di Pantalone, recitò sotto le spoglie di tal personaggio sino alla
sua
morte, avvenuta il 1670, come s’ha ragion di cred
gnia che vi esordì il 10 agosto del 1653 ; ma erronea è la data della
sua
morte. L'annunzio di Robinet si riferisce certo a
conviene essere importuno a V. S. Ill.ma, pregandola significarmi la
sua
volontà, acciò possi risolverlo, dicendomi questo
nire guadagnare la parte che la merita quanto ogni principiante della
sua
conditione, supp.co la sua gentilezza di risposta
e la merita quanto ogni principiante della sua conditione, supp.co la
sua
gentilezza di risposta mentre mi sottoscrivo Di
risse or son pochi mesi, la quale rispecchia tutta la benignità della
sua
natura, e con essa tutta la geniale semplicità de
tà della sua natura, e con essa tutta la geniale semplicità dell’arte
sua
: Nata…. nel '52…. brrrr ! Papà mio, Giovanni Za
Notate questa originalità : era veneziano puro sangue, fanatico della
sua
città, e non era buono di dire una parola in vene
a su me sola che lei poteva fare assegnamento : si trovava presso una
sua
sorella, aspettando che mio fratello avesse trova
i immota. Le frasi degl’interlocutori sono accompagnate sempre da una
sua
occhiata, da un suo sogghigno, da una sua interie
accompagnate sempre da una sua occhiata, da un suo sogghigno, da una
sua
interiezione, da un suo atto qualsiasi di protest
te le parole di quegl’interlocutori. Così ogni particina piglia nelle
sue
mani importanza di una gran parte ; e il personag
accorgere, vedendola più sere in uno stesso lavoro. La vivacità della
sua
dizione, la snellezza della sua figurina, l’agili
uno stesso lavoro. La vivacità della sua dizione, la snellezza della
sua
figurina, l’agilità dei suoi movimenti, l’eloquen
a della sua figurina, l’agilità dei suoi movimenti, l’eloquenza della
sua
espressione la fan parere ancor giovinetta ; spec
astuta del Castelvecchio, in cui ella profonde tutto il tesoro delle
sue
grazie, richiamando alla memoria le monellerie de
te La Passalacqua. Figlia di Alessandro d’Afflisio, diventò, sotto la
sua
direzione (Fr. Bartoli, op. cit.), comica valoros
ome al proposito della rappresentazione dell’Assemblea letteraria, la
sua
voce fosse falsa, la sua maniera monotona, e la s
ppresentazione dell’Assemblea letteraria, la sua voce fosse falsa, la
sua
maniera monotona, e la sua fisionomia smorfiosa.
ea letteraria, la sua voce fosse falsa, la sua maniera monotona, e la
sua
fisionomia smorfiosa. Quando dalla Compagnia Grim
e nelle parti di cameriera. Visto che dal Goldoni poteva dipendere la
sua
maggiore o minor fortuna artistica, si diede a ci
di Modena, ove morì poverissima nel’60 circa. Molto probabilmente era
sua
ava quella Elisabetta D’Afflisio che recitava a V
ertini, della quale faceva parte Enrico Capelli e Giuseppina Ferroni,
sua
moglie, e nella quale stette fino a tutto il carn
oltre al Rossi, la Campi, la Zerri-Grassi, la Migliotti, divenuta poi
sua
moglie a Genova nella quaresima del’73, la Bernie
ena, egli non rilegge all’ uscio d’ entrata o non ripete a memoria la
sua
parte per addentrarsi nel personaggio. E che deli
mutarsi in esagerazione o in posa, se non si conoscesse pienamente la
sua
buona fede. Nemico per principio, o per consuetud
ol dell’ effetto, ma dell’ interesse. Nè Claudio Leigheb costringe le
sue
doti nei confini del teatro. Dotato di un singola
pupazzetta con correttezza e spigliatezza incredibili, mettendo nelle
sue
macchiette quel sentimento che manca assai volte
do di non poter finir meglio questo breve cenno, che riferendo qui le
sue
parole : Claudio Leigheb è l’attore comico più
e a questo si congiunga alcun che di serio : coscienzioso esercita la
sua
arte religiosamente, e l’unico appunto che mi per
no di cavalleria ; e desiderando « sposare in seconde nozze una delle
sue
cugine della città di Capua, non potè mai averne
contento di quel che gli assegnava il padre, talvolta a soddisfar la
sua
gola, rubavagli le scatole d’orvietano, e rivende
oni, ecc. ecc….. Andata la compagnia a Mantova, egli riuscì coll’arte
sua
e co’suoi inimitabili scherzi a conquistar l’anim
E gli fu Flora il fato, per alludere a un’abbondante fioritura nella
sua
famiglia. Passò da Firenze, dopo alcun tempo, a M
aveva circa due anni, era di pessimo umore, e nulla poteva calmar le
sue
grida e il suo pianto. Scaramuccia ebbe l’animo d
a si chetò come sorpreso, poi cominciò a ridere, e rider tanto che la
sua
smodata ilarità lasciò alcune traccie poco piacev
o (?) detto Scaramuccia, con una compagnia comica che molto piaceva a
Sua
Maestà e ai Francesi. Un figlio di Scaramuccia er
cia. Quando Molière tornò il ’58 a Parigi, dovuto abbandonare dopo la
sua
prigionia pei debiti ch’egli s’era assunti della
il ’64 come stipendio di quell’ anno, finito in giugno, per lui e per
sua
moglie. E quattrocento n’ebbe lo stesso anno pel
scrittura fiorilliana, metto qui la lettera con cui egli annunzia la
sua
andata in Italia, e precisamente a Firenze, in ca
i annunzia la sua andata in Italia, e precisamente a Firenze, in casa
sua
, comunicatami dal cav. Azzolini. [http://obvil.g
o che gli è riuscito avere una lettera di chacet dal Re per cavare la
sua
douna dal Refugio e l’ ha messa, d’ordine però de
er non essere osservato, perchè non si fida, e teme, a ragione, della
sua
vita. Questo volentieri lascerebbe il padre che f
più duro che il cuore di Faraone, maledice chi gli ha fatto levare la
sua
donna, che quello che diede al suo figlio fu un p
iglio ; io li risposi che quello mi diceva a me non riguardava che la
sua
coscienza, che a questa doveva rimediar lui con i
urco, che più è vecchio innamorato ! Il figlio scriverà una lettera a
sua
madre che piglio la libertà di mandarli qui ; gli
sto. Non è la prima volta che V. S. mi ha maltrattato per causa delle
sue
donne perchè ancora al Palazzo reale V. S. mi cac
l’ Hostel di Villa2 e come costà muore la Marietta, volere sposare la
sua
donna che è a Scaliot, ma fra tre mesi sarà per m
la faccia maritare quanto prima, perchè se costà venisse a mancare la
sua
moglie certo la sposerà e li farà donazione di tu
e 20 doppie che mi ha promesso, subito arrivato a Firenze, in casa di
sua
madre non avesse sborsato la detta somma a Carlie
partisse lo voleva vedere, perchè il figlio desiderava domandarli la
sua
benedizione ; questo non vuolse mai, e quando ha
lui, perchè non l’ha visto e dice che vuol lasciare tutto il suo alla
sua
donna. Adesso che la Granduchessa ha le mani in q
ssa6 sottoscrisse i biglietti di Mons. Oppede. Vi trovai Scaramuccia.
