ll’ Eulalia Granget, Era io » della signorina R. Wan-Duersen, ch’ella
stessa
volgarizzò, e in cui riportò un successo clamoros
esse voluto, avrebbe potuto essere di decoro all’arte e di utile a sè
stessa
: disgraziatamente non aveva tutti i giorni della
se qualcheduno : però era sempre una buona compagna, più dannosa a sè
stessa
che agli altri, e quando voleva era bravissima.
ri, e quando voleva era bravissima. Fu conduttrice di compagnie ella
stessa
, e finì col ridursi a Firenze, ove per alcun temp
attore assoluto il 1826 nella Compagnia di Tommaso Zocchi, poi nella
stessa
il '38, a vicenda con Giovanni Trenti, che il rac
enti, che il raccoglitore lucchese chiama mediocre, poi, sempre nella
stessa
e di nuovo assoluto il '43. Tessero Pasquale. Fr
chè sposato il brillante Amilcare Ajudi (V.), si fece capocomica ella
stessa
. Nel ’56 era la prima attrice della Compagnia di
fa pensare a quell’artista che a ogni serata d’onore riceveva la sua
stessa
corona d’alloro…. Nel Trovatore del ’57 si legge
gnia : ed è l’unica volta che figuri in un elenco di comici. Sotto la
stessa
data, troviamo in una lista di comici del Duca, e
ta prima alla Compagnia del Palombi, cantimbanco napolitano. Forse la
stessa
figlia maritata a un Marcucci ??…… Fiammetta. «
rivedeva nel Moro-Lin il bravissimo Augusto Bon, di cui ricordava la
stessa
prontezza e naturalezza, la stessa grazia e spont
o Augusto Bon, di cui ricordava la stessa prontezza e naturalezza, la
stessa
grazia e spontaneità.
ar parte di quella Romagnoli e Berlaffa, e nel 1837 ne formò una essa
stessa
, che comprendeva attori di grido, quali il Fabbri
E ad altra sponda…. Ah non v'approdi, e in pria, Fatta signora di sè
stessa
, un detto, Un sospiro, un addio sciolga, e rimbom
è vinto ; e tosto dal feral sonno di morte surse l’estinto. Ed or la
stessa
sua voce sovrana, all’ orecchio de' fisici eccell
a ti confidi riaver l’acquisto ; e udrem, nuovo miracolo di Cielo, la
stessa
di Gesù voce divina, ripeterti col suon dell’ Eva
azza di Giulio Strozzi. Ella si chiamò Diana in teatro, e fu certo la
stessa
a cui in unione a Carlo Cantù (V.), Buffetto, fu
ta, che pareva della commedia, ma che però alludeva a raccomandare sè
stessa
all’animo de’benignissimi Veneziani. » Il Pantalo
iga, orefice in Mantova, e della Lucidalba, guaritrice empirica nella
stessa
città, è citato da Fr. Bartoli come innamorato e
mer a S. Samuele, ove il poeta fu ospitato per più d’un anno, pare la
stessa
, in cui troviamo il capocomico nel catastico del
sapeva risolversi a offender quel Dio ch’ella avea forse ancora in sè
stessa
(Mem., I, IV). » Codesta Teresa, divenuta poi l’a
nione a una Compagnia di balli, poi sola alla nuova arena Gallo della
stessa
città. Era una Compagnia colle maschere, e vi ave
ol Rossi, poi col Lapy al San Luca di Venezia, dal quale passò con la
stessa
Compagnia al Sant’Angelo. Si ritirò con la moglie
a rinomata Cesari-Asprucci, venuta a morte quand’era col marito nella
stessa
Compagnia. Fu sempre con lui a tutto il '24, comi
e questi napolitani facilmente hauranno disfatta la conguira ». Dalla
stessa
lettera si apprende che Gabinetto era ammogliato.
(anno 1800) figura un Apelli Angiolo : ma io ritengo trattarsi della
stessa
persona. Infatti nell’uno è il solo Francesco, ne
di Francesco Antonazzoni (V.) e moglie del precedente, recitava nella
stessa
Compagnia le parti di prima donna, alternativamen
o di somme largite dal Re a lui e a quelli della sua banda) in quella
stessa
occasione aveva consentito a riconoscere Maestro
i cielo ! Fioccarono gli applausi, e lei, poveretta, non credeva a sé
stessa
; subito Tommaso Salvini la slanciò nel genere dr
a, che, se bene un po'meccanicamente, si mostrava tutte le sere colla
stessa
voglia, colla stessa arte, cogli stessi mezzi, ch
'meccanicamente, si mostrava tutte le sere colla stessa voglia, colla
stessa
arte, cogli stessi mezzi, che formaron sì lungo t
liana del Reggente che si recò a Parigi il 1716, e vi recitò sotto la
stessa
maschera per molti anni. Passò a seconde nozze il
comici birboni, il più birbo scegliesti in Majeroni ? Veggo che di te
stessa
tu stessa sei nemica. Tel perdonino i figli, il c
boni, il più birbo scegliesti in Majeroni ? Veggo che di te stessa tu
stessa
sei nemica. Tel perdonino i figli, il ciel ti ben
appartenente a doviziosa famiglia bolognese, il quale sosteneva nella
stessa
Compagnia a vicenda con Gio. Battista Beltrame le
glior modo passare il restante della sua vita. » Forse ell’è quella
stessa
che Goldoni trovò a Rimini il 1743, buonissima at
rzaga Francesco Mazzeranghi Battista Martini Aveva ancora la
stessa
Compagnia col Romagnoli nel ’35, col mutamento di
1845. Probabilmente fu sua moglie quella Laura Cappelletti che nella
stessa
Compagnia Andolfati recitava egregiamente le part
ievo del Pertica. Ridonda in singolar sua lode l’osservazione, che la
stessa
carriera segnata insieme col Vestri, non ha trasc
uai se la colazione, il pranzo o la cena subiva qualche ritardo. Alla
stessa
ora, per tempissimo, s’alzava, e studiava la part
an Polo) un Trapolino, ecc. ; ma secondo il Quadrio sarebber essi una
stessa
persona. Egli dice : Giovan Paolo Trapolino fu l
r la fu tua madre. Abborrisci la lingua di tuo padre. Certo è questa
stessa
, moglie di Agapito Angiolini (V.).
La contraddizione e puntiglio. A questo aggiungi altri artisti della
stessa
famiglia : Rosa, Vincenzo e l’Adelaide, già prima
atterista, serbò col Don Marzio, con la Locandiera, col Ventaglio, la
stessa
grandezza, alla quale era salito in gioventù con
era la Camilla nella Donna Romantica di R. Castelvecchio) per la sera
stessa
. Fu accettata l’offerta, e la giovane esordiente,
’è presentemente, parla ancora il suo disgustoso dialetto, con quella
stessa
[illisible chars] di pro[illisible chars], che us
pubblicata nel catalogo descrittivo dei manoscritti della Biblioteca
stessa
, il Lapy dà ragguaglio da Venezia il 22 ottobre d
segno di stima particolare A. M. G. bolognese devotamente dedica. La
stessa
Signora s’introduce a maneggiare legiadramente la
lla medesima il gentile Ergasto ne dedica e dona il presente alla
stessa
. Servillo Francesco, detto Odoardo. In una lett
di sciogliersi dalla Compagnia. Ma il modo veramente non trovò, e la
stessa
Diana aveva spedito a posta al S.mo di Mantova pe
ntini di Napoli, ove si sposò con Giovan Angiolo Canòva, attore della
stessa
compagnia e scrittore di cose d’arte assai pregia
si della Compagnia tedesca capitanata dal Treu, e desiderosa forse la
stessa
Adelaide di Savoia, riandando la sua giovinezza e
venturarsi a nuove disastrose vicende, cui andò soggetta la compagnia
stessa
nella scorsa quaresima, e che ora partì per Tries
in cariche civili, che a lui procacciavano un utile guadagno, ed a sè
stessa
una quiete più tranquilla nell’età sua, che a gra
sotto la Laboranti. Il ’47 si recò a Siena a far la quaresima, nella
stessa
compagnia e collo stesso ruolo, al fianco della R
commodi e di delizie, e capace di circa quarantamila personea. Nella
stessa
regione del Circo Flaminio, ove s’innalzò questo
I senatori occupavano immediatamente alcuni scaglioni superiori della
stessa
orchestra. Seguivano poscia i quattordici gradini
re castigatissimo, anche nelle bizzarrie comico-musicali, e in quella
stessa
farsa in cui rappresentava mirabilmente una mario
ima al Teatro Nota di Lucca, generico, poi al Teatro del Giglio della
stessa
città, amoroso.