Sua
Altezza lo sgridò come un miserabile, ma, come è
eplicò che toccava al Re far tale parte. Madama suddetta le rispose :
Sua
Altezza ne parli al Re ; che lei rispose : Io non
Altezza ne parli al Re ; che lei rispose : Io non ne voglio parlare a
Sua
Maestà se non ce lo vuole lo mandi via lui. Poi c
suo sig.r figlio. Mi dissero a giorni passati in casa Valenti che la
sua
donna è gravida di due mesi ; è stata e sarà semp
simo, ne stia secho V. S. III.ma ragione, e poi decida. Rispondo alla
sua
morale et amorevolisima letera delli 6 caduto e n
n uno altro convento dove sia esente dalla penuria in che si trova, e
Sua
Maestà ch’è un Prencipe nelle relacione incorotto
avrei uno eterno rimorso se non l’avesse fatto. Sono homo, e Dio, per
sua
devina misericordia, mi ha dato tanto lume per di
ontà di V. S. Ill.ma io vengo a suplicarla di farglila rechapitare in
sua
mano e ottenerne la risposta a ciò non (qui è par
è cagione che io sono ancora in Pariggi. Io averei molto a dire de le
sue
disubete[n]ce e pocho rispeto che mi à senpre por
, basta a dirle che se lui non partiva sarebe morto in prigone per le
sue
infamità. Doppo averli dati nove mila franchi che
ità e bontà di S. A. S. che per molti anni mi a senpre continovato le
sue
grace. Al mio arivo paleserò la vita disoluta e i
la mia. Rendo infenite gratie a V. S. Ill.ma de’ boni avertimenti che
sua
bontà mi dà sopra l’anima e riposo della vecheia.
notaro in mano il denaro il furbo me lo sequestrò con dire ch’ è roba
sua
per averli io fato la deta donacone ed io in cole
esimo a parole e l’ultima parola mi dise ch’ero un becho e fugi ne la
sua
camera e se serò e la notte nel Ripo fugi cho le
cho e fugi ne la sua camera e se serò e la notte nel Ripo fugi cho le
sue
robe ed io con il comesario chon testimoni cavai
zare i capelli a chi le sentise, ma a bocha spero di tratenerlo nelle
sue
infamità e fenito questa lite meterò le ale e ver
te a V. S. Ill.ma come sono risoluto di pasarmene a casa e subito che
sua
Maestà sarà de ritorno chiederò la mia licenca. D
ogni momento deriso, battuto e derubato. Tiberio Fiorilli offrì colla
sua
vita avventurosa, col suo valor teatrale, e il su
pe. « Napolitano. Recitò da innamorato spiritosamente ne'Teatri della
sua
Patria, e riuscì un ottimo Commediante. Fu nella
nia diretta da Antonio Fiorilli, in cui ebbe campo di far spiccare la
sua
abilità, specialmente nelle Commedie all’improvvi
lle Commedie all’improvviso. Una sera dopo d’aver recitato, perdè con
sua
gran meraviglia la vista, senza avervi avuto alcu
di nuovo a Bologna presso il Bentivoglio, il quale scriveva che « la
sua
fama si fa immortale per tutta Italia. » Forse l’
li solo era al servizio del Marchese di Mantova, ma tutta la famiglia
sua
, che prendeva parte con lui alle rappresentazioni
so I e moglie di F. Gonzaga, illustrissima et eccellentissima Madonna
sua
patrona osservandissima, per darle ragguaglio di
ano nostro introe in sala, con un’altra Representazione, per lui e di
sua
famiglia composta tutta, perchè nel triunfale cur
Pudicicia aveva quattro figlioli, due maschi e due femine, essendo la
sua
figliola maggiore ne la summità del curro colloca
oncernere le cose spirituali e temporali, perchè accolto in seno alla
sua
famiglia e ammesso alla sua tavola, ov’egli mangi
e temporali, perchè accolto in seno alla sua famiglia e ammesso alla
sua
tavola, ov’egli mangiava e beveva come se fosse s
ola, ov’egli mangiava e beveva come se fosse stato di casa, spinse la
sua
brutalità a tal segno da fare a più riprese indeg
zzeri, i quali alle sette di sera lo aspettarono, appostati presso la
sua
casa ; e l’insultarono, e miser mano alla spada….
umato il signor Giacinto Bendinelly, detto Valerio, uno dei comici di
Sua
Maestà, della compagnia italiana, morto in via S.
l pubblico all’ entusiasmo ; ma la Cagliero aveva certe maniere tutte
sue
, certe inflessioni di voce così spontanee, così i
care. Bene : la Cagliero giovanetta, nova dell’arte, sin dalle prime
sue
prove su la scena, esercitava già su di me e di t
i ricercato in lei. Se aveva da ridere, lo faceva di gran cuore, e la
sua
risata argentina si comunicava subito negli spett
, sinceramente, sul serio, e a quelle di lei mescolava il pubblico le
sue
lagrime ch’era un gusto a vederle. Quell’aurea se
posta pel teatro, si fermò ben poco sulle tavole del palcoscenico. La
sua
rapida apparizione dinanzi ai lumi della ribalta
col quale la troviamo e il’ 39 e il’ 42 : e tanto progredì nell’arte
sua
, che non ebbe chi la superasse, pochissime che l’
, amò di essere seconda in primarie. Per tal modo ella passò tutta la
sua
vita artistica in cinque sole Compagnie : di Pese
o la sorella Angiolina celebre cantante, ch’ella avea fatto educare a
sue
spese nell’arte lirica, n’ebbe in compenso eredit
egno, non solo rotondi, ma concavi ancora. Fu molto applaudito per le
sue
facezie e pe’suoi lazzi ridicoli e gustosi. Termi
ito per le sue facezie e pe’suoi lazzi ridicoli e gustosi. Terminò la
sua
vita intorno all’anno 1745. »
CXXIX), e in Ispagna l’ '88 col fratello Tristano, come abbiam da una
sua
lettera alla madre del 18 agosto, di cui lo stess
attore, a bastanza ne abbiamo come uomo e come marito, in due lettere
sue
da Milano del 27 ottobre '91 e da Caravaggio del
d’arte Leandro, come di lui homo dabene et che sempre fece onore alla
sua
patria, e la disonestà di Margherita, amante di G
e mesi in circa, à visso sempre de mio con il vivere ch' io mandavo a
sua
moglie, et egli atendeva a godere e star alegrame
r alegramente sapendo bene de dove veniva la robba, et comportava che
sua
moglie stesse da me et venisse alla mia abitation
voglio ch' egli viva de mio, mena rovina et parla di ricorso al Alt.ª
Sua
, et di più per haverli fatto sapere che quella ca
fitto (come mostrarò) et che se ne proveda d’una, tratta alla peggio
sua
moglie, con farli quella mala compagnia che S. A.
1568 e '69, e a Vienna il '70, '71, '74 ; ed ebbe titolo di Attore di
Sua
Romana Imperial Maestà (V. K. Trautmann, I Comici
. Si sa ancora di lui ch' ebbe un figliuolo dalla Polonia di Vicenza,
sua
moglie (e moglie poi di Valerio Zuccato ? O Zucca
divisa dal marito si unì a Tabarin, e si fece passare all’estero per
sua
moglie ?), il giovedì 25 settembre 1572, a cui fu
nel suo banco una scena, vi faceva recitar da dieci persone e a tutte
sue
spese comedie ; e pel concorso grande che vi era
lle maschere, egli era il bastardo di un cardinale romano ; cosa che
sua
madre riuscì a tenergli nascosta sino a ch' ei no
ne, non so per quale circostanza, a conoscere la verità, e seppe come
sua
madre vivesse esclusivamente di una pensione che
e il registro su cui era iscritta la partita e ne stracciò la pagina.
Sua
madre non lo rivide più. Da Milano andò a Venezia
io rimando allo Jal, che al nome di Tabarin, mette il resultato delle
sue
lunghe ricerche, colle quali, per lo meno, ha pot
, contemporaneo di Mondor, fatta nella prima giovinezza, poco dopo la
sua
andata da Tours a Parigi, nè con quella della sta
ità, lasciò in Francia la commedia quasi nella fanciullezza. Le prime
sue
sette commedie poco interessanti e difettose, ebb
ino al 1652 cominciò Giambatista Poquelin detto Moliere a girar colla
sua
comitiva per le provincie, e nel 1653 rappresentò
acevoli benchè irregolari, delle quali rimasero i soli nomi. Le prime
sue
commedie che tirarono maggiormente l’attenzione d
olò Barbieri detto Beltrame nel 1629 diede alla luce per le stampe la
sua
commedia l’Inavvertito 12, la quale servì di mode
entazioni colla tragedia del Nicomede di P. Cornelio, e con una delle
sue
farse il Dottore innamorato; ed il modo di rappre
ta che questo monarca che si trovava nel trentesimosecondo anno della
sua
età, comparve in teatro a ballare scosso da alcun
quarta rappresentazione che se ne fece il dì 17 di febbrajo, morì in
sua
casa questo principe della commedia francese, ess
alla seria, appena ebbe veduto il teatro di Borgogna che manifestò la
sua
inclinazione verso la scena. Coltivò i suoi talen
ionare, ed analizzare, che si vede trionfar nella maggior parte delle
sue
opere. E chi gli negherà il talento filosofico ov
sagace di mostrar di perdersi in esso per celare i suoi ordigni e le
sue
forze; non fu quella filosofia che fa pompa del s
e fa pompa del suo compasso, de’ suoi calcoli e dell’ austerità della
sua
dottrina. La filosofia di Moliere e di ogni uomo
d arricchire il suo tesoro comico. Intorno a’ caratteri diversi delle
sue
favole è d’avvertirsi che egli da prima accomodò
sti per raffigurarvi il Tartuffo, se l’autore non avesse voluto nella
sua
favola aggruppare gli eventi che nascono da una s
rui invenzioni, accomodandole così acconciamente al suo tempo ed alla
sua
nazione, che quando non lavorava con fretta, gli
on lavorava con fretta, gli originali sparivano sempre a fronte delle
sue
copie. Niuno al pari di lui possedeva l’arte di s
comici. La poca felicità notata da’ critici nello scioglimento delle
sue
favole; qualche passo dato talvolta oltre il veri
nel fiorir di Moliere. Contando egli nel 1653 il diciottesimo anno di
sua
età diede al teatro le Rivali favola tessuta alla
coquette rappresentata con gran concorso nel 1664 è la migliore delle
sue
commedie, ma troppo lontana dal mettersi in confr
zarla per coquette? L’autore ebbe principalmente in mira di tesser la
sua
favola sul disgusto di due amanti procurato per f
i rende poco credibile. Il Goldoni introdusse questo carattere in una
sua
favola, facendolo comparire pochissime volte, com
Agostino Brueys, benchè morto nel 1723, passò la maggior parte della
sua
età nel secolo XVII, essendo nato in Aix nel 1640
Giardiniere galante, sono le di lui commedie più pregevoli. Tutte le
sue
favole vanno impresse in dieci volumetti, ma si s
uvelles di Vizè. 15. Numerando il sig. ab. Andres nel III tomo della
sua
opera su di ogni letteratura le favole francesi r
egli è piccolo, molto piccolo, inverosimilmente piccolo, tanto che la
sua
statura fu nell’inizio della sua vita artistica u
verosimilmente piccolo, tanto che la sua statura fu nell’inizio della
sua
vita artistica un grande ostacolo a farlo entrare
rare in una Compagnia rispettabile come quella di Moro-Lin, che fu la
sua
prima e grande e ben giustificata aspirazione. Na
non gl’impediscono di portar sempre e dovunque il magistero dell’arte
sua
, con predominio di note schiettamente gaje, sia c
te gaje, sia che il buon gusto del pubblico gli conceda di spiegar le
sue
doti ne'capolavori goldoniani (oggi [1905] ne ha
agni al Lido, o nell’Albergo del Libero scambio aggiunga alcuna delle
sue
strampalerie, qualche suo granellin di pepe ? A l
giubbe di ogni specie, di spadini lucenti, di parrucche, vicino alla
sua
tavola di truccatura, sulla quale, accanto ai bar
rge, è una buffonata nostra o forastiera che tramonta…. E così, mercè
sua
, Goldoni rivive sulla scena, di vita, se non anch
gliarda, non più tisica certo, come pochi anni a dietro…. Così, mercè
sua
, il vecchio teatro dell’Armonia di Trieste riceve
a con artisti veneziani e repertorio goldoniano, va acquistando nella
sua
mente e nel suo cuore luce e vita per modo da occ
Scritturatosi quale secondo amoroso, ebbe subito campo di mostrare le
sue
forti attitudini, non discompagnate da ottime qua
astuto Zanni. Ebbe numerosa famiglia, di cui era composta per metà la
sua
compagnia. Morta la moglie, maritò due figlie, un
coltà materiali, pur troppo ad esse più specialmente dovè la immatura
sua
fine. Di lei così scrisse un acuto critico di art
’un’ anima nobile, tormentata, infelice. Chi potrà mai dimenticare le
sue
occhiate lunghe e profonde e le sue grida appassi
ice. Chi potrà mai dimenticare le sue occhiate lunghe e profonde e le
sue
grida appassionate rotte dal pianto ? In lei trov
nificava in una forma continuamente elegiaca. Nelle intonazioni della
sua
voce, nel gesto, nel muover degli occhi parea riv
dell’epoca e che il Taine ci ha così stupendamente risuscitata nella
sua
storia del Vecchio regime. Ciò doveva accadere na
ell’attrice romantica drammatica. Non era bella, ma la mobilità della
sua
fisonomia era tale, che appariva quello che ella
guardo or scintillante, or languido, esprimeva la gioja e il dolore a
sua
voglia o capriccio : di una mobilità eccezionale
nel corso di 38 anni (con poca intermitenza) sempre servito alla S.ma
sua
Casa. Servij all’A. V. mentre era nel ventre dell
e della madre, et spero di servir nel ventre della Ser.ma Consorte la
sua
prole, che N. S. voglia, che sia in breve come lo
etta. Lo troviamo sul finir del 1595 a Firenze, come appare da questa
sua
lettera, diretta allo jll.mo et ecce.mo mio S.r e
uenghino da sogeto cossi basso come è il mio, pur mi affida la Gracia
sua
è la vecchia seruitù ch’io le tengo, che se non l
pre gli fui) suisserato seruitore, è pregherò sempre per lei è per la
sua
felliccissima famiglia che jddio la prosperi e co
al suo ambasciatore alla Corte Messer Trajano Guiscardi, Fritellino e
sua
moglie come i migliori personaggi non solo della
di, Fritellino e sua moglie come i migliori personaggi non solo della
sua
compagnia ma di tutta Italia. A Parigi recitava p
i Pier Maria Cecchini s’abbia una parola di lode concernente l’indole
sua
: ma è anche la volta in cui lo vediamo padrone a
one assoluto della compagnia. E, senza dubbio, il miglior tempo della
sua
vita artistica fu codesto appunto, e quello (1613
, e per rinforzarla di miglior gente, come un Pavolino Zanotti. Ma le
sue
forze questa volta si trovaron misere di fronte a
el suo primo viaggio in Francia gli aveva procurato il Cecchini colle
sue
lamentazioni. Forse, chi sa, anche la seconda vol
orza d’intrighi, e certo entusiasmò il pubblico e la Corte con l’arte
sua
. E questo ufficio accordatogli dal Duca, e questi
, il Martinelli, anima indemoniata, non gli perdonò più : e mostrò la
sua
superiorità morale, uscendo trionfante nella lott
buona riuscita per parte del Cecchini, ove il Duca si attenesse alle
sue
proposte, vediamo il Pantalone rimanere in compag
dotto per recarsi da Torino a Milano a esercitar con sicurezza l’arte
sua
; dacchè si trova a esser bandito in contumatia d