ichi, che a questa scienza che migliora l’intendimento e rettifica la
stessa
volontà, e che Socrate trasse dal cielo, diedero
ragione rischiarata (oltre delle scienze esatte e delle leggi e della
stessa
moral filosofia) un educatore di simili circostan
irtù. La morale è la maestra de’ costumi, e la poesia drammatica è la
stessa
morale posta in azione: quella si trasmette per l
Venezia scrivendo all’Amico del Friuli non si astenne dal l’usare la
stessa
voce gergone, e pure si sa in Italia quanto puri
tori, e spessissime di non avergli letti . Gli aveano pur mostrato la
stessa
cosa con un libro intero i Veneziani nel 1758. Di
di Teseo; come ancora nella scena quinta è delicato lo sforzo di Egle
stessa
per apparire infedele, e far credere a Teseo che
rassicura, Ati, per qual sventura Morir tu dei? Ati Morir tu dei?Tu
stessa
Condannarmi dovrai, Morir mi lascerai. Sangaride
! Pur troppo è ver!M’ami? Ati Ti adoro; Tel dissi già; condannerai tu
stessa
Il mio foco il mio ardire, Mi lascerai morir. Cas
mero altri ne facesse migliori per la sua musica. Dall’altra banda la
stessa
storia ci addita che Quinault prima di collegarsi
l’Aci e Galatea del Campistron applaudita sommamente nel 1687 dopo la
stessa
Armida. Lulli anche prima di ottenere il privileg
di Teseo; come ancora nella scena quinta è delicato lo sforzo di Egle
stessa
per apparire infedele e far credere a Teseo che p
mor deh rassicura, Ati, per qual sventura Morir tu dei? Ati. Tu
stessa
Condannarmi dovrai, Morir mi lascerai. Sanga
r. Sangar. M’ami? Ati. T’adoro; Te ’l dissi già, condannerai tu
stessa
Il mio foco il mio ardire, Mi lascerai morir.
eggiare e nello scerre e disporre i suoi piani22. Dall’altra banda la
stessa
storia ci addita che Quinault prima di collegarsi
l’Aci e Galatea del Campistron applaudita sommamente nel 1687 dopo la
stessa
Armida. Lulli anche prima di ottenere il privileg
? o, al meno, di qual Cintia intende qui di parlare ? Forse di quella
stessa
annunciata da Gio. Batta. Andreini il 1623, prima
tissimo del canto e del ballo ; e il Bartoli ci fa sapere come « alla
stessa
Maestà napolitana abbia pur egli fatto vedere un
e in verità l’illusione delle scene, nella parte di Adriana superò sè
stessa
. Nell’atto quinto, dove la francese commediante r
Torri quarant’ anni prima (1650) sosteneva quelle di Zaccagnino nella
stessa
compagnia.
florazioni e le avventure amorose. Egli ne fu anche la vittima; nella
stessa
guisa che Eupolide era stato sacrificato nell’ant
opo di lui calzar degnamente il greco borzacchino? Cadde nella Grecia
stessa
la sua bella commedia per rinascere indi nel Lazi
che siete una moglie virtuosa e una grande attrice. E chiude così la
stessa
lettera : Non temete ch' io venga ad annoiarvi q
la signora Pelzet cadde senza potersi alzare mai più ; tanto che ella
stessa
domandò di esser sciolta per l’anno venturo. Alla
è so dir se potria bearmi il cor, più della tua, la voce di Melpomene
stessa
e di Talia. LA ROSA DELL'AMICIZIA di Antonio Gu
il personaggio, si mantenne costante in lei ; la quale passava in una
stessa
commedia, applauditissima sempre e a pochi anni d
la Pertica, Vincenzo e Filippo Cammarano, Camillo Fracanzani. E nella
stessa
qualità e pressochè cogli stessi compagni era al
ecitò con lui il '46. Nel '48 fece la quaresima come Stenterello alla
stessa
Piazza Vecchia, mentre il Cannelli spopolava al B
ata la stagione, passò dall’Arena al Teatro del Corso. Figurava nella
stessa
Compagnia una Maria Tassani, e il Tardini (Teatri
ara ed onorata memoria. » Sposò egli la Caterina Cesari, lodata nella
stessa
prefazione, dal Sografi, con queste parole : « Ca
n società con Francesco Paladini per recarsi a Parigi. Recatasi colla
stessa
Compagnia a Livorno, e colà sgravatasi d’un bambi
co. – Ma questi critici son pure i gran seccatori. Gli editori della
stessa
biblioteca avevano a lui dedicato, il 26 febbraio
ellotti-Bon, di Alessandro Salvini. Formò poscia ('61) compagnia ella
stessa
per un triennio, dopo il quale ('65) fu con la Co
quale, passò maestro di declamazione alla Filarmonica Subalpina della
stessa