sì ben tanto, che niuno dopo me amo più di voi. A chi sparlava della
sua
nobiltà avuta dall’ Imperator Mattia, risponde (L
che mi scrivete, che s’ han fatto molti nell’arrivo della nuova, che
Sua
Maestà Cesarea m’ ha privilegiato di Nobiltà, non
Ludovico, ecc.). Nulla ci ha detto sul modo di rappresentare la parte
sua
in genere, alla quale solo è accennato al princip
a, i quali mostran come al Cecchini stesse a cuore l’estetica in ogni
sua
parte, e i quali potrebber senza togliere e aggiu
a spezie di gente, di che fa menzione l’eccellentissimo Garzoni nella
sua
Piazza Universale del Mondo, che si vede per le c
sorte si parla solo fra sè stesso, si dee andar discorendo, se della
sua
donna si querella, alla casa di quella si volta g
Circa al merito artistico del Cecchini, scrive Domenico Bruni nelle
sue
Fatiche comiche : Ma che dirassi di Pietro Maria
la Sacratissima Maestà dell’Imperatore Matias fu dalla Cesarea Maestà
sua
con privilegio amplissimo ammesso nel numero de’N
ità, lasciò in Francia la commedia quasi nella fanciullezza. Le prime
sue
sette commedie poco interessanti e difettose ebbe
ino al 1625 cominciò Giambatista Poquelin detto Moliere a girar colla
sua
comitiva per le provincie, e nel 1653 rappresentò
cevoli benchè irregolari, delle quali rimangono i soli nomi. Le prime
sue
commedie che più tirarono l’attenzione del pubbli
olò Barbieri detto Beltrame nel 1629 diede alla luce per le stampe la
sua
commedia l’Inavvertito b, la quale servi di model
Quinault. La commedia di Niccolò Secchi milanese forni al Moliere la
sua
del Dispetto amoroso; ma l’italiana termina assai
entazioni colla tragedia del Nicomede di P. Cornelio, e con una delle
sue
farse il Dottore innamorato; ed il modo di rappre
ta che questo monarca che si trovava nel trentesimosecondo anno della
sua
età, comparve in teatro a ballare, scosso da’ ver
quarta rappresentazione che se ne fece il di 17 di febbrajo, morì in
sua
casa questo principe della commedia francese, ess
alla seria, appena ebbe veduto il teatro di Borgogna che manifestò la
sua
inclinazione verso la scena. Coltivò i suoi talen
gionare ed analizzare, che si vede trionfar nella maggior parte delle
sue
opere. E chi gli negherà il talento filosofico ov
sagace di mostrar di perdersi in esso per celare i suoi ordigni e le
sue
forze; non fu quella filosofia che fa pompa del s
he fa pompa del suo compasso, de’ suoi calcoli e dell’austerità della
sua
dottrina. La filosofia di Moliere e di ogni uomo
d arricchire il suo tesoro comico. Intorno a’ caratteri diversi delle
sue
favole, è da avvertirsi che egli da prima accomod
o de’ Teatri di Parigi, e l’abate Dubos mentovato dal sig. Bret nella
sua
edizione delle Opere di Moliere. Diceva Dubos che
bbe per raffigurarvi il Tartuffo, se l’autore non avesse voluto nella
sua
favola aggruppare gli eventi che nascono da una s
on lavorava con fretta, gli originali sparivano sempre a fronte delle
sue
copie. Niuno al pari di lui possedeva l’arte di s
comici. La poca felicità notata da’ critici nello scioglimento delle
sue
favole; qualche passo dato talvolta oltre del ver
nel fiorir di Moliere. Cortando egli nel 1653 il diciottesimo anno di
sua
età diede al teatro le Rivali favola tessuta alla
coquette rappresentata con gran concorso nel 1664 è la migliore delle
sue
commedie, ma lontana dal sostenere il confronto d
arla per coquette? L’autore ebbe principalmente in mira di tessere la
sua
favola sul disgusto di due amanti procurato per f
ende poco credibile. Carlo Goldoni introdusse questo carattere in una
sua
favola, facendolo comparire pochissime volte come
Agostino Brueys, benchè morto nel 1723, passò la maggior parte della
sua
età nel secolo XVII, essendo nato in Aix nel 1640
e alla moda, il Cittadino di qualità, il Giardiniere galante, sono le
sue
commedie più pregevoli. Tutte le sue favole vanno
il Giardiniere galante, sono le sue commedie più pregevoli. Tutte le
sue
favole vanno impresse in dieci volumetti; ma si c
e Nouvelles di Vizè. a. Numerando Giovanni Andres nel tomo III della
sua
opera su di ogni letteratura le favole francesi t
la Reale Compagnia Sarda, poi madre nobile, e nel lungo periodo della
sua
vita artistica diè tal prova della versatilità de
il pubblico suffragio nella tragedia, che si adatta mirabilmente alla
sua
bella figura, alla sua fisonomia piena d’espressi
ella tragedia, che si adatta mirabilmente alla sua bella figura, alla
sua
fisonomia piena d’espressione, mercè due occhi ne
rado con molta maestà, e nelle violente espansioni dell’anima dà alla
sua
dizione tutto il fuoco possibile, e non scapitere
Miani Rinaldo. Veneziano. Dall’ arsenale della
sua
patria, dov' era impiegato, passò a recitar le pa
n Cassiano di Venezia fece rappresentare, il 26 dicembre del '97, una
sua
azione spettacolosa, intitolata il Gran Torneo de
sa, a farvi le parti di seconda donna che meglio si attagliavano alla
sua
bella e slanciata figura. Fu poi, nello stesso ru
ove tranquillamente visse fino al 18 dicembre del 1888, giorno della
sua
morte.
rie, e piacevolissima nelle comiche » era stata chiamata a sostituire
sua
madre. E di questa sostituzione così parla il Gol
sostituzione così parla il Goldoni nella prefazione al Tomo XIV delle
sue
opere (Ediz. Pasquali) : …. il cambiamento più r
Bastona figlia, moglie di Girolamo Foccheri, comica eccellente quanto
sua
madre ; ma che oltre l’avvantaggio dell’ età avev
itare. Ella fu presa per prima donna a vicenda colla Romana, com’ era
sua
madre. Recatasi al Falcone di Genova colla Compa
spri insieme ed accorti, resero questa comica sulle scene gradita. La
sua
fama giunse oltre i confini d’Italia, e fu chiama
ne meno il viver suo in Dresda l’anno 1762, il cinquantesimo dell’età
sua
non interamente matura. Secondo il barone ö Byrn
all’entusiasmo ch’ella desta sull’altre in iscena. Il suo sguardo, le
sue
espressioni, il volger del capo, i gesti, l’inces
re/images/rasi_comici-italiani-01-02_1897_img042.jpg] Al finire della
sua
vita artistica, il Corriere della sera di Milano
sulla scena i convenzionalismi della scuola, piacendo anzi per quella
sua
naturalezza spontanea del gesto, del portamento,
ione del signore, aggiungendo il porgere dignitoso. Molta parte della
sua
fortuna la dovette però, come qualche suo compagn
l Marenco. Allorchè alla fine del prologo rispondeva al lamento della
sua
amata, per tre volte, in tono diverso, « Ci verrò
Però recitò con giustezza e con diligenza inappuntabili. Sotto quella
sua
dolce serenità si vedevano la risolutezza, la fer
a fermezza e la nobiltà dello stupendo carattere dell’avvocato ; e la
sua
voce seppe trovare inflessioni piene d’affetto ge
tti vive oggi a Pistoia, dove di quando in quando mostra ancor l’arte
sua
forte e gentile a quei filodrammatici ; e d’onde
Antonio. Nato a Vicenza il 1682, fu il più grande Arlecchino dell’età
sua
, più noto col nome di Thomassin, che non sappiamo
poichè a poco a poco il teatro italiano ripigliò l’antico vigore. La
sua
vita artistica fu delle più brillanti. Agile, di
i occupar la scena con Silvia (V. Balletti-Benozzi Rosa Giovanna), la
sua
celebre compagna d’arte. Ammalatosi di tisi il ma
edì grasso del 1739, comparve raramente a teatro nell’ultimo tempo di
sua
vita, come si ha da questa quartina : Cher Visen
, morente, e soprattutto per indurlo prima della morte a pensare alla
sua
famiglia. Avuti l’ 11 di agosto dello stesso anno
dì 19 in via Nuova San Dionigi, e fu sepolto il domani a San Lorenzo,