città, dov'ebbe pur parte nella Commissione pei p
ominato in Italia prima de’ Romani e de’ Galli, che fiorì prima della
stessa
Grecia (Nota I), e che colla lingua, i riti, le a
tico, e possedevano i Campi Flegrei che erano tra Capua e Nola. Capua
stessa
, anticamente chiamata Volturno, al dir di Livio,
lo stesso che il Petit-Maître francese ; il nome almeno significa la
stessa
cosa ; ma il Paroncin imita il petit-maître imbec
achi, del Vulcano è detto in massa : Queste persone acquisterebber la
stessa
fama su di un teatro francese. Voce, azione, memo
biamo la Marianna Astolfi, moglie di Giuseppe e generica il ’20 nella
stessa
Compagnia dell’Andolfatti ; la Giuseppina nel ’36
fece con grande successo il quaresimale del '77 a Bologna, in quella
stessa
chiesa della Mascarella, ove, rinnegata la fede,
Bologna nel 1634, specialmente in una sua fatica, La Pazzia, forse la
stessa
d’Isabella, rimaneggiata e ammodernata. All’arte
dieci anni sono (1772) abbandonare del tutto il teatro, e vivere a sè
stessa
ritirata in un angolo della città di Venezia segr
lasciargli Diana con altri attori, fra cui il suocero Gradelino. La
stessa
richiesta fu fatta il 20 marzo 1688 dall’abate Vi
con una fune al collo, e lasciate insepolte in preda ai cania. Nella
stessa
abjezione vivono le commedianti della China, avve
a ancora io sarò a te divota. O Padre, abbine cura come faresti di me
stessa
» Sacontala continua a camminare, indi ripiglia.
li mi diedero speranza per un momento. Mi avvidi al fine che non è la
stessa
cosa sapere i linguaggi antipodici, che aver noti
n altro nel senatorio; ed uno che da giovine avea rappresentato nella
stessa
città di Roma, fu da lui creato prefetto dell’ese
timo supplicio i tragici che non rispettavano la memoria de’ re della
stessa
mitologia o della più remota antichità, come Agam
it. Aug. c. 45. a. Suetonio in Vit. Calig. c. 55. a. Suetonio nella
stessa
Vita di Caligola c. 33. b. Lo stesso biografo ne
nulladimeno così universale e così radicato, dove la lingua è per se
stessa
armoniosa e cantabile, e dove tal diletto si comp
140. [3] Ma poiché alla oscura e solitaria filosofia poco forte in se
stessa
per resistere alla tirannia delle opinioni altro
a? [6] La cagione degli accennati difetti viene in parte dalla natura
stessa
del canto, poiché quanto più di attenzione si met
mitazion musicale principalmente nel canto. La melodia è l’imitazione
stessa
di esse passioni eseguita pel mezzo d’una serie s
’abbellimento che ricevono dalla musica non avrebbe sulle passioni la
stessa
forza muovente che ha l’altra imitazione meno per
uenza dove la natura non ha bisogno di supplemento, dov’ella ha in se
stessa
i gradi di attività necessari a produrre compiuta
scherie. [26] Terza. Non deve infiorar il principio di un’aria per la
stessa
cagione che non s’infiora l’esordio di una orazio
la natura e la combinazione degli accennati elementi non è sempre la
stessa
nell’umano discorso, ma variano entrambe secondo
lorché il cantore dovrebbe mostrarsi, a così dir, soffocato dalla sua
stessa
prontezza, si ferma lentamente in un passaggio lu
gualmente a parole ebraiche o latine che alle italiane? Dove all’aria
stessa
cioè alla stessa passione che conserva la tinta e
e ebraiche o latine che alle italiane? Dove all’aria stessa cioè alla
stessa
passione che conserva la tinta e il colore medesi
igidezza d’orecchio al piacere della musica, e disposti a pesar sulla
stessa
bilancia Gluck e Mazzoni, Pugnani e un dozzinale
dei più saggi145. Un altro scrittore non minore di lui concorre nella
stessa
opinione deducendo apertamente la perdita della m
ze o prestigi. Quindi l’incertezza e varietà con cui si giudica d’una
stessa
composizione o d’un’aria, poiché non trovandosi u
altro mezzo di far capire all’anima una sensazione che la sensazione
stessa
, ma ch’esso fosse conosciuto dagli Antichi non ce
Tripode. Ma rispetto ai teatri grandi la difficoltà rimane sempre la
stessa
, né si sciolge ricorrendo alla diversità degli sp
, il poeta ed il ballerino diano alle rispettive lor facoltà la forma
stessa
che avevano venti secoli a dietro, si può bensì c
suono spezzandolo in parti troppo deboli perché troppo leccate, nella
stessa
guisa che l’eccedente uso dei diminutivi nello s
ice, e in generale le affezioni amorose e soavi, s’accoppia nell’aria
stessa
col suono pieno e guerresco delle trombe con cui
] Tutti gli strumenti che si percuotono coll’arco hanno più o meno la
stessa
proprietà derivante dalla diversa giacitura e ten
o i diversi stili, che sovente concorrono alla composizione dell’aria
stessa
; periodi musicali raccozzati insieme senza disegn
re la sua impetuosità naturale per fermarsi a ripigliar con ordine la
stessa
serie di movimenti; che il distaccare dal tutto i
enché sia di movimento contrario e ripugnante a tutto il resto. Nella
stessa
guisa si veggono essi sommamente affaccendati nel
ilo, il «Vicina al termine De suoi contenti» espresso nella
stessa
guisa che il “già presso al termine de’ suoi mart
lla storia e nei costumi de’ popoli per non dare all’asiatico Enea la
stessa
melodia che al mauritano Jarba, e non far cantare
a che oggidì fa il popolo italiano a chi timoneggia nel governo, è la
stessa
che ne faceva sedici secoli addietro a’ tempi di
compositori moderni. Ognuno degli spettatori si trova attaccato dalla
stessa
malattia di Nerone, il quale annoiato delle belle
sua infastidita sensibilità. Ma cotai tuoni divenuti anch’essi per la
stessa
cagione insipidi e freddi dopo qualche tempo, nec
e insipidi e freddi dopo qualche tempo, necessario è che cadano nella
stessa
dimenticanza che i primi per dar luogo ad altre m
di melodia e di naturalezza, il quale in pochi anni che visse ebbe la
stessa
sorte del Pergolesi, cui non restò inferiore nell
, giacché di gran parte delle arie dei moderni maestri si può fare la
stessa
analisi ch’io fo della presente. 138. [NdA] Roma
vo; sendochè la loro successione nella voce dell’uomo semplice per se
stessa
e spontanea nulla ha di comune colla successione
più artifiziosa e più dotta divenne meno espressiva e patetica. Nella
stessa
guisa che alla moderna musica, quantunque lontana
non solo alla natura dei vocaboli, ma anche all’indole e collocazione
stessa
delle lettere? Aristide Quintiliano ce ne dà un d
ù energia che da altri non farebbesi in una intiera scena. [16] Colla
stessa
avvedutezza aveano pensato alla formazione del me
memoria o l’idea di quella tal cosa fanno che si riproduca in noi la
stessa
passione che ecciterebbe se sopposta fosse ai nos
ormare i versi al numero materiale delle sillabe, avevano tuttavia la
stessa
cura, che abbiamo noi nella opportuna collocazion
co, e non poche volte contrario. Lo che si vede da ciò che sovente la
stessa
composizion musicale produce il medesimo effetto
e l’uso delle prolazioni, ovvero sia d’affastellare più note sopra la
stessa
sillaba. Se prestiamo fede all’erudito Bochard, u
conseguenza quello che procede con moti più lenti, si congiugne nella
stessa
cantilena col soprano, che è l’estremo più acuto
arietà, che abbiamo provato esistere nell’armonia, anche dalla natura
stessa
della cantilena o composizione, la quale a eccezi
ra musica e dileggiare quella dei Greci, ma la verità, ch’è sempre la
stessa
malgrado il sorriso della prevenzione e i sofismi
e, e per puro accidente, che quale noi la coltiviamo non é atta in se
stessa
a produrla, e che finalmente cotesta facoltà inca
ato il tuono acuto venga accordato da altri il tuono grave, come alla
stessa
cantilena s’attribuiscono più volte effetti oppos
sica, e di posporla alla nostra! I loro racconti mi sembrano avere la
stessa
autorità che le Relazioni del famoso inglese Valt
che ha in fine una Scrittura — dice il Bartoli — sopra i meriti della
stessa
, dettata in prosa dal Commendatore Cleoneo Accade
egli scrive da Ferrara, ov'egli si trovava con la Compagnia e con la
stessa
Malloni, ad Antonio Costantini, segretario del Du
ipessa innamorata dell’altro figlio da lui non amato. Artaserse nella
stessa
favola è un carattere incerto, e più di uno lo re
ddio forse vi avrebbe riuniti: oimè! a questo punto ella ingannava se
stessa
! Tu balancois son Dieu dans son coeur allarmé.