sua
Parrocchia, assistito da trenta preti, e alla pre
ca Rusca, e non Margherita ? E perchè quei due soit a proposito della
sua
non apparita sulla scena italiana di Parigi, ment
pitale del mondo cristiano, e perché gli avanzi non anco spenti della
sua
grandezza la richiamano ogni giorno allo studio d
gni, quel genio medesimo fecesì che ben presto allignò per entro alle
sue
mura codesto nuovo genere di musica teatrale. L’a
eguito per qualche tempo il corso a siffatti divertimenti, ma dopo la
sua
morte incominciò di nuovo la corte ad assaporarli
e arti che germogliano nell’ozio d’una pacifica servitù. Memore della
sua
antichissima gloria nelle lettere, e desiderosa d
el 6 di luglio del 1538: «lume dell’arte, che l’ha fatto sì caro alla
sua
Maestà e al mondo». Furono poi maggiormente promo
il Baltassarini conosciuto dai Francesi col nome di Beaujoieux colle
sue
leggiadrissime invenzioni, onde ottenne l’impiego
nal Mazzarini. Codesto celebre ministro per trattener Luigi XIV nella
sua
giovinezza, e per avvezzarlo a quella dissipazion
elodramma. Martino Opitz, poeta drammatico superiore agli altri della
sua
nazione in quel secolo, fu il primo a introdurlo
amente in Italia, la quale ora disdegna di confessare nel tempo della
sua
decadenza ciò che non ebbe a schifo di accogliere
ciò che non ebbe a schifo di accogliere nel secolo più illustre della
sua
letteratura. Musica più composta fu ancora in uso
musica fosse stata trapiantata fra gli Spagnuoli quasi subito dopo la
sua
invenzione. Ma per quante ricerche abbia io fatte
di tutta l’Europa, e che sì famoso è divenuto oggimai non meno per la
sua
passata barbarie che per il presente splendore. L
uesto genio immortale che fu non meno il Mercurio che il Solone della
sua
nazione, tra i moltiplici oggetti della sua vasta
curio che il Solone della sua nazione, tra i moltiplici oggetti della
sua
vasta riforma comprese ancora la musica. Egli fec
ndo in particolar modo la musica militare come la più confacente alle
sue
mire. Il principe Federico d’Olstein-Gottorp, in
re il primo teatro pubblico dell’opera a Mosca, dove assistette nella
sua
incoronazione alla Clemenza di Tito posta in musi
etro il Grande incominciasse dalla musica con lodevole divisamento la
sua
riforma, sapendo quanta influenza acquisti su un
re la nazionale. Ogni arte che dipende dal gusto, ha la ragione della
sua
eccellenza nel clima, nei costumi, nel governo, e
he la coltivano, né può altrove trapiantarsi senza perder molto della
sua
attività. Codesta verità tanto più diviene sensib
uonatori, e morì alla metà d’un concerto. 75. [NdA] Nel Prologo alle
sue
Commedie. 76. [NdA] Dopo la cultura straniera qu
e seconda madre. Fra i tanti miracoli compiuti dal Salsilli nell’arte
sua
, va segnalato questo : di aver suggerito dell’ '8
ca, poichè al suo nuovo modo di amministrare e condurre una Compagnia
sua
, modo, che, se da'più fu giudicato una fisima, gl
ore delle imprese e degli scritturati, dovette forse in gran parte la
sua
rovina come capocomico. Nè questa dell’artista um
e la sua rovina come capocomico. Nè questa dell’artista umanitario fu
sua
sola dote. Antonio Salsilli fu anche scrittore eg
e, tra cui accolta con molto favore quella in un atto Cicero pro domo
sua
, e di monologhi, tra cui Il punto interrogativo,
erto Francesco Peli, ancor comico al tempo in cui Bartoli scriveva le
sue
Notizie. Unitisi ad altri comici che li attendeva
comico Pietro Rossi, che recitava allora in Modena, passò di là nella
sua
Compagnia, facendo questa volta il primo passo ne
erunt. » Nel 1771 passò nella Compagnia di Antonio Sacco, quanto per
sua
moglie favorevole — egli dice con rara ingenuità
osa ; poichè essendo o mal visto, o mal noto, o mal gradito fu la
sua
abilità trascurata, ebbe a soffrire dei travaglio
fatto e fa di certi comici una specie di vagabondi ignoranti. L’opera
sua
sulle pitture nostre componeva, di città in città
uni attori molto attenti. La Fineschi ch’è assai bella Ragazza, dà di
sua
abilità chiari argomenti. Il suo marito è pur di
ssa avvertenza a’ lettori, il Bartoli annunzia la pubblicazione della
sua
prima commedia di Magìa, che avrà per titolo : Il
re di dar qualche lustro ad una Città, alla quale deve esso Autore la
sua
quiete, il Religioso collocamento della sua Figli
quale deve esso Autore la sua quiete, il Religioso collocamento della
sua
Figlia, e del suo Figliuolo ; e altresì una proba
pa, col quale stette sino all’estate del ’45 (29 luglio), epoca della
sua
morte, avvenuta in seguito a ribaltatura del legn
nsiero senz’ira, gli concesse alcune ore di mente serena, prima della
sua
agonia. Il paziente, qual buon cristiano, accettò
ore. In una celletta presso Marradi fu alzato un monumento a perenne
sua
memoria, con una lunga iscrizione latina, dettata
a cuore presentarsi con un completo drappello di attori alla diletta
sua
Roma, città delle sue più nobili e tenere memorie
on un completo drappello di attori alla diletta sua Roma, città delle
sue
più nobili e tenere memorie, città che saluta qua
e sue più nobili e tenere memorie, città che saluta quasi per seconda
sua
patria ; ma nel meglio di utili trattative, quasi
tive, quasi concluse, accaddero inattese vicende che fallir fecero le
sue
ben concepite speranze. ……………………….. Romani ! Illu
lla intelligenza e dello studio di Luigi Gattinelli fanno fede alcune
sue
lettere, in cui si discorre largamente di commedi
mila annue, e una mezza beneficiata per piazza, come si rileva dalla
sua
scrittura (20 agosto ’33) che vediam riprodotta a
ore egli si era, come il Cammarano e lo Schiano, mutato in autore. La
sua
prima commedia scrisse nel 1834 : ma come autore,
ore, pare avesse davvero un nome assai maggiore del merito. Traeva le
sue
commedie dalla cronaca giornaliera, attorno alla
vevano nè potevano essere di troppa durata, poichè letterariamente le
sue
commedie valevan poco o punto…. A lui non importa
A lui non importava de’ posteri : egli voleva campare onoratamente la
sua
numerosa famiglia, e togliere momentaneamente il
’Altavilla « attore valentissimo nelle parti di carattere, che con le
sue
grazie, con i suoi epigrammi ci muove al riso e f
izzata la lettera del Ruzzante, colla quale si chiude il volume delle
sue
opere, e nella quale è descritta una visione in l
Tito Manlio tragedia del La Fosse, mostrò tra’ primi in Parigi colle
sue
giudiziose commedie che la scena comica italiana
usse ancora alcuni piacevolissimi tramezzi, tra’ quali si distinse la
sua
cantatrice Dirindina. Contemporaneamente l’erudit
59 e morto nel 1719 dal 1699 in poi fe recitare ed imprimere le sette
sue
commedie, la Costanza, la Fante, il Forca, la Som
tumi, e la bellezza della patria locuzione, non faranno mai perire le
sue
commedie li Birbe, e lo Curatore. Il marchese Maf
e i volgari. In prosa dettò pure il dottor Jacopo Angelo Nelli le tre
sue
commedie impresse in Lucca nel 1751, i Vecchi Riv
pubblicata nel 1729: in prosa compose il marchese Girolamo Teodoli la
sua
Marchesa di Pratofalciato in cui dipinge i costum
a fiorire verso il 1740, ed avendo avuta la sorte di rappresentare le
sue
commedie alla presenza del Gran Carlo III per mol
itare con indicibile verisimiglianza e nel decoro che caratterizza la
sua
commedia? chi nell’esatta proprietà del magnifico
oni tutto nella meccanica esteriore, e non si avvide che mancava alla
sua
imitazione l’anima che dovea serpeggiarvi. Quest’