do Merope in angustia tale che è costretta dal timore a scoprire ella
stessa
il proprio figlio al tiranno. Ma la sana critica
apparteneva all’ucciso, l’ucciso è mio figlio (dir dovea Merope a se
stessa
): se all’uccisore, io trovo in lui mio figlio. Il
hio che impedisca l’ esecrando sacrificio di un figlio per mano della
stessa
madre che pensa vendicarlo. In tal tragedia non è
e non pertanto infelicissimo. Noi osiamo aggiugnere qualche cosa alla
stessa
di lui difesa. Perchè si cerca che lo scellerato
re i precedenti. L’Orfano della China rappresentata nel 1755 non è la
stessa
azione dell’Eroe Cinese del Metastasio, ma a ques
n istile duro, inesatto, prosaico. Nel suo Spartaco verseggiato nella
stessa
guisa si osserva qualche tratto robusto, benchè v
nto nè poco di Nadal, le Blanc, Pavin ed altri obbliati dalla nazione
stessa
. Qualche favola tragica meno negletta han no pubb
nuovo signore, si ricovera sotto la protezione dell’antico. È però la
stessa
cosa essere in questa forma ribelle, che scellera
Sia questo un fatto tres-vrai, come dice il Belloy. Ma ciò è una cosa
stessa
col dipingere Giulio come subornatore di Bajardo
rato qual è l’ Arabo Profeta impostore. Accreditato com’ egli è dalla
stessa
storia e migliorato dall’impegno del pittore non
tò l’Antigono tragedia di M. Conte di Monte Vicentino, stampata nella
stessa
città nel 1565; ed in esso si dipinsero dodici gr
iche, ma più in queste che in quelle, e nel '69-'70, conduttrice ella
stessa
d’una compagnia comica, sollevò quasi all’entusia
si rideva a crepapelle del riso il più sano e il più schietto. La sua
stessa
figura era di una comicità irresistibile. Il bust
tichi che a questa scienza che migliora l’intendimento e rettifica la
stessa
volontà e che Socrate trasse dal cielo, diedero p
ragione rischiarata (oltre delle scienze esatte e delle leggi e della
stessa
moral filosofia) un Educatore di simili circostan
enza. La morale è la maestra de’ costumi, e la poesia drammatica è la
stessa
morale posta in azione: quella si trasmette per l
inteso gli autori o di non avergli letti. Gli aveano pur mostrato la
stessa
cosa con un libro intero i Veneziani nel 1758. Di
Duse, in Compagnia di Cesare Rossi, poi seconda donna in quella della
stessa
Duse, poi seconda donna e madre in quella di Past
seigneur…. Le 27 de mars 1572. Colla data del 25 marzo, abbiamo una
stessa
nota concernente la Compagnia di un Soldino di Fi
ll’ Archivio di Stato. Forse, con soli otto anni di distanza e con la
stessa
qualità di attore e capocomico, egli e il precede
i, sposò Torello Chiari, fratello di Francesco e amoroso allora nella
stessa
Compagnia, dalla quale usci con lui dopo un anno
Doppie ducento all’anno di Stipendio, e fitto di casa, lasciando alla
stessa
libertà di ricevere impegni di recite con la perm
i portare quest’asserzione all’evidenza. Intanto osserviamo sull’Egle
stessa
del Giraldi che M. Sebastiano da Montefalco che n
so. Ma questa si pubblicò in Venezia nel 1583, ed io trovo, che nella
stessa
città un’ altra se ne impresse nel 1581 di Aluise
è più complicato dell’Aminta, e si sviluppa con un’ agnizione. Venere
stessa
vi fa il prologo, e ne accenna l’argomento: Mi
pastorello che col nome di Credulo ella disdegna, e Amarilli è quella
stessa
Licori pianta per morta da Tirsi. Questa ipotesi
ile se ne fecero in Verona due edizioni, essendo stata la prima dalla
stessa
autrice dedicata alla marchesana del Vasto Lavini
e sia rimasta inedita. Inedita parimente rimase quella che scrisse la
stessa
Barbara Torelli Benedetti cugina del conte Pompon
eroce e veemente che dagli altri due tragici. Elettra si prende da se
stessa
la cura di uccidere la madre, e manifesta l’artif
ebbesi adunque l’espressione d’Ifigenia tradurre letteralmente per la
stessa
misura di versi, ma sì bene per Io medesimo lamen
na, e per questa corona che egli porta, ricevè quel l’aggiunto; della
stessa
maniera che l’Ajace di Sofocle s’intitolò Μαστιγο
rdo Brandir, lanciar ver la tremante preda. Nutrice Deh ritorna in te
stessa
: in quai ti perdi Vani pensieri! Oimè, cacce, for
ata! Ti avvicina, amica, Ricomponi i miei veli onde mi avvolga. Di me
stessa
ho rossor; coprimi, dico, Nascondi agli occhi alt
della Nutrice: Ah prevenirmi perchè mai non puoi? Perchè non dir tu
stessa
Ciò che forza è scoprire? Per altro l’illustre t
alla Nutrice non ostante il divieto di Fedra.» «Presso il Francese la
stessa
Fedra confessa una passione sì vergognosa, la con
circostanze non si sarebbe altrimente comportato, ed avrebbe avuta la
stessa
indulgenza per un popolo che dovea essere il suo
ttore che teme per la vita di Astianatte, e nella tragedia Greca è la
stessa
Andromaca, ma già moglie di Pirro, che teme per l
ente di guadagnar qualche poeta per attribuirne l’assassinamento alla
stessa
madre. Carcino poeta anteriore ad Euripide introd
il nominato Parmenisco, compose la sua tragedia facendo rea la madre
stessa
del l’uccisione di que’ fanciulli, e la menzogna
a Peto, nel quale, al dir di Tacito, volle Nerone estinguere la virtù
stessa
, in Padova sua patria cantò vestito da tragedo ne
mimus. Nimirum hac die Uno plus vixi mihi quam vivendum fuit. Nella
stessa
favola poi sparse altri tratti di satira che anda
Volle allora il popolo che sottentrasse il maestro a rappresentar la
stessa
cosa, ed egli obedì, e giunto a quelle parole si
pubblicato nel consolato di Lena e Postumio. Così fa dire Ovidio alla
stessa
dea Flora nel V de’ Fasti: …… Consul cum Consule
a Peto, nel quale, al dir di Tacito, Nerone volle estinguere la virtù
stessa
, in Padova sua patria cantò vestito da tragedo ne
us. Nimirum hoc die Uno plus vixi mihi quam vivendum fuit. Nella
stessa
favola poi sparse altri tratti di satira che anda
Volle allora il popolo che sottentrasse il maestro a rappresentar la
stessa
cosa, ed egli obedì, e giunto a quelle parole si
blicato nel consolato di Lena e di Postumio. Così fa dire Ovidio alla
stessa
dea Flora nel V de’ Fasti: . . . . . . Consul c
s’io sono reo, mi raccolgo e riparo all’ombra della vostra grandezza
stessa
che ammetteste benignamente l’offerta; ed un ardi
lana, che quella sera fu certo più accetta al pubblico della tragedia
stessa
, fuor di scena pare fosse un vero grano di pepe.
ettale, di cui il Bartoli non riferisce per pudore alcune parti, e la
stessa
per la quale lasciò il Costantini la patria. Stab
60 sposò la nota attrice Anna Pedretti che era allora nella compagnia
stessa
. Fece poi società con Gian Paolo Calloud, Amilcar
a di Napoli dice : « è difficile veder due volte il Marchionni con la
stessa
sembianza : diverso sempre da sè sotto le diverse
ominato in Italia prima de’ Romani e de’ Galli, che fiori prima della
stessa
Greciaa, è che colla lingua, co’ suoì riti ed art
tico, e possedevano i Campi Flegrei che erano tra Capua e Nola. Capua
stessa
, anticamente chiamata Volturno, al dir di Livio,
va mendicando ricetto fra pochi sconosciuto dalla moltitudine nella
stessa
guisa che un uomo probo e pieno di non dubbio mer
maa, e da Francesco Baldo, dal quale ricevè anche in dono la maschera
stessa
usata dal primo di lui maestro il nominato Calces
in angustia e gli convenne ripetere qualche situazione o pensiero. La
stessa
necessità di darle una giusta grandezza l’obbligò
veleno al proprio figlio per rendere l’ambizioso amante signore di se
stessa
e del suo stato. Qualche verseggiatore del secolo
al precitato bibliografo. L’atto II incomincia con una scena di Olvia
stessa
e di Aluro. Essi come partirono senza perchè, sen
Essi come partirono senza perchè, senza perchè sono tornati, e nella
stessa
maniera dell’atto I viene appresso Megara. Hanno
ive per essere assai mal combinata. In prima Olvia può disporre di se
stessa
senza intelligenza del fratello capo della repubb
a. Ella va esclamando, o cenizas infaustas! (o ceneri infauste) colla
stessa
grazia della Tomiri di Quinault che cercava per t
estratto che si possa. L’argomento e la condotta a un di presso è la
stessa
della Judia de Toledo del poeta Diamante da noi m