inedita, che io vidi solo accennata a soggetto, come sono tante altre
sue
favole, il Saturno, il Metafisico, i Mal’ occhi,
nze utili all’umana società; nel foglio venturo si darà notizia delle
sue
opere stampate e da stamparsi, che faranno grande
uella culta nazione quanto erasi dipartita dalla buona commedia colle
sue
rappresentazioni lugubri. Se l’ab. Pietro Chiari
i colpi teatrali per cattar maraviglia. I suoi drammi di Koulican, le
sue
Sorelle Cinesi sono scritte su queste idee. Egli
ì dunque nell’intento che si prefisse, e si fissò poi seriamente alle
sue
Fiabe. Scrisse dunque: il Corvo, il Re Cervo, l’O
ncesso. al comico. L’autore scrisse in seguito nel medesimo genere la
sua
Rachele ovvero la Tirannia domestica un anno dopo
e commedie di questo illustre autore, il Bel Circolo ossia l’Amico di
sua
moglie, ed il Progettista, nelle quali ben presto
minta. Pier Jacopo Martelli compose la Rachele in miglior metro delle
sue
tragedie: Alessandro Guidi l’Endimione con ariett
Ferdinando architettò il teatro di Bologna terminato l’anno 1763. La
sua
figura di una sezione di campana non a torto vien
il Reale di Torino edificato nel 1740 dal conte Benedetto Alfieri. La
sua
figura è ovale, contiene sei ordini di palchetti,
o secolo dal marchese Girolamo Teodoli ha sei ordini di palchetti. La
sua
figura irregolare, cioè a ferro di cavallo, ha 51
n Europa nel nostro secolo conserva ancora sopra tutti il primato. La
sua
figura è di un semicircolo, i cui estremi si prol
Enea Arnaldi Vicentino nell’opera Idea di un Teatro nelle principali
sue
parti simile a’ teatri antichi all’uso moderno ac
Bibliotheque Italique VII. 63. Ad altro io non aspiravo (dice nelle
sue
Memorie) che a riformar gli abusi del teatre del
cisione accademica, e non si premiò favola veruna; l’autore stampò la
sua
Faustina nel 1779. Nel prendere la volta verso Ma
rso Madrid passa per Parma per domestici affari; e distribuisce della
sua
commedia alcune copie a’ Cavalieri e Letterati ch
istruirnelo; l’autore parte da Parma colla speranza almeno che sia la
sua
commedia per esser letta e giudicata come se non
m. III. Ma che disse del teatro architettato dal Vaccaro, nell’ultima
sua
opera la Regolata Costruzione de’ Teatri, il nost
eatro, vedere ed udir bene. Ma il fatto diametralmente si oppone alla
sua
osservazione architettonica, in niun teatro che i
sciani Caterina. Dallo spoglio delle Prefazioni di Carlo Goldoni alle
sue
Commedie, in cui fu protagonista la Bresciani, si
ia, recitò le parti di madre ammirata e applaudita sempre. Dell’ arte
sua
, negli ultimi anni, e del suo secondo matrimonio
i chiamaingrato contro tutti quelli, che l’hanno infinite volte nelle
sue
indigenze assistito. Per fare da madre e da non
inunzia ad alcuna, nemmeno se la volessero scorticare. Colla tremante
sua
voce asserisce che il Goldoni l’ha fatta per lei,
di ciò se ne accorsero, gli andavano sempre vicini, e applaudivano la
sua
cara metà, con quella voce che si fa sentire tant
e avevala immaginata e composta. Gandini non voleva che l’ impiego di
sua
moglie venisse usurpato ; egli avrebbe avuto ragi
; egli avrebbe avuto ragione se Madama Gandini non avesse toccata la
sua
cinquantina ; ma per evitare i contrasti, feci un
così importante. Quest’attrice, che aggiungeva al suo spirito ed alla
sua
intelligenza le vaghezze d’una voce sonora, e d’u
a le era una trafittura al cuore. Il povero Goldoni che nonostante la
sua
infinita serenità d’animo, dovè patire tutte le n
que fosse fatta per averne uno maggiore ; ma Madama Bresciani, che di
sua
natura era capricciosa un poco ancor essa, credet
citò il carnevale 1754-55 un Prologo (riprodotto dallo Spinelli nella
sua
Raccolta de fogli sparsi del Goldoni. Milano, Dum
ta della Casa nova. Restò poi colla Compagnia del suocero sino alla
sua
morte, che accadde in Brescia la primavera del 17
oglie del precedente e figlia di Giuseppe Lapy, seguì il marito nelle
sue
peregrinazioni artistiche fino al 1816, anno dell
l marito nelle sue peregrinazioni artistiche fino al 1816, anno della
sua
morte ; e della età sua il cinquantatreesimo. La
rinazioni artistiche fino al 1816, anno della sua morte ; e della età
sua
il cinquantatreesimo. La Belloni fu prima amorosa
a Pergola, fu veduto dal Gran Duca Gio. Gastone, che chiamandolo alla
sua
presenza, e ravvisatolo di pronto spirito, volle
zione del Sacco fu in buon grado accolta, e generosamente premiata da
Sua
Maestà. Passavano intanto i Comici tranquillament
ire con una supplica del 20 ottobre (V. Croce I. T. di N., 490-91) la
sua
comica Compagnia « in quel grado medesimo che ell
ervire per più di due anni la Maestà Fedelis.ª del Re di Portogallo e
sua
Reale Famiglia », assicurando « ch'essa compagnia
matovi dalla Corte Imperiale, dove, uscendo dall’avere assistito alla
sua
rappresentazione del 18 agosto, morì istantaneame
mmedia era ottima, e quell’arlecchino molto vivace e bravo, e che una
sua
facezia gli sarebbe sempre stata impressa, ma che
ompromessa l’eredità, la figlia comica si ribellava audacemente. Alla
sua
s’unì poi la ribellione di tutta la Compagnia ; e
sseggieri marittimi, d’essere gettato in mare. Sarà vero che molto in
sua
vita egli abbia guadagnato e molto speso : ma è v
n amori senili degni di ogni dileggio…. Tocchiamo più tosto dell’arte
sua
come attore e capocomico. Nella Tartana degl’ inf
condriaci. Chi poi voglia avere un’ idea de' pregi del Sacco e della
sua
Compagnia, secondo il giudizio di esso Gozzi, non
sosterranno il carattere di Truffaldino a dir per l’appunto le parole
sue
quando di meglio ne sappian dire, ma per dichiara
le parole sue quando di meglio ne sappian dire, ma per dichiarare la
sua
intenzione, e per una strada assai dritta condurl
troppi scrupoli. Ne fa fede Pietro Antonio Gratarol al Capo XII della
sua
Narrazione apologetica, quando dice : Non altron
per superbia di vedersi arricchito, ovvero per timor di spacciare le
sue
buffonerie senza il costumato prezzo delli dieci
tto di poca sincerità come potrebbe essere creduto il Gratarol per le
sue
relazioni con la Compagnia Sacco e il Conte Gozzi
per le sue relazioni con la Compagnia Sacco e il Conte Gozzi, in una
sua
lettera da Venezia del 14 aprile 1764 a Don Franc
Marianne e Carlotte non hanno che temere…. Fr. Bartoli che fu nella
sua
Compagnia sei anni, senza buona fortuna, tesse di
di Santo Stefano di Vienna, e finalmente Sacchi si firma in tutte le
sue
lettere lo zio Gennaro, Capitan Coviello. Io l’ho
di vanità, un po’ d’ignoranza anche ; ma c’era tanto culto per l’arte
sua
da fargli perdonare ogni esagerazione ridicola. P
carne nè pesce, poco rispondente certo al tipo originario, che dalla
sua
faccia allampanata, da quella espressione di sten
ena di Montecatini l’estate, ove si recava già da tempo, anche per la
sua
salute assai malferma, e ove si gloriava dell’ass
sai malferma, e ove si gloriava dell’assiduità di Giuseppe Verdi alle
sue
rappresentazioni. Il Corsini teneva molto alle lo
accademici nel Teatro Malvezzi, poi con comici in altri teatri della
sua
patria ed in quello del marchese Rangoni di Moden
a tempo si appella. E venendo a parlar delle Torri, due commedie di
sua
particolare fatica e di sua invenzione, il Bartol
ndo a parlar delle Torri, due commedie di sua particolare fatica e di
sua
invenzione, il Bartoli assicura aver egli toccato
dicemmo, a recitare a quel Teatro Rangoni, non si levò mai più dalla
sua
Bologna, dove morì nel 1767.