cendere la di lui collera, e l’incoraggia a resistere a’ ribelli. Io
stessa
, aggiugne, gli affronterò. Ciò poteva bastare,
di Alfonso, e scema la verità ed il patetico di quest’altra. Rachele
stessa
non può dissimularlo, e gli dice; non ordinaste v
inato dal Sampere o Guarinos. È però assai piacevol cosa vedere nella
stessa
regia sala di udienza in faccia al trono raccorsi
non esprime la diestra detto nudamente nella tragedia. Finalmente la
stessa
energica concisione dell’originale nelle parole
ne del Cesareo poeta Romano. La sostanza dell’Inès e dell’Agnese è la
stessa
, variando solo in alcune circostanze. Ciocchè nel
ito di avere abbellito questo colpo con nuove acconce espressioni. La
stessa
istorica imparzialità che ci obbliga a tal confro
cc.mo una comedia de’Gratiani. E il medico Ettore Micoglio sotto la
stessa
data : Qui non si sente di nuovo che le commedie
in angustia e gli convenne ripetere qualche situazione o pensiero. La
stessa
necessità di darle una giusta grandezza l’obbligò
veleno al proprio figlio per rendere l’ambizioso amante signore di se
stessa
e del suo stato. Qualche verseggiatore del secolo
rose alternative per essere mal combinata. I Olvia può disporre di se
stessa
senza intelligenza del fratello capo della repubb
ttore) e va esclamando, o cenizas infaustas (o ceneri infauste) colla
stessa
grazia della Tomiri di Quinault che va cercando p
estratto che si possa. L’ argomento e la condotta a un di presso è la
stessa
della Judia de Toledo del poeta Diamante da noi m
ccendere la di lui collera, e l’incoraggia a resistere a’ ribelli. Io
stessa
, aggiugne, gli affronterò. Ciò poteva bastare; ma
di Alfonso, e scema la verità ed il patetico di quest’altra. Rachele
stessa
non può dissimularlo, e gli dice: non ordinaste v
to dal Sampere y Guarinos. È però assai piacevol cosa il vedere nella
stessa
regia sala di udienza in faccia al trono raccorsi
non esprime la diestra detto nudamente nella tragedia. Finalmente la
stessa
energica concisione dell’originale nelle parole
roduzione del Cesareo Poeta. La sostanza dell’Inès e dell’Agnese è la
stessa
, variando solo in alcune circostanze. Ciocchè nel
rito di aver abbellito questo colpo con nuove acconce espressioni. La
stessa
istorica imparzialità che ci obbliga a tal confro
sione è il racconto che fa Agnese alla regina nell’atto II: quanto la
stessa
Agnese dice nell’atto V è parimente espresso con
ario egualmente ai dettami della natura, e a quelli dell’arte. Per la
stessa
ragione fu anche levato via il costume di chiuder
ra amena e frondosa valle veduta al languido lume della luna e questa
stessa
rischiarata da’ raggi del sole nel più puro matti
i delle altre cose animate, che difficilmente potrebbe uguagliarle la
stessa
musa tragica del gran Cornelio. Per esempio nell’
sta situazione con quella di Foca in Cornelio, che è presso a poco la
stessa
, e la maniera di esprimersi di Leontino con quest
aprenderne l’esecuzione, coll’animare Gottsched, e con lavorarvi ella
stessa
inoltrandosi nell’ardua impresa, ad onta delle pe
fuoco replicato a tempo, ma non è Dori . Bello è pur l’altro di Dori
stessa
nella scena decima. Egli dice, Mirtillo infelice
ne maneggia le passioni che sa commuovere ancora col Salomone. L’arte
stessa
si scerne nel Davide, in cui si legge una robusta
azionali coltivò il melodramma istorico di Zeno e Metastasio, ed ella
stessa
l’animò colla musica; valendosi anche dell’idioma
e, e coll’ animare Gottsched a travagliarvi, e coll’ innoltrarsi ella
stessa
nell’sardua impresa, ad onta delle persecuzioni,
i fuoco replicato a tempo, ma non è Dori. Bello è pur l’altro di Dori
stessa
nella scena decima. Egli dice, Mirtillo infelice,
nti e maneggia le passioni che ci commuove ancor col Salomone. L’arte
stessa
si scerne nel Davide, in cui leggesi una robusta
onali coltivò il melodramma istorico di Zeno e di Metastasio, ed ella
stessa
l’animò colla musica, valendosi anche dell’idioma
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