i un tale prodigio è la capacità del bravo Cappelletti, che adattò la
sua
maschera al nostro gusto, e piace, e piacerà ovun
Antonio Raftopulo, dalla quale si allontanò il 1830 per ridursi nella
sua
Volterra, ove morì nel 1845. Probabilmente fu sua
0 per ridursi nella sua Volterra, ove morì nel 1845. Probabilmente fu
sua
moglie quella Laura Cappelletti che nella stessa
se il Giornaletto ragionato dei teatri del 1821 : Partito da Firenze
sua
patria, immaginò in Lombardia un nuovo ridicolo p
si pregia di essere, felice allievo del Pertica. Ridonda in singolar
sua
lode l’osservazione, che la stessa carriera segna
care le tracce di questo suo precursore. Egli si fa applaudire per le
sue
qualità distintive e individuali, senza arrogarsi
tta l’arte per la soavità dell’indole : Il mattino che precedette la
sua
morte si ritirò in casa, accomodò la sua camerett
Il mattino che precedette la sua morte si ritirò in casa, accomodò la
sua
cameretta cambiando posizione al letto ed al como
o posizione al letto ed al comodino, si vesti da garibaldino, mise le
sue
decorazioni sul guanciale accanto al revolver, sf
que a Venezia il 1760, e cominciò a recitar ne’teatri secondarj della
sua
città. Percorse poi colle Compagnie Lapy, Medebac
ca prattica sapevo, introducendoli il Capitano Coccodrillo con alcune
sue
Rodomontate, mi disposi con questa, dico, compari
, forse per natural supposizione, che il De Fornaris fece a Napoli le
sue
prime armi. Il Sand lo fa nascere il 1560 (e a un
oni di ogni maniera per ottener finalmente un buon pasto. Quanto alla
sua
origine e al suo potere, il Capitan Coccodrillo n
i specie. A quali Rodomontate allude il Cataldo nella prefazione alla
sua
commedia Gli amorosi inganni, edita il 1609 a Par
si per tutta la Francia vendute poco accortamente da colui (perdonami
Sua
Signoria) che le diceua e recitaua sopra la scena
manza esclusivamente come conduttore e direttore di Compagnia ; nè la
sua
fama cominciò a stabilirsi colla formazione e dir
il Righetti, il Bucciotti, la Vincenza Righetti, e altri. Nel 1808 la
sua
Compagnia recitò il 3 settembre al Valle di Roma
…… Bazzi ponea mano alla rappresentazione ; e allora la commedia era
sua
, allora con uno zelo, con un amore, con una intel
si animavano, il suo dialogo si vestiva di arcane significazioni, le
sue
scene si succedevano cosi naturalmente che era un
a la bizzarria e la manchevolezza dileguan subito leggendo l’operetta
sua
, breve compendio di acute osservazioni artistiche
i, ai giudici, agli astanti. Il giovialone colla certezza della netta
sua
coscienza ; il serbino colla noncuranza e suffici
unzione mendace della dissimulazione. La ingenua lo profferisce colle
sue
lagrime sincere all’ ingannato amante. La donna d
Il più celebre capocomico del secolo xviii, che dovè gran parte della
sua
celebrità, se non tutta, a' vincoli artistici ch'
andonò Roma con una compagnia di attori, e l’autunno del 1739 fece la
sua
prima comparsa a Venezia, ove agiva la Compagnia
li. Il nome di Metembach, messo fra parentesi, trovo in una istanza a
Sua
Eccellenza il signor conte Cristiani, amministrat
era il solito terzo, che accumulava danaro. E il Medebach ebbe colla
sua
Compagnia luminosi successi dovunque ; e lo vedia
rcar altrove con una Compagnia sociale, un qualche miglioramento alla
sua
condizione, divenuta omai delle più misere. Di lu
Francesco Bartoli : È stato il Medebach un esperto conduttore della
sua
Truppa, un eccellente recitante in que' suoi part
uistarsi il concetto d’uomo di probità. Egli ha tollerato con pace la
sua
non cercata, e non meritata espulsione dal Teatro
lla Zelinda di Goldoni, non fu meno grande nella Medea di Legouvé. La
sua
voce maschia e vigorosa nella tragedia, trovava n
ro di prosa. Si recitava l’ Otello di Shakspeare. Ernesto Rossi nella
sua
foga furibonda sfiorò, senza volerlo, la guancia
, non senza toccare quel tanto di male che potè nuocere in parte alla
sua
gloriosa carriera. Giacinta Pezzana – alla cui g
ai troppo amato l’eleganza, che ha sempre eliminato stranamente dalla
sua
personalità quella forza muliebre che dai palcosc
, con tutte le profondità del sentimento che sa destare, con tutte le
sue
gradazioni di comicità e di drammaticità, con tut
a si sono potuti ritrovare gli atteggiamenti estetici più diversi. La
sua
recitazione è stata sempre la medesima ; e nondim
romantica, classica, verista, simbolica. Eleonora Duse, ricordando le
sue
primissime armi fatte accanto a Giacinta Pezzana
elle quali parole, dirò che Giacinta Pezzana Gualtieri prestò l’opera
sua
sovente all’altrui beneficio. Diede rappresentazi
anticipatamente e pel talento dell’autore di già conosciuto in altre
sue
stimabili produzioni, e per lo studio che attualm
le arti rappresentative. Essa è diretta ad un celebre letterato della
sua
nazione, e contiene l’idea d’un’opera da eseguirs
avvalorate dall’autorità d’uno scrittore non meno rispettabile per la
sua
filosofia che per la sua critica, e la sua erudiz
d’uno scrittore non meno rispettabile per la sua filosofia che per la
sua
critica, e la sua erudizione. Lettera sopra la
n meno rispettabile per la sua filosofia che per la sua critica, e la
sua
erudizione. Lettera sopra la musica indirizzata
bitudine, ned hanno rivolto l’ingegno loro se non se a considerare la
sua
parte grammaticale, di cui ci esposero soltanto g
fuorché alle varie combinazioni de’ suoni fra loro, cioè a dire alla
sua
parte scientifica. Quanto a me, senza imbarazzarm
essa, a indicarci le forme particolari, alle quali la musica deve la
sua
possanza di commovere, e di dipingere, e ad illum
ncludente su tale proposito, e M. Burette medesimo essere malgrado la
sua
perspicacità e l’estesa sua erudizione incorso in
e M. Burette medesimo essere malgrado la sua perspicacità e l’estesa
sua
erudizione incorso in grandissimi abbagli. Né mi
é mi dimenticherò di riflettere che ogni sorta di misura ha l’energia
sua
propria, e che siffatte energie non ponno trasfer
a cui essi potrebbero inalzare la nostra lingua. La greca, che per la
sua
bellezza meritò d’essere considerata come l’opera
ora una sillaba più alta e più bassa, senza che v’entri per niente la
sua
quantità, ed io non capisco il perché la maggior
rte degli eruditi s’ostinano a slungare una sillaba che sarà breve di
sua
natura, ove unicamente sarà segnata con accento a
ri di musica soggiugne che ognuno di questi avea un modo e un’energia
sua
propria, e che il carattere dell’uno non si affac
lla de’ loro costumi. Ma tornando a noi, la musica de’ Greci fu nella
sua
origine in tal modo semplice che ogni strumento n
ò non può dubitarsi in verun conto. Sì: ogni modo o modulazione ha la
sua
energia, la sua proprietà; ed è talmente vera que
rsi in verun conto. Sì: ogni modo o modulazione ha la sua energia, la
sua
proprietà; ed è talmente vera questa proposizione
ee musicali che si vorranno, e per quanto vaga e indeterminata sia la
sua
espressione, purché riesca grata ed uniforme al g
uomini dell’Italia 198, e tenterò infine di scoprire le cagioni della
sua
seduzione, e della sua magia, mostrando che la mo
e tenterò infine di scoprire le cagioni della sua seduzione, e della
sua
magia, mostrando che la monotonia di cui noi l’in
co non posso aderire ciecamente al giudizio di lui. Ho letto le opere
sue
colla possibile attenzione, e in mezzo al grande
o del mezzo principale, onde si valeva la poesia antica a compiere la
sua
imitazione. Essa giusta il parere dell’Ab. Fragui
della finzione e della favola, la poesia antica formava la principal
sua
imitazione, ed è perciò che gli antichi l’hanno m
a a piacere, commovere, e persuadere; parlo de’ suoi dialoghi e delle
sue
riflessioni, e mi sforzo di svelare infinite sue
uoi dialoghi e delle sue riflessioni, e mi sforzo di svelare infinite
sue
bellezze parando innanzi l’analogia che hanno coi
non fosse stato conceputo da qualche uomo rispettabile per l’autorità
sua
nella repubblica delle lettere, o delle arti, e p
» e lega ne fece, e compagni trovò di sommo grido, che la invenzione
sua
più oltre condussero, tra quali il gran Fracastor
vendo da lungo rempo acquistate regole di costruzione e sintassi alla
sua
maniera, non poteva sì agevolmente piegarsi alle
za costante d’ogni nome nella medesima lettera per tutti i casi della
sua
inflessione la rende troppo uniforme, e le toglie
solo cangiar terminazione esprima in una parola il diverso caso della
sua
inflessione che non l’altra, la quale conservando
igio, non potè uscire giammai di questo modo, dovecchè Apolline sulla
sua
lira toccava molte differenti modulazioni. Pronom
’erano un dì i pantomimi posri in confronto cogli attori ordinari. La
sua
espressione diviene in quel caso più viva, più fo
ed insopportabile. L’aria sola è quella che fa conoscere in tutta la
sua
estensione l’abilità d’un compositore, e d’un can
er più modulazioni differenti, e dove la melodia fa pompa di tutte le
sue
squisitezze fe più atta a rallegrare colla variet
iodico che si stampa a Parigi, parlando dell’opera italiana chiama la
sua
musica seducente e magica. Questo mi ricorda il p
ica era la finzione: per mezzo della favola ella formava la principal
sua
imitazione, adoperando quello che Aristotile chia
to quello indicato dal più volte citato Brown che noi esporremo colle
sue
proprie parole, come si trovano nel suo libro del
più animati d’una semplice e continuata ode, la quale a cagione della
sua
non interrotta lunghezza può divenir languida. Pe
Benefattore e l’Orfana di Nota. – E altre ne cita Luigi Borghi in una
sua
Dissertazione in difesa dell’Arte Comica, al De M
a l’educazione di gentiluomo. Era affabile, e per nulla superbo della
sua
immensa superiorità nell’arte. Direttore, insegna
o ne fu retribuito dal pubblico, che l’autore ne lo ringraziò con una
sua
lettera. Oreste, Orosmane, Cintio, Aristodemo e m
golari, con sguardo vivo ed ardente d’amore, con un corpo, che per le
sue
perfette proporzioni, solo un Canòva avrebbe potu
voce ora armoniosa, ora irritata, ora commossa, dimostrare l’immensa
sua
passione per Pamela ; e la sera seguente sotto l’
ima del principiare dello spettacolo. Onde riuscire a diferenziare la
sua
fisionomia il suo volto fu sempre raso. Egli tene
iare la sua fisionomia il suo volto fu sempre raso. Egli teneva nella
sua
tavoletta di teatro scatolette con varj colori pe
ietra che ricordi il nome del grande artista, nato e cresciuto tra le
sue
mura, si domanda il perchè egli mettesse quel De
E qui il Colomberti aggiunge : Nel primo caso, ha tolto un onore alla
sua
famiglia ; nel secondo…. non ne aveva di bisogno.
i in Compagnia Reale Sarda ; ma questa pagina – dice il Regli – nella
sua
biografia va voltata di pianta, se però non vogli
a voltata di pianta, se però non vogliamo provare che ogni eroe ha le
sue
sconfitte. Ne uscì per formare una gran Compagnia
nel ’67. Di lui lasciò scritto il Colomberti : Molta parte delle
sue
disgrazie, qual capocomico, venne da lui sofferta
mico, venne da lui sofferta per l’immensa passione che nudriva per la
sua
arte, e nulla trascurò per accrescerne il decoro,
i Poeti drammatici, accrebbe gli onorarj degli artisti ; ammise nella
sua
Compagnia molti dilettanti, e, generoso e benefic
ta, sminuzzata, egli incideva i pensieri più riposti di una parte. La
sua
recitazione era, si può dire, un commento in azio
a qual cosa il Domeniconi, dolente, si recò dal Costa e gli disse che
sua
non era la colpa, ma del pubblico : e che glie lo
e Silvio Pellico, quando per la prima volta affidò alla Marchionni la
sua
Francesca, volle a ogni patto che il Domeniconi s
la Fiera di Nota, non la Locandiera, etc. Noi tardiamo a portargli le
sue
commedie, con la speranza che possa essere cambia
Nobili (V.), l’altro innamorato della Compagnia de' Gelosi. Dell’arte
sua
e del suo valor letterario testimoniaron l’Andrei
ni). Di quella stagione il Beltrame Barbieri nel Capitolo XXXVI della
sua
Supplica ci dà la seguente notizia : Si trovava
e Superiore diceua, lasciateli dire, il douere è, ch'ogn’ vno dica la
sua
ragione ; ma perchè la cosa andaua in lungo, si t
il benedetto Cardinale decretò, che si potesse recitar Comedie nella
sua
diocesi, osseruando però il modo che scriue San T
latini e dove dà prova di una erudizione storica non comune. Della
sua
prosa s’è dato largo esempio al nome dell’Armani,
a una stella : tolse le perle rilucenti, e in quella bocca le pose di
sua
man Cupido, cagion che da me stesso io mi divido,
sì gran Donna appresso. Annotazione Mandò il Valerini a donar alla
sua
Donna la Galeria di Minerua, libro da lui compost
da lui composto e dedicato al Serenissimo Sig. Duca di Mantoa, et di
sua
mano scrisse questo Madrigale in fronte dell’oper
ar minore L'aspra eccessiua doglia De la uita mortale, Le noie e pene
sue
Comparti in amendue, Ond’è più lieue a sofferirsi
antenersi in quel grado di riputazione che aveva acquistato coll’arte
sua
, accompagnata alle grazie della persona. Vestiva
ncesco Bartoli – che fu l’esempio del buon gusto alle donne in allora
sue
compagne. Nella lettera del Goldoni allo Sciugli
a ? Io stimo la signora Catrolli, ma questa parte non è adattata alla
sua
abilità. Dal che si capisce chiaro che la Catroll
e star a provare quanto la Catrolli tenesse, forse anche troppo, alla
sua
dignità artistica, a quelle benedette convenienze
▲